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Autore: MaryFangirl    01/11/2021    0 recensioni
Sette anni fa, quando Hanamichi salutò Kaede il giorno prima di partire per gli Stati Uniti, pensò che lo avrebbe rivisto presto. Ma non fu così, perché non ebbe più notizie della volpe.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Hanamichi Sakuragi, Kaede Rukawa
Note: Lime, Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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Nell'istante in cui udì quella maledetta parola, Hanamichi sentì un grande vuoto aprirsi sotto i suoi piedi, inghiottendo senza pietà le sue speranze e illusioni.
 
“Che hai detto?” chiese, senza voce.
 
“Che il tuo amico Satoshi è sieropositivo” ripeté Furuta senza cambiare espressione, “è stata la prima cosa che mi ha detto prima di cominciare, per farmi mettere il preservativo”
 
“Rukawa...il suo nome è...Rukawa...” sussurrò.
 
Hanamichi si sedette sul letto.
 
-Rukawa ha l'AIDS...?-
 
“Non può essere...è una bugia...” si disse.
 
Ma poi, come un improvviso flashback, Hanamichi ricordò la quantità di medicinali che aveva trovato nel bagno di Kaede, non riconoscendone alcuni di essi. E se avessero fatto parte della terapia che seguiva...?
 
“No, non può essere...” ripeté.
 
Poi ricordò anche di come aveva trovato il ragazzo nel pomeriggio, malato ed emaciato.
 
-Era solo un attacco di tosse...- volle convincersi usando le stesse parole di Kaede, -non ha niente a che vedere con l'AIDS...-
 
Furuta osservò con orgoglio il volto angosciato di Hanamichi, crudelmente soddisfatto del risultato delle sue parole maligne. Hanamichi da parte sua era in uno stato quasi di shock, dal quale si sveglio improvvisamente. Si alzò di scatto dal letto e si rivestì.
 
“Dove stai andando?” chiese Furuta.
 
“A parlare con 'Satoshi'” rispose seccamente Hanamichi prima di lasciare la stanza.
 
x x x
 
Sdraiato sul letto ma non addormentato, Kaede fu sollevato di notare che la sua tosse si era attenuata grazie allo sciroppo che Hanamichi gli aveva comprato, e che tra l'altro lui non aveva ripagato.
 
-Gli darò i soldi quando lo rivedrò...-
 
-Quando lo rivedrò...-
 
Sospirò pesantemente. Perché ingannarsi ulteriormente, fingendosi offeso dalle persecuzioni di Hanamichi e dalle sue continue visite, quando la verità era che si sentiva a dir poco felicissimo...sì, felicissimo di rivederlo di persona, di sentire la sua voce, di toccarlo, di sentirlo...dopo sette anni in cui si era dovuto accontentare di vedere la sua faccia in televisione durante qualche intervista, perché non gli aveva mentito dicendogli che non guardava più le partite di basket. Era troppo doloroso per lui.
 
E poi c'era stato quel bacio. Perché Hanamichi lo aveva baciato sulla fronte come un bambino piccolo? Aveva un'aria così vulnerabile? Era una cosa che odiava tantissimo...
 
No, non era vulnerabile. Forse lo era stato, anche se l'aveva nascosto; ma ora non c'era niente che potesse fargli del male. L'unica cosa a cui era attaccato in quel momento era il suo piccolo appartamento.
 
Il suono inaspettato del citofono lo fece trasalire.
 
-E ora...?- si chiese. Non poteva essere Hanamichi, se n'era andato da meno di un'ora. Tuttavia, aveva la sensazione che fosse di nuovo il suo ex compagno di squadra.
 
Scese dal letto a malincuore, e con passi pigri si diresse alla porta. Attraverso lo spioncino verifico che effettivamente si trattava del rossino.
 
Aprì. Era un po' sorpreso dall'espressione insolita e seria che Hanamichi mostrava, ma non la commentò.
 
“Sembra che, cof, nemmeno comportandomi bene mi libererò di te...” salutò ironico.
 
“...”
 
Kaede lasciò la porta aperta per far entrare Hanamichi e tornò in camera da letto, seguito da vicino dal ragazzo, che sbatté la porta.
 
“Dove vai?” chiese.
 
“A letto, cof, dove prima mi hai mandato per poi farmi alzare...” si lamentò.
 
Entrarono entrambi nella stanza. Kaede sembrava intenzionato a tornare a letto, ma Hanamichi lo fermò con uno strattone.
 
“Perché non mi hai detto che eri malato?” chiese senza dargli il tempo di essere sorpreso dalla piccola aggressione.
 
Kaede inarcò un sopracciglio, perplesso.
 
“Per caso, cof, non è ovvio...?”

“Non mi riferisco alla tosse!” gridò Hanamichi.
 
L'espressione sconcertata di Kaede si approfondì ulteriormente.
 
“Allora a cosa ti riferisci...?” chiese una seconda volta.
 
“All'AIDS! Perché non mi hai detto che eri sieropositivo?!”

Kaede sbatté le palpebre, senza parole.
 
“Di che stai parlando, cof, Sakuragi...?” chiese in un sussurro.
 
“Me l'ha detto Furuta! Perché hai detto una cosa del genere a uno sconosciuto e non a me?! Doveva essere avvertito perché dovevi scopare con lui?!”
 
Kaede non poteva credere alle sue orecchie. Cercò di calmarsi, se avesse iniziato a urlare come stava facendo Hanamichi non sarebbero arrivati a nulla.
 
“Sakuragi, non ho l'AIDS...”

“E ora mi menti?!”

“NON HO L'AIDS, CAZZO!”, al diavolo la calma, decisamente Hanamichi era l'unico che riusciva a fargli perdere le staffe.
 
“Ah no...?”, ora quello che sbatteva le palpebre per la sorpresa era Hanamichi.
 
“No!”, ma la convinzione con cui Hanamichi lo aveva accusato gli fece dubitare di se stesso, “insomma, tre mesi fa, cof cof, ho fatto dei test e andava tutto bene, e da allora ho preso le stesse precauzioni di sempre...”
 
“...”
 
“Dove hai sentito una cosa del genere...?” chiese Kaede dopo qualche secondo di silenzio.
 
“Io...te l'ho detto, è stato Furuta...” mormorò Hanamichi.
 
“Fantastico, e tu ci hai creduto, cof, subito, vero?”
 
“Considerato quello a cui ti dedichi, non mi sembrava così improbabile...”

“Vaffanculo”
 
Vedendo l'espressione fredda con cui Kaede aveva pronunciato l'ultima parola, Hanamichi si rese conto di aver sbagliato. Aprì la bocca con l'intenzione di scusarsi, ma Kaede lo interruppe.
 
“Se fossi stato sieropositivo, pensi che ti avrei lasciato toccare il taglio nel mio dito?” chiese con rabbia contenuta, “credi davvero che potrei metterti in pericolo per una sciocchezza del genere?”

“Mi dispiace” riuscì a dire Hanamichi. Poi lo guardò negli occhi con fermezza, voleva essere completamente sicuro e gli bastava la sua parola. “Davvero non sei malato...?”
 
“A parte questa fottuta tosse, cof, che a malapena mi fa respirare, beh no...”
 
Il sollievo che provò fu tale che Hanamichi pensò gli sarebbe traboccato dalle orecchie. Istintivamente si avvicinò di un passo a Kaede, per guardarlo meglio. Lo fissò negli occhi, nell'abisso blu, ed ebbe conferma che non gli stava mentendo.
 
Tutto andava bene. Kaede stava bene e in quel momento gli sembrò che fosse la cosa più importante del mondo, perché ciò significava che nulla era perduto, che non era arrivato in ritardo e che potevano avere una possibilità.
 
Quei pensieri lo rendevano così felice che, quasi senza rendersi conto di quello che stava facendo, Hanamichi allungò la mano sinistra verso la nuca di Kaede, e senza dargli il tempo di reagire al contatto inaspettato, lo baciò, schiantandosi contro le sue labbra e coprendole avidamente con le proprie.
 
Il sapore delle sue labbra era quello che ricordava, anche meglio. Con la mano destra Hanamichi circondò la vita sottile di Kaede e lo tirò più vicino a sé, rimanendo petto contro petto. Con la lingua lo costrinse ad aprire la bocca e poté così approfondire il bacio.
 
All'improvviso si rese conto che Kaede lo stava ricambiando. Senza interrompere il bacio, non riuscì a impedire alle sue labbra di curvarsi in un piccolo sorriso soddisfatto.
 
Kaede si aggrappò alla sua camicia con entrambe le mani e approfondì il bacio, portando Hanamichi a soffocare un gemito. Hanamichi lo strinse più forte e portò una mano sulla schiena sotto la maglietta, avvertendo la sensazione fresca della sua pelle. Senza preavviso, Kaede iniziò a sbottonargli i pantaloni, non senza difficoltà dato il poco spazio tra i loro corpi. Un'ondata di eccitazione senza precedenti scosse l'intero corpo di Hanamichi.
 
-Non può essere, è troppo presto...- riuscì a pensare Hanamichi, con un altro sussulto quando notò la corsa e la velocità delle mani agili di Kaede, che gli avevano già slacciato la cintura e i bottoni, rivelando la sua erezione nella prigione di lycra bianca. Un'audace carezza in quell'area sensibile pose rapidamente fine alle sue obiezioni.
 
Il letto con le lenzuola nere era proprio dietro di loro. Sorprendendo Kaede, si staccò da lui e lo spinse indietro, facendolo sedere sul bordo. Poté poi vedere il suo viso infuocato e i suoi luminosi occhi blu pieni di aspettativa. Hanamichi si tolse la camicia, rivelando il suo petto bruno e gli addominali marcati; Kaede approvò con lo sguardo. Tossì un po', ma lo sciroppo stava facendo effetto ed era chiaro che un po' di tosse non li avrebbe fermati.
 
Prima di togliersi altri vestiti, Hanamichi si mise a cavalcioni su Kaede e lo costrinse a sdraiarsi. Si posizionò sopra di lui e dopo averlo guardato per qualche secondo negli occhi lo baciò di nuovo. Non poteva resistere più senza sentire di nuovo le sue labbra.
 
Il contatto tra i loro corpi era quasi totale. Hanamichi poteva sentire ogni parte del corpo di Kaede sotto di sé, inclusa la sua erezione pulsante che si scontrava in modo esasperante con la sua.
 
Tra la paura di schiacciarlo con il suo peso e il fatto di volerlo vedere completamente nudo, Hanamichi si sollevò un po' per avere spazio e poter iniziare a rimuovere la maglietta del ragazzo. Prima ne approfittò per baciarlo sul collo e respirare con forza il suo profumo.
 
“Il denaro...” ansimò Kaede all'improvviso.
 
“Eh...?” fece Hanamichi senza capire, assorto in quell'aroma che lo inebriava.
 
“Il denaro...lascialo sul tavolo...”
 
Mentre il significato di quelle parole entrava nel suo cervello, Hanamichi si immobilizzò. Si sollevò un po' di più, incredulo, per guardare Kaede negli occhi, sperando di leggervi che si trattava di uno scherzo di pessimo gusto. Ma gli occhi blu parevano molto seri.
 
“Cosa?” esclamò, “intendi farmi pagare?”
 
“Non hai ancora capito che non lo faccio gratis?” chiese Kaede sarcasticamente.
 
Hanamichi rimase ancora qualche secondo sopra di lui, senza muoversi. Dopo aver sentito quelle parole, la sua eccitazione era svanita rapidamente come se gli fosse stato versato addosso un secchio di acqua ghiacciata. Ma la sua mente si rifiutava di credergli.
 
“Sei serio...?” domandò.
 
“Non scherzo mai” rispose Kaede, “allora...lasci i 20.000 yen sul tavolo e andiamo avanti, o cosa? A proposito, avrai diritto a un'ora. Se vuoi più tempo, saranno altri 20.000”
 
Hanamichi non poteva credere a quello che stava sentendo. Si raddrizzò un po' di più.
 
“Pensavo...che tu provassi dei sentimenti per me...” disse, deluso.
 
“Eh...?!” si sorprese Kaede.
 
“Ma vedo che non è così...” mormorò. Di colpo il suo sguardo assunse una tonalità più seria. “Allora perché mi hai baciato l'ultima volta che ci siamo visti?”

Passarono diversi secondi prima che Kaede rispondesse, anche se sapeva esattamente a quale bacio si riferiva. Il primo bacio non poteva essere dimenticato così facilmente.
 
“Era solo un bacio di addio” cercò di giustificarsi.
 
“Non prendermi in giro, Rukawa!” esclamò Hanamichi, “nessun ragazzo ne bacia un altro sulle labbra per dirgli addio! Provavi qualcosa per me, perché non vuoi ammetterlo?”
 
“E anche se fosse?!” replicò Kaede. “Sono passati sette anni! Non significhi più niente per me! Niente! Sei solo un pesante fardello! QUINDI LASCIAMI IN PACE UNA BUONA VOLTA!”
 
Si pentì subito di aver urlato quelle parole, ma era troppo tardi. Hanamichi lo guardò, ferito, ma mantenne la calma. Si alzò semplicemente dal letto e con movimenti lenti, orribilmente lenti, raccolse la camicia dal pavimento e se la infilò.
 
Poi, senza guardare Kaede, si voltò per uscire. Pochi secondi dopo si udì un forte botto che fece tremare l'intero appartamento.
 
Kaede si lasciò cadere sul letto fissando il soffitto, avvilito.
 
Ora sì che aveva rovinato tutto per davvero.
  
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