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Autore: Prettybene9816    03/10/2021    0 recensioni
I protagonisti sono diversi, ma è consigliato leggere prima i sequel per capire meglio i protagonisti.
All'interno del libro ci saranno vari protagonisti, altre storie che vi illustrerò mano a mano. Iniziamo con la prima coppia:
Flora non ha scampo, Khalil, il suo stalker dall'età di 14 anni, ha un obiettivo...vuole umiliarla, distruggerla, farle passare l'inferno, vuole che strisci per terra come un animale, vuole denudarla di emozioni, anima e vita.
Lei si sveglia in una stanza buia ed estranea, non sa cosa possa succedergli, e chi o perchè le stanno facendo ciò, ma lei è forte, furba e caparba...sa che quello è il suo inferno, ma meglio regnare all'inferno che servire in cielo.
Seconda coppia:
Jamal è testardo, Swarna è volubile, Jamal è burbero, Swarna è affabile, Jamal è arrogante, Swarna è timida, Jamal non prova più emozioni, Swarna dà il cuore alle persone, Jamal ama il potere, Swarna ama la semplicità, Jamal vuole tutto, Swarna non vuole nulla...cosa hanno in comune?
Jamal ha perso il suo migliore amico Farid, Swarna ha perso sua sorella Bekka...ogni responsabilità sulla bambina appena nata dall'unione di Farid e Bekka ricade su di loro, sono di colpo genitori e non si sopportano a
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Raccolta | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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Ogni volta che ti guardo, sento tutti i sintomi dell'amore. -Shuttle_river FLORA'S POV: Sento il cellulare squillare e allungandomi per prenderlo rispondo "Pronto?" "Ehi, sei tornata a casa?" chiede Juan. "Io...sì, stavo giusto andando a risposare" "Ah ok, volevo assicurarmi che stessi bene prima di andare a dormire" "Va tutto bene, voi avete mangiato?" "Ti sei persa una cenetta niente male" "Sarà per la prossima, promesso" "Va bene dai, ti lascio riposare. Se hai bisogno di qualcosa..." "Sì, lo so. Ti chiamo, ora vai da Tania e smettila di perdere tempo con me" Lui ridacchia e insultandomi dice che mi vuole tanto bene e riattacca. Spengo il cellulare certa di non essere più disturbata e riposandolo, torno alla mia lettura. Sono curiosa di vedere come si comporterà Stella con suo marito. "Non si preoccupi signor Ruggieri, gli attacchi diminuiranno e ritornerà a stare bene. Glielo assicuro" dico accompagnandolo alla porta. "Grazie signorina, lei è un angelo. Sono così grata al signore di averla incontrata" "E' il mio lavoro far stare bene le persone" dico mentre lei apre la porta e sorridendomi dice che cercherà di seguire i miei preziosi consigli. Le sorrido mentre guardo Tea di sfuggita e rientrando dico "Il prossimo" Alzo subito lo sguardo notando qualcosa d'insolito e vedo Pierangelo seduto col solito chiodo di pelle e un enorme mazzo di fiori. Si alza sorridendomi e aggiustandosi i capelli, fa un cenno a Tea che lo guarda adorante. "Ciao piccola" sussurra lui al mio orecchio superandomi. Alzo lo sguardo paralizzata a Tea che cerca di non arrossire e rientrando chiudo la porta. "Hai preso tu l'ora?" chiedo una volta dentro. Lui mi consegna tra le mani il mazzo di fiori e avvicinandosi alla porta, la blocca a chiave per poi rigirarsi e accarezzarmi le braccia da dietro. "Ho sentito che il tuo lavoro è far stare bene le persone, come non potevo prendere un appuntamento?" Scuoto la testa per la sua stupida ironia, mentre mi giro col mazzo di fiori e mormoro "Non dovevi, sono bellissimi" "Tu sei bellissima" mormora lui accarezzandomi una guancia surriscaldata. Poso i fiori sulla scrivania e sento i brividi mentre lui viene dietro di me e scostandomi piano i capelli, lascia dei baci sull'incavo del mio collo... "Mi sei mancata così tanto" sussurra col respiro caldo sulla vena del mio collo pulsante. Resto senza fiato quando scosta la bretella del mio tailleur e baciandomi la spalla, mi afferra con prepotenza i fianchi e me lo appoggia facendomi sentire tutta la sua presenza dietro. Inizio a respirare affannosamente quando lui risale con le mani la gonna del mio tailleur e facendomi girare, si leva il chiodo di pelle e mi brucia con lo sguardo. Brucio anch'io per lui e attirandolo a me per la maglietta, lo bacio inserendo la lingua. Lui ringhia per questa mia presa di posizione e spingendomi sulla scrivania, mi fa allacciare le gambe attorno ai suoi fianchi mentre io traffico con la sua cintura. "Tu vuoi che ci rimetta, ammettilo che vuoi farmi impazzire" sibila mordendomi il labbro. "Ahhhh"gemo quando si fa spazio dentro di me e inizia a spingere forte e a fondo. Mi aggrappo alle sue spalle levandogli la maglietta e prendendo i suoi capelli in un pugno, gemo al suo orecchio che lo voglio tutto e non ne avrò mai abbastanza. Lui spinge ancora più forte facendomi inarcare la schiena per l'intensità e abbassandomi la scollatura del vestito e del reggiseno, mi prende un seno in bocca e mi fa stendere sulla scrivania. Dentro fuori, dentro fuori, mi fa impazzire stimolandomi anche la carne e mordendomi i capezzoli...io cerco di non gridare il suo nome, ma gemo e prego che fuori non si senta troppo. Non potrei più camminare con la testa alta. "Cazzo piccola, dillo che mi aspettavi , dillo che fremevi da tutto il giorno per avermi dentro" sibila lui baciandomi l'incavo dei seni. Mi metto seduta per guardarlo in faccia e mi mordo il labbro sovraeccitata, lui non resiste e prendendomi le guance tra le dita, mi divora le labbra. Lo spingo facendolo cadere sulla poltroncina e mettendomi sopra di lui, inizio a cavalcarlo. Lui afferra i miei fianchi e stringe con una mano il mio collo, non vuole cedermi tutto il controllo, ma gli piace da impazzire quando cerco di strapparglielo. "Dio...solo dio sa quanto ti amo, solo dio lo sa" ringhia attirandomi ancora verso le sue labbra. Mi muovo più velocemente quando all'improvviso sentiamo il telefono e noi veniamo tremando. "Cazzo" sussurro poggiando la fronte sulla sua spalla. "Dovrò chiedere un appuntamento più spesso" dice lui facendomi sorridere. "Vuoi pagarmi come una puttana?" chiedo ridendo. "Oh piccola, credimi. Non hai niente da invidiare alle puttane, assolutamente niente" dice lui scostandomi dei capelli sudati dalla fronte. I nostri cuori continuano a battere all'impazzata e cerchiamo di riprendere fiato quando il telefono squilla ancora e allungandomi chiedo "Pronto?" "Signora, suo marito è giù. Sta salendo, volevo avvisarla. Sarà in ascensore adesso" mi avvisa Tea. "Ho capito, grazie" dico riattaccando e alzandomi di scatto da Pierangelo. "Che succede?" chiede lui con ancora delle goccioline di sudore che scendono sui suoi pettorali. "Luigi" dico soltanto aggiustandomi di scatto il vestito e rimettendo a posto la scrivania. Pierangelo si rimette subito la maglietta e rialzandosi i pantaloni, traffica frettolosamente con la cintura. Corro per guardarmi allo specchio e noto il mio viso troppo arrossato, per fortuna non mi sono truccata oggi e non devo temere il trucco colato. Recupero all'istante delle salviette rinfrescanti e me le passo sul viso sperando di rinfrescarmi un minimo, mentre sento bussare alla porta ed entrambi ci giriamo a guardarla. Recupero il suo chiodo di pelle e lanciandoglielo, corro ad aprire la porta. "Aspetta aspetta" dice lui indicandomi il collo. Corrugo la fronte e specchiandomi nella finestra noto un succhiotto enorme sul lato del collo. "Cazzo Pierangelo!" impreco sistemando i capelli per coprirlo mentre sento ancora bussare. Vado ad aprire la porta e lancio un'occhiata a Pierangelo che finisce di mettersi la giacca e si siede sulla poltroncina con nonchalance. "Ehi" mormoro sorridendo a Luigi che mi guarda perplesso e chiede "Perchè ci hai messo tanto?" Entra dentro e solo ora nota Pierangelo seduto. "Oh...forse ho interrotto qualcosa" mormora Luigi dispiaciuto. "Sì, decisamente. E' un piacere rivederla" dice lui allungando una mano a Luigi. Le stesse mani che prima mi stimolavano. Deglutisco sentendomi male e chiudo per un secondo gli occhi. "Il piacere è mio" Luigi sposta lo sguardo al mazzo di fiori sulla scrivania e dice indicandolo divertito "Sono suoi i fiori? Se non sapessi che è un paziente di mia moglie, crederei che la stia corteggiando" M'irrigidisco di scatto mentre Pierangelo tiene il colpo alla grande e dice tranquillo "Purtroppo questi non sono opera mia, anche se sua moglie si merita di essere riempita di fiori e attenzioni ogni giorno" Luigi fa un sorriso tirato e dice "Sì, per fortuna che ci sono io a riempirla di tutte le attenzioni" "Le attenzioni non sono mai troppe" dice Pierangelo arrogante ma col sorriso sul viso. Luigi inizia a guardarlo male e spostando gli occhi a me chiede "Amore possiamo parlare un minuto?" Si gira verso Pierangelo e chiede "Posso rubargliela per un attimo? Prometto di non metterci troppo" "Come no, aspetterò qui fuori" dice Pierangelo raggiungendo la porta per poi dire "Vi concedo solo un paio di minuti però o potrei diventare geloso" Luigi scoppia a ridere mentre io fulmino con lo sguardo Pierangelo che però mi fa l'occhiolino e va via. Vado alla scrivania mentre Luigi mi guarda un po' stranito e chiede "Tutto bene?" "Sì, perché?" Chiedo grattandomi la testa. "Hai dormito con Sabina e stamattina non ti ho completamente vista, ho anche provato a chiamarti" "Ah...che stupida, ho il cellulare scarico. Ora lo metto in carica" Lui mi raggiunge e allungando una mano verso di me chiede "Sai che..." Mi scosto di scatto fingendo di dover recuperare una cartellina e chiedo "Sei venuto per dirmi qualcosa?" "Volevo vederti prima di andare a lavoro" "Oh...capisco" deglutisco e rimettendomi a sedere dico "Scusami, è che sono sommersa di lavoro in questi giorni" "Non ti preoccupare, chi te li manda questi fiori?" "Ehm...Tea. Voleva ringraziarmi per il nuovo posto e...mi ha portato dei fiori" invento sui due piedi. "Che carina" "Sì, molto" "Pierangelo..."mormora lui indicando la porta "Tipo strano,eh?" Cerco di mantenere il respiro stabile e con nonchalance sfogliando un fascicolo dico "Normale" "Sembra che non gli stia tanto simpatico" "Ma no, è solo un po' scontroso" "Se lo dici tu..." mormora lui facendo spallucce per poi dire "Senti, che ne dici se stasera ci prendiamo del tempo per noi e..." Scuoto subito la testa e dico "Ho troppo lavoro, non penso di avere del tempo libero...mi dispiace " "Ma no, va bene. Capisco perfettamente, tu pensa al lavoro, ci penso io a Sabina e alla casa" Gli sorrido terribilmente in colpa e mormoro "Grazie, davvero...sei così comprensivo" Lui mi sorride mentre si avvicina a me e dice "Io vado allora, prima che quel Pierangelo m'insulti. Ci vediamo a pranzo?" "Sì, certo" "Ottimo, ti amo" dice lui allungandosi per darmi un bacio. Tossisco allontanandolo e dico "Ti conviene starmi lontano, forse sto prendendo l'influenza" "Hai preso qualcosa? Te lo porto?" "No tranquillo, ho la Tachipirina qui" "Va bene, allora io vado alla radio. Tu stai bene, vero?" "Sì, non preoccuparti. Vai" "Buon lavoro tesoro" dice lui uscendo dall'ufficio. "Che bel gesto Tea, sono davvero molto belli i fiori" dice Luigi a Tea che lo guarda stranito per un attimo, ma capisce subito e dice "Sì, sono stata io. Cioè...ho visto quei fiori e ho subito pensato alla signora. Ecco tutto" "Sei una brava ragazza, buon lavoro! " dice Luigi per poi fare un cenno a Pierangelo e allontanarsi nel corridoio. Pierangelo entra subito nel mio studio mentre io lancio un'occhiata a Tea e mormoro "Grazie...di tutto" "Di niente" dice lei facendomi un sorriso per darmi conforto. Le faccio un sorriso tirato e rientrando dentro, chiudo la porta e raggiungo la scrivania. "Gliel'hai detto?" chiede subito Pierangelo. "Ti avrebbe già spaccato la faccia, non trovi?" "Allora cosa avete fatto?" "Cos'altro avremmo dovuto fare se non parlare?" chiedo acida. Lui alza un sopracciglio per il mio tono e io scuotendo la testa, gli do le spalle e mi tiro i capelli dietro. "Ehi..."sussurra lui facendomi girare. "Non so che sto facendo, non so che cazzo sto facendo" farnetico disperata con voce tremante. Mi porto le mani sul viso e scoppio a piangere, che cazzo sto facendo? Lui mi abbraccia posando la testa contro il suo petto e io piango sentendomi terribilmente in colpa, sto davvero mandando il mio matrimonio a puttane? "Sto impazzendo...sto impazzendo" singhiozzo con le lacrime. Lui mi prende il viso e asciugandomi le lacrime col pollice sussurra "Calmati piccola, respira piano...ti stai agitando troppo" "Non ci riesco..."scuoto la testa e ribadisco "Non ci riesco" "Guardami" dice lui alzandomi il mento. Alzo piano lo sguardo a lui ancora singhiozzando per le troppe lacrime e lui mormora "Ti porto via con me" "Cosa?"chiedo corrugando la fronte per lo sconcerto. "Andiamo a Parigi per qualche giorno, stacchiamo un po' la spina e allontaniamoci da tutto" "No no...non posso lasciare Sabina sola" nego subito con la testa. "Non è sola...c'è Luigi, ci sono le tue sorelle, i tuoi genitori...sarà solo per qualche giorno, dirai che sei dovuta scappare per lavoro. Nessuno sospetterà mai nulla" "Io...non lo so, non mi sembra il caso di..." "Scappiamo via insieme, per favore. Tu volevi sapere un po' della mia vita dopo il liceo, quale occasione migliore? Ti mostrerò la città e staremo insieme, faremo tante cose belle, ti prometto che starai benissimo, sarà tutto perfetto" mormora lui afferrandomi il viso per convincermi. "E se ci dovessero scoprire?" "Chi dovremmo incontrare a Parigi? Al massimo mio cugino, nessuno che conosci potrà beccarti" Sbatto ripetutamente gli occhi e mormoro esitante"E...quando partiremmo?" "Stasera, penserò io a tutto" "Stasera?" chiedo spalancando gli occhi. Lui sorride eccitatissimo e dice annuendo "Sì! Tu corri a casa per fare le valigie e io ti verrò a prendere all'angolo del tuo residence dopocena verso le 22" "Cazzo...è davvero poco tempo" "Facciamolo, partiamo stasera" dice lui deciso prendendomi per le spalle. Osservo i suoi occhi entusiasti e deglutendo chiedo scettica "E se Luigi non dovesse credermi?" "Chi? Quel fesso?" Lo guardo male e lui borbotta "Non se ne accorgerà, non si è neanche accorto di sua moglie che scopa con un altro" Mi adombro subito e lui pizzicandomi le guance dice "Scherzo, dai...sai che odio quando parli di lui" Sospiro e mordendomi il labbro chiedo ancora "Ma tu sei sicuro di..." "Sì! Sono sicurissimo, non vedo l'ora di partire con te. Senti il mio cuore se non mi credi" dice lui facendomi posare la mano sul suo petto. "Batte forte" confermo sorridendo. "Vedi? Non vorrai far morire quest'uomo di crepacuore..." Scoppio a ridere per poi fare un bel respiro e dire decisa "Ok, sì. Facciamolo" "Davvero? Te l'accolli?" Chiede lui non credendoci. Non ci credo neanch'io. "Sì! Devo scappare per un po' e capire cosa fare, devo essere certa della decisione che prenderò" Pierangelo mi bacia di scatto e stringendomi forte mormora "Mi scoppia il cuore per la felicità" "Vai a preparare le valigie prima che ci ripensi!" esclamo io allontanandolo divertita. "Niente ripensamenti o ti vengo a prendere io a casa!" mi minaccia lui. "Non lo farò, lo giuro" "Ti amo, ti amo tantissimo" mormora lui lasciandomi un altro bacio. Me ne lascia un altro sulla fronte e dice "Vado. Ci sentiamo per messaggi, ok?" "Va bene" Pierangelo fa per uscire, ma si affaccia alla porta e ribadisce "Niente ripensamenti." "Niente ripensamenti" ribadisco sorridendogli. "Sei bellissima, lo sai?" dice Pierangelo sornione. "Vai!" dico io ridendo mentre lui mi fa l'occhiolino e scappa via. Mi porto le mani sul viso e sorrido come una scema, sono passata dal piangere istericamente al ridere di gioia nell'arco di pochi minuti. Questo è decisamente l'effetto Pierangelo. Mi alzo dal divanetto per andare velocemente al bagno e sciacquandomi il viso, mi osservo allo specchio. Osservo i miei occhi che luccicano e sorrido, la storia di Stella e Pierangelo mi sta ridando un po' di vita. Mi sbrigo ad asciugarmi il viso e bevendo un sorso d'acqua, mi rimetto sul divanetto. Noto fuori che piove e mi stringo stiracchiandomi, amo leggere con la pioggia di sottofondo. Mi riaggiusto gli occhiali e sfoglio l'inizio del prossimo capitolo. "Buongiorno" sussurra Pierangelo scostandomi dei capelli dal viso. Alzo le braccia stiracchiandomi e alzando lo sguardo alla finestrella del soffitto dove sta la nostra bellissima e intima camera di hotel mormoro "Ehi..." "Dormito bene?"chiede lui sedendosi accanto a me. Sorrido e chiedo "L'abbiamo davvero fatto? Siamo a Parigi?" "Sì, e se non ti muovi , non potremo incominciare la giornata che ho pianificato nei minimi dettagli" dice lui indicando il block notes sul comodino. Scoppio a ridere e chiedo "Che strano, di solito sono le ragazze che lo fanno" "Beh, posso essere una persona molto organizzata quando voglio" mi provoca lui mordendomi il lobo dell'orecchio. Ridacchio e mettendomi seduta dico "Ok, dai mi muovo. Chiamo Sabina e comincio a prepararmi" "Perfetto, io scendo un attimo in reception" dice lui andando verso la porta. "Perchè?" "Muoviti!" esclama lui non dicendomi altro. Esce fuori e io chiamando Sabina, incomincio a prepararmi. Indosso una gonna bianca sbarazzina e sopra una camicetta di seta color champagne con ruches, maniche lunghe e con una fascetta che si allaccia sulla schiena scoperta. Sento la porta aprirsi e senza girarmi chiedo "Ehi...potresti allacciarmelo dietro?" Lui mi raggiunge e prendendo le fascetta, mormora al mio orecchio allacciandole "L'intento è quello di uscire a vedere la città, non convincermi a restare" Sorrido scuotendo la testa e girandomi borbotto "Quanto sei scemo?" Lui mi scombina il ciuffo con le dita e allontanandosi, mi porta il carrellino con delle cose da mangiare. "Potrei abituarmi a queste colazioni a letto" dico mordendomi il labbro. "Farai meglio ad abituarti alla mia presenza sempre" dice lui porgendomi un bicchiere con dell'aranciata. Lo prendo e sedendomi sul letto accanto a lui, prendo un cornetto alla crema gialla e gemo per la bontà. "Dio...l'impasto ti si scioglie in bocca!" esclamo mentre lui col pollice mi pulisce della crema sull'angolo della bocca e lo lecca. "Sì, sono molti buoni i croissant qui" "Prima di tornare in Italia, ricordami di farne scorta" Lui scuote la testa e dice "Siamo appena arrivati e già pensi a tornare in Italia. L'intento è quello di tenerti lontana da lì, almeno per il momento..." "Sì, hai ragione" sospiro prendendo una fetta biscottata e spalmando del burro con la marmellata. "Puoi accettare le mie scuse?" chiedo porgendogli la fetta biscottata. Lui la morde ancora nelle mie mani e facendomi cadere un sacco di briciole sulla camicetta. "Sei un animale!" esclamo mentre lui mi alza in aria e ributtandomi sul letto, mi sale sopra baciandomi. --------------------------------- "Salut!" esclamo al portiere dell'hotel che ci guarda sorridendo. Pierangelo mi prende subito la mano marcando il territorio e uscendo dall'hotel borbotta "Vedi che non è obbligatorio salutare ogni persona che incontriamo" Leggo il nome dell'hotel "Fred Hotel" e guardandomi attorno chiedo "Che via è questa?" "Avenue Villemain" dice svoltando a destra. "Che belli questi palazzi" mormoro eccitata come una bambina. Sono così felice di essere qui con Pierangelo, è sempre stato un mio sogno visitare la città con lui che mi faceva da guida. "Monoprix" leggo il nome di un negozio. "Aspetta aspetta, che bello!" esclamo fotografando col cellulare un murales con dei libri sistemati su dei ripiani. "Ok, possiamo andare. Che bella quest'enoteca!" dico indicando alla mia destra l'enoteca tutta verde. "E' pieno di ristoranti questa strada" m'informa lui. "Dove stiamo andando noi?" "Alla stazione metropolitana Plaisance" "Prima entriamo in questa libreria 'Au plaisir des yeux' ?" Chiedo una libreria vintage. "Perderemo la metro" "Per favore, ci metteremo pochissimo " lo supplico con gli occhi dolci. Lui sospira, ma mi supera e mi trascina dentro. Ne esco fuori felicissima con una penna che Pierangelo mi ha comprato per ricordo e prendendo dalla borsetta la mia agendina, scrivo "2 aprile. Grazie per la penna, penserò sempre a te quando la userò! Un bacino, la tua Stella" Strappo il pezzo di carta e porgendoglielo, gli stampo un bacio sulla guancia. Lui arrossisce, ma finge di essere indifferente e mettendosi il bigliettino in tasca, mi fa scendere le scale della metropolitana. "Non lo perdere!" Mi raccomando riferendomi al bigliettino. "Lo terrò sempre con me" mi rassicura lui. Prendiamo la rotte 13 per arrivare a Champs-Elysées - Clemenceau ed entrando nella metro, Pierangelo si mette a sedere trascinandomi sulle sue ginocchia. Mi metto di lato e posando la testa sulla sua spalla, osservo le persone che entrano ed escono dalla metro, mentre Pierangelo mi lascia dei baci sulla testa. Ascolto il dolce battito del suo cuore, l'accento perfetto delle persone nella metro, e cercando di apprendere qualcosa, dopo 7 fermate scendiamo anche noi. Il tempo è volato fra le braccia di Pierangelo, si sta così bene lì. Saliamo le scale e ci ritroviamo a Place Clemenceau. E' una piazza enorme e c'è una bellissima giornata di sole, adatta per fare un bel pic nic. Mi guardo attorno incantata dai parchi con tantissimo verde e seguendo la strada chiedo "E' bellissima questa strada, come si chiama?" "Questa è avenue Winston Churchill nell'VIII arrondissement"dice Pierangelo guardandosi attorno. Ossero due edifici, uno con un'imponente facciata in pietra d'ispirazione classica, con cancellate e statue allegoriche, e dirimpetto un altro edificio con una facciata che si sviluppa per circa 150 metri, ed è fortemente connotata dal grande arco di ingresso centrale, dalla cupola che lo sovrasta e le colonne dalle volute fortemente sporgenti che ornano l'affaccio su strada. "Questo è il museo Petit Palais e quello il Grand Palais, dentro è fatto di vetrate. Una volta ci ho pattinato con dei miei amici, magari possiamo tornarci nel periodo invernale" mi spiega Pierangelo osservando i miei occhi che corrono ad osservare gli imponenti edifici. "Sarebbe bellissimo!" dico entusiasta. "Vieni, ti faccio vedere dentro" dice lui portandomi dentro il Grand Palais. Faccio tantissime foto al tetto interamente di vetrate e ricordo anche una sfilata di Victoria's secret fatta qui dentro, chiedo informazioni a lui che va subito a cercare info nel cellulare. Inutile dire che gli ho dato degli schiaffi e lui ha fatto una scenata nel padiglione, prendendomi sulla spalla e facendomi girare in aria. Entriamo anche nel Petit Palais e ne approfitto per vedere accuratamente la mostra esposta, amo i musei. Facciamo anche una lunghissima passeggiata nei giardini attorno e percorrendo tutta cours la Reine, raggiungiamo la bellissima Place de la Concorde. C'è una bellissima ed enorme fontana con tantissimi dettagli dorati che fotografo subito, per poi correre per la piazza come una bambina sovraeccitata. Entriamo anche al Jardin des Tuilieres e ci sediamo su delle sedie verdi, delle persone mangiano i loro spuntini, sltri ridono e scherzano spensierati. Il potere del sole, una sedia e un parco. Il giardino è bellissimo e curatissimo, facciamo un'altra lunga passeggiata ridendo e scherzando dei tempi del liceo quando all'improvviso vedo un'enorme ruota panoramico e urlo emozionata. "Ci possiamo salire?"chiedo saltellando troppo felice. "Vediamo che si può fare" Scopriamo che la ruota è aperta al pubblico solo in estate e inverno, ma Pierangelo conosce il tecnico che con dei soldi in più accetta di farci salire. "Oh mamma riesco a vedere tutta la città, quanto siamo in alto?!"chiedo un po' spaventata. Lui mi stringe forte la mano e dice piano "70 metri, ma ci sono io qui" Sorrido e dandogli un bacio soffice, lo abbraccio ancorandomi a lui. "Menomale che ci sei tu" ribadisco mentre lui perde tutto il panorama, solo per fissare me felice. Scendiamo dalla ruota, io ancora col cuore che batte all'impazzata e uscendo dal giardino, andiamo a Place di Carrousel per raggiungere il Louvre. Passiamo un'ora e mezza dentro e Pierangelo deve trascinarmi fuori a forza o avrei perso altre tre ore. Continuiamo la nostra passeggiata per rue de Rivioli e andiamo sotto il pont Neuf per sbaciucchiarci in disparte su una panchina davanti al fiume. L'atmosfera sembra romantica, finchè le cose si fanno bollenti e noi non riusciamo a staccarci e non palparci a vicenda. Veniamo bruscamente interrotti da dei turisti che cercano un posto dove mangiare nei paraggi e Pierangelo risponde in francese seccato. "Sei molto sexy quando parli il francese" gli sussurro all'orecchio. "Oui?"chiede lui solleticandomi i fianchi. Mi sporgo all'indietro per sfuggirgli, finchè faccio per cadere dalla panchina ma Pierangelo mi prende al volo e mi alza in aria. "Attenta" mi becca facendomi ridere. Lui mi guarda stranito, ma io gli lascio un bacio e prendendogli la mano dico "Forza andiamo a mangiare anche noi, muoio di fame!" Si lascia trascinare e risalendo sul ponte, mi porta nel cuore del quartiere latino Saint Germain, dove troviamo un caratteristico e piccolo locale affacciato su una stradina. "La Jacobine" leggo il nome del posto. Il cameriere fuori ci accoglie subito e una volta che scopre che siamo italiani, cerca di dire qualche parola italiana con scarsi risultati, ridacchio per la sua simpatia e ci fa accomodare in un tavolo a due. Mi guardo attorno osservando dei quadri con delle figure di persone fatte a cartone animato e sedendomi sulla sedia blu imbottita, prendo il menù che mi porge il cameriere. "Che carino questo posto, ci sei mai stato?"chiedo sporgendomi su Pierangelo. "Sì, la sera con le luci e la musica è ancora più bello il quartiere. La cosa positiva è però l'assenza della fila a quest'ora" "C'è molta fila di sera?" "Con dei miei amici abbiamo dovuto aspettare per un'ora, ma ne vale sempre la pena qui" "Davvero?" Ora sono curiosa" dico aprendo il menù e leggendo i piatti tradizionali del posto. Delle cose non riesco a tradurle e con l'aiuto di Pierangelo decidiamo finalmente cosa ordinare. Come antipasto prendiamo una zuppa di cipolle, una fonduta di camembert con un'insalata di accompagnamento e del salmone in carpaccio. Aspettiamo davvero poco e ci servono la zuppa di cipolle gratinato tipica francese con all'interno pane e sopra formaggio fuso. Non sono un'amante di cipolle, ma Pierangelo mi diceva che era un must da provare e mi sono fidata, ho fatto bene. La finiamo in tempo per l'arrivo della fonduta di camembert servita molto calda e fumante in una terrina di coccio con quest'insalatina accanto. Poco dopo ci arriva pure il salmone in carpaccio e siamo già molto soddisfatti dall'antipasto. Prendiamo poi come piatti principali, io, il petto d'anatra, che non ho mai assaggiato, con salsa ai funghi porcini e Pierangelo prende la tajine di pollo al limone candito. I piatti ci arrivano dopo mezz'ora e io spalanco gli occhi sul pollo di Pierangelo che sembra buonissimo, mi fa assaggiare un bel pezzo e mi spiega che si tratta di un piatto della cucina marocchina e prende il nome dalla pentola di terracotta in cui viene fatto cuocere lentamente il pollo con limone e spezie profumate. Rimango affascinata sia dalla sua dialettica che dal piatto, che chiedo altre informazioni sul cibo che ha assaggiato in Francia in questi anni. Arriviamo al dessert e io prendo un dolce con cuore al cioccolato fuso, gelato stracciatella e crema chantilly. Pierangelo invece è indeciso sul crumble mandorle, cioccolato e cannella e una torta al limone con la meringa bruciata sopra. Gli dico egoisticamente di prendere la torta perchè possa assaggiarla anch'io, dato che odio la cannella. Inutile dire che esegue, anche se mi guarda con rimprovero...lo provoco da tutta l'ora con la gamba o accarezzandomi il collo. Mi ha più volte chiesto di smetterla, ma è così divertente provocarlo. Ne approfitto per andare in bagno alla fine dei pasti e Pierangelo mi segue fino alla cabina della toilette. Chiude la porta col chiavistello e alzandomi una gamba all'altezza del suo fianco, mi divora le labbra. Accarezza la mia coscia nuda sotto la gonna e prendendo anche l'altra gamba, mi alza in aria contro il muro e scende a baciarmi il collo...mi aggrappo alle sue spalle e sorridendo furba sfrego la mia intimità contro la sua, lui ringhia sul mio collo e palpandomi il sedere, sibila che me la farà pagare. All'improvviso il mio cellulare squilla e vedo che è Luigi...Pierangelo sospira seccato, ma mi lascia andare e dicendo che andrà a pagare il conto, mi lascia sola in bagno. Racconto a Luigi di essere a pranzo con delle mie colleghe e che la riunione è andata a buon fine, lui mi rassicura su Sabina e dice che stasera dormirà da mia sorella, dato che ama stare con le sue cugine e domani è sabato. Ne approfitto per chiamare anche mia sorella e parlo con Sabina che dice di starsi divertendo un mondo a giocare con le cugine, lo dice a modo suo ma si fa capire. Riattacco e sospirando, m'impongo di non pensare troppo e raggiungere Pierangelo, la mia ancora di salvezza. "Andiamo?" chiede lui all'ingresso del ristorante. Annuisco con la testa e prendendogli la mano, gli lascio un bacio sulle labbra spontaneamente. Faccio per uscire dal ristorante, ma lui mi tira a sè e prendendomi le guance tra le dita mi stampa un bacio lungo. "Ora possiamo andare" dice trascinandomi con sè mentre io arrossisco fino alla punta dei piedi. Svoltiamo a destra e continuando a percorrere la strada, sbuchiamo nella Place Saint Andrè des Arts. "Ma che bella questa piazzetta" dico mentre il mio sguardo viene catturato da un negozietto che fa tatuaggi. Lo trattengo e indicando l'insegna chiedo "Ci facciamo un tatuaggio?" "Cosa? Ora?"chiede lui stranito. "Sì, ora! Sarà un ricordo di questa bellissima giornata" dico sorridendo. Lui ricambia il sorriso e lasciandomi un bacio sulla tempia annuisce e mi porta dentro il negozio. Conosciamo la tatuatrice molto disponibile e mentre ci scervelliamo su cosa farci tatuare, passa alla radio una canzone di Rosalia. "Yo x ti, tu x mi" dico a lui. Pierangelo ci riflette su e dicendo qualcosa alla ragazza, mi fa alzare. "Che succede?"chiedo non capendo. "Inizierai tu" "A fare cosa?" "A tatuati la frase, poi me la tatuerò io" "Ti farai il mio stesso tatuaggio?" "Lo divideremo" "Ovvero?"chiedo facendo la furba. "Tu ti tatuerai Yo x ti e io mi tatuerò Tu x mi, in fondo è vero che ci sei solo tu per me quando tutto là fuori è cupo" Sorrido un po' commossa e lui asciugandomi la lacrimuccia che furtiva mi è scesa dice "Smettila di piagnucolare scema" Gli do un colpo al petto e lui se la ride dandomi un bacio sulla guancia. Mi rilasso sul lettino e afferro la sua mano per l'ansietta che mi è salita. "Dove te la vuoi tatuare?"chiede lui per riferirlo alla ragazza. "Sul fianco sinistro, deve essere piccolino" Lui lo traduce subito e la ragazza inizia a pulirmi la mano. "Pensavo peggio" dico una volta fuori dal negozio. Anche Pierangelo si è fatto tatuare, ma a differenza di me, lungo il polso sinistro. "Tu un pochino hai urlato" "Ma quando!" esclamo. "Vieni qua piccola peste" dice lui prendendomi il collo tra il suo bicipite e l'avambraccio. Alzo lo sguardo alla mia scrivania e posando per il momento il quaderno sul divanetto, prendo una penna nera e curiosa inizio a tracciare la frase iniziale sul lato del mio fianco. Rimango affascinata dal disegnino e soddisfatta riposo la penna, alzo lo sguardo all'orologio che segnano le due e mezza di notte e stiracchiandomi di poco, ritorno alla mia dolcissima lettura. Mi sembra di vivere insieme a loro questa bellissima favola. "Sai volevo visitare una libreria" dico digitando al cellulare. Non ricordo se si trovava proprio a Parigi. "Quale libreria?" "Shakespeare and company, ma non sono sicura di..." "Ah sì, aspetta....dovrebbe essere nella rue de la Bucherie" "La conosci?"chiedo saltellando felice. "Sì, vieni. Dobbiamo ancora andare al Notre Dame" dice lui trascinandomi via. Arriviamo alla Rue de la Bucherie al numero 37 e scopriamo che accanto alla libreria hanno aperto anche un cafè di lato. Ne approfittiamo subito e prendendo un cornetto con un latte ghiacciato, fin troppo costoso, usciamo e andiamo a visitare finalemente la libreria. Appena entrati rimango incantata dallo stile romantico e sognatore del posto decisamente affascinante che sembra il set di un film, infatti ci hanno girato dei pezzoni di Midnight in Paris. Ci avventuriamo tra scaffali di libri rari e sedendomi su una sedia verde imbottita, sfoglio l'Amleto. Dopo un po' vado alla ricerca di Pierangelo e nel farlo leggo una frase in alto "Be not ihospitable to strangers lest they be angels in disguise (Non essere inospitale verso gli estranei potrebbero essere angeli sotto mentite spoglie). Sorrido e raggiungo Pierangelo all'entrata che parla con la proprietaria Sylvia, mi attira a sè appena mi vede e mi presenta a lei. "Bonsoir" dico perchè è l'unica parola che conosco. "La signora mi raccontava di suo padre George che ha creato questa libreria nel modo in cui un uomo scriverebbe un romanzo, costruendo ogni stanza come se fosse un capitolo" Riesco a capire che Pierangelo chiede le parole esatte del padre di Sylvia e me le traduce «Voglio che le persone aprano la porta nello stesso modo in cui aprono un libro; un libro che porta nel mondo magico della loro immaginazione». Sylvia dice qualcos'altro e scoppiano a ridere, finchè una coppia di anziani interrompe Sylvia e le chiede qualcosa. Sylvia si scusa e salutandoci con affetto va via. "Perchè avete riso prima?"chiedo curiosa. "No, niente...mi ha detto che il padre chiamava i suoi inquilini "trumbleweed", ossia "rotolacampi" e li ospitava a patto che questi promettessero di leggere un libro ogni giorno e di svolgere qualche piccolo lavoretto, come per esempio spolverare i volumi" rido anch'io mentre un gattino passava sotto di noi e Pierangelo mi chiede di uscire per andare a vedere la basilica di Notre-Dame. Scatto le ultime foto al posto pieno di libri e cercando d'imprimermi nella mente questo posto, usciamo a malincuore. "Mi sono innamorata" di quel posto dico a Pierangelo mentre raggiungiamo il Notre-Dame che riusciamo a intravedere. Attraversiamo il Pont Saint Michel e arrivando alla Place Jean-Paul-II finalmente troviamo il Notre-Dame. La piazza è pienissima e c'è una fila immensa per entrare dentro la basilica. Mi rifiuto e limitandomi a fare delle foto all'esterno, sbircio un po' anche all'interno. Fino a quanto pensano di aspettare queste persone? Sono già le 18 e qualcosa. "Sicura che non vuoi entrarci?" mi chiede lui. "E' bellissima anche solo da fuori, tranquillo" "Andiamo al Sainte-Chapelle o sei troppo stanca?" "No, andiamoci. E' qua vicino, no?" "Ehm sì...un quarto d'ora di camminata all'incirca" "Ottimo, andiamo allora" la Sainte Chapelle si trova nella Île de la Cité ed è una chiesa in stile gotico costruita, fra il 1242 e il 1248, per accogliere le reliquie della Passione di Cristo, composte dalla Corona di Spine e da un pezzo della Santa Croce. Le reliquie costarono il triplo della costruzione della chiesa, anche se oggigiorno non conserva nessuna delle reliquie; quelle che sopravvissero alla Rivoluzione furono depositate nel Tesoro della . "Wow..."mormoro davanti alla chiesa enorme. Non troviamo troppa fila stavolta e possiamo entrarci velocemente. Il santuario si compone di due piani, la cappella superiore della Sainte Chapelle fu costruita come un reliquiario monumentale e, pertanto, è decorata sontuosamente con sculture ed enormi vetrate che inondano l'ambiente di luce e colore. Le quindici vetrate che, a malapena, lasciano spazio alle pareti, sono composte da 1.113 scene che narrano la storia dell'umanità, dalla Genesi alla Resurrezione di Cristo. Le vetrate sono tutte colorate e rimango ore a cercare di captare ogni scena, è un vero è proprio capolavoro straordinario. Molto più modesta rispetto alla cappella superiore, la cappella della parte inferiore è presidiata dalla statua della Vergine, patrona del santuario. La decorazione policroma dell'interno, dove predomina il rosso e l'azzurro, cerca di riprodurre la decorazione medievale originale. Nell'abside della parte sinistra ancora si conserva un affresco dell'Annunciazione realizzato nel XIII secolo, che compone la decorazione parietale più antica della città. Usciamo da lì verso le 19:30 e prendendo la metro a Saint-Michel scendiamo a Invalides per cenare nei pressi della Tour Eiffel che non abbiamo ancora avuto modo di vedere. Scendiamo dalla metro e io inizio a sentire la stanchezza, infatti ci fermiamo al Pont Alexandre III. E' bellissimo e si affaccia al fiume Senna, conto i candelabri che ornano il ponte e realizzo che sono 32, sono molto particolari. "Guarda, c'è il tramonto" dico sorridendo incantata dal panorama e dall'aria fresca che respiro. Pierangelo mi alza in aria e posandomi su una balaustra del ponte, si fa spazio tra le mie gambe e mi abbraccia la vita posando la testa sul mio petto. E' stremato anche lui, ha solo ed esclusivamente pensato a farmi passare una bellissima giornata. Gli passo le braccia attorno alle spalle e con una mano gli accarezzo piano i capelli. Lui chiude gli occhi e respira piano, godendosi il mio caldo abbraccio e le mie tenere carezze. Io intanto ammiro lo spettacolo del tramonto, finchè lui riapre gli occhi e alzando piano la testa sussurra "Lo sai che ti amo da morire, vero?" Sorrido e accarezzandogli i capelli all'indietro chiedo "Sai che sembri piccino piccino adesso?" Lui mi ricambia il sorriso e guardandomi dentro gli occhi mormora serissimo "Questo sarà l'ultimo attimo a cui penserò prima di morire, al più dolce della mia vita" I miei occhi diventano lucidi e anche i suoi, stiamo provando entrambi delle sensazioni così intense e vere che trattenerci ci viene impossibile. Gli prendo il mento e lasciandogli un soffice bacio sulle labbra, risalgo sulla punta del suo naso e poso un altro bacio sulla fronte, per poi premergli la testa contro il petto e cercare di calmare i miei battiti impazziti. Sono costretta a levarmi gli occhiali per poter scoppiare a piangere, la scena sul ponte è stata così bella e profonda che è impossibile non sentirla sulla pelle, anche perchè ricordo di quando anche io e Khalil guardavamo insieme il tramonto dallo yatch e lui mi abbracciava forte godendosi il momento. Mi mancano così tanto questi attimi. Mi soffio il naso e pulendomi le lacrime, mi rimetto gli occhiali e traendo un lungo respiro, continuo con la lettura. Rimaniamo per un tempo indefinito in questa posizione, finchè il mio stomaco fa rumori strani e scoppiamo a ridere. Che imbarazzo! Lui invece è intenerito e rimettendomi per terra, mi prende la mano e mi dice che fra poco mangeremo. Percorriamo tutta Quai d'Orsay mentre il sole cala sempre di più e arriviamo al Qui Branly dove osserviamo solo dall'esterno sfortunatamente il centro spirituale e culturale ortodosso russo. Il centro è pura arte moderna, dato la cupola lucida argentata e il rivestimento della cattedrale con colori neutri. Davvero affascinante. Inizio finalmente ad intravedere la Tour Eiffel e procedendo per la strada, osservo senza parole la torre illuminata e la luce che riflette sul fiume. "Vieni, andiamo a mangiare" dice lui portandomi alla torre. "Ma possiamo salire sulla torre?"chiedo mentre lui annuisce e mi porta con sè. Saliamo in alto e io incomincio ad avere paura, quando Pierangelo mi chiude gli occhi e chiede "Pronta?" "Cosa vuoi fare? Buttarmi dalla torre?" chiedo aggrappandomi ai suoi polsi. "Stasera ceneremo qui" mormora al mio orecchio levando le mani e mostrandomi il ristorante "58 Tour Eiffel". "E' uno scherzo?"chiedo sconvolta. "Certo che no. Vieni, ho prenotato un posto vicino alla vetrata" "Penso sia l'esperienza di cena più bella in assoluto... cenare in uno dei paesi più romantici al mondo, nella struttura simbolo del paese non ha paragoni"mormoro commossa. Il locale si presenza con un'atmosfera tranquilla e rilassata e ha una meravigliosa vista sul campo di Marte e sul Trocadero. "Merci" ringraziamo il cameriere che ci fa accomodare. Io resto incantata dal panorama mentre Pierangelo inizia a leggere il menù. Come antipasto scegliamo di provare il Fois Gras, fichi, aceto balsamico e brioche, che ci viene servito con una cialda a forma di tour Eiffel, il fois gras e la brioche riscaldata che sembra buonissima. Il sapore non è male, ma procediamo subito dopo coi piatti principali. Pierangelo prende il filetto di salmone scottato, carote e salsa al butto bianco, mentre io sono indecisa tra il manzo, maccheroni gratinato e funghi e il petto di pollo arrosto, purè di patate alle erbe e salsa cremosa di Madeira. Non ho idea di cosa sia il Madeira e Pierangelo mi spiega che è un vino liquoroso con una gradazione alcolica molto alta, infatti è ritenuto uno tra i migliori vini al mondo. Mi mordo il labbro indecisa e decido di prendere il petto di pollo e rischiare. Si rivela essere la scelta giusta, infatti lo faccio assaggiare anche a Pierangelo che si finisce la salsa tanto era buona! Finiamo col dessert e io prendo una fetta di torta al cioccolato Guanaja con salsa di crema pasticciera pralinata. Pierangelo invece prende una sfera di cioccolato Guanaja con leggera marmellata di mandarini alla vaniglia e castagne glassate. Lo prendo in giro per la scelta raffinata, ma è uno spettacolo agli occhi quando viene servito. Anche il mio viene servito molto bene, ma io continuo a rosicare sulla sua sfera di cioccolato. Sgrassiamo il tutto con del vino costosissimo e che inizia a darmi alla testa. "Usciamo?" chiedo impaziente di osservare la Tour Eiffel per intero un'altra volta. "Sei folle, stai pagando tutto tu!" me la prendo con lui quando usciamo e Pierangelo si rifiuta categoricamente che paghi io. "E' la tua vacanza, devi solo rilassarti" m'impone lui. "Sì, ma stai spendendo troppo..." mi avvicino a lui forse ancora su di giri e sussurro "Non è che spacci ancora?" "No, non più. Andiamo scema" borbotta lui mentre io mi aggrappo al suo braccio e scendiamo dalla torre. Restiamo ancora un po' ad ammirare la torre finchè Pierangelo mi dice che dobbiamo prendere la metro o faremo troppo tardi. Col broncio andiamo alla stazione e prendendo la metro per Plaisance, ne approfitto per crollare su di lui. Arriviamo finalmente a destinazione e Pierangelo mi chiede "Cosa ti ha detto Luigi prima?" "Uhm...non ricordo" dico uscendo dalla stazione. "Come non ti ricordi?" "Non ricordo" ribadisco. "Non ricordi o non me lo vuoi dire?" "Perchè non dovrei dirtelo? Tanto sai com'è la situazione" "Sì, so bene di essere l'amante" borbotta lui. Mi mordo il labbro e avvicinandomi al suo orecchio sussurro "Tu pensala in questo modo..." "Stasera sono solo tua..." Gli mordo il lobo dell'orecchio e sussurro ancora "E domani abbiamo ancora un altro giorno" I suoi occhi si accendono quando all'improvviso una tempesta di pioggia cade sul quartiere e siamo costretti a correre per raggiungere l'hotel. "Ahhhhhh!" grido correndo insieme a lui. Non riesco neanche a vedere dove stiamo andando, per fortuna Pierangelo mi trascina con la mano. Finalmente troviamo l'hotel ed entrando, Pierangelo prenota subito l'ascensore baciandomi la mascella. L'ascensore si apre e noi entriamo dentro, ma per rendere le cose più eccitanti, appena le porte stanno per chiudersi, sbuco fuori e lo lascio solo. Scoppio a ridere quando lui dà dei pugni alle porte e urla "Cazzo Stella!" Ancora con le risate salgo le scale, finchè l'ascensore si ferma al primo piano e mi ritrovo Pierangelo dietro. Corro per le scale fino al quarto piano e col fiatone apro la porta con la card. Lui riesce ad arrivare e spalancando la porta, mi spinge dentro la camera e sbatte forte la porta. Mi mordo il labbro vedendo lui eccitatissimo, completamente zuppo d'acqua e col respiro affannoso. Indietreggio come un animaletto in trappola e fuggo in bagno, ma lui riesce ad acciuffarmi per la gonna e strappandomela, mi alza in aria. "Cosa avevi intenzione di fare, eh?" sibila lui stringendomi le natiche. Il mio cellulare inizia a squillare tra le mie mani e vediamo che è Luigi. "Me o lui" ringhia Pierangelo. Lo guardo negli occhi e rifiuto la chiamata. "Non puoi scappare da me, mettitelo in testa." sibila lui sbattendomi contro la parete del box doccia. Mi leva di scatto la camicetta e ringrazia il signore perchè sono senza reggiseno. Si leva anche la sua polo, mentre io traffico con la sua cintura e gli abbasso i pantaloni. Col gomito aziono per sbaglio il soffione che ci bagna ulteriormente e lui attirandomi all'angolo si mette in ginocchio per poi attaccare la mia carne. Urlo per la piacevole sorpresa mentre lui non mi dà pietà e si prende tutto. "Cazzo" sussurro chiudendo gli occhi e afferrandogli i capelli in un pugno. Gli vado incontro facendogli capire che ne voglio di più, finchè sento di venire e facendolo rialzare, gli inserisco il membro dentro di me.. Lui dà dei pugni sulla parete sopra la mia testa e lascia che io lo cavalchi, siamo dei selvaggi, vogliamo soddisfare questa fame animalesca al più presto. Urlo il suo nome quando finalmente vengo e anche lui viene dentro di me. Crollo su di lui e rimettendoci sotto il soffione, lui si occupa di lavarmi i capelli. E' così premuroso che lo lascio fare mentre riprendo fiato. Finiamo di lavarci e lui avvolgendomi in un accappatoio, mi asciuga i capelli...è così dolce. Mi prende in braccio e portandomi a letto, mi lascia un bacio sulla fronte. Fa per rialzarsi, ma io lo riattiro a me e gli lascio un bacio sulle labbra. "Grazie per la splendida giornata" sussurro su queste. "Grazie a te di esistere" dice lui lasciandomi un altro bacio e avvolgendomi in un caldo abbraccio, mentre fuori piove e io non vorrei chiudere gli occhi perchè la realtà è meglio dei miei sogni per la prima volta.
   
 
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