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Autore: M_Lucry_J    02/09/2009    2 recensioni
Non potevo lamentarmi della vita ma invece io trovavo sempre un pretesto per farlo. Ero insoddisfatta, volevo emergere in un talento, o magari rimettere le cose a posto con la mia famiglia che oramai si stava spezzando in un divorzio, o magari volevo semplicemente lui… Sospirai tristemente, all’idea di non poter mai avere quella bellezza disumana che vive in questa realtà. [Citazione Del Primo Cap.]
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Jennifer! Jennifer, svegliati! Perfavore! Jennifer! Non posso vivere senza di te!Jennifer, forza svegliati!” gridò una voce  familiare che però non riuscivo a ricordare per colpa del mal di testa lacerante.                                                                                                                                                                   
Ero viva,si, riuscivo a sentire tutto ma le palpebre erano troppo pesanti e nonostante i miei sforzi rimanevano chiuse lasciandomi in un buio profondo.

 Ci provavo e riprovavo e non ci riuscivo, finchè  mi fermai e mi lasciai catturare dalla disperazione e temevo di restare bloccata così per sempre. Era una lotta contro me stessa eppure le voci attorno a me erano urli,pianti e sentivo voci dichiarare una presunta morte…  L’unica cosa che non avevo valutato…  e se fossi morta realmente?

Mi sentii avvampare,sudare,bruciare dentro e poi tutto d’un fiato gridai “NOO!!!” e mi alzai di scatto dal lettino.   Respiravo affannosamente, ma poi mi guardai attorno; ero ancora nella mia stanza,silenzio e la sveglia digitale segnava le 3.00 di notte. Rimasi circa 2 minuti allibita ma poi mi buttai all’indietro sul cuscino e tirai un sospiro di sollievo.                                                                                                                                                                     
–Era tutto un’orribile incubo…- pensai. 

                                                                                                                                                                                    
Rigirandomi  a destra e a sinistra ripetutamente capii che non era il caso di riaddormentarsi,ero ancora troppo sconvolta. Così decisi di alzarmi decisa e di andare in bagno. Accesi la luce e guardai il mio riflesso sullo specchio; i miei lunghi capelli neri che arrivavano al fondoschiena erano leggermente spettinati e il trucco di ieri sera era colato per lacrime o non so cosa…  Nonostante avessi  una brutta espressione la mia bellezza risplendeva ugualmente. Me lo ripetevano in continuazione, avevo molti corteggiatori nonostante mi adattassi ad uno stile un po’ emo-dark.

                                                                                                                                                                                               
 
Non potevo lamentarmi della vita ma invece io trovavo sempre un pretesto per farlo. Ero insoddisfatta, volevo emergere in un talento, o magari rimettere le cose a posto con la mia famiglia che oramai si stava spezzando in un divorzio, o magari volevo semplicemente lui…                                                                      
Sospirai tristemente, all’idea di non poter mai avere quella bellezza disumana che vive in questa realtà. 

                                                                                                                                                                                              
 
Tornai in camera con l’idea decisa di non tornare  a letto, mi misi sulla scrivania e in compagnia della foto nel quadretto del mio idolo ripresi a scrivere…  Scrivevo canzoni su tutto, su amori spezzati, che però mai vissuti. Mi piaceva forse, perché Bill era la mia fonte di ispirazione migliore, o semplicemente per pure passione. Quando scrivevo il mondo poteva anche soccombere, io sarei rimasta lì nei miei pensieri.                                                                                                                                 
Non trovavo cosa più bella che mettere i propri sentimenti su carta con magari una bella basa musicale.                                                                                                                                                              
Parole e strumentazione davano la nascita ad un nuova dimensione:la musica.

                                                                                                                                                                                                     
 
Se non si potesse più ascoltare una sola nota mi risparmierei di vivere, per me non c’èra senso… No music, no life; era la mia unica filosofia di vita.                                                                                                                                           
Quella sera ero particolarmente pensierosa  o per via del brutto incubo o magari per il mio primo provino l’indomani.                                                                                                                                                                                      
 
Fino ai miei 16 anni di vita avevo buttato il sangue per ottenere uno stile unico da tutti e una voce sempre più professionale. Il mio segreto era uno solo: mettere tutto l’amore che hai in ciò che fai.                                    
In questo modo tutto assumerà una altra faccia…

Volevo emergere anche io così: come i tokio hotel.                                       

  
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