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Autore: Lum1ya    23/10/2021    0 recensioni
Dopo qualche minuto che scorreva con il pollice la schermata del suo telefono, Will lo posò sul tavolo con il display rivolto verso il basso. Satura di vedere foto dalle vetrine delle meravigliose vite altrui sui social, decise di fare una cosa piuttosto insolita per quel periodo storico, all’alba del 2020 seduta al tavolo di un caffè-libreria: iniziare a scrivere su un taccuino.
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Attenzione: questa storia tiene conto degli eventi del fumetto solamente fino al termine dell’arco del libro di Ludmoore. Per gli eventi successivi si basa sulla fanfiction “Ritorni” di MaxT, che quindi vi consiglio di leggere prima di questa!
Genere: Fantasy, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Cedric, Cornelia Hale, Orube, Wilhelmina (Will) Vandom
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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«Cambiata? In che senso?» chiese Cornelia alla Guerriera di Basiliade mentre attraversavano il maestoso viale che conduceva alle porte del palazzo blu di Meridian. 

Orube si strinse nelle spalle. «Beh, non è più la giovane e dolce regina che conoscevate.» disse piano, quasi sussurrando. «Da quando è morta Miriadel il suo governo ha iniziato a prendere una piega piuttosto… rigida, diciamo. E ora la situazione di Caleb di certo non la aiuta a ragionare lucidamente.»

«Veramente? Ma non ci avete mai detto nulla…» commentò Will, che camminava dietro di loro. 

Orube si voltò per parlarle al di sopra della spalla. «Certo che no, Will. Non direi mai una cosa del genere in presenza di Cedric, sarebbe come dirla direttamente a lei! Con lui posso parlare liberamente solo quando…»

«…non lo vogliamo sapere, grazie! E poi qui c’è una bambina!» la interruppe Irma, indicando la sfera di cristallo azzurrino che fluttuava accanto a Cornelia e dentro alla quale Elysa dormiva beatamente.

Continuarono ad avanzare in silenzio fino a raggiungere l’altissima porta di legno massiccio del palazzo. Will si sentiva un po’ a disagio camminando a Meridian indossando jeans e un parka dal taglio palesemente terrestre e percepiva gli sguardi curiosi del personale del palazzo che si occupava delle bizzarre piante verdoline e azzurre del grande giardino frontale. 

Al portone le aspettavano tre soldati statuari, due dei quali sembravano gemelli, entrambi con la pelle verde scuro striata di rosso, e due paia di occhi gialli che fissavano dritti davanti a sé da sotto un elmo di metallo anch’esso verde scuro. 

Quello al centro era a capo scoperto e sorreggeva l’elmo sul fianco. Indossava la stessa armatura degli altri due, ma dalla cresta di pennacchi verdi sull’elmo era chiaro che fosse di qualche rango sopra a loro. Era stranamente piacevole da guardare, nonostante le striature verdi sulla pelle più chiara e gli occhi viola acceso. Una cascata di lunghe treccine bianche dai riflessi argento e raccolte in una grossa coda gli scendeva lungo la schiena. Non proprio la capigliatura che Will si sarebbe aspettata da un ufficiale militare. Quando Orube gli fu di fronte, lui abbassò il capo in un cenno di riverenza. 

«Maestra Orube.» disse.

Orube si portò la mano aperta al petto, come si usava a Basiliade. «Capitano Zharel.» disse solenne.

Il Capitano piegò la testa di lato e squadrò le cinque terrestri dal basso verso l’alto, inarcando un sopracciglio. «Le Guardiane, suppongo.» disse, mentre il  portone dietro di lui si apriva da solo. «Benvenute a Meridian, la regina vi aspetta.»

Il Capitano Zharel si fece da parte per lasciar passare il gruppo, poi le seguì all’interno del palazzo. 

Mentre il portone si richiudeva dietro di loro, Will alzò lo sguardo verso l’ampio ingresso in cui si trovavano. Era già stata diverse volte al palazzo di Meridian e la sua architettura non era cambiata: l’ingresso era un enorme corridoio dal soffitto a volta altissimo, con le mura e il soffitto tappezzati di fini decorazioni e riccioli d’argento su sfondo blu, azzurrino o verde. Il passaggio era segnalato da una fila di colonne che sembravano di marmo azzurro chiarissimo, quasi bianco, che si fondevano con il pavimento dello stesso materiale ma di un azzurro più scuro. 

Quello che era cambiato era sicuramente il numero di persone che lo popolavano: l’ultima volta che vi era stata, il palazzo era costantemente gremito di personale che si affaccendava per portare di qua e di là vasi di fiori, carrelli ricolmi di pietanze e preparativi vari per qualche festa. Ora invece era completamente deserto e immerso in un solenne silenzio. Sembrava quasi di trovarsi in una cattedrale. 

Il Capitano Zharel si affiancò a Orube e il gruppetto iniziò ad avanzare per il corridoio. 

Non appena il Capitano ebbe raggiunto Orube, la Guerriera rilassò la propria postura e gli diede una gomitata sul fianco ridacchiando. 

«Che ho fatto?» sussurrò lui, assumendo a sua volta un portamento meno formale. 

«Ne parliamo più tardi.» continuò a ridacchiare lei facendogli l’occhiolino. 

Will rimase piuttosto spiazzata da questo cambio di tono repentino. Evidentemente Orube e il Capitano erano amici e la scena a cui aveva assistito fuori dal palazzo era solo una formalità. 

Mentre avanzavano, si girò per scambiarsi uno sguardo con le altre quattro. Cornelia inarcò entrambe le sopracciglia, segnalando che anche lei non capiva cosa stesse succedendo, mentre Taranee e Hay Lin camminavano con il naso per aria ammirando le decorazioni sulle arcate. Irma mimò con le labbra un “Wow!” a Will, indicando con un cenno del capo il Capitano. 

Raggiunsero in silenzio un altro grande portone, quasi alto quanto quello d’ingresso ma visibilmente di legno più sottile. 

Orube e il Capitano in testa al gruppetto tornarono seri e si raddrizzarono di nuovo in una posizione più consona al loro rango militare, e ancora una volta il portone si aprì da solo. 

Le Guardiane li seguirono al di là del portone, dove le aspettava un’altra grande stanza oblunga dal soffitto altissimo. Questa volta le pareti e il soffitto verde smeraldo non erano intarsiate di fini decorazioni ma solo attraversate da alcune linee d’argento che percorrevano le arcate e si univano al centro del soffitto. 

Anche questa stanza non era affollata come Will se la ricordava: ai loro lati vi erano due piccoli gruppetti di persone, tutte girate verso di loro, ma non potevano essere più di venti in totale. Tra loro Will riconobbe Galgheita, o meglio la loro ex Professoressa Rudolph, e pochi altri consiglieri e funzionari di Meridian di cui ricordava le fattezze ma non i nomi. 

E in fondo alla stanza, in cima ad una porzione rialzata, sedeva su un alto trono di pietra verde scuro la regina di Meridian. 

Elyon le guardava impassibile e severa dall’alto mentre si avvicinavano, entrambe le braccia appoggiate sui braccioli del trono. I capelli chiari, che da lontano sembravano quasi bianchi, erano abilmente intrecciati al di sotto della corona di luce e formavano probabilmente un intricato disegno che le scendeva sulla schiena. Indossava un vestito altrettanto complicato, formato da un indefinito numero di strati di diverse tonalità di verde, il cui ultimo strato comprendeva una sorta di mantello da cui si separavano come delle liane argentate, le quali erano sospese in aria e sembravano fondersi con le linee degli archi della stanza. 

Will dovette ammettere che quella visione le faceva tornare alla mente i tempi in cui su quel trono era seduto il fratello della regina, il tiranno Phobos. 

Accanto al trono della regina vi era un secondo scranno, un po’ più piccolo e posizionato più in basso, sempre di pietra verde scuro ma vuoto. Era quello sul quale avrebbe dovuto sedersi Caleb. 

Quando furono più vicini, Will poté vedere anche i volti di coloro che erano nelle prime file al cospetto della regina e scorse Cedric, che spiccava tra tutte quelle persone vestite di verde e azzurrino in quanto indossava vestiti dai colori più caldi e con parti in cuoio come quelli di Orube.  Accanto a lui, il gigante blu Vathek che le rivolse un grande sorriso mostrando i denti e le zanne un po’ storte. 

Dall’altra parte del pubblico Will riconobbe anche la cascata di riccioli di Cassandra, che la salutò con un timido cenno della mano. 

Superato il pubblico, Orube e il Capitano si inginocchiarono a terra al cospetto della regina. 

Will e le altre si guardarono di nuovo e li imitarono, anche se i loro inchini erano visibilmente più impacciati.

«Maestra. Capitano. Potete andare.» la voce di Elyon risuonò austera per tutta la stanza ovale. Orube e Zharel si rialzarono e si incamminarono in direzioni opposte: Orube andò a raggiungere Cedric e Vathek, mentre Zharel andò dall’altra parte.

Will lo seguì con la coda nell’occhio e non le sfuggì il sorriso che Cassandra gli rivolse quando lui le passò accanto. Ma Zharel non si fermò da lei e raggiunse invece un altro ufficiale ritto sull’attenti a qualche passo dal muro sulla sinistra. Era visibilmente più vecchio di Zharel e reggeva sul fianco un elmo simile al suo, ma dai pennacchi gialli. Doveva essere di rango ancora superiore. 

«Guardiane.» tuonò Elyon rivolta verso di loro. «Rialzatevi, non c’è bisogno di tutta questa riverenza. Sono felice di accogliervi nella mia umile dimora.»

Le Guardiane si rialzarono. L’espressione di Elyon era immutabile, severa e solenne, in contrasto con le sue parole. 

Elyon fece leva con i palmi sui braccioli del trono e si alzò in piedi. Prese a scendere i gradini che l’avrebbero portata direttamente al cospetto delle sue vecchie amiche. Mentre si allontanava dal trono, le liane che sembravano fondersi col resto della stanza si abbassarono e aderirono invece al suo lungo mantello dello stesso colore del trono. 

Elyon era più bassa di tutte loro, ma con quel portamento austero non lo dava a vedere. Si fermò a pochi passi dal gruppetto, passandole in rassegna una ad una. Il suo sguardo indugiò per qualche secondo in più sulla sfera di cristallo che accoglieva Elysa, poi tornò a guardare le Guardiane con quegli occhi grigi che da vicino sembravano velati da un’ombra strana, di stanchezza mista a preoccupazione. 

«Sono onorata che l’Oracolo abbia mandato le sue Guardiane più esperte in mio aiuto, e vi sono sinceramente grata per aver accettato questo incarico. Posso solo immaginare quanto sia stato difficile per voi lasciare le vostre vite terrestri per riprendere in mano le vesti di combattenti.

Non vi farò perdere tempo in inutili cerimonie, oggi. Negli ultimi giorni siamo riusciti a scoprire di più su ciò che sta succedendo sui nostri pianeti. Lo studio di reperti biologici che siamo riusciti a recuperare durante gli avvistamenti e le testimonianze di chi era presente ci hanno dato parecchi indizi su cosa ci sia dall’altra parte dei portali che si stanno aprendo.» disse, scoccando un’occhiata verso Cassandra, che ora sembrava voler sprofondare nel pavimento, per poi tornare a rivolgersi alle sue ospiti. 

«La nostra ipotesi è che dall’altra parte vi sia un’altra Meridian, in una sorta di universo parallelo. Ipotizziamo che lo stesso valga anche per la Terra, ovvero che i portali terrestri la stiano collegando una versione alternativa del pianeta, da quanto abbiamo capito dagli eventi avvenuti di recente in Europa. Si suppone che anche Basiliade sia coinvolta in qualcosa di simile, anche se gli eventi osservati sul pianeta sono leggermente diversi rispetto a ciò che si è osservato nel Metamondo e sulla Terra.»

La regina fece una pausa, studiando le reazioni delle cinque Guardiane. 

Dalla sua sfera di vetro magico, Elysa si era svegliata e si guardava attorno ad occhi sgranati. Cercò con lo sguardo la madre, che era in piedi accanto a lei, e appiccicò le manine al vetro, mormorando «Mamma…». Cornelia si chinò sulla sfera e appoggiò il palmo contro quello di Elysa, sorridendole per tranquillizzarla. Il labbro di Elysa però era già tremolante e gli occhi le si stavano riempiendo di lacrime. Prima che scoppiasse in un pianto disperato, Cornelia aprì la sfera con un cenno della mano e prese in braccio la bambina, che nascose il visino nell’incavo del collo della mamma. 

Un mondo parallelo… Will aveva visto diversi film e serie TV che ruotavano attorno all’esistenza di mondi paralleli, e nonostante avesse una visione piuttosto aperta sugli eventi sovrannaturali grazie alla sua esperienza con Kandrakar, non aveva mai pensato che un collegamento tra diverse versioni dello stesso mondo fosse realmente possibile. 

«Un mondo parallelo?» sussurrò Irma a Taranee accanto a lei. Come sempre, Irma non riusciva a reggere i lunghi momenti di silenzio. «Magari di là io sono diventata un’attrice famosa, l’Oracolo ha i capelli lunghi e sul trono di Meridian c’è un angelico Phob…» ma non riuscì a terminare la frase, perché Hay Lin dall’altra parte le tappò puntualmente la bocca. 

«Tranquilla, Hay Lin, non sono così sensibile.» disse Elyon. «Hai ragione, Irma, dall’altra parte potrebbe tranquillamente esserci mio fratello o un altro tiranno al suo posto. Ma anche se esistessero centinaia di universi paralleli, ti assicuro che in nessuno di questi Phobos può essere “angelico” come dici tu.

Dobbiamo scoprire di più su chi ci sia dall’altra parte e quali siano le loro intenzioni. Per questo motivo vi affido una missione esplorativa, e sarete istruite dalla mia alchimista su cosa fare per consentirmi di percepire cosa succede nel palazzo dell’altra Meridian. 

Al vostro ritorno, farete rapporto a me e ai vostri superiori a Kandrakar per riferire tutto ciò che avete potuto vedere con i vostri occhi. In questo modo anche il mio accordo con Himerish sarà rispettato e lui saprà tutto ciò che saprò io su questa faccenda.»

Elyon non attese una risposta e voltò le spalle alle Guardiane, risalendo i gradini che la portavano sul suo trono. Vi si accomodò di nuovo, riprendendo la sua posizione austera con la quale le aveva accolte. 

«Mi è stato comunicato che il Consiglio di Kandrakar ha suggerito un breve addestramento per farvi riprendere confidenza con i vostri poteri. Saranno Cedric e Maestra Orube ad occuparsene.» continuò dall’alto del suo scranno. «Alina. Kyra.» pronunciò rivolgendosi a due giovani ragazze verdoline sul lato sinistro che indossavano le vesti tipiche delle sue accompagnatrici. «Accompagnate le nostre ospiti alle loro stanze e date loro dei vestiti più consoni al nostro mondo. Quando saranno pronte, fate chiamare Cedric.»

Alina e Kyra fecero una veloce riverenza e raggiunsero il gruppetto di Guardiane a passetti veloci. 

«Cassandra.» chiamò la regina. «Vai con loro, per la piccola Elysa è meglio se con lei ci sarà un volto umano. 

Per ora è tutto, Guardiane. Potete ritirarvi.»

Cassandra fece una riverenza simile a quella di Alina e Kyra e si avvicinò a sua volta al gruppetto di Guardiane. Will notò uno scambio di sguardi tra lei e la regina che suggeriva che c’era di più dietro alla presenza di Cassandra. Era per spiare loro o era qualcosa che riguardava Elysa?

Le Guardiane e Cassandra seguirono quindi Alina e Kyra che facevano loro strada verso il portone da cui erano entrate. 

Irma diede una gomitata a Will, sussurrandole: «Vogliamo scommettere che dall’altra parte c’è davvero Cedric come avevo detto?»

 

***

 

Notequi trovate uno scarabocchino di Zharel, se vi interessa. 

Qui invece trovate questa storia pubblicata anche su AO3, se preferite seguirla lì. 

 

  
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