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Autore: pampa98    23/10/2021    1 recensioni
[Storia scritta per la #JBWeek2021]
Pre-serie: Robert allontana Jaime dalla Guardia Reale e Tywin non si fa sfuggire l'occasione per trovargli una moglie.
Questa raccolta sarà composta da sette storie che percorrono l'evolversi del rapporto di Jaime e Brienne come marito e moglie. I titoli dei capitoli si riferiscono al tempo trascorso dal giorno delle nozze.
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Brienne di Tarth, Jaime Lannister, Tyrion Lannister
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Day 6: Sharing a bed

65 GIORNI DOPO - Parte 2



 

Avevano trascorso tre giorni ad Approdo del Re e quella sarebbe stata l’ultima notte all’interno della Fortezza Rossa. Brienne aveva temuto quel soggiorno, ma Jaime le aveva detto che non aveva intenzione di stare nella capitale per più tempo del necessario.
«L’unica persona che vive qui e di cui sento la mancanza è Tyrion, ma tre giorni in sua compagnia saranno più che sufficienti» le aveva spiegato.

Brienne aveva già incontrato il Folletto al suo matrimonio, ma i due non si erano scambiati più di un paio di frasi di circostanza, anche a causa del suo malumore. Le aveva fatto piacere rivederlo e approfondire la sua conoscenza.
Un piacere meno gradito era stato incontrare Cersei Lannister. Le voci sulla sua bellezza erano note in tutto il regno e, proprio come per il fratello, Brienne non aveva che potuto constatarne la veridicità. Lei e Jaime erano due gocce d’acqua: stessi capelli dorati, stessi tratti delicati, stessi occhi verdi. Quando li aveva accolti al loro arrivo, Brienne l’aveva trovata cortese, ma fredda, e Jaime si era comportato allo stesso modo nei suoi riguardi. Non ne era stata molto sorpresa, dopotutto l’uomo non parlava quasi mai della sorella e la sua assenza al loro matrimonio sembrava indice di una grave frattura nel loro rapporto.
Durante il banchetto nuziale di quella sera, Brienne era rimasta quasi sempre in compagnia di Jaime e Tyrion, ma quando la serata aveva iniziato a surriscaldarsi lei si era congedata ed era uscita sul balcone a prendere un po’ d’aria. Aveva dovuto constatare che quanto detto da Jaime era vero: la puzza di fogna che dilagava da Fondo delle Pulci raggiungeva anche il castello, ma dietro di essa Brienne riusciva comunque a riconoscere l’odore salmastro del mare che riusciva sempre a farla sentire a casa.
Era stato in quel momento che Cersei l’aveva raggiunta. Parlare da sola con la regina dei Sette Regni era stato difficile, all’inizio. Temeva che la sua lingua si sarebbe arrotolata sulle parole come era accaduto davanti a Ronnet Connington, ma piano piano era riuscita a rilassarsi. Cersei si era mostrata molto gentile – sebbene a Brienne non fossero sfuggiti un paio di commenti alquanto sarcastici circa il suo aspetto – portandola a chiedersi come mai lei e Jaime non andassero d’accordo, finché non aveva cambiato completamente atteggiamento nei suoi confronti. Una frase, in particolare, continuava a ronzarle nella mente in cerca di un significato che Brienne non era in grado di attribuirgli.
«Detesto le puttanelle che mettono le loro grinfie su ciò che è mio.»
Forse era stato il vino a parlare, dopotutto l’aveva vista bere spesso quella sera, e il bicchiere tra le sue mani era stato pieno quando l’aveva raggiunta e vuoto quando se ne era andata. Tuttavia, quel cambiamento nel suo atteggiamento l’aveva lasciata interdetta – e, cosa peggiore, le aveva dato l’impressione che la gentilezza che le aveva mostrato fino a quel momento fosse solo una facciata.
L’arrivo di Jaime la distolse dai suoi pensieri.
«Bene, sei ancora sveglia» disse, chiudendo la porta.
Brienne si alzò in piedi, lisciandosi le pieghe della gonna che non aveva ancora tolto. Spostò lo sguardo dal letto, su cui era seduta poc’anzi, alla poltrona sul lato opposto della stanza, dove Jaime aveva passato la notte. Si era offerto di stare lì e Brienne non era riuscita a dirgli che le andava bene dormire insieme a lui – le andava più che bene, in realtà. Erano giorni che pensava di chiedere a Jaime se voleva tornare a condividere la stanza con lei e diventare davvero marito e moglie. All’inizio era stata sollevata dal suo allontanamento e dal suo disinteresse nel consumare il loro matrimonio, fatto che rendeva tale unione annullabile, ma i giorni in cui la sola vista dell’uomo le causava ribrezzo erano ormai un ricordo lontano. Jaime aveva molte sfaccettature, alcune delle quali non le aveva ancora mostrato, ma ciò che aveva imparato a conoscere era stato sufficiente per farle vedere il buono che albergava nel suo cuore e, prima che lei stessa se ne fosse resa conto, si era innamorata.
«Brienne.» Jaime si avvicinò a lei e la sua voce la riscosse dai suoi pensieri. Arrossì, rendendosi conto di essere rimasta in piedi in mezzo alla stanza senza dire una parola.
«S-Sì, scusami, è… è meglio se andiamo a dormire. Ehm...»
«Sì. Sì, infatti» rispose, abbassando lo sguardo. Brienne si rese conto che era nervoso.
«Puoi prendere tu il letto stanotte» gli disse, immaginando che il suo stato d’animo fosse dovuto all’imbarazzo di doverle chiedere di poter riposare lui su una superficie comoda – imbarazzo del tutto innecessario: era giusto che facessero a turno.
Jaime annuì. Aprì la bocca, ma la richiuse un istante dopo, e Brienne lo prese come un sì.
«Vado un momento a cambiarmi, ser Jaime» disse, voltandosi verso il baule dietro il letto per prendere gli abiti per la notte. «Tu intanto puoi...»
La mano di Jaime si serrò sul suo braccio e Brienne si ritrovò tra le braccia dell’uomo, con le sue labbra che premevano contro le proprie. Non era la prima volta che accadeva: al termine della cerimonia nuziale, le loro labbra si erano sfiorate per un istante, controvoglia, solo per sugellare una promessa che, all’epoca, non significava niente per nessuno dei due. Non si erano più baciati da allora, né si erano scambiati un qualche gesto di affetto; i loro corpi si sfioravano solo quando impugnavano una spada.
«Perdonami» Jaime interruppe il bacio come lo aveva iniziato: incerto, frettoloso.
Brienne si portò una mano alle labbra, dove riusciva ancora a percepire la presenza di Jaime.
«Cosa…?»
«Sono stato precipitoso» disse Jaime, portandosi una mano tra i capelli. «Mi dispiace, immagino di averti colta alla sprovvista.»
Brienne non poté fare a meno di annuire.
«Bene, è… è da molto tempo che ci penso e che volevo chiederti di… che volevo dirti, soprattutto...»
«Ser Jaime?» Brienne si sentiva sempre più confusa, ma una parte di lei avrebbe voluto che lui la baciasse di nuovo, anche se non riusciva a trovare le parole giuste per dirglielo.
«Senti, apprezzo che tu voglia usare il mio titolo, è decisamente migliore di Sterminatore di Re, ma puoi anche chiamarmi solo Jaime. Anzi, è meglio se...» Sospirò. «Brienne, tu sei felice?»
«Come?» chiese lei, sbattendo le palpebre, sempre più confusa.
«So che non volevi sposarmi, e la cosa era reciproca, ma ora sei felice di come sono andate le cose? Perché io sì» disse, senza lasciarle il tempo di rispondere. «Credevo che non mi sarei mai abituato a questa situazione, ma questi ultimi due mesi sono stati tra i più felici della mia vita e non potrei immaginare di non averti più con me. Sono grato che tu sia mia moglie e spero di essere un marito accettabile per te.»
«Lo sei!» esclamò Brienne, interrompendo il suo flusso di parole. Lui la guardò intensamente con i suoi occhi smeraldo e lei dovette abbassare lo sguardo, avvampando. «Sei… Sei un ottimo marito, ser… Jaime. Sono onorata di essere tua moglie e...» Deglutì, richiamando a sè tutto il coraggio che possedeva per riuscire a dare voce al suo desiderio. Alzò gli occhi verso di lui. «Mi piacerebbe esserlo ancora di più.»
Jaime sgranò gli occhi e per uno spaventoso momento Brienne pensò di aver frainteso tutto, si essersi spinta troppo oltre e aver distrutto il loro equilibrio di semplice felicità. Poi lui chiuse la distanza che li separava con un passo, portò le mani intorno al suo volto e la baciò. Brienne si sciolse tra le sue braccia e si aggrappò alle sue spalle per non cadere. Ricambiò il gesto con movimenti impacciati, cercando di imitare le azioni di Jaime. Il suo sapore sulla bocca, le sue mani che lasciavano il suo volto per scendere lungo le braccia e cingerle i fianchi: era tutto strano e giusto allo stesso tempo. A un tratto lo sentì spingerla indietro e Brienne riuscì a muovere un paio di passi prima di sbattere con le gambe contro il bordo del letto, cadendoci sopra e trascinando Jaime con sé.
L’uomo si puntellò sui gomiti per guardarla negli occhi e le rivolse il sorriso più dolce che Brienne avesse mai visto.
«Suppongo che dormiremo entrambi qui stanotte. Ammesso che ci resterà il tempo per farlo.»
Brienne arrossì, ma si lasciò comunque andare a una risata a cui si unì subito anche Jaime. Posò la fronte contro la sua e Brienne sospirò per quel contatto puro e intimo, prima di sollevare il volto per catturare di nuovo le labbra di suo marito.


 
   
 
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