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Autore: arashinosora5927    01/11/2021    1 recensioni
Da autunno ad autunno come evolve il rapporto tra Gokudera e Tsuna.
Questa storia finalmente vede la luce della pubblicazione. Si tratta di una riscritta, per la precisione della riscrittura di una delle mie primissime fanfiction, quando era il 2015 e io ero una pendolare sul pullman Napoli-Salerno.
Voglio dedicare questa storia alla persona che più l'ha amata e che maggiormente mi ha supportata nella sua stesura. Bae, hai aspettato la bellezza di sei anni, ma ora eccoti finalmente le tue stagioni ❤️. Grazie davvero di cuore per non aver mai smetto di crederci.
Genere: Generale, Hurt/Comfort, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Hayato Gokudera, Tsunayoshi Sawada
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Giunti a destinazione davanti agli occhi dei ragazzi, dopo aver percorso un sentiero particolarmente stretto e poco pratico costeggiato da alberi, apparve una villa in puro stile giapponese, a dir poco gargantuesca che sorgeva proprio davanti a un lago. Il giardino dove era situata si estendeva ancora per chilometri. Il rosso e l'arancione delle foglie autunnali si mescolavano su quello che era un prato ben curato e in primavera fiorito.

Ad accoglierli vi erano alcuni uomini vestiti con una tenuta da maggiordomo che si occuparono di prendere le loro valigie e sistemarle nelle rispettive stanze, quello fu più o meno il momento in cui Tsuna si ricordò che non era un viaggio solo per la sua classe, ma che l'intera scuola Namimori al completo sarebbe stata presente.

A ripensarci bene Kyoko gli aveva accennato di una ragazza che non conoscevano appartenente alla 3-B con cui lei e Hana avrebbero condiviso la stanza, ma Tsuna era ancora troppo stravolto e a dirla tutta non aveva prestato particolare attenzione a una sola parola di ciò che aveva detto Kyoko.

Quando era sceso dall'autobus, solo una mezz'ora più tardi, aveva avuto la seria tentazione di inginocchiarsi e baciare la terra ferma, ma quel poco di dignità che cercava di preservare glielo aveva impedito.

"Decimo, andiamo?" la voce di Gokudera lo prese alla sprovvista, così come il modo in cui fece dondolare un portachiavi a forma di gatto fortuna, al quale era attaccata una scheda, davanti ai suoi occhi.

Tsuna gli rivolse uno sguardo spaesato, evidentemente, mentre era impegnato a ragionare sul fatto che in tre anni non si era degnato di conoscere persone nelle altre sezioni, la professoressa Fujioka doveva averli richiamati consegnando le chiavi della loro camera.

Era una buona idea lasciare le chiavi a Gokudera, si disse Tsuna, lui non le avrebbe perse. Tsuna non si riteneva particolarmente affidabile, era decisamente maldestro, rischiava di farle cadere nella fessura di una grata o qualcosa del genere; Takeshi, da parte sua, era decisamente troppo distratto, il tipo di persona capace di lasciare il suo cellulare sul tavolo di un ristorante dopo aver pagato e realizzare appena circa tre ore dopo di essere rimasto senza, tornare e avere persino la fortuna di trovarlo e farsi una grande risata; Gokudera invece era il più responsabile tra loro, il suo stato di costante allerta lo portava a fare molta attenzione senza tralasciare nessun dettaglio.

"Sì, andiamo" disse Tsuna alzando lo sguardo verso i suoi amici che gli stavano sorridendo in attesa di una risposta.


La loro camera era molto diversa da qualsiasi cosa Tsuna avesse immaginato nell'attesa della gita scolastica. Tanto per iniziare aveva una porta automatica che si sbloccava con una scheda, da un tradizionalista come il fondatore della Namimori non si aspettava tutta questa innovazione. Poi era grande, almeno quanto salone e la cucina di casa sua messi insieme. Il pavimento era composto da stuoia di tatami di un verde chiaro con i bordi smeraldo disposte secondo un disegno preciso. Il disegno era ben identificabile nonostante fosse interrotto da tre ampi futon distanziati tra loro circa mezzo metro.

Sulla parete di fronte ai futon vi era al centro una cassettiera sopra la quale spiccava uno specchio e suoi lati due armadi, uno molto più piccolo dell'altro. In prossimità della porta d'ingresso vi era un'altra porta che conduceva a un elegante bagno con una ampia doccia, un lavandino e un gabinetto, inoltre vi era anche un mobiletto dove erano stati sistemati molteplici asciugamani.

Tsuna e i suoi amici erano senza parole, continuavano a guardarsi attorno avendo la sensazione di sguazzare nel lusso e il vago sentore che se avessero anche solo leggermente scheggiato qualcosa avrebbero dovuto vendere i propri organi al mercato nero.

"Io dormo vicino al Decimo" disse Gokudera rompendo il silenzio che si era creato, rivolse uno sguardo molto eloquente a Yamamoto.

"Come vuoi" disse questi ridacchiando, non aveva intenzione di ripetere la stessa tarantella fatta in classe e in pullman.

Gokudera stava già per protestare quando si rese conto che Yamamoto non aveva assolutamente opposto resistenza alla sua decisione e rimase in silenzio bloccato con un dito a mezz'aria incerto di cosa volesse dire.

Yamamoto gli posò una mano sulla spalla e annuì. "Non immaginavo ci tenessi tanto a dormire vicino a me" disse.

Gokudera praticamente ringhiò realizzando che qualunque fosse la disposizione se voleva l'esclusiva vicino a Tsuna gli toccava anche stare a fianco a Yamamoto.

"Beh in verità a me non dispiacerebbe stare in mezzo" disse Tsuna accennando un sorriso timido. "Vorrei stare vicino a entrambi."

Gokudera gli sorrise e accennò un inchino. "Tutto ciò che desiderate, Decimo" disse. Diede poi uno sguardo veloce alla stanza e decise le disposizioni. "Prenderò il posto più vicino alla porta" dichiarò, si voltò verso Yamamoto e gli puntò contro un indice. "Tu invece prenderai il posto vicino alla finestra, in questo modo il Decimo è coperto da entrambe le parti."

Yamamoto annuì e Tsuna sospirò profondamente. "Nessuno mi attaccherà in gita scolastica, Gokudera-kun" disse senza ricevere la minima attenzione.

"Ora resta decidere come dividere gli spazi" disse Yamamoto.

"Beh mi sembra chiaro che al Decimo spetti l'armadio più grande" convenne Gokudera.

Yamamoto ridacchiò indicando le tre valigie in fila all'entrata della stanza. "Gokudera, secondo me quell'armadio spetta a te" disse. Tsuna rise a sua volta concordando con un cenno del capo. "Sei quello che tra noi ha portato più cose" commentò.

"Decimo, insisto, ritengo che vi spetti il meglio" disse Gokudera mostrandosi incredibilmente servizievole, anche più del solito, prendendo la valigia di Tsuna e avvicinandosi al mobile aprendone le ante.

"Aspetta Gokudera-kun!" disse Tsuna avvicinandosi e bloccandolo prima che potesse aprire la valigia e iniziare a svuotarla sistemando le cose secondo un suo principio. "Per me va benissimo anche la cassettiera" disse.

Gokudera non volle sentire ragioni, continuò a ripetere che il Decimo meritava il meglio e che Yamamoto aveva così poche cose che a stento avrebbe riempito la cassettiera. Tsuna gli propose persino di dividere l'armadio, ma Gokudera era irremovibile, alla fine dunque cedette alla sua sistemazione prendendosi l'armadio più grande che rimase per metà vuoto.

Yamamoto aveva già finito di sistemare le cose e diversamente da come si aspettava di fare si distese sul futon sentendone la morbidezza dietro la schiena e un immediato senso di rilassamento. Con uno spazio aperto così grande a loro disposizione aveva pensato di fare una corsetta, ma doveva ammettere di essersi stancato in autobus. Da quella posizione osservò i suoi amici mentre finivano di sistemare le cose.

Gokudera aveva davvero portato troppa roba e Yamamoto tratteneva a stento le lacrime dal ridere mentre l'amico cercava disperatamente di chiudere le ante. Tsuna invece continuava a guardare i tentativi di Gokudera con un senso crescente di fastidio perché pur di non ammettere di aver sbagliato Gokudera avrebbe creato una realtà apposita.

"D-Decimo..." qualche minuto più tardi Gokudera cedette, con la coda tra le gambe gli si avvicinò tenendo ancora dei panni tra le mani. "Vi dispiace se mi appoggio da voi...?" chiese esitando.

Tsuna sbuffò sonoramente e denegò con un cenno del capo. "Questo è perché sei così cocciuto!" disse, poi prese la pila di panni dalle sue mani e la sistemò accanto ai propri vestiti.

A questo punto le grandi questioni della vita sembravano risolte e Tsuna pensò bene di sdraiarsi al suo posto. Doveva ammettere che era davvero comodo, morbido, piacevole, tanto da rendergli più semplice respirare e persino a coincilare il sonno.

"Che non ti venga in mente di prepararti prima del Decimo" sbraitò Gokudera facendo sussultare Tsuna che stava giusto giusto per abbandonarsi a un pisolino.

"C'è un unico bagno quindi dovremo fare a turno, io andrò subito dopo il Decimo per assicurarmi che..." Yamamoto lo interruppe.

"Gokudera, ci metti cento anni a prepararti, io sono molto più rapido" disse, ricordava bene come era stato condividere una stanza con Gokudera nel futuro.

"E comunque io mi sveglierò comunque prima di entrambi perché non rinuncio alla mia corsetta mattutina" spiegò Yamamoto. "Perché non puoi essere tu l'ultimo?" domandò

"Perché sono il suo braccio destro e devo essere sempre dopo di lui" rispose Gokudera seccato.

"Saresti dopo di lui comunque" gli fece notare Yamamoto.

"Dopo di lui e prima di te" ribadì Gokudera con un tono serissimo.

"Questo ragionamento non ha senso!" disse Tsuna mettendosi le mani sulle orecchie, era stanco, stressato e onestamente aveva solo voglia di fare un pisolino e lavarsi i denti.

"Dobbiamo fare in base a chi ci mette di meno" ribadì Yamamoto. "Così non rischiamo di arrivare in ritardo..."

"E chi sarebbe a metterci di meno? Tu sei veloce solo se si tratta di baseball sennò sei una fottuta lumaca" sbraitò Gokudera sentendosi offeso. "Per esempio ci hai messo due anni per capire che non stavamo giocando a un GDR particolarmente realistico..." commentò a bassa voce. "E non sono neanche sicuro che tu lo abbia capito davvero..."

Yamamoto rise. "Gokudera, chi è l'ultimo a uscire dallo spogliatoio durante ginnastica?"

Gokudera sbuffò sonoramente, poi si mise sulla difensiva e disse "Senti io ho bisogno dei miei tempi."

"Quindi lo ammetti! È meglio se sei l'ultimo" insistette Yamamoto.

Gokudera sembrò essere preso dalla realizzazione del secolo e con rinnovato spirito di orgoglio gli si avvicinò con fare minaccioso.
"Senti idiota io..." esitò per un istante. "Il Decimo può metterci tutto il tempo che vuole, i professori possono aspett-" Tsuna lo interruppe, non ne poteva più di questa ennesima discussione immotivata tra Gokudera e Gokudera stesso che stava ringhiando senza apparente motivo. "Gokudera-kun preferisco che tu sia l'ultimo, sei veramente lento la mattina. Ti ci vuole circa un'ora per connettere e anche dopo che lo hai fatto sei intrattabile. A volte resti per minuti interminabili a fissare il vuoto davanti allo specchio...io stavolta non voglio arrivare in ritardo come sempre" disse, anche lui ricordava perfettamente come fosse condividere una camera con Gokudera.

Gokudera rimase fermo sul posto per una manciata di secondi, sembrava che qualcuno gli avesse dato un calcio. "Come preferite, Decimo. Prometto che farò del mio meglio per diventare più svelto" piagnucolò.

Tsuna sospirò nuovamente. "Non ce ne è bisogno..." mormorò, stava davvero iniziando a stancarsi di quell'atteggiamento.

"Per favore, vi supplico, fatemi rilassare cinque secondi, solo cinque, poi tornate a fare il casino di sempre, ma ho bisogno di un attimo..." esplose.

Gokudera e Yamamoto gli rivolsero un'occhiata carica di stupore, Gokudera si inginocchiò ai piedi del futon accennando a supplicare perdono.

Tsuna sospirò e lo bloccò prima che potesse fare qualsiasi cosa. "Trovami una mentina, Yamamoto, tu accompagnalo. Ci vediamo dopo."

Si sentì strano ad avere dato quegli ordini, ma se doveva dirla tutta lo stomaco gli dava ancora fastidio, dormire in autobus era scomodo e ogni rumore lo stava innervosendo maggiormente. Nel giro di pochi istanti Yamamoto e Gokudera furono fuori dal suo raggio visivo e per una volta Tsuna provò sollievo. Il sonno giunse poco dopo.
   
 
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