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Autore: LadyNenya    02/09/2009    1 recensioni
Una manina grassoccia mi stringe due dita. Calda e paffuta, sa di un profumo che non ho mai dimenticato.
"Mamma" gli occhioni scuri della mia bambina si accendono dell'ultimo, fugace bagliore del tramonto. I suoi riccioli biondi mi brillano sul grembo come filigrana dorata.
"Mamma, perché il capitano si era strappato il cuore dal petto?"
Il capitano, quello della sua favola preferita. Fin da piccolissima aveva sempre, sempre chiesto di lui. Come se sapesse.
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo Personaggio, Will Turner
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Il capitano



“...When the cold of Winter comes
Starless night will cover day
In the veiling of the sun
You will walk in bitter rain...”

 
Una manina grassoccia mi stringe due dita. Calda e paffuta, sa di un profumo che non ho mai dimenticato.
"Mamma" gli occhioni scuri della mia bambina si accendono dell'ultimo, fugace bagliore del tramonto. I suoi riccioli biondi mi brillano sul grembo come filigrana dorata.
"Mamma, perché il capitano si era strappato il cuore dal petto?"
Il capitano, quello della sua favola preferita. Fin da piccolissima aveva sempre, sempre chiesto di lui. Come se sapesse.
"Perché credeva che senza il suo cuore non avrebbe più pianto. Che non avrebbe sofferto più per la sua bella" le do un bacio su una guancia. La mia mano scivola in una carezza sulla sua testa.
"E com'è riuscito poi il capitano a riavere il suo cuore, mamma? Era stato chiuso dentro un forziere, sigillato e nascosto su un’isola deserta! Come ha fatto la principessa a restituirglielo?"
Le sorrido.
"Il capitano non sapeva una cosa, piccola mia"
"L'amore non si può imprigionare, o seppellire in un forziere sotto la sabbia"
"La principessa aveva salvato il capitano dal naufragio. Lo aveva curato ed accudito. Ed anche se lui non parlava e non sorrideva mai, lei se n'era innamorata. Perché aveva capito dai suoi gesti che era un uomo buono. E con l'amore di lei, giorno dopo giorno l’amore si ridestò anche nell’anima di lui. E il suo cuore, su quell’isoletta lontana lontana, aveva ripreso a battere. Prima piano piano, neppure si sentiva. Poi sempre più forte. Come il rumore delle onde..."
"Ma lui non è rimasto con lei. E' tornato sulla sua nave" la luce riflessa dall’acqua tremola sul suo viso, quando mi guarda.
Io annuisco.
"E' tornato sulla sua nave. Lui voleva molto bene alla principessa, le era molto grato. Ma aveva giurato di amare solo e per sempre la sua bella, e di rimanerle sempre fedele. Perciò ha ripreso il mare. Anche adesso, continua a solcare le acque, aspettando il giorno in cui lei tornerà per portarlo via con sé"
Fa una pausa, prima di parlare: "E' triste"
Socchiude gli occhi; ora so che ascolta il rumore delle onde.
"Mamma... Il mio papà era bello come il capitano?"

 
Il tramonto si spegneva, allora come oggi. Il vento più freddo dell'autunno si frangeva contro la scogliera, oltre la spiaggia.
Il profilo di un'ombra nera si stagliava là, a guardare il sole morire sulle rocce: l'unico uomo della nave appena attraccata in porto che non fosse entrato nel bordello a scaldarsi con un goccio di rhum e qualche bella ragazza sulle ginocchia.
Cantava a bassa voce una nenia dal sapore amaro.
"Non vorrete dirmi che preferite star qui a gelare piuttosto che far felici un paio di signore che vi hanno puntato gli occhi addosso, dentro" io sfoderavo il mio miglior sorriso da donna vissuta, quand'ero poco più di una bambina che doveva fingere di essere cresciuta in fretta.
Lui si voltò a guardarmi. Solo questo.
Ma bastò tanto poco a sciogliere la mia maschera come cera.
Era bello. Di una bellezza che non si può raccontare, che non si può nemmeno capire. Aveva negli occhi la consapevolezza di chi ha vissuto cent'anni e del mondo ha visto ogni colore, ogni sfumatura.
I suoi occhi mi osservavano. Guardavano oltre il belletto che mi imbrattava il viso, oltre l’abito scollato che avrebbe dovuto valorizzare un seno troppo acerbo. Scrutavano tra le pieghe del mio sguardo, come se fossi stata un ricordo.
"Vieni con me", si alzò. Mi tese la mano.
Era strano. Era… triste. Non ero sicura di volerlo seguire.
All'improvviso temetti che lui potesse sentire ciò che avevo dentro. Che avvertisse il dolore che lacerava i resti del mio cuore muto, inerte. Di quel cuore che avevo dovuto soffocare troppo presto, che avevo prostrato e umiliato uomo dopo uomo, notte dopo notte, per non morire di fame.
Assurdo. E comunque fosse, non avrei potuto dirgli di no.
Mi portò lontano da lì, lontano dalle lanterne e dal chiasso dei marinai. Mi portò in una parte discosta della baia.
Mi guardò di nuovo, passandomi le braccia attorno alla vita; "Sei bella" mi sussurrò sulla bocca.
E mi chiuse le labbra con un bacio. Profumava di sale.
Tacque a lungo. Le sue dita si persero tra i miei capelli.
"Sei bella, e lo sei ancora di più perché soffri. Sei diversa. Non appartieni a questo mondo" la sua voce somigliava al riflusso del mare.
"Hai una luce, dentro"
Mi fece distendere sulla sabbia, con la sua carezza che scendeva lenta lungo il mio corpo. Avevo i suoi occhi dentro i miei.
Dio, quegli occhi. Quegli occhi maledetti che mi leggevano l'anima senza che potessi fare nulla per impedirglielo.
"Tu mi ricordi una persona. Si chiamava Elizabeth"
Le sue parole avevano il sapore di un amore tenero e triste. Un amore grande, concesso a pochi uomini.
Sdraiata sotto il suo peso, compresi che per una donna che si vendeva anima e corpo per pochi denari – per me – non ci sarebbe mai stato nulla di simile. Avrei voluto morire.
E avrei voluto amare, amare di un amore vero. Per un unico istante in tutta la mia vita.
 
Piansi tutte le mie lacrime, quella notte. Piansi mentre mi spogliava e mi baciava. Piansi mentre facevo l'amore con lui. Lui che con me era dolce, dolce fino allo struggimento. Dolce come se fossi la sua Elizabeth.
"Non te ne andare" mormorai, quando si scostò da me "Per favore"
"Sono qui"
Mi accoccolai accanto a lui, facendomi stringere tra le sue braccia. Appoggiai l'orecchio sul suo cuore.
Nessun battito, nessun ticchettio. Era un suono diverso. Sotto la ragnatela di cicatrici che gli devastavano il petto, sembrava di ascoltare il rumore delle onde.
Sospirai.
Ero stata sciocca. Ero stata avventata. Io non avevo il permesso di amare, tantomeno un uomo come lui.
Lui che era diverso... Che aveva un passato vasto e terribile come l’oceano dietro di sé.
Lui sentiva. Lui vedeva. Soffriva.
"Chi sei tu?" scrutai dentro i suoi occhi, provando a risolverne il mistero. Ma era come cercare una risposta tra le stelle lassù in cielo.
"Un'anima che naviga per accompagnarne delle altre" disse soltanto.
Una morsa fredda mi strinse il cuore.
"Allora ripartirai. Mi lascerai qui da sola, anche se non appartengo a questo mondo"
Scosse la testa.
Mi avvicinò di più a sé, disegnando con le dita il profilo del mio viso. Mi cullò come se fossi stata una bambina piccola. Con tenerezza.
Sussurrava le parole di quella nenia che non conoscevo.
 
“...When the cold of Winter comes
Starless night will cover day
In the veiling of the sun
You will walk in bitter rain
 
But in dreams
I still hear your name
And in dreams
We will meet again
 
When the seas and mountain falls
And we come to end of days
In the dark I hear a call
Calling me there
I will go there
And back again…”
 
"Non sarai sola" la sua mano scese sul mio ventre. Mi baciò ancora e ancora - con le sue labbra sottili,  morbide.
"Tornerò a prenderti"

 
La piccola ora mi osserva con quegli stessi occhi scuri che mi avevano portata qui, proprio in quest angolo discosto della baia, cinque anni prima. Quegli occhi che in qualche modo sanno.
"Sì, Elizabeth. Il tuo papà era bello proprio come il capitano"
Mi sorride, contenta, e si sistema meglio sulle mie ginocchia. Richiude le palpebre sul sole che ormai è scomparso sotto la linea dell’orizzonte.
"Canta ancora, mamma...” mormora, col suo profumo di sale “Canta ancora”
 
“…When the seas and mountain falls
And we come to end of days
In the dark I hear a call
Calling me there
I will go there
And back again…”




N.d.A. La nenia che Will canta è tratta dalla colonna sonora de “Il Signore degli Anelli – La Compagnia dell’Anello”: è“In Dreams”, composta da Fran Walsh e Howard Shore, e compare all’interno di “The Breaking Of The Fellowship”
  
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