Anime & Manga > I cinque samurai
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Autore: PerseoeAndromeda    23/10/2021    0 recensioni
“Seiji”.
Ryo riuscì ancora a gemere il nome del nakama quando questi posizionò le mani sopra la sua ferita. Avrebbe voluto dirgli di lasciarlo stare, di pensare a Shin, Shin era la priorità, Shin andava protetto, più di chiunque altro: nella mente di Ryo, Shin non avrebbe mai dovuto neanche trovarsi su un campo di battaglia.
Genere: Azione, Drammatico, Hurt/Comfort | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Cye Mouri, Kento Rei Faun, Rowen Hashiba, Ryo Sanada, Sage Date
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
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Fanfic scritta per la challenge Wriptember del gruppo Hurt/Comfort Italia – Fanfiction and fanart - GRUPPO NUOVO
 
 
Fandom: Yoroiden Samurai Troopers
Autore: Perseo e Andromeda, Heather-chan
Titolo: Veleno
Prompt: Burrone, avvelenamento (day 21)
Personaggi: Tutti, presenza di tre sick uno dopo l’altro XD
Generi: Azione, hurt/comfort, drammatico
Rating: giallo per la presenza di ferite potenzialmente gravi, avvelenamento
 
 
-VELENO-
 
 
Fu una sensazione di calore ad accompagnare il suo ritorno alla coscienza, non piacevole.
Era piuttosto come andare a fuoco, qualcosa di simile ai primi tempi in cui la Kikutei avvolgeva il suo corpo ed era così difficile sopportarlo.
I suoi ricordi erano confusi: stava combattendo, di questo era sicuro.
Il demone che aveva di fronte era forte, gli dava del filo da torcere.
Poi c’era stato quel dolore improvviso al fianco, la concentrazione che veniva meno, il piede che arretrava mentre tutto il suo corpo faticava a mantenere l'equilibrio e, forse, il tallone che inciampava su un sasso.
Solo un attimo per visualizzare il burrone alle sue spalle, poi la caduta, lunga, interminabile, il vuoto che lo avvolgeva, l'impatto accompagnato dal dolore che dilaniava nel profondo e, infine, il nulla.
Fino a quel risveglio, incerto se stesse tornando da un incubo o se tutti i suoi ricordi fossero reali.
Le sensazioni negative che gli trasmetteva il suo corpo non lasciavano molti dubbi.
Cercò di muoversi, ma tutto ciò che ottenne fu un acutizzarsi della fitta al fianco.
Non si arrese, si puntellò sui gomiti e sollevò la testa per potersi guardare intorno, lottando contro la vista annebbiata e la testa che vorticava in maniera insopportabile.
Strinse per qualche istante le palpebre e, intanto, anche le sue orecchie tornarono in contatto con la realtà. Vennero raggiunte da voci concitate, un suono che riconobbe come il cozzare di armi.
Intorno a lui la battaglia stava continuando, ragione in più per rimettersi in movimento il prima possibile: i suoi nakama stavano ancora combattendo e lui doveva tornare al loro fianco.
Qualcuno cadde in ginocchio davanti a lui, proprio mentre i suoi occhi si stavano aprendo. Riconobbe immediatamente, di spalle, la yoroi di Shin il quale, le braccia tese verso l'alto, teneva la yari in orizzontale sopra la testa, a parare gli attacchi di un avversario.
Quella vista fu sufficiente a rianimare Ryo: era facile comprendere cosa fosse accaduto.
Dopo averlo visto cadere, probabilmente, il demone che lo stava attaccando era sceso a sua volta per dargli il colpo di grazia, nel caso fosse stato ancora vivo. Shin doveva essersene accorto ed era a sua volta sceso nel burrone con l'intento di proteggerlo.
Ma quel nemico era forte, erano tutti stanchi, Shin era già stato ferito in precedenza, quindi la preoccupazione di Ryo esplose, restituendogli tutta la forza che era venuta meno.
Il demone incombeva, con la yari sopra la sua testa Shin cercava di proteggere sia lui che se stesso, ma era evidente che era sempre meno stabile.
“Shin, allontanati, ce la faccio da solo!”.
Ryo strisciò sui gomiti e sulle ginocchia, nel tentativo di portarsi al suo fianco.
Proprio in quel momento, la yari di Shin andò in pezzi e la lancia dell’avversario si fece strada, penetrando la yoroi di Suiko e conficcandosi nella spalla.
Shin non poté trattenere un urlo, accompagnato da quello di Ryo, che lo vide accasciarsi e non ebbe le energie sufficienti per accogliere la sua caduta.
Se lo ritrovò addosso, sconfitto e, per un attimo, temette la fine per entrambi.
Ma, mentre con gli occhi sgranati, le braccia che si stringevano intorno a Shin, fissò lo sguardo sull’arma brandita contro di loro, il demone si irrigidì, una freccia conficcata nel collo.
L’attimo dopo si riversò a terra e Ryo affondò il viso contro la spalla di Shin, stringendolo con un misto di disperazione e sollievo, un mormorio sulle labbra:
“Touma… grazie”.
 
“Ryo!”.
“Shin!”.
Furono Seiji e Shu i primi a raggiungerli, Touma arrivò poco dopo aver lasciato la propria postazione d’attacco.
Ryo, esausto, si abbandonò alle braccia di Shu e lasciò che Seiji prendesse Shin in consegna.
“Sei ferito?”.
“Non… è niente”.
Ryo era consapevole di mentire, al di sotto della yoroi sentiva il sangue scorrere, ma la sua priorità era il nakama tra le braccia di Seiji che, chiaramente, stava peggio di lui.
“La lama gli è entrata nella spalla in profondità” commentò Seiji, scostando i capelli dalla fronte sudata di Shin.
Il giovane Suiko rispose al tocco con un gemito, mosse il capo da una parte all’altra.
“Ry… Ryo…”.
“Ryo è qui” lo rassicurò Seiji. “Lo hai protetto, è qui con noi”.
“Shin” gemette Ryo.
Mentre si metteva in ginocchio nonostante i tentativi di Shu di tenerlo fermo, la testa girò e un attacco di nausea lo spinse a ripiegarsi su se stesso, una mano davanti alla bocca e la sensazione che tutte le viscere si stessero rivoltando dentro di lui.
“Ryo!” esclamò Shu.
Lo sostenne, aiutato da Touma, mentre Seiji osservava la scena con aria corrucciata. C’era qualcosa, nel modo in cui quella ferita agiva sull’organismo di Ryo, che gli fece subito comprendere ciò che stava accadendo.
Riportò lo sguardo sul collo di Shin, poco distante dal punto in cui la lancia gli aveva mandato in pezzi la yoroi e ringhiò di rabbia e frustrazione scorgendo la chiazza violacea che andava allargandosi sulla pelle scoperta.
“Veleno” sussurrò con voce roca.
Shu e Touma lo fissarono sconvolti, Ryo provò a sollevare il viso senza riuscirci, perché la nausea lo sopraffece ancora una volta e si sentì svenire. Reclinò il capo contro il petto di Shu, i denti stretti e un’imprecazione a fil di labbra.
Seiji adagiò Shin a terra, armeggiò con la sua yoroi, per mettere allo scoperto la ferita:
“Devo fare in fretta. Aiutatemi, cercate di spogliare Ryo”.
“Seiji… sei stanco anche tu… non avrai energie sufficienti per entrambi”.
L’ansia padroneggiava la voce di Touma, quella di Shu si espresse attraverso i suoi occhi che sapevano esternare ogni cosa, ogni sfumatura emotiva, che sapevano diventare grandi come gli occhi spaventati di un bambino.
“Oh sì che le avrò, le avrò eccome!”.
Fu la risposta di Seiji, quella convinzione che non ammetteva repliche, alla quale non si poteva opporre nulla, se non preoccupazione e paura.
Perché Touma e Shu non erano ingenui, compresero al volo che la situazione era critica, che i nakama feriti e contaminati dal veleno erano due e Seiji era l’unico che avrebbe potuto salvarli entrambi.
Ma lo stesso Seiji era provato dalla battaglia e la sua resistenza poteva giungere al limite da un momento all’altro.
Sia Touma che Shu sapevano che non si sarebbe fermato percependo il proprio crollo, a costo di mettere a rischio la propria vita.
E loro avrebbero rischiato di perderne tre.
Ma che altro avrebbero potuto fare?
“Seiji” cercò di dire Ryo, “pensa a Shin, ti prego…”.
Le parole gli morirono sulle labbra, spezzate da un moto di dolore.
“Penso a entrambi” ribatté Seiji, anche se l’incertezza deformava i suoi bei lineamenti e la paura si percepiva dai rivoli di sudore sulla fronte e dalle labbra contratte.
Non c’era tempo da perdere e lo sapeva. La priorità era fermare il sangue che usciva dalla ferita di Shin, tra i due nakama era quello messo peggio, la ferita era profonda, mentre il fianco di Ryo era stato solo scalfito dalla lama del nemico.
Tuttavia, il veleno avrebbe agito anche grazie a un solo graffio e, proprio per questo, Ryo era altrettanto in pericolo.
“Seiji”.
Ryo riuscì ancora a gemere il nome del nakama quando questi posizionò le mani sopra la sua ferita. Avrebbe voluto dirgli di lasciarlo stare, di pensare a Shin, Shin era la priorità, Shin andava protetto, più di chiunque altro: nella mente di Ryo, Shin non avrebbe mai dovuto neanche trovarsi su un campo di battaglia.
“Andrà tutto bene” lo rassicurò Seiji, anche se non riuscì a rendere la propria voce salda quanto avrebbe voluto. “Starete bene, te lo prometto”.
Ryo tentò di rispondere che non gli importava di se stesso, che l’importante era Shin ma, come schiuse le labbra, i sensi si offuscarono e la coscienza venne meno. L’ultima, vaga percezione, furono le voci di Shu e Touma che chiamavano il suo nome.
 
 
Quando riaprì gli occhi, tutto apparve più nitido, il corpo rispondeva meglio, la mente era più lucida.
Era disteso sulla nuda terra, la testa doleva, ma in maniera sopportabile e il primo pensiero che si affacciò alla sua mente fu Shin.
Mosse il capo, alla ricerca di segnali che potessero rassicurarlo e, in quel momento, il viso di Touma comparve nel suo campo visivo:
“Stai fermo, Ryo. Va tutto bene, ma devi stare a riposo”.
“Shin… Seiji…”.
“Stanno bene… andrà tutto bene”.
Il guerriero del fuoco tentò di spingere il proprio sguardo oltre le spalle di Touma e quello che vide, per un attimo, gli fece mancare il fiato.
Shin era immobile, sdraiato a terra, non si capiva da quella distanza se respirasse o meno.
Vicino a lui, Seiji era accasciato, esanime, tra le braccia di Shu, che lo osservava con espressione commossa. Poi sembrò percepire lo sguardo di Ryo fisso su di loro e sollevò il proprio, riuscendo a sorridere e a rendere rassicurante quel sorriso. Gli strizzò l’occhio:
“È tutto a posto… è solo stanco. E Shin se la caverà”.
 
 
 
 
 
 
   
 
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