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Autore: God_Eden_Imperial    28/10/2021    0 recensioni
Ambientato dopo la battaglia a Sablier
Genere: Hurt/Comfort, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Gilbert Nightray, Vincent Nightray
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Un tempo non si sarebbe preoccupato dell’atmosfera giusta per dare una notizia a qualcuno. Se era una persona per cui non provava il minimo interesse, gli importava ancora meno; ma con Gilbert era diverso…era sempre stato tutto diverso...e adesso, ammirando il paesaggio della città illuminata dal pallore dei caldi raggi del sole, splendente in un cielo azzurro e limpido, pensava che quella era la giusta atmosfera per dirgli ciò che già da qualche giorno avrebbe dovuto rivelare.
Però…era difficile. Sarebbe stato doloroso? Probabile, ecco perché aveva voluto aspettare il momento adatto e quella giornata era perfetta.
Ora mancava soltanto lui.
“Vince”
La sua voce lo faceva emozionare ogni volta, soprattutto quando pronunciava il suo nome: che il tono fosse arrabbiato, severo o allegro, come in quel momento, era irrilevante. Amava quella voce quanto il proprietario.
“Buongiorno, Nii-san”
Lo salutò intanto che veniva raggiunto da Gilbert con un sorriso. I due si avviarono lungo le strade della città, passeggiando tranquillamente e godendosi la compagnia reciproca.
Com’era bello passare il tempo insieme…come non lo era mai stato.
“Come mai hai voluto vedermi proprio qui? A quest’ora poi. Di solito, la mattina, ci metti un’eternità a svegliarti”
Disse Gilbert guardandolo curiosamente. Vincent sorrise, tenendo gli occhi di fronte a sé, sulla strada.
Ora o mai più!
“C’è una cosa importante che devo dirti”
“Quel tono…così mi fai preoccupare, Vince. Spero non sia qualcosa di grave”
Vincent scosse la testa, facendo rallegrare il fratello che si bloccò in mezzo alla strada non appena il più giovane aggiunse:
“Parto per un viaggio”
…cosa?
Era l’unico pensiero che passò per la testa di Gilbert intanto che fissava suo fratello che, non sentendo più i passi del maggiore, si fermò a sua volta, voltandosi indietro a guardarlo.
“Perché?”
Chiese infine Gilbert, tenendo gli occhi fissi su Vincent che fece un’espressione triste, ma comunque mostrando un dolce sorriso.
Il tuo desiderio prima di lasciare questo mondo è assistere al miracolo: rivedere Oz e Alice. Io…sono l’unico a poterlo realizzare. Per questo…andrò a cercarli e non mi fermerò finché non li avrò trovati e riportati da te…a costo di girare per tutto il mondo più e più volte!
Era quello che voleva dirgli, la risposta che per giorni e giorni si era ripetuto finché non ebbe il coraggio di volergliele dire in faccia.
“Io…vorrei vedere il mondo”
Che risposta banale!
Pensò schiaffeggiandosi mentalmente. Che razza di scusa era quella?!
Doveva sbrigarsi a rimediare.
“Quello che intendo è…insomma, siamo sempre rimasti qui…raramente siamo usciti dalla città e…beh, pensò che adesso sia il momento giusto per…”
Si stava agitando e non riusciva più a trovare le parole giuste. Temeva della reazione di Gilbert che, mentre lui era impegnato a formulare una nuova frase di senso compiuto, lui se ne stava in silenzio a fissarlo, finché non si fece finalmente avanti, raggiungendo di nuovo Vincent e guardandolo negli occhi.
“Andiamo insieme”
Quella proposta era talmente allettante che Vincent dovette trattenersi con tutto se stesso per non accettare e trascinarlo con sé per tutto il mondo alla ricerca dei suoi due giovani amici.
Il suo cuore fece una capriola per l’emozione e il suo visò si imporporò.
Non poteva portarlo con sé, voleva che fosse una sorpresa; inoltre, uno dei due doveva restare insieme ai Baskerville, al servizio del nuovo Glen. Leo si era già arrabbiato alla notizia di Vincent che se ne andava, avrebbero rischiato di venir allontanati dal Clan se entrambi fossero partiti e, ormai, quel posto era l’unica cosa che era rimasta a entrambi, dovevano tenerla cara…o almeno, uno dei due doveva farlo. E chi meglio di colui che avrebbe dovuto prendere la nomina di capofamiglia un secolo prima poteva farlo?
Vincent quindi scosse di nuovo la testa, rifiutando l’invito a malavoglia. Gilbert tentò di fargli cambiare idea ma, rendendosi conto che non ci sarebbe riuscito, alla fine si arrese e si limitò a prendergli la mano, avvicinandosi ancora fino a far toccare le loro fronti.
“Quando partirai?”
“Domani”
Lo disse in un sussurro ma fu abbastanza affinché Gilbert potesse sentire e una terribile sensazione lo pervase.
Sarebbe rimasto solo? Davvero…solo…
Quando non era con Vincent, c’erano Oz e Alice e viceversa…adesso se ne stavano andando tutti.
Cercando di soffocare quel pensiero e costringendosi a non scoppiare a piangere per la frustrazione, aggiunse:
“Tornerai in tempo…vero?”
Vincent sorrise con dolcezza, alzando l’altra mano per accarezzargli la guancia e spostando una ciocca scura dietro l’orecchio.
“Certo…non appena sentirò il mio corpo iniziare a cedere, verrò subito da te…è una promessa”
Rispose alzando la mano che ancora stringeva quella di Gilbert. Staccandola dalla sua, alzò il mignolò e il maggiore, dopo un attimo di esitazione, fece lo stesso, stipulando la promessa.
“Allora…visto che domani andrai via…oggi passiamo tutto il giorno insieme, che ne dici? Faremo tutto quello che vorrai”
A quelle parole, il viso di Vincent si illuminò di felicità. Gilbert sorrise con dolcezza, afferrandolo improvvisamente per un braccio, confondendo il più giovane che lo guardò senza capire, finché non si ritrovò nel goffo abbraccio di suo fratello. Con un braccio in meno era difficile, ma a Vincent non importava e ricambiò quella rara dimostrazione d’affetto.
Rimasero stretti per un tempo indeterminato, senza far caso alle persone attorno a loro. C’erano soltanto loro due ed era abbastanza.
“Senti Gil”
“Dimmi”
Vincent si era staccato e adesso lo stava di nuovo guardando negli occhi con un enorme sorriso allegro.
“Ti andrebbe di venire a casa mia?”
_______________

Quando gli aveva fatto la proposta di andare a casa sua, non credeva che dicesse sul serio, non del tutto almeno. Insomma, Vincent, per la maggior parte del tempo, era alla villa dei Baskerville, accanto a Leo. In effetti, nell’ultimo periodo aveva notato che si assentava più spesso del solito e nessuno sapeva dove se ne andava.
Era quello il suo segreto?
Gilbert ne ebbe la conferma quando, poche ore dopo, si ritrovò nella nuova camera di suo fratello minore. L’appartamento che aveva preso era piccolo ma davvero accogliente. Si trovava nella periferia della città, guarda caso proprio nei pressi del porto.
Non c’erano molti mobili ed era stranamente ordinata. Non se lo aspettava, conoscendo Vincent e la sua ossessione nel tagliuzzare i peluche, lasciando tutto in giro senza preoccuparsi di mettere a posto. Quando erano bambini e dividevano la stanza al maniero dei Nightray, se non fosse stato per lui, la loro camera sarebbe sempre stata invasa dall’imbottitura dei peluche, dai pezzi di tende strappate e dalle forbici.
Si aspettava uno scenario simile, invece, non appena mise piede nella camera del fratellino, si sorprese parecchio nel trovarla splendente e con ogni cosa la suo posto giusto.
Era carina: un letto singolo appoggiato alla parete, poco distante dalla porta-finestra che dava su un piccolo balcone che Vincent aveva abbellito con un paio di fiori; dall’altro lato della stanza c’era l’armadio e una libreria piena di libri, probabilmente quelli che Leo terminava di leggere e prestava al suo servitore; al centro della stanza, sopra un morbido tappeto, vi erano un tavolino basso in vetro e un paio di cuscini dove accomodarsi. Non c’erano peluche o forbici e le tende erano intatte.
La luce del sole illuminava il tutto creando un’atmosfera calda e piacevole. Nemmeno a casa sua era mai stato così e i suoi occhi presero a brillare senza che potesse fare nulla per evitarlo.
“Vince…tu…davvero hai preso una casa tutta per te?”
“Beh, direi che la risposta è ovvia, Nii-san”
Rise il più giovane, intenerito dall’espressione di Gilbert.
“Ma…perché? Alla villa non ti trovi bene?”
“Non è quello. Solo…volevo sentirmi come ti eri sentito tu la prima volta che avevi preso un appartamento tutto tuo. Non è niente male come sensazione, anche se…onestamente mi sento un po’ solo qui, a volte”
Rispose Vincent guardando in direzione della porta-finestra con un sorriso malinconico. Gilbert lo osservò curioso per poi avvicinarsi e posare la mano sulla sua testa, accarezzando i soffici capelli biondi.
“E’ molto maturo da parte tua. Sono fiero di te”
Vincent si sentì arrossire mentre il suo sorriso si allargava. Staccandosi da Gilbert e prendendo un cuscino, glielo porse.
“Mettiti comodo, io intanto vado a prepararti del caffè”
“Oh…ti ringrazio”
Vincent uscì dalla camera, dirigendosi verso la cucina, senza smettere di sorridere come una pasqua.
Ha detto che è fiero di me…
Un piccolo suono allegro uscì dalle sue labbra mentre si preoccupava di preparare un ottimo caffè per Gilbert, versandone in una tazza dorata e posandola su un piccolo vassoio accanto al contenitore dello zucchero.
Mi ha anche accarezzato i capelli. Sono un po’ nervoso…ma anche così felice.
Pensò sorridendo da orecchio a orecchio e tornando in camera, trovando Gilbert con il viso immerso nel cuscino del letto e nelle coperte.
“Gil? Tutto bene?”
Sentendosi chiamare, Gilbert si ritirò in fretta, imbarazzato per essere stato scoperto e sbrigandosi a sistemare.
“N-no, sto benissimo, è solo che il tuo letto dava l’idea di essere davvero soffice e non ho resistito”
Mentì. La verità era che voleva sentire il profumo di Vincent, sperando di sentirlo vicino dato che il giorno dopo se ne sarebbe andato. Faceva male e non riusciva a non convincersi che sarebbe stata un’ottima esperienza per suo fratello. Avrebbe conosciuto nuove persone e visto tanti posti bellissimi di cui conoscevano l’esistenza solo attraverso i libri e le foto. Vederli di persona doveva essere emozionante.
Allo stesso tempo, però, non voleva che se ne andasse, non voleva rimanere da solo. Leo e gli altri Baskerville non sarebbero stati abbastanza. Senza Vincent, Oz e Alice nulla lo sarebbe stato…
Solo avendoli tutti e tre al suo fianco poteva dire che la sua vita fosse davvero completa e adesso…tutti e tre lo stavano lasciando.
Certo che la vita a volte è davvero buffa.
Si disse accomodandosi al piccolo tavolino con Vincent, incrociando le gambe per stare più comodo e posando, accanto al vassoio, una scatola con il logo di una delle pasticcerie più famose della città.
“Dato il tuo invito, ho pensato di portare qualche dolce”
Disse aprendo la scatoletta e mostrando tre fette di torte: una al cioccolato, una alla panna e fragole e la terza con crema di linone.
Stavolta furono gli occhi di Vincent a brillare, non vedendo l’ora di gustare quei dolcetti scelti appositamente da Gilbert per l’occasione.
Il maggiore prese per prima la fetta di torta con la panna e una piccola fragola sulla sommità. Estraendola, la porse a Vincent.
“Dì aahh”
Il più piccolo arrossì ma eseguì comunque la richiesta, gustandosi il frutto che Gilbert spinse nella sua bocca, guardandolo mangiarlo con gusto.
“Buona?”
Vincent annuì contento, affondando la forchetta nel resto del dolce mentre il fratello assaggiava quella al cioccolato, sorseggiando con calma il suo caffè.
Com’era rilassante…raramente potevano godersi momenti simili e entrambi desideravano beneficiarne al massimo.
Dopo aver terminato la merenda, si sedettero sul letto a parlare del più e del meno, finché non rimasero senza argomenti e il silenzio li avvolse. Era comunque un silenzio leggero e per nulla imbarazzante. Si stavano godendo la reciproca compagnia appoggiati l’uno all’altro.
Ad un tratto, Vincent decise di rompere il ghiaccio.
“Gil…”
“Mh?”
“Ecco…”
Staccandosi leggermente da lui e ottenendo il suo sguardo su di sé, spostò il viso arrossato altrove.
Va bene chiederglielo…no? Insomma…siamo solo noi due…dopotutto.
“Qualcosa non va, Vince?”
“Io…volevo chiederti se…ti andrebbe di…ecco…”
Gilbert notò come balbettava, le sue guance rosse, il tremore nella voce e il modo in cui si torturava le dita. Improvvisamente capì cosa voleva chiedergli, o meglio, cosa cercava di chiedergli e si sentì nello stesso modo; scostando a sua volta lo sguardo, puntò gli occhi verso l’esterno.
Raramente, nel corso degli anni, Gilbert gli aveva dimostrato l’affetto che meritava, ma ora che le cose erano cambiate, gli abbracci e i baci sulle guance non mancavano mai, quindi perché adesso erano così nervosi? Forse perché Vincent solo una volta gli aveva chiesto di poter essere abbracciato e non era finita bene?
Nell’ultimo periodo, invece, non aveva bisogno di chiederlo, dato che era sempre Gilbert a fare la prima mossa.
Quindi, ciò che adesso si chiedeva il maggiore era: si tratta di un abbraccio? O magari…
“Nii-san…vorrei…un abbraccio”
“Un bacio”
Lo dissero in contemporanea tornando a guardarsi, bloccandosi e sbarrando gli occhi. 
Gilbert avvampò di colpo per aver interpretato male la richiesta di Vincent mentre quest’ultimo sentiva il cuore iniziare a battere follemente.
“D-davvero Gil?”
Lo guardò speranzoso e Gilbert subito sguardò da un’altra parte, completamente rosso in viso.
“N-non possiamo, Vince…lo sai”
“M-ma lo hai appena proposto tu”
“Ah…”
Non poteva certo negarlo a questo punto.
In fondo…è solo un piccolo bacio…non ci vedrà nessuno quindi, di conseguenza, non lo saprà nessuno…siamo solo noi- che accidenti sto dicendo??? Siamo fratelli, è sbagliato, è molto sbagliato!
“Gil…va bene un abbraccio”
Disse Vincent notando l’agitazione di Gilbert. Avrebbe tanto desiderato un bacio ma…come sempre, si sarebbe accontentato.
Il più grande, riprendendosi dall’imbarazzo, acconsentì e, sporgendosi verso di lui, perse l’equilibrio facendo cadere entrambi sul materasso.
“Ah…scusa Vince, con un braccio solo a volte mi capita”
Vincent rise, facendolo tranquillizzare mentre lo guardava. Gilbert era sopra di lui, tenendosi con l’unica mano per non rischiare di schiacciarlo.
“Non preoccuparti…va bene”
Si guardarono negli occhi e Vincent prese ad accarezzargli il viso, allungando poi maggiormente le braccia per avvolgerle attorno alle spalle di Gilbert, tirandolo giù e stringendolo in un altro goffo abbraccio.
Rimasero in quella posizione, rotolando sul letto per permettere a Gilbert di sistemarsi più comodamente e avvolgere il suo unico braccio attorno alla vita di Vincent.
“Dolce”
Sussurrò all’improvviso Vincent e Gilbert lo guardò curiosamente, senza capire.
“Il profumo di Nii-san oggi è dolce”
Quelle parole fecero arrossire il ragazzo dai capelli scuri che, staccandosi, si tirò a sedere per estrarre una piccola boccetta da una delle tasche della giacca. 
“Ho comprato un profumo nuovo l’altro giorno, forse ti riferisci a questo”
“Un profumo nuovo?”
Gilbert annuì, invitandolo a sedersi e chiedendogli di porgergli il polso. Vincent lo fece e l’altro spuzzò poco del profumo sulla pelle candida e calda del più piccolo.
“Ah…sì, è questo il profumo che ho sentito prima. E’ vaniglia, vero?”
Chiese sentendo l’aroma provenire dal suo polso che venne baciato da Gilbert. Sussultò, non aspettandoselo e osservò suo fratello lasciare un scia di piccoli baci lungo il suo braccio nudo, salendo sulla spalla, arrivando fino al collo dove affondò il viso, spingendo Vincent sulle coperte e sdraiandosi su di lui.
“G-Gil?”
“Shh…non dire nulla…solo…voglio restare così per un po’”
In quella posizione, era impossibile per Vincent non sentire il cuore di Gilbert battere molto forte e di sicuro il suo batteva altrettanto freneticamente. Nel silenzio della stanza, potevano sentirli mentre si lasciavano cullare a vicenda dalle reciproche carezze.
“Vince…voglio incontrarti un’ultima volta”
Sussurrò Gilbert rafforzando la presa sul più piccolo che annuì, passando le dita tra le ciocche scure ribelli.
“Anche io…voglio incontrarti un’ultima volta, Gil”
 Mormorò a sua volta, passando ad accarezzargli le guance e sorridendo con dolcezza, perdendosi in quelle iridi dorate che tanto amava.
Così si scambiarono nuovamente la promessa…mentre le loro labbra si toccavano in un dolce bacio.



“Procedimi pure e aspettami…tra non molto ti raggiungerò”
“Eh…? Questo è un problema…dopo tutta la fatica che ho fatto”
“Vince…sono felice che tu sia esistito”
“Sì…anche io sono felice che tu sia esistito, Gil. Io…sono stato felice di poter stare qui”

 
 
 



 
 
 
   
 
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