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Autore: ValeDowney    27/09/2021    1 recensioni
Un principe. La sua storia. Uno stretto legame con il presente gli farà compiere un viaggio in un mondo non suo, riscoprendo un lato di sè che non sapeva di avere
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Loki, Nuovo personaggio, Thor
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Beneath the ashes


 
Capitolo VII: Mezzi salvati




 

Raevin non fece in tempo ad aprire bocca che Selene si precipitò ad aprire la porta, con un sorriso stampato in faccia, ma che svanì non appena si ritrovò di fronte la signora Ramirez, con uno sguardo poco rassicurante.
“Signora Ramirez, che piacevole sorpresa” disse Selene.
“Non la riterrei affatto una piacevole sorpresa” ribatté.
Raevin andò accanto all’amica e rimase stupita nel vedere il suo capo d’appartamento, che notò subito il suo lungo abito blu: “Oh, vedo che ci siamo messi in ghingheri.”
“Veramente sarei in procinto di uscire” disse Raevin, cercando di passarle accanto, ma la signora Ramirez la bloccò: “Quando l’ho presa in questo appartamento, pensavo di essere stata abbastanza chiara quando le dissi che non volevo estranei”
“Non so di che cosa stia parlando” disse Raevin.
“Poco fa è venuto uno strano ragazzo che chiedeva di lei” disse la signora Ramirez, ma non fece in tempo ad aggiungere altro, che Raevin le passò accanto e, dopo aver sceso velocemente le scale, entrò nell’appartamento di sotto, trovando Dave imbavagliato e legato ad una sedia.
“Oh mio dio, Dave! Ma cosa ti ha fatto quella pazza?!” gli chiese, per poi inginocchiarsi e liberarlo.
Una volta con la bocca libera, Dave spiegò: “Appena ha aperto la porta, non ho fatto in tempo a pronunciare parola, che mi ha bloccato per un braccio, per poi imbavagliarmi e legarmi in una sedia in casa sua. Quella donna è una pazza”
“Quando sono venuta a stare qua, mi ha espressamente detto di non portare né far entrare nessun estraneo” disse.
“Non so come tu faccia a vivere con lei” disse Dave.
“Io a casa mia e lei a casa sua. Ognuno per i fatti suoi ed i giorni passano” rispose.
I due si voltarono, trovandosi però di fronte la signora Ramirez: “Badate ragazzi, vi do tempo fino a mezzanotte. Dopo quell’ora, starete fuori.”
“Va bene, come desidera” disse Raevin, passandole accanto insieme a Dave.
Poco dopo, i due si ritrovarono a mangiare nel ristorante del paese.
“Perdonami se il locale è così piccolo” si scusò Dave.
“Non ti preoccupare, non avevi altra scelta, essendo l’unico ristorante del paese. Almeno non c’è muffa sui muri e nemmeno le ragnatele” disse Raevin, guardandosi di tanto in tanto, intorno.
Vedendola agitata, Dave le domandò: “Qualcosa non va?”
“È che mi sembra strano non essere attorniata da centinaia di paparazzi” rispose, guardandolo.
“Sei in un paesino sperduto nel nulla. Rilassati e cerca di pensare a te stessa e, per una volta, di non essere al centro dell’attenzione” disse Dave.
“Per tua informazione non voglio sempre essere al centro dell’attenzione e non ho voluto io venire qua. Mi ci hanno mandata con la forza” disse Raevin.
“Non ti sei mai chiesta il perché? Forse non stavi simpatica a qualcuno. O, molto probabilmente, mettevi nell’ombra qualcun altro” disse Dave.
Senza dire nulla, Raevin si alzò. Il ragazzo le chiese: “E ora dove stai andando?”.
“Non voglio passare la serata con uno che continua a criticare il mio modo di essere. Preferisco la compagnia della televisione. Almeno lì, se c’è qualcuno che mi annoia, posso sempre metterlo muto” rispose e, voltandosi, si incamminò.
Dave la seguì, raggiungendola fuori dal locale e, dopo essersi affiancato a lei, disse: “Certo che te la prendi per poco. Dovresti anche saper ascoltare gli altri e non solo te stessa. Assomigli così tanto a mio fratello.”
“Ah, hai pure anche tu un fratello. Ed esce solo ora, per farmi cambiare idea?” ribatté, continuando a camminare.
“È reale ed è un grosso pentapalmo senza cervello” disse Dave.
Sentendo ciò, Raevin si fermò. Si voltò e domandò: “Scusa, cosa hai detto?”
“Che è un grosso pompelmo senza cervello” rispose.
Raevin inarcò un sopracciglio, per poi chiedere: “Da quando i pompelmi hanno un cervello?!”
“Forse da quando si sono stufati di essere sempre schiacciati” rispose.
Raevin fece qualche passo verso di lui e, quando gli fu di fronte, disse: “Certo che sei un tipo molto strano. Mai prima d’ora avevo mai sentito qualcuno paragonare della frutta a degli esseri umani. Devi odiare molto tuo fratello.”
“Il mio, di certo, non spicca di intelligenza, ma sono io quello che finisce sempre nell’ombra” disse Dave.
“Una sensazione alquanto familiare. Sono definita la “sorellina del genio rivoluzionario dei nostri tempi”. Il Leonardo da Vinci del ventunesimo secolo. Vengo paparazzata da tutti, ma la copertina spetta sempre a lui” disse Raevin.
“Da dove provengo io, si celebrano feste in suo onore. Io, invece, preferisco rintanarmi da qualche parte e leggere un buon libro senza essere disturbato. O, almeno, è ciò che spero sempre, ma mai ottengo” spiegò Dave.
“Mio fratello adora i motori e possiede bolidi di ogni tipo. Passa tanto tempo nella sua officina e, quando cerco di parlargli, cambia la parola d’accesso. L’unica con cui potevo confidarmi era mia madre” disse Raevin.
Dave prese le mani di lei tra le sue. Raevin lo guardò: “Anche la mia è l’unica che mi capisce. Mio padre predilige di più l’altro. Ma le cose stanno così e, finché avrò lei al mio fianco, sono contento” e fece un piccolo sorriso.
Anche Raevin sorrise ma, quel momento, venne interrotto da uno strano rumore. La ragazza divenne rossa in volto e, abbassando lo sguardo, disse: “Scusami. È il mio stomaco. Non mangio da pranzo.”
“Be’ eravamo venuti qua per mangiare, no? Perché non rientriamo?” le propose.
Ritornarono nel locale; ordinarono e, poco dopo, le pietanze arrivarono. Ma Raevin osservò Dave mangiare, con garbo lento e leggero.
“Se non mangi, ti si raffredderà” le disse.
“Ancora non mi hai detto da dove vieni. Continui a ripetermi che il tuo posto è molto, molto lontano” disse Raevin.
“Come mai ti interessa così tanto?” le domandò.
“Sono molto curiosa” rispose.
“Essere così curiosi può portare a gravi conseguenze, lo sai?” disse Dave, guardandola.
“La curiosità è fatta donna e, poi, cosa ti costa dirmi il tuo luogo d’origine? È così segreto?” ribatté.
“È che non penso di essere tenuto a rivelare fatti personali ad una ragazzina che ho conosciuto solo oggi. Vorrei andarci cauto, se mi permetti” rispose, riprendendo a mangiare.
Raevin sbuffò. Poi ci riprovò: “Sembri così un galantuomo ma penso che, sotto sotto, anche tu abbia i tuoi scheletri nell’armadio. Chi mi dice che, una volta usciti di qua, tu non mi metta le mani addosso?”
Dave la riguardò: “Non sono quel genere di uomo. Ti ho invitata a cena solamente per conoscerti meglio e farti uscire dalle tue noiosissime giornate che stai passando in questo posto dimenticato. E poi non dirmi che avresti preferito continuare a sentire le lamentele di quella vecchia. Se proprio non volevi passare una serata con me, avresti potuto rispondere di no.”
Raevin aprì bocca, ma la richiuse subito. Dave aveva ragione: avrebbe potuto rifiutare l’offerta. Invece aveva acconsentito ad uscire con lui. Lo aveva veramente fatto per staccare dalle noiose giornate che stava passando dopo aver perso il lavoro?
La cena venne consumata e, poco dopo, si ritrovarono a passeggiare sulla via di casa.
“È stata una bella serata. Non ne passavo così da… praticamente mai” disse Raevin.
“Esci in continuazione e non ti sei mai divertita?” domandò.
“Le cene di gala alle quali vado sono perlopiù noiose e i fotografi cercano mio fratello” rispose.
“Be’, non sanno cosa si perdono nel non voler fotografare anche te” disse. Raevin abbassò lo sguardo, arrossendo, ma cercando di non farlo notare al ragazzo.
Arrivarono a casa, ma appena Raevin provò ad aprire la porta, la trovò chiusa.
“Evidentemente la signora Ramirez dev’essere già a letto” disse Raevin e provò nuovamente, ma senza nessun risultato. Così suonò, ma nulla.
“O forse è solo molto sorda” aggiunse Dave.
“Non sono sorda!” replicò una voce e, la finestra lì accanto si aprì, rivelando proprio la signora Ramirez in camicia da notte. I due le andarono di fronte.
“Oh, meno male che è ancora sveglia e…” disse Raevin, ma venne interrotta dall’anziana: “Ero a letto e mi avete svegliata!”
“Allora meno male che si è svegliata, così può aprirmi” aggiunse.
“Potrò essere molto sorda” iniziò, squadrando Dave e, dopo aver riposto lo sguardo su Raevin, continuò: “Ma non stupita e senza memoria! Prima che ve ne andaste a divertire, vi avevo espressamente detto che, se foste tornati dopo la mezzanotte, sareste stati fuori.”
“Ma… ma…” Raevin fu priva di parole.
“Che vi serva da lezione! Ma voglio lo stesso l’affitto pagato anche per stanotte!” e chiuse la finestra sbattendola, spegnendo la luce.
“Maledetta vecchia! Che le possa venire… qualcosa!” replicò Raevin, dando poi un calcio a un sassolino. Si allontanò. Dave la seguì.
“È così che getti la spugna? Ti credevo una guerriera” le disse.
“Fossi stata a casa mia, quella vecchia avrebbe fatto i conti con la mia guardia del corpo e, soprattutto, con mio fratello. Qua, a parte la mia amica Selene, chi altri no? Non ho un lavoro, e ora nemmeno più una casa” disse, continuando a camminare.
“Non è la fine del mondo. Ci sono altri modi, per soffrire di più come, ad esempio, gettarsi giù da un ponte o finire dispersi in un luogo infestato dai tuoi incubi peggiori” disse Dave.
“Cavolo, certo che tu riesci proprio a tirare su di morale una donna. Complimenti per i consigli” disse Raevin, guardandolo stranamente.
“Da dove provengo, questo è niente. Sono solo dei semplici passatempi tra zucche vuote che vogliono dimostrare le loro doti di sopravvivenza. Svariate volte ho cercato di spedire mio fratello in un mondo lontano, ma poi mi sono reso conto che era molto più semplice usare ciò che avevo a disposizione” spiegò.
Raevin riguardò avanti, non aggiungendo altro. Poi Dave propose: “Potresti venire da me”.
“Non sono tanto dell’idea di dormire a casa di uno sconosciuto” disse Raevin.
“Ma non lo sono più ormai. Abbiamo parlato per tutta la cena. E poi, dove andresti visto che non è nemmeno presente un hotel?” chiese. Raevin si fermò, così come anche Dave. Lo guardò, sospirando.
Poco dopo, si trovarono di fronte a una casa che, almeno la parte esterna, non sembrava messa tanto bene.
“Carina, come tutte le altre di questo posto del resto. Non avete mai sentito parlare di ristrutturazioni da queste parti?” disse Raevin, mentre osservava le crepe presenti. Poi spostò lo sguardo su Dave, vedendolo in cerca di qualcosa. Quindi gli domandò: “Che c’è che non va?”.
“Ehm… credo di aver perso la chiave. Ma… rimedio subito” le rispose e, dopo aver trovato qualcosa di appuntito, lo infilò nella serratura della porta, che si aprì. Entrarono. Dave fu sia veloce nel chiudere la porta dietro di loro, che posizionarsi davanti a Raevin.
Salirono un breve tratto di scale buie e, appena Dave accese la luce, si ritrovarono in quella che sembrava la sala.
“Almeno il dentro è accogliente” disse Raevin.
“Mi piace far dubitare la gente con l’esterno, ma stupirli all’interno” le disse.
Raevin esplorò quell’appartamento, soffermandosi a osservare gli strani oggetti posti sia sulle mensole che nelle credenze. Si fermò davanti ad alcune foto, che ritraevano un uomo con la barba insieme a diverse persone e in vari luoghi.
“Questo non sei tu” disse. Dave le fu accanto, puntando lo sguardo anche lui sulle foto. Poi disse: “Certo che no. Io non sono così…cavernicolo. Questo… è un mio caro amico”
“Se è un tuo caro amico, perché in tutte queste foto compare sempre lui e mai tu?” domandò e lo guardò.
“Perché? Perché è un tipo molto autoritario. Quando viene a casa mia, vuole sempre vedere le foto dei suoi innumerevoli viaggi in giro per il mondo e mi ha espressamente ordinato di metterle qua nel mio appartamento e mostrarle a chi sarebbe venuto a trovarmi” spiegò.
Raevin inarcò un sopracciglio. Riguardò le foto e disse: “Questo comunque non spiega perché non ci siano foto tue. Nemmeno appese alle pareti” e guardò i muri, spostandosi dalla credenza.
“Non amo molto essere fotografato. Sono un tipo parecchio riservato” disse, seguendo la ragazza fino alla camera da letto, fermandosi sulla soglia della porta. Dietro al letto, appeso alla parete, c’era un enorme arazzo raffigurante strane figure stilizzate africane. Sui mobili erano presenti statuine di diverse culture, in un angolo, una statua molto più grande di qualche divinità indigena.
Raevin guardò stranamente Dave che disse: “Almeno in camera mia non sono così riservato.”
La ragazza andò verso il letto e, dopo averlo sfatto, guardò Dave: “Bene, ora esci di qua, ché devo cambiarmi.”
“Come scusa?” le chiese perplesso.
“Esci… per favore. Dopotutto preferisco dormire senza vestiti e… da sola” rispose.
“Ma io dove dormo?” domandò.
“Nel divano in sala. Non vorrei mica che ci dormi io? Non saresti un bravo cavaliere se ti comportassi così” rispose, togliendosi in modo sensuale, una spallina del vestito.
Dave la guardò ma, non dicendo nulla, se ne uscì. Raevin sorrise beffardamente e, dopo aver chiuso la porta, iniziò a spogliarsi.
La notte passò tranquillamente. Raevin dormì beata. Così tanto che non si accorse di qualcuno che entrò in camera, avvicinandosi al letto.
Questi la scosse un paio di volte, ma lei di tutta risposta si voltò dall’altra parte. Quindi costui le tolse la coperta, per poi urlarle: “Sveglia, ragazzina!”
Raevin si svegliò di soprassalto. Si voltò, pronta a dirne quattro a Dave. Ma appena aprì bene gli occhi, si trovò un’amara sorpresa: davanti a lei non c’era il ragazzo con cui aveva passato la serata, bensì quell’uomo con la barba e l’aspetto da cavernicolo che aveva visto nelle foto.





Note dell'autrice: E finalmente eccomi qua con un nuovo capitolo. Meglio non fidarsi di quel Dave, che dite? Povera Raevin, che situazione. Prima il lavoro; poi chiusa fuori dalla padrona di casa e, ora, in una casa che credeva di Dave ma che, invece, non la è. Chissà cos'altro nasconde quel ragazzo.
Grazie per tutti coloro che sono passati di qua; che hanno recensito la storia e messa tra le seguite. Spero vi stia piacendo e scusatemi se non aggiorno spesso.
Grazie alla mia carissima e sempre amica Lucia
Al prossimo capitolo
Un buon proseguimento di serata ed una buona notte
Valentina P.S.: se volete potete recensire. Accetto tutto: commenti positivi e negativi. Anche consigli. Grazie in anticipo

 

 

 

 

 

 

 

  
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