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Autore: Coco86    01/11/2021    0 recensioni
Due Joker e due donne particolari di due universi paralleli che si uniranno ed affronteranno un nemico comune. Chi è? Per scoprirlo, Immergetevi nella fan fiction: Quattro diavoli tra le zucche!
Una storia originale di Halloween, dove due autrici la raccontano con il proprio stile di scrittura.
Due capitoli. Dove la prima è mia versione e la seconda e la versione dell'altra autrice.
Genere: Azione, Horror | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Batman, Joker, Nuovo personaggio, Sorpresa
Note: OOC | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
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(Sotto la copertina della storia, creata da me e la potete anche commissionare. Per più info, sulla mia pagina Deviantart sempre qui sotto.)

https://www.deviantart.com/spizzina00/art/Fan-fiction-cover-Halloween-special-896538825
Speciale Halloween. Capitolo 1

Quattro diavoli tra le zucche.

Notte del 31 ottobre, dove mancano venti minuti ad Halloween. Il Joker si sta preparando a dovere in uno dei suoi nascondigli; un piccolo parco a tema abbandonato e qui, mentre si sta guardando allo specchio ridacchia e gode dell’arrivo della sua festa preferita. Indossa pantaloni e giacca viola a righe; ed al posto del fiore una zucca spaventosa, come anche la camicia che ha dei motivi della festa più terrificante dell’anno e la cravatta; che ha gli occhi e la bocca di un demone che si illuminano al buio.

Prima controlla che l’anello che ha sul petto, quello di Seth, che lo incatena alla anubiana, alla sua Annabel è ancora di colore verde e mentre ride dice:

- Perfetto! Sono perfetto haha!

Poi si guarda e riguarda allo specchio, sistemandosi ogni minima piega e ogni minimo bottone canticchiando e appresso, si spruzza il suo profumo preferito alla vaniglia, ed ancora si spazzola i capelli verdi e si sistema il trucco e fremendo come un bambino dice:

- Yuupy Yuupy! Sono pronto! Ed ora di iniziare i festeggiamenti!

 

Disegno del Joker:

https://www.deviantart.com/spizzina00/art/The-Joker-I-m-perfect-896557547?ga_submit_new=10%3A1635701281&ga_type=edit&ga_changes=1

 

E saltellando felice, dove raccoglie quello che gli occorre, esce dal posto e in groppa al suo mezzo parte alla ricerca di qualcuno.




 

Dall’altra parte, in periferia della città di Gotham, una donna ha appena finito di catturare il suo ultimo criminale e quindi, tornata e andando di fronte al cancello della villa come al solito, attraversando il portale stanca, dove non vede l’ora di fare una doccia, una tisana e una bella dormita.

La festa più spaventosa le piace, ma solo quando la vede in tv e la festeggerà davanti a questa, con zucche, pipistrelli e fantasmi appesi in casa. Quindi si toglie la maschera che rappresenta un Anubis e poi respira la fredda aria del posto, dove regna la pace più assoluta più una strana ma piacevole nebbiolina.

Disegno di Annabel. Per sapere di più leggete la fanfic: Vuoi la mia protezione..sul serio?

https://www.deviantart.com/spizzina00/art/Annabel-fan-fiction-outfit-889859284

Peccato che appresso sente un rombo fastidioso, seguito da delle risate che sa già a chi appartengono. Infatti in lontananza vede arrivare uno strano veicolo a tre ruote di colore viola e quando si ferma davanti a lei:

 

Disegno del trike:

https://www.deviantart.com/spizzina00/art/THe-Joker-Trike-896447329

- Coraggio coraggio! Andiamo andiamo Cane da guardia che sta quasi per iniziare Halloween e lo festeggeremo come si di deve hahahahaaa!

Lei per niente scomposta, ma solo molto disturbata:

- Qualunque cosa vuoi fare stanotte la farai da solo, sono stanca e voglio stendermi sul letto e guardare la tv.

- Coooosa?! E perderti tutto il divertimento del dolcetto o scherzetto?!

- Si!

- Ma insomma che musona...hahaha!

- Sai che me ne importa cosa pensi di me? Niente. Buonanotte!

Detto questo, si volta e vuole aprire il cancello ma il Joker allora l’afferra per un braccio e lei esclama:

-Eeeeehi!

Poi la carica davanti alla sua bizzarra moto, prendendola per i fianchi, dove la costringe ad allargare le gambe, facendola sedere sul posto davanti a lui, con suo imbarazzo, ed appresso l’ammanetta al polso sinistro al manubrio, proprio vicino al cruscotto della moto:

- Questo è sequestro di persona! Anzi no è violenza vera e propria!

- Ma che esagerata! Ti ho riservato anche il posto d’onore! Non ti senti estasiata? Sei l’unica che può fare un giro sul mio favoloso trike da scorribande!

- Ma che diavolo! NO! Liberami e fammi scendere subito!

- Hahaha dai dai vedrai che ci divertiremo un mondoooo!

Dopo questo, accelera e veloci sfrecciano sulle strade deserte della periferia, fino ad arrivare al centro di Gotham! Dove Annabel non è per niente contenta perché va troppo veloce per i suoi gusti e non sa poi dove reggersi, visto che poi le manette sono corte.

Joker: - Reggiti forte mia caro woo woof!

- Dove cazzo? Non c’è una maniglia! Niente! E poi non ci riesco con queste!

- Ooooh arrangiati!

 

Annabel e il Joker sul trike:

https://www.deviantart.com/spizzina00/art/The-Joker-Trike-and-Annabel-Canon-896553095?ga_submit_new=10%3A1635698033

 

Dice finendo con una risata, dove poi, tira fuori dal baule alla sua sinistra, delle bombe a forma di caramelle di Halloween, con la miccia già accesa e la donna:

- Non le lancerai a degli ignari passanti...vero?

- Hahaha mia cara e che divertimento c’è se non lo faccio?

Così uno dietro l’altro, le lancia ai poveri cittadini che festeggiano l’arrivo della mezzanotte, facendo saltare in aria qualsiasi cosa con un tocco di colore aggiunto all'interno e gridando:

- DOLCETTO O SCHERZETTO? MA SCHERZETTO OVVIAMENTE!

E ridendo come un esaltato e lei, stringe i denti, perché il veicolo sembra quasi fuori controllo! Ma il Joker sa bene quello che fa! Ha molta esperienza in materia di fughe pericolose!

Lei non può usare le sue abilità, primo perché è ammanettata e secondo ha abusato di queste e quindi per ora non può.

Dunque continua con il suo lancio di caramelle e barrette di cioccolata esplosive ed ovvio che la polizia ora gli sta alle calcagna; come Batman che è alla guida della sua auto super veloce e super blindata! Peccato che il trike del Joker è grosso, ma è anche più veloce!

- Ooooh Bats quando imparerai che mi voglio prima divertire hahahaha dunque prova a prendermi anche perché è Halloween e lo voglio fare alla grandeeeee!

- Voglio farti sapere che non mi sto divertendo per niente!

- Ooooh quando mi dispiace, ma vedrai che uno te lo strapperò alla fine hehe!

Ed adesso lancia un bella caramella con la faccia da demone a Batman! Che quando esplode, gli fa perdere per un attimo il controllo del veicolo facendolo fermare! Perché all’interno di questa c’è anche una sostanza viscida simile allo slime e quindi sta combattendo e sta pensando ad un modo per liberarsi della melma.

Appresso, l’uomo continua con la sua folle corsa, dove ad un certo punto riesce a seminare anche la polizia e poi, arrivano in una zona della città, dove prima attraversano una strana e una densa nebbia rossa; che allerta subito la donna e poi tanta nebbia bianca li avvolge e finiscono su una strada dove le persone camminano come degli zombie e l’ambiente che li circonda, sembra un set di un film d’horror. Palazzi pieni di ragnatele con teschi e scheletri appesi, zucche di Halloween a terra dove i loro occhi lampeggiano minacciosi, teschi e statue di demoni ovunque illuminate da una luce dall'oltre tomba e tante lapidi che contornano i lati della strada, come le crepe che abbondano e ricoprono il tutto, come il muschio e insetti vari.

- Molto realistico non c’è che dire! Davvero un ottimo lavoro! Il sindaco ha fatto meno il tirchio questo giro complimenti hahahahaaa!

- Ho la brutta sensazione invece che sta per succedere qualcosa di terribile… e tutto questo non è normale… .

- Ma davvero? Bene! Benissimo anzi hahaha! Ci divertiremo ancora di più!

E accelera, facendo rombare il mezzo!

Ma lei scruta ancora la situazione e dopo qualche minuto, l’uomo deve fermarsi per via della nebbia commentando disturbato:

- Che cavolo! Ci vuole ma non così tanta, che fastidio!

- Joker...guarda le facce della gente...non ti sembrano strane?

Lui allora le scruta ed in effetti portano sulla testa una zucca, con un sorriso maligno e illuminato da un giallo acceso e questi vedendoli, iniziano ad avvicinarsi e fin troppo, emettendo anche dei suoni simili a quelli degli zombie ed Annabel:

- Eeee non mi piace per niente… .

Ed anche al clown ora non piace la situazione, ma il motivo è un altro:

- Chi è stato?!

- Eh?

- Chi?!

- Cosa?

- Chi si è permesso?! Chi sta facendo sorridere i cittadini di Gotham?! Io sono l’unico che deve portarlo sui loro volti monotoni!

- Eeeh?

Domanda stupita la donna:
- E poi guardali ! Non stanno ridendo! QUELLO NON E’ UN SORRISO MA UNA BESTEMMIA!

- Ah...quindi è questo che ti preoccupa e non che ci stanno per assalire.

- Hahahaha ma va là è una cosuccia da niente!

Allora premendo ancora di più l'acceleratore del trike, riparte a tutta velocità sgommando pure e inizia ad investire la gente con le teste di zucca ridendo compiaciuto!

- Ti rendi conto che sono solo delle povere persone sotto l’effetto di qualche strana energia o di qualche droga?

- Si lo so hahaha ma è divertente lo stesso hahahaaa!

La donna allora ci rinuncia e l’unica cosa che ora può fare è sopportare.

Correndo ancora su quella strana e inquietante strada, ad un certo punto notano un’altra simile a questa, ed è qui che notano appresso un’ombra che quando poi si avvicina, sempre correndo, si accorgono che è una strana coppia su una automobile nera da corsa, ma con un sorriso davanti e ai laterali degli HA HA HA di viola , rosso e bianchi e per poco non vengono investiti!

Joker allora sbraita: - MA CHE CAZZO! SONO IO L’UNICO PIRATA DELLA STRADA BASTARDO!

Lei:- Ma che finezza ….

Anche questi si accorgono appresso di loro e così mentre ancora procedono velocemente si scrutano.

- Joker? L’uomo non ti sembra famigliare? Anche se è vestito di nero?

Chiede meravigliata la donna.

- Ho visto haha e come se l’ho visto!

Ma all'improvviso frena di colpo il trike, perché l’auto gli blocca la strada con una manovra a U!

- PORCO DIAVOLO ! MI HA TAGLIATO LA STRADA QUEL LURIDO FIGLIO DI UNA TROIA INDEMONIATA!

- Beh nemmeno tu sei tanto delicato però.

- Vediamo chi è lo stronzo alla guida ha!

Sente in lontananza anche il guidatore dell’auto nera, con una voce famigliare imprecare qualcosa e sfoggia un sorriso soddisfatto.

Appresso il Joker di nuovo, prima si ammanetta al polso destro e poi scende dal veicolo seguito dalla donna ed inizia a camminare, ma lei lo avvisa:

- Aspetta, non pensi magari a una trappola?

- E allora? Anche questo fa parte del divertimento mio woof woof!

Lei non può far altro che seguirlo con la guardia alzata, anche perché non ha altra scelta.

 

Fine capitolo 1

 

 

Ed ora,  la versione di : DeathlyMayes 
( L'autrice mi ha dato il permesso di pubblicarla, visto che è una collaborazine. )


 

 Vi ho mai raccontato quella del demone che ne incontra un altro?

Nubi oscure minacciavano un violento temporale, il vento aveva iniziato a soffiare, facendo scuotere, alcune decorazioni della festività del giorno, tanto aspettata per tutto il mese di Ottobre: Halloween! Zucche sorridenti osservavano candidi scheletri legati agli alberi mentre ondeggiavano a causa di Zefiro, gli stracci che indossavano seguivano senza alcun potere quel soffio lieve, facendo assumere a quegli oggetti l'aspetto di corpi vuoti, dimenticati da tutti.
Poco più in là si potevano notare alcuni spaventapasseri fatti solamente di due pezzi di legno, uno utilizzato come supporto per la testa, una zucca intagliata con un grande sorriso, mentre l'altro per mimare le braccia. Infine per tenere l'ortaggio al caldo, era stata aggiunta anche una piccola sciarpa di tessuto, anch'essa in balia del vento. Questi cari guardiani facevano capolino dai loro nascondigli, studiando le strade dinanzi a loro, osservando se qualcuno stava seguendo il protocollo o se aveva iniziato a ricavare i dolcetti di Halloween in anticipo, andando direttamente alla fonte.
A Gotham era alquanto normale trovare un carnivoro abbattersi su di un corpo colmo di vita per cibarsi delle sue svariate leccornie, lasciando solo gli ossi per i cani randagi, gli unici che avrebbero trovato il corpo nei vicoli bui.

I bambini erano già pronti per uscire dalle loro case sfoggiando i costumi che erano stati scelti per quell'anno, presto per le strade si sarebbero riversati delle orde di zombi affamati di caramelle, stormi di vampiri assetati di zucchero, combriccole di fantasmi desiderosi di fare scherzetti e nuvole di streghe pronte a fare degli incantesimi per raddoppiare il malloppo!
Ognuno di loro sarebbe stato armato di cestino e munito di ogni sorta di scherzetto, dai mandarini appiccicosi, alla carta igienica da lanciare per decorare le case altrui, senza dimenticare le care vecchie uova, il connubio diabolico.


Se durante la notte del 31 Ottobre si sarebbero potuti vedere tutti i personaggi dei film horror prendere vita, ne sarebbe mancato uno, di cui solo i più coraggiosi osavano parlare o addirittura vestire: il clown.
Per quanto la sua figura di pagliaccio potesse essere divertente e spassosa, il clown di Gotham era quasi un divieto replicarlo in costume per spaventare gli altri e ricevere dei dolcetti, uno scherzo di cattivo gusto, sia per gli adulti terrorizzati che per il pagliaccio stesso.
Il Joker detestava ogni sua copia, non era una novità ritrovare un saltimbanco impiccato o legato su di una grande insegna illuminato da tutti, con un grande sorriso stampato sulla faccia.
Voleva far vedere che nessuno avrebbe potuto replicare il suo stesso lavoro, ma nemmeno sostituirlo.
La cattedra degli scherzi sarebbe rimasta sua fino alla fine dei suoi giorni.

Parlando dell'eccentrico buffone, quella sera era uscito allo scoperto, aveva abbandonato la sua dimora per godersi la festa dei morti. In tutta onestà, però, non era stata una sua idea celebrare l'evento, ma della sua compagna, una tipa assai particolare ed in tema senza nemmeno una maschera: una revenant, una non-morta.
Quale festa più giusta poteva onorare la sua piccola e modesta amica?
Nessuno quella sera avrebbe notato qualcosa di strano in lei, l'avrebbero sicuramente scambiata per una giovane ragazzina con un adorabile costume da ragazza-drago scheletrica, ma solo per metà. Le avrebbero, invece, fatti molti complimenti per aver costruito un vestito così ben fatto, tutto da sola.
Dal canto suo, Joker, si era liberato della sua maschera, tornando al solito pallore, evidenziato dal colore verde dei capelli. Quasi gli mancava potersi specchiare nella sua reale corazza. Era risaputo che era un maestro dei travestimenti, un essere che moriva tra le ceneri, per poi rinascere da nuove spoglie. Ciò che preoccupava i suoi inseguitori, era la mancanza di prove per quelle trasformazioni, un serpente che non subiva la muta, così come le sue prede, le sue vittime. Chi scompariva tra i vicoli oscuri di Gotham, non veniva più ritrovato. Prima i cadaveri venivano riesumati sotto cumuli di terra, o dentro delle bare di legno, facendo un enorme favore alle famiglie, altre volte venivano ritrovate le parti rimanenti, ma da quando aveva trovato una nuova spalla, la nuova ragazza di cui gli stessi scagnozzi non osavano parlare per quanto fosse orribile, tutti i poveri disgraziati non avevano fatto più ritorno. Molte ipotesi si sono sollevate sui vari casi di smarrimento delle differenti salme, magari venivano incenerite per poi venire usate per concimare una qualche pianta della supercriminale amica della natura, Poison Ivy, oppure finivano in pasto ai cuccioli della sua nuova aiutante (se mai li avesse avuti) o addirittura, l'ipotesi più malsana, usate per compiere sacrifici a chissà quale Divinità dell'Oltretomba.
Congettura assai fantasiosa, a tal punto di essersi rivelata reale.

Proprio nello stesso Manicomio in cui la ragazza era stata rinchiusa per mesi, prima di essere stata rilasciata grazie al suo stesso dottore curante, Eric Border, venne ritrovato il magazzino pieno di una poltiglia viscida ma appiccicosa. Era una massa informe che si era creata al di sopra del pavimento, impedendo il movimento a chiunque, e risultando molto pericolosa, dato che, a contatto con la pelle o con qualsivoglia ferita, anche se minima, portava ad una morte dolorosa causata da setticemia fulminante. Vi era un'altra causa però, molto più strana della prima: un'alta presenza di cadaverina in circolo nel corpo del malcapitato. Tale sostanza si può trovare solo in certe circostanze, come cibi avariati, o corpi in putrefazione.
Tra i vari agenti e i diversi dottori che andarono a controllare quella stanza infernale, quattro persero la vita, due per la setticemia, a causa di piccole ferite sulle gambe, e gli altri due per aver toccato quell'enorme grumo ed essersi leccati le dita per poter constatare cosa fosse quella massa. Ovviamente sputarono poco dopo, ma quel blocco viscido era un concentrato di cadaverina, e bastarono pochi minuti per portarli all'altro mondo.
Il loro sacrificio, però, non fu vano, il resto della squadra, formata da altri quindici membri, si munì di protezione adeguate, tute isolanti, guanti e mascherine antigas, così neanche il miasma avrebbe potuto dare loro fastidio.
Studiarono tutta l'area, e scoprirono che tutta la superficie era scomparsa sotto quel mare putrido. Alcuni presero dei tamponi e li inviarono al centro di ricerche per scoprire di cosa fosse formata quella massa, mentre altri, con il solo potere dell'osservazione e della luce delle torce rinvenirono resti umani, alcuni anche per metà digeriti, come se una bestia si fosse nutrita di

quei poveri corpi, per poi scartarli.
Successivamente i risultati provenienti dal centro di ricerca, portarono alla luce una grande quantità di sostanze rintracciabili solo in corpi in decomposizione, cibo guasto e nell'apparato digerente.
I folli che prima erano stati canzonati per aver avuto l'idea dei sacrifici a chissà quale Divinità, vennero ascoltati e aiutati con il piano di trovare dove e cosa fosse la fatidica bestia.
Religiosi ed esoterici si ritrovarono a collaborare con la gente comune, atei, agnostici e poliziotti.
Sembra una barzelletta, vero?
Una di quelle dove ci sono tante persone diverse, con lavori e nazionalità differenti.
Solitamente in quelle situazioni si ridicolizzano le varie lingue, le tradizioni, i metodi per corteggiare, oppure si ha una sfida tra tutti per vedere chi arriverà vivo senza paracadute.
Qui i metodi di salvataggio c'erano, ma ancora non erano pronti per vedere, non erano pronti per sapere.


Era da poco iniziato il dominio dell'astro di perla, la coltre oscura era calata sul giorno, portando via la luce, per portare le sue, piccole, tante, ma timide. Con il grande inquinamento luminoso della città di Gotham, era difficile scorgere un gioco di stelle, solo andando nelle colline buie si poteva osservare la reale grandezza del cielo.
Le coppiette innamorate erano solite a trovarsi lì, una in particolare, il Joker e la sua piccola amica.
Molte volte erano stati avvistati distesi sull'erba a mirare le stelle, a volte si sfidavano a chi riconosceva più costellazioni, mentre altre si perdevano in conversazioni profonde nella mente umana, tanto interessante per entrambi, oppure la donna narrava antiche storie di nobili Draghi andati in guerra contro fate malfattrici.
Rimanevano insieme per ore, fino al ritorno del Sole.
Però, quella notte, non vi era nessuno su quelle colline, tutti quanti si erano riversati per le strade per festeggiare Halloween, raccogliere dolcetti, e fare scherzetti.
E tra i tanti bambini vi erano anche loro due, il pagliaccio e la sua venere d'ossa.

Un piccolo vampiro saltellava dal marciapiede alla strada mentre sventolava il suo cestino di zucca con dentro quattro dolcetti, dei cioccolatini e una leccornia allo zucchero.
Stava con la madre, una donna sorridente, tanto contenta di essere uscita ad accompagnare il piccolo. Era dovuta rimanere dentro casa per così tanto tempo a causa del clown, il quale gli aveva portato via il compagno. Ed erano poche settimane che aveva potuto lasciare la casa per riguadagnarsi un po' di libertà.
Ma l'ora della verità era assai vicina, dato che nella stessa strada del suo primogenito si erano manifestate due figure assai particolari.
Uno era alto, di corporatura sottile, vestito con abiti neri, gotici, come un vampiro, con tanto di fiocco nero al collo, decorato con una pietra nera al centro. Una lunga giacca a coda di rondine cadeva lungo la figura slanciata, dei neri pantaloni avvolgevano le lunghe gambe, e ai piedi indossava delle scarpe con la punta smussata, tutte nere, ma col centro bianco, ed un piccolo tacchetto.
Al suo fianco si ergeva una figura femminile più bassa, con lunghi capelli lasciati alla flebile brezza. Un abito nero di pizzo avvolgeva il suo corpicino, facedola apparire una bambolina, ma non era come le altre.
Una volta arrivati alla luce, si scoprirono una pelle pallida, adornata da un verde lucente, ed un corpo diviso tra carne e ossa, con occhi diversi, uno blu, un mare calmo, mentre l'altro rosso sangue, detentore di un orribile segreto.

Il bimbo alla loro vista non si spaventò più di tanto, anzi, corse verso di loro a braccia aperte, ed iniziò a ronzargli attorno, meravigliandosi per i bei costumi.
La madre si accorse fin troppo tardi chi fosse davvero il vampiro dalla pelle bianca e i capelli verdi, e la sua unica reazione fu il paralizzarsi dinanzi a tale visione.
Il Joker l'aveva terrorizzata nel profondo, spaccandola del tutto.
Quando perse il suo compagno lei era a casa da sola con il piccolo, e quando venne a sapere della tragica notizia, si sentì mancare. La sua famiglia non aveva mai fatto niente a quel maniaco omicida, perché mai avrebbe dovuto o voluto ucciderlo? Quella domanda rimase nella sua testa tanto tempo, ferma, in attesa di un via libera, una risposta, ma non giunse niente.
Agli occhi altrui si era sempre mostrata sorridente, anche dopo l'accaduto, per fare forza al piccolo, il quale aveva due soli anni quando gli venne strappato il padre, ed ora, quattro anni dopo, non ricordava assolutamente niente dell'assassino.
Purtroppo, però, la genitrice non aveva mai superato quella fase, e molte volte le era capitato di fare incubi con il Joker, dove veniva a farle visita, ma erano assai strani, perché non portava via né il suo bambino né lei stessa, ma rimaneva tra loro, a tavola, a conversare tramite metafore, parlando di fiori destinati ad appassire, maschere di argilla. Non ci ha mai capito niente, e non ha mai voluto scoprire i significati.
Fatto stava, che il suo bambino stava correndo attorno al mostro tutto contento, ma si era soffermato soprattutto nella donna, chiamandola "ballerina".
- Ciao! Da dove vieni ballerina? - chiese la voce innocente.
La dama misteriosa si chinò leggermente sul piccolo e con fare dolce gli rispose: - Vengo da un luogo incantato, un luogo che si trova solo tra le pagine di un libro. -
E detto ciò, tornò eretta, si inchinò come una nobildonna e piroettò, alzando leggermente il vestito, mostrando le zampe più nel dettaglio (ed un'appendice assai particolare), la destra era azzurra tendente al bianco, ed era da Dragonessa, mentre l'altra era completamente spoglia, scheletrica, ma sempre da rettile. Ed infine, una coda, che finiva con due punte, quasi due pinze, ovviamente divisa tra carne e ossa.
Il bambino non indietreggiò come fece la madre poco più indietro, anzi, rimase sbalordito e copiò il movimento, portandosi dietro il mantello da vampiro, ma nella felicità lasciò andare il cestino, il quale gli cadde, facendo finire i dolcetti a terra.
Appena se ne accorse, subito si gettò a recuperarli, ma qualcun altro lo aveva preceduto.
Una mano rivestita da un guanto bianco, ed un sorrisone rosso gli riportarono la sua refurtiva.
- Fa attenzione la prossima volta, o potrebbero rubarti il tesoro, piccolo vampiro. -
L'innocente piccoletto prese il cestino tra le sue piccole mani e sorrise allo straniero per ringraziarlo, per poi tornare dalla madre, la quale, appena lo ebbe a portata di mano, lo afferrò e lo portò via correndo.
Mentre se ne andavano, egli dette un ultimo sguardo all'adorabile coppietta e gli fece "ciao, ciao" con la manina libera.

La dama si legò con le mani al braccio sinistro dell'uomo e sospirò. Detestava quelle reazioni davanti al suo accompagnatore, come se fosse un mostro, la facevano sentire davvero tanto triste, e tanto preoccupata. Si era sempre battuta per far vedere la faccia gentile del Joker ai gothamiti, ma loro continuavano a vedere una bestia davanti ai loro occhi. Nemmeno provavano ad immaginare un uomo diverso.
Lui desiderava soltanto vederli sorridere.
Non chiedeva troppo, dei sorrisetti sinceri, come quello del bambino.

- I bambini vengono chiamati "La voce dell'innocenza". Almeno su questo ci hanno preso. -
- Sono i primi ad amare noi mostri, si avvicinano con quegli occhi colmi di curiosità e non temono una nostra reazione, per loro siamo personaggi provenienti dalle favole, personaggi positivi. -
Dolcemente l'uomo appoggiò la mano destra sulle mani delicate di lei.
- Sai chi mi ha ricordato quel marmocchio? -
La fanciulla sorrise lievemente, senza guardarlo negli occhi, completamente presa dalla timidezza.
- Il piccolo Jack. Pieno di vitalità, con un bel sorriso stampato in faccia, e tutto quello stupore verso di noi. Non sembrava minimamente spaventato. -
Tornò composto, e rise compiaciuto.
- E' cresciuto bene, senza l'influenza del padre, quel porco. E tutto grazie a me! -
Il suo sguardo guizzò verso il viso delicato della sua dama, e portò la sua mano libera sotto il suo mento, forzandola delicatamente ad incrociare il suo sguardo.
- Ma sappiamo benissimo che non riceverò alcuna ricompensa per ciò, vero? -
La coda della donna iniziò a muoversi piano piano, quasi voleva indicare che era contenta, ma tanto imbarazzata.
- E come potrebbero comprendere... -
Con le sue piccole mani abbandonò l'arto sinistro dell'uomo, e lui a sua volta lasciò andare il suo visino.
La ballerina si mosse elegantemente davanti al suo accompagnatore, per guardarlo di sua spontanea volontà negli occhi smeraldo.
- Come potrebbero comprendere tale misericordia. -
Cinse le braccia attorno al collo dell'uomo, il quale dovette abbassarsi leggermente per poter facilitare tale segno di affetto.
- Si fermano solo all'apparenza, nemmeno cercano di varcare le illusioni, se ne stanno nascosti dietro ai loro fili, come topolini impauriti. -
- Ancora i gatti non sono andati via, dovrà passare ancora del tempo prima che si mettano a ballare. -
Di colpo la prese in braccio, come se fosse la sua sposa.
- Mettimi subito giù, dannato maniaco! -
Il lato con ancora la pelle divenne paonazzo dalla timidezza, e Joker si mise a ridere di gusto.
Non vi era viso più dolce in tutta Gotham. Quando la sua compagna mostrava il suo vero corpo per certe occasioni, uno dei suoi obiettivi era di "controllare se le funzionavano ancora i pigmenti della pelle". Vedere quella non-morta sciogliersi in così poco tempo lo faceva morire dal ridere, ma non poteva non contemplare tale dono.
Da una parte la cute perfetta, di un colore quasi pallido, sormontato da un occhio azzurro come l'acqua limpida, mentre dall'altra il teschio sorridente con un occhio rosso sangue, penetrante, orribile, ma quando cedeva la sua maschera di pelle, veniva alla luce anche la spaccatura all'estremità della bocca in un eterno sorriso, ma non gli piaceva, era un sorriso forzato, rotto dal dolore.
Presa alla sprovvista, l'uomo alzò leggermente il viso della donna e le rubò un bacio, sorridendo compiaciuto subito dopo.
- Tu e i tuoi comportamenti da ragazzo per bene... -
- Oh, hai proprio ragione mia piccola Venere d'Ossa, sei tu la ragazzaccia tra noi due. -
Rise.
In tutta risposta la dama gli leccò la guancia sinistra con la sua lingua sottile e biforcuta, caratteristica dei rettili.
- A volte non so se ho accanto una donna o un cane con le squame. -
Disse scherzosamente.
- Dillo di nuovo se hai il coraggio, Signorino bianco Unicorno. -
Lo sguardo di Joker si fece più sottile, e si leccò le labbra rosse, affamato.
La fanciulla si coprì il visino imbarazzato con le sue mani, o meglio una parte del visino. Anch'egli possedeva la lingua biforcuta da un bel pezzo ormai, ed era tutto merito suo, e della terapia che gli aveva fatto iniziare, a base di cuori umani appena strappati, saturi di sangue.
- Piccola, se mi dai dell'Unicorno, potrei rapirti e portarti ad un lago, dove poter consumare un atto carnale nelle limpide acque. -
Lui stravedeva per il suo corpo, che, per quanto frastagliato, lo trovava perfetto, e tanto delizioso, ma ne era anche incuriosito.
Sin dalla prima volta che l'aveva incontrata, si era sempre chiesto cosa lo aveva spinto a risparmiarle la vita, immortalità a parte (dato che le aveva sparato in testa, e poco dopo se l'è ritrovata mentre lo fissava, come se non fosse successo niente).
Magari quell'episodio lo aveva convinto a tenersela buona accanto per poter utilizzare quell'abilità a suo vantaggio, ma dopo aver visto il suo corpo allo specchio, la sua reale immagine, i suoi scopi erano cambiati.
Era una storpia, come lui, un abominio, come lui, un mostro, come lui.
Una bambolina di porcellana senza una parte per essere stata spinta via dal carillon dal suo stesso amore.
Era stata tradita, e tra le cose che più odiava il pagliaccio, c'era il tradimento.
Quando accadeva che un suo sgherro passava delle informazioni ad un suo collega/rivale, non ci pensava due volte a sparargli in testa, magari prima lo faceva parlare, divertendosi a guardare un verme strisciare ai suoi piedi per avere salva la vita, per poi porre fine a quello spettacolo noioso e visto già tante altre volte.


Delicatamente accarezzò il lato sano del viso della dama, facendole schiudere quanto bastava il guscio. Gli bastava poter vedere quegli occhi impari per sorridere.
- Che ne dici se andiamo a farci un giretto per la città? So quanto tu ami le decorazioni nei giardini e attorno alle case. -
La donna liberò del tutto la visuale.
- A volte mi chiedo se ami più i ninnoli di casa nostra di me. -
Rise leggermente il pagliaccio, e questa volta fu la ragazza a prendere l'iniziativa, scattando verso le sue labbra.
- Lo so che lo hai detto con il solo scopo di ricevere questo piccolo dono, ingrato. -
- Sarò anche un ingrato, ma mi hai dato comunque quello che volevo. -
Scoppiarono a ridere e la fanciulla quasi non cadde dalle braccia dell'uomo.
- Non credevo che volessi andartene così presto. - le disse canzonandola con un sopracciglio alzato.
- Non voglio mai lasciare questo caldo giaciglio... Lo sai, ma per raggiungere il tuo mezzo devo... -
Joker la zittì mettendole un dito sulla bocca.
- Devo camminare, quindi stai comoda e rimani qua, senza fare alcun rumore. -
La donna non replicò, annuì con la testa e non proferì più alcuna parola per tutto il tragitto.


 

L'umile dimora della coppietta si trovava in una via abbastanza tranquilla, tutti avevano il proprio cortile, il proprio spazio riservato, così da poter innalzare steccati o cancelli di legno senza che nessuno si lamentasse per una scelta simile.
Il loro nido d'amore aveva un grande giardino all'ingresso, dove avevano posto degli scheletri che fuoriuscivano dalle loro tombe, sormontate da croci di legno senza un nome.
Zucche decorate dall'uomo stesso, con una candela all'interno per illuminare il passaggio. Per crearle si erano divisi i compiti, Joker avrebbe intagliato i grandi sorrisi sui vegetali, come avrebbe fatto su una persona vera col gas Smilex, mentre la donna si sarebbe occupata della scelta delle candele, se profumate, colorate o di una certa forma, ed aveva optato per delle candele semplici ma con il profumo di rosa rossa, il suo preferito.
Oltre a ciò, sbucavano da dietro la casa due simpatici spaventapasseri fatti da due normali zucche, ma con espressioni differenti da quelle lungo il cortile d'ingresso, se quelle erano contente, queste erano incuriosite, ma con un accenno di paura, quasi volessero abbandonare la casa.

Appena la coppietta giunse dinanzi alla porta, essa si aprì da sola, senza che il Joker muovesse una mano per cercare le chiavi nelle tasche, rivelando una donna vestita di nero, ma con la pelle rosa pesca, come quella di un'umana, ma con ben sei braccia, tutte con vari accessori a tema Halloween o in stile gotico, come bracciali neri ma con ciondoli a forma di zucca o di pipistrelli, oppure anelli raffiguranti i due canini dei vampiri, mentre al collo portava un magnifico fiocco nero, lasciato cadere sul petto, avvolto in un magnifico abito scuro con varie balze che andavano a scendere, nascondendo le lunghe gambe, ma esse non erano dello stesso colore del viso, ma bensì come l'indumento. Secondo la Signorina, la loro cuoca personale si truccava il viso per assomigliare ad una donna normale, senza mai rivelare la sua vera identità.
Non l'ha mai biasimata, dato che anche lei ha sempre portato una sorta di maschera per nascondere la parte scheletrica.

- Bentornati Signori, volete passare la festività corrente da soli nella vostra dimora? -
Chiese la creatura dopo essersi inchinata per salutarli.
- No, avrei bisogno delle chiavi della macchina, la mia piccola vorrebbe attraversare Gotham per contemplarne le varie decorazioni. Sai quanto ne va pazza. -
Rispose il pagliaccio guardando la piccola fanciulla raggomitolata tra le sue braccia.
- Prego entrate, vi porterò subito l'occorrente Signorino Joker. -
Un altro inchino e scomparve tra le mura domestiche.
I padroni entrarono, e finalmente il clown poté riposare le braccia, lasciando andare, anche se piccolo, pesante carico.
- Te l'avevo detto che sarei dovuta scendere per non farti affaticare troppo, avrei potuto svolazzare fino a qui! - disse la donna in tono scherzoso.
- Sei uscita da poco dal Manicomio, e tu credi che ti farò faticare sette camicie? Quando torno a casa voglio vederti in piedi, non svenuta a terra, devo farmi carico anche di te? -
- Ma ti sei appena fatto carico di me... -
Subito Joker scattò verso di lei, esercitando una piccola pressione nella manica sinistra, facendo fuoriuscire un coltellino, il quale lo puntò al collo della ragazza.
- Devo ricordarti le regole piccina? Temo che quel lungo periodo ti abbia fatto dimenticare un bel po' di cose. Magari se ti aprissi quella testolina potrei lavorare un po' con quello che ci è rimasto. - rispose con un tono calmo e tranquillo, ma non riuscì di a nascondere di essere irritato.
- Scusami... Hai ragione, temo di aver perso l'abitudine. -
Un filo di voce, ma non rotto dal dolore, era abituata a quelle reazioni, ed era colpa sua se si era adirato un pochino. In fondo sapeva che Joker odiava ritrovarla stesa a terra, dopo averla persa una volta, aveva iniziato ad avere strani pensieri, del tutto fuori luogo.
- Quando torneremo dal nostro viaggetto ti farò di nuovo una lezione, e vedremo se riuscirai a passare l'esame, piccola rettile. -
Premette il coltello sulle pelle presente della fanciulla, procurandole un piccolo taglietto.
- Vorrei sapere... Cosa potrebbe accadermi se non ci riuscissi... - chiese timidamente.
- Ti strapperò il respiro con le mie sole mani. - rispose divertito, per poi sgranare gli occhi.
La fanciulla aveva assunto uno sguardo di puro piacere, e con le piccole mani aveva avvicinato di più la lama al suo corpo, recidendosi di più la cute.
Subito Joker tirò via l'arma, liberandosi della lieve stretta.
Tutto si sarebbe aspettato, ma non quello!
- Piccola, a volte mi spaventi. - rispose con un ridolino quasi accennato, mentre riponeva velocemente il coltello, ci mancava solo che glielo strappasse di mano per farsi del male da sola, crearsi delle cicatrici era il compito di Victor Zsasz, non suo!
Già una notte l'aveva scoperta nel bagno a pugnalarsi la testa molteplici volte, solo per evitare di fare certi incubi. Se doveva esserci qualcuno che poteva infliggerle delle ferite, solo lui avrebbe potuto, non avrebbe dato tale permesso nemmeno a lei. E' stato uno strazio vedere quella piccola bambolina ricurva su sé stessa mentre perdeva copiosamente sangue. Era in preda al panico, ed urlava senza controllo, e quando Joker si gettò su di lei per strapparla la lama dalle mani, ella gli ringhiò, perché non riusciva a vederlo, negli occhi aveva tutt'altra figura stampata. Un terribile incubo ad occhi aperti, il quale costò a Joker un bel po' di ferite sulla schiena, dato che, appena tentò di fermarla, cingendole le braccia attorno, si sentì il coltello entrare ed uscire dalla sua carne varie volte, ma non la lasciò da sola, continuò a stare con lei finché la sua furia non finì.
Lei non può farsi del male, ma può fargli del male.
Era una regola del Joker, una prescrizione del medico.


La donna dagli abiti scuri apparve nuovamente nel soggiorno, in mezzo ai due grandi divani, che circondavano il tavolinetto di vetro, con sopra un vassoio contenente un piccolo vaso con due bellissime rose, una rossa e una verde, intrecciate.
Era scomparsa per dieci minuti, ma sembrava un'eternità.
Subito si inchinò per scusarsi dell'immenso ritardo, attraversò la stanza e porse le chiavi al legittimo proprietario.
La donna rettile si avvicinò al pagliaccio e piegò la testa da una parte con aria interrogativa.
- Dove diavolo le avevi nascoste? -
- In un posto ove nessuno può trovarle, così da non salirci e andare a sbattere, dato che non sa come cazzo si manda una macchina. - rispose con un accenno di rabbia.
La fanciulla si fece piccola piccola e ridacchiò timidamente.
Parlava di lei, una volta aveva provato a guidare il suo mezzo, e non avendo mai avuto una lezione di guida, quasi non distrusse le quattro ruote e la parte sotto.
Joker divenne paonazzo dalla rabbia quando ritrovò la macchina in quello stato, dovette rapire quattro o cinque famiglie per far lavorare i suddetti esperti, senza dover sborsare un dollaro.
Ma dopo quell'accaduto, chiese a Gothy, la cuoca, di nascondere le chiavi della macchina, cosicché Deathly, la compagna, non le avrebbe mai trovate.
Ed è riuscito a prevenire tanti disastri, ma non tanto per Gotham, ma per la sua piccola dama. Se fosse andata nel centro, avrebbe causato così tanti danni che la polizia avrebbe dovuto arrestarla, e chi poteva salvarla dalle manacce curiose dei vari dottori?
Per quante storie terribili le abbia raccontato su di loro, lei non demordeva ad uscire allo scoperto.
Ma chissà, Joker era forse preoccupato di doverla andare a prelevare, oppure era lui che tanto temeva le sevizie che avrebbero potuto farle?


- E' ora di andare tappetta, vedi di muoverti! - disse il clown alzando leggermente la voce.
Il tempo stava passando, e le nuvole avevano quasi del tutto oscurato il regno dell'astro perlaceo, gettando su Gotham un'ombra terrificante, come quella di un giocattolaio che vuole tramutare tutti i cittadini in tanti fantocci da utilizzare per i suoi bizzarri spettacoli.
Difatti, proprio quando Joker lasciò la casa per dirigersi dalla sua macchina, notò delle impronte nel suo giardino, e non erano piedi umani, né animali, ormai non si faceva più di quelle domande, erano le notizie del giorno, ma bensì fori, buchi lasciati da bastoni, come se si fossero mossi, a saltelli. Subito il suo pensiero andò agli spaventapasseri che avevano messo lui e Deathly attorno alla porta d'ingresso. Ci dette un'occhiata, e scoprì che erano spariti, scomparsi nel nulla.
- Ora prendono vita anche i fantocci di Halloween. Questa città è cambiata parecchio negli ultimi anni. Sono sparito io per stare in ferie, e qui si insedia qualcos'altro. -
Sospirò rabbioso.
- E' proprio vero, non puoi lasciare la tua casa nemmeno per pochi attimi, che subito diventa il territorio di altri. -
Di colpo i suoi occhi si riempirono di sangue.
- E questa volta il bastardo sta usando gli stessi poteri della mia piccolina. Ci manca soltanto che evochi un'orda di zombie. -
La sua mano sinistra scattò verso la pistola, e subito roteò su sé stesso, per poi premere il grilletto. Il colpo andò a segno, ed un corpo cadde a terra, freddo.
Aveva come testa una zucca, ed il corpo era molliccio, come un non-morto affamato di cervelli.
- Zombie di merda! Figlio di puttana, come osi prenderti gioco della mia Venere d'Ossa!? -
Subito sentì un urlo provenire dalla sua stessa dimora, ma non si preoccupò più di tanto, non veniva dalla sua piccola, ma da una sua preda.
Poco dopo la donna varcò la porta con la bocca sanguinante.
- Figli di puttana, hanno sfondato la finestra della nostra stanza, e hanno provato ad attaccarmi! Non sanno chi è la loro padrona? Non sanno chi li evoca ogni cazzo di notte per farli divertire e vedere i loro cari? Odiosi vermi traditori. -
Mandò giù il boccone che teneva in serbo e sputò quasi subito.
. Che schifo! Questa sembra plastica immersa in un fottuto liquame! Non sono i miei morti, non sono i miei simili! -
Sospirò.
- Ugh... Vi chiedo umilmente perdono care anime di Gotham, voi non vi avvicinate nemmeno a questo saporaccio guasto, voi non siete nemmeno zombie! -
Portò lo sguardo sul suo compagno e sbuffò, facendo uscire dell'aria dalle radici, contemporaneamente, la coda sbatté a terra.
Era furiosa, qualcuno stava giocando al suo stesso gioco, e aveva creato delle copie davvero pessime.
- Tesoro, stasera andremo a caccia, fanculo le decorazioni di Halloween, stasera staneremo lo stronzo che ha osato prendermi per il culo! -
E con passo fiero si incamminò verso la macchina del Joker, il quale era rimasto a guardarla, quindi non aveva nemmeno tirato su la saracinesca.
Ogni qualvolta che la sua piccola uccideva qualcuno per poi cibarsene, si eccitava, a tal punto che faticava a rimanere calmo. Aveva già infranto una delle regole più grandi andando a letto con una non-morta, e se avesse voluto ne avrebbe rotta un'altra, ben peggiore.
Anche se già lo aveva fatto, ben tre volte.
Si sentiva il Re del mondo ad avere quel corpicino tutto per sé, il Principe Clown del crimine era riuscito a compiere atti carnali con una creatura divina, ma soprannaturale.

- Che cazzo ridi? Apri questa porta del cazzo! Prima che ti usi come ariete! -
La voce rabbiosa della sua piccina lo fece tornare con i piedi per terra.
Rise sotto i baffi, e subito aprì il garage, aprì la macchina e vi si accomodò subito.
Da quando era arrivata la sua piccolina nella sua vita aveva fatto un po' di cambiamenti, dell'outfit, lasciando in disparte il viola e abbracciando il nero, portando anche accessori gotici, come fiocchetti con pietre rosse, frack come queli dei vampiri, oppure due spille a forma di pipistrelli legate tra loro da una catena. Queste ultime furono un regola da Deathly, proprio poco dopo che si incontrarono. Qualcuno era contrario nella scelta, ma andò a buon fine, Joker ne fu entusiasta!
Mentre per la macchina fece il contrario, la tinse tutta quanta di nero, ma aggiunse le sue risate in viola sulle costate, così da essere elegante e continuare ad avere la sua firma, ed un altro dettaglio, due sorrisi uniti, il suo, rosso, e quello di Deathly, contornato da un bianco spettrale per delimitare il sorriso oscuro.
E quest'ultimo fu un regalo da parte sua per la sua piccola rettile, lei ne fu talmente contenta che per la prima volta fece l'amore in macchina.

La rettile seguì a ruota il suo compagno, e chiusi gli sportelli, partirono alla ricerca del fantomatico bastardo, lasciando dietro di loro una Gothy con un'arma per ogni braccio, forbici, coltelli, una padella e una forchetta.
- Fatevi avanti odiosi rifiuti della terra, nemmeno Apocalisse vi vorrebbe al suo seguito, e Destinium non scriverebbe di voi neanche sotto forma di zerbini! -
Avrebbe avuto un bel da fare, e tanto materiale da poter cucinare.


Il motore era acceso già da un bel po'', e più la coppia si addentrava nella città di Gotham, più una nebbia rosso sangue si avvicinava a loro, quasi volesse avvolgerli e inghiottirli.
Più andavano dentro a quella bocca, più vedevano fantocci camminare per le strade, sorridenti e non-morti.
Il bastardo aveva appena firmato un contratto con la Follia e la Morte.
Subito il pagliaccio accelerò preso dalla rabbia, seguito da Deathly, la quale liberò i suoi artigli dalle mani, preparandosi a divenire una Dragonessa completa, e fare strage di tutte quelle bamboline plastificate, ma per quell aveva già iniziato il clown, investendo chiunque gli si parasse davanti, salendo sui marciapiedi, prendendo le strade dei parchi, falciò ogni corpo, e più punti faceva, più i suoi occhi si iniettavano di sangue, e più il suo piacere cresceva.
Deathly, dal canto suo, se ne stava nel suo angolino, persino gli artigli erano già spariti, sarà stata pure una nobile rettile, un'enorme nobile rettile, ma ogni volta che Joker aveva quello sguardo affamato di sangue e la risata mista al piacere, sapeva di non dover interferire.
La spaventava, a volte capitava che avesse un attacco simile quando erano soli a letto, e lui iniziava a divertirsi col suo corpo senza badare al male che le faceva, o alle grida che lei lanciava.

Perdeva completamente il controllo.

Poi, di colpo, si fermò, inchiodando.
- Ma porca puttana! Questi stronzi sono divertenti da investire, ma cazzo non si lamentano nemmeno, mi sporcano il cazzo di parabrezza con il loro viscidume e poi cadono a terra come cuscini pernacchiosi appena usati! - gridò, sbattendo le mani sul volante, per poi accendere il tergicristalli e pulire il vetro dalle interiora e dagli arti lasciati da quelle scatolette scadute.
- Non solo questo figlio di puttana si sta beffeggiando di me e di te, ma lo fa anche male! Che cazzo metti dei coglioni in mezzo alla strada, se poi non urlano nemmeno quando li investi? Cazzo, sono più divertenti i tuoi morti piccola, sono più umani! -
A quel punto la donna scattò.
- Che cazzo hai detto? Mi vuoi dire che hai messo sotto alcuni dei miei protetti? -
Joker capendo l'errore andò fino in fondo.
- Si che l'ho fatto, porco il diavolo! Se ti metti sulle strisce pedonali per guardare la luce del lampione come una cazzo di falena, mica ti suono il clacson per farti spostare! Soprattutto se è rosso, voglio che la strada sia libera quando arriva il verde. -
Rispose incrociando le braccia.
- Sono i miei protetti maledetto maniaco omicida! Perché credi che mi siano stati affidati? Per farteli colpire come dei fottuti birilli? -
- Ma certo piccola! A cosa cazzo servono altrimenti? -
Deathly, presa da un attacco di furia, afferrò Joker dal fiocco nero che portava nella camicia e lo guardò negli occhi, mostrando il suo vero volto sinistro.
- Odioso figlio di un cane, sai che con me questi scherzi non li devi fare, sono come una seconda famiglia per me, colpiscine un altro e ti strappo le palle! -
Il clown rise divertito.
- Piccola, se lo fai, come puoi divertirti poi? - le chiese mettendole un dito sotto il mento, facendo una lieve pressione per alzarlo.
- Allora cosa ne dici... Se ne metti un altro sotto, ti lego ad una sedia, e ti fisso gli occhi su una televisione che trasmette sempre la stessa cosa: i tuoi ricordi. -
Stavolta fu il Joker ad afferrare lei per la collottola, ma con più forza, tanto che lei dovette lasciare la presa.
- Tu provaci brutta troia, e ti blocco su di un lettino d'ospedale, prima ti apro con un bisturi, e poi ti fotto, ma con della polvere d'argento sul mio gioiello, ti va? -
Per quanto le sarebbe piaciuto essere smembrata da lui, avvertì una grande paura per quell'elemento, le bruciava la pelle, meno del veleno, ma a contatto ripetuto avrebbe potuto...
- Scusami Joker... Perdonami... Ma tu vedi di non prendere più alcun mio protetto... -
Rispose Deathly impaurita e visibilmente pentita. Abbassò lo sguardo, e dovette sforzarsi per trattenere una lacrima, non tanto per il sesso doloroso ma per il luogo dove sarebbe stata posta.
Joker allentò la presa, e lei scivolò via, come acqua piovana su una foglia.
Si era spinto troppo in là, ma doveva farlo, doveva farle capire chi comandava.
- Proverò a non investirli, va bene? Ma non te lo prometto. -
Non ricevette alcuna risposta.
Tentò di toccarla, ma ritrasse poco dopo la mano.

Era caduto un velo davvero pesante in quella macchina, nessuno parlava più, e Deathly se ne stava rannicchiata a zampe chiuse, con la testa china.
Odiava quel lettino, ogni volta che vi ci veniva messa sopra, le violenze avevano inizio.
Sospirò, ma la sua voce era rotta, un dettaglio che non passò inosservato.
Joker tolse lo sguardo dalla strada per un momento per guardare la rettile, e per poco non andò a sbattere contro un altro veicolo, anch'esso viola, ma sembrava una moto, e con tre ruote.
Per la frenata brusca, la fanciulla scivolò in avanti e sbatté la testa sul parabrezza, tagliandosi leggermente la pelle sana.
- Piccola! Ti sei fatta male? - esclamò il pagliaccio allarmato, mentre cercava di far alzare la sua compagna, e vedere la gravità della ferita.
Fortunatamente non era grave, ma chi le aveva provocato quel taglio, avrebbe pagato.
Ripartì alla svelta e superò con poco la strana moto, con un qualcosa di familiare, per poi fare un manovra ad U alla svelta per bloccargli la strada.
Il mezzo inchiodò a sua volta, e si poté leggere un'imprecazione sulle sue labbra.
Joker aprì lo sportello ed uscì furioso, a tal punto di avere lingua biforcuta fuori dalla bocca, sibilante rabbiosa, e i denti in bella vista, aguzzi come rasoi.
- Ma ti sembra questo il modo di guidare, figlio di puttana!? Hai ferito la mia piccola! Come cazzo ti permetti!? -
Ma poco dopo dovette alzare lievemente il sopracciglio ed assumere un'espressione confusa, quasi interrogativa.
Dalla strana moto scesero due persone, una alta, smilza, e vestita da clown, con i suoi vecchi colori, e con una zucca al posto del fiore, mentre l'altra era più bassa di Deathly. e vestita con una sorta di armatura scura, ed era ammanettata al pagliaccio.
Si, perché quello era una figura circense, e non una figura qualunque.
La ragazza pareva provenire da chissà quale posto, magari l'Egitto, ma l'uomo proveniva sicuramente da Gotham, da un'altra Gotham.
Lui era un altro Joker.

Fine capitolo 1

 



 

 

  
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