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Autore: JoyStuck    24/09/2021    0 recensioni
Mid- Season 3: Daryl viene catturato a Woodbury durante una missione di salvataggio. Il Governatore ha una particolare intuizione su come torturarlo per ottenere informazioni sul nuovo gruppo nei dintorni.
Genere: Angst, Hurt/Comfort | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Daryl Dixon, Il Governatore, Merle Dixon
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Contenuti forti
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Si era beccato diversi colpi in faccia quando aveva cercato di resistere, ma era comunque riuscito a rendere legarlo a quella specie di uncino una vera impresa.
Ora, anche appeso come un animale da macello al centro dello stanzone, la maggior parte del peso sui polsi stretti da una spessa corda, ad un altezza che a malapena gli permetteva di tenersi sui piedi, fissava con sguardo beffardo i due uomini in piedi a pochi passi da lui.
A distanza di sicurezza per non beccarsi un calcio.
-Quando la bionda si è lasciata sfuggire che ci fosse un gruppo più grande, pensavamo a una banda di disperati, invece siete venuti qui e avete ferito o ucciso diversi dei miei uomini.- cominciò quello bianco e più alto con voce melliflua.
Doveva essere il capo, se chiamava i soldati “i suoi uomini”. Bene, si sarebbe ricordato la sua faccia quando, una volta scappato, sarebbe stata l’ora di tagliare la testa al toro.
-Avevamo intenzione di far cantare le fringuelle con le buone, con te non saremo tanto leggeri, ci hai già dato rogne a sufficienza- il tizio alto prese a camminare intorno a Daryl, descrivendo un semicerchio a larghi passi.
-Ci tengo a mantenere una parvenza di civiltà, nei miei metodi, cominciamo dalle presentazioni. Con chi ho il piacere di parlare?-
-Daryl- sputò fuori l’arciere contorcendosi sulla corda per non dare le spalle a nessuno dei suoi aguzzini, sebbene la posizione non gli desse grande margine di movimento. Notò tuttavia  l’incedere dell’uomo avere un’incertezza a sentire il suo nome. Fu appena un istante, e non vi diede troppa importanza
–Tu invece chi cazzo sei?-
-Puoi chiamarmi il Governatore.- dal tono si sarebbe detta una nobile concessione, ma Daryl fece una smorfia di scherno a sentire l’appellativo. Un idiota pomposo.
-Il vostro gruppo, da quanti è formato? Sono tutti combattenti o avete anche dei civili?-
L’arciere si limitò a dare uno strattone alla corda, ignorando il Governatore finché un colpo dritto allo stomaco gli mozzò il fiato
-Ti ha fatto una domanda- rimbeccò l’altro uomo, un latino con una barbetta incolta sul mento e una bandana a coprirgli i capelli. Daryl ricambiò con un calcio, e il latino indietreggiò di un passo, poi furibondo estrasse un coltello e glielo piazzò alla base della gola.
L’arciere sollevò il mento nel sentire la vena sul collo pulsare contro il metallo freddo, ma fissò con arroganza l’altro dritto negli occhi.
-Non troppo in fretta, Martinez, prima dobbiamo scoprire con chi abbiamo a che fare- sentenziò il Governatore.
Il latino allontanò il coltello con una smorfia di disgusto, ma non mancò di colpirlo con l’elsa sulla tempia.
 La testa di Daryl scattò all’indietro, e un rivolo di sangue prese a discendere sulla guancia.
Rispose con un altro calcio, e questa volta Martinez gli piantò con forza la lama nella gamba.
 
Daryl ruggì e si dimenò quando il dolore esplose dalla coscia e serpeggiò in tutto il corpo.
-Ho detto che lo voglio vivo.- sentì la voce annoiata del Governatore sopra il pulsare feroce del sangue nelle orecchie. Ansimò a fatica e tirò con forza per liberarsi dalla stretta ai polsi, prima di urlare di nuovo con rabbia quando Martinez estrasse il coltello dalla carne.
-Si può rimediare- disse mentre arretrava fino alla parete dove erano stipati alcuni attrezzi. Con la vista annebbiata, Daryl lo vide prendere un oggetto verdastro che terminava con un lungo beccuccio.
Capì cos’era quando vide scintillare una fiammella azzurrina con una striscia rossa alla base.
La fiamma ossidrica sembrò penetrargli nella carne più in profondità del coltello, e l’arciere serrò i denti al punto da far schioccare la mascella mentre lo stanzone si riempiva di un acre odore di bruciato.
-Come ho già accennato, non ho il tempo di prenderti con le buone, vista la vostra recente scorrazzata tra le nostre case- continuò il Governatore come se non fosse successo nulla di interessante –Proverò con un’altra domanda- l’uomo si portò davanti al prigioniero in modo da poterlo guardare negli occhi -Dove è localizzata la vostra base, e di quante armi siete in possesso?-
Per tutta risposta, Daryl gli sputò dritto in faccia, saliva mista a sangue per essersi morso la lingua pochi attimi prima. La mossa gli costò un pugno dritto sui denti, a cui reagì con una risata isterica -Vai a farti fottere- ringhiò sfidando a viso aperto gli occhi crudeli che lo fissavano.
Il Governatore aggrottò la fronte in un’espressione imperscrutabile. Qualcosa nel suo sguardo fece vacillare per un attimo l’atteggiamento spavaldo dell’arciere.
Fece un cenno a Martinez, e indietreggiò di un passo per far spazio allo sgherro, che afferrò la camicia consumata del prigioniero per strappare via i bottoni, scoprendo il torace dove tracciò quasi con delicatezza due profondi tagli con il coltello.
Quelli non fecero troppo male.
 La fiamma che ci passò poi sopra, invece, fu un vero inferno.
 
-So che avete con voi donne e bambini, se collabori potremmo decidere di risparmiare gli indifesi- proclamò il Governatore quando la nuova serie di grida si fu placata.
Forse erano state Meggie e Beth a dirglielo, ma poteva benissimo trattarsi di un bluff, e Daryl non aveva intenzione di dargli corda.
Martinez si avvicinò di nuovo con gli occhi famelici illuminati dalla fiamma ossidrica.
   
 
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