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Autore: Nemesy_    21/09/2021    0 recensioni
Dopo che Arcadia Bay è stata rasa al suolo, Max e Chloe fuggono dal tornado abbandonando per sempre la loro città natale per raggiungere i Caulfield a Seattle, ma la tempesta non ha ancora terminato con loro. L'unico modo per sopravvivere, sarà ricominciare da zero. Solo quando le nuvole saranno state spazzate via definitivamente, potranno essere certamente sicure che la tempesta sia davvero passata. Ha così inizio la loro nuova vita, che non risulta essere affatto semplice a causa delle grandi perdite, dei traumi subiti e dei forti sensi di colpa. Il percorso che le attende alla scoperta dei loro sentimenti, sarà pieno di ostacoli che metteranno a dura prova il loro rapporto di amicizia. Riusciranno le due ragazze a superare le difficoltà che si troveranno a dover affrontare? Torneranno a riappropriarsi delle loro vite e ricominciare di nuovo a vivere? Ma soprattutto, la loro unione, resterà per sempre una bella amicizia, diventerà un grande amore, o sarà destinata a perire esattamente come Arcadia Bay?
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yuri, Slash, FemSlash | Personaggi: Altri, Chloe Price, Kate Marsh, Max Caulfield, Victoria Chase
Note: Lemon, Lime, Missing Moments | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
Capitoli:
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Scelgo di vivere e non
di sopravvivere. Scelgo di
essere semplice, perché
per me è un valore. Scelgo
di ascoltare il cuore e non
la ragione, perché non amo
i rimpianti. Scelgo di
guardare avanti, perché il
passato l'ho già vissuto.


 
                       (Luna Del Grande)



 
Capitolo 11

Tornare a respirare



Martedì 21 marzo 2017

Seattle

Era passata una settimana da quando aveva parlato con il suo ex ragazzo. Max, non aveva avuto modo di aggiornare le sue amiche sugli ultimi eventi a causa di impegni con i suoi genitori e visite ad alcuni famigliari. Ma finalmente quel mattino era giunto il momento. I suoi genitori erano appena usciti per andare a lavoro e Kate aveva deciso di prendersi una giornata lontana dal college. Le ragazze erano nella stanza di Max.

“Che cosa?!” disse Victoria incredula alle parole di Max.

“Pensavo che non ti rivolgesse più la parola” disse Kate.

“A quanto pare ha deciso di mettere fine al suo silenzio” disse Max.

Victoria si sentiva molto minacciata da quella situazione. Temeva che in qualche modo il ragazzo sarebbe riuscito a trattenere Max a Seattle. “Santo cielo! È uno che non si arrende!”

“Penso che sia molto determinato” disse Kate.

“Determinato?! Io preferirei definirlo ottuso! Quando capirà che è finita?! Forse dovresti essere un tantino più convincente Max!”

“Victoria questo non spetta a te dirlo! Deve essere Max a decidere cosa fare!”

Max seduta sulla sua scrivania guardò le due ragazze sedute sul letto e disse qualcosa che spiazzò entrambe. “Il suo gesto mi è servito molto per capire cosa provo davvero per lui”.

Le ragazze si guardarono tra loro e poi di nuovo Max.

“Max, se non ti decidi a essere più chiara e a dirci tutto finirò per impazzire! E per la cronaca, se decidi di rimanere qui a Seattle io…”

“Victoria smettila!” disse Kate afferrandole un braccio per farla zittire.

“Dopo avermi chiesto di rimanere a Seattle mi ha baciata!”

“Cosa?! Ma si certo, giusto per approfittare della situazione e convincerti a rimanere!” disse Victoria infastidita.

“Lo trovo un gesto romantico e nello stesso tempo disperato! Credo che abbia davvero paura di perderti!” disse Kate.

“È solo il suo modo di tenere tutto sotto controllo anzi, di tenere sotto controllo lei!” disse Victoria indicando Max.

“Non credo sia così ma anche se fosse non è servito a molto” rispose Max.

“Che vuoi dire?” chiese Kate curiosa.

“Quando mi ha baciata, per la prima volta non ho provato davvero nulla, come se non fosse successo niente! Mi ha lasciata completamente impassibile! Il punto è che io non credo… di averlo mai amato…”

“Oh! Beh, in questo caso fiuuu!” disse Victoria passandosi una mano sulla fronte come per asciugarsi il sudore.

“Victoria!” disse Kate con tono di rimprovero.

“Che c’è?! È la verità! Questo per me è motivo di sollievo e dovrebbe esserlo anche per te! Perché questo vuol dire che Max verrà con noi a Portland!”

“Si, io verrò con voi perché non ho nessun motivo per rimanere”.

“Ma lui come l’ha presa? E soprattutto tu cosa gli hai detto?” chiese Kate.


 
Martedì 14 marzo 2017

Lucas la guardò cercando il coraggio di parlare. “Io ti amo Max e sono venuto qui per chiederti di non andartene! Resta qui a Seattle!” disse con determinazione il ragazzo.

Max rimase in silenzio senza sapere cosa dire. Il ragazzo le si avvicinò di colpo afferrando il suo viso tra le mani baciandola.
Poi si staccò da lei continuando a tenere entrambe le mani sul suo viso guardandola negli occhi. “Di qualcosa ti prego?!”

“Lucas… mi dispiace… ma io non posso!”

“Cosa?! Perché no?!” chiese Lucas rimuovendo le mani dal viso della ragazza.

“Perché io voglio partire con Victoria e Kate! Perché è arrivato il momento di pensare al mio futuro e nel mio futuro tu non ci sei! Almeno non come vorresti!”

“Ma io… noi due…”

“Non esiste nessun noi e non sai quanto mi dispiaccia ammettere che tu avevi ragione!”

“C-cosa vuoi dire?!”

“Tu per me sei stato davvero importante ma non più di chiunque altro! Mi siete stati tutti molto vicini nel periodo più buio della mia vita! Senza te, Kristen, Kate e gli altri non ne sarei mai uscita! La vostra vicinanza mi ha permesso di rimettermi in piedi! Era quello di cui avevo bisogno in quel momento e voi c’eravate! Mi avete dato tanto, tu mi hai dato tanto e te ne sono eternamente grata! Ma quello che provo per te è soltanto affetto, non amore!”

Lucas la guardava in piedi fermo sulla soglia della porta con i capelli gocciolanti. La pioggia non voleva saperne di fermarsi come il dolore del ragazzo alle parole di Max.

“Ti giuro che non volevo andasse così la nostra storia! Mi sento male per questo ma non è colpa mia! Io non sono come tutte le altre ragazze! Perché non tutte sono sopravvissute a una tragedia come quella che ho vissuto io! Non tutte si sono svegliate di notte con l’orrore negli occhi sentendosi morire dentro! Non tutte si sono sentite non meritevoli di vivere! E nessuno porta dentro di sé i sensi di colpa che so, non mi lasceranno mai definitivamente! Sono sopravvissuta a tutto questo anche grazie a voi, ma adesso devo vivere per davvero! Per farlo devo seguire la mia strada qualunque essa sia! Devo capire cosa voglio dalla mia vita, perché io non lo so ancora! Ma una cosa la so per certo! Non posso rimanere qui e soprattutto non posso stare con te! Non meriti questo! Tu hai bisogno di qualcuno che ti ami davvero Lucas e quella purtroppo non sono io! E mi dispiace perché tu sei un bravo ragazzo, un buon amico e mi hai aiutato tanto! Ma io non potrò mai ricambiare… non nel modo in cui tu vorresti!”
Lucas abbassò lo sguardo sulle sue scarpe. Alcune gocce di pioggia gli cadevano dalla fronte. Frastornato dalle sue parole disse soltanto: “Sono bagnato fradicio!”

“Lucas, hai compreso cosa ho detto?!”

Il ragazzo rialzò la testa guardandola. “Si, certo! Non mi ami e non l’hai mai fatto!” disse con amarezza. Poi cambiò tono vedendo che Max era dispiaciuta per la sua reazione. “Va bene così Max! Davvero! Insomma, non posso costringerti ad amarmi!”

“Come io non posso costringermi a non volerti bene!” disse Max con gli occhi lucidi.

Lucas annuì. “Lo so Max! Credo di averlo sempre saputo ma mai accettato! Adesso che ne sei consapevole anche tu non mi resta altro da fare che arrendermi all’idea!”

“Mi dispiace tanto Lucas!” disse Max mentre una lacrima le scendeva sul viso.

“Anche a me Max… anche a me!” disse il ragazzo appoggiandole una mano sul viso. Poi iniziò ad avvicinarsi per abbracciarla ma si bloccò per non rischiare di bagnarla.

Quando lui si fermò di colpo fu Max che infischiandosene di bagnarsi, si fiondò tra le sue braccia. Le avvolse le braccia attorno al collo stringendolo vicino a sé chiudendo gli occhi cercando di ricacciare indietro le lacrime inutilmente.

“Max, ti bagnerai tutta così!”

“Si… lo so!” disse ridendo fra le lacrime.

“Mi mancherai terribilmente Max!”

“Anche tu Lucas, ma ti prometto che ci rivedremo ancora! Non è un addio… a meno che tu non voglia…”

“Dammi solo un po’ di tempo Max!” disse lui staccandosi dall’abbraccio. Si avvicinò di nuovo dandole un bacio a stampo.

“Adesso devo andare!”


Mentre lui si allontanava Max disse: “Ci rivedremo ancora prima della mia partenza?!”

Lui si voltò sorridendo fermandosi in mezzo alla pioggia allargando le braccia. “Siamo o non siamo amici?!”

Lei corse fuori verso di lui abbracciandolo di nuovo. “Ti voglio bene Lucas!”


 
“Quindi tu non lo hai mai amato?! Neanche un po’?!” chiese Kate sorpresa.

“Credo di aver frainteso i miei sentimenti per lui!”

“Ma io pensavo ti piacesse sul serio!” disse Victoria.

“Anche io lo pensavo!” rispose Max.

“Beh, checché se ne dica Lucas si è dimostrato molto maturo ad accettare la fine della vostra storia pur rimanendoti amico! Non capita spesso!”

“Si, è vero! Mi dispiace davvero tanto fargli del male così! Ma se fossimo rimasti insieme saremmo stati in due a soffrire!”

“Hai preso la decisione giusta!” disse Kate.

“Si, hai fatto la cosa giusta Max e finalmente ora non c’è davvero più nessun ostacolo alla nostra partenza!”

Kate alzò agli occhi al cielo sospirando alle parole di Victoria e Max non poté fare a meno di ridere.

“Che c’è adesso?! Che ho detto di male?!” chiese Victoria.

“Niente è solo che dici sempre le parole giuste al momento giusto!” rispose Kate con sarcasmo.


 
Portland

Dopo aver acquistato un giornale per controllare gli annunci di lavoro, Shonei decise di prendere un caffè al locale dove aveva conosciuto Lauren. La sua speranza era di trovarla lì visto che aveva smesso di presentarsi al Paradise con grande dispiacere di Chloe, anche se lei non lo avrebbe mai ammesso apertamente. Il suo intento era quello di trovare il modo di farle riappacificare, ma il suo compito sarebbe stato tutt’altro che semplice, visto che entrambe le ragazze erano molto testarde e orgogliose. Raggiunse il locale sedendosi a un tavolo e ordinando un caffè che arrivò poco dopo. Iniziò a sorseggiare la sua bevanda fumante lanciando un’occhiata verso la porta di entrata e una sul giornale. Doveva iniziare a cercare un lavoro prima di essere sbattuta fuori dall’appartamento da Steph. Tirò fuori dalla sua giacca un pennarello cerchiando di rosso gli annunci di lavoro più interessanti, ma senza dargli molta importanza. Alzò gli occhi dal giornale per guardare l’entrata e in quel momento notò qualcuno seduto al bancone del bar che la osservava. Si voltò alle sue spalle per rendersi conto se l’obbiettivo fosse qualcun altro ma non c’era nessuno dietro di lei. Tornò a guardare davanti a sé e in quel preciso istante vide Lauren entrare nel locale, ma la ragazza non si accorse della sua presenza. Lauren si avvicinò al bancone del bar ordinando un caffè e dopo essere stata servita si diresse verso un tavolo per sedersi. Shonei a quel punto si alzò prendendo il giornale e il suo caffè fingendo di stare per andarsene e poi finse di accorgersi di lei mentre passava accanto al suo tavolo.

“Ehi!”

La ragazza aveva lo sguardo perso nel vuoto guardando fuori attraverso la finestra del locale. Quando sentì pronunciare il suo nome quasi saltò dallo spavento.

“Ciao Lauren!”

“Oddio!” disse la ragazza portandosi una mano al petto.

“Scusami, non volevo spaventarti! Di solito ho questa faccia al mattino ma ti giuro che posso migliorare!” disse Shonei sorridendo cercando di farla rilassare riuscendo nel suo intento.

Lauren sorrise. “Stavolta ti perdono ma la prossima volta, avvisami della tua presenza in maniera un po’ meno irruente!”

“Ok, mea culpa. Ti posso offrire un caffè per farmi perdonare?”

“Arrivi tardi” disse Lauren alzando la sua tazza di caffè.

“Beh, io ci ho provato. Posso farti compagnia?” chiese Shonei sedendosi senza nemmeno aspettare la risposta.

Lauren aprì la bocca per risponderle, ma non fece in tempo visto che ormai la ragazza si era già seduta dinanzi a lei. “Ma prego…” disse facendo buon viso a cattivo gioco.

“Allora, come va? È da un po’ che non ci si vede” disse Shonei bevendo il suo caffè.

“Già”.

“Sai, credo che il caffè del Paradise sia molto meglio di questo”.

“Allora perché sei qui?”

“Sto aspettando una persona che ho come l’impressione mi abbia dato buca. Ma non è come pensi perché nessuna mi dà buca. È un amico che sto aspettando. È stato lui a scegliere questo posto”.

“Ah” disse Lauren sorridendo disinteressata bevendo il suo caffè.

“E tu?”

“Io cosa?”

“Cosa ci fai qui?”

“Volevo semplicemente un caffè”.

“Ah… e non preferisci quello del Paradise?”

“Non più”.

“Allora deduco che prima ti piacesse e ora non più, giusto?”

Lauren prese un altro sorso del suo caffè corrugando la fronte. “Stiamo parlando ancora del caffè, vero?!”

“Ma certo, di che altro dovremmo parlare?!”

“Infatti!”

“Chloe non esce più dal suo appartamento dopo il lavoro! Non vi vedete più, giusto?! Non si saranno rotte altre tubature, vero?!”

Lauren appoggiò la tazza sul tavolo e la guardò dritta negli occhi. “Per quale motivo sei qui Shonei?!”

“Te l’ho già detto! Per vedere un amic…”

“No, dico sul serio Shonei! La vera ragione per cui sei qui!”

“Io non…” disse Shonei sospirando arrendendosi.

“Lo sapevo!” disse Lauren iniziando ad alzarsi dalla sedia per andare via.

Shonei si alzò di scattò afferrandole un braccio. “Aspetta Lauren!”

“Lasciami andare Shonei, non vorrei doverti rovinare quel bel faccino che ti ritrovi!”

“Ok, io ti lascio ma solo se mi permetti di parlare con te un attimo!”

“Non vedo di cosa dovremmo parlare, inoltre ti conosco appena! Non parlo dei fatti miei a degli estranei! E poi sono sicura che sei stata già aggiornata dalla tua amica su cosa è successo! Quindi smettila di prendermi per il culo e lasciami il braccio!”

“Si è vero! So cosa è successo!"

“Pff, c'era da aspettarselo! Ti ha mandata lei per caso?! Vuole sapere se è riuscita nel suo intento di farmi sentire una merda?! Bene, dille pure che ha raggiunto il suo scopo! Falle i complimenti da parte mia!”

“Non è stata lei a mandarmi, ti ho cercata io! So che sei arrabbiata in questo momento e credimi lo sarei anche io al posto tuo! Ma concedimi il tempo di spiegarti cosa è successo...”

“Lo so bene cosa è successo! C'ero anche io!”

“No, tu non c'eri quando è rientrata a casa!” disse Shonei lasciandole il polso.

Lauren rimase ferma dov'era per decidere cosa fare.

“A te la scelta Lauren! Ma credimi se ti dico che se vai via senza ascoltare cosa ho da dire, commetti un gravissimo errore! Puoi sentire cosa ho da dire e andartene lo stesso!”

Lauren si sedette lentamente di nuovo sulla sedia e subito dopo Shonei fece lo stesso.

“Dunque ti ha raccontato tutto! Spero non una versione diversa dalla verità!”

“No, non aveva motivo di farlo! Lei quando è rientrata era a pezzi!”

“Oh povera Chloe!” disse la ragazza sarcastica. “Ero io quella a pezzi Shon, non lei!”

“Si vede che non la conosci bene!”

Lauren scoppiò in una risata mentre la persona al bancone del bar continuava a guardare Shonei. “Sai, hai perfettamente ragione non la conosco affatto! Non so niente di lei, perché non mi hai mai parlato di sé della sua vita o della sua famiglia! Assolutamente nulla! E credimi ci ho provato tanto a farla parlare ma senza nessun risultato! Però poi lasciavo perdere perché tanto lei cambiava discorso e io non volevo essere insistente”.

“E non ti sei mai chiesta perché non parlasse con te di queste cose?!”

“Certo!”

“E che risposta ti sei data?!”

“Che non le interessassi e vedendo com'è finita suppongo che avevo pienamente ragione!”

“No, sei fuori strada Lauren! Vedi lei...” disse Shonei cercando di trovare le parole giuste per farle capire la situazione della sua amica senza rivelarle nulla.

Chloe non avuto una vita facile e so cosa stai per dire! Che la vita non è facile per nessuno e bla, bla, bla, però devi capire che lei ha sofferto in modo davvero terribile perdendo ogni suo punto di riferimento! Ha vissuto delle tragedie enormi e..."

“Che tragedie?! Sei stai cercando di impietosirmi con stronzate inventate sul momento per farmi provare pietà per lei, ti dico subito che con me non funzionano!”

“Lauren, io non posso parlartene! Sono cose davvero troppo personali e non posso dirti niente senza il suo consenso! Tradirei la sua fiducia così!”

“Allora perché sei qui?!”

“Perché voglio farti capire che Chloe soffre nel non vederti più e per come si è comportata con te! Sa di aver sbagliato!”

“Allora perché non c'è qui lei, invece di te?!”

“Perché teme tu non voglia più avere niente a che fare con lei!”

“E a buon ragione direi! Cosa si aspettava dopo essersi comportata in quel modo?!”

“Lei è molto orgogliosa e quindi trova un po' difficile fare il primo passo per scusarsi con te visto che hai alzato un muro!”

“E dovrei essere io a fare il primo passo al posto suo?!”

“No, però dovresti facilitarle un po' il compito! Magari potresti ritornare a frequentare il Paradise! Così lei vedendoti troverà la forza di farsi avanti!”

“Bene! Lei sbaglia e io devo facilitarle il compito! Fantastico! Perché non ci ho pensato prima?! Era così semplice! Bastava solo strisciare da lei calpestando la mia dignità! Non hai nemmeno la più pallida idea di quello che mi stai chiedendo Shonei!”

“Invece lo so bene! Perché si vede che sei una persona orgogliosa e lo sono anche io! Quindi so bene come ci si possa sentire! Ma non ti chiederei niente del genere se non fossi del tutto certa di quello che dico! Sta soffrendo per tutta la situazione anche se non vuole darlo a vedere!”

Lauren incrociò le braccia al petto riflettendo su quello che Shonei le stava dicendo. “Non capisco! A cosa serve tutto questo?! Solo per pulirsi la coscienza?! Tanto non ci sarà mai nulla tra di noi!”

“Questo non è detto!”

“Cosa vuoi dire?!”

“Io la conosco da meno tempo rispetto a Steph, ma so com’è fatta! Forse perché siamo molto simili sotto certi aspetti! E molto dipende dal fatto che abbiamo vissuto delle situazioni nella nostra vita che ci hanno segnate profondamente e che...”

“Cosa Shonei?!”

Shonei rimase un attimo in silenzio pensando alla sua di vita. “È difficile parlare di certe cose! Ed è per questo che non si apre facilmente! Ti posso dire che ho visto come ti guarda! Tu non le sei indifferente anche se lei non lo ammetterà mai...”

“Ma perché?!” chiese Lauren interrompendola.

“Perché ammetterlo vorrebbe dire che sente il bisogno di qualcosa che teme! Lauren, lei ha una paura fottuta di legarsi a qualcuno!”

Lauren chiese: “Ha perso qualcuno?!”

Shonei la guardò sospirando e poi annuì. “Molto più di qualcuno direi, ma non posso dirti nulla cerca di capire! Deve essere lei a parlartene! Credimi il giorno che lo farà capirai chi è Chloe! Soprattutto capirai perché non ti ha detto nulla fino a ora! Ma se tu adesso la tieni a distanza non lo scoprirai mai! Io ti dico che lei vorrebbe venire da te ma non ci riesce! Tu puoi darle la spinta di cui ha bisogno! E per quello che vale io credo che lei ha bisogno di te!”

“Sai che quello che stai dicendo mi sembra assurdo?!”

“Lo so, ma fidati di me! Dalle la possibilità di dimostrarlo! Cazzo Lauren, ti sto spingendo tra le sue braccia nonostante io ti abbia messo gli occhi appena ti ho vista! Sto rinunciando a provarci con te lasciandoti a lei! Questo dovrà pur significare qualcosa?!” disse sorridendo.

Lauren sorrise alle sue ultime parole. “Lo avevo capito!”

“Certo, è così stramaledettamene evidente quando mi piace qualcuno!” disse Shonei ridendo.

“Quindi cosa devo fare visto che sei tu l'esperta?!”

“Torna a prendere il caffè al Paradise!”

“Soltanto questo?!”

“Si, a meno che tu non voglia sbilanciarti un po' e rivolgerle la parola! Il che non sarebbe affatto male!”

“Scordatelo!”

“Come non detto, allora solo il caffè!”

“Ok, ma non so ancora se farlo!”

“Bene, tu riflettici quanto vuoi perché tanto quando ti deciderai, lei sarà ancora lì a mangiarsi il fegato!”

“Secondo me esageri!”

“No, per niente! Lei ci sta male davvero e secondo me non passa un solo giorno in cui non pensa a come si è comportata! Sa di aver sbagliato con te e si sente in colpa! Ma come al solito pensa che sia questo che adesso merita! La tua completa indifferenza e assenza! Non ha il coraggio al momento di presentarsi davanti a te sapendo che non accetteresti le sue scuse!”

“Non lo so! I miei amici mi hanno fatto notare che faccio sempre scelte azzardate! Mi relaziono continuamente con persone incasinate e poi devo farmi sempre in quattro a causa dei loro problemi esistenziali! Alla fine penso di più alla felicità altrui che alla mia! E loro hanno ragione, devo pensare a me stessa!”

“Però con lei potresti essere felice! C'è solo un ostacolo da superare, il suo passato! Non c'è altro contro cui combattere! Ma lo capisco se non te la senti! Io ti chiedo solo di pensarci attentamente!”

“Lo farò! Posso sapere cosa ti ha raccontato?!”

“Mi ha detto del ciondolo! Io so cos'è quel simbolo e le ho spiegato il suo significato, ma avresti dovuto essere tu a farlo!”

“Ti ha detto cosa è successo dopo che noi... sì insomma...”

“Si! Avete litigato e ti ha lanciato dei soldi! Gesto orrendo lo so, ma...”

“Oh andiamo Shonei, non la difendere!”

“Era molto infastidita dal tuo commento! Praticamente le hai detto che avresti preferito scoparti qualcun'altra visto che lei non è stata granché! Sia chiaro, non voglio difendere Chloe a tutti i costi, perché anche per me lei ha toppato alla grande! Però devi ammettere che ci sei andata giù pesante anche tu! Lei si è soltanto adattata alla situazione con l'intento di ferirti come hai fatto tu con lei! E ci è riuscita! In questo lei è molto brava ma anche tu lo sei!”

"Non lo pensavo davvero!" disse Lauren abbassando lo sguardo sulla sua tazza di caffè ormai freddo.

“Nemmeno lei!”

Lauren rialzò lo sguardo verso di lei.

“Voleva soltanto ferirti! Lei è stata davvero bene con te! E sono più che sicura che non vali soltanto venti dollari!”

Lauren le lanciò un’occhiataccia.

“Per la cronaca quella sera lei aveva solo quelli nel portafoglio!”

Lauren scosse la testa incredula alle parole della ragazza.

“Ok, questa suonava davvero male, scusa! Però mi ha detto che per pagarvi da bere è rimasta a secco! Ecco il motivo dei venti dollari!”

“Se non la smetti ti ammazzo!”

“Ok, ok! Basta così!” disse Shonei alzando le mani in segno di resa.

A un tratto Lauren guardò l'orologio. “Merda, il tempo è volato! Scusami Shon ma adesso devo proprio andare!”

“Tranquilla va pure! E mi raccomando rifletti su ciò che ti ho detto!”

“Va bene ma non prometto nulla! Adesso devo correre a lavoro!”

“A proposito, Chloe mi ha detto che sei fisioterapista! Quindi se ho qualche problemino me lo curi tu?!”

“Shonei, se per caso oggi ti sei presa gioco di me! Se qualcosa dovesse andare storto per la faccenda di Chloe, avrai davvero bisogno di un bravo fisioterapista! Ma purtroppo per te non sarò io e sai perché?! Perché sarò io a farti del male!”

“Oh cazzo! Così mi ecciti Lauren!”

La ragazza rise scuotendo la testa mentre si allontanava. “Ciao Shon!”

“Ciao Lauren!” disse Shonei alzandosi sperando di riuscire a ottenere il risultato desiderato. Poi si voltò verso il bancone notando che la persona che la fissava era ancora lì. Prese il suo giornale e si avvicinò al bancone sedendosi su uno sgabello affianco alla persona misteriosa.

“Posso avere un altro caffè?” chiese Shonei all'uomo dietro al bancone.

“Certo, subito!”

Shonei si voltò a guardare alla sua sinistra incrociando lo sguardo della ragazza che le sorrideva. “Salve!”

“Salve!”

“Ci conosciamo per caso?”

“No, non credo” rispose la ragazza.

“Beh, in questo caso...” disse Shonei allungando una mano per presentarsi. “...io sono Shonei, ma puoi chiamarmi anche Shon”.

“Piacere di conoscerti Shon, io sono Audrey” rispose la ragazza stringendole la mano.

“Hai un bel nome”.

“Grazie”.

“Sei di queste parti?"

“Si, tu?”

“Adesso sì!” rispose Shonei sorridendo.
 
Chloe avendo la mattinata libera decise di mettere un po' di ordine in casa e fare pulizie. Doveva pur tenersi impegnata per non pensare a Lauren. Si sentiva terribilmente in colpa ma nonostante questo non si decideva a chiamarla o cercarla. Sapeva di avere torto marcio ma non si decideva a scusarsi con la ragazza. L'idea di ricevere un bel vaffanculo diretto non rientrava tra le sue priorità. Dopo aver terminato le faccende domestiche decise di preparare qualcosa per pranzo, ma prima diede da mangiare al gatto. Mentre riempiva le ciotole di acqua e crocchette, entrò Steph in appartamento come una furia. La ragazza dopo tanta insistenza, era riuscita a scoprire la sera prima da Shonei, cosa fosse realmente successo il giorno del suo appuntamento con Lauren. Non aveva avuto modo di chiederle spiegazioni a causa dei turni diversi per cui non si erano nemmeno incrociate. Ma adesso che aveva appena staccato dal lavoro e Chloe era in casa poteva finalmente parlargliene.

“Davvero Chloe?!”

Chloe era ancora in ginocchio a riempire le ciotole. “Cosa?!” chiese confusa.

“Le hai dato venti dollari per aver fatto sesso con te?!”

“Oh cazzo, io Shon l'ammazzo!”

“Se vuoi ti do una mano, ma prima di tutto mi devi spiegare alcune cose! Primo, come cazzo hai potuto fare un gesto così riprovevole?! L'hai trattata come una puttana! Secondo, perché diavolo devo venire a sapere queste cose da qualcun altro invece che da te che sei mia amica?! Per di più ho saputo tutto da Shon dopo averla pregata per una settimana, ti rendi conto dell'assurdità?! Ecco perché Lauren non si fa più né vedere né sentire! Per averne la certezza che Shon non mi prendesse per i fondelli ho chiamato Allison e indovina un po'?! Ha confermato tutto!”

Chloe si alzò guardandola. “Cosa vuoi fare adesso?! Vuoi prendertela con me?! Farmi sentire in colpa?! Sai che c'è, mettiti pure in fila perché al momento basto io per quello!”

“Perché fai questo?! Perché allontani le persone?! Perché allontani me?!”

“Io non ti sto allontanando!”

“Ah no?! Allora spiegami perché non sei venuta a dirmi cosa era successo?!”

“Perché volevo tenermi tutto per me e non parlarne con nessuno!”

“Ma con Shon ne hai parlato!”

“Era sveglia quando sono rientrata quella sera!”

“E quindi hai pensato bene di parlarne con lei ma non con me!”

“Steph, non fare la gelosa adesso!”

“Cosa?! Io gelosa?! Oh no, no, io non sono affatto gelosa ma delusa! È molto diverso il concetto! Sono anni che viviamo insieme e tu a volte mi tratti come un’estranea! Come adesso ad esempio! Ma sì, tanto ora che è ritornata la tua migliore amica…”

“LEI NON È LA MIA MIGLIORE AMICA! IO NON HO PIÙ UNA MIGLIORE AMICA TE LO SEI FORSE SCORDATA?! NON HO PIÙ UN CAZZO DI NIENTE!” disse Chloe alzando la voce.

Steph rimase a guardarla per un po’ poi annuì. “Grazie della considerazione Chloe! Non siamo niente, me ne ricorderò la prossima volta!” disse dirigendosi verso la sua stanza.

“Cazzo! Non volevo dire…”

“Ma lo hai detto Chloe! Lo hai detto! Come sei abituata a fare di solito! Perché sei capace di tenerti le tue faccende tutte per te! Però poi quando ti scaldi e apri quella fottuta bocca del cazzo, viene fuori solo una valanga di merda!”

“Io non ho pens…!”

“Esatto Chloe, tu non pensi mai prima di parlare e sparare a zero su chiunque! Questo è quello che ti viene meglio! Lo so che a volte potrei risultare assillante, ma io voglio solo che tu mi parli se ne hai bisogno! Se sei nella merda per qualche ragione vorrei che tu me ne parlassi, così potrei aiutarti come dovrebbero fare gli amici! Lasciati aiutare cazzo! Ah già, dimenticavo di non rientrare in quella categoria!” disse Steph entrando nella sua stanza sbattendo la porta.

Chloe si preparò in fretta uscendo di casa per fare un giro aspettando l’orario del suo turno al Paradise.
 
Shonei in compagnia della sua nuova conquista, accantonò ancora una volta la ricerca di un lavoro. Le due ragazze avevano pranzato insieme in un locale a spese di Audrey. Erano sedute al tavolo parlando tra loro.

“Stasera hai da fare?” chiese Shonei.

“Non lo so, forse. Dipende molto dagli impegni che hai tu” rispose maliziosa Audrey.

“Beh, allora ho buone notizie per te! Non ho un cazzo da fare stasera!”

Audrey rise per la risposta. “Allora dovremmo fare qualcosa insieme”.

“Wow, mi hai appena letto nel pensiero. Adesso dovrò stare attenta a cosa penso per non essere scoperta”.

“Perché, a cosa stai pensando?”

“Credo che te lo lascerò scoprire da sola. Che gusto c’è a svelare tutto subito?”

“Allora ce la prendiamo comoda”.

“Oppure possiamo bruciare le tappe e scoprire subito il Vaso di Pandora”.

“Volete ordinare qualcos’altro?” chiese un cameriere avvicinandosi al loro tavolo.

“Vuoi qualcos’altro Shon?” chiese Audrey.

“Oh no, sto bene così grazie. Penso che il dolce lo prenderemo altrove”.

Il cameriere la guardò confuso. “Per caso avete mangiato male?”

“Oh no, assolutamente! È stato tutto veramente squisito!”

“Ah, allora posso consigliarvi dei dolci davvero molto…”

“No, non credo!”

“Abbiamo una torta al…”

“Ti dico che il dolce che vogliamo non è sul menù” disse Shonei continuando a guardare Audrey.

Il cameriere le guardò ancora più confuso. Cercò di dire altro ma non servì a molto visto che sembrava essere trasparente. Così si allontanò stranito.

“Credo che adesso andrò un attimo in bagno. Poi pagherò il conto, così potremo andare via”.

“Si, sono d’accordo. Magari nel frattempo ti aspetto fuori così fumo una sigaretta.

“Ok” disse Audrey alzandosi per raggiungere il bagno.

Shonei si alzò per andare fuori a fumare. Tirò fuori una sigaretta dal pacchetto appoggiandosi al muro di spalle nel vicolo lì vicino. Con la mente già assaporava il momento in cui la ragazza l’avrebbe portata a casa sua, perché era ovvio cosa volessero entrambe. Mentre fumava pensando ai fatti suoi qualcuno sbucò dal vicolo. Due uomini la presero sotto braccio chi da un lato e chi dall’altro trascinandola in direzione di una macchina parcheggiata di fianco al marciapiede. Qualcuno aprì la porta posteriore per farla salire.

“Ehi! Ma chi cazzo siete?! Cosa volete da me! Lasciatemi andare!”

“Sta zitta e fai come ti diciamo, non complicare la situazione!”

“Io non vado da nessuna parte con voi!”

Alcune persone che si trovavano a passare di lì in quel momento videro la scena dubbiosi. I due uomini allora cercarono di sviare i loro sospetti. “Cazzo, quando ci sei mancata, era ora che arrivassi!” disse uno dei due ridendo mostrandosi allegro.

“Ci avresti dovuto avvisare, ti saremmo venuti a prendere noi all’aeroporto!” disse l’altro dando una pacca sulla spalla di Shonei.

Arrivarono a l’auto e uno dei due le fece abbassare la testa per farla entrare. Non appena fu a bordo vide che c’erano altre due tizi. Uno affianco a lei e l’altro alla guida. Gli altri due salirono a bordo, uno davanti e l'altro di fianco a lei chiudendola come in un sandwich. Non volevano lasciarle nessuna via di fuga.

“Ok ragazzi! Io credo che qui ci sia stato un gravissimo errore! Io non vi conosco, non so chi cazzo siete, ma posso chiudere un occhio! Del resto chiunque può commettere errori! Molto probabilmente mi avete confusa con qualcun altro!”

“Chiudi il becco…” disse il tizio alla guida che si voltò a guardarla. “…Shonei!”

“Come cazzo sai il mio nome?!” chiese sbalordita la ragazza. Non conosceva nessuno di loro.

“Lo scoprirai molto presto non preoccuparti!”

Shonei iniziò a preoccuparsi mentre il tizio mise in moto l’auto avviandosi verso la meta di destinazione. Nel frattempo Audrey era uscita dal locale. Si guardò intorno in cerca della ragazza non trovandola da nessuna parte. “Ma dove diavolo è finita?! Non posso crederci! Ha mangiato ed è sparita ma che grande stronza!”


 
Seattle

Victoria era appena rientrata a casa dopo aver passato la giornata con suo padre alla galleria. Ormai quel luogo era diventato una spina nel fianco e lo odiava più di qualsiasi altra cosa. Forse perché le ricordava i suoi dissapori con la madre. Ma tutto sommato non poteva lamentarsi se passava del tempo con suo padre invece che con lei.

“Sono a casa!” urlò la ragazza dopo essere entrata nell’atrio.

Rimase sorpresa di non sentire sua madre andarle incontro per chiederle come fosse andato in galleria. Del resto sembrava interessarle solo questo. A un tratto sopraggiunse una voce ma non era quella che si aspettava. “Allora Vicky, hai preparato le valige sì o no?”


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 Victoria si voltò guardando sulle scale che portavano al piano superiore. Fermo sul pianerottolo c'era la sua ancora di salvezza.

“Tim!” disse la ragazza correndo verso di lui salendo le scale in un battibaleno. Si fiondò tra le braccia del ragazzo che rideva.

“Caspita, devo esserti mancato proprio tanto cuginetta”.

Lei si staccò dall'abbraccio dandogli uno schiaffo su un braccio.

“Ahio! Ma che modi di salutare sono questi?!”

“Potevi almeno avvisare che saresti venuto!”

“Ma ti volevo fare una sorpresa!” Poi aggiunse sottovoce: “E a proposito di sorprese, tua madre era entusiasta di vedermi”.

“Davvero?”

“Già, non lo trovi un po' strano? Credevo mi sarebbe saltata al collo al pensiero che andrai via da Seattle anche grazie anche alla mia disponibilità”.

“Beh, non rilassarti troppo allora, perché ha ancora tutto il tempo di cambiarti i connotati!”

“Oooh avanti, non esagerare”.

“Vedrai!”

In quel momento rientrò a casa anche il signor Chase. “Timothy, ma che sorpresa!”

“Ciao zio Robert!”

“Vieni giù e fatti salutare!”

Il ragazzo scese al piano inferiore salutando lo zio con un abbraccio. “Come va zio?!”

“Uhm, non c'è male! Sai com'è la vita, lavoro, lavoro e infine lavoro!”

“Si vede che è un difetto genetico di famiglia che si tramanda di generazione in generazione!”

“Già, può essere! Ma dimmi tu come te la cavi a Portland?”

“Benissimo zio, lavoro, lavoro e tanto altro lavoro!”

Scoppiarono a ridere entrambi mente Victoria li raggiungeva. Arrivò nello stesso momento anche Amanda Chase. “Bene, visto che ora ci siamo tutti possiamo metterci a tavola. Resti a pranzo con noi, vero Timothy?”

“Se proprio insisti non posso rifiutarmi zia, ma devo avvisare i miei di non aspettarmi”.

“Forse è il caso che tu stia con tua madre e tuo padre per oggi, infondo sei appena arrivato. Avremo tempo di stare insieme. Perché ti fermerai per qualche giorno, giusto?” chiese Robert.

“A dire il vero partirò dopodomani mattina”.

“Vai via così presto?” chiese Victoria delusa.

“Si purtroppo, ho un mucchio di cose da fare a lavoro”.

“Beh, allora potrai pranzare con i tuoi domani. Oggi resta qui con noi. Non capita spesso di vederti” disse la signora Chase.

Victoria lanciò uno sguardo eloquente a Timothy del tipo che sembrava voler dire: “Visto, che ti ho detto?”

“Non posso assolutamente rifiutarmi allora, avviso subito i miei” disse il ragazzo.

“Bene! Stacyyy, aggiungi subito un posto a tavola!” disse Amanda alla domestica che si occupava di cucinare e servire in tavola.

“Subito signora Chase!”

Mentre erano seduti a tavola tra una chiacchiera e l'altra, Victoria restò in attesa che sua madre facesse una mossa che non tardò ad arrivare.

“Allora Timothy, a parte il lavoro che suppongo ti terrà molto impegnato, c'è qualche fidanzata all'orizzonte?” chiese Robert.

“Ehm, no zio. Come ho detto prima sono molto impegnato a lavoro e poi perché complicarsi la vita così”.

La signora Chase alzò la testa dal suo piatto guardando il ragazzo con un sorriso un po' forzato. "Non vedo cosa ci sia di male a condividere la propria vita con qualcuno di corrisposto. Di regola l'unione tra due persone non dovrebbe fare altro che rendere la vita più semplice e agevole”.

“Ah! Beh, vedi zia ho avuto qualche storia, ma le ragazze con cui sono stato non erano diciamo ehm… corrisposte”.

“Prima o poi arriverà quella giusta!”

Victoria roteò gli occhi al cielo senza dare nell’occhio.

“Non credi anche tu Victoria?” chiese la donna a sua figlia.

“Si, certo mamma!” rispose Victoria annoiata.

“Non credo di essere pronto per una relazione del genere. Sono ancora giovane e ho tutto il tempo che voglio. Perché affrettare le cose?” disse il ragazzo guardando prima la signora Chase e poi sua cugina davanti a sé.

“Alla tua età ero già sposata con tuo zio sai? Poi dopo qualche anno è nata tua cugina Victoria”.

“Credo che Timothy abbia ragione non c'è tutta questa fretta. E poi il matrimonio è un passo importante, non bisogna prenderla troppo alla leggera. Bisogna aspettare l'arrivo della persona giusta” disse il signor Chase bevendo un sorso di vino.

Sua moglie guardò davanti sé lanciandogli un’occhiata. “Stai forse dicendo che la scelta di sposarci è stata una decisione presa a cuor leggero, caro?”

Timothy guardò sua cugina strabuzzando gli occhi mentre beveva un sorso d’acqua. L'ultima cosa che voleva era trovarsi al centro di una faida famigliare.

“Ma no cara, sto solo dicendo che bisogna trovare la persona giusta per fare il passo decisivo! Dopotutto il matrimonio è per sempre!”

Ci mancava poco che Victoria iniziasse a vomitare ciò che aveva mangiato fino a quel momento. Suo cugino la guardò divertito dalla sua espressione.

“Allora Timothy, ho saputo che sei disposto a ospitare Victoria nel caso non trovasse subito un appartamento!”

“Si certo, ho la possibilità di farlo quindi non c’è nessun problema”.

“E dimmi vivi solo nel tuo appartamento?” chiese Amanda intromettendosi.

“No, siamo in due. Vivo con Aaron un mio grande amico”.

“E per lui va bene ospitare Victoria?”

“Assolutamente sì zia, non c'è nulla di cui preoccuparsi”.

“Scommetto che organizzi feste in casa con i tuoi amici”.

Il ragazzo e Victoria la guardarono confusi.

“Beh… sì… ogni tanto”.

“Solo ragazzi?”

“Il più delle volte si..." disse il ragazzo mentendo. Si sentiva terribilmente a disagio a parlare di un argomento del genere con sua zia. Non poteva dirle che alle sue feste non mancassero le ragazze.

Victoria diede un calcio a una gamba del ragazzo.

“...ma anche ragazze!” aggiunse il ragazzo guardando lo sguardo omicida di Victoria.

Victoria guardò sua madre avendo capito la sua mossa. Si schiarì la gola giocando con la sua collana. “Non ci sarà nessun problema a ospitare anche le mie due amiche, vero Tim?”

“Certo che no! Ti avevo già detto che l’appartamento è abbastanza grande per tutti! Posso ospitare più persone e poi sarà per poco, giusto il tempo di sistemarvi!”

“Quindi alla prossima festa che organizzerai ci saranno molte più ragazze, giusto?!” continuò Victoria.

Il ragazzo annuì silenzioso. Si trovava tra due fuochi e avrebbe dato qualsiasi cosa per tornare indietro e non accettare l'invito di sua zia. Nel frattempo il signor Chase aveva già capito cosa stessero facendo le due donne e sospirò bevendo un altro sorso di vino.
“Come si vive a Portland?” chiese la donna.

“Oh, molto bene zia. Non penso che sia poi così diversa da Portland”.

“È quello che penso anche io ma Victoria a quanto pare non è della stessa idea”.

“Mamma!”

“Cosa c'è Victoria, non è per caso vero?! Pensi di riuscire a trovare lavoro lì e non qui!”

“Non ho mai nemmeno pensato una cosa del genere! Ho semplicemente detto di voler trovare la mia strada lontano da Seattle! Non mi sembra sia un sacrilegio e poi se Portland e Seattle sono così simili, riuscirei tranquillamente a trovare lavoro anche lì!”

“Me lo auguro tanto Victoria! Così non farai un viaggio a vuoto!”

“In nessun caso non sarà mai un viaggio a vuoto!”

Ormai Timothy non mangiava quasi più, troppo preso dalla scena che gli presentava davanti. Victoria gli aveva accennato più volte dell'atteggiamento della madre, ma pensava che stesse esagerando. Ora invece capì che non esagerava affatto. Dopo aver pranzato tra chiacchiere e frecciatine ben assestate tra le due donne, finalmente i due ragazzi raggiunsero la stanza di Victoria.

Timothy si fiondò sul letto della ragazza sfinito. “Ma che diavolo! Non pensavo fosse così, me la ricordavo un po’ diversa! Con l'età starà peggiorando!”

“Te l'avevo detto!” disse la ragazza sedendosi davanti alla sua scrivania.

“Beh, anche tu non scherzi Vic!”

“Occhio a quello che dici!” disse puntandogli l’indice contro.

“E va bene! Ma poi, cosa voleva dire con quella storia delle feste?!”

“Voleva sottolineare come io sarei stata l'unica ragazza in mezzo a tanti ragazzi! Per questo ho messo in mezzo le mie amiche!”

“Santo cielo, è più grave di quello che pensassi!”

“Non me né parlare!”

“Ora credo di comprendere a fondo le ragioni del tuo trasferimento!”

“Già! A proposito che ne dici se stasera usciamo insieme?! Così potrò finalmente presentarti Max e Kate!”

“Per me non c'è problema, l'importante è che non mangiamo ancora altrimenti finirò per scoppiare davvero!”

“Mia madre fa cucinare sempre per un esercito nonostante siamo solo noi! Comunque le avviso che ci vediamo stasera per prenderci qualcosa da bere! Sei d’accordo?!”

“Ecco, sul bere acconsento!”

La ragazza mandò un messaggio alle amiche che accettarono senza nessuna esitazione, curiose di conoscere Timothy di cui avevano sentito parlare solo bene da Victoria.


 
Portland

Durante le sedute di fisioterapia con i suoi pazienti Lauren non poté fare a meno di riflettere sulle parole di Shonei. Era molto combattuta su cosa fare. Da una parte c'era la voce della ragione che le diceva di lasciar perdere, ma dall'altra, quella del cuore le indicava tutt'altro. Voleva chiamare Allison per chiederle un consiglio, ma sapeva già cosa le avrebbe detto. Soprattutto alla luce dell'ultima conversazione avuta con lei al parco. Dopo aver salutato il suo ultimo paziente guardò l'orologio e decise di pranzare mangiando qualcosa al volo. Quando terminò il suo pranzo, iniziò a girovagare con la macchina nei dintorni del Paradise per vedere se c'era l'auto di Chloe. Bastò solo avvistare la sua auto per andare nel panico. Decise comunque di farsi forza ed entrare nel locale. Fermò la sua auto nel parcheggio apposito del Paradise. Scese dall'auto con l'agitazione che non le lasciava tregua e iniziò ad avviarsi verso l'entrata. Prima di arrivare e appoggiare la mano sulla porta, si voltò tornando indietro.

“Ma che diavolo sto facendo?!” chiese a sé stessa.

Arrivò di nuovo alla sua auto ma prima di aprire lo sportello ci ripensò ancora una volta. Prese un lungo respiro e ritornò sui suoi passi dirigendosi verso il locale. Quando entrò, vide la ragazza dietro al bancone del bar che essendo di spalle non si accorse di lei. Rimase ferma a guardarla senza sapere bene cosa fare o dire. Alla fine si avviò lentamente verso il bancone. Chloe stava sistemando alcune bottiglie. Quando finalmente arrivò davanti al bancone si bloccò di nuovo. Chloe si girò in quel momento e quando la vide per poco non le cadde una bottiglia di mano. Era evidentemente sorpresa di vederla lì esattamente come lo era Lauren ad aver ascoltato il consiglio di una completa estranea. Mentre continuavano a fissarsi in silenzio Lauren istintivamente infilò una mano nella sua borsa tirando fuori il portafoglio, davanti a una Chloe confusa. Estrasse un biglietto da venti dollari. Sopraffatta dalla rabbia li sbatté con forza sul bancone davanti alla ragazza. Alcuni clienti e dipendenti del Paradise si voltarono verso di loro.

"Riprenditi indietro i tuoi sporchi soldi!" disse con rabbia per poi voltarsi per andarsene, lasciando Chloe imbambolata dal gesto inaspettato.
Chloe tornò in sé e la seguì la ragazza fuori dal locale che era diretta alla sua auto. Lauren camminava a passo svelto per raggiungere l'auto con Chloe al seguito che la chiamava.

“Lauren!”

La ragazza non si voltò.

“Lauren aspetta! Fermati un attimo!”

Ancora niente.

“Ti prego fermati Lauren!”

Visto che la ragazza non voleva saperne di fermarsi, Chloe aumentò il passo fino a raggiungerla alla sua auto. L'afferrò per un polso prima che potesse aprire lo sportello.

Lauren si voltò di colpo guardandola con ira. "Cosa vuoi da me Chloe!"

“Io... non volevo...” disse Chloe bloccandosi non sapendo bene nemmeno il motivo per cui l'avesse seguita per poi fare la figura dell'imbecille.

Lauren la guardò scuotendo la testa. “Era come immaginavo! Tornatene a lavoro Chloe!” disse la ragazza con disprezzo risalendo sulla sua auto allontanandosi ad alta velocità mentre gli occhi le si riempirono di lacrime. “Perché cazzo sto piangendo!” disse urlando a sé stessa sbattendo le mani sul volante. Parcheggiò velocemente in un vicolo sfogandosi, fino a quando non c'erano più lacrime da versare.

Quando Chloe rientrò nel locale si avvicinò a Eddie senza nemmeno guardarlo. “Sostituiscimi al bar!”

“Ok Chloe, ma stai bene?!” chiese il ragazzo preoccupato avendo assistito a tutta la scena.

Chloe non rispose e andò di sopra nell'ufficio di Asher. Si sedette sulla poltrona girevole appoggiando la testa all'indietro chiudendo gli occhi, cercando di scacciare via l'immagine di Lauren senza riuscirci. In quel momento entrò Asher portando con sé una bottiglia e due bicchieri. Li appoggiò sulla scrivania mentre Chloe lo osservava.

“Eri qui?!” chiese Chloe all'uomo.

“Si, ho visto cosa è successo!” rispose l'uomo sedendosi sulla sedia di fronte.

Chloe fece per alzarsi per cedere la poltrona ad Asher ma lui alzò una mano per fermarla. “No, resta pure dove sei!” disse mentre versava un po’ di scotch nei bicchieri. Poi spinse un bicchiere nella direzione della ragazza che lo guardava confusa.

“Mi stai mettendo alla prova per caso?!”

“No Chloe, nessuna prova! Prendilo!”

“E dov'è finito il tuo timore che io possa scolarmi tutto il bar?!”

“È svanito tanto tempo fa!” disse l'uomo bevendo un sorso dal suo bicchiere.

Chloe fece lo stesso ma cominciò a tossire scatenando una risata di Asher. “Non è questo che bevi di solito, vero?!”

“Già!”

“Ti va di parlarne?!”

Chloe scosse la testa. “Non c'è nulla di cui parlare! Ho fatto un casino come al solito! Quindi tutto nella norma!” disse bevendo un altro sorso.

“Oh, ne so qualcosa! Anche io alla tua età ne ho fatte di cazzate! E ti svelo un segreto...” disse l'ultima frase a bassa appoggiando le braccia sulla scrivania e sporgendosi verso di lei. “...ne faccio ancora!”

Questo suscitò una breve risata da parte di Chloe.

“È più facile combinare guai che farsi perdonare! Però farsi perdonare non è mai impossibile! A volte basta veramente poco!”

“L'ho fatta grossa Asher!”

“E allora?! Non ha importanza quando grave sia quello che hai fatto! Se sei davvero pentita, se sai di aver sbagliato e ti senti in colpa, puoi fare solo una cosa, scusarti! Può sembrare banale ma non lo è credimi!”

Chloe rimase in silenzio a guardare il suo bicchiere rigirandoselo tra le mani.

“A volte siamo noi a complicarci tutto Chloe!”

“Io non riesco a... lasciarmi andare! Potrei afferrare al volo quello che la vita ha da offrirmi ma io semplicemente lo rifiuto! Ma sento dentro che vorrei davvero...”

“Chloe, l'unico ostacolo che ti impedisce di ottenere ciò che vuoi sei soltanto tu!”

“E se...”

“Non esiste nessun se Chloe! E sai perché?! Perché non ci stai nemmeno provando, quindi non possono esistere né se e né ma! Vuoi sapere cosa succederebbe?! Allora devi buttarti! Non so cosa hai fatto di male a quella ragazza! Però so per certo quanto male sta facendo a te! Deve essere importante per te altrimenti non staresti così!” disse l'uomo mandando giù il resto del suo scotch e appoggiando il bicchiere sulla scrivania.

“I tuoi non sarebbero contenti di vedere come ti rifiuti di vivere la tua vita!”

“Lo sai che non ho più la possibilità di deluderli!”

“E invece si Chloe!” disse l’uomo determinato guardandola negli occhi. Oltre a Steph e Shonei, gli unici a sapere della sua situazione era Asher e inevitabilmente sua moglie.

“Ora va a casa Chloe!”

“No, io...”

“È un ordine Chloe! Vai a casa e dormici su! Chissà che tu non riesca a trovare una soluzione al tuo problema!” disse l'uomo alzandosi e aprendo la porta.

Chloe uscì dall'ufficio per poi raggiungere la sua auto non sapendo bene dove andare. Non voleva tornare a casa per ritrovarsi Steph davanti a chiederle spiegazioni della sua presenza lì, sapendo che doveva essere a lavoro. Sempre ammesso che le avrebbe rivolto ancora la parola. Provò allora a chiamare Shonei al telefono ma lei non rispose. Pensò che forse era impegnata a spassarsela con qualcuna come al solito.



Scesero tutti dall'auto tenendo d'occhio Shonei. Si avviarono verso un edificio non messo troppo bene a giudicare dall'aspetto. Aprirono la porta invitandola a entrare. Lei rimase ferma sulla soglia, allora uno degli uomini dietro le diede una spunta in avanti facendola quasi cadere.

“Ehi, ma che cazzo volete da me?! Chi siete?!”

“Sta zitta e cammina!”

La condussero attraverso un lungo corridoio dove c’erano varie porte. Salirono delle scale per raggiungere il piano superiore. Continuarono a camminare fino a giungere la fine di un secondo corridoio, dove c’era una porta con un tizio appoggiato alla parete. Appena il tizio la vide, bussò alla porta per poi aprirla, lasciando spazio alla ragazza per farla passare. I due uomini al suo fianco le intimarono di entrare dicendole di mettersi davanti alla sedia di fronte al tavolo. La ragazza fece ciò che dicevano, anche perché non aveva altra scelta. Chiusero la porta rimanendo di fianco a lei. Dinanzi alla ragazza c’era un lungo tavolo in legno grezzo con un computer, un posacenere pieno zeppo di mozziconi di sigarette, alcune bottiglie di birra completamente vuote e una scatola di cartone con dentro Dio solo sapeva cosa. Una poltroncina logora strappata in più punti era dietro al tavolo pronto ad accogliere le chiappe di qualcuno. Nella stanza c’era aria viziata non causata solo dalla puzza di fumo di sigarette e l’unica finestra presente era ben chiusa. Alla sua destra c’era una porta che conduceva a qualche altra stanza che subito dopo si rivelò essere un bagno. Infatti proprio da lì arrivò il rumore di uno sciacquone e poco dopo la porta si aprì mostrando il suo occupante. Un uomo con capelli corti e neri uscì fuori guardando la ragazza sorridendo. Solo in quel momento Shonei realizzò di essere finita davvero nella merda. Infatti l’uomo non era altro che Steven Evans, uno dei spacciatori più pericolosi di Portland, nonché suo capo, o sarebbe meglio dire, ex capo. Si, perché i loro contatti erano cessati il giorno in cui la ragazza aveva lasciato la città per partire con Maggie.


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“Esse esse, chi non muore si rivede!” disse l’uomo. Quello era il soprannome che le aveva affibbiato tempo addietro quando la ragazza lavorava per lui. Si sedette sulla poltrona continuando a tenere gli occhi puntati su Shonei.

“Già… è proprio vero!” disse la ragazza ridacchiando nervosamente.

“Ma prego Shon, siediti pure!” disse l’uomo indicandole la sedia dietro di lei.

“Oh no, preferisco rimanere in piedi ma grazie lo stesso Steven!”

Il capo lanciò un’occhiata ai suoi due scagnozzi che erano ancora di fianco ai lati della ragazza. I due tizi appoggiarono una mano sulle sue spalle, spingendola verso il basso costringendola a sedersi.

“Ok, credo che mi siederò per stare più comoda!” disse Shonei cercando di rimanere con i nervi saldi.

“Vuoi che ti offra qualcosa da bere?!”

“No?! Si?! Adesso sono indecisa su cosa rispondere!” disse ridacchiando.

Anche Steven rise guardandola per poi tornare serio. Tirò fuori dal taschino della camicia un pacco di sigarette sgualcito ed estrasse una sigaretta accendendola. Come se la stanza non puzzasse già abbastanza.

"Vediamo..." disse sbuffando del fumo nella sua direzione. "Quando tempo è passato dall'ultima volta che ci siamo visti?!"

“Due anni!”

L'uomo fece un fischio di sorpresa. “Accidenti, due anni! Il tempo passa proprio in fretta!”

“Eh già!” disse nervosamente Shonei.

In quel momento qualcuno bussò alla porta. Un ragazzo che doveva all’Incirca la sua età o qualche anno in più, entrò avvicinandosi di fianco a Steven porgendogli una busta di carta. Dal rigonfio della busta sembrava esserci del denaro dentro. Steven guardò al suo interno e poi il ragazzo. “Ci sono tutti?!”

“Si Steven, li ho contati personalmente!” disse il ragazzo con una punta di orgoglio mentre lanciava un'occhiata a lei seduta.
“Ben fatto Matthew!”


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Il ragazzo fece un cenno veloce a Steven e si voltò per andarsene.

“Aspetta Matt! Resta pure qui!”

“Certo, come vuoi Steven!”

L'uomo guardò di nuovo Shonei. “Allora Shon, devo dire che mi è dispiaciuto molto sapere che eri sparita da Portland senza nemmeno un saluto! È da maleducati andarsene così! Lo trovo irrispettoso, soprattutto verso qualcuno che ti ha dato tanto!”

“Già! Credo che tu abbia ragione Steven!”

“Uh, lo pensi davvero?!”

“Assolutamente Steven e mi dispiace davvero tanto, ma è stata una cosa improvvisa! Non avevo in programma di andarmene via!”

“Capisco! E dimmi, dov'è che sei stata?!”

“In un'altra città… con una ragazza!”

Steven cominciò a ridere coinvolgendo anche gli altri, inclusa Shon, ma tranne Matthew. Il ragazzo la fissava con sguardo impassibile, imperturbabile, senza lasciare trasparire niente.

“Quindi sei andata via con una ragazza eh?! E dimmi da quand'è che tu ti lasci abbindolare da una troietta qualsiasi?! Non mi sembri il tipo di persona che si fa accalappiare facendosi mettere il collare al collo!”

“Si infatti, ed è per questo che sono di nuovo qui!”

Steven la osservò attentamente quasi come per capire se stava mentendo o meno.

“Sai una cosa?!” disse appoggiando le braccia sul tavolo gesticolando con la mano con cui teneva la sigaretta. “Sento che dovrei ricordare qualcosa ma non so cosa! Se non erro noi avevamo qualcosa in sospeso! Una faccenda che a causa della tua partenza improvvisa, non siamo riusciti più a sistemare! Ma cazzo, non ricordo di cosa si trattasse! Tu lo ricordi?!”

A quel punto Shonei capì che aveva fatto un grosso errore a ritornare a Portland. In men che non si dica era stata già avvistata e mandata dinanzi al gran giurì in attesa della sentenza che di lì a poco le sarebbe cascata addosso come una ghigliottina affilata sul collo. In quel momento quasi sentì la mancanza del tepore del letto di Maggie, al sicuro e lontano dalla sua vita incasinata e dai problemi causati che le sarebbero scoppiati in faccia da un momento all’altro.

“Non ricordi Shon?!”

Chiaramente l'uomo non aveva dimenticato nulla di quanto successo in passato. La sua sceneggiata era soltanto un modo per giocare con la sua preda, prima di saltarle addosso e dilaniarne la carne. In quella situazione Shonei era completamente impotente e abbandonata a sé stessa, nelle mani del suo carnefice che avrebbe deciso per la sua vita o per la sua morte. Dipendeva molto dal caso o più per la precisione dall'umore di Steven.

“Oh, cazzo! Tutto a un tratto mi è ritornata la memoria! Che macchina sorprendente è la mente umana! Non trovi?!”

“Steven, io non...!”

"Ah, ah, ah!" disse l'uomo interrompendola alzando un dito. “Tocca a me parlare! Hai avuto la tua occasione preferendo di restartene in silenzio! Ora aspetterai il tuo turno! Beh, sempre se ce ne sarà uno intendiamoci!”

Un sorriso compiaciuto comparve sulle sue labbra di Matthew, che fino a quel momento era rimasto al fianco dell'uomo senza muovere un muscolo.

“Dunque, vediamo di ricordare passo dopo passo cosa è successo due anni fa! Ti avevo dato un compito da svolgere! Una consegna molto importante per i miei affari! Quel giorno tu non stavi molto bene e per quanto volessi affidare a te il compito, ho optato per Frederick, pace all’anima sua! Ma poi ti sei imposta perché volevi essere tu a fare la consegna!”

L'uomo fece una breve pausa per spegnere la sigaretta nel posacenere ormai stracolmo.

“Così mi sono detto, perché non affidare a lei questo compito?! Infondo eri la mia collaboratrice migliore! Non hai mai fatto fiasco! Ti ho lasciato effettuare la consegna! Ma dopo un’ora circa, sei ritornata da me con la coda tra le gambe. Non hai effettuato la consegna e per di più, senza la merce che ammontava a...?!" chiese schioccando le dita per ricevere aiuto da Matthew al suo fianco.

Il ragazzo non era nemmeno presente al tempo in cui si svolsero i fatti. Questo dimostrava che Steven lo aveva messo al corrente.

"Tremila dollari!"

“Giusto!” disse Steven con un altro schiocco di dita. “Tremila dollari! Sai come ho preso quella notizia! Non ero per niente felice e soddisfatto del tuo operato! La cosa che non ho mai capito è che fine abbia fatto la mia merce! Abbiamo avuto una grande perdita e ci ho rimesso di tasca mia perdendo uno dei miei migliori clienti! In quel preciso istante ho dubitato di te per una serie di ragioni! Non hai mai sbagliato un colpo conquistando la mia fiducia! Difficile pensare che tu potessi fare qualcosa del genere al tuo mentore! Mi fidavo ciecamente di te! Hai insistito tanto per effettuare quella consegna! Chissà perché! Quello che poi hai raccontato per giustificare il tuo fallimento, che assurdità! Perché diciamoci la verità Shon, la storiella che mi hai rifilato faceva acqua da tutte le parti! Tu messa fuorigioco da qualcuno per essere derubata?! Pff, non stava in piedi! Tutti sapevano che lavoravi per me! Nessuno avrebbe fatto una cosa del genere verso di te o qualcun altro dei miei ragazzi! Perché andare contro di voi equivaleva a mettersi contro di me!  Ma la cosa che più di tutti mi ha convinto di essere stato fregato è stata la tua fuga!”

“Io non sono scappata Steven! E se non vuoi crederci fa pure! Però poi devi spiegarmi per quale cazzo di motivo sarei dovuta ritornare qui! Rischiando di trovarmi nella situazione in cui sono adesso!”

“Infatti devo ammettere che mi ha stupito non poco saperti di nuovo qui a Portland! Quasi non riuscivo a crederci quando me lo hanno riferito! Ma poi ho pensato che tu non sei nuova a situazioni del genere! Ti piace troppo complicarti la vita!”

“Steven, ti giuro che sono stata sincera e leale nei tuoi confronti! Quella sera mi hanno teso un'imboscata! Mi hanno bloccato la strada e rubato la merce! Loro dovevano essere almeno in tre. Cazzo Steven io ero da sola! Come avrei potuto fare qualcosa?! Inoltre quelli non hanno detto nemmeno mezza parola, forse per non rischiare di essere riconosciuti! Io continuo a pensare che era qualcuno dall'interno, uno dei tuoi uomini!”

“Tipo te Shon!”

"No, io non avrei mai fatto una cosa del genere, non a te! Tu mi hai dato la possibilità di lavorare e un posto dove vivere! Quando sono arrivata qui io non ero nessuno! Sono stata sempre leale nei tuoi confronti Steven!”

“Allora perché sei andata via?! Se non ricordo male il patto era che mi avresti restituito i tremila dollari! Ma hai preferito dartela a gambe!”

Shonei rimase in silenzio senza controbattere. Infondo cosa poteva dire? Era la pura e semplice verità. Ma come poteva spiegare le motivazioni personali che la spingevano ad andare via? E come poteva dirgli che aveva trovato in Maggie la fonte a cui attingere per potergli restituire i suoi maledettissimi soldi? Come poteva ammettere di aver scelto alla fine di restare leale a una ragazza invece che a lui con il quale aveva un debito? E poi anche solo nominando la ragazza, avrebbe potuto metterla in serio pericolo.

“Visto che sono una persona ragionevole, eviterò di farti sparire definitivamente dalla faccia della terra, ma hai un debito con me! In qualche modo dovrai saldarlo! Dovrai restituirmi i soldi che ho perso a causa tua!”

“Cosa?! E dove li trovo tremila dollari?!”

“Questo non è un mio problema Shon!”

“Ascolta, al momento non ho un lavoro e sono ospite da alcuni amici! Se vuoi che io ti restituisca i soldi devi darmi il tempo di sistemarmi e...”

“Hai avuto due anni!”

“Ma io non ero qui!”

“E avresti dovuto esserci!”

“Non so nemmeno se riuscirò a trovarlo un lavoro!”

“Altro problema che dovrai risolvere!”

“Ti prego Steven, in nome della nostra amicizia e collaborazione passata...”

“Amicizia?! Collaborazione?!” disse l'uomo estraendo un coltello a serramanico dalla giacca fingendo di pulirsi le unghie. “Pensi che questo coltello sia abbastanza affilato Shon?!”

La ragazza non disse nulla deglutendo a vuoto.

“Io credo dovremmo controllare!” disse l'uomo guardandola dritta negli occhi mentre afferrò il coltello con la punta verso il basso. Abbassò di colpo il braccio infilzando con forza il coltello nel tavolo facendo saltare la ragazza.

“Mi devi dei soldi Shon! Non so come riuscirai a procurarteli e non mi interessa! So soltanto che hai un mese di tempo per restituirmeli e se non lo fai, beh...” disse l'uomo allargando le braccia come per indicare che fosse ovvio cosa le sarebbe successo. “Adesso puoi andare! E torna solo quando avrai con te i soldi!”

“Steven, ti prego! Dammi la possibilità di...”

“Portatela fuori di qui!” ordinò ai due uomini di fianco a lei. L'afferrarono trascinandola con forza mentre lei si dibatteva per liberarsi dalla loro presa.

“Levatemi le mani di dosso gran figli di puttana!”

La scortarono di sotto e quando furono davanti la porta di entrata dell'edificio la spinsero scaraventandola a terra.

“E adesso smamma, prima di farti male sul serio!” disse uno dei due uomini.

“Siete soltanto dei gran stronzi teste di cazzo!”

La ragazza si allontanò a piedi. Le aspettava una lunga passeggiata per tornare a casa. Nel frattempo nella stanza di sopra dell'edificio, Steven impartì un ordine a Matthew.

“Matthew, da oggi in poi tienila d'occhio! Voglio sapere ogni sua mossa ancora prima che la faccia! Non voglio che lasci di nuovo la città, non in vita almeno!”

“Consideralo già fatto Steven!”

E questo segnò l'inizio di un susseguirsi di eventi a catena, che avrebbe coinvolto molte più persone di quante ci si potesse aspettare.


 
Seattle

Victoria in compagnia di suo cugino, raggiunse in auto il luogo dell’appuntamento con le amiche, il locale dove erano stati sbattuti fuori una volta a causa di Duncan. Per fortuna il proprietario non aveva nulla da ridire sulle tre ragazze che non erano state coinvolte direttamente nella scazzottata che c’era stata tra Duncan e Lucas e quindi potevano entrare nel locale tutte le volte che volevano. Fermò l’auto nello spazio adibito al parcheggio attendendo l’arrivo delle ragazze che ancora non erano arrivate. Si appoggiarono all’auto mentre Timothy approfittava dell’attesa per fumare una sigaretta.

“Vuoi una sigaretta Vic?”

“Cosa?! Ma neanche per sogno! Rischio di rovinare la mia pelle lucente, puzzare di posacenere e ingiallire i miei denti!”

“Cazzo Vic! Tu devi andare assolutamente via di casa! Tua madre sta avendo una brutta influenza su di te!” disse il ragazzo tra lo scherzando.

“Oddio, hai ragione! Sto diventando lei!” rispose la ragazza seriamente preoccupata.

“Allora, parlami un po’ delle tue amiche nell’attesa”.

“Perché dovrei? Tanto tra un po’ avrai modo di vederle e parlarci di persona”.

“Si lo so questo, ma volevo essere preparato per quanto arriveranno. Insomma, non so che tipe sono. Ad esempio, sono alla mano? Antipatiche? Devo stare attento a cosa dico?”

La ragazza la guardò confusa. “Non capisco dove tu voglia andare a parare, ma ti posso assicurare che non troverai persone più tranquille e alla mano in tutta Seattle”.

“Ho capito, loro sono quelle tranquille e tu quella scalmanata, tutto chiaro! Quindi l’unica da cui mi devo guardare sei tu!” disse il ragazzo prendendola in giro.

“Sei un cretino Tim, se non la smetti subito ti rispedisco direttamente a Portland e senza salutare nessuno!”

Timothy rise alle parole di Victoria. “Devo ammettere che mi sono mancate tanto le tue sviolinate” disse sarcastico. Poi aggiunse: "Da come descrivi le tue amiche, sembrano essere molto diverse da te. Cosa avete in comune?"

Victoria incrociò le braccia al petto riflettendoci. “Non ne sono sicura ma credo sia la sfiga”.

“Cioè?” chiese Timothy ridendo.

“Loro come me, sono sopravvissute alla tragedia di Arcadia Bay e quello psicopatico di Jefferson”.

“Oh, capisco” disse il ragazzo tornando serio. “Non mi hai mai detto nulla in proposito. Non pensavo si trattasse di loro due”.

“Non è un argomento di cui mi piace parlare. Anzi, a questo proposito preferirei che non tirassi fuori in nessun caso ciò che è successo. Lo abbiamo in parte superato, ma non è che vediamo l’ora di parlarne. Vogliamo pensare solo al presente”.

“Ma certo Vicky stai tranquilla. Sono felice che te la sei cavata. Non so cosa avrei fatto senza le tue solite strigliate” disse il ragazzo abbracciandola.

“Anche io sono felice di poter essere qui a strigliarti a dovere” rispose la ragazza ricambiando l’abbraccio.

Proprio in quel momento si avvicinarono le due ragazze che erano appena scese dall’auto assistendo alla scena.

“Certo che non mi ci abituerò mai a vedere Victoria affettuosa!” disse Kate a Max ridendo.

Victoria ruppe l’abbraccio con suo cugino e guardò le due ragazze. “Nemmeno io riuscirò mai ad abituarmi di non essere ripresa ogni volta che faccio qualcosa!”

“Vuoi dire quando sembri più un essere umano?!” chiese Max fingendosi dubbiosa.

Victoria guardò suo cugino indicando le due amiche. “Ecco fatto, adesso potrai farti un’idea personale di loro due senza che io ti dica nulla! Tanto fanno tutto loro!” disse scatenando le risa delle ragazze.

“Onorato di fare la vostra conoscenza ragazze, Victoria mi ha parlato bene di voi anche se molto poco”.

“Piacere Timothy, io sono Max e Victoria ha parlato anche a noi bene di te” disse porgendogli la mano.

“Piacere mio Max” disse il ragazzo stringendole la mano per poi guardare l’altra ragazza. “E tu sei Kate giusto?”

“Si, piacere di conoscerti Timothy” disse la ragazza porgendogli anche lei la mano.

Il ragazzo ricambiò il gesto rimanendo in quella posizione un po’ troppo.

“Ehm, prima o poi dovrai restituirmela sai? Mi serve” disse Kate ridacchiando. Max e Victoria si scambiavano uno sguardo interrogativo.
Il ragazzo di scattò le lasciò la mano in imbarazzo non essendosi reso conto di aver prolungato un po’ troppo la stretta. “Oh, scusami tanto”.

“Figurati, non è successo nulla”.

“Già, nulla di che!” aggiunse Victoria poco convinta guardando il ragazzo che evitava il suo sguardo.

Entrarono nel locale prendendo posto a un tavolo ordinando da bere. Timothy si offrì di pagare per tutti, a quanto pare aveva buoni motivi per fare la parte del galantuomo. Particolare che non sfuggì a Victoria. Parlarono per ore per conoscersi meglio, ma l’argomento più gettonato senz’altro fu il trasferimento a Portland.

“Sapete? Anche Aaron non vede l’ora di conoscervi".

“Perché non lo hai portato con te?” chiese Victoria.

“Era intenzionato a venire infatti, ma impegni dell'ultimo minuto gli hanno impedito di partire”.

“Beh, tanto non manca molto alla partenza” disse Max.

“Questo lo dici tu” disse Victoria che era la più ansiosa di trasferirsi a Portland. “Mancano ancora mesi e io sono stufa di stare qui”.

“Resisti cuginetta, vedrai che questo inferno che stai vivendo rimarrà solo un brutto e lontano ricordo”.

“Sottolinea la parola brutto!” disse Victoria.

“Comunque se volete posso iniziare a dare un'occhiata in giro per qualche appartamento a Portland. Così, giusto per vedere cosa c'è disponibile”.

“Non sarebbe una cattiva idea” disse Victoria.

“Invece io credo non sia il caso di cercare sin da ora. Anche perché se ci fosse qualcosa di interessante, noi non ci potremo trasferire prima di giugno, quindi sarebbe una ricerca inutile”.

“Anche io sono d'accordo con Max e poi penso che dovremmo dare un'occhiata noi agli appartamenti. Infondo saremo noi ad andarci a vivere”.

“Non fraintendetemi ragazze. Il mio intento è solo quello di indicarvi quali possibilità avrete a disposizione. Alla fine la scelta spetterà a voi. Più che altro volevo dare un'occhiata agli appartamenti a beneficio di Victoria. Conosco i suoi gusti in fatto di comodità e comfort e poi siete in tre quindi ce ne vuole uno abbastanza grande”.

Le ragazze guardavano Timothy sbalordite.

“Che c'è? Ho detto qualcosa che non va?”

“Non vogliamo andare a vivere in un castello Tim” disse Max ironica.

“Tim, mi stai facendo sembrare una abituata a vivere nel lusso!” disse Victoria al ragazzo.

Max e Kate la guardarono alzando le sopracciglia.

“E voi due non guardatemi così, farei di tutto pur di stare lontana da mia madre! E poi sono capace di vivere anche in una tenda se fosse necessario!”

I ragazzi continuarono a guardarla un po' scettici mentre lei proseguiva. “Ma visto che non è necessario, voglio vivere in un appartamento come tutti gli esseri umani! Non dico che debba essere lussuoso, però che abbia tutte le caratteristiche di un posto vivibile! Deve avere almeno tre camere da letto, perché ognuno ha diritto alla propria privacy!”

“Tre camere da letto?!” chiese Max.

“Si, siamo in tre!” rispose Victoria.

“E solo due non vanno bene? Magari due di noi potrebbero condividere una stanza. Infondo non avete ancora un lavoro e non credo che i miei vogliano pagare più del dovuto” disse Kate.

“Io non condividerò la mia stanza con nessuno a parte qualcuno che ovviamente non sarete voi!”

“Allora potremmo condividerla io e Kate”.

“Ma non sentite il bisogno di avere un po’ di privacy?! Eppure a casa avete una stanza vostra!” chiese Victoria incredula.

“A dire il vero al momento sto condividendo la mia stanza del dormitorio del college con una ragazza. Invece a casa dei miei, sono sempre stata abituata ad avere le mie sorelle più piccole intorno. Venivano a chiacchierare con me e il più delle volte rimanevano a dormire in camera mia, nonostante ne avessero una tutta loro!”

Victoria la guardava con occhi sgranati. Poi guardò Max in attesa che dicesse anche lei la sua.

“Ehm, io qui non ho mai dormito in un dormitorio. Vivendo a Seattle non ne ho mai avuto alcun bisogno. Ad Arca...” si bloccò di colpo al ricordo della città che veniva spazzata via. “...e quando ho dormito in un dormitorio ero da sola. Inoltre essendo figlia unica nessuno si intrufolava nel mio letto. Ho sempre dormito sola a parte quando Chloe..." disse interrompendosi di nuovo.


 
È davvero incredibile come qualsiasi cosa io dica riconduca a lei. Come faccio ad andare avanti se ogni volta non posso fare a meno di pensarla, pronunciare il suo nome e ricordare alcuni momenti passati con lei?


 
“Max?!” disse Kate di fianco a lei appoggiandole una mano sul braccio.

Max si ridestò dai sui pensieri mentre Victoria la guardava preoccupata.

“Chi è Chloe?” chiese Timothy.

“Un'amica di Max” rispose Kate.

“Scusate, vado un attimo in bagno” disse Victoria allontanandosi.

Le ragazze si lanciarono uno sguardo di intesa e poi Max si alzò per seguire Victoria. “Scusate, arrivo subito”.

“Oh, certo...” disse Timothy confuso dall'atteggiamento improvviso delle ragazze. “Oookey, ho detto o fatto qualcosa di sbagliato forse? Perché è sembrato tutto decisamente strano”.

“No, non hai fatto nulla che non va. Non devi sentirti responsabile di niente”.

“Ok, ma posso sapere di cosa si tratta? Non ho visto Victoria per niente serena”.

“Sono cose personali, mi dispiace ma non posso parlartene”.

“Spero solo non sia nulla di grave”.

“No credimi, abbiamo passato di peggio”.

“Sembri una ragazza con la quale si può parlare tranquillamente”.

“Quando mi sarò laureata e avrò iniziato a lavorare, potrò rispondere a un'affermazione del genere con la frase: deformazione professionale!” disse Kate sorridendo.

“Davvero? Cosa farai?”

“Sto studiando psicologia”.

“Wow, sarai una strizzacervelli allora”.

“Già”.

“Spero di non averti offesa con quel termine”.

“No figurati, so stare allo scherzo”.

“Bene. Il motivo per cui ho detto che sembri una persona con la quale si può parlare è perché vorrei farti una domanda”.

“Certo, dimmi pure”.

“Victoria mi ha detto che avete superato quello che è successo ma che evitate di parlarne. Praticamente mi ha chiesto di non toccare l'argomento con voi. Però vedendo la reazione di Victoria poco fa, non ho potuto fare a meno di pensare che c'entrasse qualcosa con quello che avete vissuto”.

“Sei preoccupato per lei e lo posso capire ma credimi, la reazione di poco fa non è dipeso da ciò che le è successo”.

“Oh bene, mi fa piacere saperlo. Anche tu hai vissuto la sua stessa… esperienza?”

“Purtroppo sì, ma adesso sto decisamente meglio anche se non è stato per niente facile, soprattutto all'inizio”.

“Mi dispiace tanto Kate, non meritavi quello che è successo. Sono felice che lo abbiano sbattuto dentro e gettato via la chiave per sempre”.

“Ognuno ha quel che si merita prima o poi, in questa vita o nell'altra. Tu di cosa ti occupi?”

“Io e il mio amico Aaron abbiamo sempre avuto una grande passione per le auto. Così un giorno abbiamo deciso di aprire un'auto concessionaria”.

“E come prosegue?”

“Diciamo che a Portland hanno troppo la fissazione del rispetto dell'ambiente e preferiscono usare molto di più le bici e camminare a piedi”.

“Non la trovo una cosa brutta ed è molto salutare”.

“Si, infatti amo salutare da lontano i miei sogni di gloria senza un becco di un quattrino”.

“Oh, quindi i vostri affari non vanno bene? Mi dispiace tanto Timothy” disse la ragazza seriamente dispiaciuta.

“Per prima cosa chiamami Tim e seconda cosa, stavo solo scherzando. Il lavoro va benissimo”.

“Vedo che ti piace scherzare”.

“Si infatti”.

 
Max era appoggiata a un lavandino in attesa che Victoria uscisse dalla cabina per avere la possibilità di parlarle.
Victoria aprì la porta del cabinato sorpresa di vedere Max.

“Ehi!” Si avvicinò al lavello facendo scorrere l'acqua del rubinetto lavandosi le mani.

“Sono qui per chiederti una cosa!”

“Ok, spara!” disse la ragazza senza guardarla.

“Perché ogni volta che la nomino reagisci così?!”

“Come reagisco?!”

“Come se ti desse fastidio!”

“No, ti sbagli!”

“Invece non mi sbaglio affatto! Victoria guardami!”

Victoria si voltò a guardarla dopo aver chiuso il rubinetto. “È che... sì, mi dà fastidio, ok?!”

“Per quale motivo?!”

“Perché sono passati due anni e nonostante tutto questo tempo tu ci pensi ancora! E non comprendo il perché?!”

“Victoria, io e lei siamo praticamente cresciute insieme!”

“Si, però non ha perso tempo a darsela a gambe lasciandoti indietro!”

Max abbassò lo sguardo senza controbattere.

Mi dispiace l'idea che anche adesso che ci siamo io e Kate, tu non riesca a dimenticarti di lei! So che ti fa ancora male e vorrei che non fosse così! Vorrei che riuscissi a lasciarti alle spalle tutta questa storia! Insomma, non ti fa bene! Lei fa parte del passato ormai e devi fartene una ragione! Lei come vedi è andata avanti con la sua vita! Non si fa né vedere né sentire!”

“Lo so che a lei non importa nulla di me! Non vedeva l'ora di andare via! Ma io non riesco a essere così menefreghista e lasciarmi scivolare tutto addosso, come se lei non avesse mai contato nulla per me!”

Victoria rimase in silenzio ascoltando le parole di Max che non potevano essere più lontano di così dalla verità. Non poté fare a meno di pensare alla lettera di Chloe che era ancora ben conservata nella sua stanza. Avrebbe dovuto strapparla e gettarla via, ma qualcosa dentro le aveva impedito di farlo. E poi anche strappandola non avrebbe mai potuto rimuovere dalla memoria il terribile gesto di avergliela tenuta nascosta. La verità era che ogni volta che Max nominava Chloe, il senso di colpa della ragazza cresceva. Aveva deciso di tenerle nascosta quella lettera credendo di fare la cosa giusta per il suo bene. Ma l'amica dopo tutto quel tempo pensava ancora a lei.

“Max, io e Kate ci saremo sempre per te, lo sai!”disse la ragazza afferrando per le braccia Max facendola voltare verso di lei.

Max le sorrise. “Lo so Victoria!”

Poco dopo tornarono al tavolo con gli altri cercando di mettere da parte i loro pensieri.


 
Portland

Dopo aver camminato a lungo Shonei decise di fermarsi in un bar per bere qualcosa e riflettere su cosa fare per uscire dalla sua situazione. Non sospettava minimamente che fuori c'era qualcuno appostato in auto a sorvegliarla. Tornò all'appartamento dopo aver bevuto un paio di bicchieri di troppo. Quando entrò Flerk la guardò indifferente come al solito. Si sedette sul divano allungando le gambe incrociate appoggiando i piedi sul tavolinetto davanti. Appoggiò la testa all'indietro sullo schienale mettendosi un braccio sugli occhi. Pensando ai fatti suoi stava per addormentarsi quando Steph le afferrò le gambe spostandole da sopra al tavolo. Di scatto Shonei si mise seduta guardandola.

“Il tavolo non è fatto per reggere le tue scarpe con le quali hai camminato per strada pestando Dio solo sa cosa!”

“Dimentichi una cosa però!”

“Cosa?!”

“Anche tu sei saltata in piedi sul tavolo dove pranziamo per scappare da Flerk!”

“Quella era una situazione di emergenza!”

“Si certo, come no!”

“Stavo scappando da quell’indemoniato! E poi anche tu dimentichi una cosa molto importante! Questo è il mio appartamento, qui ci vivo!”

Shonei scosse la testa accendendo la tv solo per sentire qualcosa di diverso dalla voce della ragazza e dal rumore dei sui pensieri che minacciavano di farle passare una notte insonne. Steph si sedette sul divano guardando anche lei la tv e per un attimo Shonei si tranquillizzò pensando che la ragazza, distratta dal televisore avesse finito di tormentarla. Niente di più sbagliato.

“Allora, come prosegue la tua ricerca di un lavoro?! Mancano pochi giorni e dovrai lasciare l'appartamento! Lo sai che non ti permetterò mai di vivere con noi!”

“Certo che lo so! E comunque non ho avuto tempo per cercare un lavoro!”

“Ah! Beh, c'era da aspettarselo da te! Sicuramente sarai stata molto impegnata a tenere le mani fra le gambe di qualcuna!” disse Steph con sarcasmo.

“A dire il vero no ma lo avrei preferito!” disse Shonei con un velo di tristezza.

Steph si girò a guardarla in modo strano. “Se stai cercando di impietosirmi ti avviso che non ci riuscirai!”

“Non preoccuparti, non ci contavo infatti” disse Shonei alzandosi dal divano raggiungendo la stanza di Chloe, lasciando la porta aperta.
Passarono due minuti quando all'improvviso Steph sentì alcuni rumori provenienti dalla stanza. Si alzò andando a dare una controllata, curiosa di sapere cosa diavolo stesse facendo la ragazza. Quando arrivò sulla soglia vide Shonei che stava facendo i bagagli. Steph rimase sorpresa anche perché mancavano ancora alcuni giorni per lasciare l'appartamento.

“Che diavolo stai facendo?!”

Shonei che fino a quel momento non si era accorta della sua presenza, si voltò verso di lei. “A te cosa sembra?!”

“Mancano ancora alcuni giorni, perché preparare i bagagli in anticipo?!”

“Perché lascerò l'appartamento domani!”

Steph finse indifferenza cercando di trattenersi dal chiedere spiegazioni. “Ah, vai via prima! Ok, va bene! Allora ti lascio... ai tuoi... bagagli!” disse prima di uscire dalla stanza.

Shonei sospirò tornando a sistemare la sua roba ma Steph ritornò in stanza. “Ma Chloe lo sa che domani vai via?!”

“No! L'avviso appena rientra!”

“Ok, non per farmi gli affari tuoi ma visto che non l'hai nemmeno cercato, suppongo tu non abbia un lavoro e forse neanche un posto dove stare! Quindi dov'è che andrai?!”

Shonei che era inginocchiata per terra davanti a un borsone, si alzò lanciando una maglia sul pavimento con forza. Si sedette sul letto appoggiando le i gomiti sulle ginocchia e portandosi le mani al volto. Steph iniziò a preoccuparsi della situazione.

“Shon, che succede?!”

“Non lo so, forse non è stata una buona idea tornare a Portland!”

“Perché no?!” chiese Steph. Si rese conto solo dopo che la domanda potesse essere facilmente mal interpretata. Infatti Shon rimosse le mani dal viso e la guardò confusa.

“Cioè, volevo dire... che è ovvio sarebbe stato meglio... almeno per me! Quello che non capisco è perché anche per te sarebbe stato meglio!” disse Steph per rimediare.

Shonei si alzò di nuovo dal letto rimettendosi a fare i bagagli in silenzio. Quando Steph si rese conto che non avrebbe detto altro disse qualcosa senza volerlo davvero.

“Sentì, non so cosa ti stia succedendo ma non sei costretta ad andare via dall'appartamento domani! Puoi rimanere finché non... troverai un'altra sistemazione!”

Shonei si fermò di nuovo a guardarla. “Mi stai dicendo che posso restare anche oltre il tempo prestabilito?!”

“Beh, tanto ormai il danno è fatto! Sei già qui! E poi non voglio che Chloe si preoccupi anche per te! Al momento ha già altri casini!”

“Quindi devo smettere di fare le valige?!”

“Si, credo di sì! Non so che intenzioni hai ma non voglio sentirmi responsabile se ti succedesse qualcosa, perché sei costretta ad andare via da qui a causa mia! Poi Chloe non me lo perdonerebbe a vita! E già abbiamo discusso, quindi..."

“Avete discusso?! Di cosa?!”

“Della cazzata che ha fatto con Lauren e per non avermene parlato, lasciandomi all'oscuro di tutto! Come se io non fossi niente per lei! Gli amici dovrebbero dirsi tutto!”

“Si, ma non con la pretesa!”

“Io non ho preteso nulla!”

“Conosci Chloe, ha i suoi tempi per fare tutto! E se le imponi qualcosa non otterrai mai nulla!”

“Guarda che la conosco meglio di te!”

“E nonostante tutto commenti continuamente gli stessi errori!”

“Se stai cercando di farmi cambiare idea sulla proposta di farti rimanere più a lungo qui, ti assicuro che sei sulla buona strada!”

Shonei cominciò a ridere sedendosi di nuovo sul letto. Poi tornò seria. “Grazie Steph, anche se molto probabilmente me ne andrò lo stesso in settimana!”

Steph annuì. “Io ho fatto la mia parte!”

“E ti ringrazio! A proposito, dove diavolo è Chloe?!”

“A lavoro!”

“Ok, ti va di mangiare qualcosa?” chiese Shonei.

“Veramente ho già cenato ma ammetto che mi è ritornata la fame di nuovo! Sarà per il nervoso!”

“Allora fiondiamoci in cucina!” disse Shonei sorridendole mettendo da parte i suoi pensieri per un po’. Tanto avrebbe avuto tutto il tempo che voleva per tormentarsi senza trovare una soluzione ai suoi problemi.


 
Seattle

I ragazzi lasciarono il locale per raggiungere le loro auto nel parcheggio.

“Mi dispiace che la serata sia giunta al termine! Non mi va di ritornare a casa!” disse Victoria.

“Vieni a stare a casa dai miei per oggi” propose Timothy.

“E poi sentire mia madre lamentarsi?! No grazie, non peggioriamo la situazione!”

“Anche a me dispiace che la serata sia finita però ho un sonno terribile" disse Kate.

“Anche io” disse Max.

“Vedo che siete tutte delle gran dormiglione. Spero tanto che quando vi trasferirete a Portland sarete più in forza per fare le ore piccole” disse Timothy guardando le ragazze.

“Oh, non ti devi preoccupare Tim, le costringerò con la forza a fare baldoria!”

“Io non sono una tipa da baldoria e credo nemmeno Max! Avete già perso in partenza!”

“Staremo a vedere!” disse Victoria con sguardo di sfida.

“Beh, adesso sarà il caso di andare” disse Max rivolta a Kate per poi rivolgersi al ragazzo. “Ci ha fatto molto piacere conoscerti e passare la serata in tua compagnia Timothy”.

“Si, ha fatto piacere tanto anche a me. Non vedo l’ora che arrivi giugno” disse il ragazzo soffermandosi a guardare per qualche secondo in più Kate.

“Magari ci possiamo vedere anche domani, che ne dite?” disse Victoria.

“Oh, io non lo so. Per poter uscire stasera ho messo da parte i libri. Domani devo assolutamente recuperare” disse Kate dispiaciuta.

“A dire il vero non so nemmeno io se posso. Vorrei passare un po’ di tempo con la mia famiglia e andare a trovare un amico prima della partenza” disse Timothy.

“Quando parti?” chiese Max.

“Dopodomani mattina presto” rispose il ragazzo.

“Allora credo che dovremmo salutarci proprio adesso. Arrivederci Timothy” disse Max porgendogli la mano.

“A presto Max” rispose il ragazzo stringendole la mano. Poi quando fu il turno di salutare Kate disse sorridendo: “Arrivederci futura psicologa”.

“A presto Tim e manda un messaggio quando sei arrivato!” disse Kate ricambiando la stretta di mano.

“Certo, lo farò Kate”.

Victoria fulminò suo cugino con lo sguardo mentre lui desiderava sprofondare.

“Noi ci sentiamo in questi giorni” disse Kate rivolta a Victoria.

“Certo, vi chiamo io” disse Victoria.

Quando Victoria salì sull’auto rimase ferma a guardare suo cugino senza mettere in moto. Il ragazzo sentendosi osservato si girò verso di lei. “Che c’è?!” chiese il ragazzo annoiato.

“Cos’era quello che visto?!”

“In che senso?!”

“Lo sai in che senso!”

Il ragazzo rimase in silenzio e Victoria proseguì. “Ti piace Kate?!”

“Mi piace Kate?! Ma che… no, certo che no… ok sì, forse un po’!”

“Wow, questa è bella!” disse Victoria ridendo.

“E adesso perché ridi?!” chiese il ragazzo confuso.

“Ascoltami attentamente! Lei non fa per te e te lo dico per il tuo bene, il suo e il mio!”

“Cosa?! Non capisco!”

“Se sei in cerca di un’avventura lei non è il tipo! Sono abbastanza sicura che non te la darà nemmeno fossi l’ultimo uomo sulla faccia della terra! È molto religiosa sai?! Probabilmente aspetterà il matrimonio prima di darla via!”

Il ragazzo guardava davanti a sé riflettendo. “È una persona religiosa?! Cioè, è sposata con Dio e quella roba lì?!”

“Si, quella roba lì!”

“Oh, beh non è detto che…”

“Quindi se non hai intenzioni serie e non vuoi appendere i tuoi gingilli al chiodo fino a quando non vi sposate, stai lontana da lei! Tu sei mio cugino e lei è una delle mie migliori amiche! Non voglio rimanere coinvolta nei vostri casini! So come vanno queste cose!”

“Quindi mi stai dicendo che è off-limits?!”

“Esattamente!”

“E se dovessi piacergli anche io?!”

Victoria avviò l’auto senza rispondergli e mentre si allontanavano il ragazzo continuava a incitarla per avere una risposta. “Oh avanti Vic, rispondimi!”


 
Nel frattempo Max guidava l’auto lanciando di soppiatto un’occhiata alla sua amica di fianco che guardava fuori dal finestrino.

“Sembra simpatico Timothy, non trovi?” chiese Max.

“Si, sembra un bravo ragazzo”.

Max non sapeva se chiederle spiegazioni o meno ma alla fine vinse la sua innata curiosità. “Cos’è quella storia del messaggio?”

Kate la guardò. “Mi ha chiesto il numero di telefono per potermi inviare delle foto di qualche appartamento, nel caso va a dare un’occhiata in giro”.

“Ah!” disse Max sorridendo.

“Che c’è?”

“Niente e solo che a me non l’ha chiesto”.

“Perché eri in bagno con Victoria e poi gli sarà passato di mente”.

“Si certo, diamo la colpa alla mancanza di memoria” disse Max divertita.

“Che vorresti dire?”

“Niente, è solo che credo che tu gli piaccia”.

“Io… cosa?! No, ma che dici?!” disse Kate arrossendo.

Max si girò verso di lei ridendo. “Sembri me quando ho saputo di Lucas!”

“Oh mio Dio!” disse Kate piazzandosi le mani sul viso che ormai era di un colore rosso acceso.

 
 
Portland

Dopo aver staccato dal lavoro prima del solito, Chloe aveva deciso di fare un giro in auto per schiarirsi le idee. Si fermò a un semaforo con lo sguardo perso tra le luci dei fari delle auto che le passavano davanti. Ormai da ore che girovagava in macchina per le strade della città senza alcuna meta. Aveva preso in considerazione di fermarsi a bere qualcosa al bar dove andava di solito a sbronzarsi due anni prima. Giusto per mettere a tacere i pensieri che le affollavano la mente. Ma per quanto l'alcool l'avrebbe aiutata a dimenticarsi dei suoi problemi non sarebbe mai durata a lungo, quindi aveva scartato pazientemente l'idea. Così aveva scartato pazientemente l'idea. Così avrebbe almeno evitato i rimproveri dall' amica se fosse rientrata a casa ubriaca. Il senso di colpa che portava dentro di sé pesava come un macigno sul cuore e la spingeva a fare qualcosa per risolvere la situazione, ma aveva troppa paura di cosa potesse succedere alla ragazza. Però, non poteva nemmeno permettere che le cose rimanessero in quel modo, restando a guardare mentre la vita le scorreva davanti in balia del fato. Non era mai stata una codarda. Non si era mai tirata indietro davanti a una sfida e non l’avrebbe fatto neanche adesso. Non era più la ragazza sconsiderata di un tempo. Doveva prendersi le responsabilità delle sue azioni una volta per tutte, anche se questo voleva dire ricevere un bel calcio nel sedere. In lotta tra mente e cuore non si accorse che il verde era scattato da un bel po'. Infatti alcuni automobilisti dietro la sua auto suonavano il clacson furiosi con lei. Avviò l’auto guidando per un altro paio di isolati guardando il suo riflesso nello specchietto retrovisore davanti a sé. Stufa del suo dilemma, fermò l’auto di fianco al marciapiede guardando alla sua destra verso il plesso condominiale indecisa sul da farsi. Forse quello era il posto giusto per capire cosa fosse meglio fare per il bene di tutti o forse no, ma chi poteva saperlo? Infondo chi lo avrebbe mai detto che Max un giorno sarebbe tornata da lei dopo cinque anni? Chi poteva sapere che la piccola città in cui era nata sarebbe stata spazzata via da un tornado? Chi avrebbe mai potuto sapere che sua madre sarebbe morta? E chi avrebbe mai potuto immaginare che sarebbe stata capace di lasciare per sempre Max? La vita era imprevedibile e per capire come sarebbe potuta andare, poteva esserci soltanto un modo.

Lauren era nel suo appartamento e stava parlando al telefono con Allison per raccontarle quanto successo.

"Fammi capire! Hai seguito il consiglio di questa ragazza, questa…”

“Shonei!”

“Shonei, una che conosci appena e che è amica di Chloe?! Per quale motivo?!"

“Vorrei ricordarti che anche Steph è sua amica!”

“Si, ma lei non ha cercato di fare gli interessi di Chloe! È super partes in questo caso!”

“Non ho parlato con Steph di quello che è successo! Non so nemmeno se ne sia al corrente!”

“Questo te lo posso dire io, lei lo sa! Mi ha chiamata per sapere se quello che è successo tra voi fosse vero! Quindi suppongo che non sia stata nemmeno Chloe a informarla dei fatti! Magari è stata la rana dalla bocca larga… quella…”

“Shonei!” disse Lauren ricordandole per l’ennesima volta il nome della ragazza.

“Si, proprio lei! Perché non mi hai chiamata subito?! Ti avrei risparmiato la fatica di andare a fare sceneggiate al Paradise davanti a tutti!”

“Non volevo disturbarti a lavoro!”

“Lauren, non prendermi per il culo!”

“Ok, non ti ho chiamata perché… sapevo mi avresti detto di non andarci!”

“Quindi volevi andare da lei!”

“Si, il fatto è che nonostante si sia comportata malissimo io non faccio altro che pensare a lei e mi manca un casino!” disse Lauren sedendosi sul divano.

“Lauren, sai già come la penso in proposito! Hai bisogno di qualcuno che non ti dia più problemi di quanti tu ne abbia già!”

“Lo so questo ma…”

 In quel momento qualcuno bussò alla porta.

“Che succede?!” chiese Allison.

“Niente, qualcuno alla porta! Senti ti devo lasciare adesso, magari ti richiamo più tardi!”

“Allora a dopo e non fare altre cazzate nel frattempo!”

“Si, te lo prometto!” disse sorridendo mentre sentiva di nuovo bussare. “Adesso vado ad aprire prima che mi butti giù la porta! A quanto pare è insistente!”

“Ok, ti voglio bene Lauren!”

“Anche io Allison, a dopo!”

“Ciao!”

La chiamata fu interrotta e sentì bussare per l’ennesima volta. Infastidita dall’insistenza alzò la voce. “Arrivo! Un attimo!”

Poi quando era in prossimità della porta aggiunse sottovoce: “Chi diavolo ha così tanta fretta di morire?!”

Aprì la porta ritrovandosi davanti l’unica persona che non si sarebbe mai immaginata di vedere. Per di più a quell'ora della sera. “Chloe?!”

“Ciao Lauren!”

Lauren dapprima sorpresa per la sua presenza, incrociò le braccia al petto cambiando espressione. Sembrava infastidita, almeno quello era il messaggio che voleva mandare alla ragazza. "Cosa ci fai qui?!"

“Io ero in macchina per strada e... non lo so come… mi sono ritrovata nei paraggi e...” disse Chloe con le mani nelle tasche della giacca. Il suo nervosismo era ben evidente e non sfuggì a Lauren che cercava di rimanere impassibile.

“A dire il vero speravo di scoprirlo una volta qui!”

Lauren non poté fare a meno di essere confusa.

“Credo, di doverti delle scuse per averti trattata...”

“Da puttana?!” disse Lauren con tono aggressivo.

“Non era questo che stavo per dire! Ma suppongo che se tu lo dica, vuol dire che ti sei sentita così! Mi dispiace per come ti ho trattata! Ho sbagliato e lo so di aver esagerato! Ti chiedo scusa! Non volevo che andassero così le cose! So che sei arrabbiata e hai tutte le ragioni per esserlo! Lo so che è una vana speranza, ma mi auguro davvero che tu mi perdoni un giorno, così che io possa perdonare me stessa per quello che ti ho fatto!”

Lauren rimase in silenzio senza dire nulla sorpresa dalle sue parole. Non si aspettava di vederla e di ricevere le sue scuse. Ancor di più, non si aspettava l'ammissione di non riuscire a perdonare sé stessa per averla ferita. Il silenzio di Lauren si protrasse a lungo, così Chloe annuì lentamente capendo che non sarebbe stata perdonata, almeno non in quel momento.

“Adesso è meglio che io vada, non voglio disturbare ancora! Nel caso... sì insomma... se ti va vieni pure al Paradise! O se ti va di parlare con me, chiamami! Anche solo per mandarmi affanculo!”

Chloe fece un passo indietro voltandosi per andare via.  Si allontanò di poco quando sentì dietro di lei la voce della ragazza.

“Tu mi farai diventare matta!” disse Lauren abbassando le sue difese.

Chloe tornò indietro fermandosi di nuovo davanti a lei. “Si, beh... me lo dicono in molti!” disse sorridendo nervosamente.

“Cosa devo fare con te?!” disse Lauren appoggiandosi con una spalla allo stipite della porta.

Erano a un passo l'una dall'altra.

“Cazzo Lauren, scusami tanto! Le parole non possono nemmeno lontanamente farti comprendere quanto mi dispiaccia per come mi sono comportata!”

“E allora non dire nulla!" disse Lauren agguantando con una mano la giaccia della ragazza attirandola nell'appartamento chiudendo la porta.

Si fiondò sulle labbra di Chloe la quale ricambiò il bacio afferrandola per i fianchi e attirandola verso di sé. Continuarono a baciarsi fino a quando non sentirono mancare l'aria. Si staccarono giusto per riprendere fiato e si diressero ancora una volta verso la stanza da letto, ma prima di attraversare la porta Lauren interruppe il bacio. "Hai per caso bevuto?!"

“Si, dello scotch che tra l'altro faceva anche schifo! Non è stata nemmeno una mia idea quella di bere, ma di Asher!”

La ragazza sembrava delusa e Chloe capendone il motivo la rassicurò. “Ma sono sobria, non potrei esserlo più di così!”

Lauren distolse lo sguardo da lei, ma Chloe le appoggiò dolcemente una mano sul viso facendola voltare di nuovo verso di sé. “Lauren, so quello che sto facendo!”

“È davvero questo che vuoi?! Perché la tua amicizia non mi basta più Chloe, non so che farmene!”

“Pensavo di non volerlo ma mi sbagliavo!”

Ancora una volta finirono per andare a letto insieme. Con l'unica differenza che questa volta Chloe non sarebbe scappata.


 
Mercoledì 22 marzo 2017

Portland

Steph nella sua stanza stava ancora dormendo profondamente quando un rumore persistente la svegliò. Alzò la testa dal cuscino guardando verso la porta chiusa della sua camera. Non riusciva a decifrare che tipo di rumore fosse ma era comunque qualcosa di metallico. Si rigirò dall’altra parte portandosi le coperte fin sopra la testa per attutire il rumore insistente, ma non ci fu verso. Sfinita si alzò dal letto malvolentieri per vedere la causa del suo risveglio anticipato. Già meditava vendetta nei confronti Shonei pensando che fosse lei. Aprì la porta e abbassò subito lo sguardo sul pavimento. Davanti a lei c’era Flerk alle prese con la sua ciotola della pappa completamente vuota. Facendo pressione con una zampa sulla ciotola in metallo faceva impennare e scontrare continuamente l'oggetto contro il pavimento, causando il rumore che l'aveva svegliata.

“La vuoi piantare di fare tutto questo baccano?! Cosa c’è, hai fame e vieni a rompere me?!”

Flerk si fermò prestando attenzione alle parole della ragazza

“Perché non vai a svegliare la tua padrona?! Ti vorrei ricordare che se non fosse per lei saresti già morto di fame! Da me non meriti proprio nulla dopo tutto quello che mi fai passare!”

Flerk continuando a guardarla, appoggiò di nuovo la sua zampina sulla ciotola per fare rumore. Steph sospirò dirigendosi come una furia verso la stanza di Chloe. Aprì la porta di scattò alzando la voce. “Chloe, il demonio ha fame che ne dici di occupartene tu visto che il gatto è tuo?!”

Shonei si svegliò di soprassalto. “Che cazzo succede?!” disse con gli occhi ancora chiusi e la voce impastata dal sonno.

“Dove diavolo è Chloe?!” chiese Steph allarmata notando la sua assenza.

“Che vuoi che ne sappia io?! Nel caso non lo avessi notato stavo dormendo!” rispose la ragazza grattandosi la testa.

“Ma non ti sei accorta se è tornata stanotte?!”

“Non mi sono svegliata per niente durante la notte yaaaaaaaawn!” rispose la ragazza sbadigliando.

Nel frattempo Flerk aveva spinto la ciotola davanti all’entrata della stanza di Chloe e cominciò a far scontrare di nuovo l'oggetto contro il pavimento.

“Ma che brava che sei! Scommetto che potrebbero venire a rubarti anche in casa senza essere scoperti! Tanto tu non te ne accorgeresti minimamente!”

“Ma si può sapere che ti prende stamattina?!”

“C’è che il gatto ha fame ed è venuto a svegliare me!”

“Beh, dagli da mangiare allora senza fare tutto questo casino!”

“Cosa?! Guarda che il casino lo sta facendo lui! Guardalo!” disse indicando il gatto che continuava a fare baccano.

“Ok, cazzo!” disse Shonei alzandosi dal letto come al solito sempre in mutande e reggiseno.

“Sei proprio allergica agli indumenti eh?!”

Shonei la guardò male. “Guarda che se non la pianti mi sfilo anche le mutande!”

“Oh no, ti prego! Finiresti per guastarmi l’appetito e devo ancora fare colazione!”

Shonei uscì dalla stanza prendendo la ciotola del gatto e riempiendola di croccantini. L’appoggiò a terra e si diresse di nuovo in stanza buttandosi sul letto rimettendosi a dormire a pancia in giù. Steph la seguì incrociando le braccia al petto. “Questo è tutto?!”

La ragazza la guardò confusa. “Cosa vuoi che faccia ancora?! Devo anche imboccarlo per caso?! Fargli l’aeroplanino o il trenino?! Per caso devo fargli fare anche il ruttino?!”

“Smettila di pensare al gatto per un momento! Ti vorrei ricordare che Chloe non c’è e non sappiamo dove sia! Non sappiamo nemmeno se è tornata stanotte grazie al tuo rigor mortis!”

“Ok ok, va bene! Ora provo a chiamarla!” disse la ragazza prendendo il telefono e avviando la chiamata. Dopo aver effettuato la chiamata rimase in ascolto per poi chiudere subito.“Cazzo! Risulta irraggiungibile!”

“Questa storia non mi piace per niente, io vado a cercarla!” disse Steph.

“Ehi, fermati un attimo, non allarmarti così! Vedrai che sta bene! Magari stanotte è rientrata e semplicemente non l’abbiamo sentita!”

“Se fosse così adesso dov’è?!”

“Non lo so! Forse è uscita prima che ci svegliassimo!”

Steph uscì dalla stanza per raggiungere la finestra che affacciava nel parcheggio. “La sua auto non c’è!”

Shonei la seguì alla finestra. “Magari è uscita con l’auto! Forse è andata a lavoro!”

“È presto Shon!” disse Steph visibilmente preoccupata.

Shonei annuì sospirando “Ok, Steph calmati!”

“Abbiamo anche discusso ieri!”

Shonei appoggiò le mani sulle spalle della ragazza agitata. “Steph, ci penso io ok?! Adesso vado a cercarla ma tu devi rilassarti un attimo!”

“Forse dovremmo chiamare la polizia!”

“No, non chiameremo nessuno per adesso! Ci penso io!”

“O-ok, ma avvisami subito se la trovi!”

“Vedrai che non le è successo nulla!” disse Shonei sperando davvero che fosse così mentre si preparava per uscire.

 

Chloe ancora mezza addormentata si rigirò dall’altra parte nel letto allungando un braccio sull’altro lato. Si rese conto in quel momento che mancava qualcosa o meglio qualcuno. Spostò la mano quasi per cercare conferma che non fosse stato solo un sogno o frutto della sua immaginazione. Aprì gli occhi vedendo che la ragazza non era accanto a lei. La porta della camera era chiusa, quindi pensò che fosse uscita di casa per andare a lavoro e aveva preferito lasciarla dormire. Si distese supina contemplando il soffitto appoggiando un braccio sulla fronte. Ripensò a cosa era successo e alla decisione che aveva preso. Così, si rese conto di essere ancora a metà dell’opera. Mancava ancora un passo da fare, quello decisivo. Il più importante di tutti ma al tempo stesso anche il più difficile. Se era questa la scelta che aveva fatto, doveva andare fino in fondo anche se faceva male. Si alzò lentamente dal letto rivestendosi. Aprì la porta attraversandola e non appena uscì dalla stanza un odore di caffè la raggiunse, segno che la ragazza era ancora in casa. Si diresse alla sua destra da dove provenivano alcuni rumori. Arrivò all’entrata di quella che doveva essere la cucina. Lauren era indaffarata davanti ai fornelli a piedi scalzi, con una maglia a maniche corte e abbastanza lunga da coprirle il sedere. Facendo qualche passo in avanti, si sedette di traverso sul piano del tavolo della cucina con una gamba penzoloni mentre guardava Lauren. Iniziò a rigirarsi gli anelli che aveva alle dita per l’agitazione. In quel momento Lauren si accorse della sua presenza e si girò a guardarla solo per un attimo voltandosi di nuovo verso i fornelli.

"Buongiorno Chloe, finalmente ti sei svegliata! Mettiti pure comoda, oggi ti vizierò con i miei famosi pancakes che non faccio praticamente più! Spero di esserne ancora capace! Da quando vivo sola preferisco mangiare sempre fuori, anche per colazione!”

“Buongiorno Lauren!” disse Chloe prima di fare un profondo sospiro per iniziare. “Avevo quattordici anni quando tutto è iniziato...”

Lauren girò la testa nella sua direzione guardandola confusa.

“Ero a casa con la mia migliore amica e mio padre! Stavamo passando una bellissima giornata insieme! Mia madre era a lavoro ma poi è andata a fare compere ritrovandosi con troppe borse della spesa! Avendo bisogno di aiuto ha telefonato a casa chiedendo a mio padre di andarla a prendere!”

Chloe fece una pausa con lo sguardo perso nel vuoto. Aveva le immagini di quella giornata ancora vivide nella sua mente. Come se riuscisse a vedere tutto com'era allora, ricordando ogni minimo dettaglio o profumo di quel giorno. Lauren abbassò la fiamma del fornello e si voltò del tutto verso la ragazza. Si appoggiò con le braccia al ripiano della cucina con uno sguardo preoccupato.

“Lui ha preso le chiavi dell'auto… è uscito di casa e... e non è più tornato!”

“Oh mio Dio!” disse Lauren con occhi che iniziavano a inumidirsi.

“Incidente stradale a un incrocio! Non c'è stato più nulla da fare per lui, non ce l'ha fatta!”

Durante il racconto Chloe evitava di incrociare lo sguardo della ragazza. Sapeva fin troppo bene cosa avrebbe letto nei suoi occhi. Odiava quando gli altri provassero pena per lei ascoltando la sua storia.

“Come se ciò non bastasse, dopo il funerale la mia migliore amica si è trasferita in un'altra città! L'ho persa nel periodo peggiore della mia vita! Prima di ritrovarci sono passati cinque lunghissimi anni! Quando eravamo divise non ci siamo tenute in contatto! Non perché non volessimo ma solo perché era complicato! Cosa avrebbe potuto fare per aiutarmi da quella distanza?! E poi anche lei aveva i suoi problemi! Dopo pochi mesi la morte di papà, mia madre ha conosciuto un tizio, un vero coglione! Ho odiato così tanto quel pezzo di merda! Ma ho odiato tantissimo anche mia madre, per aver preso solo in considerazione l'idea di portare a casa un altro uomo! Uno con tanto di disturbi di stress post traumatico! Pff, tra tutti gli uomini che poteva avere ha scelto il peggiore! Un soldato maniaco del controllo, era davvero paranoico! Subito dopo essersi trasferito a casa la mia vita è diventata un vero inferno!”

“Lui non ha approfittato di te, vero?! Ti picchiava?!”

Chloe rispose con un sorriso amaro. “No, non ha approfittato di me! Però ci scontravano spesso e capitava di tanto in tanto che perdesse la pazienza e alzasse le mani! La mia vita era diventata un vero schifo e così ho iniziato a lasciarmi andare! Frequentavo persone poco raccomandabili! Ero sempre strafatta di erba, scopavo con chiunque mi andasse e bevevo tanto! Spesso non tornavo nemmeno a casa e se lo facevo, rientravo tardissimo cercando di evitare di incontrare mia madre e il bastardo! Facevo di tutto per evadere dalla mia vita di merda e non pensare più a niente! La mattina mi trascinavo come uno zombie a scuola, almeno fino a quando non mi hanno sospesa definitivamente!”

Chloe sorrise ricordandosi del periodo in cui a scuola le cose erano completamente diverse. “Una volta ero brava a scuola! La mia materia preferita era scienze, ma dopo la morte di mio padre ho perso qualsiasi tipo di interesse! Non me ne fregava più un cazzo di niente e di nessuno, nemmeno di me stessa!”

Lauren continuava ad ascoltare mentre alcune lacrime le solcavano il viso.

Non ho mai superato la perdita di mio padre! Mamma ha fatto quello che ha potuto per aiutarmi, ma non è riuscita nell’intento! Dopotutto anche lei aveva il suo di dolore! Poi a causa del lavoro non c’era quasi mai in casa! Quindi a un certo punto ha deciso che avevo bisogno di un supporto psicologico! Puoi immaginare benissimo da sola com'è andata! Però in tutto questo schifo, qualcosa di buono è successo! È entrata nella mia vita la ragazza più bella che avessi mai visto! Frequentavamo la stessa scuola! Lei mi ha salvato la vita! Se non l'avessi conosciuta, molto probabilmente ora non sarei qui a parlartene!”

Lauren capì le implicazioni di quell'ultima frase e non poté fare a meno di chiedere. “Chloe… hai tentato… il suicidio?!”

Chloe la guardò negli occhi per la prima volta per poi abbassare subito lo sguardo quando una lacrima iniziò scenderle giù. Odiava quella situazione, non voleva mostrare la sua vulnerabilità. “Volevo farlo, ci ho pensato spesso ma mi è mancato il coraggio! Non volevo più continuare a vivere perché per me quella non era vita! Poi è arrivata lei che ha cambiato tutto! Mi ero innamorata di lei! Ma purtroppo non poteva durare perché tutto nella mia vita è destinato a finire prima o poi! È così che finisce sempre!”

Lauren chiese: “Cosa è successo?!”

Chloe ci mise un po' a rispondere. “È scomparsa e io credevo che fosse partita senza di me! Volevamo andarcene a Los Angeles, lei voleva diventare una modella! È sparita per mesi senza che nessuno riuscisse a trovarla! Così alla fine le ricerche si sono concluse! Suo padre che era procuratore distrettuale pensava che fosse semplicemente scappata di casa, ma io non potevo accettarlo! Non potevo perché questo avrebbe significato che davvero era andata via senza di me per inseguire i suoi sogni lasciandomi indietro! Alla fine però è stata ritrovata!”

Lauren chiese: “Dov'era?!”

Chloe non riuscì a trattenere le lacrime. “Lei... non era mai andata via... lei... era semplicemente morta!”

A quella rivelazione Lauren rimase sconvolta. Com'era possibile che la vita di Chloe fosse stata così orribile? Non desiderava altro che andarle incontro, abbracciarla e dirle che sarebbe andato tutto bene, ma non voleva interromperla per nessuna ragione al mondo, perché quello era il momento per Chloe di sfogarsi ed esorcizzare tutto il dolore che portava dentro. Per mesi aveva tentato di scoprire qualcosa più su di lei senza mai riuscirci. Chloe aveva alzato un muro invalicabile che la ragazza non era stata in grado di abbattere. Adesso invece aveva l’opportunità di conoscere tutto della ragazza che occupava sempre i suoi pensieri.

Chloe si calmò e riprese la storia. “Pensavo davvero di aver perso tutto, ma mi sbagliavo! Adesso chiedimi di dove sono Lauren!”

“Mi avevi detto di Seattle!” disse Lauren confusa.

“Ti ho mentito! Adesso richiedimelo!”

Lauren era terrorizzata da cosa potesse risponderle. “Chloe… io…”

“Chiedimelo, ti prego!”

“Di dove sei Chloe?!”

“Io sono... di Arcadia Bay!”

“Cosa?!” chiese Lauren incredula. Chiunque era conoscenza della tragedia avvenuta anni prima. Una storia che era stata sulla bocca di tutti per molto tempo. Ogni testata giornalistica e notiziario ne aveva parlato.

“La donna che mi ha messa al mondo… che mi ha cresciuta e… ha cercato inutilmente di aiutarmi è morta a causa del tornado!” disse Chloe.

Gli occhi di Lauren erano ormai pieni di lacrime.

“Io e la mia amica Max eravamo lì quando è successo! Siamo scappate per metterci in salvo andando a Seattle! Sono rimasta a vivere da lei e la sua famiglia per qualche tempo. Poi alla fine me ne sono andata e adesso lei mi odia! Ma io non volevo arrecare altro dolore né a lei né ai suoi genitori! Anche perché sembra proprio che io non riesca a fare altro! Non a caso ho fatto del male anche a te Lauren!”

Chloe si asciugò le lacrime con il braccio e poi guardò la ragazza. “E questa è la mia storia Lauren! Ora capisci perché facevo fatica ad aprirmi con te! Sai che difficoltà ho ad avere una relazione con qualcuno! Il fatto è che io non posso perdere più nessun altro Lauren! Non credo che riuscirei a sopportarlo!”

Lauren corse verso di lei abbracciandola e stringendola forte mentre continuava a piangere. Lauren prese il viso di Chloe tra le mani guardandola negli occhi.

“Chloe, tu non mi perderai! Hai capito?! Non mi perderai mai!”

Chloe fece sorriso triste. “Non puoi fare una promessa del genere, nessuno può! Neppure io, perché potrei uscire adesso dal tuo appartamento e magari finire sotto un’auto! Allora a questo punto, a cosa serve fare una promessa che non hai il potere di mantenere?! Non tutto dipende da noi Lauren!”

Lauren si asciugò le lacrime e prese di nuovo il viso della ragazza tra le sue mani. “Ok, hai ragione! Non tutto dipende da noi, ma una promessa posso comunque fartela! Non so come andrà la nostra storia! Non so se staremo insieme per sempre! Non so se un giorno ti stancherai di me o io di te, anche se lo trovo poco probabile! Ma io oggi ti prometto che se avrai bisogno di me io ci sarò sempre per tutto il tempo che ci sarà concesso! Se invece vorrai i tuoi spazi io mi farò da parte in silenzio senza pretese! Rispetterò i tuoi tempi sempre e farò qualsiasi cosa per farti stare bene! Perché io ti amo Chloe! Ti ho amata sin dal primo giorno che ti ho vista! Quando ti ho chiesto il primo caffè! Quando cercavo di istaurare un dialogo e tu tergiversavi sempre! Quando a volte mi guardavi con indifferenza mentre io morivo per te! Ti ho amata sin da subito! Io amo ogni parte di te!”

Lauren appoggiò la sua fronte a quella di Chloe tenendo ancora il suo viso tra le mani. “Ti amo Chloe Elizabeth Price!”

“Lauren… io non...”

Lauren la interruppe appoggiandole un dito sulle labbra. “Shhh, non pretendo che tu dica niente adesso! Non ho detto che ti amo perché mi aspetto che tu faccia lo stesso con me! Come già ho detto rispetterò i tuoi tempi! Non posso forzare i tuoi sentimenti! Me lo dirai quando lo sentirai per davvero!”

Si baciarono di nuovo ma a un certo punto si staccarono, guardandosi in modo strano mentre annusavano nell’aria. Di colpo Lauren corse verso i fornelli spegnendoli, per non rischiare di mandare a fuoco l'intero appartamento.

“Oddio, la nostra colazione!” disse Lauren portandosi una mano alla fronte. Chloe rise e Lauren si girò verso di lei con un sorriso. “Ok, devo farti un'altra promessa! Prometto di non bruciarti più la colazione! O almeno ci proverò!”

Chloe le si avvicinò abbracciandola sorridendo. “Vuol dire che per oggi la colazione la offro io! Colazione fuori?!”

“E io che pensavo volessi cucinare per me!”

“Io?! Puoi scordartelo!”

Scoppiarono a ridere entrambe. Lauren la guardò in modo dolce. “Va meglio?!”

Chloe annuì dandole un bacio a stampo. “Si, va meglio! Grazie!”

“Grazie a te, per aver condiviso la tua storia con me!”

Chloe sorrise. “Ok, però ora ho fame, quindi vestiti che andiamo!”

"Si capitano! Faccio in fretta!" disse Lauren portandosi una mano alla fronte imitando il saluto militare per poi dirigersi verso la camera da letto e prepararsi a uscire. Senza volerlo le parole della ragazza le ricordò Max e i loro giochi di pirati. Si avvicinò alla finestra perdendo lo sguardo nel vuoto ripensando a quando erano piccole. All'inizio sorrise al ricordo ma presto quello stesso sorriso si spense, ricordando a come si erano lasciate l'ultima volta. Le dure parole della sua amica le rimbombarono ancora nelle orecchie. Chiudendo gli occhi ripercorse con la mente quel momento, ricordando le parole di rabbia rivolte nei suoi confronti.



“Io ti odio Chloe! Va via e non tornare! Non voglio rivederti mai più! Hai capito?! Non voglio rivederti mai più!” 



Lauren uscì dalla camera da letto pronta per uscire. “Sono pronta Chloe, possiamo andare!”

Dopo aver preso la sua borsa guardò la ragazza fissare ancora fuori dalla finestra. “Chloe, non avevi fame?!”disse sorridendo ma Chloe non rispose.

"Chloe! Chloe!”

Chloe si ridestò dai suoi pensieri voltandosi verso la ragazza. Lauren le si avvicinò mettendole una mano sulla guancia. “Chloe, ti senti bene?!”

“Scusa Lauren, sono solo un po’ stanca!” rispose Chloe con un sorriso di circostanza.

“Dove sei ora?!” chiese dolcemente Lauren convinta che non fosse la stanchezza.

Chloe prese la mano della ragazza che era appoggiata sulla sua guancia e la baciò. “Sono qui con te!”

Così uscirono dall'appartamento per fare colazione evitando per adesso il Paradise.

 

Steph era andata a lavoro restando in attesa di ricevere notizie da parte di Shonei. Guardava continuamente l’ora. Ogni tanto tentava di mettersi in contatto con Chloe, ma il telefono continuava a risultare irraggiungibile. Malgrado l’impegno, Shonei non era riuscita a trovarla da nessuna parte. Era andata a cercarla in tutti i posti che erano solite frequentare insieme, senza arrivare a nulla di fatto. Era ormai giunto il momento di avvisare Steph di non aver concluso niente, ma decise di fare un ultimo tentativo. C’era soltanto un posto che non aveva ancora controllato. Sperava di avere fortuna perché non le andava di dire a Steph che l’amica era sparita nel nulla. Non voleva causarle altri dispiaceri oltre a quelli causati in passato.


 
Nel frattempo Lauren e Chloe erano sedute a un tavolo una di fronte all’altra con una tazza di caffè fumante e ciambelle. Ogni tanto si lanciavano uno sguardo sorridendo. Nonostante il grande passo in avanti di quella mattina, c’era ancora dell’imbarazzo fra loro. Così Chloe tentò di avviare una conversazione.

“Sono buone queste ciambelle, non trovi?”

“Si, sono sicuramente migliori dei miei pancakes”.

Chloe rise al pensiero del suo vano tentativo di preparare la colazione. “Beh, sono stata io a distrarti. Se fossi rimasta a letto non sarebbe successo nulla”.

“Grazie a Dio lo hai fatto!” disse Lauren seria. Poi dopo un po’ iniziò a sorridere pensando a qualcosa.

“Che c’è?” chiese Chloe curiosa.

Lauren si appoggiò a braccia incrociate sporgendosi sul tavolo. “Mi stavo chiedendo… cosa ti ha spinta a venire da me?”

“Perché avevo sbagliato e ti dovevo delle scuse e poi…”

“Si, ma perché non l’hai fatto subito? Perché hai lasciato passare del tempo?”

“Perché pensavo non volessi più saperne niente di me e mi avresti mandata affanculo!”

“E cosa ti ha fatto cambiare idea?”

“Tu non ti sei più presentata più al Paradise e ho preso questo come un chiaro segnale! Mi sono convinta che stare lontane fosse la cosa giusta per entrambe! Mi sono rassegnata all’idea! Infondo era quello che meritavo dopo come ti avevo trattata! Ho cercato di non pensarci e basta, ma poi quando ti ho rivista…”

Lauren abbassò la testa cominciando a ridacchiare.

“Cosa c’è di così tanto divertente? Perché ridi?”

Lauren rialzò la testa guardandola divertita. “Perché adesso sono in debito con Shonei”.

“Shonei? Non capisco di che parli. Perché dovresti essere in debito con lei?”

“E la tua espressione di sorpresa mi ha appena dato la conferma che non l’hai mandata tu” disse Lauren.

“Potresti spiegarti meglio?”

“È a causa sua se mi sono presentata al Paradise. Ci siamo incontrate qui ieri mattina e non per caso secondo me. Abbiamo parlato di quello che è successo e ha cercato di convincermi a non prendere le distanze da te. Così sono tornata al Paradise, ma poi quando ti ho vista mi è risalita la rabbia e il resto lo sai”.

Chloe guardò la ragazza sorpresa. “Allora non eri venuta al Paradise per restituirmi i soldi?”

“No!”

Chloe si appoggiò allo schienale guardando la ragazza. “Quindi è stata Shonei a spingerti a venire da me?”

“Non fraintendermi Chloe. Io volevo già farlo ma ero troppo arrabbiata per fare qualsiasi cosa. Shonei mi ha soltanto incoraggiata a fare quello che desideravo davvero. Non hai idea di quanto tu mi sia mancata”.

Chloe sorrise al pensiero di Shonei che aveva cercato di aiutarla in qualche modo. “Cosa ti ha detto di preciso?”

“Mi dispiace ma non te lo dirò. Posso soltanto dirti che aveva ragione su tutto”.

Detto questo si avvicinò a lei da sopra al tavolo dandole un bacio che Chloe ricambiò.


 
Shonei si fermò sul cavalcavia dove era solita andare Chloe quando voleva restarsene da sola con i suoi pensieri. O quando era giù di morale o aveva passato una brutta giornataccia. Scese dall’auto girandosi intorno e guardando di sotto. Ma a parte alcuni ragazzi fermi a fumare erba, non c’era nessun altro.

Non è nemmeno qui con te Max?” disse sottovoce Shonei guardando il murales mentre un ricordo le passo per la mente.


 
Due mesi dopo aver tolto Chloe dai guai

Chloe era seduta sul muretto a guardare il murales. Sopraggiunse Shonei sedendosi al suo fianco con due birre, offrendone una alla ragazza che accettò.

“Beh, il mio amico è davvero bravo. È venuto bene, non trovi?” chiese Shonei riferendosi al murales.

“Si, è identica alla foto”.

La ragazza fece un sorso dalla sua bottiglia e guardò Chloe. “Non puoi continuare a rimanere legata al passato. Non puoi venire qui a guardare la sua immagine su un muro. Non ti fa bene”.

Shonei era a conoscenza della storia di Chloe, inclusa la vicenda di Max anche se aveva omesso alcuni dettagli. Come ad esempio i possibili sentimenti che l’amica provasse per lei. Del resto come poteva esserne certa. Non aveva mai ricevuto nessuna conferma da parte sua.

“Non ce la faccio. Io non riesco a dimenticare”.

“Non si può dimenticare Chloe, ma devi cercare il modo di andare avanti. Cosa credi, che la mia vita sia stata più facile della tua? Anche la mia vita è stata uno schifo”.

“Lo so, ma come fai ad andare avanti?” chiese Chloe guardandola.

“Vivo alla giornata Chloe. Faccio ciò che mi rende felice. Mi diverto e penso a me stessa, ai miei bisogni. Perché se non lo faccio io, chi lo farà?”

Shonei indicò il murales guardando Chloe. “Se ne hai bisogno per davvero, va da lei. Non ti accontentare di un’immagine che non fa altro che ricordarti cosa hai passato e quello che hai perso. E adesso alzati e vieni via con me”.

Shonei ritornò in strada mentre Chloe la seguiva confusa. “Dove andiamo?”

“E me lo chiedi?! A divertirci, ecco dove andiamo! Ho conosciuto una tizia ieri sera che ha un’amica davvero niente male! Stasera danno una festa e mi hanno invitata dicendomi di portare chi voglio! E indovina chi è la fortunata?! Rullo di tamburi eeeee… la vincitrice è Chloe Price!”

Chloe rise scuotendo la testa.

“Cosa faresti senza di me Chloe?!” disse la ragazza indicandosi.

“Sarei sicuramente meno stanca e soprattutto riceverei meno rimproveri da parte di Steph!”

“Ohhh, che brutta cosa da dire Chloe!” disse Shonei fingendosi ferita.


 
La presenza della ragazza nella vita di Chloe era stata un'arma a doppio taglio. Da una parte era stata un incentivo a continuare a vivere la sua vita in modo sregolato, sconsiderato e molto pericoloso. Dall'altra invece era stata un supporto fondamentale per lei. Non solo per averla tolta dai guai, ma anche per essere stata capace di farla sentire meno sola. Al tempo stesso anche Chloe era stata una presenza importante per Shonei. Perché nessuno più di lei poteva comprendere il peso che portava dentro. Le esperienze simili che avevano vissuto e le loro similitudini caratteriali permisero alle due ragazze di legare in breve tempo con grande disappunto di Steph.

“Dannazione! Dove sei Chloe?!” chiese Shonei tornando in macchina arrendendosi all’idea di dover dare la brutta notizia a Steph.


 
Dopo aver terminato la colazione Chloe si offrì di accompagnare Lauren a lavoro anche se il suo studio era poco distante. Salirono in auto e prima di mettere in moto Chloe guardò Lauren. “Se vuoi posso anche venirti a prendere dopo il lavoro per accompagnarti a casa, visto che sei senza auto”.

Lauren la guardò sorridendo. “Grazie ma non voglio assolutamente che Asher incominci a pensare che sia stato un errore premiarti. Posso prendere un taxi”.

“Non devi preoccuparti di Asher. E poi se mi sono offerta è perché so di poterlo fare”.

“Grazie ancora, ma per quanto mi piaccia l’idea devo rifiutare”.

“E va bene, non insisto. Però se cambi idea fammi uno squillo”.

“Puoi giurarci”.

In quel momento arrivò un messaggio sul telefono di Lauren. Il messaggio era da parte di Allison che le chiedeva dove fosse finita. Solo in quel momento la ragazza realizzò di essersi completamente dimenticata di richiamarla di nuovo dopo l’arrivo di Chloe. “Ehm… Chloe, potresti accompagnarmi al salone di Allison?”

“Ok, dimmi solo dov’è e ti ci porto, spero solo che così non farai tardi a lavoro”.

“No, non preoccuparti è ancora presto”.

“E va bene, come vuoi”.

Qualche minuto dopo Chloe parcheggiò l’auto davanti al salone per far scendere Lauren. “Eccoci arrivate. Se vuoi ti aspetto, ammesso che non ci metti un’eternità”.

“Adesso tu te ne vai direttamente a lavoro”.

“Ok, allora… ciao”.

“Ciao” disse Lauren avvicinandosi per darle un bacio che ben presto si trasformò in qualcosa di più intenso e duraturo. Chloe rispose al bacio stringendola a sé. A quel punto Lauren interruppe il bacio ridacchiando. “Ok, ora sarà il caso che io scenda da quest’auto altrimenti saremo in due a fare tardi a lavoro”.

“Stasera ti va se ci vediamo? Cioè, sempre se non hai da fare” chiese Chloe un po’ nervosa.

“Ti chiamo e ti faccio sapere” rispose Lauren. Poi scese dall’auto mentre Chloe continuava a tenere gli occhi fissi sulla ragazza, mentre raggiungeva l’entrata del salone. Quasi non riusciva a credere di averlo davvero fatto. Per la prima volta dopo tanto tempo stava effettuando un cambiamento radicale alla sua vita sentimentale.


Poco dopo Chloe entrò nel locale dalla porta sul retro raggiungendo gli spogliatoi per cambiarsi. Quando finalmente comparve dalla porta del corridoio per raggiungere il bar, Steph la vide correndole incontro abbracciandola, lasciando la ragazza completamente confusa dal gesto. Nello stesso momento entrò Shonei nel locale guardando la scena con un sospiro di sollievo, mentre si avvicinava.

“Ehm... Steph, vuoi mollarmi? Sai non voglio dare spettacolo per due giorni di seguito. Di questo passo la gente non verrà qui per bere, ma per sapere i fatti miei”.

Steph si allontanò e poi le diede una sberla su un braccio.

“Ahia! Ma che ti prende?!”

“Che mi prende?! Dove diavolo sei stata fino a ora?! Hai idea di quanto io sia stata in pensiero per te?! Pensavo che eri arrabbiata così tanto con me da non voler più ritornare a casa! Dove sei stata tutta la notte?!”

Shonei si sedette su uno dei sgabelli del bar appoggiando un gomito sul bancone e il mento su una mano. “Avvisatemi quando avete finito, così che io possa ordinare una cisterna di caffè!”

“E allora?!” insistette Steph.

“Io... ero in giro!”

“Tutta la notte?!” chiese Steph incredula.

“Beh... non tutta la notte!”

“Non dirmi che hai dormito in macchina!”

“No, non ho dormito in auto!”

“E allora dove diavolo sei stata?!”

“A-Ahhhh, ora ho capito!” disse Shonei sorridendo maliziosa. “Chi è lei?!”

“Oh santo cielo! Adesso con chi sei stata?!” disse Steph esasperata.

“Io... sono andata da...”

“Da?!” chiese Steph sulle spine.

“Da Lauren per parlarle... e scusarmi per quello che è successo!”

Steph e Shonei la guardarono a bocca aperta. Nessuna delle due si aspettava un gesto del genere, visto che aveva cercato di tenere le distanze dalla ragazza, fermamente convinta che fosse la cosa giusta da fare per entrambe.

“E poi... sono rimasta a dormire... da lei!”

“Oh merda! Non mi stai prendendo per il culo, vero?!” chiese Steph.

Chloe sorrise scuotendo la testa. “No, è davvero questo che ho fatto!”

“Quindi adesso è tutto apposto tra di voi?!”

“Ne dobbiamo parlare proprio adesso?!”

“Oh sì!” rispose determinata Steph.

“Ho deciso... cioè, abbiamo deciso… veramente non ne abbiamo neanche parlato è solo successo! Insomma adesso noi due…”

“Aspetta, mi stai per caso dicendo che state insieme adesso?!”

“Si!”

Shonei la guardò sorridendo ammirando il suo coraggio di essere riuscita dove lei aveva sempre rinunciato. “Beh, congratulazioni Chloe!”

“Era ora!” disse Steph abbracciandola di nuovo entusiasta. “Sono così felice per te!”

“Ok, però adesso basta con questi abbracci, mi stai mettendo in imbarazzo!”

“Dobbiamo assolutamente festeggiare stasera!” disse Steph.

“Sono completamente d'accordo con te! Ma prima di tutto ho bisogno di un caffè che chiaramente voi due non mi preparerete! Oh, Eddie!” disse la ragazza vedendo arrivare Eddie dietro al bancone.

“Mi prepareresti un caffè?! Sai queste due non vogliono lavorare oggi!” disse Shonei scalando di qualche altro sgabello per farsi servire dal ragazzo.

“Hai fatto la cosa giusta Chloe!” disse Steph.

“Aspetta a dirlo!”

“Non essere così pessimista! Certo che non mi sarei mai aspettata una cosa del genere da te! Eri così determinata a lasciare perdere tutto, che non lo credevo possibile! Cosa ti ha fatto cambiare idea?!” chiese Steph.

“Infatti non volevo fare assolutamente niente. Poi però Shonei si è intromessa e mi sono trovata Lauren davanti e…”

“Un momento!” disse Steph alzando una mano per bloccarla. “Cosa c’entra Shonei?!”

“Ieri mattina ha parlato con Lauren e lei si è presentata nel locale e in quel momento ho iniziato rimuginarci sopra. Così alla fine mi sono decisa ad andare da lei!”

Steph guardò più in là verso Shonei che ridacchiava chiacchierando con Eddie che gli aveva servito il caffè. La ragazza non si era nemmeno accorta che parlassero di lei. Era sorpresa da ciò che aveva fatto, non che fosse una cosa così assurda. Shonei poteva essere una grande stronza e menefreghista con chiunque, ma non con coloro che considerava suoi amici. Sarebbe stata disposta a rinunciare anche a qualche serata di baldoria pur di aiutare qualcuno a cui teneva. Fortunatamente Chloe apparteneva a quella categoria. Quel gesto aveva appena confermato le reali intenzioni della ragazza di voler aiutare. Dunque non erano state soltanto parole a vuoto quelle della ragazza.

“Steph! Steph, mi stai ascoltando?!” chiese Chloe.

“Eh?! Si certo!”

“Ah davvero?! E cosa ho detto?!”

“Non lo so!”

Chloe scosse la testa. “Resti tu al bancone e io vado ai tavoli?!”

“Si certo, resto io qui!”

“Ok” disse Chloe allontanandosi passando alle spalle di Eddie. “Torna a lavoro Eddie!”

“Ehi, è quello che sto facendo non vedi?! Sto intrattenendo una cliente!” disse indicando Shonei.

“Mi dispiace deluderti Eddie ma adesso devo proprio andare!” disse la ragazza ridendo mentre si alzava.

“Oh, avanti resta ancora un po’ Shonei! Che cosa hai da fare a quest’ora?!”

“Eddie ormai mi conosci, dovresti saperlo!”

“Inizi a rimorchiare dal mattino?!”

“Ogni momento è quello giusto per…”

“Ah ah! Non dirlo Shon!” disse minacciosa Steph puntandogli il dito contro.

“Ok, tanto avete capito lo stesso!” disse la ragazza mentre si allontanava per uscire dal locale. Poi si fermò ricordandosi di una cosa. “Ah, mi raccomando stasera voglio bere e festeggiare!”

“Festeggiare cosa?! Voglio esserci anche io che sia ben chiaro questo!” disse il ragazzo.

“No, è una cosa tra donne!” disse Steph.

“Se volete mi metto una gonnellina e faccio le treccine ai capelli!”

“Non se ne parla!” rispose Steph.

“Ma perché dovete fare baldoria?” chiese il ragazzo curioso.

“Perché Chloe finalmente si è decisa a farsi accalappiare!”

“Cosa?! Davvero?!”

“Ragazzi, tornate immediatamente a lavoro altrimenti giuro che vi assegno turni massacranti per tutto il mese! E soprattutto smettetela di parlare della mia vita privata cazzo!” disse Chloe avvicinandosi ai ragazzi.

“Ok, va bene!” disse Eddie. Poi abbassando la voce rivolse una domanda a Steph. “Chi è lei?”

“Lauren!” rispose Steph abbassando la voce.

“Ragazzi!” disse Chloe riprendendoli una seconda volta.

Così i ragazzi tornarono a lavoro ridendo.


 
Nel frattempo Lauren era al salone della sua amica Allison a cui aveva intenzione di raccontare tutto. Ma per farlo dovette aspettare che finisse di sistemare i capelli a una cliente. Allison disse alla sua aiutante di fare una pausa visto che al momento non c’erano altre persone. Quando finalmente restarono sole Allison partì all’attacco.

“Si può sapere che fine hai fatto ieri sera? Pensavo mi avresti richiamata”.

“Infatti avrei dovuto farlo solo che sono stata un po’ impegnata”.

“A fare che?”

“Ti ricordi che c’era qualcuno a bussare alla porta del mio appartamento?”

“Ah, per questo non hai richiamato?! E chi ti ha rapita per ore? Un venditore porta a porta?”

“Non puoi nemmeno immaginare chi fosse”.

Allison la guardò con aria interrogativa. “Jonathan?”

“No, ma che dici?”

“Ah, ok”.

“Aspetta, ma perché hai detto Jonathan? Ti ricordo che da quel giorno che abbiamo discusso non ci siamo più né parlati né visti quindi…”

“Appunto, per questo poteva essere lui”.

Lauren incrociò le braccia al petto indispettita. “Che cosa stai cercando di dirmi Alli?”

“Assolutamente niente… solo che forse… qualcuno potrebbe avergli parlato per farlo ragionare e… gli abbia anche consigliato di chiedere scusa” disse la ragazza evitando di guardare l’amica.

“Qualcuno, eh?! Scommetto che questo qualcuno ha il tuo stesso nome, vero?!”

“Wow, come hai fatto a indovinare?!” chiese ironica.

“Maledizione Alli, io non voglio vederlo!”

“Oh andiamo Lauren! Non potete mica continuare a ignorarvi per sempre?! Ci deve essere un limite a tutto, anche ai vostri bronci!”

“Forse se lui cominciasse ad avere un po’ più di rispetto nei miei confronti, molto probabilmente non avrei sempre il broncio! Vuoi che ti ricordi cosa ha detto di me per caso?!”

“No Lauren, me lo ricordo bene cosa ha detto! C’ero anche io! Comunque ora non parliamo di questo!”

“Si infatti, perché già mi girano le scatole dopo aver sentito pronunciare il suo nome e poi devo andare a lavoro tra poco. Sono passata solo per spiegarti il motivo per cui non ti ho richiamata!"

“Ok, sono tutta orecchi!”

“Bene, però siediti!”

“Cosa?!” chiese Allison ridendo.

“Si devi farlo perché non so esattamente come potresti prendere la notizia!”

Allison smise di ridere. “Devo iniziare a preoccuparmi per caso?!”

“No, non devi! Io ti sembro preoccupata?!”

“No, non direi!”

“Ecco, quindi non devi esserlo neanche tu!”

“E va bene” disse la ragazza seguendo il consiglio della sua amica, sedendosi su una sedia girevole davanti a uno specchio. Si voltò nella sua direzione mentre anche lei prendeva posto sulla sedia di fianco.

“Ok, sono pronta, spara!” disse Allison con un sorriso.

Lauren fece un sospiro profondo per trovare il coraggio di lanciare la bomba. “Ieri sera ha bussato Chloe alla porta!”

Il sorriso dal volto della sua amica scomparve del tutto. “E..? chiese la ragazza incitandola a continuare temendo il peggio.

“Lei è venuta per scusarsi!”

“Oh… ok! Quindi tu l’hai perdonata?!”

“Si! È successo tutto così all’improvviso! Io non mi aspettavo le sue scuse! Si vedeva lontano un miglio quanto fosse dispiaciuta per tutta la situazione! Credo proprio che quando ieri mattina mi ha vista al Paradise le sia scattato qualcosa dentro!”

Allison continuava ad ascoltare le parole della sua amica con un’espressione seria, preoccupata e confusa. “Quindi vi siete chiarite?!”

“Direi di sì! Poi abbiamo anche parlato stamattina!”

E in quel momento Allison capì che avevano passato la notte insieme, ma voleva sentirlo dire da lei. “Lauren, mi stai dicendo che…”

“Si, ha passato la notte da me!”

Allison si alzò dalla sedia per accendersi una sigaretta mentre rifletteva senza parlare.

“Allison?! È tutto ok?!”

“Se è tutto ok mi chiedi?! Beh, vediamo un po’! Ti avevo fatto un discorso sensato al parco! Discorso sul quale sembravi essere d’accordo! Ma nonostante questo, è bastato che un’estranea si avvicinasse a te per fare gli interessi della sua amica! Ti sei presentata al Paradise e lei ha preso la palla al balzo presentandoti al tuo appartamento! Nonostante tu fossi terribilmente arrabbiata con lei, è bastato che ti chiedesse scusa per finirci di nuovo a letto! Quindi l’hai perdonata in men che non si dica, senza troppe cerimonie! È stato facile per lei! Peccato che non sia stato così facile anche per te avere a che fare con lei!”

“Allison, ma che diavolo…”

“Scusami Lauren, ma come Shonei ha fatto gli interessi della sua amica, io devo fare i tuoi! Ti vorrei ricordare che la persona che ti sei portata a letto stanotte è la stessa che ti ha dato venti dollari la prima volta! E sono sicura che tu abbia fatto la tua parte quel giorno per spingerla a tanto, perché ti conosco e lo so come sei quando ti arrabbi! Ma cazzo Lauren, sei davvero cosciente di quello che stai facendo?!”

“La odi?!”

“Cosa?! No, io non la odio ma nemmeno posso fare i salti di gioia sapendo che lei faccia parte ancora della tua vita! Io sono soltanto preoccupata per te Lauren! Non voglio vederti soffrire ancora!”

“Nemmeno io voglio soffrire Allison ma sono davvero innamorata di lei!”

“Va bene, allora dimmi! Cosa siete adesso?! State insieme?!”

“Credo di sì, anche se non ce l’ho siamo dette direttamente!”

“Cosa?! Credi?! Ecco, fantastico! Vedi cosa intento Lauren?! Come fai ad avere delle certezze con una come lei?!”

“Mi ha dato una certezza invece! Mi ha parlato della sua vita! Credimi se ti dico che ciò che ha vissuto è stato davvero terribile! Ha perso tutto Allison, anche la sua famiglia! Non ha più nessuno! Lo credo bene che abbia dei problemi a relazionarsi con gli altri! So che c’è sicuramente dell'altro, ma col tempo avrò modo di scoprirlo, standoci insieme però! Se la tengo a distanza non concludo nulla e la sua amicizia non mi basta più!”

Allison sospirò spegnendo la sigaretta in un posacenere. Si passò le mani tra i capelli prendendo di nuovo posto sulla sedia.
Lauren si avvicinò alla sua amica inginocchiandosi e guardandola negli occhi. “Ehi, so che sei preoccupata che le cose possano andare male e che io possa soffrire! E io sono strafelice di avere qualcuno che si preoccupi per me come fai tu! Ma io sento che Chloe è quella giusta e mi ha dato prova di volersi impegnare sul serio questa volta! Mi hai detto che devo pensare a me stessa una volta tanto nella vita, ed è quello che voglio fare! Io ho bisogno di lei per me stessa!”

Allison annuì con un sorriso triste. Non era per niente convinta della scelta dell'amica. Purtroppo non c’era nulla che potesse fare. Niente le avrebbe fatto cambiare idea, perché era troppo presa da lei. L’unica cosa che poteva fare, era accettare la situazione offrendo il suo sostegno all’amica sperando per il meglio. E se nel caso qualcosa fosse andato storto come purtroppo temeva, restarle accanto per evitare che crollasse ancora una volta in modo definitivo. Chloe poteva aver avuto tutti i problemi di questo mondo, ma anche Lauren aveva il suo bel bagaglio e avrebbe cercato in tutti i modi di proteggerla. Perché per quanto Lauren si mostrasse una persona forte, era molto sensibile.


 
Shonei non andò a rimorchiare come aveva lasciato intendere nel locale. L’unica sua intenzione era quella di tornarsene all’appartamento, avendo dormito poco bene durante la notte. Poi si era anche dovuta buttare giù dal letto presto per andare a cercare Chloe. Durante il tragitto per tornare a casa pensò a dove sarebbe potuta andare per togliersi da quella situazione. Non trovava altra soluzione al suo problema, se non quella di darsela a gambe levate ancora una volta. La verità però, è che non voleva andare via. E poi con che coraggio aveva consigliato a Chloe di smetterla di scappare per poi essere la prima a farlo di nuovo? Fermò l’auto nel parcheggio restando ancora nell’abitacolo fumando una sigaretta. Poi a un tratto le venne un’illuminazione, non era nulla di che ma poteva almeno fare un tentativo. Scese dall’auto entrando nell’edificio per raggiungere l'appartamento. Avvicinandosi all'ascensore incrociò Roger che da quando era ritornata non si erano ancora visti. Lei decise che era arrivato il momento di scusarsi con lui e forse così riuscire a ottenere anche qualche piccolo favore.

“Buongiorno Roger!”

L’uomo che continuava a camminare tranquillamente per la sua strada si fermò di colpo voltandosi verso di lei. “Buongiorno Shonei!”

“Senta Roger, lo so che è passato molto tempo e che magari adesso è troppo tardi! Però io le devo delle scuse per essermi comportata male verso di lei e gli altri condomini! So di aver esagerato e non merito nemmeno di essere qui in questo momento! Grazie per aver dato la possibilità alle ragazze di ospitarmi nel loro appartamento per qualche giorno! Le sono infinitamente grata!”

L’uomo fece un sospiro guardandola poco convinto. “Steph e Chloe sono delle brave ragazze e mi fido del loro buon giudizio! Anche se Chloe per un certo periodo è stata molto più simile a te! Ha rischiato anche lei di essere buttata fuori, ma poi ha dimostrato di sapersi comportare in modo civile rimettendo la testa a posto! Quindi le ho dato un’ultima possibilità perché mi dispiaceva vederla in quello stato!”

“Comunque sia la ringrazio di tutto!”

“Non ringraziare me ma le tue amiche! Ricordati di non combinare altri guai durante la tua permanenza!”

“Certo, può stare tranquillo!”

“Bene, adesso scusami ma ho un po’ da fare!”

“Senta, vorrei chiederle un’ultima cosa! So che non sono nella posizione di avanzare nessuna richiesta dopo quello che è successo! Però vede io ho bisogno di un posto in cui stare! Non voglio approfittare dell’ospitalità delle ragazze! Poi so che lei è una persona molto ragionevole! Crede nelle seconde possibilità!”

“Cosa mi stai chiedendo Shonei?!”

“Ho notato che il mio ex appartamento affianco a quello delle ragazze è ancora libero! Stavo pensando che magari se per lei va bene, vorrei riaffittarlo io! Lo so, non le sto chiedendo un favore ma un miracolo! Però le giuro che se mi permette di affittarlo io mi comporterò bene! La prego Roger, mi aiuti!”

“Non puoi cercare altrove?!”

“Roger, la scongiuro mi faccia restare!” disse Shonei quasi pregando.

“Ce l’hai un lavoro per pagare?!”

“Lei mi conosce, sa bene che le ho sempre dato ciò che l’aspettava di diritto! Sono stata sempre puntuale nei pagamenti!”

“Questo è vero, anche se non ho mai capito bene che lavoro facessi!”

Il lavoro della ragazza era sempre stato un mistero non solo per lui, ma anche per Chloe e Steph. Era stata sempre discreta a tal proposito. “Un lavoro come tanti!” disse lei. “Allora?!”

“Se hai la certezza di un lavoro ti permetterò di ritornare a vivere nel tuo vecchio appartamento altrimenti dovrai cercare altrove!”

“Per il lavoro avrò la risposta più tardi!”

“Bene, allora vieni da me solo in caso di risposta positiva! E un’ultima cosa! Se verrai a vivere qui di nuovo, alla prima cavolata sei fuori! Ci siamo capiti?!”

“Oh cazzo! Cioè volevo dire grazie infinite Roger!” disse la ragazza entusiasta. “Adesso vado subito a chiedere conferma!”

Detto questo tornò nel parcheggio infilandosi in macchina per raggiungere la sua destinazione. Con il rischio che potesse essere anche l’ultima.


Shonei bussò forte alla porta dell'edificio in cui Steven l'aveva fatta trascinare il giorno prima. Uno degli uomini che era andata a prenderla in auto aprì la porta.

“Che cazzo ci fai tu qui?!”

“Devo parlare con Steven!”

“Non riceve visite in questo modo! Devi prima prenotarti e non presentarti qui come se facessi visita a tuo fratello! E poi non credo che voglia avere niente a che fare con te, quindi smamma!”

“Prima di tutto non ho fratelli! Secondo di tutto, per prenotarmi devo per forza presentarmi qui visto che non ho nessun contatto di Steven! E terzo di tutto, non puoi nemmeno pretendere di sapere cosa voglia lui! Non puoi prendere decisioni al posto suo! Sono sicura gli farebbe saltare i nervi sapere che uno qualsiasi si sostituisca a lui che è il capo!”

L'uomo soppesò le sue parole e poi infastidito ci ripensò. “Aspetta qui!” disse sbattendole la porta in faccia.

“Che gran cazzone di merda!” disse Shonei.

L'uomo bussò alla porta della stanza in cui c’era Steven.

“Avanti!” disse l'uomo che era intento a contare dei soldi.

“Capo, c'è Shonei che vorrebbe parlare con te! Cosa devo fare?!”

“Shonei?!” disse Steven che aveva appena finito di contare i soldi. "Cosa vuole da me?!”

“Non lo so, non le ho chiesto nulla!”

“Non avrebbe dovuto presentarsi qui senza nessun invito! Inoltre se non ha con sé i soldi che mi deve può ritornarsene dal buco da cui è uscita! E sappiamo tutti bene che tipo di buco sia!” disse Steven scatenando una risata da parte dell’uomo.

“Quindi le dico di smammare?!”

“Si, se non ha i soldi! Dille che solo allora la riceverò! In caso contrario invece, dovrebbe sapere molto bene come andrà a finire!”

“Bene, vado ad avvertirla!”

Shonei si staccò dal muro a cui era appoggiata in attesa che la facessero entrare quando sentì la porta aprirsi.

“Allora?!” chiese la ragazza impaziente.

“Ha detto di smammare a meno che tu non abbia i suoi soldi! Li hai?!”

“A dire il vero non li ho i suoi soldi! Non ancora almeno!”

“Allora sparisci e non farci perdere tempo inutilmente!” disse l'uomo che stava per chiudere la porta.

Ma la ragazza mise un piede tra la porta e lo stipite bloccandola.

“Cosa cazzo stai facendo?! Togli immediatamente il piede da lì se non vuoi che te lo faccia ingoiare!”

“Ascoltami gran testa di cazzo! Vai da Steven e digli che non ho i soldi, ma che sono venuta qui per cercare di rimediare! Se vuole i suoi soldi deve almeno ascoltare cosa ho dire!”

L'uomo la guardò male. “Vaffanculo stronza! Togli quel cazzo di piede!”

In quel modo momento sopraggiunsero con una macchina due ragazzi.  Quando scesero dall'auto guardarono Shonei riconoscendola.

“Ehi, Shon!”

La ragazza si voltò verso di loro. “Nick, Alec! Come va ragazzi?!”

“Direi bene!” rispose Nick guardando la scena.

“Diciamo che stiamo messi meglio di te!” rispose l’altro ragazzo.

I due ragazzi avevano la stessa età di Shonei e si conoscevano da tanto. Esattamente da quando anni prima, avevano iniziato a lavorare per Steven. Il rapporto tra loro era abbastanza buono e si rispettavano a vicenda. Molto spesso passavano del tempo insieme e se la spassavano alla grande. Tutto però cambiò quando a causa del furto della merce, Steven aveva iniziato a diffidare di lei. Questo aveva messo i due ragazzi in una difficile situazione. Da una parte credevano nella buona fede della ragazza. Però Steven non avrebbe mai gradito delle contraddizioni da parte di nessuno. Infondo non sapevano cosa fosse successo realmente. Però quando la ragazza aveva fatto perdere le sue tracce, anche loro avevano iniziato a dubitare di lei.

“Bene, mi fa piacere! Sentite ragazzi, mi fareste la cortesia di andare a dire a Steven che ho bisogno urgentemente di parlargli?!” disse Shonei togliendo il piede dalla porta.

Ma l'uomo non chiuse la porta e restò ad ascoltare la conversazione. I due ragazzi si guardarono indecisi sul da farsi.

“Oh, avanti ragazzi! Noi siamo amici, ve lo siete dimenticati?!”

“Cosa vuoi da Steven?!” chiese Nick.

“Gli devo dei soldi e penso di avere una soluzione che vada bene per entrambi! Così che lui potrà riprendersi i suoi soldi e io togliermi questo debito per sempre! Ho bisogno di parlare con lui per pochi minuti!”

I due ragazzi si guardarono di nuovo e alla fine concessero il loro aiuto. “Ok, vado a chiederglielo ma se non vuole parlare, te ne vai di qui immediatamente senza tante storie! Tu invece aspetta qui!" disse poi il ragazzo rivolgendosi ad Alec.

“Nick, grazie! Ti devo un favore!” disse Shonei mentre il ragazzo si allontanava.

Il ragazzo spiegò la situazione a Steven, mentre fuori Shonei faceva conversazione con Alec. L'uomo alla porta continuava a tenerla d'occhio. In quel momento sopraggiunse l'ennesima auto dalla quale venne fuori Matthew. Appena il ragazzo smontò dall'auto si avvicinò per entrare nell'edificio senza staccare gli occhi di dosso da Shonei. Poi diede un'occhiata anche ad Alec e oltrepassò la porta per raggiungere il capo. In quel momento Nick tornò fuori per chiamare Shonei e informarle che Steven era disposto ad ascoltarla.
Mentre si dirigevano nella stanza di Steven, Nick la guardò preoccupato. “Non saresti dovuta venire!”

“Cosa?! Ehi!” disse la ragazza bloccando Nick per un braccio. “Sei stato tu a dirmi che lui è disposto ad ascoltare cosa ho da dire!”

“Non mi stavo riferendo a questo! Non saresti dovuta tornare qui a Portland! Quando te ne sei andata e lui lo ha scoperto è andato fuori di matto!” rispose il ragazzo abbassando la voce.

“Nick, tu credi che io abbia rubato la merce?! Che abbia derubato Steven?!”

“Io questo non lo so Shon! Io non ero con te! Però scappare via non è stata certamente una bella mossa! In questo modo non hai fatto altro che aumentare i sospetti su di te! E non solo da parte di Steven!”

“Quindi mi stai dicendo che credi a questa stronzata del furto da parte mia?!” chiese incredula la ragazza.

“Non importa cosa penso io Shon, ma cosa pensa lui! Adesso muoviti e non facciamolo aspettare!”

Così raggiunsero la porta e Nick bussò per poi fare entrare la ragazza. Nella stanza Steven era seduto alla sua solita poltrona dietro la scrivania e di fianco a lui c'era Matthew appoggiato alla parete che si puliva le unghie con un coltello.

“Ciao Steven, ti ringrazio per avermi dato la possibilità di poter parlare con te!”

“Aspetta a ringraziare Shon! Siediti! Tu Nick esci fuori e chiudi la porta!”

Così rimasero solo in tre.

“Allora, Shon sei venuta qui per parlarmi dei miei soldi, giusto?! Sentiamo!” disse l'uomo appoggiandosi comodamente alla spalliera della poltrona girevole e con le mani incrociate in grembo. “Hai tutte le mie attenzioni!”

“Ok... ehm... voglio innanzitutto dirti che giuro su ciò che ho di più caro al mondo...”

“Tu non hai niente e nessuno di più caro al mondo Shon, quindi evita le frasi a effetto con me, perché tanto non servono a nulla!” disse l'uomo tranquillo.

“Innanzitutto giuro di non averti derubato, ma so che andando via ho insinuato il dubbio dentro di te! Ti avrei dovuto dare i soldi prima di andarmene e non l'ho fatto! Ho sbagliato ma adesso sono qui! Ti restituirò i soldi lo stesso, anche se non sono responsabile di quanto successo!”

“Bene! Eeeee dove sono i miei soldi?!”

“Vedi, a questo proposito ho un piccolissimo problema...”

“Oooh Shon, Shon, Shon non ci siamo così!” disse l’uomo scuotendo la testa.

“…ma risolvibile! Tu vuoi i soldi indietro e io per farlo devo trovare un lavoro! Purtroppo non è detto che io riesca a trovarlo! Poi anche se lo trovassi non riuscirei comunque a darti tutti i soldi in un mese di tempo! Dovrò anche campare in qualche modo, non trovi?! Devo avere un tetto sulla testa! Ci sono delle spese da affrontare! Quindi ho pensato a una soluzione che potrebbe andare bene per entrambi!”

“Uhm... e quale sarebbe?!”

“Per avere la certezza di un lavoro potresti riassumermi! Su quello che mi pagherai potrai rilevare una percentuale fino al raggiungimento della somma che ti devo! Molto probabilmente però dovrai attendere più di un mese per riavere tutti i tuoi soldi!”

Matthew aveva smesso di pulirsi le unghie e Steven guardava la ragazza in silenzio. A un tratto l'uomo iniziò a ridere coinvolgendo Matthew e infine anche Shonei.

“È divertente eh?!” disse la ragazza ridendo.

“Sai Shon...” disse Steven cercando di smettere di ridere. “...ho sempre adorato la tua ironia!”

Shonei rimase sorridente ma confusa. “Ma io non ero ironica!”

L'uomo tornò serio incrociando le mani sulla scrivania sporgendosi in avanti. “Quindi tu vorresti ritornare a lavorare per me per poterti sdebitare, dandomi dei soldi già miei?! È come se io ti invitassi a cena e a fine serata ti chiedessi dei soldi per pagare il conto! Ti sembro forse un imbecille per caso?! Credi di essere così furba da poter venire qui a prendermi per il culo come se niente fosse e aspettarti che io accetti questa proposta del cazzo dove ci guadagni soltanto tu?!”

“No, ti giuro che non è mia intenzione...”

“La tua idea è una gran stronzata!”

Matthew sorrise soddisfatto per la piega che stava prendendo quella vicenda.

“Può sembrare che sia soltanto io a guadagnarci ma ti sbagli, non è così! Tu mi conosci e sai bene come lavoro! Gli introiti della tua attività erano aumentati quando sono venuta a lavorare per te grazie alla mia conoscenze! Non puoi negarlo!"

“Grazie anche a tutte quelle che ti sbattevi! Certo, come potrei dimenticare!”

“Non ha importanza questo! Il punto è che grazie a me puoi guadagnare più soldi! Infondo è questo che conta no?!”

“Shon la mia attività va a gonfie vele anche senza di te!”

“Forse, ma un tempo non era così e lo sai bene anche tu! Di tutte le persone che lavoravano per te io sono stata sempre la migliore! Sei stato tu a dirmi che ero essenziale!”

Matthew fissò il suo sguardo sulla ragazza in modo strano sentendo le sue parole.

“Ma io al momento dispongo del numero di persone per coprire tutta la zona di mio interesse!”

“Ma con me potresti ampliare il giro e questo vuol dire più soldi!”

“Non mi interessa questo!”

Steven si accese una sigaretta riflettendo. Matthew al suo fianco, lo guardò sperando che non stesse davvero prendendo in considerazione la proposta della ragazza. L’uomo diede un’occhiata a Matthew per un momento e poi si voltò a guardare Shonei che aveva l'espressione di chi finalmente capiva di essere nella merda fino al collo. “OK, facciamo così Shon! Ho una contro proposta da farti! Vediamo cosa ne pensi! Io ti riassumo ma senza pagarti un centesimo! Lavorerai per me in modo completamente gratuito per la durata del tempo che occorre per sdebitarti con me!”

“E come potrei campare in questo modo?!”

“Beh, dovrai trovarti un lavoro!”

“Ma se lavoro per te, dove lo trovo il tempo per lavorare altrove?!”

“Potresti trovare qualcosa part-time?!”

“Non credo di potercela fare! Con un lavoro part-time non riuscirò mai ad affrontare le spese di un affitto e tutto il resto!”

“E in questo momento come fai a pagarlo?!”

“Sono ospite da amici! Ma non sarà così per sempre! Devo lasciare l'appartamento a giorni!”

“Eh sì, la vedo dura per te!”

“Ti prego Steven, accetta la mia richiesta! Lo so che ho fatto una gran cazzata andando via, ma ti giuro che voglio rimediare! Però devi darmi i mezzi per poterlo fare!”

Steven ci pensò su ancora un attimo e poi annuì. Sembrava essere giunto a una decisione. “Ok, va bene, accetto la tua richiesta! Ovviamente non avrai la stessa paga di un tempo perché rileverò una piccola percentuale ogni mese! Non sarà molto alta giusto per permetterti di vivere dignitosamente! Però in cambio dovrai offrire la tua disponibilità per il tempo che mi serve e in qualsiasi momento! Inoltre non ti voglio sempre qui tra i piedi! A questo proposito ti affido a Matthew! Lui mi farà da referente tenendo sotto controllo tutto, incluso il tuo operato! E sarà sempre lui ad avvisarti dei lavori da svolgere, quindi sarete a stretto contatto!”

“Ma che caz... è uno scherzo vero?!” chiese Shonei incredula.

“Queste sono le condizioni!”

“Io non ho bisogno di una balia!”

Matthew la fulminò con uno sguardo.

“Ti vorrei ricordare che la mia fiducia in te è pari a quella che ho nei confronti della polizia! Non puoi lamentarti con me! Prenditela con te stessa piuttosto! Se ti fossi comportata in maniera diversa adesso non saremmo a questo punto! Vuoi la mia fiducia?! Guadagnatela!” disse Steven.

Shonei guardò Matthew quasi schifata all’idea di averlo intorno! Purtroppo per lei non aveva altra scelta, se non quella di accettare le sue condizioni. L'unica altra alternativa era quella di finire sotto terra!

“E va bene, accetto!”

“Bene, allora siamo d’accordo! Ora scambiatevi i numeri di telefono in modo che possiate rimanere in contatto in qualsiasi momento!”

Così i due ragazzi si scambiarono i numeri di telefono con grande disapprovazione di Shonei.

“Ecco fatto! Adesso che abbiamo raggiunto un accordo puoi andare! Matthew ti chiamerà appena ci sarà qualche lavoretto per te!”

“Ehm, un’ultima cosa!” disse la ragazza sfidando la pazienza dell’uomo.

“Che c’è ancora?!”

“Io… beh… diciamo che ho trovato un appartamento in cui stare, ma sono un po’ a corto di denaro al momento! Cioè, non sono proprio a secco però, se tu potessi darmi un piccolo aiuto adesso, pagandomi qualcosina in anticipo te ne sarei infinitamente grata!”
Matthew sgranò gli occhi all’ennesima richiesta della ragazza.

“Shon, della tua gratitudine non me ne faccio un cazzo!” disse Steven.

“Steven, sarà solo per questa volta! Vorrei poter pagare almeno il primo mese di affitto giusto per stare tranquilla!”

L’uomo estrasse il portafoglio dalla tasca interna della giacca sotto l’espressione stupefatta di Matthew. Steven diede alla ragazza trecento dollari. “Adesso sparisci dalla mia vista prima che cambi idea!”

“Certo, grazie Steven! Ti assicuro che non te ne pentirai!” disse la ragazza alzandosi dalla sedia per raggiungere la porta, soddisfatta di essere riuscita a trovare un accordo. Ma soprattutto era soddisfatta di essere uscita viva dall’edificio viva. Con Steven non si sapeva mai come poteva andare a finire.

Appena Shonei uscì dalla stanza, Matthew chiese spiegazioni all’uomo. “Non capisco Steven, perché fai tutto questo per lei?!”

“Non devo dare delle spiegazioni a nessuno per le mie decisioni! E comunque rimane il fatto che Shonei è sempre stata una risorsa per me!”

“Ma ti ha anche derubato!”

“Non ho nessuna prova in merito! Però forse tenendola a lavorare per me giungerò alla verità! Se dovessi scoprire che non ha niente a che fare con il furto va bene! Ma se scopro che c’entra qualcosa si pentirà amaramente di essere ritornata a Portland! Per fare questo ho bisogno di qualcuno di cui potermi fidare! Quindi ho scelto te, che ti sei sempre mostrato all’altezza delle aspettative! Chissà, forse se farai un buon lavoro potresti diventare il mio braccio destro!”

“Puoi contare su di me!” disse il ragazzo entusiasta all’idea di essere stato scelto per quel lavoro.

“Ovviamente mi affido alla tua discrezione, se capisci cosa intendo!”

“Assolutamente Steven, questo rimarrà un segreto tra di noi! Cosa devo fare per l’esattezza?!”

“Voglio ottenere quante più informazioni possibili su di lei! Dove vive, chi sono i suoi amici, con chi va a letto, che posti frequenta… praticamente tutto! Se ha pianificato con qualcuno il furto, sicuramente lo ha fatto qui a Portland! Magari le persone coinvolte sono ancora in giro! Chissà!”

“Sarà fatto Steven!”

“Se vuoi portare qualcuno dei ragazzi con te, fai pure! Ma ricordati, nemmeno una parola al riguardo con loro!”

“Certo! Allora comincio subito!” disse il ragazzo uscendo dalla stanza.

Nel frattempo Steven si appoggiò allo schienale della poltrona sorridendo. Shonei chiedendogli di lavorare ancora per lui, gli aveva dato l’occasione giusta per poter mettere in atto il suo piano. Anche rilevare una piccola percentuale del guadagno della ragazza era calcolato. Così ci sarebbe voluto più tempo per la ragazza di saldare il debito e nel frattempo risalire alla verità. In questo modo avrebbe potuto punire chiunque fosse coinvolto nel furto, perché nessuno doveva permettersi di sfidarlo. Per poter arrivare allo scopo, aveva bisogno di qualcuno che non lavorasse per lui in quel periodo e Matthew faceva al caso suo. Il ragazzo lavorava per lui soltanto da un anno e quindi non poteva avere niente a che fare con quanto successo due anni prima. Si era mostrato sempre volenteroso pur di mettersi in mostra nella speranza di diventare un pezzo grosso. Così aveva fatto leva sul suo desiderio per raggiungere il suo scopo. Però la verità era che forse non sarebbe mai diventato il suo braccio destro per una serie di ragioni. La prima fra tutti è che aveva una testa calda. Perdeva facilmente la pazienza e non sapeva gestire la sua rabbia. Era una bomba a orologeria e più di una volta Steven si era chiesto se non avesse anche problemi di salute mentale. Quindi visto che il ragazzo non era adatto allo smercio di droga, lo utilizzava contro coloro che volevano fare i furbi. Ad esempio clienti che non volevano pagare. Il ragazzo sembrava proprio adatto allo scopo perché era un violento per natura e sapeva incutere timore. Inoltre, in questo modo poteva tenerlo impegnato abbastanza da capire se era davvero così fedele come voleva far credere. E magari, capire anche se potesse effettivamente lavorare ancora per lui senza problemi a causa del suo pessimo carattere. In caso contrario poteva benissimo liberarsene una volta per tutte.


 
Shonei andò da Roger assicurandogli di aver ottenuto il lavoro. A dimostrazione delle sue buone intenzioni, pagò il primo mese di affitto in anticipo. Così Roger le permise di riprendere il suo vecchio appartamento. Decise di portare tutta la sua roba nel suo appartamento ma ricevette una telefona. Rispose al telefono non conoscendo il numero.

“Pronto”.

“Shonei?”

“Si, chi parla?”

“Sono Lauren”.

“Lauren?! Non pensavo di averti dato il mio numero”.

“Infatti non lo hai fatto. Non volevo chiedere il tuo numero a Chloe per evitare che facesse altre domande. Quindi l’ho chiesto a Steph, che a sua volta non avendo il tuo numero ha domandato a Chloe. Insomma, è stato un casino”.

“Che ci posso fare? Sono difficile da reperire” disse Shonei con ironia.

“Dovresti avere una segretaria allora!”

“Oh no, meglio di no. Avrei difficoltà a tenere le mani a posto, quindi niente segreteria” disse Shonei facendo ridere la ragazza. “Mi spieghi che domande ti avrebbe fatto Chloe se avresti chiesto a lei il mio numero?”

“Le ho detto che abbiamo parlato ieri mattina e voleva sapere che cosa mi avessi raccontato. Quindi se avesse scoperto che ti cercavo molto probabilmente sarebbe diventata sospettosa e mi avrebbe fatto altre domande. Spero che non ti dispiaccia che io le abbia detto che abbiamo parlato”.

“No, figurati, non c’è alcun problema. Allora, come mai mi stavi cercando?"

“Volevo solo ringraziarti per avermi cercata ed essere riuscita a convincermi ad andare da lei. Non so se lo sai, ma io e lei ci siamo chiarite”.

“Si lo so e comunque non c'è bisogno ringraziarmi. Avete fatto tutto voi. Infondo era quello che volevate ma avevate bisogno di una piccola spinta”.

“Beh, allora grazie della spinta, perché è stata quella a fare la differenza. È stata lei stessa a dirmelo. Quando mi ha rivista deve esserle scattato qualcosa dentro. Così ha iniziato a fare i conti con quello che aveva combinato. Se non fosse stato per te, io non mi sarei mai presentata al locale e lei non sarebbe venuta a casa. Sai, avevi ragione su di lei. Alla fine si è finalmente aperta con me. Stamattina mi ha parlato di cosa le è successo. Questo mi ha fatta sentire all'inizio molto stupida per aver pensato che non si aprisse con me solo perché non le interessassi. Dopo invece mi sono sentita al settimo cielo, perché finalmente lei mi ha lasciata entrare nella sua vita per davvero”.

“Sono davvero felice per voi due. Siete delle brave ragazze e vi meritate a vicenda. Vi auguro davvero il meglio”.

“Grazie ancora Shon”.

“Smettila di ringraziarmi, non ho fatto nulla”.

“Invece sì. Ah, segnati il mio numero perché presto ti inviterò a bere qualcosa insieme”.

“Scommetto che lo fai solo per ringraziarmi”.

“Sei davvero troppo avanti per me” disse Lauren ridendo.

“Beh, in questo caso accetto sin da ora l'invito! Non sia mai che Shonei Sanders rifiuti da bere!” disse facendo ridere Lauren dall'altra parte del telefono.

“Adesso devo lasciarti perché ho un'altra chiamata da fare e poi mi aspetta l'ultimo paziente della giornata”.

“Ok, allora ci vediamo”.

“Ciao Shon”.

“Ciao Lauren”.

Dopo aver chiuso la chiamata Shonei restò a fissare il telefono con un sorriso. “Ok, meglio portare la mia roba di là, ma prima una bella doccia”.


Successivamente alla chiamata con Shonei, Lauren telefonò Chloe che rispose subito al secondo squillo visto che era in pausa sigaretta.

“Ehi, ciao Lauren”.

“Ciao Chloe, disturbo?”

“Assolutamente no, sono in pausa in questo momento”.

“Bene, senti per stasera ti va se ci vediamo? Non lo so magari andiamo da qualche parte”.

“Ehm, lo vorrei tanto credimi è solo che...”

“Ti prego, non dirmi che stai facendo marcia indietro!” disse Lauren preoccupata.

“Cosa?! No no, sei fuori strada! Non ho cambiato idea! È solo che ho detto a Steph e Shonei di noi e adesso vogliono che gli paghi da bere! Per loro ogni scusa è buona e visto che ho la serata libera ne volevo approfittare per togliermele dalle palle!”

“Oh avanti, non essere così scorbutica. È una cosa carina”.

“Si lo so, soprattutto per loro perché pago io. Senti, ma davvero pensavi mi stessi tirando indietro?” chiese sorridendo.

“Sai com'è, con te non si può mai sapere”.

“Cosa? Oh bene, grazie per la fiducia. Comunque dopo aver fatto questo passo in avanti, che mi ho costato tanto, non dovrai temere niente del genere”.

“Mi fa piacere sentirtelo dire. Sai, anche io ho informato Allison di noi due. Molto probabilmente a quest'ora lo avrà già detto a Chris e Jonathan. Comunque resta pure con le tue amiche. Magari esco anche io con i miei amici e noi due ci vediamo domani”.

“Ok, se è questo che vuoi” disse Chloe un po' delusa.

“Certo che non lo voglio! Io vorrei vederti, però non voglio costringerti a stare con me quando hai altri impegni con le tue amiche!”

“Il fatto è che volevo stare anche io con te!”

Lauren sorrise alle sue parole rimanendo in silenzio a lungo, tanto che Chloe cominciò a credere che avesse riattaccato. “Lauren, ci sei?!”

“Si, sono qui! Senti, se vuoi potremmo fare una cosa!”

“Tramite telefono è impossibile farlo!”

“Ma cosa...”

All'inizio Lauren non capì a cosa si stesse riferendo, ma poi comprese che si trattava di una delle solite frasi da idiota della ragazza. “Non è quello che intendevo, sei un'idiota!” disse Lauren ridendo.

“Ah, ho capito male allora!” disse Chloe ridendo.

“Volevo soltanto dire che magari potremmo stare tutti insieme! Così magari avrò la possibilità di presentare agli altri Shon!”

“Non credi che sarà tutto un po' imbarazzante?!”

“Forse un po', ma ora stiamo insieme e quindi…”

Restarono in silenzio per qualche secondo.

“Chloe, lo so che è stupido ma noi due stiamo insieme adesso, vero?! Cioè, abbiamo una relazione?! Perché non è che c'è lo siamo proprio dette...”

Chloe cominciò a ridere. “Si, hai perfettamente ragione! Però non credo fosse necessario! Pensavo che fosse sottinteso! Insomma dopo quello che ci siamo dette e tutto il resto! Non è così?!”

“Ok, era solo per averne la certezza!”

“Ti ci abituerai mai all'idea di stare con me?!” chiese Chloe.

“Oh credimi, lo farò molto presto!”

“Allora, per stasera?!”

“Voi starete al Paradise?!”

“Si!”

“Bene, allora ci vediamo stasera lì!”

“Ok, va bene!”

“Però solo se Steph e Shon sono d'accordo!”

“Credo che ci sarà anche Eddie! Però tranquilla, per loro non ci saranno problemi te lo posso assicurare! Spero solo che evitino di fare battutine!”

“Allora hai dei pessimi amici come me!”

“E io che pensavo non avessimo niente in comune!” disse Chloe.

“Davvero lo pensi?!”

“Cosa?!”

“Che non abbiamo nulla in comune!”

"Lauren, era una battuta! Stavo solo scherzando!”

“Scusami, è solo che non vedendoti non riesco a capire sei seria o meno!”

“Allora rimando le mie geniali battute a stasera!”

“Si, forse è meglio! Non vedo l'ora di vederti!”

“Anche io!” disse Chloe quasi incredula per le parole che aveva appena pronunciato.

“A stasera Chloe, ciao!”

“Ciao Lauren!”

Conclusero la chiamata restando entrambe con la testa tra le nuvole per un po'. Poi Chloe entrò di nuovo nel locale e in quel momento vide Emily entrare nel bagno. Rimase lì a riflettere su cosa fare. Alla ragazza aveva detto che non si sentiva pronta ad avere relazione con nessuno, eppure adesso stava con Lauren. Prima o poi lo avrebbe scoperto e forse sarebbe stato meglio che lo sapesse da lei invece che da altri. Era un po' combattuta perché ormai il loro rapporto sembrava essersi raffreddato parecchio. Però sentiva di doverle almeno questo, quindi entrò nel bagno e la trovò davanti al rubinetto per lavarsi le mani.

“Ciao Emily!”

“Ciao!”

“Posso parlarti un attimo?!”

“Dimmi!”

“Ehm... io volevo metterti al corrente di una cosa! Lo so che tra di noi le cose sono cambiate, ma io sento il dovere di essere del tutto trasparente con te!”

“E allora come mai riesco ancora a vederti?!” disse la ragazza spiazzando Chloe.

“Noi due eravamo amiche... cioè siamo amiche ancora... anche se...” disse Chloe non riuscendo a trovare il modo di continuare.

“Chloe, vuoi arrivare al punto?!”

“Ti avevo detto che non volevo avere nessuna relazione, ma è successo qualcosa che ha cambiato le cose! Diciamo che...”

“Lauren!”

Chloe la guardò sorpresa. “Lo sai già?!”

“Mi hanno raccontato cosa è successo ieri mattina e non ci vuole un genio a capire come stanno le cose! C'era da aspettarselo Chloe! Lo avevo già intuito che ti piacesse! Anzi mi meraviglio che tu te ne sia accorta soltanto ora! A volte sei proprio tonda!”

“Sei arrabbiata?!”

“Perché dovrei?! Non mi hai mica tradita! Non stiamo nemmeno insieme!”

“Ok senti, lo so che sono una testa di cazzo e che ho fatto un casino enorme! Avrei dovuto essere più chiara con te sin dall’inizio e mi dispiace! Però mi manca la tua amicizia! Mi manca davvero e mi piacerebbe che…”

“Mi vedo con qualcuno Chloe!”

Chloe rimase basita alle parole della ragazza.

“Oh, wow… bene! Cavoli, questo non me lo aspettavo!”

“Per caso ti aspettavi che sarei rimasta lì in un angolo a struggermi per te?!”

“Ok, c’è una certa scontrosità nella tua frase o sbaglio?!”

Emily sorrise. “Ok scusami, è solo che sembri quasi dispiaciuta di questo! Come se ti dia fastidio sapere che qualcun altro ha preso il tuo posto!”

“Cosa?! No, ti sbagli! Sono felice per te se tu lo sei! Chi è lei?! La conosco?! Non lavora qui spero!”

“Fanculo Chloe, ho già dato!” disse Emily ridendo.

“Si, anche io!” disse Chloe sorridendo.

“Adesso è meglio che torni a lavoro altrimenti qualcuno potrebbe aumentarmi i turni!” disse sarcastica Emily mentre prendeva la strada per la porta.

“Me la presenterai un giorno?!”

“La frequento da tre giorni quindi no, non te la presento!”

“Chiunque sia è una ragazza fortunata!” disse Chloe.

Emily uscì dal bagno scuotendo la testa con un sorriso scettico.


 
Seattle

Lucas era stato a casa di Jennifer dove i genitori della ragazza lo avevano invitato a restare per cena. Il ragazzo cortesemente aveva accettato. Dopo aver cenato i due ragazzi decisero di fare una passeggiata a piedi.

“Allora, sei sazio?” chiese la ragazza divertita.

“Scherzi? Per digerire tutto quello che ho mangiato stasera ci vorranno delle settimane. Tua madre sa cucinare molto bene ma con le porzioni non ci siamo proprio”.

“Strano che adesso ti lamenti visto che fino a poco fa ti saresti mangiato anche il piatto”.

Scoppiarono a ridere entrambi mentre passeggiavano su un marciapiede l'uno accanto all'altro. A un certo punto Lucas sentendosi osservato disse: “Avanti, chiedimelo”.

“Cosa?” chiese Jennifer.

“Lo so che muori dalla voglia di chiedermelo, lo fai sempre! Ormai ci sono abituato e ti conosco fin troppo bene”.

“E va bene, come stai?”

Lucas ricomincio a ridere.

“E non ridere di me, lo sai che mi preoccupo sempre”.

“Eccome se lo so! Io sto bene”.

“No, dico sul serio! Come stai davvero”.

Il ragazzo si voltò a guardarla continuando a camminare. “Lo sto accettando. Mi sto rassegnando all'idea. Insomma, cos’altro potrei fare? Per quanto volessi non poteva funzionare. Non posso costringerla ad amarmi e rimanere a Seattle”.

“Mi dispiace davvero per come è finita”.

“Anche a me” disse Lucas con un velo di tristezza sul viso.

“Beh, guarda il lato positivo” disse Jennifer mettendogli un braccio sulle spalle strattonandolo. “La ragazza giusta per te è ancora lì fuori da qualche parte”.

“O magari deve ancora nascere, chissà”.

“Oh no, spero di no altrimenti la incontrerai quando sarai un vecchio decrepito!”

Lui rise. “Beh, però un lato positivo c’è sempre”.

“Davvero?”.

“Si, anche se non riuscissi a trovare la mia anima gemella, ci sarai sempre tu”.

“Certo che sì, su questo non c'è alcun dubbio”.

Continuarono a camminare per un po' in silenzio mentre Jennifer toglieva il braccio dalle spalle del ragazzo. A un certo punto Lucas sorrise.

“Cosa hai da sorridere tanto?” chiese Jennifer.

“Niente, stavo solo pensando a una cosa”.

“Cioè cosa?”

“Ti ricordi quando volevamo provarci?”

“Oh santo cielo, sì che lo ricordo”.

“Non posso fare a meno di pensare che l'unica ragazza con cui sono andato sempre d'accordo e con cui non ho mai avuto problemi di nessun genere, sei tu”.

Il ragazzo la guardava sorridendo mentre camminavano.

“Beh, modestamente sono una persona poco impegnativa. Un po' come lo potrebbero essere quei cagnolini di peluche che non mangiano, non bevono e non cagano in giro per casa. Chi non vorrebbe avere un animale domestico del genere in casa?”

“Sei un'idiota. Non ci posso credere che tu ti sia appena paragonata a un peluche” disse Lucas ridendo.

“Oh avanti, era solo per farti un esempio”.

“Però parlo sul serio. Tu per me ci sei sempre stata e il nostro rapporto è davvero molto simile a quello di una coppia. Infondo che differenza c'è tra un rapporto di amicizia e uno di amore?”

“Una differenza sostanziale c'è e si chiama sesso, quello complica decisamente le cose”.

“Beh, io sono disposto a fare questo sacrificio” disse ridendo Lucas mentre Jennifer gli diede un pugno al braccio.

“Vaffanculo idiota” disse Jennifer ridendo.

“Ehi, se proprio insisti”.

Mentre lei sorrideva divertita spalancò la bocca dallo sconcerto. “Sei davvero un pervertito”.

“Mai quanto te tesoro”.

“Dai cretino, torniamo indietro che si sta facendo tardi, così ti riaccompagno a casa in macchina”.

“Si mamma”.

“Deficiente” disse la ragazza scuotendo la testa. Il ragazzo le mise un braccio sulle spalle avvicinandola a sé dandole un bacio sulla fronte.

“Andiamo mia principessa”.

 
Quando finalmente giunsero davanti casa, la ragazza disse di andare a prendere le chiavi dell'auto.

“No Jennifer, vado a piedi”.

“Cosa? Perché? Guarda che non mi pesa accompagnarti”.

“Lo so, ma ho voglia di camminare ancora un po' ”.

“Sei proprio sicuro?”

“Assolutamente sì, vieni qui!” disse Lucas.

La ragazza si avvicinò e si abbracciarono.

“Cosa farei senza di te!” disse Lucas.

“Me lo chiedo pure io che diavolo faresti senza di me!” disse Jennifer scatenando la risata del ragazzo.

“Ringrazia ancora tua madre per la cena”.

“Lo farò”.

“Ci vediamo domani Jenny”.

“Ok, ti chiamo io”.

“Va bene, buonanotte”.

“Buonanotte”.

Il ragazzo si allontanò incamminandosi verso casa pensando ai fatti suoi. Non fece molta strada quando qualcuno di sua conoscenza lo spinse a terra uscendo da un vicolo.

“Ehi Lucas, dovresti stare attento a dove metti i piedi!” disse Duncan in compagnia dei suoi due fedeli cagnolini che se la ridevano in attesa di potersi divertire.

Lucas si alzò da terra guardando male il ragazzo. “Cosa cazzo vuoi Duncan?!”

“Ma come, è così che si salutano gli amici?!”

“Noi due non siamo amici! Non lo siamo mai stati!”

“Ah! Beh, questo rende tutto molto più semplice allora!”

“Cosa vuoi?! Non ho tempo da perdere con te!”

“Se non ricordo male noi due avevamo un conto in sospeso!”

“Cosa c'è, il mio pugno ti ha ferito nell'orgoglio?!”

Duncan rise. “Non è questo! Vedi, il punto è che per colpa tua adesso non posso più mettere piede in quel locale!”

“Neppure io posso farlo!”

“Lo so, ma di te non mi importa nulla!”

“Io me ne vado!” disse Lucas riprendendo a camminare.


Duncan guardò i due ragazzi che erano con lui facendo loro un cenno con la testa verso Lucas. Così i due si piazzarono di corsa davanti al ragazzo per bloccargli la strada.

“E adesso cosa cazzo volete voi due?! Richiama i tuoi tirapiedi Duncan prima che faccia saltare i loro denti!”

“Beh, il punto è che non devi far saltare i loro denti, ma provare a far saltare i miei!”

Lucas si girò verso il ragazzo con sguardo torvo. Allargò le braccia stufo di quella situazione. “Se è questo che vuoi sono tutto tuo! Risolviamo questa cosa una volta per tutte!”

“Wow, vedo che ti piace tirate fuori le palle ogni tanto! A quanto pare Max ti sta facendo davvero un gran bene!”

“Non ti prenderò a calci nel culo per lei!”

“Eppure al locale lo hai fatto! E stavo soltanto salvando Max da un parassita che le girava intorno! Non che lui potesse avere qualche possibilità, visto che la tua ragazza...”

“Lei non è la mia ragazza! Non stavamo neanche più insieme quando ti ho steso!”

Duncan rimase in silenzio sorpreso dalle parole del ragazzo. “La vostra storia si è conclusa?! Beh, non posso certamente dire che la cosa mi sorprenda più di tanto! Per quanto mi riguarda siete stati insieme anche troppo tempo!”

“Allora, la vuoi risolvere la faccenda sì o no?!”

“Oh avanti, non avere tanta fretta di farti male!”

I due amici di Duncan si avvicinarono al ragazzo con l'intento di attaccarlo.

“Fermatevi!” disse Duncan.

“Ma Duncan, non ci dovevamo divertire?! Ti diamo una mano a pestarlo!” disse uno dei due deluso dall'ordine impartito dal loro amico.
“Io non ho bisogno di aiuto per prenderlo a calci in culo! Vieni nel vicolo Lucas!”

Lucas non si tirò indietro e seguì i ragazzi nel vicolo. I due ragazzi delusi si appoggiarono al muro mentre Duncan e Lucas si fronteggiavano.

Lucas si scagliò immediatamente contro Duncan che si spostò di colpo schivandolo e dandogli un pugno nella schiena. “Cazzo, Lucas i tuoi riflessi fanno davvero schifo lo sai?!”

Lucas si voltò verso di lui scagliandosi ancora una volta. Duncan lo schivò colpendolo di nuovo, però questa volta in pieno volto. Del sangue iniziò a scendere giù dal naso. “Quella ragazza ti ha proprio rammollito e poi per cosa?! Per niente! Sai, ti facevo più sveglio di così Lucas!”

Lucas continuava a scagliarsi verso il ragazzo, perdendo sempre di più la pazienza a ogni sua parola. Ma dopotutto l'intento di Duncan era di provocarlo e ci riusciva benissimo.

“È incredibile come quella ragazza sia stata in grado di prendervi tutti per il culo! L'unica che ha capito cosa stesse davvero succedendo era Chloe!”

“Vaffanculo Duncan!” gridò Lucas scagliandosi ancora verso Duncan che lo spinse a terra.

“Ti ha preso per il culo Lucas! Tu sei stato solo un passatempo per lei!”

“Bastardo!” gridò Lucas riuscendo finalmente a colpire Duncan al mento rompendogli un po' il labbro inferiore. Il ragazzo si portò una mano alla bocca sporcandosi di sangue.

In quel momento Lucas ne approfittò per colpirlo ancora con una raffica di pugni. I due ragazzi appoggiati al muro stavano iniziando ad avvicinarsi per bloccarlo ma Duncan lo impedì. “State fermi cazzo!”

“Sei uno stronzo! Tu non sai un cazzo niente di me e di lei!” disse Lucas tirando dei calci a Duncan che era ormai a terra cercando di coprirsi dai colpi ricevuti dal ragazzo. Lucas si inginocchiò su di lui per colpirlo ancora al volto.

“Sei tu a non sapere un cazzo! Lei non ti ha mai voluto e lo sai perché?! Perché voleva lei non te!” gridò Duncan.

Lucas sentendo quelle parole si fermò con un pugno a mezz'aria con uno sguardo sorpreso e confuso. Duncan ne approfittò per toglierselo di dosso scaraventandolo a terra. Si rialzò in fretta con l'intento di colpirlo ma vide il ragazzo in ginocchio inerme e si fermò. Ne approfittò per sedersi a terra e riprendere fiato, appoggiandosi al muro tenendo d'occhio Lucas. “Sei stato così cieco! Tutti lo siete stati!” disse Duncan pulendosi il labbro dal sangue con la manica della giacca.

Lucas si voltò a guardarlo. “Chi è lei?!”

“Indovina!” disse Duncan.

Lucas si spostò trascinandosi alla parete di fronte al suo avversario reggendosi un fianco dove Duncan lo aveva colpito. Si guardarono stanchi per la scazzottata.

“Chloe?!” chiese Lucas.

“Si, lei!”

Rimasero in silenzio per un po' e poi ripresero a parlare mentre gli altri due ragazzi restavano a guardarli annoiati.

“Come fai ad averne la certezza?! Te lo ha detto Chloe?!”

“Non ce n'era bisogno! Ti ricordi quando siete venuti da me e ci avete trovato insieme?!"

Lucas annuì.

“Ti ricordi la reazione di Max?! Quella non era una reazione di una semplice amica! Il modo in cui la guardava poi! No, quello era lo sguardo di una persona tradita! Lo conosco fin troppo bene!”

“Se è così, allora adesso si spiegano tante cose!”

“Quali cose?!”

“La nostra storia che è finita e altre cose!”

Duncan rise. “Scommetto che non te l'ha data, vero?!”

“Chloe, lo sapeva?!”

“Credevo di no! Poi però dopo aver scoperto che se n'era andata allora ho capito che lo sapeva! Forse non ricambiando i suoi sentimenti, ha preferito andarsene! Insomma, la tua migliore amica prova qualcosa per te ma tu non ricambi! Non puoi certamente vivere sotto lo stesso tetto con lei e per di più con i suoi genitori?! Le avevo proposto di stare da me ma lei non ha accettato!” disse Duncan guardando Lucas.

“Il giorno in cui è andata via, Jennifer le ha fatto la stessa proposta ottenendo lo stesso risultato! Tra di voi c'era qualcosa?!”

“Me lo sto chiedendo anche io! L’unica cosa che posso dire è che da parte mia si, c'era qualcosa!”

“Credi che anche Chloe provasse qualcosa per lei?!” chiese Lucas.

“Non lo so! Certo che se fosse realmente così, vuol dire che siamo stati solo una distrazione dalle loro reali intenzioni!”

“Siamo stati insieme a due ragazze che desideravano stare l'una con l'altra!” disse Lucas.

“Cazzo! Siamo messi proprio male amico!” disse Duncan iniziando a ridere.

La sua risata contagiò anche Lucas e di lì a poco non riuscirono più a smetterla di ridere. I due amici di Duncan rimasero a guardarli confusi. Se fino a poco prima se ne stavano dando di santa ragione, adesso sembravano dei vecchi amici che si erano ritrovati. Quando finalmente si riuscirono a calmare, Duncan si alzò dando una mano a Lucas per rimettersi in piedi. Il ragazzo accettò il suo aiuto alzandosi anche lui.

“Direi che con questa scazzottata non ha vinto nessuno dei due!” disse Duncan.

“No, direi che abbiamo perso tutti e due!” rispose Lucas non riferendosi alla scazzottata.

“Già! Comunque hai un bel gancio destro, il mio labbro può testimoniare!”

“Beh, anche il mio naso la pensa allo stesso modo!”

“Cosa dirai ai tuoi?!” chiese Duncan.

“Che ho sbattuto contro qualcosa! Tu invece?!”

“Mi prendi per il culo?! Mio padre non c'è mai e anche se ci fosse non chiederebbe un cazzo!”

“Allora il problema è solo mio!” disse Lucas.

“Ti va una birra?! Offro io!”

“Si, adesso mi andrebbe proprio una birra!”

“Dici che se ritorniamo in quel locale ci faranno entrare?!”

“Secondo me no!”

“E se entriamo abbracciati?!” chiese Duncan ironico.

“Ci sbatteranno fuori in un solo colpo, ovvio! Due in uno!”

“Vuoi una canna?!”

“No, ho smesso con quella roba!”

Mentre continuavano a chiacchierare uscendo dal vicolo i due compagni di Duncan li guardarono sbalorditi. A un certo punto Duncan si voltò verso di loro. “Ehi, ma che cazzo fate ancora lì voi due?! Venite con noi o no?!”

I due ragazzi si guardarono tra loro e poi con una alzata di spalle si avviarono per raggiungerli mentre loro continuavano a chiacchierare.


 
Portland

Quando arrivò l'ora di staccare dal lavoro Chloe si diresse agli spogliatoi insieme a Steph.

“Allora, sei pronta a pagare da bere per tutti?”

“Oh, non vedo l’ora guarda! Senti, Lauren e i suoi amici arriveranno tra poco per unirsi a noi! Spero che per te non sia un problema che ci siano anche loro”.

“No, perché dovrebbe essere un problema?”

“Non lo so ho soltanto chiesto”.

“Per caso ti devo ricordare che loro sono anche nostri amici?”

“Non è proprio la stessa cosa”.

“Non è la stessa cosa per te, visto che sei sparita non facendoti più né vedere e né sentire! Poi sei ricomparsa e dopo aver combinato un altro dei tuoi soliti casini, sei scomparsadi nuovo!”

“Grazie per avermelo ricordato!”

“Prego, se vuoi te lo posso ricordare ogni giorno, così magari eviterai di fare altre stronzate nel prossimo futuro!”

Chloe sospirò alzando gli occhi al cielo. Steph si avvicinò a lei piazzandosi giusto davanti. Le afferrò il viso con le mani guardandola. “Chloe, non mandare tutto a puttane come sempre! Lauren è davvero una brava ragazza! Cerca di meritartela!”

Chloe annuì. “Non farò stronzate! Lei mi piace davvero!”

“È un miracolo sentirtelo dire! E adesso andiamo di là! Credo che stasera ci sarà da divertirsi!”

“Ti prego, niente provocazioni, battutine e occhiate maliziose!”

“Ma sì, non preoccuparti!” disse Steph ridendo mentre la trascinava fuori dallo spogliatoio.



Lauren aveva appena finito di prepararsi e stava uscendo di casa. Aprendo la porta si ritrovò davanti Jonathan con pugno alzando a mezz'aria pronto a bussare.

“Jonathan, cosa fai tu qui?!”

Il ragazzo abbassò il braccio un po' a disagio. “Ehm, sono passato a prenderti!”

“Ma io ho la mia macchina non era necessario!”

“Si, beh... lo so questo... è che... insomma...”

“Io giuro che Allison l'ammazzo!”

Il ragazzo fece una risata nervosa. “Si, è stata lei a dirmi di venirti a prendere!”

“Ci avrei scommesso la testa!” disse la ragazza incrociando le braccia al petto.

“Mi ha chiesto di farlo perché voleva che noi due ci chiarissimo!”

“Quindi sei qui solo perché te lo ha chiesto lei!”

“Non mentirò e ti dirò di sì! Però sai come sono fatto! Io odio queste cose e dovresti quanto meno apprezzare il gesto!”

“Non stai partendo con il piede giusto!”

“Si, perché non sono fatto per queste cose! Non sono fatto per chiedere scusa! Non fa per me!”

“Allora perché sei qui?!”

“Perché nonostante non sono fatto per queste cose, so di aver esagerato con te! Quelle cose che ho detto le penso davvero!”

“Ah bene, viva la sincerità!”

“Ma il modo in cui le ho esposte e il tono usato, era del tutto fuori luogo e ingiusto nei tuoi confronti! Quindi per quanto trovi difficile tutto questo, io ti chiedo di metterci una pietra sopra!”

Lauren lo guardava impassibile.

“Di dimenticare quello che ho detto!” disse il ragazzo sperando che riuscisse a utilizzare le parole giuste.

L'espressione della ragazza nel frattempo era sempre la stessa.

“Fare finta che non sia mai successo nulla?!” disse il ragazzo ponendo la frase come una domanda.

Lauren non rispose continuando a fissarlo. Alla fine il ragazzo sospirò arrendendosi e disse l'unica cosa che poteva fare terminare quel lungo e inesorabile calvario. “Ti chiedo scusa per quello che è successo! Non avrei dovuto comportarmi in quel modo!”

Lauren sorrise soddisfatta. “Bene, ti perdono e spero che una cosa del genere non si ripeta mai più!” Uscì dal suo appartamento chiedendo a chiave. “E adesso diamoci una mossa perché ho voglia di vedere Chloe!”

Si incamminarono mentre il ragazzo sorrideva. “Così alla fine ce l'hai fatta eh?!”

“Puoi scommetterci!”


 
Shonei raggiunse Chloe, Steph ed Eddie al Paradise. I ragazzi erano già seduti sul divanetto a chiacchierare. Sul tavolinetto non c'era ancora traccia di alcolici. La ragazza prese posto accanto a Eddie.

“Allora, quando si beve?!” chiese Shonei impaziente.

“Ma dove sei stata?!” le chiese Chloe.

“Ho avuto un po' da fare! Ah e per la cronaca ho una notizia sensazionale per voi!”

“Sentiamo!” disse Eddie curioso.

“Mi dispiace ma è un segreto! Almeno fino a quando non torneremo a casa!” rispose la ragazza guardando Chloe e Steph.

“Oh, non vedo l'ora!” disse sarcastica Steph.

“Ma qui non si beve oggi! Non abbiamo qualcosa da festeggiare?!” chiese Shonei.

“Ok, ordinate quello che volete!” disse Chloe.

Eddie chiamò Emily che era ancora di turno. La ragazza si avvicinò al tavolo prendendo le loro ordinazioni nel frattempo Shonei la guardava.

“Emily, diventi ogni giorno più bella o è solo una mia impressione?!”

“Ed eccola che riparte!” disse Steph.

“Shon, certo che si vede proprio che sei ritornata!” disse Eddie ridendo.

“Ma che ho detto di male?! Le ho fatto solo un complimento! Dopotutto è la verità, non trovi anche tu Chloe?!”

Il silenzio calò al loro tavolo.

“Vado a prendervi da bere!” disse Emily allontanandosi un po’ a disagio.

Shonei guardò tutti confusa. “Ragazzi, ma che cazzo significa?! Si può sapere cosa c'è che non va?! Che avete tutti?!”

Vedendo che nessuno apriva bocca Eddie rispose. “Diciamo che hai fatto la domanda alla persona sbagliata!”

“Perché?!” chiese Shonei.

Steph guardò Eddie incuriosita, ma soprattutto preoccupata che potesse sapere cosa fosse successo tra Chloe ed Emily. “Che vorresti dire?!”

“Oh avanti è risaputo che Emily ha una cotta per Chloe!”

“Cosa?!” chiese Shonei ridendo divertita. “Oh cazzo, questo non me lo hai detto Chloe! E da quando va avanti questa cosa?!”

“Ragazzi, la volete smettere?! È una cosa passata adesso!” disse Chloe.

“Ma quindi c'è stato qualcosa tra voi?! Te la sei portata a letto?!” continuò Shonei.

“No, ma sono sicuro che a Emily non sarebbe dispiaciuto affatto!” disse Eddie con ironia.

“Ragazzi, se non la finite in questo preciso istante vi giuro che me mi alzo e me ne vado! Vi ripeto che non ha più nessuna importanza questa cosa e poi si vede con qualcuno!”

“Cosa?!” dissero Steph ed Eddie all'unisono guardandola sorpresi.

“La faccenda si fa intrigante!” disse Shonei.

“Ma a me non ha detto nulla!” disse Eddie.

“Tu che ne sai di questa cosa?!” chiese Steph.

“Me lo ha detto lei prima!”

“E come mai ti è venuta a dire questa cosa?! Voleva farti ingelosire per caso?!”

“Non è venuta lei da me! Sono andata io da lei per dirle di me e Lauren e così mi ha aggiornato!”

“Fiuuuu, ahia! guai all'orizzonte!” disse Eddie.

“Tu cosa?! Perché le hai detto di te e Lauren?! Non eri mica tenuta a farlo!” disse Steph.

“No infatti, ma volevo farlo! Prima o poi si saprà di noi e volevo che lo sapesse da me!”

“E come l'ha presa?!” chiese Eddie.

“Direi piuttosto bene!”

“E chi è questa nuova fiamma?!” chiese Steph.

“Non me lo ha voluto dire anche perché sono appena tre giorni che si frequentano!”

“Aspetta! Questo vuol dire che è impegnata?!” disse Shonei.

“Sei arrivata tardi Shonei!” disse il ragazzo ridendo.

“No affatto! Sono arrivata al momento giusto invece!”

Steph ed Eddie la guardavano senza capire mentre Chloe sospirava.

“Shon ha cambiato le sue regole del cazzo per poter fare i porci comodi suoi senza avere problemi! Ma non sa che in questo modo ne avrà molti di più!” disse Chloe guardandola.

“E quali regole sarebbero?!” chiese Eddie curioso.

Così Shonei spiegò ancora una volta la sua tattica. Dopo aver esposto le sue idee, Steph ed Eddie la guardarono sgranando gli occhi.
“Tu sei completamente andata Shon!” disse il ragazzo sorridendo.

“Sai Shon, per un breve attimo ho pensato che fossi migliorata! Ora invece mi accorgo di essermi sbagliata!”

“Vedi?! Lo pensano tutti che sia una cazzata!” disse Chloe seria.

“Pensate che sia una cazzata perché non avete mai provato! Io vi dico che funziona!”

Si avvicinò Emily con le loro ordinazioni servendo tutti.

“Grazie Emily!” disse Shonei non staccando gli occhi da lei.

“Prego Shon! Se volete altro chiamatemi pure!”

“Ci puoi contare Emily!” continuò Shonei mettendo in leggero imbarazzo la ragazza che si allontanò.

“Sei un caso senza speranza!” disse Steph.


 
Allison e Chris erano fuori nel parcheggio in attesa dei loro amici. A breve si presentarono anche Lauren e Jonathan. Si salutarono tutti pronti a entrare nel locale. Mentre si avvicinavano, Allison e Lauren camminavano l'una accanto all'altra stando qualche passo dietro ai ragazzi.

“Hai mandato Jonathan a casa mia!” disse Lauren sottovoce.

“Si, lo so che adesso mi vorresti mettere le mani addosso, ma non puoi farlo altrimenti Chloe potrebbe ingelosirsi!” disse Allison ridendo.

“Ma cosa ti è saltato in mente?!”

“Ascolta, io odio quando litigate, perché mettete in difficoltà anche me e Chris! E poi non potete tenervi il muso per sempre! E lui ti doveva delle scuse per essersi comportamento da stronzo! A proposito, si è scusato?!”

Lauren in quel momento sorrise soddisfatta ricordando la scena. “Si, e gli è costato tanto!”

“Bene, questo è il minimo che potesse fare!” disse Allison prima di entrare nel locale ormai affollato.


 
“Ok, è arrivato il momento di fare un brindisi a Chloe!” disse Eddie.

“Si, sono d'accordo!” si aggregò Steph.

“Potete bere senza dire nulla per piacere?!” chiese Chloe esasperata.

“Allora inizio io!” disse Eddie. “Brindo alla mia cara amica Chloe che finalmente si è decisa di darla a qualcuno! Perché ti giuro che credevo saresti diventata una suora!”

“Ma vaffanculo Eddie!” disse Chloe ridendo.

“Ora tocca a me!” disse Shonei. “Brindo a te Chloe che ti sei appena ficcata in un vicolo senza nessuna via di uscita!”
Steph la guardò male.

“Che c'è?! Lo sapete come la penso su queste cose! Io sono contro la vita di coppia! Viva la libertà dei single!”

“Non dovresti disprezzare le coppie, infondo sono loro che ti permetteranno di mettere in pratica le tue regole per una buona attività sessuale!” disse Eddie con sarcasmo.

Shonei lo guardò pensierosa. “Lo sai che hai ragione?! Non ci avevo pensato! Comunque la tua scelta Chloe, ti permetterà di avere sempre qualcuno da scoparti tutte le volte che vuoi!”

“Sei incorreggibile!” disse Eddie mentre Steph scuoteva la testa e Chloe rideva.

“Ok, adesso tocca a me!” disse Steph. “Faccio un brindisi a te ma soprattutto a me stessa, perché finalmente qualcun altro cercherà di metterti con la testa a posto! Così finalmente potrò riposarmi! Ah e un'altra cosa! Se per caso passi la notte da lei potresti portare il gatto con te?! Non mi piace dovermi svegliare all'alba per dargli quelle cazzo di crocchette!”

Chloe annuì guardando tutti. “Ok, anche io voglio fare un brindisi! Brindo ai vostri brindisi del cazzo che sono i peggiori che io abbia mai ascoltato in vita mia! Giuro, fanno veramente schifo!” disse facendo ridere tutti.

Finalmente brindarono facendo scontrare i loro bicchieri. E mentre continuavano a ridere, Lauren e gli altri si dirigevano nella loro direzione. Appena Chloe la vide, smise di ridere! Shonei se ne accorse si voltò alle sue spalle per capire il motivo del suo repentino cambio di espressione.

“Ah, ma guardate chi c'è, che coincidenza! Forse dovremmo ripetere i nostri brindisi!”

“Ok ragazzi, adesso vi prego di non fare le solite battute del cazzo e niente brindisi! È già abbastanza imbarazzante! Quindi mi raccomando!”

Eddie già cominciava a ridere e Chloe iniziò a preoccuparsi per davvero.

“Ciao ragazzi!” disse Lauren dopo essere giunta al loro tavolo.

“Ciao Lauren!” dissero rispondendo al saluto.

Shonei si alzò subito. “Ma che bella sorpresa!” Poi si avvicinò a lei abbassando la voce. “Cosa c'è, per caso non vedevi l'ora di offrirmi da bere?!”

“A dire il vero no, quindi aspettati ancora un mio invito!” rispose sottovoce.

“Bene! Loro sono con te?!” disse Shonei indicando gli altri ragazzi.

“Si, anzi te li presento! Lui è Jonathan, poi Chris e lei è Allison! Ragazzi, lei è Shonei”.

La ragazza strinse la mano a tutti e quando arrivò ad Allison si soffermò un po' più del dovuto. La ragazza ricambiò la stretta di mano facendo buon viso a cattivo gioco. Questo perché la riteneva responsabile dell'inizio della relazione tra le due ragazze.

“Beh, credo sia il momento di scalare un po' di posto! Sedetevi con noi su!” disse Shonei.

“Lauren, prendi il mio posto!” disse Steph alzandosi.

“Oh no, resta pure dove sei Steph! Non c'è bisogno...”

“Oh avanti, non fare tante storie!” disse Shonei spingendo Lauren facendola sedere accanto a Chloe.

Si ritrovarono seduti tutti sullo stesso divanetto. Lauren, Chloe, Eddie, Steph, Shonei, Chris, Jonathan e Allison.
Chloe e Lauren si guardarono sorridendosi un po' in imbarazzo. Ricominciarono con le ordinazioni e tutti dopo un'oretta erano già un po' alticci. Le uniche persone davvero sobrie erano Lauren e Chloe. Le due ragazze ogni tanto parlottavano tra loro ma non si scambiarono nemmeno un bacio. Si sentivano poco a loro agio con gli altri. Soprattutto dopo che i ragazzi avevano iniziato a dire stronzate sotto effetto dell'alcool, raccontandosi aneddoti imbarazzanti. Ed era proprio quello che più di tutto temevano le due ragazze.

“Ok, adesso ve ne racconto una io di situazioni davvero imbarazzanti! È successo circa quattro o cinque anni fa, non ricordo per l'esattezza! Sarà perché ho la testa annebbiata in questo momento! Oppure perché il mio inconscio cerca di rimuovere il ricordo di quello che è successo!” disse Chris.

Lauren approfittò del momento di distrazione di tutti appoggiando una mano su quella di Chloe incrociando le dita con le sue.

“Ero in un bar con degli amici tra cui Jonathan!” disse Chris indicando l’amico che annuiva già sorridendo al ricordo.

“Stavamo festeggiando il compleanno di un nostro compagno! A un certo punto mi mandano a prendere da bere al bar e mentre mi sto avvicinando vedo una ragazza seduta su uno sgabello del bancone. Già a vederla da dietro con quel suo fisico santuario vado su di giri!”

Lauren si voltò verso Chloe avvinandosi al suo orecchio per non farsi sentire dagli altri. “Avrei preferito stare sola con te oggi!”

“Credo che la tua non sia stata una buona idea! Guardali, sono completamente fuori!” rispose Chloe sottovoce.

Lauren sorrise dandole un bacio sulla spalla per poi appoggiarsi con la testa.

“Era da sola a bere qualcosa! Io rimango lì imbambolato come un imbecille! I miei amici che mi hanno visto, capiscono la situazione e mi incitano ad andare da lei! Così mi faccio avanti avvicinandomi al bancone! Ragazzi quando si è voltata verso di me…”

“Aveva tre occhi?!” chiese Steph.

“No!”

“Allora aveva i baffi!” disse Allison.

“Nemmeno!”

“Aveva...” disse Jonathan.

“No, tu non parlare perché sai già com'è andata!”

“Ma allora si può sapere cosa cazzo aveva?!” chiese Shonei.

“Dici bene Shonei!” disse Jonathan ridendo.

“Jonathan smettila! Lasciatemi finire la storia! Dunque, quando l'ho vista lei era bellissima! Eravamo in estate e lei indossava un vestito davvero sexy! La gonna svolazzante si fermava all’altezza delle ginocchia, lasciandole scoperte delle gambe mozza fiato! Ragazzi, vi sareste innamorati tutti! Comunque inizio ad attaccare bottone con lei, chiacchieriamo un po' e poi le offro da bere! Stava andando tutto alla grande! Passo il resto della serata con lei e poi mi offro di riaccompagnarla a casa!  Mi invita a salire da lei e io accetto! Insomma, quando ti ricapita una cosa del genere nella vita?!”

“Sono sicuro che speri non ti ricapiti mai più considerando com'è finita!” disse Jonathan ridendo.

Lauren alzò di nuovo la testa riavvicinandosi all’orecchio di Chloe dicendo: “Andiamocene via ti prego! È una tortura!”

Chloe sorrise alle parole della ragazza ma senza dire nulla.

“Mi offre da bere e subito dopo iniziamo a... insomma avete capito no?! Si mette a cavalcioni su di me mentre ha ancora il bicchiere in mano. Continuiamo a baciarci e toccarci! Poi io lascio il mio bicchiere stringendola a me! A un tratto mentre continuo a baciarla sento qualcosa di duro qui sul mio ventre! Pensavo fosse il suo di bicchiere!”

“Oh merda santa!” disse Shonei intuendo cosa stava per dire.

“E così mentre la baciavo cerco di toglierle il bicchiere dalle mani! Ma è in quel momento che capisco che non era ciò che pensavo!”

“Ok, non so se è per via dell'alcool ma non ho capito!” disse Allison.

“Oh avanti Allison! Non era un bicchiere ma la bottiglia!” disse Jonathan facendo ridere tutti.

“Quando mi rendo conto della situazione mi alzo di colpo facendola...”

“Facendolo vorrai dire!” disse Eddie ridendo.

“Si giusto, facendolo cadere a terra! Me ne torno a casa praticamente sconvolto! Il mattino seguente mi sveglio ricordando cosa è successo e spero che sia stato solo un brutto sogno! Ma quando incontro Jonathan che si complimenta per la mia conquista, capisco che non era solo un sogno ma un incubo!”

Scoppiarono di nuovo tutti a ridere.

“Poi il qui presente Jonathan dopo aver ascoltato la mia storia, ha deciso di raccontarlo a tutti gli altri ragazzi! Mi hanno preso per il culo per mesi!”

“Dai, era troppo divertente questa storia per non condividerla con il resto del mondo!” disse Jonathan.

“Ascoltate la mia adesso!” disse Shonei.

Tutti si voltarono a guardarla in attesa tranne una. “Oh no, ti prego risparmiaci!” disse Steph.

“Allora, inizio col dirvi che è davvero difficile mettermi in imbarazzo o in difficoltà!”

“Non avevo dubbi!” disse Steph sarcastica mentre beveva un sorso del suo ennesimo drink.

“E vorrei aggiungere che in questa storia è coinvolta un’altra persona seduta a questo tavolo!”

“Chi?!” chiese Eddie curioso.

“Chloe!” rispose la ragazza.

Lauren raddrizzò le antenne alle parole della ragazza.

“No cazzo, ma che c’entro io?! Non puoi raccontare qualcosa che riguarda solo te?!” chiese Chloe.

“No, perché questa storia è stata davvero imbarazzante per me e purtroppo sei coinvolta!”

“Non so cosa stai per raccontare ma non voglio sentirla!” disse Chloe decisa.

“Nemmeno io!” si aggregò Steph.

“Io invece sì!” disse Allison.

“Anche io!” disse Jonathan.

“Si, voglio sapere anche io!” disse Lauren ricevendo uno sguardo di sorpresa dalla ragazza al suo fianco.

“Lauren!” disse Chloe.

“Non prendertela! Voglio solo sapere cosa è successo visto che coinvolge anche te!”

“Ok, la maggioranza vince quindi la racconto! Allora, forse non tutti sanno che io e Chloe siamo state compagne di avventura per un certo periodo! Passavamo molto tempo insieme dopo esserci conosciute! Ne abbiamo combinate tante! Uscivamo tipo, tutte le sere e rimorchiavamo alla grande!”

“Ed ecco che saltano fuori gli altarini!” disse Jonathan guardando Chloe ridendo.

Steph al fianco di Shonei sentiva il desiderio di alzarsi e andarsene. Odiava sentire parlare di quel periodo.

“Una sera eravamo in un pub che di solito frequentavamo! Incontriamo due ragazze che appena ci avvistano attaccano bottone con noi! Così ci sediamo tutte e quattro allo stesso tavolo e cominciamo a bere! Quando ormai eravamo abbastanza su di giri, la ragazza al mio fianco ha iniziato ad allungare le mani verso di me!”

“E l’altra?!” chiese Lauren curiosa.

“Beh, l’altra nel frattempo si occupava di Chloe! Non chiedetemi come!” disse ridendo.

Lauren si voltò verso Chloe sorridendo mentre lei voleva soltanto sprofondare. Steph non era l’unica a non volere sentire parlare di quel periodo.

“La ragazza mi chiede di andare in bagno con lei e capisco che cosa avesse intenzione di fare! Quindi ci dirigiamo verso il bagno entrando in un cabinato e iniziando a darci da fare!”


 
La ragazza chiuse la tavoletta del water facendoci sedere Shonei sopra con una spinta. Si mise a cavalcioni su di lei baciandola mentre faceva scorrere le sue mani al di sotto della sua camicia. Shonei l’afferrò dalle natiche attirandola più vicino a sé. In quel momento entrò qualcun altro nel bagno dirigendosi nel cabinato di fianco al loro. Le due ragazze si fermarono guardandosi sorridendo divertite dalla situazione. Ricominciarono a baciarsi con un po’ troppa veemenza tanto che la ragazza iniziò a gemere e Shonei per zittirla le mise una mano sulla bocca. In risposta al suo gesto ricevette un morso alla mano.

“Ahio!” disse Shonei.

La porta del cabinato affiancò si aprì e la ragazza che vi era dentro bussò alla loro. “Ma prendetevi una stanza da qualche parte! Santo cielo, siamo in un bagno! Portate un po’ di rispetto alle persone, cazzo!”

Detto questo uscì dal bagno sbattendo la porta infuriata. Le due ragazze cominciarono a ridere mentre si baciavano. Mentre Shonei fece scivolare le mani sotto la gonna della ragazza, lei la fermò.

“Fermati!”

“Cosa c’è?!”

“Penso che quella ragazza non abbia tutti i torti! Forse è il caso di spostarci altrove, se non altro staremo più comode!”

“Dici sul serio?!”

“Si, magari per rendere tutto più divertente potremmo fare una cosa a tre!” disse la ragazza afferrando i capelli di Shonei e tirandole la testa all’indietro mentre e si fiondava sul suo collo.

Shonei sembrava confusa. “Potresti spiegarti meglio?! Chi sarebbe l’altra?!”

“Chloe naturalmente! Devo dire che è davvero molto sexy” disse ridendo la ragazza.

Shonei sgranò gli occhi incredula. “Stai scherzando vero?!”

“No, non sto scherzando! Non dirmi che non hai mai fatto una cosa del genere?!” chiese la ragazza sorpresa.

“Io sono aperta a tutto credimi ma non a questo!”

“Beh, c’è sempre una prima volta!” disse la ragazza fiondandosi di nuovo sul suo collo.

“No cazzo, non posso farlo! Con lei no!” disse Shonei spingendola indietro.

“Perché no?!” chiese confusa la ragazza.

“Perché lei è una mia amica!”

“E allora?!”

“Non capisci lei è come una sorella per me! Insomma sarebbe davvero come scoparmi mia sorella cazzo!”

“Si, ma non lo è per davvero!” disse la ragazza maliziosa.


Un attimo dopo Shonei uscì dal bagno di fretta e ritornò al tavolo dove l’altra ragazza si stava letteralmente strusciando su Chloe.

“Ehi, andiamo via!” disse Shonei risoluta afferrando Chloe per un braccio trascinandola via dal pub sotto le proteste della ragazza rimasta seduta. Raggiunsero l’auto un po’ a fatica visto l’instabilità di Chloe a causa dell'alcool. Shonei l’aiutò a entrare in auto e poi salì a bordo mettendo in moto.

Mentre guidava Chloe si voltò a guardarla confusa. “Posso sapere che cazzo ti è preso?! Ero sul punto di…”

“Si, lo so a che punto eri! Però per questa sera ti accontenterai di una bella doccia fredda!”

Shonei non riusciva a rimuovere le immagini che le passavano per la mente. Immagini causate dalle parole della ragazza che ci provava con lei.

“Shonei?!”

“Che c’è?!” chiese continuando a guardare la strada stringendo il volante con forza.

“Mi guardi un attimo?!”

Shonei si girò lentamente verso di lei distogliendo subito lo sguardo.

“Ma che cazzo è successo?!”

“Nulla!”

“No, adesso tu mi spieghi che cazzo ti prende!” disse Chloe con insistenza.

Shonei girò bruscamente il volante a destra inchiodando l’auto accanto al marciapiede.

“OK, vuoi sapere cosa è successo?! Te lo dico! Quella pervertita, perché ti giuro che non saprei nemmeno come definirla, mi ha fatto una proposta assurda! Direi indecente!”

“Cioè?!”

“Voleva fare una cosa a tre!” disse Shonei senza guardarla.

“Non pensavo ti creassero problemi questo genere di cose! Da quando ti tiri indietro?!”

“Da quando la cosa a tre include te!” disse Shonei stavolta guardandola.

“Oh! Quindi ti senti sminuita dalla mia presenza?! Pensi che lei avrebbe preferito me a te o…”

“Cristo, ma quanto hai bevuto per non capire?!”

“Mi spieghi?!”

“Io avrei dovuto andare a letto con lei e con te Chloe! Noi due… a letto insieme… capisci?! Oddio, mi sento male solo a pensarci!” disse Shonei stringendo le dita di una mano sugli occhi quasi come per rimuovere le immagini che le passavano per la mente.

“Aaaah, ora ho capito!” disse Chloe annuendo seria. Poi dopo un po’ cominciò a ridere.

“Che cazzo hai da ridere?!” disse Shonei guardandola.

“Beh, il fatto che tu adesso stia immaginando una cosa a tre con me!”

“No, non è per niente divertente!”

“Cosa le hai detto?!”

“Che per me sarebbe stato come andare a letto con mia sorella! Ma questo non l’ha mica fermata!”

“Beh, effettivamente non lo siamo!”

“Chloe, non ha importanza questo! È come ti considero il vero problema!”

“Ok, non ti scaldare… sorella!”

“Ohhh piantala!” disse Shonei in imbarazzo.

“Non è che adesso quando mi guardi mi vedi nuda?!”

“Adesso ti ci metti anche tu?!”

“Dai scherzo!” disse Chloe mentre Shonei riavviò l’auto.

Appena tornarono in carreggiata Chloe si voltò a guardarla seria. Shonei ricambiò lo sguardo.

“Che c’è?!”

“Non sono il tuo tipo Shon?!” disse scoppiando a ridere.

“Vaffanculo Chloe!”


 
“E giustamente Chloe ha riservato a me lo stesso trattamento che hai avuto tu Chris! Mi ha preso per il culo per giorni!”

Mentre gli altri ridevano Steph guardò Chloe. “Come mai io non ne sapevo nulla di questa cosa?!”

“Perché le avresti dato il tormento, quindi ho preferito non raccontarti nulla! Però adesso che lo sai puoi fare quello che vuoi con il mio consenso!”

“Ehi, questo è scorretto!” disse Shonei.

“Scusate, ma vorrei porvi una domanda che forse vi risulterà un po' stupida! Tra voi donne esiste la funzione tromba amica o no?!” chiese Jonathan.

“Hai perfettamente ragione è una domanda molto stupida! Non fate caso lui, le sue domande sono sempre prive di qualsiasi senso logico!” disse Allison.

“Invece ce l'ha un senso eccome! Hai sentito il racconto di Shonei! Non toccherebbe Chloe nemmeno con dito! Giusto Shon?!”

“Assolutamente!”

“E tu Allison hai un'amica dell'altra sponda! Siete entrambe delle belle ragazze però non esiste che voi due ve la spassiate insieme!”

“Forse ti sfugge un piccolo ma importante particolare, io sono etero!” disse Allison.

“Sei etero?! Per caso sei anche impegnata sentimentalmente?!” chiese Shonei.

“No!” disse confusa Allison guardandola.

“Oh Gesù!” disse Eddie ridendo.

Chloe si coprì gli occhi consapevole di cosa passasse per la testa della sua amica.

“Ci stai provando con lei?!” chiese Steph guardando Shonei al suo fianco.

“Stavo facendo soltanto conversazione ragazzi! E comunque vorrei farvi notare che a questo tavolo ci sono altre due ragazze legate da un rapporto di amicizia, che potrebbero usarsi nei momenti di bisogno!” disse Shonei divertita.

“Chi?!” chiese Jonathan.

“Steph e Chloe, vivono addirittura insieme!”

“Cosa?!” dissero le due ragazze prese di mira.

“Ah, quindi anche tu Steph prediligi le donne!” disse Jonathan.

“No, lei non preferisce le donne! Lei vuole solo donne!”

“Sai Shon, sono ancora in grado di poter conversare con le persone! Non sono ancora impedita!”

“Quindi ditemi, voi due avete mai optato per la soluzione tromba amica?!” chiese Jonathan.

Chloe e Steph rimasero in silenzio completamente a disagio mentre Shon rideva. A un certo punto smise di ridere tonando seria quando vide le sue amiche in completo silenzio. “Oh cazzo! Non ditemi che voi due...” disse la ragazza scioccata.

Lauren strabuzzò gli occhi temendo che potesse esserci stato davvero qualcosa tra loro. Il che non le sarebbe piaciuto affatto visto che le due ragazze vivevano sotto lo stesso tetto.

“E allora?!” chiese Shonei.

“Non c'è stato nulla tra noi!” disse Steph.

Shonei si voltò verso Chloe. “E tu che mi dici?!”

“Che ti devo dire?! Non è successo niente di quello che pensi!”

“Però qualcosa è successo! Oh avanti, ti conosco Chloe! Racconta!”

Chloe stufa di quella serata che andava di male in peggio, decise di raccontare come erano andate le cose per mettere fine a quella situazione fastidiosa.

“E va bene!”

“Chloe, no!” disse Steph.

“È successo qualcosa e adesso voglio sapere tutto!” disse Shonei insistendo.

Anche gli altri si unirono al desiderio di sapere cosa fosse successo. Steph sospirò arrendendosi.

“Io e Steph una sera eravamo uscite per bere qualcosa! Abbiamo incontrato alcune ragazze con cui siamo state quasi tutta la serata! Loro bevevano tanto e a un certo punto abbiamo pensato che quella serata sarebbe potuta finire solo in un modo! Eravamo convinte, finché non entra nel bar un tizio che per l'esattezza era il padrone! Davvero un bel tipo! Le ragazze in quel preciso istante hanno perso l'interesse per noi! Erano tutte etero!”

Eddie scoppiò a ridere. “Perché non mi risulta nuova questa storia?! Ah già, Steph prende sempre delle sbandate con le etero!”

“Ah ah, come sei simpatico Eddie!” disse Steph.

“Comunque torniamo entrambe a casa con la coda tra le gambe e una bella doccia fredda ad attenderci!”

“Qui si fa interessante!” disse Jonathan.

“Eravamo nella mia stanza a chiacchierare della serata e di altre cose e a un certo punto...”


 
“Deve essere fastidioso innamorarsi di una etero!” disse Chloe sdraiata sul letto con la sua amica al fianco.

“Già! Immagina quanto posso essere pulita!”

“Questa non l'ho capita!” disse Chloe girandosi verso di lei.

“Sto sempre sotto la doccia!”

Scoppiarono a ridere guardando il soffitto.

“Allora al diavolo i sentimenti! Può andar bene anche solo il sesso!”

“Chloe, ti vorrei ricordare che siamo tornate a casa senza aver concluso un cazzo stasera!”

“Giusto, che serata di merda!” disse ridendo.

“Mi sa tanto che ci dobbiamo accontentare della nostra compagnia!” disse Steph.

Chloe si voltò a guardarla. “Compagnia nel senso platonico della cosa o...”

“Ehi! Certo che mi riferivo a una cosa platonica!”

Cominciarono a ridere come matte poi tornarono serie guardandosi.

“E se invece provassimo a...” disse Chloe interrompendosi.

“Mi stai prendendo in giro?!”

“No! Tanto è solo...!”

“Sesso?!”

“Si!”

“E se poi ci scappa altro?!”

“Vorrà dire che ci sarà altro!”

“Secondo me avevamo troppe aspettative per questa sera!” disse Steph ridendo.

“Lo penso anche io e la delusione è stata tanta!”

“Proveresti davvero?!”

“Tu vuoi?!”

“Solo se lo vuoi tu!” rispose Steph.

“Ok, allora proviamo!” disse Chloe.

Si girarono completamente l'una verso l'altra e si avvicinarono lentamente finché si baciarono. Ma il loro bacio non era altro che un gesto fine a sé stesso. Non c'era nessun trasporto, nessun desiderio. Si staccarono riaprendo gli occhi guardandosi in modo strano.

“Beh, buonanotte Steph, è stato davvero interessante!”

“Si infatti, buonanotte Chloe!”

Si girarono ognuno verso il proprio lato voltandosi le spalle a vicenda per mettersi a dormire.


 
Shonei e Jonathan scoppiarono a ridere. Steph e Chloe erano in imbarazzo mentre Lauren tirava un sospiro di sollievo.

“E comunque questo dimostra la mia teoria di come due amiche non potranno mai finire a letto insieme solo per il piacere di farlo! Almeno io non ne ho mai viste con i miei occhi, quindi di regola non esistono!”

“Anche le stronzate che escono dalla tua bocca non si possono vedere eppure esistono!” rispose Allison lanciando una frecciatina al suo amico.

“E ti ha dato il ben servito!” disse Chris a Jonathan ridendo.

“Beh, voi continuate pure con le vostre stronzate! Io mi vado a fumare una sigaretta fuori!” disse Shonei.

“Io invece vado un attimo in bagno!” disse Chloe lanciando un’occhiata strana a Lauren ma lei non colse il significato.


Quando Chloe arrivò in bagno si appoggiò a un lavello in attesa che Lauren la raggiungesse. Vedendo che la ragazza non si decideva ad arrivare, prese il telefono per inviarle un messaggio. Appena iniziò a digitare entrò Allison.

“Credo che Lauren non abbia capito cosa intendevi con “andare in bagno” disse Allison sorridendo.

“Ah, infatti sembrava strano che ancora non arrivasse!”

“Scusa se ho approfittato della situazione ma vorrei parlarti!”

“Ok, va bene! Dimmi pure!”

“Chloe, io credo che tu sia una brava persona! Sei simpatica e quant’altro, però non sono molto entusiasta che tu sia diventata la ragazza di Lauren!”

Chloe rimase sconcertata dalle parole della ragazza. Tutto si sarebbe potuta aspettare ma non quello.

“Non prenderla sul personale! Non ho assolutamente nulla contro di te, ma io sono preoccupata per la mia amica! Non voglio che soffra ancora! Sono sicura che ti abbia raccontato un po' la sua storia e...”

“Si, lo ha fatto! So cosa ha passato! E adesso anche lei sa di me!”

“Io non sono molto convinta che la vostra relazione possa funzionare! La conosco e so che è una che si sacrifica per gli altri, mettendo sempre i suoi bisogni al secondo posto pur di fare star bene la persona che ama! Anche a costo di rimetterci lei personalmente! E tu sei una persona un po' problematica e non sei partita proprio bene, perché già l'hai fatta soffrire ancora prima di iniziare la vostra storia! Ti giuro che quando ho sentito la faccenda dei venti dollari, volevo venire a spaccarti la faccia ma lei ovviamente me lo ha impedito!”

“Allison, lo so di aver sbagliato e mi dispiace! Mi sono già scusata con lei e mi ha perdonata! Noi siamo del tutto consapevoli che la nostra storia può andare in qualsiasi modo! Non abbiamo la sfera di cristallo per poter sapere in anticipo cosa succederà! E aggiungo che lo trovo al quanto presuntuoso da parte tua dire di sapere che non può funzionare! Io capisco che sei preoccupata per lei e apprezzo che abbia un’amica come te, ma non puoi intrometterti così! Non puoi decidere per lei! Lauren è una persona adulta e responsabile, sa prendere le sue decisioni da sola!”

“Non metto in dubbio che lei lo sia, ma tu lo sei Chloe?!”

“Si, lo sono! Per me non è solo un gioco! Lauren mi interessa davvero e che tu ci creda o no ho buone intenzioni!”

Allison annuì con le braccia incrociate poco convinta. “Ok, va bene! Ma se un giorno tu dovessi finire in qualche baratro, ti chiedo solo di non trascinarla giù con te!”

Si avviò verso la porta e prima di uscire le disse: “Te la chiamo io!”

 
La conversazione con Allison non le era piaciuta affatto, perché per quanto sapesse di non essere più la persona irresponsabile di un tempo, non aveva la certezza di cosa la vita le potesse riservare. In quel momento l’insicurezza prese il sopravvento su di lei. Appoggiata di spalle al lavello e presa dai suoi pensieri, non si accorse nemmeno quando Lauren entrò nel bagno avvicinandosi a lei.

“Chloe, scusami tanto sono davvero un’idiota! Non avevo mica capito che volevi che ti seguissi qui!”

La ragazza le si piazzò davanti avvolgendo le sue braccia attorno ai fianchi di Chloe. “Ehi, va tutto bene?!” chiese preoccupata notando lo sguardo perso della ragazza.

“Si, è tutto ok!”

“Non è vero!”

“Infatti, non è vero! A partire da domani noi usciamo da sole ok?! Non li voglio più tra i piedi quelli!” disse Chloe riferendosi ai loro amici.

Lauren cominciò a ridere. “Dai non fanno così schifo!”

“Ma la tua idea di passare la serata tutti insieme sì!”

“Oh avanti, non possiamo mica evitarli! Non sarà di certo la prima e ultima volta che staremo tutti insieme!”

“Li possiamo vendere, anche se tecnicamente sono di seconda mano!”

“Non parlare così… chi cavolo se li prenderebbe?!” disse Lauren stando allo scherzo.

Cominciarono a ridere entrambe mentre Chloe ricambiava l’abbraccio di Lauren.

“Vieni a dormire da me?” chiese Lauren.

“Non posso!”

“Perché no?!”

“Prima che voi arrivaste Shonei ha detto di doverci dare una notizia! Però lo farà solo quando torneremo a casa!”

“E va bene, non insisto!” disse Lauren sospirando.

“Wow, ti sei già arresa?!”

“Si, se si tratta di Shonei si!”

“Mi devo iniziare a preoccupare?!”

“Cosa?! Ma sei matta?! Non ho nessun interesse nei suoi confronti ma le devo molto!”

“Perché adesso stai con me?!”

“Si!”

“Non ci credo che lei non ti piaccia per niente!”

“Non ho detto questo infatti! È davvero molto bella ma sono perdutamente innamorata di un’altra persona”.

Quando si staccarono Chloe disse seria: “Sei sicura di questo?!”

“Di cosa?!” chiese confusa Lauren.

“Di voler stare con me!”

“Si e non dubitarne mai!”

“E se le cose non…”

“Chloe, non voglio sapere niente di quello che succederà dopo! A me interessa solo stare con te, adesso!”

“Ok, ti posso almeno riaccompagnare a casa?!”

“No, tu non puoi, tu devi!” disse Lauren ridendo.


 
Così tornarono dagli altri per avvisarli che sarebbero andate via sotto lo sguardo malizioso di tutti, tranne quello di Shonei che era ancora fuori a fumare. Quando le ragazze uscirono fuori dal locale videro Shonei appoggiata alla sua macchina nel parcheggio a fumare mentre avevo lo sguardo fisso sul telefono.

“Noi andiamo via Shon!” disse Lauren mentre continuava a seguire Chloe verso la sua auto.

“Di già?!” disse Shonei alzando gli occhi dal telefono.

“Si!”

“State andando a fare quello che penso?!”

“No, Chloe mi riaccompagna solo a casa!”

“Si, state andando a fare quello che penso!”

“Shon piantala!” disse Chloe aprendo lo sportello dell’auto. “Ci vediamo tra un po’!”

“Sei troppo veloce Chloe! Sai che questo non va bene in una relazione?!”

Chloe roteò gli occhi al cielo entrando in macchina mentre Lauren rideva.

“A presto Shon!” disse Lauren chiudendo lo sportello.

Poi guardò Chloe divertita. “Ma lei è sempre così?”

“Oh credimi, è anche peggio di così!”


Si allontanarono con l’auto mentre Shonei ritornava al suo telefono. Fra le varie auto parcheggiate, ce n’era una un po’ distante con un ragazzo a bordo che la teneva d’occhio mentre fumava una sigaretta. Con la mano appoggiata al volante continuava a guardare la ragazza con un sorriso poco rassicurante. “Con chi sarà al telefono?” chiese a sé stesso visto che era solo nell’abitacolo.
 


“Arrivate!” disse Chloe fermando l’auto davanti al palazzo in cui abitava la sua ragazza.

“Non posso chiederti di salire vero?”

“Non ti eri arresa?”

“Me ne sono già dimenticata”.

“Oggi non posso proprio”.

“Ok, però prima di andare vorrei chiederti una cosa”.

“Spara”.

“Quando Shon stava raccontando di quella cosa che le è successo, ho notato che non eri proprio a tuo agio. Puoi spiegarmi perché?”

“Perché in quel periodo non ero completamente in me! Sono ricaduta nei soliti vizi di merda! Io non vado fiera di cosa facevo! Chi mi ha conosciuta in quel periodo può pensare soltanto le peggiori cose di me! Vorrei tanto poter cancellare tutto ma non posso farlo, quindi tento almeno di non pensarci e soprattutto parlarne! Ma questo non cambia le cose quindi…”

“Chloe…” disse Lauren avvicinandosi a lei facendola voltare verso di sé. “Non mi importa cosa hai fatto in passato e mi importa ancora meno sapere cosa pensano gli altri di te! Io ti sto conoscendo adesso e mi piaci così come sei! Non cambierei niente di te!”
“Ma il passato farà sempre parte di me, di ciò che sono adesso!”

“Per me puoi aver fatto qualsiasi cosa ma niente cambierà quello che sento per te!”

Si avvicinarono baciandosi e quando si staccarono Lauren aggiunse ironica: “Tranne se hai ucciso qualcuno per un lecca-lecca, in quel caso ci sarebbero dei seri problemi!”

“Oh cazzo, allora la nostra relazione non può funzionare!”

Risero entrambe baciandosi di nuovo con trasporto e quando la situazione stava sfuggendo loro di mano, Chloe si staccò immediatamente. “Ok, scusami ma adesso devo proprio andare o non mi vedranno rientrare neppure oggi!”

“E va bene, allora a domani! Buonanotte” disse Lauren dandole un ultimo bacio a stampo.

“Buonanotte Lauren!”

 
 
Nel frattempo Shonei e Steph erano rientrate nell’appartamento. Entrambe avevano notato un particolare ma decisero di ignorare. Steph si tolse le scarpe sedendosi sul divano appoggiando i piedi sul tavolinetto davanti. “Cazzo, che sonno!”

“Ehi, non provare ad addormentarti! Devi aspettare che torni Chloe!” disse Shonei.

“Ma tanto secondo me non torna nemmeno stasera!”

“In effetti c’è quel rischio! Io non tornerei a casa!”

“Tu sei un caso a parte Shon!”

“Si è vero!” disse Shonei sedendosi accanto a lei.

Dopo qualche minuto di silenzio Steph di togliersi la curiosità. Ci aveva pensato tutto il giorno.

“Perché non me lo hai detto?”

Shonei si voltò a guardarla confusa. “Detto cosa?”

“Che hai parlato con Lauren per cercare di convincerla a tornare al locale”.

“Non lo so, avrei dovuto?”

“Si”.

“Perché? Non ho fatto niente di che e poi è stata Chloe a risolvere la situazione con Lauren andandosi a scusare con lei”.

“Si, ma tu hai permesso che questo avvenisse facendo ritornare Lauren al Paradise. Non ci veniva più. È stato un gesto carino da parte tua cercare di farle riappacificare e non me lo aspettavo”.

“Perché di solito sono una stronza egoista?”

“Non volevo dire questo ma si, lo sei”.

Risero entrambe.

“Ok, se questo voleva essere un ringraziamento da parte tua allora…”

“Lo è infatti ma non farci l’abitudine”.

“Non mi permetterei mai Steph”.

“Bene, adesso vado al bagno altrimenti scoppio”.

“Ok” disse Shonei alzandosi per raggiungere la stanza di Chloe e prendere la sua roba che non aveva più portato nell’altro appartamento di fianco.


Dopo poco tempo sopraggiunse Chloe che entrò concentrata a leggere un messaggio di Asher. Poi alzò la testa non trovando nessuno. “Sono a casa! Dove cazzo siete?!”

“Io sono in camera e Steph è al cesso!” disse Shonei urlando dalla stanza.

“Qui manca qualcuno però, dov’è Flerk?! Flerk! Fleeeerk!”

Chloe iniziò a cercarlo un po’ ovunque senza trovarlo. Bussò alla porta del bagno. “Steph, non è che per caso c’è Flerk lì dentro?!”

“No, credimi me ne sarei accorta dal mio sangue versato sulle piastrelle!”

“Ok, Shon hai visto Flerk?!”

“Si, credo che fosse nel porta ombrelli all’entrata!” rispose la ragazza dalla camera.

“Ah ok… cosa?! Ma come nel porta ombrelli?!” disse Chloe avvicinandosi di fretta alla porta dopo aver realizzato cosa avesse detto effettivamente Shonei. La ragazza sgranò gli occhi preoccupata guardando in che posizione fosse Flerk. Il sedere e le zampe posteriori sporgevano fuori dal porta ombrelli, mentre tutto il resto del corpo era al suo interno. “Ma porca miseria Flerk, cosa cazzo ci fai lì dentro e soprattutto come ci sei arrivato?!”

In quel momento uscì Steph dal bagno guardando la scena. “Aww, povero piccolo è ancora lì dentro?! Ha cercato di suicidarsi ma è così indemoniato che nemmeno la morte lo vuole!” disse la ragazza con sarcasmo.

Chloe lo tirò fuori portandoselo in braccio mentre lui miagolava. “Flerk, ma che cosa volevi fare, eh?! Certo che se avete visto, avreste potuto tirarlo fuori da lì!”

“Scusami, non ci avevo pensato! Credevo fosse il suo modo di tenersi informa” disse la ragazza uscendo dalla stanza con i bagagli.

“Ma che cazzo fai?!” le chiese Chloe mentre accarezzava il gatto.

“Io?! Ho preso la mia roba!”

“Questo lo vedo ma perché?!”

“Perché vado via!”

“Cosa?! Ma hai ancora qualche giorno!” disse Chloe guardando poi Steph pensando che fosse lei la causa.

“Non guardarmi così, sono più sorpresa io di te! Le ho detto che poteva fermarsi anche più a lungo rispetto al tempo prestabilito!”

“Davvero?!” chiese Chloe sbalordita.

“Si!”

“Ragazze, non litigate per me è tutto ok! Vi ringrazio per avermi ospitato, soprattutto te Steph, perché so quanto ti è costato! Però adesso è arrivato il momento di andare altrove! Sappiamo tutte che la mia sistemazione qui era temporanea!”

“Si, lo sappiamo questo ma hai un posto dove stare?!”

“Certo Chloe, altrimenti approfitterei ancora della vostra ospitalità!”

“Ok, allora va bene! Ma non puoi andare via domani?! Adesso è un po’ tardi!”

“Non preoccuparti ci metterò un attimo ad arrivare!”

“Va bene, ti dò una mano a portare la tua roba di sotto allora!” disse Chloe lasciando il gatto e prendendo qualche borsone.

“Ok, se proprio insisti!” disse Shonei dirigendosi verso la porta e uscendo dall’appartamento sotto gli occhi di Steph che non riusciva a credere a ciò che stesse succedendo. Trovava tutto molto strano.

Shonei svoltò a destra e Chloe si fermò di colpo nel corridoio guardandola. “Ma dove cazzo vai Shon?!”

“A casa!” rispose la ragazza aprendo la porta dell’appartamento successivo. “Et voilà, sono arrivata! Ti avevo detto che non ci avrei messo molto!”

Chloe la guardò allibita mentre il borsone le sfuggiva dalla mano finendo a terra. Uscì anche Steph dall’appartamento quando vide la reazione di Chloe, non sapendo che diavolo stesse succedendo. Quando vide Shon dinanzi alla porta del suo vecchio appartamento quasi si sentì mancare. Provava sentimenti contrastanti in quel momento. Da una parte si sentiva responsabile dell’allontanamento della ragazza dall'appartamento a causa del loro rapporto non proprio idilliaco. Dall'altra invece era in ansia al solo pensiero che la ragazza vivesse a un passo da loro.

“Accidenti che facce ragazze! Pensavo che avreste preso la notizia decisamente in modo diverso!”

“Si… è solo che non me lo aspettavo!” disse Chloe. “Mi fa piacere che tu torni a vivere qui, ma mi chiedo come diavolo hai fatto!”

“Ho parlato con Roger e lui ha accettato!”

“Davvero?!” chiese Chloe sorpresa.

“Un momento!” intervenne Steph. “Come farai a pagare l’affitto se non hai neanche un lavoro?!”

“Ti sbagli Steph, io ce l’ho un lavoro!”

“Allora ieri mi hai mentito?! Hai detto di non aver avuto nemmeno il tempo di cercarlo!”

“Infatti, ma poi mi si è presentata un’ottima occasione e l’ho colta al volo!”

Chloe restò a guardare tra loro non sapendo di cosa parlassero. Era mancata soltanto un giorno eppure erano successe delle cose nella sua breve assenza. Steph aveva concesso più giorni a Shon. E fino a qui tutto ok, se non fosse per un unico dettaglio, non la sopportava affatto. Poi Shon in tutto il tempo che era stata ospitata da loro non aveva cercato un lavoro per chissà quale ragione. E ora inaspettatamente aveva trovato un’occupazione come se le fosse cascato tra le braccia per magia o per un colpo di fortuna. Per di più era riuscita ad ottenere lo stesso appartamento dal quale anni prima era stata sbattuta fuori! Come era riuscita a convincere Roger rimaneva un mistero per lei. Chloe le guardò confusa poi sorrise.

“Cazzo, questa sì che è una notizia!” disse Chloe avvicinandosi per abbracciarla.

Chloe e Shonei si staccarono dall’abbraccio mentre Steph continuava a guardarla impassibile. “Che tipo di lavoro è Shon?!”

Shonei la guardò in silenzio mentre il sorriso si spegnava sulle labbra. “È un lavoro come tanti Steph! Cosa c’è, per caso non ti fidi?!”

“È solo che la storia sembra ripetersi! Non abbiamo mai saputo che lavoro facessi anni fa! A quanto pare non lo sapremo neppure adesso!”

Non dissero più nulla continuando a guardarsi a distanza.

“Avanti ragazze, lasciamo perdere per adesso! È tardi e domani dobbiamo andare tutte a lavoro no?! Ne riparleremo, non c’è tutta questa fretta!” disse Chloe.

Steph continuò a guardarla e poi scuotendo la testa rientrò nel suo appartamento.

“Per quanto mi riguarda sono felice di riaverti qui!” disse Chloe appoggiandole la mano su una spalla per risollevarle il morale.

“Grazie Chloe!” disse Shonei sforzandosi di sorridere.


 
Seattle

Kate, sfinita dopo una giornata passata sui libri decise di andare a dormire. Subito dopo essersi infilata sotto le coperte le arrivò un messaggio sul telefono.

Timothy: Ciao Kate.

Kate: Ciao Tim.

Timothy: Volevo farti solo un saluto.
-          Domani mattina parto molto presto.
-          Mi dispiace tantissimo di non aver avuto l'opportunità di passare con voi anche questa sera. 😢

Kate: Non disperare, avremo ancora modo di vederci.

Timothy: Giusto, non manca poi tanto alla vostra partenza.
-          Non vedo l'ora che vi trasferiate a Portland anche voi, così potremo passare più tempo insieme e divertirci.
-          Soprattutto conoscerci meglio. 😀

Kate: Avvisaci quando arrivi a Portland così sapremo che stai bene.

“Ma che diavolo sto scrivendo?! Adesso chissà cosa penserà!”

Il ragazzo ci mise un po' a rispondere.

Timothy: Ti preoccuperesti per me? 🙂

“Ecco, lo sapevo che finiva così!” disse arrossendo, grata che lui non potesse vedere quanto fosse in imbarazzo.

Kate: È normale, sei il cugino della mia amica e se ti succedesse qualcosa lei ne soffrirebbe.

Timothy: Ah, quindi se mi succedesse qualcosa saresti preoccupata per Victoria. 🙁

“Di male in peggio!” disse Kate.

Kate: Ma no, che dici? Certo che sarei preoccupata anche per te.

Timothy: Questo mi consola.
-          Adesso posso partire con il cuore in pace. 😛

Kate: Sei tutto matto. 🙂

Timothy: Adesso ti lascio la buonanotte.
-          A presto Kate.

Kate: Buonanotte anche a te e buon viaggio per domani.

Timothy: Grazie 😉

Kate appoggiò il telefono sul suo comodino e chiuse gli occhi sorridendo.

 

Victoria aprì il cassetto della sua scrivania prendendo la lettera e rimanendo a fissarla per qualche istante. Stava per strapparla ma si bloccò sbuffando. Riaprì la busta rileggendo la lettera ancora una volta pensando a Max.

 

Portland

Chloe era a letto quando le arrivò un messaggio di Lauren.

Lauren: Allora, la notizia di Shon è bella?

Chloe: Credo di sì.

Lauren: Bene, mi fa piacere saperlo.
  • Magari me ne parlerai domani davanti a una buona tazza di caffè.
  • Ora ti lascio non voglio tenerti ancora sveglia.
  • Buonanotte Chloe. 💋💋💋
Chloe: Buonanotte Lau e per carità niente emoji.

Lauren: Ok, va bene. Ti amo Chloe. ♡♡♡

Chloe sorrise scuotendo la testa, rileggendo più volte le sue ultime parole.


Steph continuava a rigirarsi nel suo letto senza riuscire a chiudere occhio. Uno strano malessere si era impossessata di lei dal momento che aveva saputo che Shonei sarebbe restata a vivere a un passo da loro.


Nemmeno Shonei riusciva a chiudere occhio, così si alzò dal letto del suo vecchio appartamento per andare a fumare ripensando alla sua situazione e sperando per il meglio.

 

Il ragazzo in macchina, osservava il plesso condominiale nel quale la ragazza era entrata. La teneva d’occhio da poco eppure era già riuscito a ottenere qualche informazione importante. Aveva notato altre ragazze parlare con lei, presumibilmente delle sue amiche, una delle quali era entrata nello stesso condominio di Shon. Inoltre il Paradise poteva essere uno dei posti frequentati abitualmente dalla ragazza. Inviò un messaggio al suo capo per aggiornarlo sui primi risultati ottenuti dalla sua sorveglianza. Matthew vide la ragazza uscire fuori al balcone e accendersi una sigaretta.
“Ti ho in pugno Shonei!” disse il ragazzo con un sorriso tutt'altro che rassicurante.
Subito dopo avviò l’auto allontanandosi dal parcheggio per tornarsene a casa.



Steven lesse il messaggio ricevuto da Matthew.

Matthew: Credo di sapere dove vive Shon, chi siano alcune delle sue conoscenze e anche dove bazzica. Questo è soltanto l'inizio...

Steven: Ben fatto Matthew.

Finalmente avrebbe scoperto chi si nascondeva dietro al furto causato ai suoi danni. Non gli importava nulla della merce persa o dei soldi. Voleva solo scoprire l'autore di tale gesto e quando lo avrebbe scoperto, non ci sarebbe stato niente e nessuno a fermarlo dal suo intento di eliminare il colpevole e chiunque altro fosse implicato nella faccenda. Nessuno doveva osare intromettersi nella sua vita danneggiando l’attività. L'uomo sorrise soddisfatto dell'operato del ragazzo.

 
                                                                                                                                              Continua…
 
   
 
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