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Autore: MatsuFla    26/10/2021    0 recensioni
(Reboot di "Gallavich fino alla fine")
Continua il progetto "L'amore non basta" con la seconda fic della raccolta "Davvero pensi che tutti quelli che si amano siano insieme?". La storia riprende da dove si era interrotta e copre l'intero anno 2013.
Genere: Angst, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Ian Gallagher, Mickey Milkovich
Note: Lemon, Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Spoiler!, Tematiche delicate, Triangolo
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Davvero pensi che tutti quelli che si amano siano insieme?'
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Era trascorsa circa una settimana dalla "chiacchierata" nel trailer, erano già iniziate le riprese della 4x8, e Noel ancora non riusciva a dimenticare quello che era successo. Tutta quella situazione pareva assurda ai suoi occhi, non capiva proprio cosa fosse successo a quel ragazzo che credeva di conoscere bene e che invece quel giorno aveva visto così diverso. Noel era arrabbiato con lui per il modo in cui si era comportato. Era stato felice del fatto che per un'intera settimana non avesse dovuto lavorare con lui e lo aveva accuratamente evitato anche fuori dal set, aveva perfino rinunciato alla compagnia degli altri membri del cast pur di non rischiare di incontrarlo. E Cam, come aveva promesso, non lo aveva mai cercato e si era tenuto alla larga.
Quel gioco però finì in fretta perché Ian e Mickey ritornarono ad essere una coppia e i due attori furono costretti a girare praticamente tutte le scene insieme... ed erano tutte molto intense. Una in particolare.


Cameron era seduto nel suo camerino, tremava, e non perché indossasse solo un tanga dorato scintillante e una specie di cravattino dello stesso colore, ma perché era tremendamente teso per la scena che avrebbe girato a breve. Finalmente Mickey si sarebbe deciso a baciare Ian davanti ad altre persone... e non un bacio qualsiasi, ma un bacio che, a detta di Wells, avrebbe dovuto infuocare l'intero cazzo di Fairy Tale.
Quel giorno Cam avrebbe baciato Noel, di nuovo. 


Noel girò raggiunse il set sperando che Cam non fosse ancora arrivato, così da avere un po' più di tempo per ricomporsi. Voleva non avere alcuna reazione visibile quando finalmente lo avesse rivisto. Voleva apparire inalterato ed essere pronto a trattarlo come un comune collega di lavoro.
Purtroppo, la fortuna non era dalla sua parte quel giorno. Cameron era seduto sulla sedia pieghevole con sopra il suo nome, con le mani strette goffamente in grembo, il suo corpo stranamente rigido, mordendosi le labbra e fissando dritto il muro. I suoi occhi incontrarono quelli di Noel non appena lo vide entrare nella stanza.
Noel distolse rapidamente lo sguardo e continuò a camminare per posare le sue cose sulla sua sedia, che sfortunatamente era proprio accanto a quella del rosso.
«Ehi.» Sentì dire il moro alle sue spalle, e quando girò la testa per guardarlo, lo vide accennare solo un piccolo gesto di saputo con la sua testa rossa, niente di troppo impegnativo. Noel si voltò di nuovo verso la sua borsa, mormorando un silenzioso, «Ehi.»
Ci fu una pausa imbarazzante, e mentre Noel passava al setaccio il contenuto della sua borsa in cerca di un oggetto inesistente, che era solo una scusa per non guardare Cam, si chiese se non fosse impossibile per loro girare una scena di tale portata.
Quello sarebbe stato il bacio più triste della storia.
Non fu d'aiuto il fatto che ai due attori non fu data nessuna indicazione su come andasse fatto. Gli dissero solo di improvvisare, di farlo ad istinto, a sentimento.
Così fecero... e fu assolutamente fantastico!
Altro che il più triste della storia, quel bacio fu talmente travolgente ed eccitante che divenne poi, a parere di tutti, il più hot della serie e che li consacrò come la coppia più amata di Shameless.



Lo presero lentamente, sentendolo, sentendosi l'un l'altro. Noel mosse le mani sulle guance di Cameron, imitandolo, e le loro labbra si incastrarono perfettamente.
Cam non provò nemmeno a mantenere alcuna distanza, il suo petto fu attirato contro quello di Noel come due magneti, e dal modo in cui il moro si spinse in avanti, non era immune. Si baciarono con tutto il corpo, i loro inguine si sfiorano e l'elettricità crepitò tra loro. 
Noel non avrebbe mai creduto possibile che Cam potesse riversare tale passione in un singolo bacio. Sentì il suo calore invaderlo come mai prima di allora e, per un lungo istante, desiderò di averglielo lasciato fare ogni volta che lo avesse voluto. Si sentì travolto da tutte quelle emozioni. Afferrò il suo volto candido e lentigginoso e lo strinse di più a se, rispondendo a quel bacio così caldo e pieno di disperazione e lasciandosi andare al suo sapore. Noel spinse lentamente la lingua tra le sue labbra e Cameron fece lo stesso. 
Tutto intorno a loro scomparve, le telecamere, la crew, le comparse, tutto il dannato resto del mondo. La terra si aprì sotto i loro piedi, lasciandoli a galleggiare sopra un buco nero, aspettando di essere inghiottiti. Non si accorsero di quante volte fu chiamato lo stop prima che loro riuscissero a sentirlo, ritornando brutalmente alla realtà. Ma ad ogni bacio, ogni volta che il regista chiese loro di farlo, vi caddero dentro sempre più in profondità.
Mentre lo baciava, Noel sentì sciogliersi tutta l'angoscia che aveva accumulato nelle settimane precedenti.
«Questi non contano.» Gli sussurrò Cam in un orecchio, subito dopo l'ultimo bacio. Noel lo guardò confuso, così aggiunse, «Avevo detto che non ti avrei più baciato finché non fossi stato tu a chiedermelo.» Ripeté ridacchiando, «Quindi questi baci non contano.»
«Certo che no.» Noel ricambiò il sorriso e il tono giocoso, «Non contano neanche per me.»
Si guardarono e condivisero una risata sincera, come non facevano da tempo.


Da quel giorno la tensione tra loro sembrò sparire, entrambi avevano ricominciarono a parlare e scambiare qualche battuta sul set, anche se continuavano a non vedersi al di fuori del lavoro. Noel non si sentiva più arrabbiato e Cam aveva abbandonato l'atteggiamento strafottente degli ultimi tempi. Quel bacio sembrava aver segnato una tacita tregua che li stava portando lentamente a riavere il loro vecchio rapporto. Così, Noel, una volta finite le riprese, che sarebbero poi ricominciate a Gennaio dopo la pausa Natalizia, decise di fare un'ulteriore passo in avanti.


«Vengo in pace.» Disse subito quando Cameron aprì la porta di casa sua.
«Non sapevo fossimo in guerra.» Rispose il rosso, sorpreso.
«Beh sai, è da un po' che le cose tra di noi sono... strane. Penso sia ora di darci un taglio.» Spingendolo giocosamente con una spallata, si fece spazio ed entrò in casa. «E poi contro Jeremy non vinco mai a Mario Kart!» Ridacchiò scendendo le scale che portavano alla cucina.
«Ah ecco, allora è questo il vero motivo.» Cam sorrise tiepidamente, rimanendo davanti alla porta ancora aperta. Noel lo notò, ma fece finta di niente.
«Ho portato la birra!» Continuò l'invitato indesiderato, agitando le lattine per aria, poi mollò la busta sul tavolo, sedette sulla sedia rivolta verso di lui e rimase a guardarlo.
«Noel, avrei preferito che chiamassi.»
«Scherzi?» Chiese sarcasticamente, «Mi hai ignorato per mesi, speravo di avere più fortuna di persona.» Sorrise e batté la mano sulla sedia affianco a lui, invitandolo a raggiungerlo. «Com'è andata la tua giornata?»
«Cosa vuoi, Noel?» Cam chiuse finalmente la porta e si mise le mani in tasca in attesa della risposta dell'altro. Va bene aver sancito una tregua, ma averlo a casa sua come se nulla fosse successo, era tutt'altra storia.
A Noel mancò la terra sotto i piedi per un secondo sentendo quel tono così duro. Provò comunque a fingersi tranquillo, ma Cam lo interruppe. «Te l'ho detto, voglio-»
«Non è cambiato nulla, Noel, tutto quello che ti ho detto quella sera lo provo ancora.» Disse con un'espressione dannatamente seria.
«Ancora con questa storia? Gesù, Cam! Ma cosa ti è successo in Africa?» Cercò ancora di tenere il tono della conversazione sullo scherzo, ma senza successo.
«L'Africa non c'entra nulla, Noel, e neanche lo stress. Non è perché voglio sperimentare o fare esperienze nuove e di sicuro non è perché mi faccio trasportare troppo dal mio personaggio. Non è nulla di tutto questo!»
Gli occhi azzurri dell'ormai tornato biondo rimasero inchiodati su Cam ma non riuscì a dire nulla.
«Allora? Non vuoi sapere cosa mi prende?» Lo sfidò il rosso alzando la voce, «Chiedimelo!» 
Noel lo guardò a bocca aperta, scioccato. «Sai che c'è? Credo che venire qui non sia stata una buona idea.» Si avviò verso la porta quando sentì l'altro ribattere. «Si, stavo pensando la stessa cosa.»
Al biondo saltarono i nervi. Nonostante fosse lo spilungone a dovergli delle scuse, Noel aveva comunque deciso di fare il primo passo, lo aveva raggiunto per mettere le cose a posto e ora lui lo stava anche respingendo?
Noel si fermò e fulminò Cam con lo sguardo, «Vuoi che me ne vada?»
«Si.» Rispose stizzito.
«Lo sai quant'è stato difficile per me venire qui?»
«Allora perché l'hai fatto?»
«Sei davvero incredibile.» Ringhiò Noel e riprese la sua corsa verso la porta, borbottando, «Lascia perdere... scusa il disturbo.» Ma poi, assecondando uno scatto di rabbia che gli risalì da sotto i piedi, si fermò di nuovo. «Invece no!» Urlò, facendo sobbalzare Cam. «Sono stufo di questa situazione. Vuoi che te lo chieda chiaramente? Allora ecco, te lo sto chiedendo... cosa diavolo ti prende?»
«Non funziona!» Sbottò Cam, passando dalla sua espressione seria ad una più imbarazzata.
«Cosa non funziona?» Chiese perplesso Noel.
Il rosso si mise le mani tra i capelli portandoli in dietro, rimase così per qualche secondo e poi riprese, «Dopo averti baciato ero tremendamente confuso, non sapevo come affrontare la situazione. Così ho cercato di distrarmi, di sbarazzarmi di quei sentimenti indesiderati. Ho visto delle persone e ho provato a fare sesso con loro.» Sospirò, «Ma non ha funzionato.»
«Vuoi dire che...» Finalmente comprese le parole del ragazzo.
Cam aprì le braccia e scosse la testa con un'espressione rassegnata.
«Aspetta...» Disse dopo averci riflettuto un momento, «Hai detto di aver provato a fare... hai detto persone, non ragazze...» Balbettò, «Quindi, tu sei stato anche con...»
«Si, ma non ha funzionato comunque.»
«Con chi?» Chiese Noel strizzando gli occhi.
«Che importa con chi, il punto è un altro!»
A Noel stranamente importava invece, ma il ragazzo lo distrasse dai suoi pensieri continuando a parlare.
«Non sono gay, Noel. Niente affatto.» Negò Cam, «Perché mi piacciono ancora le ragazze.» Si prese un attimo per pensare e poi si giustificò con ancora più convinzione, «Senza dubbio mi piacciono ancora le ragazze. Non ho mai avuto una cotta per un uomo prima d'ora.»
«Ma io sono un uomo, Cameron!»
«Si, lo so, ma... tu sei speciale. Quello che provo per te è qualcosa di completamente diverso perché quando penso a te... funziona sempre!»
L'imbarazzo provocato dalla confessione del giovane lasciò subito il posto alla confusione che quelle parole scatenarono in Noel, ma era solo l'inizio.
«Dico solo che essere innamorato di un solo uomo non mi rende gay.» Cam sbuffò una risata imbarazzata quando si rese conto di aver finalmente confessato, guardando Noel dritto negli occhi, quello che si teneva dentro da ormai troppo tempo.
Innamorato?
Cam aveva veramente detto di essere innamorato di lui?
Noel fece un respiro profondo, tenendolo per un momento mentre fissava il più giovane. Per qualche motivo non fu più in grado di pensare lucidamente o di muoversi, invece, fissò il rosso pieno di alcuni sentimenti preoccupanti e incomprensibili nel suo intestino.
«Noel, dì qualcosa. Per favore.» 
«Io non... non capisco.» Balbettò, «Io pensavo di avere un amico, una persona con la quale poter parlare di tutto. Non potevo proprio immaginare che tu ti stessi...» 
«Innamorando di te?» Finì la frase per lui, lentamente, mordendosi il labbro nel tentativo di trattenere le lacrime che minacciavano di rigargli le guance, «Ma non l'ho fatto mica apposta.» 
«Non l'avrai fatto a posta, ma questo cambia tutto fra me e te.» Disse un po' troppo bruscamente, strofinandosi il naso a disagio e distogliendo lo sguardo dal ragazzo che gli stava troppo vicino, «Adesso ho capito perché ti sei allontanato.» 
«Ho fatto bene, mi pare, no?» Dedusse dalla sua reazione, decisamente diversa da quella che aveva sperato di ottenere.
«Si, penso che tu abbia fatto bene.» Affondò un altro colpo Noel, «Scusa se in qualche modo ho contribuito anche io a far nascere... questo equivoco.» 
«No, tu non hai fatto niente.» Sbuffò una risata che non riuscì a nascondere la sua delusione, «Sono io il pazzo.» 
Il cuore di Noel si spezzò nel sentire il modo in cui la voce di Cam si incrinò. «Mi dispiace.» Scosse la testa, cercando di liberarsi delle emozioni che stavano inondando la sua mente e decise che era arrivato davvero il momento di andare via, non riuscendo a reggere oltre quella situazione. «Devo andare.»
Cam annuì, gli occhi fissi su di lui, supplicandolo silenziosamente di restare.
«Cam, io...» Si voltò ad un passo dalla porta, «Mi dispiace.»
«L'hai già detto.» Disse, imbronciato. Noel sospirò ed uscì, chiudendosi la porta alle spalle.
«Non è un equivoco.» Disse a se stesso appena rimase solo, mentre una lacrima riuscì a scappare dai suoi occhi arrossati, «Non è un equivoco.»

~~~*~~~

«Tadaaa!» Urlò in modo eccessivamente euforico la ragazza, «Il vassoio dei dolci la attende, signore.» 
«Liana, apprezzo il banchetto di consolazione, ma sto bene.» 
«E quindi vuoi negarmi una serata di scorpacciate senza rimorso?» Sorrise, posando il vassoio sul tavolino davanti al suo amico, «No, grazie.» 
«Dico davvero.» Provò a convincerla Cam, steso sul divano, «Ascolta, quando sei così idiota da prenderti una cotta per il tuo migliore amico e sei ancora più idiota da andarglielo a dire, è una cosa positiva che lui ti faccia capire chiaramente che quella è la cosa più idiota e impensabile che abbia mai sentito in vita sua. Capisci?» 
«Certo, come no.» Disse sarcastica, infilandosi un bignè intero in bocca.
«Sono serio. È meglio saperlo subito.»
«Cam, tu-» Si zittì quando improvvisamente il campanello suonò, «Aspetti qualcuno?»
Il rosso scosse la testa, non gli veniva in mente proprio nessuno che potesse presentarsi a casa sua a quell'ora di notte. Si alzò di scatto dal divano, scese guardingo le scale guardò dallo spioncino. «Mi prendi in giro?» Esclamò aprendo la porta, «Che ci fai tu qui?» 
«Ciao, Bruh. Disturbo?»
«Sì, che cosa vuoi?»
Incuriosita, Liana sia affacciò appena e sgranò gli occhi nel vedere Noel sull'uscio. Elaborò la situazione e in pochi secondi capì cosa avrebbe dovuto fare.
«Ho interrotto qualcosa?» Chiese il biondo, sorpreso di veder scendere una ragazza dal piano di sopra.
«No, stavo giusto andando via.» Disse subito lei, anticipando un'altra risposta scontrosa del suo amico.
«No, rimani.» Protestò Cam.
«Si è fatto tardi.» Liana si avvolse nel suo cappotto pesante e baciò Cam sulla guancia, «Ti chiamo domani, okay?»
Ad entrambi sfuggì lo spasmo di incontrollato fastidio che fece sollevare il sopracciglio di Noel.
«Okay.» Sbuffò rassegnato, «Buonanotte.»
«Buonanotte.» Disse la ragazza, prima a Cam, poi a Noel che ricambiò il saluto e si spostò per permetterle di uscire.
Quando rimasero soli, Noel sostenne lo sguardo truce di Cam in silenzio per un po', poi sfoggiò un sorriso irriverente, «A questo punto dovresti chiedermi se voglio entrare.» 
«Dovrei... perché, vuoi entrare?» 
«A te va?» 
«Non proprio.» 
«E se ti dicessi che ho portato il burro d'arachidi...» Ridacchiò, sollevando una piccola busta del Trader Joe's, «Mi odieresti di meno?»
«È mezzanotte passata, cosa ne dovrei fare?» Si fece beffe di lui, ma per Cam, qualsia si ora del giorno o della notte era un buon momento per il burro d'arachidi. Camminò in casa e lasciò la porta aperta, che era un chiaro invito a seguirlo.
«Chi era quella ragazza?» 
«Le mie relazioni non sono affar tuo.» Ringhiò Cam, guardando Noel posare la busta di carta sul bancone.
«È questo che è?» La voce di Noel vacillò leggermente, «Una relazione?» 
«Sei venuto per dirmi qualcosa?» Chiese aspramente con un'altra domanda, evitando intenzionalmente di rispondergli.
«Si, in effetti, mi stavo giusto chiedendo-» 
«Hai provato con google?» Lo prese in giro il rosso, ma Noel, che aveva in mente di fare anche peggio, sorrise e continuò, «Ce l'hai sempre quel problemino al "pistolino"?»
«Il mio "pistolino" non ti riguarda, chiaro?»
«Oooh no...» Rise, vedendolo imbarazzato e irritato, «Grazie al cielo non mi riguarda!» Noel sfidò seriamente la sorte continuando a canzonare Cam e avvicinandosi a lui mentre il rosso lo guardava come se volesse colpirlo sul naso. «Okay okay, ascolta. Ora sono serio.» Disse, accarezzandogli appena il braccio, «Non ci siamo salutati nel migliore dei modi l'ultima volta. Sono qui perché sembravi davvero scosso ed ero preoccupato. Volevo solo assicurarmi che stessi bene.»
«Sto benissimo, grazie.» Sbuffò, scrollandosi la sua mano di dosso, «Ma starei meglio se te ne andassi.»
Noel roteò gli occhi e le labbra di Cam si alzarono un po'. «Se vuoi parlare di quanto è successo-» 
«Non ne voglio parlare!» 
«Va bene. Forse è meglio aspettare del tempo... finché non abbiamo assimilato la faccenda.» 
«Non c'è più niente da dire, Noel.» 
«Una cosa c'è.» Lo contraddì, poi continuò nonostante il nodo che gli stringeva la gola, «Ti chiedo scusa. Io-» 
«Non devi scusarti. Te l'ho già detto, la colpa è mia. Sono stato un idiota a dirti quelle cose.» 
«Non sei un idiota, Cam. Io credo che tutti e due abbiamo detto cose che non pensiamo.» 
«Io lo penso quello che ho detto. Solo che... non dovevo dirlo.» 
«Dici sul serio?» Chiese Noel con voce tremula, e quando lo vide annuire continuò, «Se in quello che hai detto ci credi davvero... ripetilo di nuovo.» 
«Sono irrimediabilmente innamorato di te, Noel.» Disse senza esitare un solo secondo, poi abbassò lo sguardo e blaterò in modo goffo qualcosa di incomprensibile.
Ed eccole lì, le parole che solo Cameron poteva dire per far vibrare ogni muscolo, osso e nervo nel suo corpo. Noel sentì il cuore battere forte e lo stomaco contrarsi. Gli sembrò di avere la testa completamente vuota, ma si sentì fottutamente vivo, come se fosse fatto di elettricità e fuoco.
Dopo qualche minuto in cui regnò il silenzio, Cam alzò gli occhi verdi e incrociò quelli blu di Noel che, senza neanche accorgersene, gli stava correndo incontro. Il più basso gli afferrò il volto lentigginoso tra le mani e, sollevandosi appena sulle punte, catturò le labbra dell'altro con le sue.
Cam inciampò all'indietro, colpendo il bordo del bancone della cucina in modo spiacevole, ma nemmeno il pulsare del suo coccige riuscì a impedirgli di muovere i fianchi perché Noel era inciampato subito dopo lui cadendogli addosso, con le sue mani che lo stringevano a sé con tutta la sua forza, tenendo gli occhi chiusi e la bocca serrata.
Un attimo prima, stavano discutendo e l'attimo dopo, si era ritrovato lì, schiacciato tra il bancone ed il suo corpo.
Noel riuscì a riprendere il controllo solo dopo pochi secondi, mentre teneva ancora il contatto tra le loro labbra sentì che Cam stava sorridendo nel bacio. Aprì di scatto gli occhi e si allontanò da lui con un balzo. «Merda!» Sussurrò, portandosi entrambe le mani alla bocca e alzando la testa al soffitto, «Merda! Merda! Merda!» Ripeté, sull'orlo di una crisi di nervi. Continuò ad imprecare per qualche minuto finché parve ricordarsi della presenza di Cam davanti a sé. Rimase pietrificato notando che lui era fermo a fissarlo con le braccia conserte e un sorrisetto soddisfatto stampato in faccia.
«Dici che ami la tua ragazza, che sei soddisfatto della tua vita... ma le tue azioni ti tradiscono.» Vedendo lo sguardo perso del biondo su di sé il ragazzo iniziò ad andargli incontro. Non era ancora sicuro di cosa pensare, ma parte di lui si rallegrava poiché sentiva che c'era stato un sostanziale spostamento di potere in suo favore.
Noel stava ancora guardando per terra, notando i piedi di Cameron che riducevano la distanza tra loro ed ogni passo che faceva verso di lui lo faceva sobbalzare. Inspirò profondamente, mettendo insieme tutta la sua freddezza per poter guardare in quegli occhi da cucciolo. «Stai indietro, cazzo! Non è come pensi.» Allungò le braccia davanti a sé ancora visibilmente scosso.
«Perché tutte quelle chiamate?»
«Ero solo preoccupato per te.»
«Perché eri così preoccupato?»
Noel lo guardò e si pettinò i capelli all'indietro, «Non rispondevi.» 
«Si tratta solo di questo?»
«Si.» Piagnucolò, strofinandosi i palmi delle mani sugli occhi.
«Bugiardo!» Cam fissò l'altro uomo, esteriormente fece un leggero sorriso ma interiormente era in preda al panico. Sapeva che stava spingendo troppo e che Noel lo avrebbe odiato per questo, ma non gli importava. «Allora dimmi perché mi hai baciato.» 
Noel aprì la bocca, sbatté le palpebre, cercò di parlare, ma le parole non arrivarono.
Cam continuava ad avanzare, con calma, noncurante del terrore negli occhi di Noel, le pupille gonfie e innegabilmente fisse sulle sue labbra del ragazzo che continuò a parlare. Tutti i pensieri di Cam sullo scusarsi per il suo comportamento e la promessa di non comportarsi più in quel modo, si dissolsero. Non c'era assolutamente nulla nel comportamento di Noel a suggerire che non fosse pienamente d'accordo con tutto ciò che stava accadendo tra di loro.
«Vieni qui, mi baci e pretendi che io faccia finta di niente...»
Quando finalmente lo raggiunse, Noel fece un passo indietro ma poi si fermò, lasciandolo avvicinare. Cam avvolse le sue lunghe braccia attorno alla sua vita, strattonandolo delicatamente verso di sé e assaporando lo sfregamento tra i loro vestiti. Esitò un attimo in attesa di valutare la risposta dell'altro, poi chiuse gli occhi e sorrise, «Lo sapevo.» Erano così vicini che Cam riuscì a sentire l'erezione dell'altro contro la propria gamba. «Tu vuoi esattamente quello che voglio io.» Sollevò una mano e la posò sulla pelle leggermente ruvida della guancia di Noel che girò subito la testa abbastanza da premere le labbra nel palmo di Cam, chiudendo completamente gli occhi quando il pollice gli accarezzò lo zigomo.
«Cosa stiamo facendo?» Mormorò, non del tutto in grado di incontrare gli occhi di Cam, con il suo corpo così vicino e il suo respiro così acuto.
«Penso che tu lo sappia.» Rispose il rosso, appena udibile.
Noel allungò le braccia tremanti dietro la schiena del giovane e si aggrappò alla parte posteriore della sua camicia con entrambe le mani, «Cam, non posso.» Piagnucolò, ma poi gli posò la fronte sul petto e lo strinse ancora di più a sé, «Non posso.»
Cameron annuì ma non si mosse, invece disse, «Allora respingimi.»
La testa bionda scattò indietro e Cam incontrò quegli incredibili occhi azzurri, poi abbassò lo sguardo sulla bocca di Noel, desiderandola più di ogni altra cosa. 
«Noel, ho così tanta voglia di baciarti che non riesco più a resistere.» Confessò Cameron, «Se vuoi che mi fermi lo farò, senza protestare.» Cam resistette eroicamente, serrò i denti combattendo l'impulso di baciarlo, rifiutandosi di chiudere la distanza tra loro e fermandosi proprio prima di cogliere le sue labbra in un bacio. «Ma se ora mi permetterai di baciarti, ti avverto che non sarò più in grado di fermarmi.» Afferrò con dolcezza il viso di Noel tra le mani, solo con i polpastrelli, gli stampò un bacio sulla fronte e poi, respirando dolcemente con il naso, continuò fino ad arrivare alla bocca. Le loro labbra si adattavano perfettamente e le lingue si muovevano insieme lentamente, dolcemente.
Noel non fece resistenza e senza dire una parola schiuse le labbra per lasciarlo entrare.
Per qualche ragione, quella voce nella sua testa che urlava quanto tutto ciò fosse sbagliato fu facilmente soffocata, forse erano i suoi occhi verdi o la sua lingua argentata, ma aveva fatto esattamente quello che si era imposto di non fare mai, cedere a Cameron e qualunque cosa ci fosse tra loro.
Magari Noel non sapeva che cosa stessero facendo, ma di sicuro non voleva che finisse. Gli avvolse le mani sulla parte posteriore della testa, e quando lo sentì ansimare il suo nome tra un bacio e l'altro, strinse possessivo le dita tra i suoi capelli e li tirò appena per farlo abbassare ancora un poco.
Si tirarono indietro per guardarsi l'un l'altro e sorrisero. Il pollice di Cam prese subito il posto della sua bocca, massaggiando le sue labbra di Noel, gonfie e incasinate dal bacio. «Cam...» Provò a dire il biondo, ma Cameron lo baciò rapidamente, temendo le sue parole. Noel si tirò ancora indietro, solo per piegarsi di nuovo per un altro piccolo bacio. «Forse dovresti darmi una ragione per restare.» Sussurrò con un sorriso arrogante sul viso. Cam si fermò e strinse gli occhi su di lui, lo afferrò dal polso e gli strofinò il suo cazzo traditore trasformato finalmente in acciaio nella mano, «Questa ragione è sufficiente per te?»
«Pensavo non ti funzionasse.» Disse, sorpreso.
«Te l'ho detto, con te funziona sempre.»
Si baciarono profondi e disordinati salendo per le due rampe di scale, premuti uno contro l'altro, petto a petto, labbra sulle sue. Cam a tratti lo sollevò da terra afferrandolo da sotto il sedere, mentre Noel lo liberò dalla giacca sfilando un braccio alla volta e lasciandola cadere sui gradini lungo la strada fino alla stanza da letto. Noel fu premuto dolcemente contro la porta mentre si chiudeva, poi accompagnò Cam verso i piedi del letto senza mai separare le loro labbra.
Prima di tutto, Cam si liberò del giaccone che Noel non aveva ancora tolto da quando era arrivato, poi fu il turno del maglione pesante, ma con suo enorme dispiacere, scoprì che lui indossava anche una camicia. Nonostante il freddo dicembrino, Noel aveva scelto davvero il momento meno opportuno per trasformarsi in una matrioska di vestiti.
Cameron si chinò e cominciò a baciargli teneramente il collo e Noel, per alcuni secondi, inspirò appena, sentendo il calore contro la guancia e ascoltando il respiro irregolare che gli fecero scoppiare la pelle d'oca in tutto il corpo. Era impossibile per Noel riuscire a concentrarsi su qualsiasi altra cosa all'infuori di Cam che lo agguantava alla gola. Per un momento temette che gli stesse lasciando un succhiotto ma, invece di terrorizzarlo, quell’idea lo eccitò più del dovuto. L'unica cosa che riuscì a fare fu afferrargli i capelli rossi mentre lui leccava, baciava, succhiava la sua pelle.
Cam gli sfilò lentamente la camicia dai pantaloni, scivolando con le dita sugli addominali, poi fece un passo indietro per guardare i bottoni che scendevano sul petto di Noel. Sbottonando il primo, espose la clavicola e subito cedette al suo bisogno di tornare con le labbra da qualche parte su quel corpo. Premette diversi baci sulla pelle morbida prima di far scorrere il dito lungo il torace liscio e pallido e aprire rapidamente i bottoni rimanenti.
A Noel sembrava essere passata un'eternità da quando era stato toccato in quel modo l'ultima volta e non ricordava che il suo corpo avesse mai reagito così. Labbra e mani di Cam mandarono all’inferno tutto l'autocontrollo di Noel che lo spinse sul letto e fece scorrere lo sguardo sul suo bel corpo sdraiato sulla schiena, che fremeva piacevolmente sorpreso e impaziente, in attesa che il biondo lo raggiungesse. Si sfilò velocemente la camicia e gli si arrampicò sopra, ingabbiandolo con le braccia ai lati della testa. Cam gli rivolse il sorriso più dolce che avesse mai visto, prima di intrecciare le dita dietro al suo collo per tirarlo giù in un altro bacio. Si liberano goffamente dei vestiti rimasti, cercando ancora di mantenere le loro bocche attaccate l'una all'altra.
Stava succedendo tutto così in fretta... rimasero nei soli boxer nel giro di un minuto.
«Ehi, tutto okay?» Chiese preoccupato Cam quando la luce della luna fece brillare gli occhi lucidi di Noel. Il biondo annuì, ma gli occhi gli diventano ancora più acquosi e cercò di nasconderlo chinandosi fino ad affondare il viso nel petto del ragazzo sotto di lui, «È solo che...» 
«Cosa? Che c'è? Ho fatto qualcosa di sbagliato?» 
Noel fece di no con la testa e lo baciò tra i pettorali. Cam gli infilò le dita tra i capelli e li accarezzò dolcemente, «Non dobbiamo farlo per forza, se non ti va.» 
«Non volevo dire questo.» Borbottò contro la pelle pallida di Cam, prima che lui gli stringesse le braccia per forzarlo a mettersi seduto e guardarlo in faccia. «Noel, se non vuoi... non voglio costringerti.»
La faccia di Cameron sembrava così addolorata che Noel avrebbe voluto urlare contro se stesso per aver rovinato il momento così perfetto che stavano condividendo. «Non ho mai detto di non volerlo fare.»
Cam lo trattenne sul suo grembo stringendolo per i fianchi tra le mani e mettendosi seduto unì facilmente le loro fronti. Si guardarono in silenzio, le mani tremanti e disperate che si toccavano dappertutto, i nasi e le guance che si sfioravano e le labbra che si unirono in un bacio a stampo che finì con uno schiocco.
«Lo vorrei anch'io, Cam. Davvero.» Disse velocemente in modo che la sua voce non vacillasse troppo e, dopo aver tirato su con il naso, aggiunse, «Ma ora non ce la faccio.» Noel continuò a singhiozzare anche quando il rosso gli prese il viso tra le mani, «È tanto, Cam. Voglio dire, è tantissimo. Io non ce la faccio.» 
«Sssh.» Cercò di tranquillizzarlo, accarezzandogli le guance con i pollici, «Va tutto bene. Lo capisco.» 
«È colpa mia... io... io forse sono rotto.» Noel scese dal grembo di Cameron e giù dal letto, «Mi dispiace. Mi dispiace tanto. Per tutto.» 
Cam allungò la mano, afferrando il braccio di Noel e tenendolo forte finché non si fermò. «Va bene, basta, aspetta un secondo.» Sospirò pesantemente, riportandolo sul materasso, «Prima di tutto smettila di dire stronzate.» Lo lasciò andare e fece un respiro profondo mentre l'altro rimase a guardarlo, «Tu non sei rotto. E poi... è tutto okay.» Sorrise, «Quello che mi stai dando adesso è molto più appagante del sesso. Sei solare, intelligente, bello, sensibile. Scopare è l'ultimo dei miei-» 
Noel non riuscì a trattenersi, premette contro Cam e lo baciò lungo, deciso, dolce e casto. Nessuna lingua, nessun desiderio ardente di perdere i vestiti, se solo li avessero avuti ancora addosso, si intende. Non era neanche più duro nei suoi boxer. Noel si sentiva semplicemente soddisfatto. «Allora, ora ascoltami bene.» Disse con un tono un po' più sereno, appena liberò Cam dal bacio, «Ho qualcosa da dirti.»
«Okay.» Rispose perplesso il rosso.
«Mi conosci da tre anni. Conosci pregi e difetti.»
Le labbra di Cam reagirono immediatamente a quelle parole aprendosi in un risolino. «Oooh si.» 
Il sorriso di Cam era caldo come la luce del sole e Noel non ne aveva mai abbastanza, ma in quel momento storse il naso alla presa in giro del ragazzo e lo richiamò alla serietà con un finto grugno.
«Cioè...» Riprovò, con un tono serio ma ancora goliardico, «Sì.» 
«Probabilmente mi conosci... meglio di chiunque altro, compresi i miei genitori. Loro non mi hanno visto piangere per "Balla coi lupi", tu si invece.» 
«Dove vuoi arrivare, Noel?» 
«Tu, più di tutti, sai che mi ci vuole un po' per elaborare le cose. Come quando ho traslocato nel mio appartamento nuovo o quando mi sono iscritto in palestra.» Vide Cam annuire e continuò, «E va bene, è così che vanno le cose. Io non sono veloce. Ma ora sono venuto qui per dirti... che questa cosa tra me e te richiederà più tempo di un trasloco o di qualsiasi altra cosa.» 
«Okay.» Rispose semplicemente Cam, alzò le coperte e ci si infilò sotto. Il biondo aggrottò le sopracciglia confuso, ma prima che potesse dire qualcosa, Cam iniziò a picchettare con il dito sul materasso, «Vieni qui.»
Quando Noel non si mosse, l'altro lo afferrò per il mento e lo attirò in un bacio, sorpreso dall'azione del più giovane, gemette contro la sua bocca e poi finalmente si accoccolò vicino a lui che lo avvolse tra le sue braccia da dietro.
«Quanto cazzo mi sei mancato.» Sussurrò Noel quando Cam gli annusò i capelli e lo baciò sulla testa.
«Tu no.» Scherzò il rosso, mentre lo stringeva più forte. Entrambi risero e restarono a godersi il momento in silenzio. Non gli importava neanche più se non avessero fatto altro per il resto della notte.
«Vuoi qualcosa da mangiare?» 
«Sì.» 
«Cosa vuoi?» 
«Non lo so. Dammi un minuto, okay?» 
«Si, scusa. Ogni tanto dimentico che sei un po' lento.» Lo prese in giro ridacchiando e Noel gli pizzicò il braccio per ripicca. «Non c'è problema, Noel, prenditi tutto il tempo di cui hai bisogno.»



Crediti:
- Arrowverse;
- Tutti pazzi per amore;
- Ratched;
- Maschi contro femmine;
- Boku no Omawari-san (My Pretty Policeman);
- Tales of the city;
- Una mamma per amica;
- Chiedo scusa se ho dimenticato qualcuno.
   
 
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