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Autore: Manu_00    13/10/2021    6 recensioni
[Hazbin Hotel]
Uscita viva dall'ultima litigata con Innozenz, Mihaela è stata ingaggiata per indagare su un'attività di scavi presso il complesso della metropolitana di Pentagram City.
Avventuratasi nel grande mondo sotterraneo formato da linee della metro iniziate e mai portate a termine, deposti di gang criminali, rifugi improvvisati ed evidenti sintomi della megalomania di qualche overlord, dovrà avvalersi di una guida per non smarrirsi.
Anche se, tutto sommato, tra la compagnia della guida ed il perdersi sotto terra, non saprebbe dire quale sia l'alternativa peggiore.
[Seguito diretto di Radioactive]
Genere: Avventura, Introspettivo, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shoujo-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo V


Sdraiata su un divano verde pisello all'interno di un salottino rettangolare dalle pareti grigiastre, la ragazzina cercava di non sbadigliare mentre teneva gli occhi scuri incollati sullo schermo a tubo catodico di un piccolo televisore posto sopra un altrettanto piccolo mobiletto.
Le sue palpebre lottavano per non cedere alla stanchezza mentre le orecchie rimanevano insensibili alle parole che quel triste uomo in bianco e nero stava pronunciando davanti al suo ingombrante microfono.
Nella stanza sembrava non muoversi nulla, non una mosca o una zanzara (benedetto l'autunno che segnava le aveva uccise tutte), ed il passare del tempo era scandito dalla voce bassa e monotona dello speaker televisivo.
Mamma e papà quella sera sarebbero rientrati tardi da una cena tra amici, i suoi fratelli erano già andati a dormire, e lei?
Era sabato sera, niente scuola domani, si dorme fino a pranzo, forse anche più tardi.
Ma a lei pareva brutto sprecare del prezioso tempo libero a dormire, almeno in orario serale, quindi era rimasta sveglia assieme a suo nonno a guardare il notiziario.
E ora stava avendo dei sinceri ripensamenti.
Gli adulti guardano spesso il notiziario, lei personalmente lo trovava noioso, non capiva un accidente di cosa stava parlando quel piccolo uomo con i capelli a riporto, avrebbe preferito guardarsi lo show del teatro Țăndărică, ma quella trasmissione la TVR l'aveva relegata alla fascia pomeridiana.
Non capiva cosa ci trovassero tanto i suoi genitori in quello schermo, a parte il teatro di marionette tutto il resto era estremamente noioso, se avesse voluto guardare un vecchio uomo triste parlare a voce moderatamente alta sarebbe rimasta al doposcuola.
Spostò lo sguardo verso suo nonno, lui sì che sembrava preso dalla trasmissione.
Nonno Grigore se ne stava seduto con la schiena curva in avanti, la mano ferma sul bastone da passeggio dalla superficie segnata da tagli, un'espressione talmente concentrata che non poté fare a meno di chiedersi se stesse lottando per non farsela addosso, come era successo due giovedì fa.
Suo nonno le aveva fatto promettere sulla bandiera, sulla costituzione e sull'intera nazione di non dire nulla ai suoi.
“Meglio la morte al pannolone!”
Non poteva che condividere, che cosa imbarazzante.
Spera di diventare vecchia il più tardi possibile, nessuno dovrebbe tornare a indossare i pannolini dopo i tre anni.
Ma oltre a fare la numero due sempre alla stessa ora del giorno, suo nonno non si perdeva mai il notiziario, beh non che si staccasse mai dalla televisione, ma le notizie internazionali erano ciò che gli premeva sapere più di ogni altra cosa.
Rattrappito dall'età ma dalla corporatura ancora robusta (e larga), con un viso glabro e squadrato eccetto per pochi capelli grigiastri che si ostinavano a rimanergli attaccati, suo nonno era il ritratto della salute, almeno per chi poteva guardare in superficie.
Suo padre si riferiva a lui come “il pazzo”, “quello tocco” o altri termini che una brava cittadina della repubblica socialista di Romania non dovrebbe mai dire in pubblico.
Eppure suo nonno non sembrava tocco, specie quando puntava i suoi occhi di falco sullo schermo del televisore, ascoltando i lunghi e noiosi discorsi dell'uomo in giacca e cravatta.
Sinceramente, avrebbe trovato più interessante stare a guardare lui che non il servizio in sé.
Almeno finché un suono di arma da fuoco non la fece trasalire, scattò in piedi, guardandosi attorno, nessun aggressore.
<< In seguito alla morte del presidente dittatore Diệm il sud del Vietnam è diventato una polveriera, le proteste della popolazione buddista contro le politiche imperialiste del governo filo-occidentale di Saigon denunciano l'inefficienza di Washington nella gestione... >>
Si girò verso la tele, adesso le palpebre non erano più tanto pesanti.
<< In tutto questo, non si fermano le operazioni dell'esercito popolare vietnamita e dei volontari per la ricacciata in mare dell'esercito americano... >>
L'uomo noioso era sparito, adesso il televisore mostrava quella che doveva essere una giungla, si vedeva poco e male, ma si sentiva il rumore di spari e gente che correva.
Questa era la guerra?
Non ci capiva molto.
<< Tenaci questi vietnamiti, gli hanno tirato addosso proiettili, bombe e gas, ma non mollano l'osso nemmeno a pagarli, è esattamente così che abbiamo combattuto i tedeschi fino all'Ungheria. >>
Come c'era da aspettarsi, suo nonno amava parlare di guerra, e lei amava ascoltarlo, trovava molto più curioso quello che aveva da dire sulla avventura in Russia che le vuote righe del libro di testo.
<< Anche voi vi nascondevate tra gli alberi? >>
Il vecchio scosse la testa.
<< Avessimo avuto una giungla come quella...! No, c'era solo la neve, e a starci dentro ci gelavi, poi quando tornammo in Romania e cambiammo fronte gli alberi non bastavano per nasconderci dagli aerei, ma in qualche modo... ce la siamo cavata, e credo se la caveranno anche loro. >>
Come suo solito, concluse la frase con un'alzata di pugno, proprio in quel momento il suono di un boato invase la stanza, il televisore aveva trasmesso la caduta di una bomba nella giungla.
Lei tornò seduta, sta volta con gli occhi bene aperti.
<< Quindi, secondo te vincono loro? >>


<< Idiota! Sei un idiota! Se ti dico che devi venire solo dopo la chiusura, di fare un segnale e aspettare la mia risposta, e di non parlare con nessun altro dei commessi, SARÀ PERCHÉ C'È UNA BUONA RAGIONE! >>
<< Non posso perdere tutto quel tempo e chiedi cose troppo complicate, ed io non faccio cose complicate senza essere prima pagato! >>
<< CIOÈ! ACCETTO I TUOI SOLDI PER FARTI SFRUTTARE IL PASSAGGIO E TU NE CHIEDI A ME PER USARLO BENE?! MA SEI NORMALE?! >>
<< MI SEMBRA UN ACCORDO EQUO! >>
Mihaela aveva sin dall'inizio avuto la granitica certezza che un viaggio con Faccia Bruciata avrebbe gravato non poco sulla sua igiene mentale, e proprio quando stava iniziando a ricredersi, ecco che si aggiungeva un altro ospite a portare ulteriore disagio all'interno di una giornata già di per sé non al top.
Il brutto stereotipo di un pusher non aveva smesso di lamentarsi da quando Mihaela e Jack gli erano atterrati addosso, e per carità, aveva indubbiamente ottime ragioni per farlo, ma quelle ragioni a Mihaela importavano in maniera molto relativa.
Le importava arrivare a destinazione il prima possibile e rincasare altrettanto velocemente, più scendevano e meno si sentiva al sicuro, specie con dei compagni di viaggio così inaffidabili: Faccia Bruciata non aveva tutte le rotelle apposto e l'altro poteva essere soltanto un valido scudo di carne.
Stranamente la cosa le ricordava i tempi del suo addestramento.
Ma se non altro, stavano andando da qualche parte, e quello solo grazie alla loro esperienza nella metropolitana, ambiente dove lei era tanto a suo agio quando un bolscevico al World Trade Center.
Avevano camminato a lungo dentro un ampio corridoio scavato nella terra, un'arteria usata da quei demoni che dovevano spostare droga o materiali preziosi e non potevano permettersi di rischiare qualche furto con delle operazioni allo scoperto.
A detta di Nathan, lui e i suoi colleghi erano soliti usare questo condotto per rincasare in sicurezza, ma il boss per cui lavoravano era al sicuro da tutt'altra parte.
Alto ma largo appena per far passare tre persone vicine, lo scopo originale di questo tunnel era sconosciuto ai più, ma a detta di Jack attraversava verticalmente il sottosuolo e si collegava a molte delle sottostazioni cominciate e mai finite.
Il passaggio infatti era inclinato verso il basso, a ogni passo che facevano Mihaela sentiva di starsi avvicinando al centro della Terra.
Beh sempre se l'inferno avesse qualcosa di simile: esisteva il cielo, si poteva vedere il paradiso lontano tra le stelle, dovevano essere in una dimensione a parte separata da quella dei viventi.
E l'inferno è strutturato in gironi, separati tra di loro e il cui passaggio era interdetto alle anime dannate, ma esattamente come funzionava la cosa?
Scosse la testa, non aveva mai compreso la cosmologia di questo posto e non avrebbe iniziato a farlo adesso.
<< Si può sapere poi dove state andando? E per quale motivo tra tutte le dannate vie e passaggi segreti di questo posto dovevate passare PROPRIO DA ME?! >>
Mihaela alzò le spalle.
<< Chiedilo a Jack, è lui la guida. >>
Faccia Bruciata iniziò a guardarsi attorno con aria... preoccupata?
<< Ehm perché è la via più veloce... >>
Nathan incrociò le braccia, non sembrava convinto, e Mihaela dal canto suo era stata addestrata a riconoscere una bugia, ed anche se Jack non aveva occhi, labbra, fronte e qualsiasi altra parte del viso utile da guardare al fine di intuire o meno la sua sincerità, il suo atteggiamento parlava più chiaramente di qualsiasi altro indicatore.
<< Balle. >>
<< Ok ok! È che ho fatto incazzare qualche persona e avevo bisogno di un passaggio più discreto! Poi dovevo fare rifornimento! >>
Il demone che li stava accompagnando non poté fare a meno di sbuffare mentre con un agile saltello passava oltre una pozzanghera di melma dall'origine alquanto sospetta se si considerava che stavano camminando in un luogo al chiuso.
<< Chissà perché non sono sorpreso! Sai che dovrò trovarmi un altro lavoro per colpa tua? Quello stronzo lo dirà al capo e quando scoprirà che ho mentito non potrò farmi vedere qui per mesi, e anche voi due! >>
Faccia Bruciata scosse la testa.
<< Me lo dicono ogni volta. >>
Frustrato, il pusher alzò il dito medio.
<< Farai meglio a trovarti un altro passaggio, perché col cazzo che ti faranno passare qui la prossima volta! >>
<< Mi dicono anche questo! >>
Mihaela stava iniziando ad averne abbastanza di sentirlo lamentarsi.
<< Giusto per sapere, quanta gente hai fatto incazzare e perché? >>
<< Che ne so! Sembravano tanti! È che... potrei aver detto delle cose poco gentili verso le persone di colore... chi l'avrebbe detto che in vita erano quasi tutti dei negri! Non puoi mai sapere con chi stai parlando! Ai miei tempi li mettevamo in prima linea e li mandavamo a far esplodere le mine nella giungla, bei tempi quando essere bianco significava essere migliore, poi quando i musi gialli rispondevano noi facevamo cantare l'artiglieria, così prendevamo due piccioni con una fava. >>
Mihaela e Nathan rimasero allibiti per qualche istante.
Anzi, soltanto Mihaela per qualche istante, Nathan anche di più.
<< E niente, quando gliel'ho raccontato se la sono presa, ormai non si può dire più niente qui! >>
Ok, che Faccia Bruciata fosse capace di fare questi discorsi senza nemmeno curarsi di chi aveva o poteva avere davanti e come questi potevano reagire non la sorprendeva più di tanto.
Il fatto sorprendente era che fosse ancora vivo.
Non poté fare a meno di spostare lo sguardo verso il pusher.
<< Ma... >>
<< No, è così da quando è arrivato. >>
<< E quando è fatto? >>
<< … Forse il punto è che lo è sempre, ah, a proposito! >>
Veloce come il vento, l'anima dannata aprì la giacca, esibendone l'interno pieno di tasche, tutte piene fino all'orlo di sostanze, funghi ed erbe di vario genere, ad ogni tasca era inoltre incollato un foglio adesivo con sopra scritto il nome dello stupefacente e il relativo prezzo.
<< Vuoi favorire? >>
<< Passo. >>
<< Posso farti uno sconto per il tuo primo acquisto! >>
<< Ripeto: passo. >>
<< Sicura? Guarda com'è felice quello lì. >>
Mihaela si girò per notare Jack intento a specchiarsi su un vetro rotto che doveva avere raccattato da terra chissà quando.
<< Lo sai che sei bellissimo? Cosa? Sta arrivando?! >>
E senza aggiungere altro, tirò la scheggia di vetro a terra, frantumandola in tanti pezzettini.
<< Sicurissima. >>
<< Non sai che ti perdi! >>
<< Credimi, lo so. >>
Nathan chiuse la giacca, mentre l'ex militare si avventò sui due, sembrava... scosso.
<< Muoviamoci! Il coniglio è vicino! >>
<< Il... coniglio bianco? Quello che ti perseguita? >> chiese Mihaela alzando un sopracciglio.
Fottuto nel cervello com'era non si sarebbe stupita che si fosse fatto un nemico immaginario.
<< Sì! Lo hai visto anche te?! >>
A quel punto la demone radioattiva volse lo sguardo verso lo spacciatore.
Questi alzò le spalle con una smorfia confusa.
<< Sì ehm me ne ha parlato anche a me, ma non l'ho mai visto, credo sia frutto della sua fantasia. >>
<< Bastardo! Ogni volta che si avvicina qualcuno se ne scappa, e la gente finisce per dire che sono isterico! >>
<< Non lo sei? >>
Faccia Bruciata squadrò entrambi, irrigidendo con le gambe e drizzando la schiena con decisione.
<< Lo sono, MA PER ALTRE RAGIONI! >>
<< Jack, sono commossa dalla tua ammissione, davvero, ammettere di avere un problema è il primo passo per superarlo, ma potresti farlo a voce bassa? Non sappiamo chi potrebbe esserci qui... >>
Faccia Bruciata la squadrò per qualche istante.
<< Non viene nessuno qui! Eccetto gli spacciatori. >>
Nathan alzò la mano.
<< Presente. >>
Ma come? Non era terrorizzato dalla presenza di un coniglio immaginario giusto due attimi fa?
Ma come funziona il suo cervello esattamente?
Mihaela sapeva che la sua domanda non avrebbe conosciuto risposta.
<< Ecco, come lui, e in questo momento non ne vedo altri! Basterà proseguire per la discesa e sperare che non crolli niente. >>
Mihaela sbatté le palpebre.
<< Prego? >>
<< Basterà proseguire per la discesa e sperare che non crolli niente! Sei diventata sorda per caso? ALLORA! HO DETTO CHE- >>
<< Cosa vuol dire che dobbiamo sperare che non crolli niente?! >>
<< Che dobbiamo- >>
<< SIAMO IN PERICOLO DI CROLLO SÌ O NO? QUESTO TI STO CHIEDENDO! >>
<< E CHE NE SO?! >>
<< SEI UTILE COME UN CULO SENZA BUCO LO SAI?! >>
<< FINO A PROVA CONTRARIA SONO IO A DIRIGERE IL TOUR QUI! >>
Mihaela avrebbe fatto per replicare, ma i suoi occhi si soffermarono sulla luce verdastra che stava ricoprendo Faccia Bruciata.
Ecco, ora sì che doveva sperare di non far crollare niente.
Spostò lo sguardo verso il basso, come temeva il suo corpo stava diventando luminoso, e quando il suo corpo diventa luminoso significa che si sta surriscaldando.
E non le serviva interrogarsi su cosa sarebbe successo se il suo corpo avesse continuato a farlo.
Con uno scatto laterale si allontanò dallo yankee.
Per fortuna la terra sotto di lei non aveva iniziato a sciogliersi.
No, per fondere la roccia sarebbe dovuta arrivare a dei livelli decisamente più alti, in compenso Nathan si era nascosto dietro Faccia Bruciata, che invece la stava fissando con uno sguardo di sfida.
<< Tipico di chi non sa vincere una discussione: insulta e scappa! >>
<< Non mi prendo la briga di risponderti perché saresti troppo stupido per capire la rispo- >>
<< AH SÌ? E TU SEI GRASSA! >>
La demone radioattiva inizio ad inspirare.
Inspira e respira Mihaela, inspira e respira.
Se poi sarai ancora nervosa lo mutilerai a missione finita.
Ancora nascosto dietro il suo scudo di carne bruciata, Nathan provò a sporgersi timidamente.
<< Ehm non vorrei interrompervi, ma non posso fare a meno di notare che sei luminosa. >>
<< Sì, processo di fusione radioattiva o quello che è, e aumenta quando mi innervosisco, e voi non volete vedere cosa succede quando mi innervosisco sul serio. >>
Lo spacciatore deglutì per poi tornare al riparo, non ci teneva assolutamente a scoprire cosa sarebbe accaduto nel caso si fosse innervosita sul serio.
Jack invece, pareva non avere elaborato l'informazione.
<< Quindi mi stai dicendo... >>
<< Jack, per il tuo bene, se stai dicendo quello che penso tu stia dicendo io... >>
<< È il tuo periodo del mese! >>
<< … Per favore. Andiamo avanti. Prima che voglia fare qualcosa di davvero violento. >>
<< Aspetta! >>
Improvvisamente Faccia Bruciata sembrò ricordarsi di qualcosa di estremamente importante.
<< Cosa? >>
<< Mi stavo chiedendo... ma le anime dannate donne hanno il ciclo? Nessuno può procreare ma lo stronzo là sopra ve lo ha lasciato come punizione divina, è così?! >>
Mihaela rimase immobile per qualche secondo, osservando intensamente l'enorme faccia da schiaffi (mezza scolta) che aveva davanti ai suoi occhi.
Poi proseguì in avanti, senza degnarsi di dare alla propria guida alcuna risposta in merito alla domanda.
Nathan, rimasto immobile durante tutta la scena, spostò lo sguardo verso il muso ossuto di Jack.
<< Sai... che me lo chiedo spesso anch'io? >>
<< Se non la piantate con questi discorsi e vi date una mossa, vi dimostrerò che anche i maschi possono perdere sangue in mezzo alle gambe, siete curiosi di scoprirlo? >>
Il pusher e l'ex soldato si scambiarono uno sguardo d'intesa, per poi accelerare il passo con una certa intensità.
Tempo una mezz'ora e arrivarono a quello che doveva essere un capolinea, il tunnel, dopo la lunga discesa verso il basso, si arrestava bruscamente contro una parete rocciosa pressoché intatta.
La zona era invasa da detriti, polvere, e piccole scorte di sostanze appoggiate alle pareti.
Nulla di particolarmente invadente, evidentemente i colleghi di Nathan usavano questo vicolo cieco come magazzino per le scorte, anche se la distanza rendeva lo spostamento da lì al mercato sotterraneo non particolarmente facile.
La presenza di droghe e allucinogeni vari era inoltre facilmente intuibile dall'odore, la puzza d'erba permeava l'intero vicolo coprendo tutti gli altri odori.
Jack, muovendosi con la rapidità di chi sapeva cosa stava facendo, si avventò contro un gruppo di grossi sacchi, e iniziò a vuotarne il contenuto in quello che si stava portando dietro da quando avevano lasciato il mercatino di prima.
Cosa che tra l'altro aveva fatto senza pagare.
Nathan assunse un'espressione scandalizzata.
<< Ehi!... No giusto, verrò licenziato a breve. >>
E senza aggiungere altro, si lanciò a sua volta sulle scorte per immagazzinare quanta più merce possibile nelle numerose tasche del suo abito e dei suoi pantaloni.
Mihaela fece appello alla sua pazienza per non fare del male a nessuno dei due.
<< Jack, ti dispiace?! >>
<< Ah, sì, il passaggio segreto. >>
E sollevando dal suolo un carico su cui Nathan sembrava voler mettere le mani, lo lanciò lontano da sé tra le imprecazioni del demone spacciatore.
Il contenuto si riversò a terra, assieme a quello di altri contenitori da lui lanciati.
<< Ehm... ehi! Questo stronzo è seduto sopra la botola! >>
Mihaela si fece avanti.
Jack, lanciando via sacchi e contenitori aveva in effetti scoperto una botola che prima non si vedeva, una grande botola in legno e dall'aspetto consumato, ma al momento c'era ben altro ad attirare l'attenzione dei tre demoni:
Sopra la suddetta botola, era stato inchiodato il tronco di una creatura umanoide, un'anima dannata come loro, ma... morta, e in maniera presumibilmente dolorosa.
Arti e testa assenti, soltanto un busto ricoperto di sangue rimaneva incollato alla superficie in legno, ed a giudicare dal colore rossiccio del sangue ormai secco, doveva essere lì da un po'.
Nathan esplose in un turbinio di imprecazioni ed andò a rifugiarsi dietro un muro di contenitori, mentre la demone radioattiva, memore del protocollo, iniziò ad analizzare il corpo in cerca di indizi.
Non che ci tenesse a scoprire chi fosse l'assassino, ma se qualcuno qui aveva ucciso un demone, voleva dire che era in possesso di armi angeliche, e in quel caso chiunque di loro sarebbe stato a rischio.
Dunque, meglio fare una veloce autopsia.
Il torace era aperto, affacciandosi Mihaela poteva notare gli organi rinsecchiti e due enormi chiodi che tenevano il corpo incollato alla botola.
Un avvertimento?
In superficie non sarebbe stato nulla di strano, molti overlord, bande ecc erano soliti lasciare cadaveri (o individui) mutilati a giro come “avvertimento”, ma lì nella metropolitana sarebbero dovuti trovarsi in teoria all'interno di un terreno neutrale.
O si sbagliavano e stavano mettendo il naso negli affari di una persona potente e pericolosa, o dietro quella botola viveva un killer che per hobby squartava altri demoni.
Anche questa prassi comune in superficie ma meno evidente quando si vive in un contesto di perenne guerra tra bande e super demoni.
La prima cosa che fece fu cercare lo sguardo di Nathan, rimasto a tremare in disparte.
<< Se vuoi chiedermi quello che penso: no! Noi non le facciamo queste cose, spacciamo e basta, e non sapevo nemmeno di quella botola fino a un momento fa! >>
Sembrava genuinamente terrorizzato per saperne qualcosa, ma nulla gli impediva di non sapere se magari dietro quel morto c'era l'ordine del suo capo o di qualche suo collaboratore, in quel caso però un manipolo di spacciatori non l'avrebbe preoccupata più di tanto.
A meno che non avessero con sé un arsenale di armi angeliche, con qualcosa di simile tra le mani anche un imp di merda avrebbe potuto porre fine alla sua non vita, e nessuno vuole essere ricordato come quello che è stato ucciso da un merdosissimo imp.
Ma adesso non erano gli imp il problema.
<< Cazzo, l'hanno ridotto di merda... e hanno vuotato le tasche! >>
<< Jack, togli le mani dalle sue tasche e aiutami ad alzare questa botola. >>
Il pusher squittì alle loro spalle.
<< Sicuri di non aver sniffato qualche striscia di troppo?! I-io non entro lì dentro! Come minimo ci troviamo una setta di killer che inchioda le persone in giro! >>
<< Questo è... plausibile. >>
<< No che non lo è! Se inchiodano le persone a giro perché ne abbiamo visto solo uno? E perché lo hanno inchiodato dove non si vede nessuno? Se fossi un inchiodatore di persone lo inchioderei dove tutti possono vederlo! >>
Sorprendente.
Jack aveva detto qualcosa di intelligente, allora c'è una testa pesante sotto tutti quegli strati di testa di cazzo.
O forse tutte le cose di cui si era fatto stavano perdendo effetto?
Beh, per quanto logico il ragionamento non servì certo a calmare l'ultima aggiunta alla squadra.
<< Ecco! Se volete entrare sono cazzi vostri! >>
Faccia Bruciata squadrò il piccolo codardo con i due buchi neri che aveva al posto degli occhi.
<< Se vuoi lasciare la barca, sono cazzi tuoi! >>
<< Q-quale barca? E perché sarebbero cazzi miei? >>
<< AH! SENTITO? QUESTO STRONZO NON SA CHE LA GENTE AFFONDA! >>
Ok, aveva pensato troppo presto, è tornato il solito Jack.
<< TI SEI DROGATO DI NUOVO PER CASO?! >>
Il demone radioattivo decise di non dare troppo peso alle assurdità di Jack.
Altrimenti non ne sarebbero più usciti.
<< Immagino sia giusto, spero riuscirai a evitare i tuoi colleghi passando dall'altra strada. >>
Il pusher improvvisamente si mise ritto come un palo, insensibile alle parole di faccia da teschio.
<< … Ripensandoci andrò con voi. >>
<< … Buona fortuna ugualmente. >>
Senza aggiungere altro, lei e Jack si misero ai lati della botola e afferrarono il cadavere da quei pochi punti dove non era ricoperto di sangue, poi presero a tirare verso l'alto.
La botola si aprì senza opporre resistenze, e la faccia di Nathan divenne, se possibile, doppiamente pallida.
Mihaela poteva solo immaginare il motivo dietro quell'espressione, e guardando la botola dal lato da cui sporgevano le punte insanguinate dei due chiodi, noto che queste si trovavano ciascuna nella metà esatta di una parentesi rovesciata, sotto le due vi era una parabola rivolta verso l'alto.
Non era tanto il fatto che sotto un cadavere fosse stato disegnato un sorriso stilizzato a risultare raccapricciante, quanto il fatto che era stato disegnato con il sangue.




Nota dell'autore
Per chi sentisse la mancanza del vicino di Mihaela, informo che 
Thanos 05 sta scrivendo una storia con Innozenz come protagonista: Un nazista all'inferno.
Già che ci sono, ne approfitto per ringraziare chi ha seguito fin qui, sperando che il prossimo capitolo richieda meno tempo.
A presto!
   
 
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