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Autore: elyblu    12/09/2021    0 recensioni
Se nell'anime Saint Just fosse sopravvissuta all'incidente, come sarebbe stata la vita di Nanako, Kaoru e della stessa Saint Just? Storie di tre ragazze degli anni '90 e dei loro sogni...
Genere: Malinconico, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Shoujo-ai | Personaggi: Kaoru Orihara, Nanako Misonoo, Rei Asaka
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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E metto degli easter eggs : Candy Candy, Lady Oscar e Il Tulipano Nero.
 
Ma in quest’autunno 2020, forse anche per la vita ritirata imposta dalla pandemia, tante persone avranno tempo per riflettere, per far riaffiorare ricordi, meditare su questi o affrontarli…a volte basta un evento casuale - come la visita domiciliare fatta da Kaoru a una sua paziente casualmente residente in un rione legato a un suo storico periodo ‘no’ - o semplicemente anche la lettura di un articolo di giornale…ma siamo sicuri che avviene tutto per caso? O forse prima o poi dobbiamo tornare in certi posti e definire certe situazioni?
Rei guarda sempre il telegiornale la sera con Nanako, non ha l’abitudine di leggere il quotidiano.
Ultimamente le spose del nostro cuore stanno preparando un corso di aggiornamento di letteratura comparata giapponese/inglese ottocentesca con richiami filosofici del periodo correlato; dopo l’esperienza in Italia sono riuscite ad avere qualche incarico in comune come speravano, anche se la pandemia ha rallentato questi progetti.
Rei è un po’ stanca e decide di interrompere un attimo lo studio mentre è all’università, e per riposarsi legge su internet un quotidiano locale, un po’ su Tokyo, un po’ su Yokohama dove stanno sua sorella, suo padre e i suoceri, in fondo è la sua città d’origine. Chissà perché decide di leggere un quotidiano locale…non lo fa mai, perché guarda sempre i telegiornali!
All’improvviso si trova davanti una notizia che la stupisce e le fa sobbalzare il cuore! Nel suo rione – quel rione bucolico dove ha abitato fino a 14 anni, fino alla morte di sua madre - vogliono erigere un mega centro commerciale. E il suo rione??? Che ne sarà? Legge meglio : il rione è ormai diventato un quartiere malfamato, dove si spaccia droga, dove ci sono scontri fra cosche antagoniste della yakuza, dei palazzi sono stati abbandonati, delle persone sono state uccise, altre sono misteriosamente sparite; dato il progressivo trasferimento della maggior parte dei suoi abitanti e l’arresto degli esponenti principali dei clan operanti nel quartiere, l’amministrazione ha da qualche mese decretato di raderlo al suolo e riqualificarlo con la costruzione di un grandissimo centro commerciale e di raccordi di collegamento con il centro di Yokohama e le autostrade principali.
Rei ha le lacrime agli occhi…quanto tempo è che non torna al rione? Ritornò solo un paio di volte dopo essersi diplomata, intorno alla metà degli anni ‘90 e poi fra un impegno e l’altro e vari eventi della vita, non vi aveva più fatto ritorno. Almeno fino alla metà degli anni ‘90 era rimasto il rione meraviglioso dove era cresciuta da bambina, pieno di fiori, di piante, di allegria, isolato dallo stress cittadino…che era successo?
La sera torna da Nanako e le racconta tutto. “Non sono più andata a trovare il mio rione, tutte quelle persone che mi volevano molto bene, eppure mi mancavano, mi mancano così tanto. Rimandiamo le cose, sempre presi da mille impegni, dicendo che tanto le faremo il giorno dopo, e invece poi non le facciamo mai perché comunque ogni giorno abbiamo nuovi impegni, contrattempi, imprevisti, non pensiamo mai che se ci va di fare qualcosa dobbiamo farla subito perché se aspettiamo di essere libere non la faremo mai. Lo capiamo sempre quando ormai è troppo tardi…”.
“Saint Just perché non andiamo a dare un’occhiata? Ormai è quasi del tutto disabitato, non c’è rischio di assembramenti, possiamo andare insieme perché io e te costituiamo lo stesso nucleo familiare. Almeno gli dai un ultimo saluto, che dici?”
Rei è visibilmente triste e risponde “per la serie ‘meglio tardi che mai’. Sì mi hai dato una buona idea, grazie per venire con me, mi serve il tuo sostegno morale”. Le spose sono sempre molto coccolone come da ragazzine e si abbracciano, l’abbraccio dell’una è sempre rassicurante per l’altra.
 
In un primo pomeriggio di novembre Rei e Nanako si recano al rione, anzi ormai ex rione, perché gli ultimi abitanti stanno ormai traslocando : alle ordinanze amministrative si deve obbedire.
Rei è sconvolta. Sono trascorsi 24 lunghi anni dall’ultima volta che c’è andata. Dove sono quei bei frutteti colorati e ridenti, quei meli e quei ciliegi rossi sgargianti sui quali lei e la sua comitiva si arrampicavano facendo dannare genitori e nonni? Dove sono quegli alberi secolari, quei cespugli e quelle siepi fiorite, quei campi con fiori variopinti che scaldavano la vista, rischiaravano le giornate anche le più piovose, infondevano ottimismo? Quei fiori che ti insegnavano l’infinità di scalature cromatiche? Era lì che si era innamorata dei fiori che tanto la consolavano e rasserenavano nei momenti no.
Ora vede solo lastroni di cemento e palazzi squallidi grigi (messi senz’altro peggio di quelli del rione imbrattato da Kaoru). Passano poche persone dalle facce appese; questa diversa conformazione del quartiere sembra aver cambiato le persone.
“Saint Just quando ti accompagnai qua dopo il tuo diploma era tutto diverso. Persino io che ci sono stata un’unica volta 27 anni fa me ne accorgo! Sembra tutt’un altro quartiere, altro che campagna, sembra la periferia più estrema e degradata”, commenta Nanako.
Rei è sconsolata “Che è successo dall’ultima volta che sono venuta? Ricordo che l’anno precedente la mia ultima visita chiusero l’ambulatorio, però, forse era l’inizio della fine…possibile non c’è nessuno a cui chiedere informazioni?”
“Attenta Saint Just” Nanako indica una siringa in terra. Alzano gli occhi, davanti c’è il centro ambulatoriale.
È quasi color antracite da come è sudicio e abbandonato a se stesso, le persiane sono sgangherate, chiuse, la casa degli orrori, deve essere diventato il rifugio dei drogati.
“Oh no, è prosciugata la fontana dove con le mie amiche portavamo a nuotare le nostre bambole e le nostre barbie…la mia sirenetta a cui avevo tinto di azzurro i capelli…, e quell’aiuola fiorita adesso è solo catrame sterile”, Rei piange, è rimasta la persona ipersensibile che era da ragazzina.
Nanako le mette una mano sulla schiena e l’accarezza come fosse una bambina da coccolare.
“Nanako io dal 1996 non sono più venuta, non sono più venuta a trovare queste persone che mi hanno voluto tanto bene, presa dai miei studi, dalla mia musica, non è giusto, chissà cosa avranno pensato, rimanda rimanda sono passati 24 anni e ora non ho più nulla”.
“L’hai detto anche tu: facciamo tutti questi errori, succede di perdersi di vista, abbiamo da fare con la famiglia, le amicizie correnti, tu hai studiato tanto, avevi anche il conservatorio, e poi anche le amiche che avevi rivisto come Sakura non si sono fatte risentire, anche loro avranno avuto il loro gran da fare, è la vita…la ruota che gira”.
“Le scuole transennate? …. Un tabaccaio aperto, io vo a chiedere”, Rei entra nella tabaccheria e fa domande.
Il gestore della tabaccheria è cambiato rispetto al passato, ma è comunque molto informato e aggiorna le ragazze. In pratica, cominciò tutto con la chiusura degli ambulatori, fu il classico inizio della fine, come aveva intuito Rei. Dopo poco chiusero le medie, le elementari rimasero con le classi dalla quarta alla sesta perché le prime tre classi venivano frequentate nelle scuole del rione accanto e nello stesso periodo chiuse anche la scuola materna, a quel punto le persone cominciarono a trasferirsi in altri quartieri, e non c’era ricambio con nuove famiglie; con case, negozi ed edifici abbandonati arrivarono i primi delinquenti affiliati della yakuza, la droga, il contrabbando e così via.
Rei chiede che fine hanno fatto alcune delle sue amicizie, ma il tabaccaio, che c’è solo da qualche anno, spiega che non conosce nessuno, che ormai anche in quel rione è come in città, non ci si conosce fra vicini di casa, si è persa ogni fratellanza.
“Saint Just andiamo vicino alle case dei tuoi amici, potremmo incontrare qualcuno”.
Detto fatto, come una folgorazione Rei incontra la signora Midori che le fa una gran festa e l’aggiorna; Takehiko, il suo vecchio amico, si era trasferito da quasi 10 anni in Belgio a suonare con una band anche se guadagnava poco e doveva improvvisare lavoretti per arrotondare; Yuka si era sposata giovanissima a 25 anni e la sua famiglia l’aveva seguita quasi subito in un altro quartiere, all’epoca del matrimonio di Yuka il quartiere aveva ancora la sua impostazione tradizionale, ecc. ecc., c’era stato un progressivo svuotamento, in altre parole anche quei pochi di loro rimasti ormai fanno vita indipendente gli uni dagli altri, hanno lavori e parenti in altri quartieri, oltretutto il rione è divenuto pericoloso, è bene andare poco a giro, i bambini non possono fare più le scorribande per le strade come un tempo ma vanno tenuti in casa, si è perso il clima allegro e canterino di un tempo che faceva vedere il cielo sempre azzurro; al contrario ora sembra piovere anche se fuori c’è il sole.
“Poi Rei, sai vero di Sakura?”
“L’ho sentita per qualche anno fino al 2000, venne anche alla mia festa di laurea, le scrissi dall’Europa, poi quando tornai in Giappone mi ripromisi di chiamarla ma ne ebbi tante e anche lei però non si rifece viva, mi dispiacque perché con me era molto cara e anche con Nanako”.
La signora Midori si incupisce, sembra imbarazzata “Ma Rei, ti sono scappati i telegiornali”.
“Che è successo a Sakura?”, Rei che è già turbata ha il cuore in fibrillazione, ha un pessimo presentimento, vorrebbe non sapere ma ormai deve sapere, non può restare col dubbio.
“A un certo punto è fallita la palestra dove lavorava, per l’appunto in quel periodo conobbe un ragazzo apparentemente bravo che frequentava il nostro rione, in realtà si seppe poi che quel ragazzo frequentava il rione perché vi aveva trovato dei giri loschi, il rione era già in fase di degrado; Sakura aveva bisogno urgente di molti soldi, il padre era morto, la madre era sempre stata malata e le medicine si facevano sempre più costose, come sai aveva 5 fratelli minori, di questi due  erano dei nullafacenti mezzi drogati e gli altri ancora studenti, insomma per mandare avanti la famiglia si prestò a fare subito contrabbando a malincuore e senza saperlo era al servizio della yakuza; quando seppe quest’ultima cosa, decise subito di staccarsi, convinse il suo ragazzo a diventare con lei collaboratori di giustizia, sarebbero entrati in un programma protetto, ma il suo ragazzo a quel punto rimase ucciso in una sparatoria e lei e la sua famiglia all’improvviso dalla sera alla mattina sparirono, la polizia li fece scappare alla velocità della luce, pare siano andati all’estero, forse li hanno divisi. Che tristezza Rei, tutte queste case abbandonate, a volte occupate abusivamente con gente che si attacca ai pali della luce per avere l’energia elettrica”.
“Povera Sakura, come è stata sfortunata, una ragazza brava e dolce come lei, quando è successo?”
“Mah…passa il tempo, sparì 12/13 anni fa più o meno”.
Quella conversazione viene interrotta bruscamente da una voce squillante, un po’ impertinente “Ehilà, vedo che siete a parlare di questo rione! Vi va di partecipare a un’intervista collettiva con vecchi abitanti del rione in vista del suo abbattimento integrale? Ci servono testimonianze, racconti, aneddoti, serve a far capire come evolve la città” è una giovane giornalista rampante di un’emittente televisiva nazionale.
La signora Midori e un paio di persone dicono subito di sì. Rei fa cenno di no, ma la giornalista la riconosce.
“Sbaglio o Lei è la prof.ssa Asaka? Ma lo sa che seguo i suoi concerti? Anche ora che sono on line. Non mi dica che lei viene da questo rione, non ci posso credere!”
“Sì, ma non parteciperò all’intervista”.
“Perché no, professoressa? Lei è un’affermata musicista contemporanea e un’altrettanto affermata docente universitaria di letteratura, se c’è lei l’intervista sarà ancora più interessante : una bella storia di riscatto sociale”.
“Non mi va di farmi pubblicità”.
“Senta, questi sono gli estremi per l’intervista che faremo all’aria aperta fra una quindicina di giorni, noi contiamo partecipi; se poi non se la sente, non viene, ma mi creda sarebbe un peccato” la giornalista vezzosa se ne va.
Rei è interdetta, guarda Nanako, saluta la signora Midori e le altre persone lì presenti, è stordita e prosegue il giro per il quartiere, non sa che pensare.
Nanako che la conosce la prende sottobraccio e non le dice nulla, sa che basta la sua presenza a rincuorarla, non vuole metterle pressione.
“Che faccio Nanako? Sinceramente, sai quanto è importante per me il tuo parere; da una parte vorrei partecipare all’intervista per rievocare il bel tempo che fu, però non lo so, poi sono sconvolta per Sakura, le ho voluto bene e non ci sono stata in questi momenti difficili”, Rei è palesemente triste.
“Amore dolce, non ti angustiare” Nanako le stringe il braccio “io ti sarò vicina qualunque sarà la tua decisione, segui il tuo cuore; ora sei sottosopra per la tua amica, per il prossimo abbattimento del quartiere; però, se vuoi un mio parere, dovresti rilasciare l’intervista proprio perché hai amato così tanto questo quartiere, e anche per rendere omaggio a tua madre, a Sakura e a tutti quelli che ti vollero bene”.
“Ma non ho dimostrato quest’attaccamento in questi anni”.
“Siamo troppo impegnati, lavoriamo fino a 10 ore al giorno, poi nell’unico giorno libero della settimana dobbiamo rimettere casa, stare dietro alla famiglia, siamo stanchi, anche Sakura non ha avuto tempo, la vita corre, specie dopo i 20 anni non le stiamo più dietro, è normale rimandare, ma questo non ha allontanato il quartiere e i tuoi affetti d’infanzia dal tuo cuore”.
“Povera Sakura, sua madre era sempre malata e non usciva mai, aveva 5 fratelli più giovani di cui già alle elementari si occupava, e due sono pure diventati dei vagabondi, e poi le è morto il padre e il lavoro andato male, la yakuza, perché la sfortuna si è accanita così con lei?”
Nanako col suo carattere forte l’abbraccia, non le interessano gli sguardi altrui “forse ora finalmente è serena, in un altro posto, con un lavoro, protetta dallo Stato, avrà avuto il suo riscatto”.
“Menomale ci sei tu con me, bambolina, mi sento protetta con te, camminiamo ancora un po’, voglio andare verso casa sua, quanti ricordi in queste strade”.
Arrivano davanti alla casa di Sakura, un piccolo terratetto dove una famiglia di 8 persone quale la sua ci stava sicuramente stretta. Rei entra con Nanako nel giardino antistante che ha le erbacce alte; la porta sgangherata è socchiusa; si vede che la casa ormai è vuota da oltre 10 anni, e si vede anche che i suoi abitanti sono andati via in fretta e furia, perché i mobili ci sono tutti – coperti ovviamente di polvere - , gli armadi contengono ancora vari vestiti.
Rei commenta “Oggi ho imparato a non rimandare mai nulla, perché le situazioni restano immutate per decenni e poi all’improvviso si capovolgono e quello che ti sei potuto permettere di rinviare per centinaia di volte, all’improvviso non puoi più rinviarlo perché non lo puoi più fare, e resti col rimpianto per sempre”.
“Non si smette mai di imparare, però è anche vero che non ce la facciamo a fare tutto, purtroppo il lavoro e la vita ci impongono questo rischio. E poi ricorda che anche tu non hai avuto vita facile”, risponde Nanako.
“Quello è vero. Almeno Sakura, pur nelle difficoltà, è sempre stata circondata da tanto amore, dai genitori, dai fratelli, e questo le avrà reso tutto più semplice; però vedere la vita sua e della sua famiglia in pericolo minacciata dalla yakuza … forse ora sono stati separati per sempre…quanto mi dispiace…Ma cosa c’è lì?”
“Una bambola in terra!”, esclama Nanako.
“Questa è l’unica bambola di Sakura, la teneva sempre con sé come oro colato perché la sua famiglia aveva pochi mezzi e quella era la sua unica bambola, del resto anche mia madre ebbe una sola bambola in vita sua”, Rei solleva con dolcezza la bambola, che sorride festosa.
“Rei, è polverosa, sono oltre dieci anni che sta in terra in una casa abbandonata, rischi il tetano solo guardandola!”, dice preoccupata Nanako.
“Deve essersene andata davvero in fretta e furia per non averla portata con sé; deve esserle caduta da una valigia e non se ne è accorta, altrimenti non l’avrebbe mai buttata in terra, l’avrebbe lasciata su un mobile o su una sedia; se era in terra vuol dire le è caduta inavvertitamente mentre se ne andava…povera Sakura, nemmeno la sua bambola del cuore ha con sé, per lei era importante quanto lo è per me ma cherie la poupee, la sua unica bambola”, mentre Rei fa queste riflessioni, Nanako incalza.
“Buttala via, è sudicia”.
“Non ce la fo, guarda come ride, ha lo stesso sguardo dolce e sereno di Sakura, lei ci teneva molto, chissà come sta male all’idea di averla persa e che sia stata buttata via; non lo saprà mai, ma io la porto a casa, la rimetterò a posto, non ce la fo a lasciarla qua”.
Nanako riabbraccia la sua Rei “ma quanto è speciale il mio amore”.
“Mi hai convinta Nanako, rilascerò l’intervista, in corner voglio rendere un ultimo omaggio a questo rione pieno di ricordi meravigliosi, sarà come rivivere la mia infanzia prima che venga raso al suolo, è un altro pezzo della mia vita che se ne sta andando, un pezzo di cuore mio morirà, però almeno sarò riuscita a dirgli addio degnamente. Ancora mi sembra tutto surreale, non leggo mai il giornale, eppure l’altro giorno chissà perché l’ho letto, l’ho letto al momento giusto, quanto è strana la vita”.
“Doveva succedere, non poteva essere altrimenti”.
Le spose se ne vanno serene dalla casa di Sakura con la bambola da ‘restaurare’. Nei giorni seguenti Rei la strofina a dovere con detersivi, disinfettanti, le rimette a posto il vestito rosso e rosa a fiorellini; la bambola torna nuova di zecca e ottiene a casa delle ragazze il suo posto d’onore.
Se sa cherie la poupee rappresenta Fukiko e Nanako, la bambola di Sakura oltre a impersonare la stessa Sakura rappresenterà per sempre anche il legame di Rei col rione e la sua infanzia fantastica.
Intanto, Rei si prepara all’intervista, che poi sarebbe stata mandata in onda qualche giorno dopo la registrazione. La rete televisiva le avrebbe inviato subito una copia che Rei avrebbe spedito alle persone più care a cominciare da Fukiko e Kaoru! Proprio Fukiko aveva approvato la decisione dell’intervista – come si cambia!
Nanako l’avrebbe accompagnata, ma causa COVID si sarebbe mantenuta molto a distanza.
 
La giornalista arriva pimpante come al solito e inizia a intervistare alcuni vecchi abitanti, vicini di casa di Rei, il parroco che era arrivato quando ormai Rei si era trasferita, i pochi negozianti rimasti, e coincidenza delle coincidenze la maestra di giapponese che quasi 40 anni prima aveva insegnato nella classe della dolce Rei; quanti ricordi!!!
“Rei sei proprio tu?”
“Ciao Maestra!”
Nanako è sorpresa e pensa “dare del tu alla maestra???? Se l’avessimo fatto io e Tomoko, meglio non immaginare le conseguenze! Doveva essere un ambiente molto familiare…una grande famiglia”.
“Hai sempre gli occhi intelligenti e svegli di quando eri piccola, come non ricordarmi di te? Quanto ci teneva la tua mamma alla tua istruzione, ricordo ancora la tua pagella alla fine della prima elementare, una buona pagella, come era contenta la tua mamma, chissà come sarebbe orgogliosa se vedesse la carriera splendida che hai fatto”.
“Anche tu maestra sei sempre uguale, sei bella come quando ci insegnavi”.
Dopo i convenevoli, Rei le presenta Nanako come la sua compagna. La maestra fa un’espressione molto sbalordita, ma poi si riprende e saluta cordialmente Nanako.
Parte l’intervista, che per Nanako risulta particolarmente interessante. Nanako, che ha sempre vissuto nel cuore della città o in periferie meno estreme, non sapeva che i rioni fossero ambienti così autarchici, così affiatati, sente una intensa nostalgia a sentire che in meno di 30 anni si sia persa questa atavica tradizione.
La maestra durante l’intervista dice che i bambini di quel rione sono quelli che ha amato maggiormente, perché più spontanei, meno viziati, felici con poco e ci tiene a sottolineare che per lei è un vero onore aver avuto proprio fra quei bambini la prof.ssa Asaka che è sia una docente universitaria di letteratura sia una bravissima pianista.
Quando arriva il turno di Rei, proprio di Rei che non voleva partecipare per timidezza, ritrosia o chissà che, arriva anche una delle parti più emozionanti e interessanti dell’intervista che fa commuovere Nanako e non solo. È evidente che Rei o - come viene chiamata dall’intervistatrice – la prof.ssa Asaka è ancora molto legata a quel quartiere, che lo tiene nel suo cuore.
“In questo rione ho trascorso gli anni più belli, ricordo ancora i pomeriggi passati a correre per i campi in mezzo ai fiori, che amo tanto proprio perché sono cresciuta qua, qua ho conosciuto l’amore vero, la solidarietà, l’affetto puro senza secondi fini; invece di stare a rimbambire davanti alla tv come i bambini delle zone più ‘in’ noi giocavamo felici, il quartiere era all’epoca molto tranquillo, non conoscevamo la cattiveria e la delinquenza, e stando all’aria aperta a fantasticare e a inventare nuovi giochi si sviluppava molto di più la nostra mente, si socializzava di più; avevamo pochi giochi, perché i soldi erano pochi, ma come ha detto la maestra non eravamo viziati e avere pochi giochi ci ha fatto sviluppare molto la nostra fantasia e apprezzare ciò che avevamo. Pensi che per l’hina matsuri facevamo un’unica piattaforma fra vicini di casa e ognuno di noi portava uno o al massimo due personaggi, perché nessuno di noi poteva permettersi una piattaforma completa per la festa delle bambole. Avevamo la nostra compagnia che valeva molto di più di tanti giochi che ti stancano subito. I pochi figli unici del rione era come non lo fossero, avevano più compagnia di bambini di altri quartieri con fratelli. Abbiamo riso tanto, corso, colto fiori, cantavamo a squarciagola le canzoni degli anime, io e Sakura eravamo fans sfegatate di Candy Candy che ci ha rese romantiche e altruiste… Candy Candy il nostro mito …, la mia amichetta del cuore Yuka invece adorava Lady Oscar e Il Tulipano Nero e stando con Yuka è nata la mia passione per la cultura francese. E quanto nuotarono le nostre barbie nella fontana. Che ricordi emozionanti anche a scuola, la maestra qui presente all’epoca era una giovane poco più che ventenne di cui ci innamorammo da come era bella, le scrivevamo spesso biglietti con scritto ‘ti voglio bene’, è lei che mi ha appassionato alla lettura dei libri, alla poesia; abbiamo avuto maestre e professoresse ‘mamme’. Qua sono nate le mie grandi passioni per i fiori e anche per la letteratura giapponese e francese di cui ho fatto un mestiere. Se sono ciò che sono è grazie a questo rione”.
La maestra sorride orgogliosa.
“Prof.ssa Asaka poi a 14 anni dopo la morte di sua madre se ne andò da questo quartiere e fu iscritta al glorioso Seiran Gauken. Come fu l’impatto?”
Rei si incupisce “La mia madre adorata era morta, andai a stare con la famiglia di mio padre, ma l’impatto con la nuova realtà fu traumatico; è vero ho avuto un’istruzione eccellente di primissima categoria, se sono arrivata dove sono arrivata lo devo alla mia famiglia che mi ha molto amato e a cui sarò sempre infinitamente riconoscente; però essere sempre stata in un ambiente semplice, genuino, naturale, fatto di corse e risate scatenate, dolcezza, scuole protette, e poi andare in una scuola competitiva, estremamente austera come il Seiran Gauken, con ragazze serie, professori dalle facce appese, etichetta molto severa … la mia mamma non c’era più … non ero felice, piangevo molto e oltre la mia mamma mi mancavano le mie amiche, i miei ex insegnanti e il mio ambiente in generale; ci sono voluti anni per ambientarmi, purtroppo il periodo dai 14 ai 17 anni è stato molto triste, però ne sono venuta fuori grazie all’affetto delle persone care, in questo sono grata in particolare a delle mie amiche speciali, una è Kaoru, un’amica sorella, e l’altra è la qui presente Nanako che è la mia compagna da quasi 30 anni e con cui ci siamo sposate 4 anni fa col certificato di partenariato speciale”.
La giornalista fa inquadrare velocemente Nanako, che è lontana per questioni di distanziamento sociale. Nanako non riesce a non emozionarsi e si lascia sfuggire qualche lacrima, piange oltre che per la dichiarazione d’amore pubblica anche perché pensa a quanto sarà stato traumatico per quella bambina di 14 anni passare da un ambiente familiare e allegro come quello in cui era cresciuta a un ambiente imbalsamato, gelido e competitivo come il Seiran con un padre ‘bestia’ e una sorella – tanto per tornare al paragone con Candy Candy – peggiore di Neal e Iriza messi insieme.
“A proposito, prof.ssa Asaka, quando ha nominato la sua amica Sakura si riferiva per caso a Sakura Suzuki scomparsa con la famiglia forse in programmi di protezione nel lontano 2006?”
“Esatto. Proprio lei. Sakura era una ragazza adorabile, si occupava già alle elementari della madre malata e dei 5 fratelli più piccoli, del resto in questo rione le famiglie erano per lo più molto numerose, un nostro compagno di classe era il quarto di dieci fratelli e altri appartenevano a famiglie dai 5 agli oltre 10 figli. Sakura venne anche alla mia laurea, mi è dispiaciuto averla persa di vista. Pur con i nostri mille impegni quotidiani, quando vogliamo sentire una persona dobbiamo chiamarla e basta; se aspettiamo il momento giusto non la chiameremo mai, perché ogni giorno arriva un nuovo impegno; purtroppo ho imparato a mie spese che, se a una cosa teniamo molto, non la si deve mai rimandare. Vedendo come è finita, vorrei tanto tornare indietro nel tempo per rivedere Sakura. Ad ogni modo dovunque essa sia, voglio dirle che ho trovato la sua unica adorata bambola, quella a cui cambiava sempre nome perché aveva solo lei, che stia tranquilla è in ottime mani, guarda Sakura come l’ho rimessa bene” Rei mostra dal cellulare la foto della bambola “le ho messo il tuo nome, la identificherò sempre con te e avrà un posto d’onore nella collezione di bambole mia e della mia compagna. Chissà se vedrai questa trasmissione, forse non la vedrai mai, ma sappi che ti ho voluto anzi ti voglio molto bene”.
Quell’intervista è stata bellissima, Nanako si gira a piangere, non smetterà mai di ritenersi una delle persone più fortunate del mondo ad avere una moglie così. A un certo punto trasale perché sente un braccio intorno al suo torace “Che hai fatto ma cherie la poupee? Ho detto qualcosa che ti ha disturbato?”
“Piango perché sei commovente da quanto sei buona e dolce, meriti solo le cose più belle”.
“Forse hai ragione, perché ho te”, Rei si mette a ridere e la tira a sé. Le ragazze tornano a casa.
 
L’intervista non lascia indifferenti nessuno. Rei con la sua dolcezza e purezza d’animo riesce sempre a spiazzare.
Mariko e Tomoko dopo aver visto il video, decidono che alle prossime pretese o capricci dei figli rivenderanno la storia di quanto erano felici e bravi i bambini con pochi giochi, stando all’aria aperta e con gli amici.
Kaoru si commuove come Nanako, ma viene soccorsa da Takehiko “hai sentito Kaoru? Ti ha menzionata in pubblico! Sono fiero di averti come moglie, amore mio più grande del mondo. È anche merito tuo se quella ragazzina che si trovò catapultata dopo la morte della madre in un ambiente freddo e snob, in una famiglia che era tutto fuorché una famiglia, proprio quella ragazzina traumatizzata è la donna piena di successo che è ora. Tu sei stata come una sorella premurosa e buona con lei, l’hai salvata con mia sorella Nanako dall’autodistruzione, grazie al vostro affetto ha recuperato, altrimenti chissà che fine avrebbe fatto. Non piangere per quanto ha sofferto, ma sii felice e orgogliosa di lei”.
“E’ stata brava anche lei, perché non sentirsi amati dalla propria famiglia è una delle cose peggiori possano capitare, eppure ha saputo reagire e arrivare dove è arrivata. Sai Take, a scuola mi ero legata a Rei e la capivo anche perché entrambi i miei genitori vengono da rioni tipo il suo. Mio padre ci ha abitato fino al matrimonio, ma mia madre se ne andò come Rei alle medie. Mia madre mi raccontava sempre di quanto fu traumatico anche per lei passare da un ambiente protetto, allegro e familiare a uno freddo e scostante come quello del cuore della città; almeno, però, mia madre era coi miei nonni e i suoi fratelli e ciononostante soffriva molto. Rei poverina, invece, non aveva nessuno con quel tamarro di padre, chiamarlo bestia è un’offesa agli animali, per non parlare di quella diavolessa di Lady Arpia; Rei mi faceva un’infinita tenerezza e anche pena”.
“Ma lo vedi ora come è felice, che donna di successo è diventata, adorata dalla mia super sorella Nanako, non farti prendere dalle malinconie”.
“Io mi sento legata alle origini dei miei genitori, mi sento più vicina a quegli ambienti rionali piuttosto che a contesti impostati e altolocati, vedere abbattere un rione… è come se un po’ si estinguessero i valori dei miei genitori, quelli a cui mi hanno educata e di cui vado fiera, è come se venisse ad affermarsi l’individualismo, l’etichetta, sono perplessa”.
“Quei valori non si estingueranno mai, basta farli vivere attraverso di noi. È naturale le cose cambino, la vita però è una giostra che girando sembra perdere il passato, ma in realtà gli resta unita”.
“Hai ragione Take, e a proposito di giostre, quando finisce questa situazione da pandemia vorrei tanto tornare alle giostre come quando eravamo ragazzini!”
“Certo! Del resto l’abbiamo appena detto : la giostra della vita resta sempre ancorata al passato!”
 
Takashi è preso dalla malinconia “Povera sorella mia”.
“Tu sei comunque sempre stato presente, tu eri bravo, non rimproverarti nulla” commenta Filimon.
“Potevo intervenire contro Fukiko”.
“Ma come facevi? Erano le tue sorelle, era normale volessi starne al di sopra”.
“Penso anche ad altro. Vedi Fil, io e Fukiko frequentavamo scuole esclusive, avevamo tanti soldi, eppure almeno io non sono stato molto felice nella mia infanzia. Altro che maestre disponibili e gentili, noi avevamo maestre gendarmi, urli e punizioni per ogni minima distrazione”.
“Ma anche tu però mettesti il chiodo rovesciato sulla sedia della maestra di materie letterarie e ti facesti pure beccare!”, Fil ride.
“E’ vero, però forse se avessero saputo farci di più con noi alunni, non saremmo stati così discoli; invece urli e punizioni a scuola, poi urli e punizioni a casa, guai a girare da soli per parchi e giardini, insomma eravamo bambini annoiati e poco considerati, che se non stavano in punta di forchetta ricevevano scariche di pacchi”.
“Però nonostante un’infanzia poco felice, sei ugualmente un uomo bravo e razionale, che non guarda solo alle apparenze ma va al di là e si fa sempre in quattro per tutti. Forse cerchi di capire gli altri proprio perché sei diverso dagli adulti conosciuti ai tempi della scuola. Mi sei sempre piaciuto per questo”.
Takashi continua a essere cupo e Filimon trova il modo per rassenerarlo.
“Certo che tua sorella ha una vera e propria passione per le bambole assassine. Quella Sakura ha un aspetto così terrificante….”
“Mamma mia, non me ne parlare, fra lei e quella bestia di sa cherie la poupee non saprei chi scegliere, una scelta impossibile, dovrò dirle di chiuderle entrambe a chiave da qualche parte quando vo a trovarla. Io al suo posto quella Sakura l’avrei buttata in un cassonetto!”
I due sposi finiscono a ridere e a fare battute. Filimon ha saputo risollevare l’animo del buon Takashi.
 
Chi resta però più colpita in assoluto è Fukiko, che guarda il video mentre cena con il marito e i 3 figli.
Il figlio Akio stronfia “Che noia, finalmente è finita questa intervista”.
“Dovresti invece pensare a quanto sei fortunato, hai tanti giochi, tanti soldi, non hai pensieri e responsabilità, ti avrebbe fatto bene fare un po’ di quest’altro tipo di vita”.
Daiki è stupito che proprio la moglie la pensi così ed è ancora più stupito quando la sente dire alla piccola Yuriko “Yuri ti piacerebbe andare al parco?”
“Siiiiiii!!!!”, esclama la piccola.
“Fuky ma se non hai mai voluto portare i nostri figli al parco perché troppo dozzinale?”
“Nella vita si cambia idea. Forse dovremmo tutti essere più liberi e spontanei, stare troppo imbalsamati alla fine ci rende meno naturali e meno sinceri, invece è importante essere se stessi e rispettare il proprio modo di essere”.
Mentre Daiki è sorpreso, interviene la figlia maggiore Takara, ormai quindicenne “E allora mamma, se dobbiamo essere noi stessi, perché mi hai rimproverata quando ho detto che voglio fare la scienziata invece che intraprendere una carriera giuridica? Ho cambiato gusti, crescendo ho sviluppato altri interessi, ora non mi piacciono più le leggi e la politica anzi forse non mi sono mai piaciute, le seguivo solo per compiacere te e papà”.
“Taky, puoi fare ciò che vuoi, è normale che lì per lì sia rimasta delusa a sentire che non ti interessa la magistratura, ma tu devi fare ciò che ti rende felice”.
Takara, che è di aspetto uguale a Fukiko in maniera impressionante, esclama “sarà, ma stasera sei strana rispetto al tuo solito, ti ha fatto bene guardare l’intervista della zia, sei diventata più sprint e aperta!”
Quando i figli si allontanano, Fukiko è triste, si lascia sfuggire qualche lacrima e il marito capisce subito tutto.
“Fuky, non pensare più al passato, hai capito i tuoi sbagli, in fondo hai sempre amato moltissimo tua sorella e a modo tuo alla fine gliel’hai dimostrato”.
“Penso ai miei figli, morirei all’idea che qualcuno li facesse soffrire come ho fatto io con la mia povera sorellina”.
“Lei sa che le vuoi bene, e l’ha anche detto nell’intervista, non ci pensare più, concentriamoci solo sulle cose belle”.
“Ha ragione Rei : non si deve mai rimandare, io ho rimandato troppo il recupero del rapporto con lei, ma non voglio rimandare le mie congratulazioni per l’intervista”.
Fukiko chiama Rei e si complimenta con lei “Sono fiera di te Rei, sei stata eccezionale, devi portare alte le tue origini, se sei la donna che sei è anche grazie all’ambiente autentico in cui sei cresciuta e ai valori che ti sono stati trasmessi”.
Rei è felicissima perché ha ricevuto i complimenti dalla persona da cui li desiderava maggiormente “Grazie Fukiko, non avresti potuto dirmi cose più belle, sono fortunata ad averti come sorella”.
“E io molto di più”, Fukiko ha la voce tremante.
Nanako sullo sfondo è entusiasta di quella telefonata, è molto contenta del cambiamento di Fukiko soprattutto perché sa che ha reso felice la sua amorata moglie.
Nanako avrebbe mostrato alle sue allieve l’intervista ai vecchi abitanti del rione di Rei per farne poi oggetto di discussione e anche perché ritiene che sia istruttiva; fa infatti vedere un mondo che in poco meno di 30 anni si è estinto e che aveva tante peculiarità da confrontare con la società di oggi.
Nanako vuole soffermarsi con le sue allieve soprattutto sull’intervista di Rei; alla fine quelle scugnizze giapponesi hanno commosso, sono state spunto di riflessione per molte persone e hanno reso tutti un po’ più maturi. Appartengono a un’epoca conclusa, al bel tempo che fu, ma rimarranno per sempre nei cuori di chi le ha conosciute più o meno direttamente lasciando una dolce e tenera impronta indelebile.
  
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