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Autore: SonounaCattivaStella    08/10/2021    0 recensioni
Ormai fuori di sé e senza più alcuna traccia di autocontrollo, si scaraventò contro i pochi soprammobili che aveva in casa. Ad ogni oggetto che si infrangeva sul pavimento, davanti a lui scorrevano le immagini del viso tumefatto di Mo Guan Shan e quelle più fantasiose di lui che spaccava la faccia di She Li proprio allo stesso modo.
{Questa storia partecipa al Writober di Fanwriter.it}
Genere: Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: He Cheng, He Tian, Mo Guan Shan, She Li
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Violenza
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» Prompt: Acrasia (mancanza di autocontrollo)
» Lista: pumpBLANK
» Fandom: 19 days (19天)

» Rating: Arancione

!! AVVERTENZA !!
La striscia di riferimento è la 369

 

 


 

 

He Tian sbatté con violenza la porta di casa alle sue spalle, il cuore che gli martellava furioso nel petto e il fiato corto. Aveva ancora ben impresso nella mente lo stato in cui aveva trovato Mo Guan Shan e il ricordo delle scie di denso liquido scarlatto che gli imbrattavano la pelle diafana, i lividi evidenti sul collo, le abrasioni sulle braccia, i tagli sulle labbra, gli fece ribollire il sangue nelle vene. Sentiva una potente onda d’ira farsi sempre più incombente, sempre più pressante, e l’unica cosa che desiderava in quel momento era mettere le mani addosso a chi aveva ridotto il suo Piccolo Mo in quel modo. L’unico nome che gli venne in mente fu quello di She Li, solo lui poteva arrivare a tanto pur di provare a sottomettere di nuovo il ragazzo dai capelli rossi.

Non era stato in grado di proteggerlo, aveva permesso che quel bastardo e i suoi scagnozzi arrivassero fino a quel punto, sentiva che la colpa fosse esclusivamente sua e avrebbe fatto di tutto per rimediare. Aveva promesso a Mo Guan Shan che si sarebbe sempre fidato di lui, qualunque cosa avesse deciso di fare, ma sapeva con certezza che non avrebbe potuto tenere fede alla parola data. Non in quel momento, non finché non avesse sfogato tutta la sua rabbia.

Con un ringhio basso e gutturale, iniziò a tirare un pugno dietro l’altro contro la parete, scorticandosi le nocche e sporcando il muro di sangue. L’ira che l’aveva travolto lo accecò totalmente, portandolo al punto di non sentire più alcun dolore e facendogli perdere il senso della realtà. Davanti ai suoi occhi c’era solo il viso di She Li e i pugni che tirava divennero sempre più potenti, sempre più incalzanti, con il rischio di arrivare a rompersi le ossa di entrambe le mani.

Ormai fuori di sé e senza più alcuna traccia di autocontrollo, si scaraventò contro i pochi soprammobili che aveva in casa. Ad ogni oggetto che si infrangeva sul pavimento, davanti a lui scorrevano le immagini del viso tumefatto di Mo Guan Shan e quelle più fantasiose di lui che spaccava la faccia di She Li proprio allo stesso modo. Desiderava con tutto sé stesso prenderlo a pugni così violentemente da non fargli restare più nemmeno un dente in bocca, di riempirlo di lividi, di stringergli le dita attorno al collo, di rompergli le ossa con i suoi calci e di fargli sputare sangue. Voleva vederlo piegato in due e chiedere scusa al suo Piccolo Mo, prima di dargli il colpo di grazia che lo avrebbe mandato dritto all’aldilà.

Quando quel pensiero prese forma, He Tian si fermò di scatto. Con il fiato corto, le braccia e le mani coperte di denso liquido rosso, il cuore che gli martellava frenetico nel petto e un fischio fastidioso nelle orecchie, si guardò attorno. Finalmente mise a fuoco l’ambiente circostante e vide fin dove si era spinto in preda a quella rabbia accecante. Aveva distrutto tutto; dei suoi pochi averi non restava altro che dei cocci sparsi sul pavimento, ma non gli importava. L’unica cosa che contava era aiutare Mo Guan Shan a mettere fine a quei soprusi che subiva sin da quando She Li gli aveva salvato la vita, sin da quando aveva deciso che quel ragazzo dai capelli rossi gli apparteneva, in un modo o nell’altro.

Stanco e con ogni fibra del suo corpo in fiamme, si lasciò scivolare contro la parete fino a sedersi per terra. Si passò una mano sporca di sangue tra i capelli e sospirò, gli occhi pieni di quelle stesse lacrime che aveva versato nel vedere l’altro distrutto fisicamente e psicologicamente. Infilò l’altra mano in tasca e tirò fuori il telefono, prendendo infine una decisione. Compose il numero che ormai sapeva a memoria, portò l’apparecchio elettronico all’orecchio e attese tre squilli prima di sentire il suo interlocutore rispondere alla chiamata.

«He Cheng? Mi serve il tuo aiuto per dare una lezione a un bastardo che ha osato toccare una persona a me cara.»

Aspettò la conferma da parte di suo fratello prima di continuare a parlare.

«Si chiama She Li e voglio che passi le peggiori pene dell’Inferno.»
 

N° Parole: 695

   
 
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