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Autore: MaryFangirl    24/09/2021    5 recensioni
Un incidente ha fatto cambiare tutto...l'amore può esistere al di là delle differenze?
Genere: Commedia, Hurt/Comfort, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hideyuki Makimura, Kaori Makimura, Ryo Saeba, Saeko Nogami
Note: Lime, Traduzione, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: City Hunter
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Fuori dall'appartamento, Ryo salì le scale fino al tetto dell'edificio, tenendo fermamente il corpo di Kaori tra le braccia. La giovane donna si sentiva come trasportata in un altro mondo. Con la testa contro il petto di Ryo, poteva sentire il suo battito cardiaco che era come una dolce melodia nelle sue orecchie. Teneva le braccia intorno al suo collo, che aveva inesorabilmente voglia di accarezzare. Si sentiva così bene in quel momento, avrebbe voluto che il tempo si fermasse. Conosceva Ryo solo da pochi giorni, e già sapeva che non avrebbe avuto il coraggio di tornare indietro e vivere lontano da lui. Pur sapendo che, prima o poi, una volta guarita, sarebbe dovuta tornare alla sua vita. Era la prima volta che provava quel tipo di emozioni. C'era sia preoccupazione che una grande felicità. Tuttavia non si faceva illusioni circa i sentimenti di Ryo, aveva già notato che era un vero donnaiolo. Aveva persino appreso con stupore che il suo soprannome era 'Stallone di Shinjuku'. Ma in quel momento era tra le sue braccia ed era sicura che nulla potesse accaderle.
 
Nemmeno Ryo era totalmente in condizioni normali. Aveva agito d'impulso, perché non sopportava l'idea di vederla così, smarrita nei suoi pensieri. Ma averla così tra le braccia, sentire il suo respiro leggero sul collo, con le mani che gli abbracciavano il collo...faceva uno sforzo sovrumano per non cedere. Ma allo stesso tempo, trovava la situazione intrigante. Gli piaceva tenerla tra le braccia così, in qualche modo, per via del suo handicap, aveva una buona scusa per permettersi quel tipo di avvicinamento. Curiosamente, anche se non si tirava indietro quando si trattava di saltare addosso alle donne, con Kaori si comportava molto bene. Il suo atteggiamento arrivava quasi a deluderlo. Se un giorno qualcuno gli avesse detto che avrebbe fatto il possibile per controllarsi in presenza di una donna, avrebbe riso. Ma quella donna era diversa da tutte le altre. Aveva qualcosa che faceva la differenza...era una donna, un angelo...
 
“Eccoci qui” disse Ryo, arrivando alla sua sorpresa.
 
Kaori voltò la testa e vide l'intera città che si apriva davanti a lei. Al calar della sera, le luci degli edifici e dei pannelli pubblicitari si accendevano uno dopo l'altro, rendendo la scoperta ancora più magica e bella.
 
“È bellissimo” sussurrò Kaori, stupita dalla vista davanti ai suoi occhi, “grazie” disse a Ryo.
 
Lui tuffò lo sguardo nel suo e le rivolse un sorriso che la giovane donna non riuscì a interpretare. C'era così tanto in quello sguardo e così poco allo stesso tempo. Quel semplice sguardo, da solo, caratterizzava il personaggio di Ryo. Qualcuno di segreto, ma su cui poter contare e con cui sentirsi al sicuro.
 
“Vengo spesso qui quando ho una decisione importante da prendere, o quando ho bisogno di trovare un po' di calma. Guardare la città che si distende sotto i nostri occhi è calmante” disse.
 
“È vero, lo penso anch'io. Grazie per questo bel regalo, Ryo” rispose lei con un bel sorriso.
 
“Di niente, sono felice che tu abbia ritrovato il sorriso”
 
Kaori abbassò il capo per non mostrare a Ryo che stava arrossendo. Rimasero ancora qualche minuto senza dire una parola a guardare le luci e il cielo che ora offriva come premio la luce delle stelle.
 
“Ryo? Credo che dovremmo rientrare” disse Kaori con riluttanza, “immagino che sia diventata pesante”

“Ah sì, è vero, ora che me lo fai notare ho le braccia intorpidite e pronte a cedere” disse, fingendo di farla cadere.
 
Kaori urlò per lo spavento e si aggrappò con più forza al collo dello sweeper. La giovane donna non si rese conto di aver avvicinato il viso alle labbra di Ryo. Quelle di lei sfioravano l'angolo di quelle di Ryo. Lui, con gli occhi spalancati, non osò muoversi, e scrutò la reazione di Kaori. Lei, con il cuore che martellava, non sapeva cosa fare. Com'era arrivata a ritrovarsi nella posizione in cui quasi stava baciando Ryo? Lentamente, allontanò il viso da lui, arrossendo per la vergogna.
 
Non osò guardare Ryo, aveva troppo timore della sua reazione. Eppure, se avesse alzato lo sguardo, avrebbe visto che lui la stava guardando con uno strano bagliore negli occhi. Avrebbe voluto continuare quel bacio indiretto, ma percepì il disagio di Kaori e riprese un tono più leggero.
 
“Non preoccuparti, sei leggera come una piuma” rispose.
 
Kaori si limitò a sorridere, ma non disse niente. Era ancora così sconvolta dalla propria stupidità che preferì non parlare. Ryo sorrise e non aggiunse altro. La giovane donna aveva subito abbastanza emozioni per quel giorno, non era il caso di stuzzicarla oltre.
 
Temendo che Kaori prendesse freddo, tornò in casa. Mentre Ryo scendeva i gradini, il cuore di Kaori diventava pesante al pensiero di lasciare le braccia di quell'uomo che la faceva sentire così piena di coraggio. Avrebbe dato tutto in quel momento per non dover abbandonare quel calore così confortante, così protettivo. Nemmeno Ryo era indifferente. Trovava molto piacevole tenere Kaori in braccio. Non gli era mai piaciuto tanto avere una donna tra le braccia. Ed ogni volta che lo faceva, era un vero supplizio, sia fisico che mentale. Non voleva sconvolgere quell'angelo così puro e innocente con gesti o parole sconveniente. A volte si chiedeva se fosse lo stesso uomo in presenza di Kaori...
 
Una volta rientrati, cenarono in silenzio, poi guardarono un film alla tv. Benché fosse uno dei film preferiti di Kaori, non riuscì a concentrarsi su di esso. Kaori continuava a lanciare qualche occhiata al suo vicino. Non riusciva a capire la sensazione che la spingeva ad avvicinarsi inesorabilmente a lui. Aveva soprattutto voglia di svelare il segreto del suo cuore, come lui riusciva facilmente con il suo.
 
Sentendo il suo sguardo su di sé, Ryo si girò verso Kaori.
 
“Che succede?” le chiese.
 
“Niente” rispose frettolosamente prima di cogliere l'occasione di ottenere finalmente le informazioni che aspettava. “Pensavo solo che...tu conosci buona parte della mia vita mentre io non so niente di te”
 
“Alcuni passati non sono così interessanti, tutto qui. E mi sembra che abbiamo già avuto questa conversazione, quindi non vedo il motivo di ritornarci sopra” rispose lui, sapendo benissimo dove lei voleva arrivare.
 
“Comunque” continuò Kaori, senza arrendersi, “mi piacerebbe davvero conoscerti meglio. Non ti chiedo di rivelarmi tutto, ma dimmi solo un po' di più, per esempio...chi sei davvero, da dove vieni, quanti anni hai...insomma, tutte queste cose che servono a conoscere meglio qualcuno”

Ryo sospirò davanti a quell'ondata di domande. Sapeva che di fronte alla determinazione di Kaori, non avrebbe potuto scappare come aveva già fatto. E non sapeva perché, ma quella sera non aveva voglia di fuggire come d'abitudine. No, quella sera voleva confidarsi con lei perché, per un motivo ancora sconosciuto allo sweeper, quella donna lo spingeva a fidarsi.
 
“Beh, per risponderti sinceramente, non lo so”

Gli occhi di Kaori si spalancarono, temendo di fraintendere le parole di Ryo. A dire il vero, si aspettava tutto meno che una risposta come quella.
 
“Come?” riprese.
 
“Ebbene sì, non conosco la mia data di nascita, né la mia età e nemmeno il mio vero nome” concluse sussurrando.
 
Sbalordita e sopraffatta da quanto appena sentito, Kaori, rimasta senza parole, lo pregò con uno sguardo di continuare a confidarsi. Anche se era molto shockata e soprattutto rattristata da quelle prime rivelazioni, voleva saperne di più e sapeva che Ryo era molto lontano dall'averle detto tutto. Quale mistero aveva ancora in serbo dopo quella tremenda scoperta? Nonostante il timore di nuove rivelazioni, Kaori voleva sapere tutto di quell'uomo che l'attirava irrimediabilmente. Voleva condividere più che la stessa casa, voleva essere la sua confidente come lo era lui per lei. Voleva sostenerlo, dargli forza.
 
“Dato che dobbiamo cominciare dall'inizio, cominciamo da questo” riprese Ryo, che curiosamente parlò. “Ho perso i miei genitori in un incidente aereo quando era ancora un bambino. Avvenne in Centro America, e per miracolo mi sono ritrovato a sopravvivere. Sempre se possa considerarsi davvero una fortuna...” mormorò tra sé.
 
Kaori, che aveva sentito molto bene l'ultima frase, pendeva dalle labbra di Ryo, in attesa di trovare una spiegazione. Vedendolo immerso nei suoi ricordi, non osò chiedergli di continuare, non volendogli mettere fretta. Sospettava che, dopo l'annuncio della morte dei genitori, i suoi ricordi non dovessero essere molto allegri.
 
In effetti, Ryo era sprofondato a qualche anno prima, quando aveva dovuto imparare a usare le armi per sopravvivere in quell'inferno che non avrebbe mai conosciuto senza quel terribile incidente che aveva cambiato il corso della sua vita. Tornando in sé, Ryo continuò con la sua storia.
 
“Come dicevo, mi sono ritrovato come unico sopravvissuto. Essendo ancora un bambino, non sarei mai potuto sopravvivere nella giungla senza l'aiuto di qualcuno, e fui accolto da un gruppo di guerriglieri il cui capo si chiamava Kaibara. Terrorizzato da quello che avevo subito, persi l'uso della parola così come i ricordi del mio passato così breve. Non conoscevo il mio nome, lui decise di chiamarmi Ryo e di darmi Saeba come cognome. Oh certo, grazie a lui ebbi da mangiare, dove dormire...ma non mi fece crescere come un padre alleva un figlio in una famiglia normale, anche se affermava di essere mio padre. No...al posto di un giocattolo, mi ritrovai con una pistola in mano, come distrazione mi venne insegnato a mirare e colpire bersagli. E invece di fingere di giocare alla guerra come fanno molti bambini, io non giocai, la vissi, uccidendo altre persone per rimanere in vita”
 
Kaori, che ascoltava in silenzio, non riuscì più a trattenere le lacrime, che caddero di fronte alla testimonianza di tanta sofferenza sopportata. Voleva comunque che Ryo terminasse di dire tutto.
 
“Così entrai in una guerra che non avrebbe mai dovuto essere mia. Una volta cresciuto, lasciai i guerriglieri e mi diressi negli Stati Uniti, dove conobbi Mick. Diventammo soci, ma un giorno desiderai tornare nel mio paese natale. Così rientrai in Giappone. Il resto lo sai già perché è la situazione attuale. Questa è più o meno la mia storia, con il mio passato non molto glorioso” concluse.
 
Ryo, tuttavia, aveva omesso un episodio molto doloroso della sua vita che aveva coinciso con il suo incontro con Falcon dopo essere stato drogato con la polvere degli angeli. Non voleva che lei avesse un'immagine troppo negative dell'uomo che era stato.
 
Kaori era completamente sconvolta dalla sua storia, e poteva percepire il dolore che Ryo cercava di nascondere. Si rese conto che sotto le sue apparenze da uomo forte nascondeva ferite reali. Non sapeva perché, ma sapeva che non le aveva detto tutto, che le stava ancora celando cose molto dolorose. Ma per il momento le bastava; sarebbe riuscita a svelare il suo cuore un giorno. Ascoltando la sua storia, non aveva potuto fare a meno di ritenersi infantile di fronte ai propri capricci. Perché, nonostante la sofferenza che aveva sopportato, aveva sempre ricevuto tanto amore, era stata molto sostenuta. Non capiva bene perché, ma sentiva il dovere di dargli il supporto che meritava, e l'amore che non aveva mai conosciuto.
 
Ryo si sentiva stranamente libero da un peso che l'opprimeva da quando aveva incontrato Kaori. Non sapeva perché, ma le parole erano uscite così facilmente e tranquillamente che era quasi grato a Kaori per averlo spinto a confidarsi. Era molto strano al tempo stesso, lui che solitamente si rifiutava di rivelarsi, lui che si fidava solo di pochissime persone al mondo...eppure, di fronte a Kaori, aveva voglia di essere semplicemente un uomo.
 
Uscendo dal silenzio, Kaori disse, cercando di assumere un atteggiamento più allegro:
 
“Beh, da oggi hai una data di nascita” esclamò, con le lacrime che continuavano a cadere.
 
“Come?” chiese Ryo uscendo dai suoi pensieri, non capendo dove Kaori volesse arrivare.
 
“Sì, se non ti dispiace, da oggi il tuo compleanno sarà il 26 marzo. Che ne dici?” chiese con uno scintillio di gioia negli occhi.
 
Ryo sorrise alla scelta della data. Sapeva che non era stata decisa a caso. Era il giorno in cui si erano incontrati per la prima volta.
 
“Beh, dico che mi sta molto bene. Grazie Kaori” disse con un sorriso molto tenero.
 
Kaori cercò come meglio poté di dissimulare la confusione che il sorriso di Ryo le aveva appena suscitato, e riprese con voce più energica:
 
“In più, fisseremo la tua età a 30 anni” aggiunse, con cuore pieno di affetto.
 
“Come?!” esclamò Ryo scherzosamente, “ma no, io sono un eterno ventenne. Da dove hai tirato fuori i 30 anni?”
 
“È così e basta” replicò Kaori con un'espressione fintamente arrabbiata.
 
Ryo finse di tenere il broncio, per stuzzicare la giovane donna, ma soprattutto per evitare di mostrarle quanto tutto ciò lo rendesse felice. Nessuno aveva mai avuto l'umanità di restituirgli una data di nascita e un'età. Si sentiva davvero rinato in quella dolce serata. Ed era stata Kaori a realizzare il miracolo. Gli aveva dato una nascita, come sapeva letteralmente fare una donna.
 
“Allora, che ne dici di festeggiare il tuo primo compleanno anche se con un po' di ritardo?” riprese Kaori piena di gioia.
 
“Perché no” disse pensierosamente, era da una vita che non festeggiava un compleanno.
  
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