Fanfic su attori > Youtubers
Segui la storia  |       
Autore: Naomy93    08/10/2021    0 recensioni
Anno 2020. Nicolas studia e lavora a Milano e divide la casa con il suo fidanzato Dario, l'amico Cesare, e altre due coinquiline. Le vite di Nicolas e Cesare si incroceranno inaspettatamente per entrambi mentre l'Italia inizia a fare i conti con il nuovo Coronavirus proveniente dalla Cina.
(Fanfiction Cesolas - Space Valley)
Genere: Fluff, Hurt/Comfort, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri
Note: Lime, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

<< Ragazzi, stanno per chiudere tutte le scuole di ordine e grado in Lombardia! >>

<< Davvero? La situazione è così grave? >>

<< Parlano di contagi continui e sempre più persone ricoverate in terapia intensiva! >>

<< Mi state facendo salire l’ansia! Non era una semplice influenza? >>

<< Ci sarà la comunicazione a breve! É probabile che da Lunedì non potremo più entrare in accademia! >>

<< E come faremo? Abbiamo gli esami! >>

<< Dovremo fare lezione online, quindi anche gli esami! >>

<< Cosa? Io non posso parlare davanti ad un pc! >>

<< E io? Ho la laurea tra due settimane, sono nella merda! >>

Nel giro di poche ore il comunicato sulla chiusura di tutte le scuole di ordine e grado nella regione Lombardia fece il giro, dando conferma alle voci circolate fino a quel momento.
Nicolas si trovava all’entrata dell’accademia assieme ai tanti ragazzi preoccupati per le loro sorti e per gli esami.

Lui, in verità, non si preoccupava molto perché gli mancavano soltanto due esami prima di dare la tesi, però, se ci pensava, le persone disperate non avevano tutti i torti.

Laurearsi parlando ad un pc non era il massimo a cui aspirare.

<< Ehi, Nic! >>

La familiare voce scosse Nicolas dai suoi pensieri.

Sorrise quando vide Cesare avvicinarsi e quasi sospirò di sollievo. Pensava che Dario fosse già venuto a prenderlo.

In quei giorni il più grande era diventato parecchio oppressivo nei suoi confronti. Insisteva per accompagnarlo ovunque andasse, o per andare a prenderlo, anche quando si trovava a dieci minuti da casa.

Litigavano per questioni futili come quella di non essersi fatto trovare in pizzeria alla chiusura del turno, portando la discussione a dilungarsi per ore.

<< Hai sentito del comunicato sulla chiusura delle scuole? >> gli domandò Cesare scompigliandogli i capelli << Quanto siamo fregati da uno a “moriremo male”? >>

<< Non lo so, sono confuso! >> rispose senza smettere di sorridere.

<< Hai terminato le lezioni? >>

<< Si, devo andare a pranzare e poi a rinchiudermi in biblioteca! >> sbuffò Nicolas alzando gli occhi al cielo << Almeno, finché sarà ancora aperta! >>

A quelle parole il volto di Cesare si illuminò.

<< Pranziamo insieme? Anche io ho terminato per oggi! >>

Stava mentendo.

Le sue lezioni non erano terminate per quel giorno, ne avrebbe avuta una nel pomeriggio, ma il pensiero di parlare con Nicolas lo stava tormentando da giorni.

Non riusciva a vederlo così. Lo percepiva sempre più spento, silenzioso, in casa la sua presenza sembrava svanire anche quando si trovava in mezzo agli altri.

Lo guardava muoversi per inerzia e sorridere soltanto perché pensava di doverlo fare.

Si, Cesare era maledettamente preoccupato, nonostante una parte di sé gli suggerisse di farsi gli affari propri.

<< Mi piacerebbe, ma Dario sarà qui a momenti! >> si sentì rispondere con dispiacere.

Dario si stava comportando male con Nicolas, non era necessario vederci lungo per accorgersene.

Lo teneva sotto stretta sorveglianza senza lasciargli un minimo di respiro e sempre più spesso lo sentiva alzargli la voce contro.

Inizialmente Cesare si infastidì, non capendo perché Nicolas rimanesse lì a subire senza fare nulla.

In seguito, trovandosi steso sul letto a rimuginare sulla faccenda, la risposta arrivò al pari di una doccia fredda.

<< Non ho nessun altro, Cesare! >>

Non ho nessun altro.

Una persona come Nicolas che diceva di non avere nessuno su cui contare.

Pensava di conoscerlo.

Non lo conosceva affatto, invece.

“Come sei arrivato a questo punto, Nic?” si ritrovò a pensare, percependo una stretta cuore nel vederlo teso come una corda di violino a guardarsi attorno con ansia crescente.

La suoneria del cellulare di Nicolas attirò l’attenzione di entrambi. Dario era dall’altra parte della strada con un braccio alzato verso la loro direzione.

<< Ce Dario, devo andare! >> si affrettò << Ci vediamo a casa! >>

Non poteva lasciarlo andare così.

Cesare semplicemente non poteva.

<< Nic! >> lo chiamò, frenandolo prima di vederlo scendere in strada.

<< Mh? >>

<< Puoi farcela, tu sei forte! >> disse senza pensarci su più di tanto << Anche se non lo credi, sei abbastanza forte da riuscire a cavartela da solo! Non hai bisogno di nessuno, credimi! >>

Nicolas sembrò stupirsi in un primo momento, poi abbassò lo sguardo per pochi secondi pensando a cosa rispondere.

<< Evidentemente ti sei fatto un’idea sbagliata di me! >>

<< No, fidati! >> insistette << Comunque, per quanto possa valere, io ci sono! Non sei da solo, chiaro? >>

<< Grazie, Cesi! >>

E così Cesare lo guardò andare via. Con un sorriso a segnargli il volto, come al solito, ma, forse, condito da una nota di sincera gratitudine.

Le settimane successive furono un accadimento continuo.

Gli aggiornamenti sulle eventuali chiusure degli esercizi commerciali, e i continui bilanci in crescita dei morti e degli infetti, presero il monopolio di ogni trasmissione in Italia e nel mondo.

Tutti gli argomenti di conversazione erano diventanti secondari nei confronti del Coronavirus, perfino l’ appena conclusasi Milan Fashion Week sembrò cadere presto nel dimenticatoio.

Erano davvero tante le speculazioni a susseguirsi, giorno dopo giorno, e di sicuro non vi era nulla, se non il continuo aumentare delle vittime e l’ordine di chiusura delle scuole esteso all’intero territorio nazionale.

Si faceva di tutto per non cedere al panico generale, ma era veramente difficile. Tanto che l’umore di ogni singola persona ne risentì, nessuno escluso.

Quando si iniziò a vociferare di una “chiusura alle diciotto degli esercizi commerciali, bar, pizzerie, e ristoranti”, Nicolas iniziò a subirne davvero gli effetti.

Stare in pizzeria era l’unico modo per dare un minimo di pace al suo animo tormentato, dal momento che alla sola idea di stare in casa si sentiva mancare l’aria.

<< Io non ce la faccio più, Dario! >>

<< Devo lavorare, ho una scadenza urgente! Perché fai così ogni volta? >>

<< Mi soffochi quando non hai nulla da fare, però, non appena hai da lavorare, io non esisto più! Cosa sono diventato per te? Un passatempo? >>

<< Non capisci proprio un cazzo! >>

Si urlarono contro per l’ennesima volta finché Nicolas non uscì dalla camera sbattendo la porta.

Non avrebbe retto a lungo. Stava sprofondando, ogni giorno sempre più.

Perché non riusciva a riprendersi la sua vita in mano?

Perché stava lì? Perché se ne era andato da Bologna?

Per inseguire cosa? I suoi sogni? O per inseguire Dario, quando ancora credeva di poter contare su di lui?

Cosa lo aspettava dopo la laurea?

Nicolas aveva tanta, tanta, paura. E il non sapere come agire, senza ritrovarsi a pagarne le conseguenze, lo spaventava più di quel maledetto virus.

Anche se in Dario non trovava una spalla su cui poggiarsi, chi gli rimaneva? Da solo non sarebbe andato da nessuna parte, vigliacco com’era.

Incapace di affrontare con le sue forze la vita che lui si era scelto.

Meritava di vivere in quella maniera?

 

<< ...ed è proprio perché le vittime continuano ad aumentare il nuovo provvedimento estenderà la zona rossa chiudendo, di fatto, la Lombardia! Da lunedì gli spostamenti saranno bloccati e permessi solo in caso di emergenza; E' il provvedimento previsto all'articolo uno della bozza del nuovo decreto del governo che dovrebbe essere approvato questa sera! >>

Il forte rumore di un bicchiere infrantosi sul pavimento, scivolato dalle mani di una collega, fece sobbalzare Nicolas e distogliere a tutti l’attenzione dalla TV.

<< CARMEN, DOVE STAI ANDANDO? >> urlò un’altra collega inseguendo la ragazza fuori dal locale.

<< Me ne devo andare! Non posso rimanere bloccata a Milano, ho la mia famiglia al sud! >> strillò la giovane nel panico << Ci rinchiudono e chissà quando ci faranno uscire! Vogliono isolarci, farci morire tutti qui! >>

<< Ti prego, mantieni la calma! Se fai così non… EHI! >>

Altri colleghi stavano sorpassando le ragazze, scusandosi ed imbracciando i loro zaini.

In quella pizzeria non vi lavorava nessun milanese, erano tutti studenti fuori sede che arrotondavano al meglio delle loro possibilità, come faceva Nicolas.

E i suoi colleghi non erano gli unici, in quel momento, ad abbandonare le loro attività per correre a casa a fare i bagagli.

Ogni studente, ogni lavoratore, ogni singola persona fuori sede, trasferitasi a Milano, stava scendendo in strada. Chi correndo, chi piangendo, chi già trascinando la sua valigia senza guardarsi indietro.

Nicolas rimaneva lì, fermo, all’entrata della pizzeria, ormai deserta, non sapendo cosa provare alla vista di quella mandria in movimento senza alcun senso logico.

Ogni sforzo fatto nelle precedenti settimane per mantenere la calma si era vanificato nel giro di un istante.

La fredda, rigida, e razionale Milano stava avendo un attacco di panico.

<< Sto cercando di chiamarti da mezz’ora, accidenti a te! >>

Una mano si allungò ad afferrare il braccio di Nicolas, ancora rapito dalla scena davanti a sé, trascinandolo in strada con poca delicatezza.

<< Dario… ? >> quasi urlò dallo spavento.

L’altro non si voltò a guardarlo, troppo impegnato a farsi largo tra la folla. Non si curò nemmeno di dosare la forza con cui gli stringeva il polso, troppo sottile per una presa ferrea come quella.

<< Dario, per favore, mi stai facendo male! >> cercò di avvertirlo.

Non capiva perché lo stesse portando via così dal posto di lavoro, oltretutto, con il suo zaino da viaggio sulle spalle.

<< Dobbiamo andarcene, Nic! >>

<< Eh? >>

<< Se ci chiudono qui, siamo fregati! >> spiegò, girandosi << Non potremo tornare a casa nei prossimi mesi, lo capisci? >>

Tra tutte le persone, Dario era quello che meno si aspettava di veder cedere al panico generale.

Dario come Milano.

Ancora una volta gli sembrò di non riconoscerlo e si sentì profondamente turbato da ciò.

<< Dovrei avvisare il mio capo! La pizzeria è rimasta aperta senza nessuno a… >>

<< Non importa! Adesso andiamo in stazione e ce ne torniamo a Bologna! >>

<< Ma i miei bagagli…? >>

<< Li ho fatti io i tuoi bagagli! >> non lo lasciò terminare di nuovo.

Raggiunsero un bus in partenza, appena in tempo, e Dario addossò Nicolas ad un angolo libero, mettendoglisi di fronte, in attesa di partire.

<< Ho tutto nel mio zaino, non preoccuparti! >> disse ancora << Cesare è in stazione, farà i biglietti anche per noi, quindi non dimenticarti di restituirgli i soldi! >>

Nicolas non rispose, limitandosi ad annuire.

Nella sua mente si stava domandando come sarebbe stato avere la stessa forza decisionale di Dario, o la sua capacità di prendere immediatamente l’iniziativa senza starci a pensare su più di tanto.

Fosse dipeso da lui, sarebbe ancora in pizzeria a guardare la gente scappare.

Eppure, se avesse avuto lo stesso spirito di iniziativa, Nicolas avrebbe…

“No, non posso!” pensò tenendosi alla parete per non scivolare, in seguito alla frenata improvvisa del mezzo.

Ci misero circa quindici minuti ad arrivare alla stazione Garibaldi e quando vi entrarono i ragazzi si stupirono di vederla così gremita di gente.

Le persone correvano ovunque, scendevano le scale a perdifiato, le biglietterie erano prese d’assalto. Forse poco più avanti c’era anche un agente intento a sedare una rissa.

A caratterizzare il tutto si potevano udire le centinaia di voci sovrapposte e i rumori dei passi frenetici accompagnati dallo strisciare delle ruote dei trolley.

Surreale.

Tutto tremendamente surreale.

<< Ragazzi! >>

In lontananza la figura di Cesare, affiancato dalle loro coinquiline, attirò l’attenzione dei due.

Nicolas quasi si sentì rassicurato nel vederlo lì.

Una figura familiare in mezzo a quell’assurda confusione.

<< Com’è la situazione? >> gli domandò Dario << Possiamo partire? >>

<< Sono riuscito a fare i biglietti! Se ci sbrighiamo, siamo ancora in tempo! >>

Consegnati i biglietti a Nicolas e Dario, i ragazzi abbracciarono le loro coinquiline in partenza per la Sicilia, promettendo di rivedersi presto nonostante sapessero che non si sarebbero rivisti poi così tanto presto, o forse mai più, essendo tutti prossimi alla laurea.

Nessuno era pronto a quella situazione ed anche una promessa campata per aria bastava a dare un minimo di conforto.

Nicolas trattenne le lacrime a stento mentre le guardava andare via, ricordando il giorno in cui lo accolsero ufficialmente in casa organizzandogli una piccola festa di benvenuto.

<< Coraggio, Nic! >> sospirò Cesare, poggiandogli una mano sulla schiena per invitarlo ad andare.

Il binario da raggiungere per salire sul treno diretto a Bologna era il numero sei.

Per via della gente accalcata sulle scale, i tre ci misero davvero tanto a passare dai sotterranei, però, raggiungere il mezzo si rivelò essere la fatica più grande.

Cesare decise di tentare la fortuna ed andare a cercare posto in altri vagoni, dando appuntamento agli altri fuori da Bologna Centrale, se mai fossero riusciti a partire.

In giro vi erano già le guardie ad urlare che i posti sul treno erano esauriti, venendo, comunque, ignorate da chi continuava a salire.

<< Non sarebbe meglio aspettare il prossimo? >> domando Nicolas, a disagio tra tutta quella gente pronta a pestarlo da un momento all’altro.

<< Non ce nessun prossimo! Stanno bloccando tutto, lo vuoi capire? >> sbottò Dario di rimando, alzando la voce << Non capisci mai un cazzo, com’è possibile? Svegliati, una buona volta! >>

A quell’insulto rivoltogli ancora, Nicolas si morse il labbro inferiore distogliendo lo sguardo. Reazione a cui il più grande non diede peso, continuando a spingere per arrivare alle porte del treno.

L’unico desiderio di Dario era andare via da quella città infetta e tornare a vivere a Bologna, come aveva sempre desiderato.

Non gli importava quanto potesse costare, avrebbe ceduto volentieri un arto pur di salire su quel maledetto treno.

E ci riuscì. Riuscì a salire ad un secondo dalla chiusura delle porte, conquistando la sua vittoria personale.

Esultò voltandosi a guardare Nicolas alle sue spalle.

O meglio, alle sue spalle dove pensava Nicolas si trovasse.

<< Nic! >> lo chiamò girando su se stesso, per quanto possibile.

Stare all’interno di quel vagone o all’interno di una scatola di sardine era la stessa cosa. Magari Nicolas si trovava a due passi da lui e lo aveva soltanto perso di vista.

Lo chiamò ancora riuscendo nuovamente a voltarsi, questa volta in direzione delle porte, e là lo vide.

Fuori.

Dall’altra parte del vetro, tra la folla in movimento, spiccava la figura di Nicolas, immobile, che lo guardava da lontano.

Sorpresa, tristezza, delusione, angoscia, rabbia, rassegnazione. Tutte le sensazioni e le emozioni del mondo si concentrarono in quell’ultimo sguardo.

La partenza del treno mise fine ad un rapporto, ormai, logoro, lasciando Nicolas totalmente svuotato dall’interno.

Ogni cosa aveva perso importanza: Dove si trovasse o cosa stesse succedendo. Ricevette anche una serie di spinte da gente in corsa, ignorandole del tutto.

Non piangeva, nonostante lo desiderasse da morire. Sentiva soltanto… vuoto.

Perché stava reagendo così? Cosa gli era passato in mente prima di compiere quella cazzata?

Come avrebbe fatto da quel momento in poi senza Dario?

Cominciò a vagare per la stazione, sordo al panico attorno a lui, camminando in direzione opposta alla folla che correva per salire sul prossimo treno diretto chissà dove.

Testa bassa e occhi spenti.

Un fantasma. Così lo definì Cesare scorgendolo da lontano.

<< Nic! >> cercò di attirare la sua attenzione << Ehi, Nic! >>

Nicolas alzò lo sguardo.

<< Cazzo, non siete riusciti a salire anche voi? Io non ce l’ho fatta per un soffio! >> disse con il fiato corto raggiungendolo.

Cesare inarcò un sopracciglio, preoccupato nell’incrociare lo sguardo spento con cui l’altro lo stava guardando.

<< Nic! >> lo chiamò ancora, destandolo dal suo stato catatonico.

<< Che ce? Oh, Cesare! Non sei riuscito a partire? >>

Sembrava lo avesse visto davvero soltanto in quel momento.

<< Cosa diavolo ti è successo? Dov’è Dario? >>

<< È andato via! >>

<< Come, è andato via? >>

A quella domanda le labbra di Nicolas si strinsero in sorriso tirato.

<< Non farmi domande, per favore! >>

Lo stupore si dipinse sul volto di Cesare, ma per poco, perché capì che Nicolas aveva preso una vera decisione dopo mesi e mesi di incertezza.

<< Te l’ho detto, sei forte abbastanza! Non hai bisogno di nessuno! >>

Il più piccolo non rispose, tenendo la testa bassa e lasciandosi avvolgere da un abbraccio non richiesto, eppure di cui scoprì necessitare.

<< Cesi, andiamo a casa? >>

<< Si! >> continuò a stringerlo a se, passandogli un braccio sulle spalle << Si, andiamo a casa! >>

Bologna avrebbe aspettato.

Le figure a muoversi in direzione opposta alla folla erano diventate due.

 

<< Sono da poco passate le venti di sabato sera quando i giornali pubblicano la bozza del decreto con la “chiusura” della Lombardia e di altre quattordici province del NordL’ipotesi era nell’aria dalla sera prima […] e tanto è bastato per innescare il panico, prima sui social e poi nelle stazioni, dove in moltissimi si sono precipitati per salire sui treni in partenza da Milano verso il sud Italia, scappando dalla Lombardia prima che entrasse in vigore l’isolamento.

Il nuovo Dpcm #Iorestoacasa decreta: Le misure di contenimento sono estese all’intero territorio nazionale.

Vietata ogni forma di assembramento in luoghi pubblici o aperti al pubblico.
Bar, ristoranti, pizzerie, e pub potranno restare aperti soltanto dalle ore sei alle ore diciotto.

 

Sono sospesi gli eventi e le competizioni sportive di ogni ordine e disciplina, in luoghi pubblici o privati. 

Nove marzo, mezzanotte e quindici: Questo era l’ultimo aggiornamento, seguiremo gli sviluppi nel corso delle prossime edizioni del telegiornale! >> 

 

 

 

Continua...

  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su attori > Youtubers / Vai alla pagina dell'autore: Naomy93