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Autore: LaSereRomancer    01/09/2009    1 recensioni
Si guardarono intorno, terrorizzati. Ed erano ovunque. Quel fottuto locale era interamente popolato dai figli di Satana. Esseri mostruosi, dalla forza disumana, pelle fredda come il ghiaccio, occhi tanto rossi da sembrare infuocati e denti affilatissimi, pronti a lacerare qualsiasi collo gli passi sotto al muso. Vampiri. Fottutissimi vampiri.
Genere: Fantasy, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Frank/Gerard
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Can you take this spike? Can you stake my heart?
Can you take this spike? Can you stake my heart?

Si guardarono intorno, terrorizzati. Ed erano ovunque. Quel fottuto locale era interamente popolato dai figli di Satana. Esseri mostruosi, dalla forza disumana, pelle fredda come il ghiaccio, occhi tanto rossi da sembrare infuocati e denti affilatissimi, pronti a lacerare qualsiasi collo gli passi sotto al muso. Vampiri. Fottutissimi vampiri.  "E' tutta fantasia" si era sempre detto, "sono mostri immaginari.". Ma a quanto pare esistevano davvero e di certo non erano in pochi. Si erano ritrovati lì quella sera, Gee e Frank. Volevano solo scolarsi un pò di birra e quel posto li aveva incuriositi. Bè, la prima impressione di certo fu piacevole. A cominciare dalla musica. La sconosciuta rock band che suonava sopra una sottospecie di palco poco lontano dal bancone non era poi così male. Ci sapeva fare in particolare il chitarrista. "Mai visti prima" pensò Frank appena si accorse di loro, "però fanno buona musica, qualcuno dovrebbe offrirgli un contratto discografico.". C'erano tanti tavolini su cui ballavano ragazze seminude. Il barista, tatuato dalla testa ai piedi, non aveva una faccia simpatica, ma poco importava.
- "Prendiamo solo un pò di birra amore? O vuoi qualcos'altro?" chiese Gerard al suo ragazzo.
- "No Gee, solo birra...Non mi va di esagerare stasera."
Gerard sorrise, ordinò qualche bottiglia e insieme si sedettero su uno dei pochi tavolini liberi, ma non prima di aver fatto scendere la ragazza che ci ballava sopra.
- "Certo che è strano questo posto...Chisà perchè non lo abbiamo notato prima." riflettè Frankie ad alta voce.
- "Boh, vabbè ma che ti frega, è un locale come un altro." rispose Gee con indifferenza per poi tornare alla sua adorata birra.
Frank si guardò intorno. La gente che c'era nel locale era...Si, strana. Bè, non tutti in effetti. Ma alcuni erano davvero strani. Il ragazzo non riusciva a trovare un altro aggettivo adeguato a quelle persone. Passarono così mezz'ora, a ridere, scherzare, bere, ancora ridere, spettegolare e scambiarsi qualche bacio passionale di tanto in tanto. Erano felici, Gerard e Frank. Ma quella sera la fortuna non era dalla loro parte. All'improvviso un uomo sulla cinquantina, alto e robusto e con folti capelli neri, si tagliò sbadatamente un dito. L'uomo era dall'altra parte del locale ma i due se ne accorsero subito dato che tutti i presenti, rock band compresa, smisero di fare qualsiasi cosa e guardarono nella sua direzione. Precisamente, fissavano il taglio al dito da cui fuoriuscivano gocce di sangue. E cercavano di concentrarsi. Concentrarsi per cosa? Il tipo sulla cinquantina guardò tutti con espressione terrorizzata. Non sorpresa, ma terrorizzata. Come se sapesse che di lì a poco gli sarebbe successo qualcosa e che quel qualcosa non era affatto piacevole.
- "Oh andiamo, ma che avete da guardare? Si è solo tagliato un dito!" urlò Frank con il sorriso sulle labbra. Un sorriso che invece Gerard non aveva. Tutti si voltarono verso il ragazzo che subito si pentì di aver parlato. E vide che quelle "persone" che fino a poco prima sembravano strane ma innocue, adesso erano dei mostri. Volti deformi, occhi di fuoco, denti scintillanti.
- "Bene, la cena è servita!" disse una delle ragazze seminude con una risatina malvagia. E così si scatenò l'inferno, nel vero senso della parola.
- "Oh cazzo! Lo sapevo, lo sapevo!" urlò spaventato Gerard prendendo la mano di Frankie e trascinandolo di corsa  in un punto indefinito del locale, mentre qualche mostro si stava già occupando dell'uomo con il dito tagliato.
- "Che succede Gee? Che cazzo sta succedendo?" chiese Frank in preda al panico. Ma il suo ragazzo fu assalito da una di quelle bestie che subito cercò avidamente il suo collo. Non fece in tempo a morderlo, però. Una ragazza prese un paletto di legno e glielo conficcò dritto nel cuore.
"Usate questi!" suggerì ai due, "Piantateglieli nel petto e loro si autodistruggeranno!". Poi sparì tra la folla, armata di due bastoni di legno.
- "Hai sentito che ha detto? Prendi un paletto!"
- "Ma vuoi spiegarmi che cazzo sta succedendo quà dentro?"
Gerard lo guardò allarmato.
- "Apri gli occhi Frankie! Siamo all'inferno!"
E così dicendo si voltò di scatto e uccise il barista che gli stava tanto antipatico, ovviamente un mostro anche lui.
- "All'inferno?" urlò Frank, come se non riuscisse a capacitarsene, come se fosse possibile negare l'evidenza e non credere ad un fatto così ovvio. Erano in mezzo ai vampiri. Tanti, troppi vampiri, che per di più erano visibilmente assetati. E il loro sangue era la bevanda che più preferivano.
- "Stammi vicino, non ti allontanare da me per nessun motivo! Dobbiamo coprirci le spalle a vicenda!" ordinò Gerard determinato. "E soprattutto non farti mordere, amore.". Frank non se lo fece ripetere due volte. Non c'era più tempo per rimanere a bocca spalancata e sperare di risvegliarsi da quel brutto incubo. Perchè non era affatto un incubo. Era il momento di reagire. I due ragazzi si posizionarono schiena a schiena, con due paletti ciascuno, e uccisero. Uccisero più che potevano e non avevano sensi di colpa. Infondo quella era legittima difesa, no? E poi i vampiri erano già morti. Tutto, ad un tratto, sembrò essere finito. Il pavimento era cosparso di sangue e di cadaveri sformati. Gli unici ad essere rimasti vivi erano Frank, Gerard e un altro gruppo di cinque persone tra cui la ragazza che aveva salvato Gee.
- "Toglietemi una curiosità, quì ci sono sempre stati vampiri oppure questa sera, siccome ci siamo noi, sono venuti gentilmente a farci una visita?" chiese Frankie cercando di tornare in sè.
- "Non ne ho idea, ma tutto questo non mi sorprende nemmeno un pò." rispose secco uno dei cinque.
"Ah bene, quindi ritrovarsi in un locale pieno di mostri assetati di sangue è una cosa normale, certo." pensò Frank senza aggiungere altro.
- "Fra pochissimo tutta questa gente si risveglierà" disse con decisione la ragazza, "quindi se non volete rischiare ancora di morire, passate tra i tavoli e piantate paletti ovunque."
- "Stai scherzando?" chiese Gerard, "Non dovrebbero essere morti?".
- "Bè, non so di che vampiri avete sentito parlare...Ma questi...Questi ti mordono e ti trasformano in uno di loro. Quindi non perdete tempo.".
Si misero tutti al lavoro, affondando bastoni nel petto di quei cadaveri che stavano per resuscitare. Ma quanti ne ammazzarono realmente? Una trentina forse, quaranta al massimo. Ma il tempo ormai era scaduto. Appena la ragazza alzò il bastone, la creatura ai suoi piedi si alzò e la morse senza pietà e così si risvegliarono tutti. E ricominciò tutto da capo, solo che questa volta i vampiri erano in enorme vantaggio numerico. E alla fine eccoli, gli unici due rimasti davvero in vita. Frank e Gerard, armati di paletti e pistole, circondati da demoni provenienti dall'inferno. E la morte non gli era mai sembrata così vicina.
- "Amore, devi promettermi una cosa!" urlò Gerard con tutto il fiato che aveva a disposizione."
- "Non sono sicuro di poterlo fare." ribattè Frank uccidendo un vampiro.
- "Si invece. Frankie, promettimi che, se mi mordono, non aspettarai il mio risveglio. Se mi mordono tu devi prendere un fottuto paletto e trafiggermi il cuore.".
Quelle parole gelarono il sangue nelle vene di Frank. Non credeva alle sue orecchie, ma del resto doveva aspettarselo. No, non poteva farlo. Per niente al mondo avrebbe ucciso il suo amore, la persona che più amava al mondo.
- "No Gee, non posso farlo, sai che non posso...Io non ti ucciderò mai!".
- "Devi farlo Frankie! Devi! Non voglio essere un fottutissimo servo del Diavolo...E soprattutto non voglio ammazzare te!".
- "Non dire stronzate! Se uno dei due verrà morso a sua volta morderà l'altro! Così almeno potremo continuare a stare insieme!".
- "Che cazzo dici? Che ti salta in mente? Frank, promettimi quello che ti ho chiesto!".
Gerard non stava scherzando, voleva davvero quel "Te lo prometto". Ma Frank non aveva le forze per dirgli una cosa del genere, nemmeno di pensarla. Ma lui insisteva.
- "Ok Gerard...Te lo prometto...Ti ammazzerò..." disse infine Frankie in lacrime, con un filo di voce.
- "Non piangere amore" lo tranquillizzò Gee, "pensa solo a non farti mordere".
In quel preciso istante un raggio di sole penetrò nella stanza dal rosone sul soffitto prendendo di mira un vampiro, che subito si sciolse e scomparve. Era l'alba. Gli altri vampiri indietreggiarono e si chinarono per schivare quei raggi che si stavano facendo sempre più numerosi.
- "Ma certo, che scemo! Come ho fatto a non pensarci! Amore ascoltami, quante pallottole ti sono rimaste?".
- "Non molte...Perchè?".
- "Non sparare ai vampiri, così le sprechi soltanto. Spara sulle pareti, fai dei buchi! Abbiamo bisogno di luce!".
Frank capì subito e iniziò a sparare dappertutto imitando Gerard che, con una mira che nemmeno lui sapeva di avere, puntò verso la serratura della porta chiusa con un lucchetto e la aprì.
- "Corri, scappa!".
I due si presero per mano e corsero verso l'uscita lasciandosi alle spalle le grida assordanti di quegli esseri disgustosi. Spalancarono la porta e si voltarono, ma le urla disumane li costrinsero a tapparsi le orecchie e continuare a correre. In pochi secondi si ritrovarono a terra, stremati, sfiniti, mentre anche l'ultimo vampiro rimasto si scioglieva al sole. I due si guardarono negli occhi senza dire nulla. Le loro labbra si sfiorarono e si baciarono. Un bacio lungo, lento, dolcissimo, pieno di amore. Quando si staccarono si sentirono di nuovo in grado di parlare.
- "Erano come te li immaginavi, Gee?".
- "Cosa?".
- "I vampiri...Te li immaginavi così?" ripetè Frank, che aveva ritrovato il sorriso. "Incredibile" pensò Gerard, "nonostante tutto quello che è successo stanotte, lui mi sta sorridendo. Quel suo solito sorriso ingenuo, splendido, irresistibile. Ma infondo è anche per questo che lo amo.".
- "No amore...Sono completamente diversi da come ho sempre pensato." e sorrise anche lui. Un altro bacio, questa volta passionale, caldo, travolgente. Poi, insieme, mano nella mano come sempre, salgono in macchina e partono. Hanno bisogno di una vacanza, una bella, lunga vacanza. Del resto, dopo quella notte d'inferno, si meritavano un pò di paradiso.
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Si lo so fa schifo, potete dirlo liberamente tanto non mi offendo. Per scrivere questa storia mi sono ispirata ad uno dei miei film preferiti, "Dal tramonto all'alba". Non è venuto fuori quello che speravo, ma devo ancora fare tanta pratica xD Ciao a tutti! ^^
  
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