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Autore: ChrisAndreini    23/10/2021    0 recensioni
"Cercasi consigli su come strutturare un'apocalisse originale. No zombie! No estinzione di massa immediata. Possibilmente un gioco che possa durare almeno cinque anni. Grazie! Vi ricompenserò per l'aiuto!"
Un titolo piuttosto strano per un thread su reddit, ma Arianna aveva comunque risposto, e per un anno e mezzo ha aiutato uno sconosciuto su internet a progettare la sua ambiziosa storia su un'apocalisse a tema mitologia greca.
Senza ricevere o volere alcun compenso per il suo aiuto, Arianna chiede al misterioso scrittore solo un favore: farle leggere la storia appena conclusa, per vivere il mondo che ha costruito con lui.
...MA NON COSÌ!!
Quando si ritrova nel bel mezzo dell'apocalisse che ha aiutato a progettare, Arianna dovrà usare tutte le sue conoscenze sul progetto per sopravvivere insieme a suo fratello, alla sua migliore amica, e al resto del gruppo, superando dieci scenari ispirati a miti e leggende greci, e con gli stessi dei che osservano ogni loro mossa, sponsorizzando i sopravvissuti che preferiscono, o lanciando maledizioni a quelli che fanno loro un torto.
Genere: Angst, Azione, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
Capitoli:
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Il thread su reddit

 

Tutto era cominciato un paio di mesi prima, i primi di ottobre, all’inizio del semestre.

Arianna Di Muzio stava frequentando la sua prima lezione di Movimenti e scrittori della letteratura italiana del ‘900, in una classe di almeno un centinaio di persone, dove nessuno era attento, e quasi tutti stavano dormendo in piedi mentre una professoressa dalla voce roca e atona parlava di autori vari.

Arianna era tra i quasi addormentati, e in uno dei banchi più lontani dalla cattedra, scribacchiava distrattamente sul foglio, fingendo di prendere appunti, ma in realtà facendo tutt’altro.

Valentina, la sua migliore amica, e l’unico motivo per cui Arianna aveva scelto la facoltà di Scienze della comunicazione di RomaTre, era una dei pochi attenti alla lezione, e prendeva appunti con attenzione e addirittura interesse.

Come facesse, Arianna non se l’era mai spiegato.

Ma non se ne lamentava, dato che era arrivata al terzo anno solo ed esclusivamente grazie agli appunti dell’amica.

-Comunque Ungaretti è il migliore di tutti. Diciamolo!- borbottò Valentina, un po’ tra sé, e un po’ rivolta ad Arianna, che annuì, ma onestamente non sapeva neanche stessero parlando di Ungaretti.

-M’illumino d’immenso- rispose Arianna, cercando di recuperare l’attenzione e citando l’unica poesia che ricordasse.

Valentina le tirò una gomitata, vedendo oltre il suo bluff.

-Si sta come d’autunno sugli alberi le foglie- rispose con più enfasi.

-Tipo noi in questo momento- pensò Arianna. Studenti incerti sui rami, che crollano inesorabili al primo problema di studio.

-Parla per te, io sono una radice!- Valentina la prese un po’ in giro, prima di tornare ai propri appunti.

Questo era vero, Valentina era davvero una radice: solida, la base di tutto, e perfettamente consapevole e sicura di ciò che sarebbe diventata in futuro, ovvero un rigoglioso albero.

Era davvero una ragazza straordinaria, era un dato di fatto. Aveva sempre avuto ottimi voti, era stata rappresentante di classe tutti gli anni del loro liceo tranne l’ultimo, dove era stata eletta rappresentante d’istituto, ed era anche molto atletica, soprattutto a basket e a tiro con l’arco.

Era anche una bella ragazza, il ché non guastava: alta, slanciata e forte. Aveva la pelle olivastra, gli occhi nocciola, e i capelli castani erano tinti di biondo platino con sfumature azzurre, rasati da un lato e le ricadevano dall’altro in un ciuffo alla moda. Il suo stile, come la sua personalità, era originale, tosto e incurante dell’opinione altrui, anche se tale opinione era spesso favorevole.

Arianna si era sempre chiesta come fosse riuscita ad avere la fortuna di essere sua amica, e di solito la risposta che riusciva a darsi era la stessa, ovvero, appunto, la fortuna.

La fortuna di essere andate alla stessa scuola elementare, media e superiore. Di essere vicine di casa, e di essere generalmente compatibili abbastanza da non essersi mai separate in favore di altri gruppetti.

Non che Valentina non avesse altre amicizie, ma era comunque rimasta sempre al fianco di Arianna come sua migliore amica in assoluto, anche quando eventi della vita avevano tentato in tutti i modi di separarle.

Ormai non più distratta dalla sua amica, e di certo non intenzionata a mettersi ad ascoltare l’insegnante, Arianna prese discretamente il telefono, per controllare eventuali messaggi.

Suo fratello l’aspettava fuori dall’aula per andare a pranzare insieme dopo le lezioni; sua madre le ricordava di vestirsi pesante (le rispose che si era vestita a strati con un cuoricino); la sua coinquilina si lamentava dei piatti lasciati sul lavello (Arianna non rispose proprio)… oh, c’era un aggiornamento sul thread di Reddit.

Dovete sapere che Arianna era una scrittrice.

…beh, non proprio.

Diciamo che aveva una passione per progettare storie, che però mai scriveva davvero.

Sul suo computer c’erano almeno una ventina di storie progettate completamente che però non avevano neanche il prologo completo, perché dopo aver organizzato tutto nei minimi dettagli, e aver creato meme, e incorrect quotes, e anche qualche fanart, quando arrivava il momento di scrivere, ad Arianna l’ispirazione scompariva del tutto.

Quindi, ormai conscia del proprio limite, aveva iniziato a frequentare i thread di reddit dove le persone chiedono suggerimenti per delle storie che, almeno loro, stanno scrivendo.

Da brava progettatrice di storie, Arianna si era ritrovata spesso a condividere idee completamente aggratis, spesso senza ricevere neanche un ringraziamento.

Ma non le importava più di tanto, alla fine. L’importante era riuscire a trasmettere quello che voleva, anche se con un altro medium, e senza ricevere meriti.

Di solito condivideva qualcosa, e tutto si fermava lì, ma ormai da più di un anno stava rispondendo e praticamente chattando costantemente con un tipo intento a scrivere una storia apocalittica piuttosto ambiziosa.

Il titolo del post l’aveva attirata da subito: 

“Cercasi consigli su come strutturare un'apocalisse originale. No zombie! No estinzione di massa immediata. Possibilmente un gioco che possa durare almeno cinque anni. Grazie! Vi ricompenserò per l'aiuto!”

Arianna aveva soprattutto apprezzato che non volesse utilizzare gli zombie, perché li aveva sempre trovati banali nelle apocalissi. 

Avevano delle potenzialità, certo, ma erano utilizzati troppo spesso, e ormai raramente erano fatti bene.

Comunque, senza tergiversare troppo, Arianna aveva risposto con qualche idea, che non era stata granché apprezzata, ma poi, quando lo sconosciuto su reddit aveva iniziato a spiegare esattamente cosa voleva fare, era stata parecchio d’aiuto.

E alla fine il progetto era uscito piuttosto dettagliato, e la ragazza era convinta che alcune delle idee migliori le avesse tirate fuori proprio lei.

Sarebbe stata un’apocalisse a tema Antica Grecia, con dieci scenari da superare in cinque anni, di durata variabile, e statistiche personali tipo quelle dei videogiochi. Le ricordava un po’ alcuni fumetti online che aveva letto, ma la dinamica survival non era una novità, in generale, e Arianna avrebbe letto il libro seduta stante, perché era davvero promettente. O forse era solo molto curiosa di vedere come le sue idee sarebbero uscite su carta. Soprattutto visto che per tutto quel tempo il suo amico aveva progettato il gioco, e non le aveva mai parlato dei personaggi e della trama generale, quindi Arianna era molto curiosa di leggere l’eventuale futuro libro.

Non era stata l’unica a rispondere al thread, ma era senz’altro l’unica ad essere rimasta lì fino a quel momento, dato che sebbene lo sconosciuto avesse promesso un compenso, nessuno aveva visto il becco di un quattrino per tutto il tempo.

Ad Arianna non importava. Le piaceva aiutare e basta, ormai quel tipo era diventato un amico, anche se non conosceva il suo vero nome, e non l’aveva mai visto. Quando tempo prima le aveva chiesto cosa volesse in cambio per il suo aiuto, Arianna gli aveva solo risposto che una volta finito il libro voleva leggerlo a tutti i costi. Lui non le aveva risposto direttamente, ma le aveva comunque promesso di renderla partecipe, quindi Arianna sperava ci fosse speranza.

Aprì il thread per vedere che altre idee gli fossero venute in mente, ma rimase piuttosto sorpresa nel notare che non era stato realmente aggiornato, semplicemente chiuso.

E addirittura eliminato.

Inarcò le sopracciglia, piuttosto offesa. Neanche un saluto, dopo un anno e mezzo di collaborazione?!

Aveva addirittura cancellato il profilo?! Che comportazione era questa?!

Arianna si preparò a bloccare il telefono e tornare alla lezione irritata, ma una mail appena ricevuta attirò la sua attenzione.

 

Da: Gamemaker

A: Arianna Di Muzio

Oggetto: Yooo! Ho finito il progetto!

Ciao Arianna! Scusa se ho cancellato il thread e il profilo senza avvertirti, ma sono stato costretto da forze più potenti di me. Però ho finito definitivamente il progetto, che comincerà tra pochi minuti. Prima di cominciare volevo farti un regalo per ringraziarti del tuo aiuto. Credo che il mio sarà il più bel gioco del mondo, e solo grazie a te. Ti condivido gli screenshot del thread, nel caso potessero esserti utili, e un regalo speciale che purtroppo potrai aprire solo alla fine del primo scenario. Devo attenermi alle regole. È stato un piacere conoscerti! Spero di risentirti in futuro :)

Allegati: Thread.png; Filo di Arianna-lv1.???

 

Arianna sorrise tra sé al messaggio, felice di non essere stata dimenticata, ma un po’ confusa dal contenuto.

“Comincerà tra pochi minuti”… in che senso?

“Potrai aprire solo alla fine del primo scenario” …primo scenario?

Arianna provò a scaricare i due allegati, e ci riuscì senza problemi.

Il thread era semplicemente composto dagli screenshot di ciò che avevano progettato insieme, come promesso.

Il filo di Arianna… non riuscì proprio ad aprirlo.

E non le uscì un messaggio tipo che il file era corrotto, o un virus, o vuoto, ma semplicemente una scritta “Potrai aprirlo solo al termine del primo scenario”.

…strano.

Davvero strano.

Arianna decise di non pensarci, e bloccò il telefono, che intascò.

-Yo, Vale…- si rivolse quindi all’amica, che le lanciò un’occhiata per farle capire che la stava ascoltando, pur continuando a prendere appunti.

-Ettore vuole pranzare con me, dopo le lezioni. È qui fuori- informò l’amica, a bassa voce e cercando di essere il più impassibile possibile, come se non stesse dicendo niente di che.

Per un secondo, Valentina smise di scrivere, poi alzò le spalle.

-Okay… me lo dici per invitare anche me o per chiedermi di smammare?- chiese, ostentando indifferenza, ma stringendo i denti in modo quasi impercettibile.

-Ovviamente sei invitata anche tu. Era giusto per avvisarti- Arianna non aveva preso parti nel casino successo tra Valentina ed Ettore, e la relazione era tornata stabile dopo mesi di caos.

Anche se non sapeva ancora bene come approcciarsi ai due quando se li ritrovava insieme.

-Okay…- Valentina annuì, e continuò a scrivere, chiudendo l’argomento e senza dare una risposta precisa.

Arianna lo prese come un’accettazione della proposta, ma non scrisse al fratello per confermare.

Ettore aveva due anni più di lei, stava giusto finendo la magistrale in lettere, e lui e Arianna erano molto uniti, sebbene litigassero ogni due per tre e avessero interessi e amici molto diversi.

Comunque, visto che da lì a poche settimane Ettore si sarebbe trasferito a Milano per uno stage lavorativo, Arianna era felice di poter passare più tempo possibile con lui lì a Roma.

Anche perché era l’unico parente che aveva a Roma, se si escludevano gli zii di terzo o quarto grado che Arianna praticamente non conosceva.

Tornò alla lezione, ed esattamente dodici secondi dopo aver provato ad ascoltare l’insegnante, riprese il telefono per controllare l’ora.

…erano passati solo quaranta minuti dall’inizio della lezione.

Ugh, neanche un’ora?!

Ed erano tre ore!

Beh, dai, considerando il quarto d’ora accademico… ugh, Arianna voleva andarsene da lì!

Era una noia mortale!

Ma era comunque una delle ultima materie che le mancavano alla laurea, e se non voleva finire fuoricorso doveva sbrigarsi.

Valentina aveva già quasi finito la tesi.

E lei non aveva neanche iniziato.

Avrebbe dato di tutto per non arrivare alla laurea, o quantomeno allungare il tempo che le rimaneva.

Tra lei e Valentina c’era dall’ultimo anno di liceo la battuta del “se muoio adesso non devo fare *inserire esame*”.

Per qualche strano motivo, le tornò in mente proprio in quel momento.

E qualche secondo dopo, il suo telefono vibrò in tasca.

…così come il telefono di tutti quanti nella stanza.

-Ragazzi, spegnete i cellulari!- si lamentò la professoressa, interrompendo la spiegazione in tono irritato.

Arianna afferrò il proprio per metterlo silenzioso, anche se era certa lo fosse già, ma rimase di sasso quando notò che le era arrivato un messaggio di emergenza.

 

“Attenzione: tra dieci minuti comincerà il primo scenario. Si prega cortesemente di raggiungere il primo edificio disponibile. Pena: morte immediata”

 

Immediatamente nella sala gli studenti iniziarono a vociferare tra loro.

-Silenzio!- la professoressa provò a mantenere l’ordine, battendo contro la cattedra.

Nessuno l’ascoltò.

-Arianna, è arrivato anche a te questo messaggio?- chiese Valentina, per una volta anche lei distratta, e con il telefono in mano.

Arianna controllò, era esattamente lo stesso messaggio. E a giudicare dal mormorio, probabilmente aveva raggiunto tutti quanti.

Era uno scherzo, chiaramente uno scherzo stupido.

Eppure Arianna sentiva un senso di paura cieca, nella bocca dello stomaco, e qualcosa di familiare in quella scena, come se l’avesse vista in un sogno… o letta in un libro.

…no, no, era solo uno scherzo.

-Ragazzi, prestate attenzione, prego! O quantomeno uscite dalla stanza se dovete parlare!- continuò a lamentarsi la professoressa.

L’assistente, rimasto in silenzio e in un angolo per tutto il tempo, si alzò per dirle qualcosa, telefono alla mano, che le fece vedere.

-Che sciocchezza!- borbottò, restituendo il telefono dopo aver letto il messaggio.

-Arianna, è uno scherzo, vero?- chiese Valentina, aprendo instagram per controllare le notizie in tempo reale.

-Sicuramente, no?- non c’era altra spiegazione. Probabilmente qualche studente di informatica aveva hackerato i telefoni di tutti per fare uno scherzo e disturbare le lezioni.

La faccia sempre più preoccupata di Valentina non era molto promettente, ma prima che Arianna potesse controllare instagram o twitter a sua volta, fu attirata da un messaggio di tuo fratello.

“Arianna, tutto bene? È arrivato anche a te uno strano messaggio?” 

Quindi non era limitato a quella stanza.

Ma poteva essere limitato alla facoltà, giusto.

-Se è uno scherzo, è in larga, larga scala- commentò Valentina, porgendole il proprio telefono per far vedere che in pochissimo tempo il messaggio era già finito in tendenza.

Tutti condividevano screenshot, risate, curiosità e un po’ di paura riguardo al messaggio che si era sparso non solo in facoltà, non solo in Italia, ma pareva quasi in tutto il mondo.

La lavagna multimediale, rimasta spenta fino a quel momento, si accese da sola, iniziando a mostrare un conto alla rovescia, già oltre i nove minuti.

-Ehi, chi è stato?! Spegnete subito!- si lamentò la professoressa.

L’assistente prese il telecomando per eseguire, ma la lavagna rimase accesa.

-Non… non so come… cerco di farlo manualmente- si offrì, accomodante.

La professoressa sospirò, seccata.

 -Va bene, avete vinto! Facciamo una pausa di dieci minuti, ma poi vi interrogo su quello che ho spiegato finora. Ugh, mi serve una sigaretta- borbottò, ormai arresa al vociare sempre più fitto e forte da parte degli studenti e alla lavagna che aveva preso vita. Si alzò subito dopo e armeggiò nella borsa, prendendo un pacchetto di sigarette e avviandosi fuori dalla stanza.

Immediatamente il caos si fece più forte. Vicini di banco si scambiavano i telefoni, commentando la cosa.

Arianna era sempre più inquieta.

Erano passati due minuti dal messaggio.

Ne mancavano meno di otto.

-Per sicurezza, meglio restare nell’edificio- suggerì a Valentina, prima di alzarsi e avviarsi fuori dalla stanza, per avvertire anche suo fratello.

-Mi sembra giusto- le rispose l’amica, restando lì e controllando maggiormente il cellulare, preoccupata ma cercando di non farlo vedere.

Arianna ci mise un po’ ad uscire, dato che non era l’unica ad aver avuto quell’idea.

I corridoi dell’università erano infatti estremamente affollati, pieni di ragazzi intenti a commentare lo strano messaggio ricevuto e il conto alla rovescia che era comparso non solo nella loro classe, ma in tutte le altre, nello stesso momento.

Mentre cercava suo fratello, Arianna teneva il telefono stretto tra le sue mani, e distrattamente notò che anche sull’avviso era comparso il conto alla rovescia: 

“Attenzione: tra 6 minuti e 45 secondi comincerà il primo scenario…”

Cercò di ignorarlo, e non trovando il fratello da nessuna parte, decise di chiamarlo.

Le rispose dopo uno squillo.

-Arianna, dove sei?- chiese, preoccupato.

-Ettore…- la voce della ragazza uscì rauca e tremante.

Non si era nemmeno accorta di avere così paura, ma il suo corpo lo dimostrava più della sua mente.

-Stai bene? Sei in classe?- la voce di Ettore si fece più confortante, pur restando piuttosto preoccupata.

-Sono fuori dalla classe, tu dove sei? Non uscire. Ti prego, non uscire!- Arianna parlò prima ancora di selezionare le parole, ma una cosa la sentiva, nello stomaco: non dovevano uscire da quell’edificio, per nessun motivo al mondo.

-Sono solo andato un attimo alla macchinetta a prendere un caffè, arrivo subito. Resta lì- la rassicurò suo fratello.

Arianna si sedette a terra, fuori dalla classe. Le ginocchia le stavano per cedere, ed era meglio respirare e fare il punto della situazione.

Si sentiva piuttosto stupida ad essere così spaventata a causa di un sciocco scherzo, ma il fatto che avesse coinvolto contemporaneamente tutto il mondo era motivo di estrema inquietudine per lei.

E soprattutto c’era qualcosa di… troppo, troppo familiare in quel messaggio.

“5 minuti e 18 secondi…”

Arianna iniziò ad armeggiare con il telefono, aspettando suo fratello, ma non andò su twitter o instagram, infatti aprì le e-mail.

E gli screenshot del thread di reddit che Gamemaker le aveva inviato pochi minuti prima del fattaccio.

“Comincerà tra pochi minuti”

…no, non doveva pensarci. Era una coincidenza.

Gli screenshot, centinaia, se non migliaia, che a malapena entravano nel suo sgangherato telefono dalla poca memoria, erano divisi in ordine di scenario, perfettamente organizzati per essere maggiormente fruibili. 

 

“Gamemaker: Temo che prima del primo scenario debba fare una scrematura iniziale. È vero che già nel primo scenario molte persone sicuramente moriranno, ma dura una settimana! Non possiamo tenere troppe persone in vita per una settimana :-/

Arianna99: Capisco i motivi di trama. In tutte le opere apocalittiche c’è sempre una scrematura iniziale per lasciare i più adattabili… come pensavi di fare?

Gamemaker: Appena parte il gioco, tutti quelli che sono all’esterno vengono uccisi da un gas velenoso che gli fa esplodere la testa!

Arianna99: Brutale

Arianna99: E anche piuttosto ingiusto, non dai loro nemmeno l’occasione di entrare in un edificio? Il primo scenario necessita che tutti siano all’interno di un edificio, no?

Gamemaker: Se dessi l’occasione alle persone di entrare non ci sarebbe una scrematura sufficiente!

Arianna99: Considerando quanto poco le persone crederebbero a qualcuno che dice loro di entrare in un edificio o moriranno, credo che la scrematura sarebbe sostanziosa. E darebbe occasione alle persone intelligenti e caute di salvarsi, senza che sia tutto basato sulla fortuna.

Gamemaker: …ha senso. 

Gamemaker: Anzi… direi proprio che è una buona idea! Gli dei vogliono mettere alla prova gli umani oltre che causare l’apocalisse. Dare dieci minuti di tempo prima del primo scenario mi sembra una buona idea. Magari con un messaggio mondiale. Devo proporlo a Odino!

Arianna99: Odino?

Gamemaker: Ehm… il mio editore. Lo chiamo Odino.

Arianna99: LOL!

Gamemaker: Sei davvero abile nella progettazione di storie, Arianna ;)”

 

…no, era solo una coincidenza.

Doveva essere solo una coincidenza! Per forza!

O forse Gamemaker era coinvolto nello scherzo mondiale. Magari non era uno scrittore, ma tipo un agente dell’FBI che scriveva nel tempo libero, e aveva usato l’idea di Arianna per lo scherzo. E Odino era il capo dell’FBI, per questo aveva un nome in codice.

Ma perché prendere la stupida idea di una stupida ragazzina italiana che all’epoca di quei messaggi non aveva ancora compiuto 21 anni?!

-Arianna, scusa se sono arrivato tardi!- Ettore le si avvicinò, e le porse un bicchiere di carta con dentro del caldo liquido fumante.

-Credo che prendere un caffè adesso potrebbe uccidermi- borbottò Arianna, prendendo comunque il bicchiere per riscaldarsi le mani e avere qualcosa da fare.

Doveva necessariamente fare qualcosa, aspettare che il timer finisse, e poi tirare un sospiro di sollievo rendendosi conto che era tutto uno scherzo.

“3 minuti e 37 secondi”

Mancava troppo… o troppo poco.

Arianna voleva che il tempo si fermasse e che allo stesso tempo passasse definitivamente alla fine del timer, perché voleva rassicurarsi ma anche non rischiare che le sue paure si rivelassero realtà.

-Non è caffè, è camomilla. La tua voce era tremante e ho pensato ne avessi bisogno- le spiegò Ettore, con tono un po’ da perfettino, ma ugualmente rassicurante.

Arianna si affrettò a bere, rischiando di ustionarsi la lingua ma desiderosa di calmare i nervi.

Fu estremamente terapeutico.

Ettore le si sedette accanto.

-Tranquilla, sicuramente è solo uno scherzo, o un esperimento sociale mondiale per vedere la reazione delle persone. Tipo un moderno “La guerra dei mondi” di Orson Welles- provò a rassicurarla, mettendole un braccio intorno alle spalle.

Ettore era un bel ragazzo: alto, ben messo con i muscoli, e con viso pulito e proporzionato. Aveva preso tutti i geni giusti della famiglia, lasciando alla sorella minore quelli da scartare. A volte non sembravano neanche fratelli, anche se avevano lo stesso naso, e gli stessi capelli castani.

Era l’unico, in famiglia, ad aver preso gli occhi azzurri del nonno.

E faceva stragi di cuori, spesso decisamente involontari.

Ma oltre alla sua bella presenza, Ettore era anche un genio, ed era estremamente affidabile come persona, e soprattutto come fratello. Se c’era qualcuno che Arianna avrebbe voluto avere accanto durante un attacco d’ansia quello era lui, con il sostegno di Valentina, magari.

Prima che Arianna potesse ribattere, annuire, o contraddirlo, venne anticipata dall’arrivo proprio di Valentina, anche lei uscita dalla classe, che si era avvicinata ai due sempre con l’attenzione sul telefono.

-Internet è appena morto. Mancano due minuti- li informò, preoccupata ma determinata.

-Ciao Vale- la salutò Ettore, cortese.

-Buongiorno. Arianna, questa faccenda non mi convince affatto! Pensi che dovremmo andare via?- Valentina ignorò per la maggior parte il ragazzo, dando la massima attenzione alla sua migliore amica, e si guardò intorno, come cercando un’uscita d’emergenza.

-Non c’è nessun bunker sotterraneo che potremmo raggiungere in due minuti- borbottò Arianna, molto tra sé.

-Cosa?- chiesero insieme Valentina ed Ettore, confusi.

-Nulla, nulla. Vale, meglio restare qui, e non rischiare! Sicuramente è uno scherzo, o un esperimento sociale, ma se così non fosse… Restiamo qui, e aspettiamo- la sua logica proposta sembrò più una supplica. Arianna non era una persona paurosa, ma era cauta. E aveva imparato a seguire il suo istinto.

-Concordo. Solo un idiota uscirebbe quando un messaggio mondiale gli dice di restare in casa. Per quel che ne sappiamo, potrebbero anche decidere di fare degli esperimenti nucleari in questo lasso di tempo- le diede man forte Ettore.

Valentina controllò il telefono.

“1 minuto e 26 secondi”

-La tua ansia è contagiosa, Ari. Pensi che faccio in tempo per una sigaretta?- disse un po’ tra sé, controllando quanto era rimasto, e senza riuscire a smettere di muoversi.

Arianna le afferrò la caviglia, come ad impedirle di fare uno sprint per raggiungere l’esterno.

-No, ti prego! Non rischiare!- esclamò con veemenza, fermandola sul posto.

Ci fu qualche secondo di silenzio.

-Okay…- commentò poi Valentina, sedendosi accanto ad Arianna, e prendendole una mano per rassicurarla.

Lei ed Ettore si scambiarono uno sguardo preoccupato.

Arianna finì il bicchiere di camomilla.

“59 secondi”

-Internet continua a non funzionare- commentò Valentina, tornando a guardare il telefono.

Ettore fece altrettanto.

-Anche il mio telefono non ha alcuna connessione. Non solo internet, ma in generale- osservò, storcendo il naso.

“45 secondi”

Ettore si alzò.

-Dove vai?- chiese Arianna, alzandosi a sua volta.

Valentina fu subito dietro di loro.

-Voglio solo… controllo cosa succede fuori. No! Non vado fuori, ma dalla finestra- spiegò lui, pratico, avvicinandosi alle grandi vetrate dell’università.

L’assistente della professoressa aveva avuto la stessa idea. Fumava una sigaretta, ma stava attento a restare il più possibile all’interno dell’edificio, con la finestra a malapena aperta per cacciare fuori il fumo.

“30 secondi”

-Sembra un videogioco- commentò, osservando le nuvole in cielo, che si erano fatte più fitte. Non sembravano annunciare pioggia, ma fino a poche ore prima il cielo era completamente terso, e sarebbe dovuto restare tale ancora a lungo.

-Non si dovrebbe fumare all’interno dell’edificio- gli fece notare Ettore.

Lui sorrise appena, e non rispose alla chiara provocazione.

-C’è tanta gente fuori- disse invece, in tono indecifrabile. 

Arianna osservò la calca di studenti in cortile. Molti di loro non avevano il telefono in mano, e sembravano semplicemente parlare tra loro, senza alcuna preoccupazione.

Davvero non erano preoccupati? Come si poteva non essere almeno un po’ spaventati dal messaggio ricevuto, sebbene probabilmente falso.

Soprattutto ora che mancavano meno di venti secondi.

Arianna si fece coraggio, e aprì meglio la finestra.

-Ragazzi! Mancano quindici secondi!- informò tutti, con voce più alta possibile.

Molti si girarono verso di lei, sorpresi.

Alcuni risero, pochi controllarono il telefono e si affrettarono a rientrare, circa sei o sette. Uno di loro, lanciò ad Arianna un’occhiata di ringraziamento prima di fare uno sprint all’interno, lasciando il suo gruppo di amici.

La professoressa era la più vicina, ma alzò gli occhi al cielo, e guardò Arianna quasi con disgusto.

“Tsk, giovani ingenui e sciocchi” sembravano dire i suoi occhi.

“10 secondi”

-Meglio chiudere la finestra- buttando la sigaretta fuori dall’edificio, l’assistente della professoressa chiuse la finestra, e si allontanò, ostentando una pacata tranquillità.

“7 secondi”

-Sì, meglio allontanarsi- Ettore le prese un braccio, e iniziò a trascinarla via.

“5 secondi”

Arianna si fece trascinare, ma continuò a lanciare brevi occhiate all’esterno.

-Speriamo che non finisca come Black Friday- borbottò Valentina, un po’ tra sé.

“3 secondi”

-Suvvia, non…- iniziò a obiettare Ettore, provando a portare ottimismo.

“2…”

-É ora!- lo interruppe Arianna, osservando il telefono.

“1…”

Il timer si esaurì.

E per un attimo, non sembrò accadere nulla.

-Visto, era solo uno…- provò a dire Ettore, ma venne interrotto da un suono ovattato provenire dall’esterno, come di un pop-corn che esplode nel microonde.

Seguito da parecchi altri.

E neanche il tempo di girarsi a vedere cosa fosse successo, che iniziarono le urla.

Urla di puro orrore, mentre il cortile veniva ricoperto di sangue, l’aria all’esterno si faceva del tutto violacea, e mano a mano corpi senza testa cadevano al suolo, uno alla volta, come mosche colpite da un potente insetticida.

 

Gamemaker: Appena parte il gioco, tutti quelli che sono all’esterno vengono uccisi da un gas velenoso che gli fa esplodere la testa!

 

No… no no no no no!

Non poteva essere!

Quello era un incubo!

-Cosa… cosa cazzo… oh merda!- Valentina era senza parole, strinse il braccio di Arianna con tanta forza da farle male, e distolse immediatamente lo sguardo dalla scena straziante.

Ettore fece altrettanto, trattenendo a stento il vomito.

Arianna rimase a fissare i corpi decapitati a terra, circondati dal sangue, immobile, e in silenzio, come distanziata.

La professoressa, che prima aveva alzato gli occhi al cielo, era tra loro, riconoscibile solo dai vestiti macchiati di rosso.

Alcuni alunni, coraggiosi o estremamente sciocchi, provarono ad uscire, per aiutare i pochi ancora in piedi, o per scappare, anche se era chiaro, logicamente, che lì dentro erano sicuramente più al sicuro rispetto a fuori. Ma la logica funziona poco nel panico.

E per fortuna, le porte, le finestre, e tutto ciò che avrebbe potuto offrire una strada verso l’esterno, erano bloccati.

Un messaggio arrivò al telefono di tutti, sebbene senza internet.

Arianna fu la prima a controllarlo. Quello che stava vedendo davanti a sé era così orrendo, terrificante, e inverosimile, che non riusciva razionalmente ad accettare che fosse vero, quindi la paura era stata quasi messa in un angolo.

“Congratulazioni! Sei sopravvissuto alla situazione preliminare! Switch in corso tra metodi di comunicazione, ti prego di attendere”

Messaggio confuso, più del primo, e dal tono familiare.

-Non può essere vero. Arianna, non è vero, vero?!- Valentina aveva controllato a sua volta.

Ettore stava ancora cercando di non vomitare, e sicuramente se avesse aperto bocca avrebbe fallito nel suo intento.

-Io… non… non…- Arianna era senza parole.

La sua mente era bloccata, confusa, troppo piena di informazioni per funzionare bene.

Il caos degli studenti e dei professori nel panico la distraeva ancora di più.

Improvvisamente, si sentì il tono di una notifica, ma questa volta non veniva dal telefono.

Ma una schermata viola, a mezz’aria, come un ologramma.

…come un videogioco.

 

Gamemaker: Dici che dovrei fare che il responsabile comunichi sempre tramite telefono?

Arianna99: Nah, i telefoni si scaricano, o si perdono. E poi in alcuni scenari è impossibile ricaricare o tenere un telefono per ricevere delle notifiche. Meglio fare un ologramma davanti al giocatore, come in un videogioco

Gamemaker: Oh! Giusto! È molto più comodo. E faccio in modo che lo possa vedere solo il giocatore a cui il messaggio è indirizzato.

 

Arianna non lesse il messaggio, ma per prima cosa osservò Valentina, Ettore, e i ragazzi vicini a loro.

Tutti fissavano un punto vuoto davanti a loro, sconvolti, sobbalzando.

Un messaggio che Arianna non poteva vedere.

Erano troppe, troppe coincidenze.

E quando lesse ciò che recitava quel messaggio, i suoi dubbi divennero realtà.

 

“Avviso! Sei entrato nel primo scenario: ‘Sopravvivenza!’ Per una settimana resterai bloccato in questo edificio, e dovrai affrontare i mostri che compariranno ogni giorno, e sopravvivere fino alla fine. Buona fortuna, giocatore. Benvenuto nell’apocalisse”

 

Gamemaker: Non possiamo tenere troppe persone in vita per una settimana :-/

Arianna99: Il primo scenario necessita che tutti siano all’interno di un edificio, no?

 

Le teste che esplodono.

Schermate di videogioco.

Primo scenario di sopravvivenza con durata di una settimana.

Tre indizi fanno una prova.

E Arianna aveva aiutato a progettare la vera fine del mondo.

…beh, cazzo!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

(A.A.)

È necessario per me specificare che sebbene io scriva da anni, non avevo mai scritto prima una storia con delle scene così violente, e so di non essere bravissima nell’azione. È anche la primissima volta in vita mia in cui scrivo parolacce, ma sebbene io non le dica nella vita reale, qui ci stavano troppo, purtroppo. C’è bisogno di imprecazioni in una situazione del genere, anche per rendere le scene un po’ più realistiche.

Questa storia è un po’ un allenamento per questo tipo di scene, quindi se vi sembra che manchi di qualcosa, in alcuni punti, o che siano trattate con leggerezza, o altre cose del genere, fatemelo sapere.

Io personalmente ho sentito la tensione crescere mentre scrivevo, ma credo che in parte sia dovuto al fatto che, storia vera, nel momento esatto in cui stavo scrivendo che il timer era scaduto, è scaduto anche un timer che avevo messo io per motivi personali, e me la sono fatta sotto. ^^’

Ma aneddoti a parte, questo capitolo è stato di introduzione ad Arianna, al gioco, e ad alcuni dei personaggi principali della storia.

Vi do un piccolo spoilerino: il personaggio che muore nel prologo è stato già introdotto in questo capitolo.

Ma ci saranno molti personaggi più o meno importanti in questa storia che verranno introdotti molto molto tardi.

Sarà una storia infinita.

Comunque, spero che il capitolo vi sa piaciuto e la storia vi interessi. Un bacione e alla prossima :-*

   
 
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