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Autore: Rinalamisteriosa    09/10/2021    0 recensioni
Sotto la luna, il detective si era prodigato con entusiasmo nella preparazione della pasta di riso glutinoso pestandola nel tradizionale mortaio detto usu con il kine, un martello di legno. Il cortile interno era momentaneamente popolato da coniglietti bianchi come quella pasta, con i dolci occhietti rossi che si spostavano di qua e di là.
[FukuzawaRanpo ♡ | Age gap - 782 parole]
{Mini-shot partecipante al Writober2021, pumpblanck list, indetto da fanwriter.it}
Genere: Fluff, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Ranpo Edogawa, Yukichi Fukuzawa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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#Writober 2021 ~ pumpBLANCK list ~ 9 ottobre, prompt: Age gap

 

 

 

 

Step by step

 

 

 

 

 

 

Sotto la luna, il detective si era prodigato con entusiasmo nella preparazione della pasta di riso glutinoso pestandola nel tradizionale mortaio detto usu con il kine, un martello di legno. Il cortile interno era momentaneamente popolato da coniglietti bianchi come quella pasta, con i dolci occhietti rossi che si spostavano di qua e di là. I suoi colleghi ovviamente si erano mostrati disponibili e felici nel prendersene cura. Anche il suo kimono decorato a fiori e gli hakama a strisce erano molto carini, come pure gli occhialini e il cappellino con la fascia abbinata. Era la prima volta nella sua vita che invece di rifornirsi di dolci preparati da altri si stava impegnando lui stesso per realizzarli. E una volta che i mochi rotondi fossero pronti, voleva condividerli con il suo Presidente.

Fukuzawa teneva tra le mani uno di quei coniglietti e ne accarezzava il pelo morbidissimo e soffice, assorto nei propri pensieri. Sotto la luna, sembrava ancora il lupo solitario e gentile che l'aveva colpito tanto in passato, ma Ranpo riteneva che fosse avvolto da un'aurea nuova, più protettiva verso tutti loro, più consapevole e più saggia. O forse, da dietro le lenti, il più giovane lo fissava con gli occhi colmi di un sentimento che ugualmente era cambiato nel tempo, si era evoluto, passando da profonda ammirazione e totale riconoscenza per avergli dato una nuova casa, una nuova famiglia mista - tutti i membri dell'Ada erano uniti ormai -, un lavoro perfetto per il suo talento, in qualcosa di più complesso. Ed era qualcosa che aveva realizzato ampiamente quando l'adulto aveva rischiato di morire e Ranpo si era spaventato a morte, preoccupato fino in fondo, aveva commesso errori e perduto la lucidità fondamentale per le indagini.

Comprendere il vero valore di una persona quando si era vicini a perderla, credeva non fosse il loro caso, e invece era successo proprio a lui, che si atteggiava spesso a bambino spensierato ma in realtà, in fondo, provava insicurezze e tormenti esattamente come tutti gli uomini. Era molto bravo a mantenere quella facciata infantile, ma di fronte a Yukichi avvelenato e pallido sopra un letto aveva svelato la parte adulta e sensibile di sé. Gli aveva fatto pensare, in seguito, che tutto quello poteva andare in pezzi in qualunque momento, perciò conveniva approfittare di ogni momento di quiete per stare vicino alla figura centrale a cui indirizzare quel suo illogico sentimento.

 

 

 

«Sono pronti! Yatta!» esclamò Ranpo dimostrando lo stesso entusiasmo provato durante la preparazione delle dolci tortine di riso, sollevando il canestro con entrambe le mani fino all'incirca alla propria fronte. I mochi erano della giusta rotondità e sembravano davvero invitanti.

«Giusto in tempo per gustarli insieme al tè verde», riferì Fukuzawa, con la sua tazza fumante in mano. Com'era solito accomodarsi sul tatami, come un uomo d'altri tempi, incantò nuovamente il giovane detective dando un piccolo sorso e assaggiando una tortina.

Ranpo gli si accomodò accanto con l'aspettativa alle stelle. Dall'espressione deduceva che fosse ottima, di suo gradimento e ciò lo fece gongolare fino ad appoggiarsi, spalla su spalla, al suo amato Presidente. Oltretutto non voleva sembrare sospetto, per cui iniziò a rimpinzarsi di mochi, ossia di prenderne uno dietro l'altro come faceva appunto con i suoi dolcetti, fagocitandoli come il goloso che era. Tuttavia, ebbe l'accortezza di non terminarli perché la sua intenzione era ancora di condividerli.

Era così felice, tanto che si inclinò fino a poggiare la testa fra le gambe piegate di Fukuzawa, il quale inarcò un sopracciglio e lo fissò con la stessa espressione di sempre - ma non importava, lo amava comunque.

«Non sono solo il miglior detective, ma anche il miglior preparatore di mochi della storia!» il corvino esultò per evitare, altrimenti, di cadere in un silenzio imbarazzante, a corto di parole atte a esprimere ciò per cui il suo cuore batteva.

Yukichi, semplicemente, annuì. Non dispensava molte parole, eppure non importava, ci pensava Ranpo a usarle anche per lui.

Iniziò a sfiorare le sue mani, mani abituate a impugnare una katana fermamente quanto a dare carezze gentili agli animaletti, fino a stringerle, una confidenza che il più vecchio gli permetteva. Lo guidò a prendere un mochi con le mani e a imboccarlo, cosa che rese ancora più felice Ranpo. Vorrebbe paralizzare quel preciso momento di serenità condivisa e riviverlo all'infinito, ma sapeva che era impossibile e quindi accontentarsi era la parola d'ordine.

Essere un bambino che pretendeva dolcetti in pubblico e un uomo che ricercava coccole in privato. Continuare a vivere e ad amarsi a modo loro, discretamente, un passo alla volta.

 

 

  
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