Titolo: Pretty
Rating: Verde
Characters: Edward e Alphonse Elric
Legal Disclaimer: Purtroppo non posseggo né Edo né Aru, altrimenti saprei io cosa farci *ghigno satanico*.
Note: Ed finalmente è riuscito a ridare un corpo a suo fratello. Peccato che Al non sia pienamente soddisfatto del suo operato. E’ il mio primo tentativo in questo fandom, per cui mi scuso se i personaggi non sono propriamente IC.
Warnings: nessuno

PRETTY

“EDWARD ELRIC!” L’urlo rimbalzò sulle pareti del laboratorio abbandonato in cui si trovavano. Doveva essere proprio arrabbiato Al per chiamarlo per nome e cognome.

“Cosa, nii-chan?” Decise di stamparsi in faccia il suo sorriso più smagliante, facendo una faccia angelica.

“Non dire cosa, razza di stupido. Stupido, stupido, stupido fratellone!” Uh, era proprio furioso. Nemmeno quando erano piccoli e litigavano per chi dovesse sposare Winry, o per chi avesse fatto il disegno più bello da regalare alla mamma, aveva usato un tono così.

“Su, Al, non è poi così male.” Tentò di blandirlo. “Puoi toccare, e sentire, e mangiare!”

“A questo punto preferisco l’armatura!” Ed distolse lo sguardo, morsicandosi la guancia per non scoppiare a ridere di fronte all’espressione indignata del ‘fratellino’.

“Dopo tutta la fatica che abbiamo fatto per ridarti finalmente un corpo?” Sbuffò. Poi però pensò alla faccia che avrebbe fatto quel dannato Taisa nel vedersi comparire Al conciato in quel modo, e si sentì un po’ a disagio. Gli pareva già di sentire la sua voce sarcastica: ‘E tu sei riuscito a sperperare tempo, energie, fondi dell’esercito, la vera Pietra Filosofale, bla bla bla… per avere questo risultato?! Ehi… Acciaio? Non ti vedo. Sei ancora lì o ti sei perso nella moquette?’

“O mi riporti com’ero prima o… o…” Era talmente tanto arrabbiato che l’unica minaccia che gli venne in mente fu: “giuro che ti faccio bere un intero litro di latte!”

Storse il muso di fronte a quell’ipotetica minaccia. Era sicuro che, non appena si fosse abituato al suo nuovo aspetto, Al non avrebbe rimpianto l’armatura.

“Insomma… quanto la fai lunga per un picc-- per un lieve errore!” Accidenti! Stava per dire quella parola che non usava mai! In effetti, vedere il suo fratellino in quello stato aveva destabilizzato un po’ anche lui, anche se sarebbe morto prima di ammetterlo ad alta voce. Cane dell’esercito o meno, aveva pur sempre il suo orgoglio da difendere.

“E tu questo corpo lo chiami un lieve errore?” Sbraitò Al indicandosi, la voce che saliva pericolosamente di ottava in ottava. “Adesso tu mi ritrasmuti, e subito!”

Ed arrossì vistosamente, cercando di non guardare come il petto di Al si alzasse ed abbassasse affannosamente al ritmo del suo respiro alterato dalla rabbia.

“Ne sei proprio sicuro, Al?”

“Ed hai pure il coraggio di chiedermelo? Vorrei vedere te, al mio posto.” Gli voleva un bene dell’anima al suo niisan, ma se non lo avesse fatto tornare immediatamente com’era prima, lo avrebbe preso a calci da qui all’eternità.

“Peccato, perché sei così… carina!” Gli disse stampandogli un bacio a fior di labbra, sorridendo malizioso prima di battere insieme le mani e ritrasmutarlo nella solita, vecchia, grande armatura d’acciaio.