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Autore: Altair13Sirio    29/10/2021    3 recensioni
[Darling in the FranXX]
Mille anni di pace non bastano a far svanire il passato. Quando dalle profondità della terra emergono dei giganti antichi, Hachi e Nana capiscono che il futuro dell'umanità è nuovamente incerto e dovranno agire per proteggere il mondo che hanno aiutato a costruire.
Formata una squadra di nuovi Parasite, i due adulti metteranno a disposizione le loro conoscenze e la loro esperienza per guidarli verso la battaglia, ma non tutto sarà facile per la nuova squadra e i ricordi di vecchi amici ritorneranno a galla dopo tanto tempo.
"Non credo che il caso possa andare così lontano... Forse il destino... E' così e basta. E ora noi dobbiamo prenderci cura di quei ragazzi!"
Genere: Azione, Science-fiction, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Shoujo-ai
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!, Triangolo, Violenza
Capitoli:
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Occuparsi del bucato non era una delle faccende domestiche preferite di Suzuko, anzi avrebbe detto che fosse una vera e propria seccatura, ma sapeva bene di avere dei compiti da portare a termine così come Aiko e Momo che la stavano aiutando; a Mistilteinn i Parasite avevano un equilibrio ben organizzato anche grazie a lei e alle sue abilità di pianificatrice, era importante che ognuno facesse la propria parte senza intralciare gli altri.
Per esempio, mentre loro stendevano il bucato all'aperto, i ragazzi rassettavano le camere e lavavano i bagni; nessuno ne era entusiasta, ma ognuno accettava quei compiti e sopportava la fatica o la noia… Anche se certe volte la noia diventava troppa e portava a situazioni alquanto bizzarre.
Fu l'urlo furioso di Yoshiki a dare la svolta a quella giornata noiosa. Paralizzò le tre ragazze che rimasero in attesa a fissare l'ingresso della casa da dove provenivano suoni di lotta, in particolare un rapido rumore di scarpe che sbattevano lungo la scalinata che portava al piano terra, seguito poi da altre grida.
Dopo qualche istante dal portone di ingresso della tenuta vennero fuori correndo a perdifiato Hoshi e Yoshiki; il primo teneva stretto in mano qualcosa di piccolo e ghignava estatico, mentre l'altro gli correva dietro con lo sguardo infuocato.
<< Torna subito qui, gnomo da giardino! >> Gridava adirato Yoshiki, che nonostante la rabbia si stava sforzando di moderare il linguaggio. La strigliata dei giorni precedenti da parte di Naho doveva essergli rimasta impressa nella mente.
Hoshi non diceva nulla, rideva e si concentrava sul mantenere regolare la respirazione per poter mandare avanti la fuga, non avendo speranze di battere la prestanza fisica del suo compagno di stanza.
I due ragazzi attraversarono rapidamente il cortile e Hoshi si mise a fare lo slalom tra le corde dei panni, evitando con agilità le lenzuola stese e le ceste con il resto del bucato ancora da appendere al sole; qui cercò di prendere un po' di tempo girando attorno alle ragazze per depistare Yoshiki e alla fine trovò riparo proprio dietro a Momo, che girò su sé stessa nel tentativo di seguirlo con lo sguardo, chiedendogli che cosa stesse succedendo.
<< Vigliacco! Smettila di nasconderti e restituiscimi quello che hai rubato! >> Tuonò Yoshiki, che non voleva saltare addosso alla ragazza per raggiungere il piccoletto e quindi si ritrovava a fare finte a destra e a sinistra nella speranza di farlo allontanare.
<< Ragazzi! Che cosa state facendo? >> Tentò di rimproverarli Suzuko, ignorata da entrambi.
<< Hoshi, non so che cosa tu abbia fatto ma non è meglio se fai quello che ti dice Ojizaki? >> Mormorò tremante Momo mentre il suo partner continuava a guizzarle dietro la schiena e cercava riparo; nonostante ciò, la ragazza non si era spostata e anzi aveva cercato in qualche modo di coprire il ragazzo, pur avvertendo una grande pressione dallo sguardo di Yoshiki.
<< Ho solo preso in prestito una cosa… >> Rispose vago quello, continuando a schivare i tentativi di afferrarlo da parte di Yoshiki. << Avevo solo intenzione di spostarlo mentre pulivamo la stanza, poi lo avrei messo a posto; ma dopo aver visto la sua reazione mi chiedo quali sporchi segreti nasconda in questo bel diario… >>
Quando finalmente ebbe chiara la situazione, Momo si impuntò e voltandosi di colpo verso il proprio partner gli lanciò uno sguardo di rimprovero. << Questo non va bene, Hoshi! Non è bello mettere il naso negli affari privati della gente! >>
<< Oh, figurati che segreti potrà mai avere quello là! "Caro diario, oggi mi sono vantato del mio status sociale solo sedici volte!" >>
La ragazza soffocò una risatina, ma quando si ricompose rimproverò un'altra volta il suo compagno dicendogli che non fosse divertente.
Hoshi scrollò le spalle e cominciò a sfogliare le pagine del diario, gesto che scatenò lo scatto del suo compagno; Yoshiki aggirò Momo e arrivò vicinissimo ad afferrare Kondō, ma se lo vide svanire davanti grazie a un passo rapido del piccoletto, che si rifugiò dietro a un grande lenzuolo appeso nel tentativo di guadagnare altro tempo, con le grida di Suzuko ad ammonirlo di non sporcare i panni.
<< Allora, vediamo che cosa nascondi… >> Disse a voce alta, chiaramente divertito dalla situazione mentre con le dita passava pagine e pagine di testo che non si preoccupò di leggere. Si arrestò di colpo quando arrivò a una pagina con solo un disegno al suo interno; il suo sguardo cambiò radicalmente e la voglia di scherzare di Hoshi svanì in un istante.
Era il ritratto di un uomo, o comunque qualcosa che gli somigliava nelle forme, con il corpo dai bordi tremoli e frastagliati; gli unici dettagli del suo viso nero erano gli occhi e la bocca, tre cerchi vuoti e simmetrici che esprimevano un profondo senso di disagio, come congelati in un lungo e silenzioso urlo. L'essere aveva le braccia aperte e le gambe leggermente divaricate, come se stesse affrontando qualcosa di petto ma ne fosse terrorizzato, e l'intera figura era calcata pesantemente con la matita, lasciando solchi così profondi da quasi strappare la carta sotto di essi.
Hoshi ebbe solo un attimo per esaminare quell'immagine, perché un istante dopo Yoshiki sollevò il lenzuolo e lo raggiunse, approfittando del suo stato di perplessità e strappandogli il diario dalle mani.
Il ragazzo si allontanò a passi pesanti dal cortile dove si era svolta la fine dell'inseguimento, probabilmente intento a tornare alle sue faccende e trovare un posto più sicuro per il proprio diario, mentre il suo compagno di stanza rimase spaesato ad osservarlo da lontano.
<< Ma insomma, che ti è preso? >> Lo rimproverò Momo quando lo raggiunse.
Il piccoletto strinse le spalle. << Volevo solo scherzare un po', ma è impossibile con quello là… >> Rispose pensieroso, scrollandosi di dosso il pensiero di quello che aveva visto. Poi girò lentamente lo sguardo verso la ragazza e la osservò con curiosità. << Tu, piuttosto… Hai qualcosa di diverso. >>
Momo sorrise e distolse lo sguardo con falsa modestia. << Dici? Deve essere per via della nuova uniforme che ho chiesto a Nana e Hachi! >>
Hoshi studiò l'uniforme della sua partner; in effetti era diversa e aveva qualcosa di familiare: bastò un'occhiata per capire che la ragazza stava indossando quella che sembrava essere una via di mezzo tra l'uniforme maschile e quella femminile, senza cravatta o spalline sulla giacca e con dei pantaloni lunghi al posto della gonna segnata dalle strisce di bronzo.
<< La gonna mi stava scomoda, quindi gli ho chiesto se fosse possibile avere qualcosa di più… Normale. >> Spiegò piegandosi un po', facendo vedere le gambe ben coperte. << Però ho tenuto la mantellina. Quella mi piaceva troppo! >>
La ragazza si girò mettendo in mostra la mantellina ricamata di bronzo che le cingeva il busto e questa svolazzò per un attimo. Sembrava particolarmente entusiasta di quel cambiamento.
<< Eh. >> Disse Hoshi sorridendo. << Carina. >>
<< Tutto qua? Solo carina? >> Si impuntò lei.
<< E' carina, ti sta bene! Cos'altro dovrei dire? >>
I ragazzi si esibirono in un breve battibecco che nessuno dei due prese seriamente. Aiko e Suzuko erano contente di vedere nuovamente la loro compagna di squadra così allegra; negli ultimi tempi, anche prima del momento di rottura nella coppia, la ragazza era stata veramente silenziosa, era ovvio che ci fosse qualcosa che la faceva preoccupare. Adesso però Momo sembrava essere tornata la ragazza allegra e spensierata che si era presentata a loro, piena di pensieri positivi come era giusto che fosse.
Da quella sera anche Hoshi era cambiato e aveva cominciato ad andare più d'accordo con la propria partner come dimostravano quelle scenette che inscenavano di tanto in tanto, ricordando molto i battibecchi tra Kya e Ryo; le continue dimostrazioni di affetto di quei due erano diventate sempre più sfacciate e insopportabili. Suzuko si chiedeva se si mettessero in mostra di proposito o se fossero ignari di quel loro continuo chiacchiericcio, delle loro costanti burle, dei litigi e dell'effetto che questo loro modo di esprimere affetto avesse sugli altri compagni di squadra. Era arrivato a un tale libello che non capiva più nemmeno cosa ci fosse di tanto speciale nella loro relazione, perché tutto quello che facevano sembrava così ordinario e privo di senso…
In questo senso Momo e Hoshi si stavano avvicinando a quei due. Momo era sempre stata così con gli altri, ma adesso anche l'umore del ragazzo era cambiato tanto da permettergli di avere rapporti più civili con tutti; lo scherzo fatto a Yoshiki era un chiaro segno del suo nuovo stato d'animo.
<< Abbiamo sentito un urlo. Siete ancora tutti vivi? >> Fece una voce femminile in arrivo dagli alberi. Quando i ragazzi ebbero alzato lo sguardo avvistarono Nana e Hachi uscire dal sentiero; camminavano uno a fianco dell'altra, avvicinandosi con passo rilassato.
<< Oh, è solo quello scemo di Ojizaki. >> Rispose Hoshi con tono sbrigativo mentre la donna gli rivolgeva un sorriso di complicità.
<< Che succede? >> Domandò Suzuko avvicinandosi ai due adulti mimando una posa di attenti. Non si aspettavano di vederli lì, non c'erano lezioni e non era in programma nessun test con gli Stridiosauri.
La donna distolse lo sguardo da Hoshi e le rivolse tutta la sua attenzione. << So che è un po' improvviso, ma avremmo bisogno che vi prepariate per un test molto importante con gli Stridiosauri. >>
<< Vi dispiacerebbe andare a chiamare i vostri compagni di squadra? Riuniamoci tutti qui tra quindici minuti, vi spiegheremo tutto. >> Seguì Hachi con tono inaspettatamente formale, muovendosi a scatti. Poi si voltò dall'altra parte e iniziò a passeggiare girando intorno alla tenuta con Nana che lo guardò stranita.
<< Non serve essere sempre così rigido, sai? >> Lo rimproverò da lontano.
Per tutta risposta quello disse:<< Facciamo venti. >> E si avviò per la sua passeggiata mentre le ragazze vicino alla adulta sghignazzavano.
Nana sospirò. Di rado capitava che Hachi avesse la testa tra le nuvole e facesse o dicesse cose come se neanche stesse a pensarci, ma quando succedeva lo faceva notare subito. Si congedò dalle ragazze dicendo che le avrebbe riviste a breve e si affrettò a raggiungere Hachi, che stava procedendo parallelo alla linea di alberi che circondavano Mistilteinn, quasi a misurare il perimetro della radura.
<< Ma guardali… Prima dicono che c'è un test importante e poi vanno a farsi le passeggiate romantiche… >> Commentò Hoshi disgustato. Momo si voltò di scatto, curiosa come non mai.
<< Credi davvero che Nana e Hachi…? >> Non continuò la frase, ma il ragazzino capì perfettamente cosa volesse chiedergli; annuì con lo sguardo di chi la sapeva lunga.
<< Hai visto come si completano le frasi a vicenda e sono sempre assieme? Quei due si conoscono da mille anni e li hanno passati sempre uno al fianco dell'altra. Insomma, mi stupirei del contrario! >>
<< Vedi di non prendere l'abitudine di impicciarti nella vita privata degli altri, tu! >> Gli disse Suzuko seccata prima di dirigersi verso l'ingresso della tenuta, seguita da Aiko per andare ad avvertire il resto della squadra.
Il ragazzo non capì cosa avesse detto da infastidire tanto la compagna di squadra e se ne lamentò con Momo, che per tutta risposta gli disse di non farci caso e gli sfiorò un braccio per dirgli di andare insieme a cercare gli altri.
<< Oh, scusa… >> Si fermò di colpo dopo averlo toccato. << Volevo dire, se non ti dispiace. >>
Hoshi sorrise mestamente. Da quando avevano litigato, Momo aveva iniziato ad essere molto più attenta a quello che faceva e diceva in sua presenza; sembrava che si stesse controllando per lasciargli il giusto spazio e Hoshi apprezzava veramente quegli sforzi, ma non voleva che si sentisse costretta a cambiare completamente per piacere a lui. In particolare, il contatto fisico era la materia più delicata per loro e ormai Momo non si avvicinava più così tanto al proprio partner senza prima avergli chiesto il permesso.
<< Andiamo e basta, Momo. >> Mormorò lui per tutta risposta, iniziando ad incamminarsi. << Ma grazie. >> Disse voltandosi di nuovo verso di lei, vedendo il suo volto illuminarsi.
La ragazza zampettò seguendo il proprio partner e arrivati all'ingresso della casa andarono insieme a cercare il resto della squadra mentre Aiko e Suzuko si erano già divise ai piani superiori; Hoshi poté scorgere con la coda dell'occhio Sentakami che si infilava nella sua camera, probabilmente alla ricerca di Tetsuya.
Il ragazzo infatti era lì, armato di straccio per i pavimenti che finiva di lavare a terra. << Hoshi, non ti azzardare a prendere di nuovo il diario di Yoshiki! E non metterti a passeggiare per la stanza che ho appena finito! >> La accolse sentendo la presenza della ragazza sulla porta, ma scambiandola per la persona sbagliata; la sua confusione era comprensibile, visto quanto fossero simili di corporatura lei e il suo compagno di stanza, ed entrambi avevano la stessa andatura rapida e sicura di sé.
<< Non sono Kondō. >> Disse atona Suzuko, facendo spaventare il suo partner che si voltò improvvisamente.
<< Oh, S-Suzuko! Scusa, ti avevo scambiata per… Qualcun altro. >> Disse ricomponendosi e agitando con nervosismo lo straccio.
<< Non fa niente. >> Rispose lei, e rimase ad osservare un po' i letti appena riordinati della camera. Tetsuya guardò nella sua stessa direzione chiedendosi che ci fosse di così interessante e alle fine decise di chiederle che cosa fosse andata a fare lì.
<< Abbiamo incontrato Nana e Hachi fuori, hanno detto di radunare la squadra. >> Proseguì lei facendo qualche passo all'interno della stanza e osservandosi ancora un po' intorno. << Sembra che ci sia un test molto importante da fare. >>
<< Oh. >> Tetsuya lasciò andare lo straccio e fece qualche passo verso la ragazza. << Allora sarà meglio andare a vedere cosa vogliono. >>
Suzuko annuì, ma prima che il ragazzo potesse avvicinarsi lei chiuse la porta dietro di sé e vi ci poggiò la schiena contro. Tetsuya rimase a guardarla perplesso chiedendosi che cosa stesse facendo, ma non riuscì a formulare una domanda anche per via dello sguardo torvo che gli puntò contro.
La ragazza rimase a riflettere per un minuto: da quando Momo e Hoshi avevano cominciato ad andare d'accordo, il loro rapporto si era fortificato, scherzando e prendendosi in giro come vecchi amici; tutto era scaturito da una lite, furiosa, cattiva, che aveva tirato fuori tutto quello i suoi compagni di squadra si tenevano dentro.
Anche Kya e Ryo litigavano spesso; nonostante sembrassero l'idillio perfetto, le loro discussioni animavano Mistilteinn quasi tutti i giorni. Era quasi come se fossero proprio i litigi a rendere così saldo il loro legame, anche quando arrivavano alle mani. Doveva significare qualcosa, se erano così attaccati.
<< Va… Tutto bene, Suzuko? >> Domandò Tetsuya, preoccupato dal fatto che la ragazza non dicesse niente. Quando alzò lo sguardo verso di lui, il ragazzo sentì una improvvisa pressione su di sé.
Suzuko si staccò dalla porta e incrociò le braccia con l'aria di chi aveva la situazione in pugno.
<< Colpiscimi! >>
<< Cosa? >> Sbottò incredulo Tetsuya, ritirandosi nella sua stanza.
<< Ho detto colpiscimi! >> Ripeté la ragazza con sguardo severo. << Dammi un pugno! >>
<< Non potrei mai prenderti a pugni! >>
<< Perché sono una ragazza? >> Il tono di Suzuko cambiò e da perentorio divenne quasi provocatorio; la ragazza sembrava pronta ad azzannare il suo partner, sarebbe bastato solo dire una parola sbagliata.
<< Cosa? No! >> Esclamò lui tirando indietro la testa con gli occhi sgranati. Nonostante Suzuko fosse piccolissima in confronto a lui, Tetsuya vide in quei suoi occhi sbarrati qualcosa di terrificante. << E' perché sei mia amica! >>
<< Sato e Nakamura lo fanno di continuo eppure mi sembra che siano ancora ottimi amici! >> Ribatté quella cercando di aizzarlo. Prova a tirare fuori una scusa migliore. Gli stava dicendo.
<< Che cosa c'entra adesso… Aspetta, Sato e…? >> Il ragazzo sembrò capire solo in quel momento quale fosse il problema; Suzuko aveva nominato spesso quei due, ogni volta riferendosi ai loro risultati a dir poco incredibili e come non capisse che cosa li rendesse così forti. Aveva già capito che la sua partner fosse una persona molto competitiva che più di una volta aveva cercato di spronarlo a dare il massimo, ma era possibile che avesse capito che per avere successo a bordo del Gaia fosse necessario emulare i loro compagni di squadra?
<< Ma loro fanno finta! >> Protestò cercando di far ragionare la ragazza, ma lei gli rispose con sguardo fisso e tono sicuro di sé.
<< Non mi pare proprio! Certe volte le urla di Sato si sentono in tutta la casa e subito dopo è Nakamura a strillare come un pennuto. >>
Tetsuya si portò una mano alla fronte con esasperazione. << Non posso picchiarti in ogni caso! Non è nella mia natura fare queste cose. >>
<< Ascolta Tetsuya: noi due forse non siamo eccezionalmente compatibili e forse non andremo mai d'accordo. >> La ragazza cercò di riavvolgere la conversazione a un punto in cui non fosse stato menzionato il fatto di doverle dare un pugno e provò a cambiare approccio. << Ma come Parasite scelti per pilotare gli Stridiosauri e difendere il mondo, è nostro dovere cercare in tutti i modi di migliorare il nostro rendimento di coppia. Dobbiamo provare ogni cosa! >>
<< E prenderci a botte sarebbe un modo per migliorare il nostro rendimento? >> Sbottò in risposta Tetsuya, fermamente ancorato sulle proprie convinzioni.
Suzuko, che cominciava a spazientirsi, ripeté la sua richiesta e cercò di istigare il ragazzo ad attaccarla aggiungendo:<< Non fare la femminuccia! >> Ma lui sembrò più colpito dalle parole usate da lei.
<< Da quando ti esprimi in questo modo? >>
<< Colpiscimi e basta! >>
<< NO! >> Questa volta entrambi alzarono la voce nel tentativo di sopraffarsi l'un l'altra, ma quella di Suzuko non ebbe minimamente la potenza di quella di Tetsuya e la ragazza rimase allibita per un momento da ciò. << Non voglio farlo! Non mi piace usare le mani e non ho minimamente la confidenza per fare una cosa del genere a te. >>
<< Quindi se fossi un'altra persona lo faresti? >> Commentò delusa lei, tornando all'attacco. << Forse se non fossi una ragazza? >>
<< Ancora con questa storia? Senti, ti rigiro la domanda… >> Tetsuya assunse un'espressione seccata prima di avere un'idea, quindi sorvolò su quella questione per evitare di fare il gioco della sua partner e invece provò a farla ragionare. << Se fossi io a chiederti di colpirmi, tu lo faresti? >>
<< Certo che sì! >> Rispose Suzuko senza la minima esitazione.
<< Ah, davvero? >>
<< Sì! >>
I loro sguardi si incrociarono per un istante: la fredda determinazione di Suzuko, che voleva migliorarsi in ogni modo e non aveva paura di niente di fronte allo scetticismo esasperato di Tetsuya, che per la prima volta si mostrava così.
Alla fine distolse lo sguardo e sbuffò. << Allora comincia tu! Dammi un pugno, bello forte. >> Disse con inaspettata sicurezza nella voce. << E dopo te lo darò io. >>
Suzuko sciolse le braccia e sorrise; finalmente Tetsuya aveva smesso di protestare e si era deciso a collaborare. Si avvicinò a lui vedendo la loro differenza in altezza farsi ancora più marcata e cercò il suo viso un'ultima volta guardando in su. << Bene! >> Disse, e quindi fece un passo indietro.
Studiò per un secondo il busto di Tetsuya e scelse un punto a caso, quindi alzò rapidamente la mano per colpirlo, ma esitò un momento e il suo pugno impattò debolmente contro l'uniforme del ragazzo.
<< Non l'ho neanche sentito. >> Disse lui incrociando le braccia. Il volto mostrava un'espressione compiaciuta mentre Suzuko di fronte a lui cominciava a crollare.
Lei si irrigidì come un gatto pronto ad attaccare e strillò:<< Smettila di essere così duro di comprendonio e colpiscimi! >>
Ma Tetsuya scosse la testa. << Avevo detto "bello forte"! Questo prova che neanche tu sei in grado di colpirmi. >>
La ragazza sembrò sul punto di scoppiare. Agitò le braccia come per colpire ripetutamente il petto del suo compagno di squadra, poi mimò un pugno come per tentare una seconda volta, ma alla fine si tirò nuovamente indietro.
<< E va bene! Neanche io riesco a farlo, contento? >> Concluse voltandosi, non riuscendo a trovare un modo per prevalere in quella discussione. Camminò fino a raggiungere la scrivania in fondo alla stanza e una volta lì si sedette girando la testa verso la finestra; da lì si vedevano Hachi e Nana passeggiare con tranquillità nel prato che circondava la tenuta.
Aveva uno sguardo frustrato e sembrava attendere una domanda per potersi sfogare, anche se probabilmente avrebbe provato a resistere a qualunque tentativo del suo partner di comunicare. Suzuko era ancora un mistero per Tetsuya, ma il ragazzo aveva imparato a riconoscere alcuni suoi modi di comportarsi e ad associarli a determinate emozioni e di conseguenza stava imparando a reagire di fronte a questi comportamenti.
Si avvicinò lentamente e prese posto sull'angolo del letto più vicino alla scrivania.
<< Mi vuoi spiegare perché tutto a un tratto sei così fissata con il voler fare a botte? >> Chiese sorridendo incoraggiante. Gli veniva facile rivolgersi a lei in quel modo, perché gli piaceva quel modo di lei di essere così coinvolta nei suoi progetti e nei suoi ideali.
La ragazza evitò il suo sguardo e continuò a fissare fuori dalla finestra. << Sono quei due… >> Mormorò imbronciata, riferendosi sicuramente a Kya e Ryo. << Sono sempre perfetti in ogni cosa, mentre noi riusciamo a malapena ad ottenere la sufficienza nonostante i nostri sforzi. Pensavo che, comportandoci come loro, i nostri valori di compatibilità sarebbero migliorati e ne ho avuto la prova osservando Sakei e Kondō. >>
Tetsuya avrebbe obiettato che non fosse perché i suoi compagni di squadra stessero imitando Nakamura e Sato che i loro livelli di compatibilità erano aumentati, ma rimase concentrato. << In che senso "comportarsi come loro"? >>
La ragazza finalmente si voltò a guardarlo e sbuffò. << Sai, sono sempre assieme! Si inseguono in continuazione, giocano come due bambini, si stringono e si picchiano senza una ragione. Ho pensato che fosse il contatto fisico a rendere così speciale il loro legame, e ho pensato che potessimo provare anche noi con… I pugni. >>
Tetsuya girò la testa dall'altro lato e rifletté un attimo. Era vero che quei due erano sempre attaccati l'uno all'altra, ma credeva che quella condizione fosse data da qualcosa che aveva permesso prima alla loro amicizia di svilupparsi a tal punto; d'altra parte, il solo pensiero di avere una relazione con Suzuko come quella dei loro due compagni di squadra lo riempiva di imbarazzo, e per quanto fosse d'accordo che il contatto fisico avrebbe potuto fargli perdere un po' dell'impaccio che c'era tra loro, non credeva che avrebbe inciso particolarmente sulle loro prestazioni.
<< Sai, quello che dici potrebbe anche avere un senso… >> Mormorò tornando a Suzuko. << Ma non così. Prenderci a pugni in questo momento sarebbe solo… Come creare una rissa senza senso; anzi, se dovessimo farci male il nostro rapporto ne verrebbe compromesso! >>
Suzuko annuì tristemente. << Lo so che era un'idea stupida… Ma io voglio veramente migliorarmi! Credo davvero che noi siamo compatibili, è solo che ancora non abbiamo trovato quella sintonia giusta per sfruttare al massimo il nostro potenziale. Io so che possiamo fare molto di più! >>
Tetsuya sorrise divertito dal broncio della ragazzina bionda. Aveva capito anche questo, che era una lavoratrice instancabile e quando sapeva di poter fare di meglio ne usciva molto frustrata. << Kya e Ryo hanno qualcos'altro che gli permette di prendersi a pugni e abbracciarsi in continuazione senza che la loro amicizia ne risenta. E poi tutte le persone funzionano diversamente: né io né tu saremmo in grado di colpirci, l'hai visto; non significa che non riusciremo a trovare la giusta sintonia. >>
Suzuko alzò lentamente la testa, quasi completamente distrutta da quella rivelazione. << E allora come dovremmo fare? >>
A Tetsuya dispiaceva vedere la sua partner così triste. Voleva riuscire a superare quello scoglio quanto lei, anche perché immaginava che effettuare la connessione con i loro valori appena sufficienti doveva trattarsi di un grosso sforzo per la Pistil. Così gli venne un'idea.
<< Facciamo così. Fammi vedere la mano. >> Il ragazzo agitò una mano e attese che Suzuko facesse lo stesso, quindi quando lei la alzò con aria perplessa, la unì alla sua e chiuse saldamente le dita.
<< Che stai facendo? >> Borbottò sorpresa, arrossendo all'istante mentre il suo braccio tentava di dividere quell'unione istintivamente.
<< Hai detto che il contatto fisico può aiutarci a stare meglio l'uno con l'altra, quindi possiamo fare così. >> Rispose lui mantenendo un'espressione tranquilla. In realtà il suo viso stava andando a fuoco per la sfrontatezza del gesto che aveva appena compiuto, ma voleva che Suzuko si fidasse di lui.
Così rimasero per alcuni istanti con le mani unite, gli occhi di entrambi puntati su quella strana stretta, increduli. La piccola mano di Suzuko dava proprio una strana sensazione al tatto; la sua pelle era liscia e delicata come ci si sarebbe aspettato da lei, ma era anche incredibilmente fredda e dopo qualche minuto in quella posizione cominciò finalmente a scaldarsi. Per la ragazza era lo stesso dover toccare la mano del suo partner, tremendamente più grande della sua, ma inaspettatamente delicata nei movimenti, come se stesse cercando di non farle male stringendola troppo.
<< In effetti… Non è male. >> Borbottò alla fine la ragazza, distogliendo lo sguardo per nascondere il proprio imbarazzo. Tetsuya sorrise e liberò un po' della tensione, pensando che la sua partner fosse molto più brava di lui a celare quel sentimento.
<< Allora credi che questo sia meglio di prenderci a pugni? >>
Suzuko annuì silenziosa e strinse un po' di più le dita attorno alla mano di Tetsuya. Rimasero ancora qualche minuto in quella posizione finché lei non si ricordò il motivo per cui era andata a cercarlo: dovevano tornare dagli adulti, probabilmente l'intera squadra stava aspettando solo loro.
<< Allora andiamo. >> Disse Tetsuya alzandosi, ma tenendo la mano ferma dov'era. Lei lo guardò confusa e fu in procinto di chiedergli perché non la staccasse, ma alla fine ci ripensò e invece sorrise e lo seguì all'esterno della stanza restando unita a lui.
Mentre scendevano le scale, Tetsuya rise. << E comunque, se ci pensi siamo già stati molto più vicini di così! >>
<< Di che parli? >> Domandò lei voltandosi perplessa.
<< La sera della festa per Aki e Rin… Non volevi andare a dormire e ti ho dovuto trascinare su per le scale… >> Il ragazzo si interruppe quando ricordò come aveva dovuto accompagnare fino alla sua stanza una Suzuko quasi priva di sensi che gli si era aggrappata addosso per tutto il tempo come una scimmietta e diventò improvvisamente rosso. Allo stesso modo gli occhi di lei cambiarono di colpo quando la realizzazione le passò per la mente, facendole ricordare i fatti sbiaditi di quella serata.
<< Oh mio dio! >> Esclamò girandosi dall'altro lato, diventando pallida come un lenzuolo. << Che cosa ho fatto quella sera? Che cosa ho detto? >>
Tetsuya cercò di rimediare a quella situazione imbarazzante che si era venuta a creare e si ritrovò a divagare. << Bé, non eri proprio in te… Sì, diciamo che volevi bere ancora ma ho cercato di darti un contegno, e… Ehm… >>
Nascondendo il proprio sguardo dietro una mano, Suzuko borbottò qualcosa a bassa voce prima di chiedere:<< E mi sono lasciata trasportare in braccio da te? >>
Tetsuya agitò la mano libera. << No, no! Riuscivi a camminare da sola, ma ti sei aggrappata a me… Un po' come quando abbiamo effettuato la prima connessione! >>
Ecco cosa avrebbe dovuto riportare alla mente, non quella serata! Se Tetsuya avesse ricordato di come lui e Suzuko si fossero appoggiati l'uno all'altra dopo aver provato a pilotare il Gaia per la prima volta, quell'imbarazzo non ci sarebbe stato! Però era sorpreso dal fatto che lei non ricordasse assolutamente nulla di quella sera…
Suzuko sembrò in difficoltà. Continuò a rimuginare per un po', chiedendosi come fosse possibile che si fosse lasciata andare così quella sera; la mattina dopo di quella cena la ragazza si era svegliata sapendo di essersi divertita, ma con pochi ricordi di quello che era successo e aveva dovuto sopportare un fastidioso mal di testa per tutta la giornata senza mai attribuirlo all'alcol.
Ansioso di trovare qualcosa che distraesse Suzuko per farle passare la vergogna di quel ricordo, Tetsuya si concentrò sulla propria mano, ancora stretta con forza a quella di lei, e glielo fece notare.
<< Sembra che questa tattica stia funzionando. >> Rise allentando la tensione. Anche Suzuko sorrise e la sua mente poté rilassarsi un poco.
Quando finalmente i due partner arrivarono all'esterno della tenuta, la squadra fu al completo. In quel momento Suzuko lasciò andare la mano di Tetsuya con un movimento rapido, ma gli rimase accanto ed assieme si avvicinarono al resto del gruppo; era comprensibile che preferisse non tenergli la mano di fronte a tutti gli altri, chissà che avrebbero pensato i loro compagni.
<< Grazie per essere venuti con così poco preavviso. >> Esordì Hachi quando l'intera squadra fu riunita nel cortile. << Oggi avreste dovuto avere la giornata libera, ma è stato deciso all'ultimo momento di svolgere un test globale a bordo degli Stridiosauri per determinare una scelta che abbiamo tardato anche troppo. >>
<< Di che si tratta? >> Chiese qualcuno in seconda fila, dal centro del gruppo. Fu Nana a rispondere.
<< Dobbiamo decidere chi sarà il vostro caposquadra. Dovrà essere un leader capace di prendere decisioni e dare ordini all'intero gruppo, mantenendo sempre la lucidità anche in situazioni di emergenza. >>
Non appena fu pronunciata la parola "caposquadra" molti dei ragazzi presenti si illuminarono. Fu come se qualcuno avesse attivato un interruttore, dalla prospettiva di un pomeriggio di test noiosi si era passati all'idea di star effettivamente lottando per qualcosa di concreto. Non che tutti avessero aspirazioni così alte, ma l'idea di poter diventare responsabili degli altri attirava molti dei Parasite.
<< Vi sottoporremo a diverse prove per testare le vostre capacità. Ovviamente terremo conto anche dei test precedenti, ma immaginiamo che le vostre capacità saranno cresciute a tal punto da darvi la possibilità di esprimervi al meglio con i vostri Stridiosauri e alla pari tra voi. >>
L'entusiasmo era già cresciuto. Di solito pilotare era sempre una bella esperienza per i ragazzi e le ragazze, ma dopo tante prove i loro test avevano cominciato a diventare monotoni; questa volta si prospettava qualcosa di nuovo ed entusiasmante!
La squadra era già pronta. Insieme ai loro coordinatori raggiunsero l'ascensore dove si riunivano ogni volta per effettuare i test e scesero nei sotterranei di Mistilteinn fino a raggiungere i laboratori dove erano custoditi gli Stridiosauri. Una volta là, gli adulti si avviarono alle loro solite postazioni e lasciarono i ragazzi agli spogliatoi per cambiarsi. Qui l'atmosfera era leggermente diversa dal solito; se normalmente ragazzi e ragazze chiacchieravano spensieratamente immaginando assieme quello che avrebbero affrontato nei test, questa volta il loro lato competitivo rese le cose diverse.
Persone come Yoshiki, Suzuko e inaspettatamente Rin, iniziarono a vedere i loro compagni come dei rivali. Li rispettavano ovviamente, ma adesso che erano messi l'uno contro l'altro avrebbero dovuto dare il massimo per prevalere.
Si comportarono come al solito tra sorrisi e parole di incoraggiamento riguardo alle imminenti prove, ma la luce nei loro occhi era cambiata e anche i loro partner se ne accorsero quando si riunirono per salire a bordo degli Stridiosauri.
Quando il portellone del Gaia si fu sigillato infatti, Tetsuya riuscì a sentire la tensione nell'aria come se fosse la sua stessa partner a farla salire.
<< E' per momenti come questo che dobbiamo trovare il nostro equilibrio. >> Disse la ragazza prendendo posto ai comandi senza alcuna esitazione. Mandò un ghigno di risolutezza al ragazzo e lo invitò a raggiungerla. << Forza, Tetsuya! >>
 
*
 
Le prove erano state numerose e di diversa natura, ognuna incentrata su un tipo diverso di obiettivi da raggiungere e comportamenti da mostrare in situazioni delicate. L'intera operazione si svolse nella sala addestramento, un ampio spazio attrezzato di un sistema olografico che poteva riprodurre qualsiasi terreno e situazione; in questo modo i ragazzi si erano cimentati in prove di salvataggio, emulato situazioni di battaglia e competizioni sull'utilizzo del loro arsenale, mettendo alla prova le capacità individuali dei singoli e del loro grado di coordinazione in squadra.
Ad aver spiccato nelle prove di salvataggio e coordinazione di squadra erano stati il Gaia e l'Anthurium, che già dall'inizio avevano dimostrato di essere i più motivati in quella competizione. Per quanto volessero dare prova del proprio valore invece, Aros e Xenomorphus erano stati lasciati indietro nella maggior parte dei test, mentre a brillare in battaglia erano stati Iustitia e Animus, molto più adatti negli scontri ravvicinati e in quelli dalla media distanza grazie ai loro corpi agili e progettati proprio per il combattimento intensivo.
La giornata di test si avvicinava alla sua conclusione, ma mancava ancora una prova da completare e sarebbe stata anche la più impegnativa per i piloti: una simulazione di battaglia tra gli Stridiosauri che avrebbe visto diverse coppie sfidarsi a turno. I vincitori del primo turno si sarebbero poi affrontati in uno scontro a tre.
<< Non credo di riuscire a vincere questa battaglia. >> Ammise Kaoru alla sua partner mentre si preparavano alla connessione. << Mi spiace, Aiko. Volevi arrivare più in alto, vero? >>
La ragazza però fu sorpresa di sentirsi dire quelle cose. Per quanto il ruolo di caposquadra non la interessasse, avrebbe mentito se avesse detto di non aver avvertito la spinta agonistica in quella che a tutti gli effetti era diventata una gara a chi fosse il migliore; Kaoru aveva notato il suo atteggiamento più spinto, atto ad ottenere il meglio dallo Xenomorphus, e aveva anche sentito quella spinta attraverso la connessione.
<< Non scusarti. Anche io non credo di avere quello che serve per sconfiggere Fukuda e Ojizaki. Non sono talmente sconsiderata da poter credere di essere tagliata per fare il capo… >> Lo rassicurò lei. I loro compagni di squadra erano stati veramente intensi in quelle prove, probabilmente entrambi avevano motivazioni molto più valide delle loro a dare il meglio e non aiutava che fossero stati assegnati proprio all'Anthurium nella loro prima battaglia, una delle coppie più motivate all'interno del gruppo. << Tu, invece… >>
Kaoru rise. << No, te lo assicuro. Sono bravo a fare le cose per conto mio, ma se devo pensare anche per gli altri non riesco più a fare niente. >>
<< Ah, davvero? >> Disse lei perplessa, abbozzando un sorrisetto. << Eppure mi sembra che tu riesca a pensare sempre in grande quando è per aiutare gli altri… Sei un buon amico, questo è certo, e fai parlare spesso il cuore senza preoccuparti delle conseguenze. >>
Sorpreso da quelle parole, complimenti che mai si sarebbe aspettato di sentire con così tanta gentilezza proprio dalla sua partner, Kaoru dovette distogliere lo sguardo per nascondere un po' il rossore delle sue guance e la ringraziò con voce tremante. Non sapeva quanto ci fosse di vero nelle parole della ragazza, lui sapeva solo di voler proteggere le persone a cui voleva bene, e tra queste c'era anche lei…
Ma questo non glielo avrebbe mai potuto dire.
<< Allora non preoccupiamoci troppo del risultato e concentriamoci su di noi. >> Propose alla fine tornando a guardare verso la sua partner. << Approfittiamo della battaglia per scoprire che cosa ci manca per raggiungere l'equilibrio perfetto e affiniamo la nostra tecnica! >>
Il ragazzo strinse un pugno con intraprendenza e poi lo avvicinò alla ragazza perché lei glielo battesse. Aiko sorrise divertita dall'entusiasmo del suo compagno e gli batté le nocche prima di avviarsi alla postazione di comando per avviare il collegamento.
L'annuncio dei coordinatori agli altoparlanti arrivò come da programma e diede il segnale per i ragazzi di cominciare, così i due partner attivarono i comandi per eseguire la connessione e sentirono le proprie coscienze scivolare in quel turbinio emotivo a cui ormai si erano abituati. Questa volta però furono travolti da una inaspettata eccitazione che nessuno dei due riuscì a spiegare; un'altra caratteristica della connessione era quella di togliere tutti i filtri a pensieri e sentimenti dei Parasite che entravano in contatto e in quel momento, per svariati motivi, entrambi i ragazzi erano parecchio nervosi anche se non lo davano a vedere.
Avevano detto di lavorare sul loro legame e non preoccuparsi troppo del risultato… Eppure, quando i loro corpi furono uniti a quello dello Xenomorphus, una nuova determinazione invase le loro menti.
Al segnale acustico che indicava l'inizio dell'incontro, lo Stridiosauro a quattro zampe si mise in posizione e scattò cercando di muoversi lateralmente rispetto al suo avversario: il terreno che si era creato nella sala di addestramento riproduceva una scogliera rocciosa molto ripida sotto alla quale c'era un breve tratto di spiaggia e poi il mare, dove nuotava l'Anthurium in attesa di una mossa dell'avversario. La conformazione del terreno favoriva lo Xenomorphus, che poteva muoversi agilmente anche su terreni accidentati e per questo Aiko e Kaoru si sbrigarono a trovare un punto sicuro da cui osservare la situazione, tuttavia l'Anthurium era praticamente inespugnabile dalla sua posizione; anche se lo Xenomorphus era in grado di nuotare, non avrebbe mai potuto sperare di superare lo Stridiosauro di Fukuda in quello che era il suo elemento. Ma in qualche modo dovevano pur avvicinarsi, non potevano aspettare che Ojizaki facesse la prima mossa!
Il gigantesco serpente marino meccanico non aveva ancora fatto la prima mossa quando un'idea balenò nella mente di Kaoru: senza spiegare cosa avesse in mente, il ragazzo diede allo Stridiosauro il comando di colpire la roccia sotto ai suoi piedi. Ci volle qualche colpo, ma lo Xenomorphus era abbastanza forte da frantumare quei massi quindi in pochi secondi si scatenò una frana che portò diversi quintali di roccia a riversarsi sulla spiaggia e nel mare. C'era abbastanza materiale da formare una piattaforma su cui camminare per addentrarsi nel territorio dell'Anthurium, così lo Xenomorphus si spostò agilmente per evitare la frana e attese che il tutto si assestasse per bene.
Dalla loro postazione in mare aperto, Naho e Yoshiki osservavano le mosse dei loro avversari con attenzione; non li preoccupava che avessero aperto una via percorribile nel mare, erano ancora in vantaggio, ma se volevano mettersi in mostra di fronte ad Hachi e Nana avrebbero dovuto reagire in fretta. Videro lo Xenomorphus correre verso di loro sulla rudimentale piattaforma che si era costruito e fermarsi all'estremità più lontana, sporgendosi in avanti nel tentativo di avvistarli.
Yoshiki diede il segnale a Naho e questa si preparò a muoversi: la sensazione del corpo dell'Anthurium che si muoveva strisciando era ancora qualcosa di poco piacevole per la ragazza, per questo avevano raggiunto un accordo in cui lo Stamen avvertiva la sua compagna prima di eseguire un particolare movimento in modo da non esserne presa alla sprovvista. Grazie a questa tecnica avevano raggiunto un buon livello di coordinazione, certe volte riuscivano addirittura a comunicare attraverso la connessione, intuendo i pensieri dell'altro appena questi gli saltavano in mente.
L'Anthurium si inabissò sollevando la sua enorme coda e si avvicinò alla piattaforma dello Xenomorphus. Scivolava tra le correnti come se fosse nato per fare quello; quando era a contatto con l'acqua anche Naho riusciva a sentirsi molto più a suo agio: era il movimento sulla terra che le dava problemi e proprio per questo temeva di portare lo scontro sulla riva.
Xenomorphus si guardava intorno freneticamente, deciso a non lasciarsi cogliere alla sprovvista dall'avversario. Era impossibile avvistare l'Anthurium dalla superficie, ma potevano sempre controllare le increspature dell'acqua e notare se ci fosse qualche cambiamento nei movimenti delle onde. Un attimo dopo che Aiko avvistò un'ombra alla sua sinistra, lo Stridiosauro avversario emerse di colpo sollevando grandi spruzzi.
Anthurium tracciò un arco sopra le teste dei ragazzi gettando acqua sopra le loro teste e tornò a tuffarsi in acqua dall'altro lato. Questo era stato solo un avvertimento; la prossima volta sarebbe venuto fuori per colpire e loro lo sapevano.
Kaoru però era anche riuscito a localizzare i suoi avversari adesso: la scelta di intimorirli aveva comportato una grossa svista da parte dei suoi compagni di squadra, rinunciando al vantaggio dell'effetto sorpresa. Adesso sia lui che Aiko avevano gli occhi fissi su quell'ombra gigantesca che svelava la posizione dell'Anthurium sotto la superficie dell'acqua, che continuava a muoversi seguendo traiettorie a caso nel tentativo di confonderli.
Però c'era qualcosa di strano. Fu Aiko a notarlo.
<< Abbiamo a che fare con Ojizaki. Come è possibile che abbia mandato all'aria un vantaggio così grande solo per farsi vedere? >> Domandò voltandosi per un momento, abbandonando lo stato di semicoscienza in cui cadeva quando pilotava.
Ojizaki era un gran manipolatore, estremamente attento ai dettagli e alle apparenze, possibile che arrivato il momento di combattere fosse diventato così approssimativo nelle sue strategie?
Kaoru iniziò a riflettere, cercando ossessivamente qualunque dettaglio potesse essergli sfuggito. I suoi occhi seguivano freneticamente l'ombra dell'Anthurium in acqua mentre la sua mente lavorava alla ricerca di una spiegazione per quell'errore, e assieme a lui anche Aiko non riusciva a smettere di pensare a cosa stessero tramando i loro avversari; i pensieri di Stamen e Pistil erano una cosa sola e se uno dei due piloti si concentrava troppo su un fattore, finiva per trascinare con sé anche il partner.
I parametri della loro connessione cominciarono ad oscillare mentre entrambi iniziavano a vedere pericoli ovunque: la concentrazione di dover seguire con lo sguardo la macchia nera dell'Anthurium, unita alla confusione data dai pensieri di entrambi i piloti sulla tattica di Ojizaki e Fukuda creò un'instabilità nel loro equilibrio che rallentò i loro riflessi.
Uno spavento bastò a fargli perdere per un attimo il controllo: l'Anthurium si avvicinò rapidamente alla piattaforma dello Xenomorphus, costringendolo alla difesa; tuttavia l'unica cosa che uscì dall'acqua fu la coda del serpente marino, sollevando alti schizzi che coprirono la sua visuale. Kaoru credette che l'Anthurium fosse tornato indietro e si fosse lanciato contro di loro dalla distanza, ma dall'acqua non arrivò altro; la confusione durò abbastanza per permettere alla coppia avversaria di aggirare la piattaforma e saltare fuori alle spalle dello Stridiosauro a quattro zampe.
Xenomorphus non fu in grado di spostarsi in tempo e fu colpito in pieno dal muso dell'Anthurium, però grazie al suo ottimo equilibrio riuscì a rimanere a terra. Fu il secondo colpo che lo sbalzò via: una spinta dalla coda di Anthurium che fece perdere la presa ai due piloti in affanno e fece rotolare indietro lo Xenomorphus di diverse decine di metri.
Preso dalla concitazione, Kaoru cercò di rimettere in piedi il suo Stridiosauro e fece dietrofront per tornare sulla terraferma, al sicuro dagli attacchi di Anthurium; ma proprio mentre lo Xenomorphus correva lungo la piattaforma di rocce, il serpente saltò nuovamente fuori dall'acqua e si esibì in un movimento rotatorio con cui colpì l'avversario con più violenza di prima.
Lo Xenomorphus fu scaraventato su quello che rimaneva della scogliera dopo la frana e Aiko urlò dal dolore. Nell'impatto Kaoru credette di schizzare fuori dalla cabina di pilotaggio, ma dopo aver constatato di essere ancora connesso si assicurò subito delle condizioni della sua partner.
<< Sto bene. >> Disse Aiko, che doveva però lottare con un pressante dolore alla schiena. << Mi ha solo presa alla sprovvista. >>
<< Dobbiamo trovare un modo per contrattaccare, altrimenti verremo sconfitti senza aver fatto neanche una mossa! >>
Ma prima che potessero decidere sul da farsi, videro la testa dell'Anthurium spuntare dall'acqua e avvicinarsi rapidamente a loro. Lo Xenomorphus si rialzò rotolando e schivò l'attacco per un pelo; Aiko e Kaoru pensavano che i loro avversari avrebbero impattato con il muro di roccia alle loro spalle, ma invece l'Anthurium frantumò le rocce e sparì nell'entroterra.
Ed ecco l'assurda adattabilità dell'Anthurium: da una parte riusciva a muoversi sott'acqua con estrema agilità, dall'altra era capace di scavare rapidamente gallerie in cui spostarsi nel terreno. I loro avversari avevano completamente dimenticato quella sua caratteristica, essendosi concentrati troppo sullo scontro in acqua.
Kaoru decise di non farsi scoraggiare e cominciò a scalare la parete di roccia. Non poteva più individuare i suoi avversari da là, ma se avesse trovato una posizione più elevata per lo meno non si sarebbe dovuto preoccupare di ricevere attacchi dall'alto.
Con un urlo, Kaoru diede la spinta morale alla sua partner per completare la scalata e spiccare un salto più in alto che poté una volta raggiunta la cima. Lo Xenomorphus si agitò in aria e cercò di localizzare l'avversario: poco distante dalla cima della scogliera, la roccia cominciò a frantumarsi e ne venne fuori la testa dell'Anthurium che li inseguì in aria.
La spinta di Anthurium però non fu abbastanza e il serpente meccanico tracciò un'altra curva nell'aria, puntando verso il mare un'altra volta. Fu in questo momento che Aiko e Kaoru capirono di avere una possibilità per attaccare e girarono il corpo dello Stridiosauro per buttarsi addosso al loro avversario.
L'Anthurium era molto più grande del loro Stridiosauro, non ebbero problemi ad atterrarvi sopra e correre come se fossero sulla terraferma. Aiko dovette prestare estrema attenzione al rimanere aggrappata alle scaglie del serpente per non cadere di sotto e perdere la loro occasione d'oro mentre Kaoru si occupava dell'offensiva; una volta raggiunta quella che sembrava essere una delle giunture nella lunga coda dell'Anthurium, diede un morso allo Stridiosauro avversario e si allontanò di nuovo deciso a ripetere l'operazione.
Naho avvertì il dolore come se un ago le si fosse infilato nella colonna vertebrale e si irrigidì. Lo Xenomorphus continuò a spostarsi lungo la coda dell'Anthurium, mordendo e graffiando diversi punti chiave mentre questo scendeva in caduta libera dalla scogliera. All'ultimo colpo, Kaoru si assicurò di lanciarsi dall'estremità della coda prima che l'Anthurium potesse schiantarsi tirandoli giù con sé e rimase aggrappato al muro di roccia osservando gli avversari. Per sua sorpresa però, l'Anthurium non si schiantò a terra, invece sembrò sgusciare sul terreno per tornare a rivolgersi verso l'alto, spiccando nuovamente il volo nella sua direzione.
Lo Xenomorphus fu colpito nuovamente dalla coda dell'Anthurium e questa volta Aiko avvertì una forte scossa attraversarle tutto il corpo mentre lo Stridiosauro veniva scagliato in acqua.
Oh no! Pensò Kaoru, e la stessa inquietudine che lo colse travolse anche Aiko. Finalmente comprendevano la reale pericolosità dell'acqua in quella battaglia; non si trattava del vantaggio tecnico di Anthurium per via delle sue abilità, ma erano le stesse proprietà dell'acqua a costituire il pericolo.
<< Cos'è stato? >> Domandò ad Aiko, temendo di conoscere già la risposta.
Una scossa elettrica, avrebbe detto lei, ma il dolore le aveva tolto il fiato ed entrambi si stavano già concentrando sul nuotare il più rapidamente possibile per sfuggire a quella situazione. Una voce li raggiunse, aprendo un nuovo canale di trasmissione nello Stridiosauro.
<< L'estremità finale della coda dell'Anthurium trasmette la corrente. >> Disse Yoshiki con uno sguardo serio e impassibile. << Tu sei debole mentalmente, Matsumoto. Sapevo che un comportamento illogico ti avrebbe mandato in confusione e questo avrebbe rallentato i vostri riflessi. Non ti sei accorto che è proprio grazie a quegli schizzi che siamo riusciti a mettervi in ginocchio! >>
L'acqua sollevata dal primo salto dell'Anthurium e che era caduta sullo Xenomorphus aveva condotto l'elettricità quel tanto che bastava da stordirli quasi del tutto. E se il dolore provato da Aiko era stato tale con solo qualche spruzzo, adesso che erano immersi nell'acqua che cosa sarebbe successo?
L'Anthurium rimbalzò sulla parete rocciosa e si lanciò verso il mare tracciando una parabola, pronto a tuffarsi di testa per chiudere lo scontro. Quando vide quella scena, Kaoru fu colto da una grande paura, ma si rese conto che quel sentimento non fosse suo: era Aiko che di fronte all'immagine del loro avversario che si avvicinava non riuscì più a muovere un muscolo.
<< MI ARRENDO! >> Urlò Kaoru istintivamente, alzando una zampa dello Stridiosauro per decretare la fine dell'incontro.
Dall'Anthurium arrivò un unico verso pieno di confusione e si rituffò in acqua senza liberare la sua scarica, rallentando gradualmente fino ad accostarsi allo Xenomorphus.
<< Davvero ti arrendi? >> Chiese la voce di Yoshiki facendo uscire la testa del serpente dall'acqua. << Tutto qui? >>
Kaoru spinse lo Xenomorphus a riva e questo si scrollò come un cane una volta fuori dall'acqua. << Sì. >> Disse. << Non ho intenzione di mettere in pericolo la mia partner. >>
Aiko sentiva il proprio cuore battere come se volesse sfondarle la cassa toracica. Era felice che Kaoru si fosse arreso per lei, ma provava ancora un senso di ingiustizia, come se non avesse avuto l'occasione di completare quello scontro nel modo giusto.
<< Scusami Aiko, lo so che ci tenevi… >> Mormorò lui sorridendo. Lei si voltò ancora col fiatone, lo fissò confusa ma entrambi poterono avvertire un sentimento di sollievo farsi spazio nelle loro coscienze.
Gli Stridiosauri tornarono alle loro postazioni e i piloti furono liberi di scollegarsi mentre il campo di battaglia si rimodellava per tornare alla stanza di addestramento. Quando Aiko chiuse la connessione con il partner, le sue braccia non riuscirono a reggere il peso del suo corpo e rischiò di sbattere con la faccia per terra.
Kaoru fu subito da lei a sorreggerla, ma quando alzò di nuovo la testa scoprì che stava piangendo incontrollabilmente.
<< Ho avuto paura… >> Mormorò lei tremando. << Fa male… Fa davvero male… >>
Lui le offrì un abbraccio e Aiko si resse a lui con tutte le forze che le rimanevano.
<< Va tutto bene. Risolveremo anche questo problema. >>
<< Non voglio più provare un dolore simile, Kaoru! >> Pianse di nuovo lei.
Kaoru non disse niente. Secondo lui c'erano due motivi per cui adesso la sua compagna stava piangendo a quel modo: uno era quello più evidente, ovvero la paura di provare ancora quel dolore, e non poteva certo biasimarla; la scarica elettrica era stata intensa anche se breve… Il secondo motivo per quel pianto doveva essere che Aiko, pur non ammettendolo, desiderava veramente sorprendere gli adulti. Lui lo aveva sentito, la determinazione che li aveva invasi dopo la connessione apparteneva ad Aiko; forse non aveva abbastanza qualità per diventare caposquadra, ma c'era un lato combattivo di lei non indifferente che mostrava di rado e che riusciva a mostrare solo grazie alla connessione.
I due partner uscirono dallo Xenomorphus reggendosi uno all'altra e si fermarono qualche minuto ad osservare i segni lasciati sulla corazza dello Stridiosauro dalla battaglia; c'era solo qualche graffio più vistoso, a dire il vero non avevano ricevuto troppi colpi ma quell'unica scossa era stata abbastanza da metterli fuori gioco anche senza lasciare segni evidenti sul loro Stridiosauro. Kaoru non voleva immaginare che cosa avrebbe sentito Aiko se l'ultimo colpo dell'Anthurium fosse andato a segno.
<< Yo! >> La voce di Ojizaki distrasse i due dai loro pensieri e scoprirono che i piloti dell'Anthurium li avevano raggiunti sulla passerella.
<< Bello scontro. Scusate se ci siamo andati pesante. >> Disse Naho sorridendo cordiale, un po' affaticata dalla battaglia.
Kaoru non fu sicuro di come reagire. Avrebbe voluto arrabbiarsi e dire agli altri quanto avessero fatto spaventare la sua partner, ma forse Aiko non avrebbe apprezzato… Alla fine fu lei a lasciare andare la sua presa e ad avanzare verso la loro compagna di squadra.
<< No, scusateci voi! Non deve essere bello vincere per resa. >> Disse allargando le braccia come se volesse abbracciare Fukuda.
<< Eh, tanto avevamo già vinto. >> Fece Yoshiki distrattamente, che ricevette una gomitata da Naho per dirgli di stare zitto.
<< Avevate veramente intenzione di folgorarci? >> Chiese Kaoru improvvisamente preoccupato.
Yoshiki strinse le spalle. << Chi lo sa. Avevamo un obiettivo e dovevamo portarlo a termine. Con i VIRM dovremo farci pochi scrupoli, quindi sarà meglio adottare quel tipo di mentalità… >>
Kaoru avvertì un brivido dietro alla nuca. Era vero che i VIRM non si sarebbero fatti scrupoli con loro e lo stesso avrebbero dovuto fare loro, ma applicare quel ragionamento anche con i loro compagni di squadra aveva un che di macabro…
<< Bé, io e Kaoru diventeremo molto più forti e impareremo anche a contrastare le vostre tecniche! >> Aiko si tirò indietro e passò un braccio attorno al collo del suo partner con inaspettato trasporto, prendendo alla sprovvista primo fra tutti proprio il ragazzo; il suo tono cambiò talmente tanto che Kaoru credette che fosse stata posseduta o qualcosa del genere, visto che fino a un attimo prima non sembrava neanche in grado di reggersi in piedi da sola e adesso invece mandava occhiolini ai due ragazzi di fronte a sé e teneva le dita alzate in segno di vittoria. << Quindi non scordatevi mai di noi! >>
Yoshiki e Naho assistettero a quella scena senza sapere come reagire, poi non riuscirono a non sorridere di fronte all'entusiasmo della loro compagna di squadra e annuirono con approvazione mentre Kaoru ancora si stupiva del cambio di umore di Mori.
Proprio come la prima volta che avevano pilotato assieme, Aiko si era come trasformata dopo aver chiuso la connessione. Era una sorta di euforia passeggera che le faceva fare cose diverse dal solito; forse aveva a che fare con la stanchezza e questo era il suo modo di recuperare le energie, ma era piacevole vedere quel lato di lei, in un certo senso.
Mentre la coppia dello Xenomorphus tornava agli spogliatoi per cambiarsi nei loro abiti quotidiani e i piloti dell'Anthurium raggiungevano  la sala di controllo dove erano riuniti gli altri Parasite assieme agli adulti, Suzuko e Tetsuya si avviarono verso il ponte assieme ai loro avversari.
Passando sulla passerella incrociarono Yoshiki e Naho di ritorno dalla battaglia, e in quel momento ci fu uno scambio di sguardi tra lo Stamen dell'Anthurium e la Pistil del Gaia.
<< Ti aspetto in finale. >> Disse lui con un sorrisetto, prima di passare oltre e continuare la sua avanzata. Poi diede un colpetto alla spalla del suo compagno di stanza e aggiunse senza voltarsi:<< E non strapazzarmi troppo Maruyama! >>
Oh se era arrogante, pensò Suzuko, ma non si lasciò distrarre. In fondo se le aveva lanciato quella sfida significava che la vedeva come la sua avversaria numero uno per la corsa al titolo di caposquadra; era un modo per riconoscere il suo valore e lei non avrebbe deluso le aspettative.
<< Andiamo, Tetsuya! >> Sorrise carica voltandosi verso il proprio partner, tornando a camminare. Questo la seguì senza dire niente, ancora un po' confuso da quello scambio.
L'avversario del Gaia sarebbe stato l'Aros; Hoshi e Momo attendevano dall'altro lato della pedana, stranamente tranquilli. In effetti negli ultimi tempi il loro rendimento era migliorato vistosamente, ma secondo i suoi calcoli Suzuko avrebbe dovuto essere comunque più forte di loro; il Gaia possedeva un potenziale difficile da sfruttare, ma veramente grande rispetto agli altri Stridiosauri. Stava già elaborando una prima strategia per fronteggiare la potenza di fuoco dell'Aros, ma al resto avrebbe dovuto pensarci una volta visto il terreno su cui si sarebbero scontrati.
Entrando nella cabina di pilotaggio del Gaia, Suzuko tornò con la mente alla conversazione che lei e il suo partner avevano avuto qualche ora prima e gli tese la mano.
Lui la guardò perplesso, sembrò non ricordare la conclusione a cui erano giunti prima, ma alla fine con un po' di insistenza da parte di lei, Tetsuya le afferrò la mano seppure per quel breve tratto che li separava dalla postazione di pilotaggio.
<< Dobbiamo fidarci l'uno dell'altra. >> Disse lei girando attorno alla sua postazione e infilando le gambe una alla volta prima di piegarsi in avanti. << Siamo andati bene fino ad ora, ma adesso dobbiamo superarci ancora una volta! >>
<< Tranquilla. >> Rispose lui, inaspettatamente rilassato. << Non pensare ai numeri, tu concentrati solo su quello che senti nella connessione e tutto andrà alla grande! >>
Lo spero. Suzuko non era scettica dei consigli di Tetsuya, ma quel pensiero le balenò in mente senza che potesse farci nulla. Lui non sapeva quanto fosse importante per lei che avessero successo.
<< Quando siete pronti, potete avviare la connessione. >> La voce di Nana li raggiunse come di consueto e i due ragazzi si misero a lavoro.
Suzuko prese un bel respiro e chiuse gli occhi mentre si preparava ad entrare nel flusso. Non era una sensazione molto piacevole, era come se perdesse completamente la presa sulla propria coscienza e non potesse fare altro che lasciarsi trascinare fino al suo prossimo "contenitore." Sapeva per cosa lo faceva, quindi non voleva lamentarsi, ma allo stesso tempo avrebbe sperato che ci fosse un modo più facile per ottenere tutto quello…
Quando riaprì gli occhi, la sua visione e quella di Tetsuya si erano fuse a quella del Gaia. Era bizzarro sentirsi così in alto, Suzuko aveva sempre l'impulso di alzare lo sguardo, ma non trovava mai nessuno ad attenderlo: il suo Stridiosauro era il più imponente di tutti, superava anche l'Aros in statura.
Quando si rese conto di cosa fosse diventato il campo di battaglia, quasi non credette ai suoi occhi: erano in cima a un picco roccioso alto diverse centinaia di metri, mentre l'Aros se ne stava su di un altro perfettamente uguale a mezzo chilometro di distanza. Attorno a l'oro c'era una distesa d'acqua sconfinata, ma prima di poterla toccare avrebbero fatto un lungo volo…
<< Potete cominciare. >> Annunciò di nuovo la voce, lasciando ai ragazzi il resto.
Cominciare? In che modo? Questo terreno non ci è per niente favorevole!
Suzuko era fuori di sé. L'Aros era in grado di volare molto meglio di quanto potesse fare il suo Stridiosauro anche gonfiando le sue sacche al massimo; non avrebbe di certo fatto della mobilità la sua strategia, ma in quel modo le avevano tolto ogni possibilità di combattere ad armi pari!
<< Suzuko… >> Chiamò Tetsuya alle sue spalle, avvertendo quanto fosse turbata da quella situazione. << Calmati! Troveremo una soluzione. >>
Richiamata alla calma, la ragazza si rese conto di non aver ancora perso. Aveva ragione Tetsuya: la vittoria era ancora a portata di mano, dovevano solo escogitare un piano ben congegnato per spuntarla.
<< Allora… >> Mormorò ricomponendosi, tradendosi per un momento attraverso la sua voce tremante. << Che sia un bello scontro, ragazzi! >>
Dall'Aros arrivarono le voci di entrambi i piloti che risposero a quell'augurio, quindi lo Stridiosauro spiccò il volo agitando le sue imponenti ali. Come volevasi dimostrare, si muoveva alla perfezione in quell'enorme spazio aperto; chiuse la distanza tra sé e Gaia in pochissimi secondi e si mise a girargli attorno per controllare la situazione.
<< Non sembra un bella situazione per voi, eh? >> Fece la voce di Hoshi, quasi come se volesse prendersi gioco dei suoi avversari.
Cantava già vittoria. Meglio così, avrebbe tenuto bassa la guardia.
<< Smettila di perdere tempo, Hoshi! >> Lo rimproverò la partner, e il dragone si irrigidì tirando indietro la testa; un attimo dopo dalla sua bocca venne fuori una fiammata arancione che investì la parte superiore del Gaia.
Tetsuya fece intrecciare i tentacoli tra loro formando un reticolato per proteggere la testa dello Stridiosauro, ma il calore li raggiunse comunque e Suzuko digrignò i denti in risposta al calore che investì il suo viso, come se fosse stato messo di fronte a una stufa accesa.
La fiammata si estinse e l'Aros rimase qualche secondo ad osservare le condizioni dell'avversario, poi cambiò lato e si preparò a un altro attacco.
<< Dannazione! >> Imprecò Tetsuya ordinando al Gaia di voltarsi. Lo Stridiosauro seguì i suoi ordini lentamente e non fece in tempo a proteggersi dalla raffica di calore, ricevendo ancora più danni.
<< Non ci siamo! Suzuko, hai qualche idea? >>
La ragazza aveva in viso un'espressione sofferente. Si stava limitando ad incassare i colpi dell'Aros senza contrattaccare in alcun modo per risparmiare le energie, però non sapeva quanto a lungo avrebbe potuto resistere.
<< Sto ancora pensando. >> Rispose di getto, dicendo a Tetsuya di tenere gli occhi puntati sul bersaglio.
L'Aros si spostò ancora. Questa volta il Gaia fece appena in tempo a voltarsi per bloccare una parte del calore che lo investì, ma continuava a soffrire la situazione di svantaggio in cui era finito; a differenza degli altri Stridiosauri, il Gaia non possedeva una corazza resistente come quella dell'Aros o dell'Anthurium ma era rivestito di una membrana elastica. Visto da fuori, il loro Stridiosauro sembrava essere il più debole di tutti su tutti i fronti…
<< Altra fiammata in arrivo! >> Urlò Tetsuya dopo che l'Aros ebbe cambiato nuovamente posizione. Suzuko strinse le palpebre intensamente e si preparò ancora una volta a sopportare il dolore mentre alle sue orecchie arrivava la voce del suo partner che le chiedeva se avesse avuto qualche idea.
Suzuko attese che il fuoco fosse passato, quindi riprese fiato e rispose:<< Ancora niente. Non riesco, dannazione… >> Ma proprio mentre diceva questo, riaprì gli occhi per notare un particolare che non avrebbe potuto notare prima. Con stupore, sussurrò qualcosa che il suo partner non sentì e la distrazione fu quasi abbastanza da fargli prendere un altro colpo in pieno prima che potessero difendersi.
<< Che hai detto? >> Domandò Tetsuya ricomponendosi, dopo che il fuoco fu passato.
<< Si stanno muovendo in senso orario! >> Esclamò la ragazza, facendo attenzione che la sua voce rimanesse all'interno della cabina. I loro avversari non si stavano curando di rendere imprevedibili le loro mosse, continuavano a muoversi nella stessa direzione e attaccavano sempre con la stessa fiammata; molto probabilmente non stavano nemmeno tentando di prevedere le mosse di Suzuko e Tetsuya per via della loro apparente superiorità.
Con uno scatto, Suzuko disse al suo partner di seguire le sue indicazioni e di prepararsi al contrattacco; Tetsuya poté posizionarsi in anticipo cercando però di non far allarmare Kondō e Sakei, e per precauzione Suzuko gli fece gonfiare la sacca sopra alla testa del Gaia.
Quando il fuoco uscì dalla bocca del dragone, Suzuko disse a Tetsuya di fare esplodere il gas e questo creò un muro di fiamme che devio verso l'alto l'attacco dell'Aros.
<< Ha funzionato! >> Disse sconvolto Tetsuya guardando le fiamme estinguersi nell'aria in tante piccole scintille. Sì, aveva funzionato, ma non avevano ancora risolto il problema.
<< Di nuovo. >> Si limitò a dire Suzuko con tono autoritario, mentre intanto a bordo dell'Aros i due Parasite avversari si chiedevano che cosa fosse successo.
Quando il dragone si spostò di nuovo, le sacche del Gaia erano già gonfie e pronte ad esplodere. Come all'attacco precedente, il fuoco fu deviato verso l'alto da una fonte di calore più forte. Gli avversari cominciavano ad essere infastiditi da quei contrattacchi che nonostante non gli arrecassero alcun danno continuavano a tardare la loro vittoria; dall'altro lato, anche Suzuko sentiva di non poter continuare a lungo in quel modo: dover produrre una quantità simile di gas in così poco tempo era una pratica molto più faticosa del previsto. Si ritrovò ad ansimare mentre le sembrava che l'ossigeno le venisse strappato dal petto ogni volta che Tetsuya impartiva il comando di bruciare il gas.
<< Ancora. >> Disse lei non riuscendo più a chiudere la bocca, le labbra talmente asciutte da sembrarle di carta e la lingua che a malapena si muoveva, come se stesse cercando di risparmiare le energie.
Tetsuya obbedì, ma non era facile ignorare le condizioni della sua partner in quella situazione.
<< Pensate di prendere tempo con le vostre esplosioni? E' tutto inutile! >> Esclamò Hoshi prima di spostarsi ancora una volta e preparare un altro attacco. Era visibilmente irritato, non capiva cosa stesse succedendo ma il fatto di non essere più in netto vantaggio lo innervosiva.
All'arrivo dell'ennesima fiammata, Tetsuya fece esplodere il gas all'interno delle sacche provocando ancora una volta la stessa reazione di prima. Questa volta l'effetto su Suzuko fu ancora più forte e la ragazza dovette reggersi ai comandi per rimanere cosciente, mandando un gemito come se le stessero stringendo la gola.
<< Suzuko! >> Chiamò il suo partner preoccupato, ma lei scosse la testa in tutta risposta.
<< Tetsuya. >> Disse asciugandosi il sudore sulla fronte. << Al prossimo colpo, carica le sacche al massimo! >>
Incredulo, il ragazzo tentò di protestare. Lei era già al limite, avevano ripetuto lo stesso attacco per tre volte e non era successo niente; se adesso aumentavano l'intensità, sarebbe collassata!
<< Rimani concentrato! >> Lo fulminò lei alzando la voce. Già riceveva poco ossigeno senza dover parlare, ma quando alzò la voce credette di dover svenire da un momento all'altro; così non fu e Suzuko poté prendere un paio di boccate d'aria in più prima di concludere la sua spiegazione. << Tu fai… Come ti dico… E quando hai rilasciato l'energia, preparati… >>
All'esterno del Gaia, anche Hoshi e Momo stavano concordando la loro strategia. La ragazza dubitava che perseverare con quegli attacchi ripetitivi avrebbe funzionato, mentre Hoshi era convinto che ai loro avversari non rimanesse molto per contrattaccare.
<< Ci manca poco. Se si stanno difendendo così disperatamente, vuol dire che sono alle strette! >>
Forse era come diceva lui, ma anche Momo aveva un suo limite e sentiva che se non avessero chiuso in fretta quella battaglia, il suo corpo non avrebbe resistito ancora a lungo.
L'Aros si posizionò nuovamente continuando a girare in senso orario. Non si erano neanche accorti che ormai il Gaia stava anticipando i loro movimenti perché lo Stridiosauro si muoveva così lentamente da sembrare addirittura in ritardo.
<< Sei pronta? >> Chiese Hoshi.
Momo inspirò a fondo imitando l'Aros che si preparava a sputare la sua fiammata e rimase in attesa. Come Suzuko, anche lei cominciava a rimanere senza fiato: il suo corpo era scosso dalle convulsioni e i muscoli tesi iniziavano a farle male e come se non bastasse, quella sensazione di sputare fuoco che arrivava direttamente dall'Aros le dava la nausea, come se fosse lei stessa a vomitare le fiamme.
<< Fuoco! >>
<< ORA! >>
La voce di Suzuko tuonò nel campo di battaglia sorprendendo i suoi avversari per quanta energia riuscisse ancora a tirare fuori. Tetsuya seguì alla lettere le indicazioni del suo piano e scatenò la deflagrazione: il muro di fiamme si levò più alto che mai, bloccando ancora una volta il fuoco dell'Aros e sollevando una grande colonna di fumo che avvolse completamente il Gaia e impedì la visuale ai piloti dell'Aros.
Hoshi fece allontanare l'Aros un poco per non essere coinvolto nelle turbolenze che avrebbero potuto destabilizzare il suo volo, ma dopo un attimo decise che ne aveva abbastanza di quello stallo.
<< Andiamo dentro, li finiremo con un colpo deciso! >>
<< Aspetta Hoshi, forse dovremmo aspettare che il fumo si diradi…! >> Provò a suggerire cautela la ragazza attaccata allo Stridiosauro, ma il suo Stamen non la ascoltò.
<< E' proprio questo che vogliono! Credono di essere al sicuro là dentro, così da poter preparare qualche contrattacco. >> Hoshi preparò l'Aros alla carica finale e il corpo dello Stridiosauro si mosse a scatti per puntare l'obiettivo. << Dobbiamo attaccare subito! >>
L'Aros scattò in picchiata e sguainò gli artigli. Sarebbe bastato poco per colpire il Gaia in modo critico, abbastanza da costringere Sentakami e Maruyama alla resa, ma avrebbero dovuto orientarsi all'interno di quella nube di fumo per riuscirci; Hoshi era comunque fiducioso della propria forza, sicuro che non avrebbero avuto problemi in uno scontro ravvicinato.
Appena l'Aros si fu addentrato nella coltre di fumo però, qualcosa afferrò e strinse con forza i suoi arti e bloccò le sue ali. La sensazione che avvertì Momo fu come di qualcosa di viscido che le si avvinghiava attorno; in un istante l'Aros fu immobilizzato, perdendo tutta la sua spinta. Poi lo Stridiosauro venne spostato di peso di fronte allo stupore dei suoi piloti e si ritrovò con la testa incastrata dentro a una cavità molle e stretta.
<< Che cos'è questo odore? >> Fece appena in tempo a dire Momo allarmata, prima di rendersi conto di avere appena fiutato l'odore del gas esplosivo del Gaia. Era ovunque!
L'esplosione fu assordante. Sia Momo che Hoshi caddero a terra e furono sbalzati dalla connessione mentre lo Stridiosauro subiva danni pesanti a contatto diretto con le esplosioni del Gaia. La loro sconfitta arrivò senza che nemmeno se ne potessero accorgere; erano stati i tentacoli dello Stridiosauro ad afferrarli una volta entrati nella nube di fumo e Maruyama era stato molto preciso per incastrare la testa dell'Aros all'interno dello sfiatatoio del Gaia, in modo da infliggergli un colpo diretto.
Avrebbero dovuto aspettare come suggerito da Momo, ma invece si erano lasciati trasportare dall'eccessiva sicurezza nata dalla situazione di vantaggio ottenuta in battaglia e avevano perso a un passo dalla vittoria. La strategia di Suzuko, alla fine, era risultata vincente.
La ragazza si scollegò dal Gaia e tirò un lungo sospiro di sollievo, respirando finalmente un po' d'aria senza che il suo Stridiosauro gliene rubasse per sé. Ancora provata, si voltò verso Tetsuya e provò a esultare, ma le riuscì solo di alzare il braccio ed emettere un gemito esausto, prima di perdere per un attimo l'equilibrio e accasciarsi su un fianco.
La vista le si appannò, ma Suzuko rimase in piedi e rassicurò Tetsuya alzando un dito. Chiuse gli occhi e strinse forte le palpebre, in attesa che il giramento di testa le passasse e rimase alcuni secondi in quella posizione rannicchiata e la testa bassa; aveva ancora molto da fare, non poteva certo arrendersi ora…
<< Ti serve aria fresca… E dell'acqua. >> Concluse il ragazzo raggiungendola e aiutandola a reggersi in piedi. Lei minimizzò sulle sue condizioni, ma Tetsuya la stava già sollevando per portarla in braccio fuori di lì; fu in questo momento che le forze sembrarono tornarle all'improvviso.
<< No, no, no, no! Mettimi giù! >> Iniziò a gracchiare agitando le gambe come una bambina che era stata tirata fuori dall'acqua mentre stava ancora nuotando. << E' troppo imbarazzante, mettimi giù! >>
Tetsuya dovette obbedire, seppur riluttante. La sua partner era decisamente provata dallo scontro appena concluso e sembrava sul punto di svenire da un momento all'altro, farla camminare da sola le avrebbe fatto sprecare ulteriori energie.
Alla fine il ragazzo le si accostò offrendole il braccio. Suzuko lo squadrò interrogativa e sembrò rifiutare, ma lui insistette.
<< Abbiamo detto di doverci affidare di più l'uno all'altra, no? Quindi lascia che ti aiuti ad uscire di qui! >>
Il tono del ragazzo mantenne la solita gentilezza con cui si poneva alle persone, ma questa volta mise più forza nelle sue parole tanto che Suzuko riuscì ad avvertire quanto fosse preoccupato per le sue condizioni. A dire la verità, la ragazza si sentì male per averlo fatto preoccupare così; una vera leader non poteva mostrarsi debole di fronte ai suoi compagni, doveva essere di esempio e spronarli al meglio!
Ma… Era bello poter contare su qualcuno, di tanto in tanto. In fondo stavano lottando per la stessa cosa, avrebbe fatto bene a lasciarsi aiutare da Tetsuya.
<< Va bene. >> Disse, e alzò le mani con incertezza per reggersi all'avambraccio del ragazzo. << Fai strada. >>
Insieme, uscirono dalla cabina di pilotaggio del Gaia e si ritrovarono nuovamente sulla passerella che conduceva agli Stridiosauri.
La simulazione era terminata, il paesaggio era tornato ad essere quello asettico della stanza di addestramento e poco distante da loro i due piloti dell'Aros stavano commentando la battaglia appena conclusa.
<< Te l'avevo detto che era una mossa imprudente! >>
<< Andiamo! Senza prenderci qualche rischio non vinceremmo nessuna battaglia! >>
I due ragazzi si avvicinarono per parlargli. Momo era per terra, gambe e braccia distese a riposare, il viso imperlato dal sudore mentre il suo compagno se ne stava seduto sugli scalini che collegavano alla cabina dell'Aros e la guardava con sufficienza, rimanendo delle proprie idee.
<< Ehi. >> Chiamò debolmente Suzuko. I loro sguardi si alzarono all'unisono. << Bello scontro! >>
Momo sorrise, Hoshi un po' meno.
<< Sì… E' stato bello, ma ci devi spiegare come avete fatto ad afferrarci con così tanta facilità! >> Disse il ragazzo scuotendo la testa. Suzuko colse quell'occasione per elogiare il proprio partner.
<< E' stato merito di Tetsuya! E' incredibile, riesce ad eseguire ogni mia richiesta in modo impeccabile! >>
<< Ma smettila! >> Fece lui imbarazzato. << Se non avessi ideato quella strategia, a quest'ora saremmo stati fritti! >>
Suzuko annuì con falsa modestia, contenta che lui avesse ricambiato quegli elogi, ma era ancora convinta che qualcuno meno abile di lui non sarebbe riuscito ad eseguire quella manovra alla perfezione come aveva fatto Tetsuya; in fondo era anche grazie a lei se la reattività di Tetsuya era così sviluppata…
<< Certo che è strano che ci facciano combattere tra noi. >> Commentò Momo mettendosi a sedere e distendendo ancora un po' le gambe, indolenzite per la posizione che aveva dovuto assumere a bordo dello Stridiosauro. << E' vero che non abbiamo molta esperienza, ma non pensate che sia un po' rischioso? >>
Suzuko aveva pensato la stessa cosa, ma credeva di conoscere la risposta. In fondo fino ad ora nessuno si era fatto male, ma le loro manovre erano state parecchio azzardate in alcuni casi.
<< Credo che vogliano abituarci a pensare in situazioni di stress in cui c'è in gioco la nostra incolumità. >> Spiegò. << Finché facciamo squadra contro dei droni da addestramento o ci limitiamo a cimentarci in gare in cui non è previsto lo scontro diretto, non riusciamo ad avere la piena comprensione di quello che significa combattere al pieno delle forze per qualcosa. Mettendoci l'uno contro l'altro per vincere un "premio", Nana e Hachi hanno tirato fuori il massimo dalla nostra determinazione e allo stesso tempo ci hanno fatto capire cosa significhi affrontare un avversario intelligente, capace di ideare una strategia diversa a seconda della situazione. >>
La ragazza raddrizzò la schiena e si portò una mano sul fianco, lasciando andare Tetsuya per un momento. << In fondo, tutti vogliamo vincere, no? >>
Momo sorrise. << Immagino di sì. >> Rispose. << Ma io mi accontento di sapere che ho fatto un buon lavoro. >>
Lei non riuscì a vederlo, ma quando aggiunse quella cosa lo sguardo di Hoshi cambiò per un istante e il ragazzino con gli occhiali si soffermò a fissarla con malinconia. Qualunque cosa fosse successa tra loro quella notte che Momo era scappata, doveva aver cambiato radicalmente il modo in cui lui vedeva lei.
Mentre discutevano, il gruppo fu raggiunto dalle restanti coppie di piloti che si avvicinavano per la loro sfida. Furono accolti da Tetsuya che si accorse per primo di loro, e subito l'attenzione si spostò su un nuovo argomento.
<< Mancate solo voi e poi ci sarà la finale. >>
<< Rin, mi aspetto di vederti a lottare con noi al prossimo turno. >> Apostrofò la Pistil del Gaia rivolta alla sua amica. Questa aveva uno sguardo duro, sembrava molto concentrata ma si concesse un ghigno divertito per rispondere un po' sfacciatamente.
<< Prega che non ci arrivi, così avrai qualche speranza di vincere! >>
<< Così ti voglio, grintosa! >> Rispose l'altra ragazza dandole una pacca sulla spalla, spingendola verso il suo Stridiosauro.
Diversamente dalla sorella, Aki non sembrava particolarmente determinato, anzi sembrava sul punto di dover cedere completamente alla tensione. Rin continuava a dirgli di seguirla, ma lui rispondeva distrattamente ai suoi comandi.
Dietro ai due fratelli sfilavano poi i ragazzi dello Iustitia, Nakamura e Sato. Per quanto talentuosi, nessuno dei due sembrava particolarmente determinato a diventare caposquadra e forse sarebbe stato questo a fare la differenza una volta iniziato lo scontro.
<< Datevi da fare anche voi! Non rendetegli la vita troppo facile! >> Li incoraggiò Suzuko, destando i loro sorrisi divertiti. Stranamente però Kya non reagì con la sua solita allegria, anzi sembrava incredibilmente calma.
<< Buona fortuna, Kya! >> Chiamò dal basso Momo, dopo aver finito i suoi allungamenti.
La ragazza si girò a cercare la sua amica e fu sorpresa di vederla per terra. Le si formò un sorriso dolce sul volto e dovette trattenere l'impulso di andare ad abbracciarla; invece, con molta calma, si piegò su di lei e le posò una mano sulla spalla.
<< Sei stata brava. >> Le disse con un sorriso sincero. << Fa' il tifo per me. >>
Momo annuì ammiccando alla sua amica e rimase in silenzio mentre questa si avviava verso il proprio Stridiosauro in compagnia del suo partner. Quando i quattro nuovi piloti furono scomparsi all'interno dei propri mezzi, quelli che avevano appena concluso lo scontro decisero di togliere il disturbo; Tetsuya e Suzuko raggiunsero la sala di controllo mentre Momo e Hoshi si avviarono verso gli spogliatoi per levarsi le tute. Poi però la ragazza cambiò idea; fermatasi a metà della passerella, disse a Hoshi di continuare da solo e raggiunse di corsa la sala di controllo.
Kya le aveva detto di fare il tifo per lei, non poteva andarsene così proprio quando stava per iniziare il suo scontro!
   
 
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