Anime & Manga > Inuyasha
Segui la storia  |       
Autore: Dioni    25/09/2021    2 recensioni
Secondo capitolo del crossover Inuyasha/Assassin's creed.
Sesshomaru,Ezio e Toran sono diretti Nella regione dell'Hokkaido,cuore gelido del nord del Giappone per investigare su Otsune,signora degli Ainu e degli yokai del nord che stranamente sembrano collaborare con gli umani e hanyou di quella zona.Ma altri motivi spingono il giovane cane a incamminarsi verso nord dove misteri e scoperte di vite passate lo trascineranno verso un passato misterioso che coinvolge le origini della sua razza e forse della sua famiglia. Ma nel presente un altra ombra si innalza sull'esistenza di Sesshomaru,già minacciata dalle mire dei templari. Il feroce signore della guerra Oda Nobunaga e sulle sue tracce in attesa di porre fine alla sua vita per motivi che solo lui conosce e che aspira a sottomettere l'intera isola del Giappone sotto il vessillo della sua casata,mentre il mondo si apre ad una nuova era di apertura agli stranieri e di industriosa modernità. Sesshomaru questa volta dovrà prepararsi al meglio per affrontare prove alla quale non era pronto ed affrontare un destino più grande di quanto potesse mai immaginare.
Genere: Avventura, Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio, Sesshoumaru
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Durante la notte,territori della famiglia Taisho.


L'aria gelida della notte era limpida e frizzante e la luna,pallida luce nell'oscurità,rischiarava il cielo illuminando appena appena il mondo sotto di lei. Da quella terrazza del castello la luna sembrava così grande e tonda che si potevano vedere quegli strani buchi sulla sua superficie,fermandosi a riflettere,come solitamente faceva quando la guardava,si chiedeva se in realtà la luna fosse in realtà un gigantesco sasso che volteggiava nel cielo,in un punto molto distante sopra a tutto quello che c'era al di sotto e sentirla così distante le dava l'impressione che per quanto fosse grande,anche da li,dal castello sospeso nel cielo,fosse in realtà irraggiungibile,anche per lei che poteva fluttuare nell'aria. Seiya stava trascorrendo quel momento di quiete che le piaceva tanto,tra un comando è un altro,tra la gestione del clan e la direzione del castello,ora aveva un po' di tempo tutta per se. Se ne stava in piedi con le mani appoggiate sul parapetto e insieme agli astri notturni dava un occhiata anche alla zona sottostante. La lunga scalinata che conduceva al suo trono scendeva fino alla grande piazza che distingueva il castello della famiglia Taisho da molti altri castelli più tradizionali. La netta distinzione stava nella disposizione degli edifici,sia ad uso civile che a uso militare,nel fare sembrare l'intera area una piccola città fortificata,dando l'impressione a chi la visitava per la prima volta che fosse effettivamente un centro abitato e non una residenza privata per un solo clan. Come se non bastasse il castello si librava nel cielo come se fosse una nuvola e le nubi tutt'attorno la coprivano di un leggera nebbia che circondava tutta la costruzione dando l'impressione che non volesse essere trovata. Quanto tempo era passato ormai? Cinque-sei secoli circa da quando lo aveva visto per la prima volta? Lui,l'unico uomo alla quale si fosse interessata realmente. Lo ricordava ancora il loro primo incontro,lui era un giovane yokai,dalle vesti sporche e strappate in diversi punti ,mentre era intento a togliersi la polvere di dosso dai vestiti con una mano intento a ripulirsi e nell'altra teneva una spada dalla lama piatta e sottile con una grossa sfera di cristallo rosata sul fondo del manico,messo a mo di pomolo. Di lui notò subito i grandi occhi dorati,proprio come i suoi,poi i capelli d'argento legati in una coda,due strisce blu ai lati del volto e quell'espressione fiera sul volto. Lei invece era una giovane dall'apparenza raffinata e aggraziata,ma priva della scaltrezza e della malizia che avrebbe inseguito appreso e padroneggiato con maestria ed efficacia. Ai quei tempi era soltanto una ragazza come tante altre,con tanti sogni da voler realizzare e l'ingenuità di un cuore sincero che non riesce ad essere cinico e malizioso,figurarsi malvagio. Una breve occhiata tra i due e subito l'interesse dell'uno andava diretto verso l'altro,nato forse più per curiosità e che per vera attrazione. Ma neanche il tempo di esprimere una parola che subito comparve un terzo yokai. Anche lui come il primo era giovane,bello e a modo suo affascinante,ma molto più controllato,rigido,composto e con un espressione che trasmetteva una certa sicurezza,i suoi occhi trasmettevano una certa arguzia e il suo sorriso era tipico di quei ragazzi gentili,ma più abituati a stare a contatto coi libri e gli scritti dei sapienti piuttosto che con le persone. Da quel giorno fu l'inizio di una storia che avrebbe scritto un nuovo capitolo nella storia del clan Taisho...un capitolo che però in pochi conoscevano davvero bene e che per il bene di tutti era meglio che restasse nell'ombra. Solo lei,Akira e pochi altri la conoscevano bene ed era meglio così,altrimenti,sarebbe stato un disastro di scala incommensurabile.

Nobile Seiya...Nobile Seiya”

Seiya si ridestò dai suoi pensieri,tornando alla realtà della sua dimora. Si girò di spalle in direzione della voce e si accorse della presenza di una delle servitrici personali,una giovane ragazza vestita di un lungo e raffinato kimono violetto con qualche striscia bianca,a ricordare i colori del clan al quale apparteneva.

Va tutto bene? Vi ho visto qui e....”,chiese la giovane titubante

Sto bene,stavo solo godendo di un momento di solitudine. Ora vai”,rispose la signora madre sbrigativamente,come a volerla scacciare dal suo momento di pace.

La ragazza non osò obiettare e con un inchino di rispetto si allontanò,tornando da dove era giunta. La vide allontanarsi e per qualche secondo restò ferma ad osservare quella servetta in modo astioso,perché l'aveva interrotta in quel suo momento di intimità con i propri ricordi,mentre con la memoria rivangava a se stessa gioie ed emozioni che in passato l'avevano resa davvero felice. Ma poi tornò in se è si rese che quella giovane non aveva fatto nulla di male,se non interessarsi alla sua signora in modo sincero e disinteressato,senza secondi fini. Senza ordire trame oscure,così nere da restare celate sotto la superficie del giudizio delle masse è lei,conosceva bene il dayokai che si intendeva di quelle cose. A un mese dall'attacco al castello di Akira tutte le famiglie nobile avevano riconosciuto il castellano come il difensore non solo del suo maniero,ma anche della salvaguardia delle potenti dinastie presenti alla festa,che durante l'attacco avevano temuto lo sterminio da parte di quegli incappucciati che avevano attacco la magione. La vittoria aveva stabilito la nuova posizione di Akira come uno dei nobili più in vista negli ultimi tempi e nel mese scorso furono in molti a recarsi dal padrone di casa per incontrarlo di persona,stringendo alleanze,accordi territoriali e semplici visite di cortesia,alla quale lui,secondo le voci,non aveva mancato a nessun appuntamento. Nemmeno uno. Ma Seiya conosceva bene la verità degli eventi e la verità era molto più complicata di quella che la maggior parte di quella gente sapeva. Ma era tardi per pensare a quelle cose e perciò decise che era giunto il momento di ritirarsi nelle sue stanze,l'ora era tarda e il sonno stava bussando alle porte delle sue priorità. Meglio andare a dormire. Diede un ultima occhiata a quel piccolo mondo sotto di lei e si diresse verso la parte più interna del castello,passo dopo passo si stava allontanando,anche per quella sera,dai suoi doveri di castellana e concedersi del meritato riposo. Superò il grande trono posto all'esterno superando la prima grande porta all'interno. Una volta dentro i corridoi li percorse girando di tanto in tanto mentre la lunga e regale veste strisciava contro il pavimento di legno e le serve che trovava sul suo cammino,intente a finire gli ultimi compiti da sbrigare si spostavano di lato e tutte chinavano la testa in segno di timoroso rispetto e lei degnava loro a malapena uno sguardo,giusto a far capire che le teneva in considerazione della loro presenza,mantenendo così un approccio sofisticato e distaccato. Proprio come conveniva ad una signora. Passò ancora per un pezzo di corridoio,giunta a qualche metro dalla porta delle sue stanze guardò per un attimo un frangente di muro dalla quale era forzatamente costretta a passare per giungere alla camera da letto. All'apparenza un muro come tanti altri,dalla tinta pallida,dall'aspetto anonimo e insignificante per la maggior parte delle persone. Ma non per lei,lei ricordava ancora quando una notte,mentre suo marito era lontano per andare a trovare un alleato durante una disputa territoriale lei si era trovata da sola e prima di andare a coricarsi decise di andare a trovare suo figlio. Poi,mentre si dirigeva nelle stanze di Sesshomaru lo vide in piedi,girato verso il muro,con in mano un pennello e per terra un grosso recipiente per l'inchiostro. Era intento a scrivere sul muro e normalmente come ogni altra madre lo stava per rimproverare,ma quando si avvicinò a lui si accorse di qualcosa di inquietante. Lo sguardo del bambino era completamente assente e la mano che teneva il pennello si muoveva come mossa da una volontà estranea alla sua. Da quella notte si accorse che l'incubo che aveva affrontato quel giorno non se ne era andato con il termine di quel misterioso evento. Si riprese da quello spiacevole ricordo per nulla intenzionata a continuare a indagare in quei dettagli raccapriccianti,come faceva molte volte che passava di li quando altri non erano in giro e torno a muoversi senza tornare a quella vicenda,almeno per quella sera decisa a prendersi il suo meritato riposo. Giunse all'ingresso della porta,fece scorrere il pannello di carta e si ritrovò nelle sue stanze,che contenevano:due vasi ornamentali con all'interno due piccoli bonsai ,un paravento di carta per quando si cambiava d'abito, un ampio armadio a muro a due ante,un dipinto su carta con inchiostro rappresentante un paesaggio collinare poggiato su un basso tavolino in legno laccato,(che era un regalo da parte di Myoga,il piccolo yokai pulce, per commemorare il primo anno di matrimonio dei coniugi Taisho,tavolino compreso) e un largo futon per due persone. Andò dietro il paravento si tolse i suoi abiti e li poggiò con cura per terra,ma non la collana,la pietra meido,quella venne posta con cura in un piccolo bauletto,dove veniva riposta ogni sera e ripresa ad ogni mattina. Si spogliò e si accorse di come il suo corpo,nonostante l'età era ancora una bella donna. Il suo corpo era rimasto magro nonostante la gravidanza e la sua pelle non mostrava alcun segno del tempo o delle fatiche,non fisiche quanto più dovute al suo ruolo,che non avevano intaccato la sua armonica bellezza. Si guardò un attimo e sorrise al ricordo di Inutaisho, ma per lei era solo Toga, il suo vero nome che usava solo lei per riferirsi a lui. Ricordava ancora quando i primi secoli di matrimonio erano una coppia felice. Erano giovani,energici,sicuri delle loro possibilità e del loro futuro insieme, poi c'era l'amore,puro,vero,senza troppi riti e regole di comportamento,suo marito di certo non faceva nulla per rispettarle. Troppo noiose e antiquate come diceva lui. Quanto gli mancava quella spensieratezza,quella felicità che tanto li aveva uniti e gli aveva permesso insieme di crescere un figlio forte,bello,audace.... e anormale. A quell'ultimo pensiero fece scendere una mano verso il ventre e li,in quel punto ebbe di nuovo la sensazione di quando era gravida e aspettava il loro erede. Poi,col tempo la felicità svanì lentamente e al suo posto vennero i dubbi,le incertezze,le preoccupazioni e le ansie. Troppi problemi,ai problemi seguirono i segreti e con i segreti il loro amore finì,lasciando solo il vuoto e un senso di abbandono in una famiglia che aveva avuto un solo testimone,sempre presente quando chiamato,sempre disponibile quando c'era bisogno di lui...sempre a osservare e a pensare,sopratutto pensare,con la sua mente sempre attiva,sempre pronto a teorizzare,concepire,concettualizzare e analizzare quando aveva l'occasione di imparare e assorbire nuove nozioni. Akira. Si vestì con una semplice veste bianca per la notte e si coricò nel futon,nel lato sinistro dov'era solita distendersi per dormire, a fianco del defunto marito e mai si era permessa di dormire dall'altra parte,anche solo per errore sfiorare l'altra metà,se non per toccare di tanto in tanto il suo posto. Chissà cosa avrebbe fatto lui al suo posto con Akira. Già,Akira, da quando era tornata a trovarla,poco prima dell'annuncio della festa aveva ricevuto un messaggio da parte di uno sconosciuto e che gli era stata recapitata da un messaggero e prendendola senza curarsene troppo si accorse subito del simbolo sul sigillo del foglio e quando lo vide il suo sguardo,da calmo e piatto li sgranò completamente. Poche cose erano in grado di far venire i brividi a una donna come lei e quella croce che lei conosceva molto bene marchiava la lettera e sapeva bene chi l'aveva mandata. Aspettò che non ci fosse nessuno attorno a lei ruppe il sigillo e si mise a leggere. Ricordava ancora quali parole erano state scritte,prima ancora che la stracciasse in preda all'ira.


Salve Seiya,buongiorno,come state? Francamente spero bene data la gestione del clan e di tutte le tue preoccupazioni che possono compromettere la serenità di una castellana,oltre che reggente del posto vacante lasciato da vostro marito alla guida del clan e che vostro figlio è incaricato di occupare. Sono tornato da un anno da un lungo viaggio che mi ha tenuto lontano dal Giappone e preda dei miei doveri e delle mie ricerche solo ora mi rendo conto che non sono conosciuto come credevo dalla scena politica e sociale tra gli yokai e perciò,sto organizzando un ricevimento nei miei territori nelle terre dell'ovest,alla quale tutti i clan più importanti sono gentilmente invitati a partecipare a questo lieto evento. Ovviamente gradirei la vostra partecipazione e in particolar modo quella di vostro figlio,ospite necessario, addirittura di vitale importanza, affinché la festa assuma il suo vero significato. Per quanto riguarda il Signor Sesshomaru non preoccupatevi per lui,mi sono già abilitato affinché io possa ottenere la sua attenzione e quando avverrà farò in modo che non gli sia fatto alcun male, dopotutto,non possiamo permetterci che il nostro duro lavoro vada sprecato così facilmente. Aspetto con ansia il manifestarsi di risultati più che soddisfacenti. A presto.”


Akira,il solo pensare a quel diabolico essere la fece ribollire di rabbia come solo lui sapeva fare. Quando si trattava di avversari politici e trattative delicate Seiya sapeva esattamente come comportarsi,quali parole usare e quali atteggiamenti assumere. Un pizzico di vanità quando aveva a che fare con persone inferiori al suo rango,un minimo di gentilezza verso gli alleati storici della famiglia e quando serviva,uno sguardo feroce contro coloro che minacciavano la sicurezza della sua casa,come le era già capitato in passato durante le assenze di suo marito. Aveva imparato che le parole,nel luogo e nel momento opportuno potevano avere più effetto di una testa recisa o di un castello nemico raso al suolo. Entrare nella testa dei suoi nemici e comprendere quali fossero i loro punti di forza e i loro punti deboli e questo gli riusciva molto bene,anche perché suo marito era un uomo fin troppo schietto e diretto con le sue intenzioni e questo tratto lo aveva passato anche al suo primogenito. Ma con Akira invece era tutta un altra storia. Più e più volte aveva cercato di comprendere come funzionasse la mentalità di Akira,saper leggere nelle sue emozioni e usarli a suo vantaggio quando la situazione lo richiedeva. Ma per quanto si fosse sforzata di comprenderlo in tutti quei secoli di mutua conoscenza lei ancora non capiva cosa ci fosse nel maestro templare che non riusciva a comprendere. Il suo atteggiamento tipico era quello di un individuo calmo e composto,una vera statua in quanto a espressività. Si limitava a sorridere o a mantenere un espressione neutra,che non fosse annoiata o disgustata,arrabbiata o accigliata. Niente,solo quel volto che si imponeva di restare impassibile e di non muovere mai un muscolo che non fosse quello delle labbra e piegarle al massimo in un sorriso appena accennato. Un autentica maschera. Per questo non riusciva mai a comprendere come batterlo in astuzia,come superarlo o metterlo alle strette,come lui faceva con lei. Cosa fare contro quell'uomo? Voleva suo figlio,voleva Sesshomaru e lei lo sapeva bene poiché sapeva cosa Akira volesse fare di Sesshomaru. Per questo lo aveva tenuto lontano da se ,per questo lo aveva amato a distanza. Presente,ma mai raggiungibile per lei. Quale mostro costringe una madre a trattare suo figlio con distacco per paura che il loro legame potesse rischiare di diventare nocivo,per l'esistenza dell'unica creatura che è stata ospite del suo grembo? Sarà stato un bambino strano,a volte accettabile,altre volte inquietante e altre volte da far spavento. Ma era pur sempre suo figlio e lo aveva amato, o meglio, lo avevano amato in due maniere diverse,ma entrambe a garantire che stesse bene. Forse questo aveva determinato la fine del loro rapporto come marito e moglie. Guardava il soffitto nel tentativo di scacciare tutti quei pensieri,quel che è fatto e fatto e nella sua condizione non avrebbe potuto fare di meglio,ma era quello che sarebbe potuto arrivare a preoccuparla.

Meglio dormire,ora come pensare a queste cose non serve a niente.”,disse a se stessa,con il suono della voce che penetrava il silenzio della camera dei regnanti, o meglio,della regnante.

La stanchezza,sia fisica che mentale si fece sentire più forte di prima e prima di addormentarsi,mosse la mano sotto le coperte e toccare con la punta degli artigli la parte del futon dove suo marito si coricava per poi ritrarla lentamente,prima che la mente tornasse a giorni più lieti e che a pensarci adesso avrebbe solo sofferto. La notte stava passando tranquilla e la sua mente era di nuovo in pace. Nel sonno la sua mente tornò indietro nella memoria,prima di quella storia,prima di Sesshomaru,ancora prima di Toga,il suo Toga. Tornò ad un periodo della sua vita ben più indietro di quello,in un altro,in un altra terra. Lei,giovane bambina intenta a giocare in un piccolo edificio legno,non ricordava bene i dettagli del posto,ma ricordava la presenza di tante tende bianche,di soldati che indossavano armature scintillanti,così diverse dalla terra che tanto conosceva e quel bruco verde che gli piaceva osservare mentre si spostava sui lunghi fili d'erba a ridosso di quello che sembrava un accampamento militare e poi,mentre osservava quel piccolo insetto grassoccio,vide dietro di esso la forma di due grossi stivali di cuoio marroni,vecchi e consumati,con due parastinchi di metallo posti sopra le tibie. Alzò la testa lentamente e in quel momento l'immagine dell'uomo parve indefinita come i ricordi della sua infanzia. Ma ricordava quasi bene la spada corta che gli pendeva sul fianco destro,dritta e tozza. Il corpo,massiccio e muscoloso,con braccia così grosse da spezzare il collo di un toro senza il minimo sforzo e in una mano reggeva un elmo metallico,con un vistoso pennacchio rosso orizzontale. L'uomo allungò una mano per prenderla e a quel punto Seiya,riaprì gli occhi. Spalancò gli occhi come in preda ad un improvvisa preoccupazione. Non aveva idea di quanto aveva dormito e la luna in cielo era ancora presente,molto probabilmente era notte inoltrata. Si alzò e andò a controllare la pietra meido che aveva messo da parte,aprì il cofanetto e osservò la superficie della pietra. Niente di strano,il colore era rimasto sul nero e portando una mano sul cuore tirò un respiro di sollievo. Non era il tipo di donna che si preoccupava per un cosa da niente e quando vide che la pietra era rimasto lo stesso era tornata in pace con la sua ansia improvvisa. Per fortuna non era successo nulla. Eppure,il bisogno di controllare di persona che fosse tutto a posto era forte,ma seppe controllare le sue paranoie e decise di tornare a letto,nella speranza che il sonno potesse tornare a svolgere regolarmente il suo compito. Si rimise a letto e con la testa sopra il cuscino prese la saggia e salutare decisione di tornare a dormire. Non sarebbe andata a controllare quel luogo,non a quell'ora,avrebbe destato troppi sospetti per chi si trovava ancora in giro,come le guardie del castello è gli yokai notturni che giravano ancora per la parte bassa della corte,tra cui emissari e visitatori di vario genere. Se mai l'avessero vista girovagare senza una buona spiegazione nel castello non avrebbe saputo cosa dire,certo avrebbe potuto cacciare i ficcanaso e ordinargli di andarsene se ci teneva alla vita,ma anche così le voci giravano e i pettegoli avrebbero potuto dire qualunque cosa. C'era sempre l'omicidio,ma i cadaveri lasciano segni e tendono a creare problemi più che a risolverli in quel caso. No,sarebbe rimasta nelle sue stanze,dove sapeva che se non avesse fatto nulla di stupido nulla di stupido sarebbe potuto accadere. Una soluzione logica e razionale,quelle che piacevano a lei...ed Akira,purtroppo. Avrebbe aspettato il momento giusto per andare in quel posto,come sempre del resto,per non attirare attenzioni indesiderate e poi,a dirla tutta,chi mai dopo tanto tempo,si sarebbe dato la pena per cercare quell'individuo?


In quello stesso istante,da qualche nel Giappone centrale.


A CUCCIA”.

Un tonfo di grande potenza si fece udire nei dintorni del piccolo accampamento provvisorio,dove Inuyasha e i vecchi compagni di viaggio erano ripartiti ancora una volta all'avventura,non più alla ricerca della sfera dei quattro spiriti,ma per gli ultimi avvenimenti che stavano accadendo un po' in tutto il paese. Da un mese a quella parte pareva che molto villaggi in tutto il paese,com'era accaduto un po' di tempo fa in quel villaggio nelle terre di Musashi, dove un capo brigante avesse preso in ostaggio un villaggio per un qualche motivo che non avevano ben compreso. Si ricordavano ancora dell'arrivo di quello strano personaggio,Ezio Auditore da...qualche parte nel mondo, non ricordavano più bene da dove aveva detto di venire. Però ricordavano ancora di cosa aveva parlato quel giorno nella casa della vecchia Kaede. Templari,così li aveva chiamati. Kagome, nonostante venisse dal futuro era abbastanza afferrata nella storia del suo paese,ma per quanto riguardava la storia del genere umano in generale non era molto afferrata. Sapeva che i templari erano un gruppo di cavalieri esistito durante il medioevo in Europa,ma a parte qualche sporadica informazione sapeva ben poco a riguardo. Quello ché però sapeva e che Inuyasha,suo marito e suo fedele compagno per la vita non accennava a perdere delle vecchie e brutte abitudini.

Kagome...”,disse Inuyasha schiantato al suolo per l'ennesima volta,mentre reggeva in mano un bastoncino con sopra un pezzo di coniglio.

Ancora con questa storia Inuyasha? Quando ti deciderai a crescere razza di stupido? Shippo è un bambino mentre tu sei più grande di lui. Vedi di darci un taglio con questa storia.”

Il giovane hanyou si stava rimettendo in piedi e con il solito tono aggressivo rispose a tono contro la sua persecutrice,come la definiva lui quando lo trattava in quel modo.

Quel pezzo di carne era il mio,l'ho visto prima io,l'ho preso prima di lui e quindi mi appartiene.”

E da quando c'è scritto il tuo nome sulle che addenti?”

Tu non fai altro che difenderlo,poi ci credo che resta ancora un moccioso senza un briciolo di forza. Lo difendi troppo,facendo così non crescerà mai.”

Infatti abbiamo qui un ottimo esempio.”

Su su state calmi,tanto rumore solo per un po' di coniglio. Su Inuyasha si quello maturo in questa situazione e dai a Shippo quello che vuole.”

Era Miroku ad essersi intromesso in quella situazione,come faceva spesso d'altronde. Era la voce della ragione,il monaco calmo e comprensivo,ma non così puro e distaccato come voleva la sua religione,ma comunque, sapeva essere più saggio e coscienzioso della maggior parte delle persone della sua età,anche se era ben lontano dall'aver raggiunto l'illuminazione. Anche perché con un gruppo simile il raggiungimento del Nirvana era ben lontano.

Ecco l'hai sentita? Su Inuyasha dammelo,io sono piccolo e devo ancora crescere. Quindi...DAMMELO.”

Il piccolo Shippo,che era rimasto piccolo,spiccò un salto di tutto rispetto contro quello che effettivamente era da sempre considerato un nemico,specie nei momenti più bambineschi e infantili,in questo caso per del cibo in più,come accadeva molto spesso. Il piccolo Kitsune provò ad addentare il pezzo di coniglio,ma Inuyasha impiegò un niente a schivare il suo avversario,se così lo poteva definire. Ma proprio quando Kagome stava per attivare nuovamente il potere del collare,si sentì all'improvviso una strana risata. Una risata acuta e ripetuta più e più volte,eppure c'era qualcosa di strano e familiare in quella voce,capirono tutti che non aveva nulla di umano ma solo in un qualche modo sentiva di riconoscerla,ma non ricordava bene dove.

Che succede?”,chise Miroku alzandosi e impugnando il suo bastone cerimoniale.

Non percepisco nessun aura maligna,Kagome riesci a capire cos'è?”,chiese Inuyasha mentre teneva la mano sul manico di Tessaiga,pronta ad estrarla al minimo cenno di attacco.

No,qualunque cosa sia non riesco a capire cosa possa essere.”,disse Kagome mentre si guardava attorno alla ricerca di un qualsiasi indizio che l'aiutasse a capire meglio cosa stesse succedendo.”

Si misero tutti vicino coprendosi le spalle a vicenda e facendo scattare gli occhi in qualunque direzione,ma niente. Erano solo loro quattro a difendere la loro postazione,mentre Sango,insieme a Kirara erano partiti in perlustrazione per controllare se la zona fosse al sicuro,cosa che faceva sempre prima di preparare il gruppo per la notte e non dover fare turni di guardia per la notte. C'erano solo loro e non avevano idea di cosa ci fosse attorno a loro,nemmeno Inuyasha,con la sua vista e il suo fiuto riusciva a capire cosa fosse e a cosa appartenesse quel verso che di sicuro non aveva mai sentito prima in tutta la sua longeva vita. Poi li vide,due puntini lucenti in mezzo al buio,forse due occhi. Che fosse un animale? Con un verso simile ad una risata? Non sapeva cosa pensare di tutta quella faccenda.

State pronti a combattere,qualunque cosa sia non sembra avere buone intenzioni.”,disse Inuyasha mentre si metteva a fianco di Kagome. Ognuno si preparò al combattimento,anche Shippo,per quanto fosse più spaventato che coraggioso e l'avvicinarsi a gli altri erano un modo per avere una maggior difesa in caso di attacchi esterni,cosa che temeva sarebbe accaduto molto presto. Il suono di un veloce scatto nell'erba della radura fu di breve durata ma significativa,perché compreso subito l'imminenza di un attacco frontale proveniente dalla creatura non identificata,che apparve con la velocità del lampo e la leggerezza di una piuma. Le strane risate smisero e al loro posto qualcosa di molto veloce comparve alla luce del fuoco,per un solo istante,ma lo videro. Un umanoide,con la pelle scura attaccò a testa bassa con quelle che sembravano delle piccole armi ricurve,una per ogni mano. Ma non ebbero tempo di soffermarsi sui dettagli che l'essere attaccò,sferrando due fendenti che andarono dall'alto verso il basso diretti contro l'hanyou. Ma quest'ultimo fu veloce a rispondere e quando estrasse Tessaiga le due armi fallirono nel loro intento e la gigantesca lama fece appena in tempo a fare da scudo alle due strane armi e per risposta Inuyasha rispose con un fendente orizzontale,ma ancora prima di cantare vittoria l'essere si piegò sulla schiena evitando appena in tempo la grande spada. Si riprese in meno di un battito di ciglia e subito decise di attaccare nuovamente,ma venne subito distratto da Kagome e da Miroku,con la prima che gli scoccò un freccia contro e il secondo che indentava colpirlo con la lama del cerchio inanellato posto sulla cima del bastone. Ma l'umanoide dalla pelle scura si mosse prima ancora di essere colpito,schivando la freccia scartando di lato la freccia appena in tempo per non essere colpito e deviando con una delle due lame il bastone e cercando di colpire Miroku al volto,ma fu interrotto da Inuyasha,che con un altro fendente tentò di finire l'aggressore,fallendo,ma salvando in tempo il giovane monaco. L'aggressore saltò indietro ad una distanza di una decina di passi ed ora che era fermo poterono vedere attentamente chi fosse in realtà la strana creatura. Un umano,alto e muscoloso,ma con la pelle molto scura,calvo,con solo un gonnellino verde che si fermava poco sopra il ginocchio ornato con dettagli geometrici neri. Restava in piedi su di una gamba sopra e l'altra piegata,sollevata dal suolo. Le due armi che reggeva consisteva in due piccoli manici attaccate a delle lame ricurve,col bordo affilato piegato verso l'interno,dando l'oro quasi l'aspetto di due piccole mezzelune.

Ma che razza di creatura? Sembra umana,ma la sua pelle e marrone.”,chiese Inuyasha incredulo a quello che stava osservando.

Se fosse umano non né ho mai visto uno simile. Ma il fatto che non abbiamo percepito la sua presenza è veramente sospetto. Forse è un tipo di yokai sconosciuto,ma non ne sarei così certo”,disse Miroku continuando a fare le sue congetture. Kagome invece restava in silenzio continuando a osservare l'umano,ho almeno così appariva,con sguardo stupito,mentre il dubbio già l'assaliva. Se quell'essere assomigliava ad umano, e forse lo era, ma con la pelle scura e quell'aspetto inconfondibile c'era una sola soluzione a quel dilemma. Quando ancora viveva nella sua epoca,di tanto in tanto,non era raro che lei avesse già visto individui simili,sui libri di storia e di geografia o alla televisione, nei sporadici documentari sulla natura,dove grandi distese d'erba,dove animali come elefanti,zebre,leoni....iene. Si,ecco cos'era quel verso a lei così familiare,chi del suo tempo non avrebbe mai riconosciuto il verso di una iena? Che lo si fosse sentito alla televisione in un documentario sugli animali oppure allo zoo,lei sapeva esattamente cos'era quel verso e ora che lo aveva ricordato sentiva un freddo brivido scenderle lungo la schiena.

Non può essere...quello è un africano.”,disse Kagome incredula.

Lo aveva detto,un africano,li davanti a loro,in Giappone. Cosa diavolo ci faceva in Giappone un individuo originario da un terra lontana a più di mille miglia dall'estremo oriente? Ma non fece in tempo a cercare la risposta che altre versi riecheggiarono nel buio della notte. Altre risate provenienti dal buio e questa volta giunsero a fianco dello scuro straniero due iene dalla stazza anormale,grosse quanto un cavallo,dalla pelliccia marroncina a macchie nere e possenti denti in grado di spezzare le ossa di un elefante adulto come se fossero ramoscelli. All'infuori di Kagome però tutti gli altri vedevano solo quelli che sembravano due grossi cani dal collo troppo lungo e le gambe posteriori troppo corte. Gli parvero in un qualche modo deformi e abbastanza brutti da vedere. Che cosa fossero quelle creature non n'è avevano la minima idea,ma qualunque cosa fossero non sembravano avere delle buone intenzioni. Entrambe le parti si prepararono a riprendere lo scontro e questa volta il loro aggressore aveva chiamato i rinforzi. Chi era e perché li aveva attaccati? L'unica certezza era che quella notte non sarebbe passata tanto velocemente. Un nuovo nemico era giunto dal buio e le bestie ridevano nel loro strano verso derisorio. Nessun riposo, solo violenza.

  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Inuyasha / Vai alla pagina dell'autore: Dioni