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Autore: hermy09    02/10/2021    1 recensioni
Una raccolota di fanfiction (per la maggiorparte oneshots) sulla coppia Jason Grace e Reyna Ramirez Arellano.
Sono tutte storie tradotte dall'inglese all'italiano. Leggere il primo capitolo per più info.
Genere: Angst, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gwen, Jason Grace, Reyna, Reyna/Jason
Note: Missing Moments, Traduzione, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Genere: fluff, missing moments

ATTENZIONE, questa non è una mia fanfiction, è stata scritta da HecateA e pubblicata su fanfiction.net

Io l'ho solo tradotta dall'inglese all'italiano.

Qui trovate la storia originale:
https://m.fanfiction.net/s/13616840/1/It-s-Too-Quiet-to-Sleep-Alone

Reyna sentì tutto il suo corpo rilassarsi contro il materasso e il cuscino sotto di lei, il peso della coperta a confortarla. Le parve una occasione memorabile. Era pulita per la prima volta dai cinque giorni di assedio che avevano preceduto l'attacco al Monte Otri, era anche riuscita a fare un pasto completo e tenerlo tutto nello stomaco.
Quella notte i suoi centurioni più fidati stavano facendo a turno per controllare il campo e la città- perciò sentiva di poter chiudere gli occhi senza credere che il mondo sarebbe finito. Chiuse gli occhi nel suo morbido letto misura matrimoniale, molto più comodo rispetto alle brandine del campo...

Si girò su un fianco e strinse a se un cuscino, lo abbracciò e vi poggiò sopra la guancia. Era così soddisfatta per aver trovato la posiziona adatta per una lunga dormita. Sentiva le cicale all'esterno ma, a parte per quello, tutto era avvolto nel silenzio, pace e quiete - probabilmente per la prima volta dopo una settimana. Non aveva mai visto l'interno della Villa prima che le consegnassero le chiavi, le piaceva la facilità con cui quella semplice casa diveniva un santuario. La privacy e la tranquillità di quella sua nuova casa le ricordavano l'isola di Circe - era completamente differente dalle baracche e dalle tende dove aveva trascorso gli ultimi tre anni con i suoi compagni legionari.

Quando quel pensiero la raggiunse, lasciò il cuscino e si girò sulla schiena. Guardò sul soffitto e poi si sedette, guardando attorno a se quello spazio che era suo, solo il suo. La pareti erano spoglie, in attesa di venire personalizzate e rese sue. L'armadio aspettava i suoi abiti, la sedia che lei vi ci sedesse, le mensole di avere su i suoi oggetti... Tutto solo per lei, per nessun'altro.

Reyna sospirò e mise le gambe fuori dal letto. Prese le sue sneakers messe di fronte alla porta, prima di ritornare al suo letto da cui prese la sua coperta gialla e metterla sulle spalle. Non si curò di chiudere la Villa a chiave quando uscì, non possedeva molto, e in ogni caso non vi era un legionario abbastanza stupido da entrare nella casa di un pretore. Persino i fauni non si sarebbero permessi.

Percorse la breve strada che portava alla villa di Jason, identica alla sua. Le luci del portico erano accese, a farle da guida, ma da dietro le tende si vedeva che le luci fossero accese, facendo capire che Jason non fosse ancora andato a dormire.

Le aprì la porta quasi subito. Indossava una maglietta leggera e una tuta quasi identica alla sua- le cose più simili a un pigiama che possedessero- e aveva ancora addosso gli occhiali. Dietro le lenti, i suoi occhi blu sembrano sorpresi di vederla.

"Hey" disse lui.
"Hey" rispose Reyna.
"Che fai qui?" chiese lui "Ti senti bene?".
"Sto bene" rispose Reyna "Volevo solo assicurarmi che fosse tutto okay. Le case sono... Silenziose"
"Già..." disse Jason. Sì grattò il retro della nuca nervosamente. "Lo... Lo sono davvero. Se le si confronta con le
caserme, o con le tende, o con... C'è molto silenzio".

"Non hai mai avuto una stanza tutta per te vero?" chiese Reyna diretta. "Almeno non che tu possa ricordare da quando sei arrivato nella legione".

Jason esitò ma annuì.

"Mai" disse lui. "Mi...mi ricordo di aver dormito accanto a Lupa, ma è un ricordo così vecchio che potrei anche averlo sognato. Poi sono stato nelle caserme della quinta corte, dove ho avuto la stessa brandina da... Beh da quando avevo 5 anni. Ogni volta che mi sono allontanato, per le imprese, pellegrinaggi o marce c'erano sempre molti legionari con me- o almeno anche solo tu".

Reyna annuì

"Tu non riesci a dormire quì, vero?" gli chiese, accennando col capo alla casa. Con sua gran sorpresa Jason- Jason, figlio di Giove, Console di Roma, Pretore della dodicesima legione fulminata, uccisore di Krio- arrossì. Distolse lo sguardo da lei, come era solito fare quando lo faceva sentire troppo osservato, e annuì.

"Come pensavo" disse Reyna. Si tolse la coperta dalle spalle e la strinse al petto. "Beh, mi lasci entrare o no?"

"Come?" chiese Jason, gli occhi fuori dalle orbite come quelli di un cervo abbagliato dai fanali. Non era per nulla bravo a mantenere di fronte a lei l'espressione stoica e impassibile per cui era conosciuto. Era qualcosa che la rendeva molto orgogliosa.
"Stai..." Jason sembrava confuso. "Stai suggerendo di passare la notte insieme?"
"Non ti lascerò non dormire" disse Reyna "I letti sono grandi abbastanza, e non è che non abbiamo mai dormito insieme in posti scomodi e stretti prima d'ora. Cosa ancora più importante, sarai un pretore inutile se non riposi un po', e dovrò finire il lavoro al posto tuo, schiappa (questa traduzione non è esatta ma non vi era altro modo di adattare la frase)

Jason sorrise.
"Schiappa dici? Nei tuoi sogni Ramírez-Arellano"

"Vedremo cosa sognerò quando finalmente staremo dormendo", disse Reyna. "Ora spostati e fammi passare".

Jason sembrò stesse per replicare ma poi si fece da parte. Reyna entrò e iniziò a spegnere le candele nel suo soggiorno prima ancora che Jason potesse chiudere la porta.

"Cosa stai..."

"Va a letto" disse Reyna "Ora".

Lui era sdraiato sul fianco verso la porta quando Reyna entrò.

"Forza" disse Reyna "La maggior parte della gente dorme con le lenzuola, Grazia salvatrice (gioco di parole in inglese col cognome Grace).

Jason fece una espressione seccata prima di tirar su le lenzuola. Lei salì sul letto con lui, reclamando il cuscino, e tirò su di se la coperta, anche se sospettava di non averne bisogno. Durante un'impresa dormire accanto a Jason era come dormire accanto a una fornace, dubitava sarebbe stato diverso lì, l'eleganza dell'ambiente attorno a loro non importava.

"Buonanotte" disse.

"Buonanotte" rispose Jason. Quando lo disse Reyna si sporse per spegnere la candela sul comodino di lui, perciò quando Jason aggiunse "grazie", erano al buio.

Al sentirglielo dire Reyna sorrise, anche se non sarebbe stata vista, e cercò la mano di lui nel buio. Lui le prese la mano e gliela strinse.

Questa oneshot è più breve ma troppo dolce, e poi per me è super canon.
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