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Autore: Padme Mercury    19/10/2021    0 recensioni
Imparare a convivere col proprio passato è molto difficile. Richie lo sa bene, per questo ora si fa chiamare Barry ed evita di parlare di quello che gli è successo tre anni fa. Ma il passato non vuole rimanere nascosto per troppo tempo, e questo Richie dovrebbe saperlo. Soprattutto quando Derry chiama a sé i Perdenti per l'ennesima volta per dire loro finalmente addio.
[Crossover IT/Barry (HBO)]
Genere: Angst, Drammatico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: AU, Movieverse | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Los Angeles. La chiamata




Barry Berkman non esiste.

O meglio, esiste come personaggio, come Barry Block. Un personaggio che ha preso vita e si è sostituito al suo creatore da così tanto tempo che ormai è Richie Tozier ad essere morto e sepolto, e tante grazie.

Non sapeva esattamente quando successe, di sicuro quel giorno d'estate a Derry di tre anni fa contribuì a dargli il colpo di grazia, e pian piano Barry subentrò a Richie. Non indossava più gli occhiali, si era abituato ad usare le lenti a contatto, si era tagliato i capelli, aveva cambiato stile. Non c'era più niente che ricordasse Tozier, nemmeno l'umorismo o la sua abilità di imitatore. Non era quello che Barry voleva far vedere alle persone di Los Angeles, non era chi aveva fatto conoscere a Sally. In più era come se non ne fosse più capace, come se effettivamente fosse una persona diversa con abilità differenti. Ogni volta che provava a fare una voce, come era solito fare prima, qualsiasi personaggio volesse imitare era sempre e solo sé stesso che cercava di impersonare altri. Se la cavava con gli accenti, però. Riusciva quasi a sembrare un inglese, sebbene spesso la cadenza americana si facesse sentire. Il suo più grande traguardo, tuttavia, era riuscire a nascondere la pronuncia del Maine. Aveva detto di essere di Cleveland, che figura ci avrebbe fatto se ogni volta che apriva bocca sembrava appena arrivato da Bangor?

Si permetteva di essere il sé stesso di qualche anno prima solo su WhatsApp, dove Mike Hanlon aveva creato una chat di gruppo chiamata I Perdenti (e Richie aveva trovato molto divertente, ai tempi, aggiungere l'emoticon di un clown prima del nome e quella di un palloncino appena dopo, ma era rimasto stupito nel vedere che nessuno le aveva cancellate nonostante i primi insulti) e aveva reso tutti amministratori. In quel modo riuscivano a tenersi facilmente in contatto, magari non si sentivano tutti i giorni ma almeno due o tre volte la settimana sì. Avevano deciso di non perdersi nuovamente di vista, di non far passare altri ventisette anni, perché erano consapevoli che, sebbene le loro vite fossero cambiate, quello che avevano visto, che avevano vissuto, li aveva legati in maniera profonda. Erano come una famiglia - la sua vera famiglia, avrebbe detto Richie all'età di tredici anni, quando i suoi genitori erano troppo occupati dalle loro faccende e non sapevano cosa stava succedendo nella sua vita. Non si trattava solamente di It, ma soprattutto di Bowers (Dio, non pensava a Bowers da quando era mortoperché gli era tornato in mente?), degli altri ragazzi di Derry che sembravano aver capito qualcosa di lui che nemmeno Tozier stesso aveva ancora compreso e non sapeva accettare (corri checca quattrocchi non osare toccarmi vuoi infettarmi fai schifo). I suoi amici invece - no, la sua famiglia - lo facevano sentire al sicuro. Era come tornare a casa, rintanarsi tra le braccia di una mamma amorevole, si sentiva protetto come una tartaruga nel suo guscio (ma la tartaruga non potrà mai più aiutarci).

La foto impostata per il gruppo risaliva a un paio di anni prima, al matrimonio di Ben e Beverly. Avevano organizzato una cerimonia splendida in Florida, officiata da Mike - sotto speciale richiesta degli sposi - e in cui Bill con sua moglie Audra erano stati i testimoni di Ben, mentre lui lo era per Bev assieme ad una amica della ragazza di cui non si ricordava nemmeno il nome. Avevano deciso di non sposarsi in chiesa, ma in un bel giardino in mezzo agli aranci in fiore - l'ultima fioritura di maggio, in cui i fiori e i frutti emanavano un profumo dolce che sembrava esaltare la bellezza di quel momento. Si ricordava di quanto era bella Beverly, di come i suoi capelli rossi sfiorassero appena il pizzo bianco delle maniche. Non indossava un velo, ma aveva in testa una corona di fiori che la faceva apparire come se fosse lei, con la sua sola presenza, a far germogliare le piante lì intorno. In quel momento Richie si rese conto della forza dell'amore che scorreva tra di loro, era come un fiume che si poteva vedere ad occhio nudo. Si rese conto di poter uccidere chiunque avesse anche solo tentato di fare del male ad uno di loro, senza la minima esitazione, come aveva fatto con Bowers poco tempo prima. Sentì un'ondata di amore disperato avvolgergli il cuore quando Bev e Ben furono dichiarati finalmente marito e moglie da un Mike che più di una volta si era trovato costretto ad interrompere la cerimonia per asciugarsi gli occhi. Anche Bill non era riuscito a trattenere qualche lacrima durante tutta la funzione, Audra gli stringeva la mano. Ma per Richie fu il momento in cui li vide ballare assieme per la prima volta a farlo scoppiare in lacrime, e non sapeva nemmeno lui se fosse per la felicità di vederli finalmente insieme e spensierati o per la consapevolezza che lui non avrebbe mai potuto farlo con l'unica persona che aveva mai amato in vita sua.

Nonostante fossero solo loro cinque, Richie poteva giurare di vedere il riflesso di Stan tra Bill e Mike, ancora ragazzo, esattamente come se lo ricordava, e quello di Eddie esattamente vicino a lui, con la benda sulla guancia e un gran sorriso sul volto. La prima volta aveva rischiato di lanciare il telefono dall'altra parte della stanza, ma ormai ci aveva fatto l'abitudine. Sapeva che era solo una suggestione, un desiderio profondo che, però, sapeva non si sarebbe mai potuto realizzare. Non aveva mai avuto il coraggio di chiedere anche agli altri, probabilmente lo avrebbero preso per pazzo (invece li hanno visti anche loro, Boccaccia, cosa ti credi? Di essere speciale?). 

Ma quando era arrivato quel messaggio aveva iniziato a sudare freddo. Mike. Era sempre Mike a richiamarli. Tutti consideravano Bill il leader del gruppo, e al massimo Richie era in seconda, ma nessuno dei due era capace di richiamare tutto il gruppo come faceva Mike. Era il loro faro, li raggruppava quando sembravano allontanarsi come navi ribelli. Avrebbe voluto lanciare il telefono contro il muro e far finta di essere fuggito, o magari anche morto, ma si era ricordato che sapevano dove abitava - all'incirca, almeno la città - e avrebbero potuto decidere di venire da lui e, in questo modo, rovinare tutto quello che aveva costruito in quegli ultimi anni.

Che in realtà, non era il rivedersi che lo aveva riempito di terrore. Certo, in parte era quello. Era una persona completamente diversa da quella che loro si ricordavano, non era più il comico irritante, era un assassino invischiato con gang criminali - sebbene fosse strano pensare ad un tipo gentile come NoHo Hank a capo di una gang - e aveva paura che lo avrebbero cacciato una volta scoperto. O peggio, denunciato. Non poteva permettersi di finire in prigione, Sally non poteva scoprirlo e men che meno Gene. Se poi Fuches dovesse scoprire che altre persone sono a conoscenza del suo vero lavoro...

Scosse leggermente la testa, stringendosi la radice del naso tra indice e pollice. Decise di ignorare quei messaggi per il momento e di dedicare tutta la sua attenzione alla lezione che, ad essere sinceri, in quel momento non poteva interessarlo di meno. Si sentì scuotere la gamba dopo qualche minuto e incontrò gli occhi castani di Sally.

"Tocca a noi," sussurrò, la voce dolce ma dal tono quasi scocciato, come se avesse cercato di chiamarlo più di una volta ma lui non l'avesse ascoltata. Barry annuì, ancora perso nei suoi pensieri, e la seguì sul palcoscenico.

Dovevano interpretare una scena di Stand by me, non aveva precisamente idea di che scena fosse e di cosa avessero passato i personaggi - non amava particolarmente Stephen King o i film tratti dai suoi libri, e a ragione visto quello che aveva passato da ragazzino e pochi anni prima. Aveva provato a leggere qualcosa di suo, come Shining o Carrie, ma non riusciva ad andare oltre poche pagine prima che una sensazione di angoscia incredibilmente pesante si abbattesse su di lui.

Prese un grosso respiro e tornò con la mente a dov'era. Concentrò tutta la sua attenzione su Sally, di fianco a lui. Anche se era una semplice esercitazione, sapeva che lei ci teneva molto e non voleva che si arrabbiasse con lui. L'amava, l'aveva amata fin dal primo momento che l'aveva vista su quello stesso palcoscenico quasi in lacrime per le parole ingiuste di Gene. Non credeva sarebbe stato possibile per lui amare una donna - amare qualcuno dopo... Dopo quello che era successo. Eppure, ogni volta che vedeva Sally si sentiva più leggero, più vicino a Richie che a Barry. Si era ritrovato più di una volta in procinto di rivelarle chi era, da dove veniva, ma si era dovuto trattenere tutte le volte. Lui l'avrebbe amata in ogni evenienza, ma lei avrebbe fatto altrettanto?

Si schiarì la gola appena notò lo sguardo della ragazza. Lo stava rimproverando silenziosamente, si era perso nuovamente nei suoi pensieri e non aveva risposto alla battuta, creando così un silenzio imbarazzante.

"Non ho pianto al funerale di Eddie. Mi manca, Bev. Mi manca tanto."

Le parole gli uscirono dalla bocca prima di riuscire a pensarci, di fermarle. Per un istante, Sally non era più lì con lui, ma c'era Beverly, e non stavano più parlando di uno stupido personaggio ma di Eddie. Era vero, non aveva pianto al suo funerale, ma aveva finito le lacrime ormai e non riusciva comunque a versarne davanti ad una bara vuota. O davanti a Myra Kaspbrak, quella donna enorme che somigliava tanto a Sonia nell'aspetto e nei modi. Era stato lui ad andare a dirle che suo marito era morto. Appena lasciata Derry, si era diretto a New York, aveva trovato l'indirizzo - grazie Mike, se non fosse stato per te sarei ancora a vagare per Manhattan - e si era fatto forza per suonare il campanello. Aveva poi guardato, fermo sulla porta, quella donna enorme accartocciarsi su se stessa e ululare il nome di Eddie. Si era preso la colpa, gesto che Myra sembrò apprezzare particolarmente perché balbettò un "ci puoi scommettere il culo, cazzo" in mezzo a lacrime e moccio e mascara sciolto che scorreva sulle sue guance grasse e flaccide. Non aveva avuto il coraggio di toccarla, nemmeno per darle una pacca di conforto, e come il codardo che era l'aveva lasciata lì a struggersi da sola per la perdita dell'unico uomo che, probabilmente, l'avesse mai sopportata in vita sua.

"Barry? Stai bene?" questa volta fu la voce di Gene a riportarlo alla realtà. Si era avvicinato a lui e gli aveva posato una mano sulla spalla, mentre Sally a sua volta non sembrava più scocciata quanto... preoccupata? Allora le importava veramente di come si sentiva lui?

"I-io..." provò a rispondergli, ma si bloccò appena si rese conto che una singola lacrima gli aveva bagnato la guancia. Quasi inorridito guardò Gene e Sally, la mano ferma a mezz'aria con il polpastrello dell'indice ancora umido dal luccicone che aveva appena toccato, e si decise a scendere dal palcoscenico. Senza dire una parola uscì dall'edificio, sentì Gene dire qualcosa ma non vi prestò attenzione.

Sentiva il respiro diventare affannoso, come quando era arrabbiato, e forse lo era davvero. Era arrabbiato con sé stesso, per non essere riuscito a salvare Eddie, il suo Eddie, con Mike, che li aveva richiamati per la seconda volta e gli aveva fatto tornare alla mente tutto quello che cercava di dimenticare. Con Bill, che li aveva trascinati in quel cazzo di incubo solo per trovare Georgie. Con It, anche se non esisteva più, con Sally, cazzo, perché c'erano milioni di film e di scene da scegliere e lei proprio quella doveva tirar fuori?

Aprì la portiera dell'automobile e si sistemò sul posto di guida. Richiuse con forse troppa forza, poiché l'intero cubicolo ondeggiò per pochi secondi, ma ringraziò di essere stato abbastanza veloce da evitare che gli altri lo vedessero in quello stato. Lo avevano già visto piangere, durante lo spettacolo dell'anno precedente, quando doveva annunciare la morte di Lady Macbeth, ma tutti pensavano fosse semplice recitazione. Questa volta avrebbero saputo che stava piangendo per davvero, e questa volta sarebbe stato peggio perché come si può spiegare il dolore che lo aveva appena colpito al petto? Come poteva dire a Sally chi era Eddie, i sentimenti che aveva per lui e che, per quanto ci provasse - e Dio solo sa quanto ci provasse - non sarebbero mai stati paragonabili a quelli che provava per lei?

Si premette i palmi delle mani sugli occhi e cercò di calmare i singhiozzi con due respiri profondi. Credeva ormai di esserci passato oltre, che si fosse cicatrizzato, ma era incredibile quanto male facesse ancora. Quanto non riuscisse a metabolizzare che realmente Eddie era a Derry, sotto le rovine della casa di Neibolt Street, a marcire da solo e lontano dalle persone che lo avevano amato.

Scostò le mani al sentire un leggero bussare al finestrino del passeggero e il suo sguardo incontrò gli occhi castani di Sally, la quale lo guardava a metà tra lo scocciato e il preoccupato. Barry sospirò e sbloccò le portiere, facendole cenno con la testa di entrare. Lei non se lo fece ripetere due volte e prese posto sul sedile del passeggero, scoccandogli un'occhiata di fuoco.

"Si può sapere che ti prende?!"

 

   
 
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