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Autore: eddiefrancesco    23/09/2021    1 recensioni
Quando scopre che la nonna, eccentrica gentildonna con il vezzo del mecenatismo, ha una nuova dama di compagnia, Marcus, conte di Hawkridge, si precipita nel Devon.
Gli basta un'occhiata per capire che la ragazza in questione non è la solita approfittatrice, ma questo non significa che la giovane non abbia qualcosa da nascondere.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Storico
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«Un paio di giorni a letto e molta tranquillità, ecco la migliore medicina. Le lascerò una dose di laudano, cara signora Chantry, ora che sappiamo che la ferita alla testa non è grave, ma immagino che la signora riuscirà a dormire anche da solo.» Concluse il medico. «Soprattutto dopo la notte scorsa» convenne la contessa. «Marc è entrato ogni ora, a dirci di svegliarla per vedere se era ancora cosciente. Che assurdità da parte sua. Amy non è mai svenuta, vero, cara?» Amy aprì la bocca per rispondere. «Una di quelle nuove stranezze, svegliare il paziente che ha preso una botta in testa.» Amy richiuse la bocca. «Non può far male, immagino. E ora, prima che me ne vada...» Il dottore guardò la contessa, corrucciato. «Mi dica, chi ha raccontato al signor Tweedy che c'è una gravissima epidemia di varicella al villaggio?» La contessa sgrano' gli occhi con aria innocente. «Santo cielo, non ne ho idea. Perché lo chiede?» «Semplicemente perché Tweedy ha bussato a casa mia questa mattina, prima ancora che facessi colazione, e ha voluto la mia opinione su un foruncolo che aveva sul naso. Quell'uomo è un idiota. C'era una valigia sul suo calesse... Darsela a gambe per un po' di varicella!» «Ma pensa. Ovviamente, ho detto a lord Colborough che una delle nostre cameriere si è ammalata, ma non riesco a immaginare perché lui avrebbe dovuto passare l'informazione al signor Tweedy. Cosa ne pensi, Amy?» Lei rinunciò perfino ad aprir bocca. «Ebbene, signora Chantry, tornerò a visitarla domani» concluse il dottor Twinhoe, andandosene. «Nel frattempo, non voglio che lasci il letto. Non c'è motivo di farlo.» «No di certo, dottore» approvò la contessa.«La accompagno.» Appena fu sola, Amy sospirò. Aveva tutti i motivi di lasciare il letto. Aveva preso la decisione la sera prima, quando la confusione si era quietata e tutti si erano convinti che lei fosse scesa alla spiaggia a prendere un po' d'aria fresca e fosse inciampata. Aveva il vago ricordo che fosse stato Marc a raccontare a tutti quella storia, ma lei non si era illusa che ci credesse. Aggrotto' la fronte. C'era qualcos'altro che lui aveva detto. Quando erano sul cornicione. Qualcosa che le era parso importante, ma che era andato perso nella confusione del momento. Un attimo, poi scosse la testa. Non aveva più importanza. Gli avrebbe raccontato tutto. A qualunque costo. Non era solo per la sicurezza di Lucinda. Lei era sinceramente convinta che il suo intervento non fosse necessario, essendo la ragazza così ben protetta. Semplicemente, non poteva continuare a mentirgli. Doveva andare da lui. Subito, finché ne aveva il coraggio. Muovendosi con cautela, Amy scese dal letto e cominciò a vestirsi. Camminare su e giù per la terrazza stava diventando un'abitudine. Marc sospirò. Non vedeva l'ora che Amy si svegliasse per poter mettere le carte in tavola. Educatamente, certo. Non si sarebbe messo a sbraitare. Dopotutto, lei aveva passato una terribile prova. Ma sarebbe stato fermo. Lei doveva sposarlo. Lui non avrebbe ammesso alcuna sfida. Amy poteva scordarsi la sua indipendenza per cinque minuti e ammettere che aveva bisogno di lui. Le aveva salvato la vita, dannazione! Le aveva dimostrato che quando un maschio prendeva in mano la situazione, non ne derivava necessariamente un disastro. Anzi, se qualcuno aveva causato un disastro, in quell'occasione, quel qualcuno era stato proprio lei. Si fermò di nuovo, gli occhi stretti, e ricordo' che Amy non gli aveva ancora spiegato cosa ci facesse su un sentiero come quello, visto che soffriva di vertigini. Qualcosa gli diceva che la risposta a quella domanda sarebbe stata cruciale. «Ehm... milord? Posso parlarle?» Un pugno gigante gli colpì il cuore. Tutte le strategie riguardo a cortesia, considerazione e comportamento civile caddero a terra e si infransero. Amy stava a pochi metri di distanza, con l'aria di una che è stata pestata con una mazza. «Cosa diavolo ci fai fuori dal letto?» sbraito' lui. «Dannazione, Amy, devo infilarmi io sotto le coperte con te per assicurarmi che tu ci resti?» Amy sbatte' gli occhi alla domanda e resistette all'insana tentazione di annuire. Aveva la sensazione che, se l'avesse fatto, si sarebbe ritrovata a letto con Hawkridge in un battibaleno. «Basta! Questa è l'ultima goccia!» urlò lui. Lei lo guardò allibita, chiedendosi a cosa mai si riferisse. «Ho aspettato.» Lui si fermò e la trafisse con uno sguardo accusatore. «Ho fatto quello che hai chiesto, e guarda cos'è successo! Per poco non ti ammazzavi!» «Ma...» «E perché? Perché stavo aspettando. Che tu mi dicessi cosa stai nascondendo. Che ti fidassi di me. E tu lo hai fatto? No! Sei rimasta abbarbicata a quella tua dannata indipendenza.» «Ma...» «Basta così! Ti ho lasciato le briglie sciolte abbastanza a lungo. Ora le tiro.» Lei strinse gli occhi. «Prego, milord?» «Sono tornato a essere 'milord', oggi, eh? Ma guardati!» Uno strattone e lui le tolse di dosso lo scialle che lei si era drappeggiata sulle spalle. Amy lo guardò volteggiare fino alle piastrelle. Poi trasali' quando Hawkridge le sfiorò le escoriazioni sulle braccia. Un visibile tremito lo percorse. La sua voce si fece roca. «Misericordia. Guardati, Amy.» Lei guardò lui, invece, e dilato' gli occhi vedendo la violente emozione sul suo viso. «Milord...» «Zitta» mormorò Marc, prendendola tra le braccia. «Andrà tutto bene, piccola Amy.» Chinando la testa, lui le prese le labbra. Fu il bacio più dolce, più tenero, più intensamente struggente che Amy avesse mai potuto immaginare. No, si corresse sognante. Non avrebbe mai potuto immaginare un bacio così. Le braccia di lui la stringevano con la massima cura, cullandola. Lei smise di pensare e si concesse di sentire. Solo per quel momento. Solo per quell'unico bacio. Nessuno poteva negarle almeno quello, prima che fosse costretta a distruggere tutto ciò che... No! «Amy, cosa c'è, amore? Ti sei irrigidita...» Lei si staccò dalle sue braccia. «Devo... devo parlarti.» «Si, lo so.» «Non... non ti ho ancora ringraziato per avermi salvato la vita. A rischio della tua.» «È stato un piacere» disse lui, con un sorriso malizioso. «Pretendero' la mia ricompensa quando ti sarai ripresa.» «Be', mi hai già baciata fino a farmi perdere i sen...» Amy degluti'. «Così, ti ricordi di quello che ti ho detto ieri sera.» Lui sogghigno'. Poi la vide ondeggiare. «Siediti, prima di cadere.» Lei si sentì pilotata fino a una delle seggioline che arredavano la terrazza. Vi si lasciò cadere, grata. «E ora...» «Prima che tu inizi...» E prima di perdere il coraggio. «Ho qualcosa da dirti, Marc.» «Anch'io» disse lui.«E ho aspettato anche troppo per dirlo. Anzi, tanto a lungo da confermare la mia opinione che aspettare che certe persone tornino in sé è inutile.» Lei raddrizzo' la schiena. Alzò il mento. «Consideri 'tre giorni' un tempo eccessivo?» «Più che eccessivo.» «Ebbene! Non posso dire altro che...» Lei si interruppe, a un tratto consapevole del fatto che non sapeva cosa dire. «Perché stiamo discutendo? Non è successo nulla a lady Hawkridge. E, riguardo a me, tu cosa stavi aspettando? Perché dovrebbe importarti se mi fido di te o no? Perché...» «Perché tu mi sposerai, dannazione! Sarebbe gratificante se ti fidassi anche di me.» Marc guardò la faccia sbalordita di lei per un secondo, poi si voltò e fece alcuni passi impazienti. «Per tutti i diavoli!» Amy lo guardò, la testa che le girava per lo sgomento. Non riusciva a pensare. Non poteva parlare. Non poteva muoversi. Forse non aveva sentito bene. Quando Hawkridge girò sui tacchi e le tornò vicino, lei non aveva mosso neanche un ciglio. Lui le si sedette accanto e le prese una mano. «Amy, so che preferisci combattere personalmente le tue battaglie, ma l'episodio di ieri sera ha dimostrato che non puoi combatterle tutte da sola. Voglio il diritto di proteggerti. Di... di prendermi cura di te. Tu mi sposerai.» «Ma...» Qualcosa tremo' e minacciò di spezzarsi in lei.
   
 
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