Anime & Manga > Yu-gi-oh serie > Yu-Gi-Oh! 5D's
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Autore: Jigokuko    02/11/2021    0 recensioni
REMAKE DELLA STORIA LINKATO AL PRIMO CAPITOLO, LEGGETE QUELLA!
Genere: Azione, Malinconico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bruno, Nuovo personaggio, Quasi tutti, Yusei Fudo, Z-one
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Incompiuta, Tematiche delicate, Violenza
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Pattini a rotelle e (non) appuntamenti
 

Bruno era appena tornato al garage dopo aver accompagnato Sherry a casa. Gli aspettava una notte carica di lavoro, e di ciò ne era estremamente entusiasta; lavorare su una moto che non fosse la Yusei Go, la Blackbird o Vortice della Fenice lo mandava su di giri – se avesse potuto, avrebbe volentieri messo mano su tutte le duel runner di Nuova Domino ed oltre.
Aggiustare una centralina richiedeva un enorme impegno ed era sempre difficile capire completamente quella di un modello su cui non aveva speso più di mezza giornata, ma confidava di potercela fare almeno per il pomeriggio successivo: Yusei si era anche offerto di dargli una mano, quindi le speranze erano alte.
Per quanto fosse bravo nei motori o nell'informatica, però, una cosa non aveva compreso di quel pomeriggio: la frase di Crow.
Che intendeva con "hai fatto un casino"? Detto subito dopo che Akane se n'era andata poi...
Nel momento in cui lo disse non ci aveva fatto troppo caso, ma gli tornò subito alla mente mentre tornava a casa, perciò decise di chiederglielo direttamente, con tutta l'innocenza -o stupidità- del mondo.

- Crow, in che senso avrei fatto un casino?-
Il rosso quasi si affogò con l'acqua che stava bevendo.
- Eh? Ma sei scemo, Bruno?-
- Cosa ho detto di male?! Spiegamelo, per favore.-
- Hai offeso quell'adorabile cameriera. Non posso crederci che hai davvero pensato fosse stanca.-
- Io... non ci ho fatto caso, credimi. Forse perché ero assorto nelle riparazioni— e come mai si sarebbe dovuta offendere, scusa?-
- Dimmi una cosa: cos'è per te Akane?-
- Mh... – Esitò un po', preso alla sprovvista, poi si decise a rispondere. – Una cara amica, qualcuno con cui ridere e scherzare... mi piace stare in sua compagnia, niente di più.-
- Io credo che lei ti veda in modo diverso... o forse mi sbaglio. Si è ritrovata totalmente spaesata e tu sei stato il suo primo appiglio, è chiaro come il sole che ti veda come una sorta di riferimento. Può anche darsi ci sia di più; se non è già successo, potrebbe iniziare a provare qualcosa per te, vedi di non farla soffrire.-

Bruno ci ripensò più e più volte durante tutto il tempo speso a riparare la moto di Sherry. Quindi c'era una possibilità che Akane potesse innamorarsi di lui? Che scemenza... lei si comportava allo stesso modo con tutti, e loro erano un duo il cui unico obiettivo era recuperare i ricordi di entrambi.
Un'ipotetica relazione avrebbe potuto mandare tutto all'aria. E a lui non piaceva in quel senso, rovinare un rapporto come il loro sarebbe stato da stupidi.

- Lei è Vianey, mia nipote. Si è appena trasferita a Nuova Domino e da oggi lavorerà assieme a voi.

Akane e Stephanie quella mattina si erano ritrovate una sorpresa inaspettata: una ragazzina.
Era piccolina, aveva capelli verde scuro tagliati a caschetto e occhi di un viola intenso, un filo di trucco sul visetto sorridente ed uno smartphone pieno di stickers in mano.
Non avrà avuto più di sedici anni.

- Piacere di conoscervi!- Esordì lei, facendo un piccolo inchino. La divisa da cameriera che indossava era uguale a quella di Akane con la cravatta, ma la gonna leggermente più lunga e le scarpe erano quelle in dotazione, mentre le gambe snelle venivano fasciate da delle parigine bianche.
- Sapete, lei è una famosa sui social network... ha l'influenza o come si dice— ci aiuterà a pubblicizzare il locale su internet, non è fantastico?-

Le due annuirono all'unisono. Nessuna ci capiva qualcosa di quella roba: Stephanie non sapeva nemmeno accendere un computer, mentre la collega aveva sentito parlare di roba talmente complicata da Bruno e Yusei che il solo vedere qualcosa di vagamente simile ad un pc le provocava il mal di testa. In una parola: negate.

- Ragazze, ci facciamo un selfie tutte insieme? Come primo post sarebbe perfetto: mostrare delle cameriere carine attira un saaaacco di gente!-
- Post? Selfie? – La corvina sgranò gli occhi, totalmente allo sbaraglio. – Cos'è questa roba?-
- Akane, certo che sei proprio scema: un selfie è un autoscatto, come quella orrenda foto tutta mossa che hai come sfondo del telefono. Un post è... è... cos'è un post?- Disse la castana.
- Anche tu cadi dal pero, Stephanie!-
- Siete proprio da antiquariato, voi due! – Ridacchiò la -forse- più giovane. – Non preoccupatevi, ci penserò io, ora venite qui e facciamo questa benedetta foto.-

C'era poco da dire, la nipote del capo aveva un bel caratterino e sapeva come prendere facilmente le redini della situazione; infatti, per quello scatto impegarono diversi minuti ed infinite prove. Doveva essere assolutamente perfetto a detta sua, o non avrebbe raggiunto affatto il pubblico desiderato da suo zio.
Motivo per il quale quella mattina avevano iniziato più tardi, ma all'uomo non era sembrato importare affatto... allora credeva davvero alle potenzialità dei social network.
Mentre spazzava il pavimento, Akane pensava sarebbe servito a poco e niente pubblicizzare il locale su internet; da quello che aveva visto alla televisione, a fare successo solitamente erano le top model o i duelli, e loro non avevano né l'uno né l'altro... sperava solo che al capo non venisse l'assurda idea di farle mettere in bikini od in generale svestire ulteriormente.
Mica voleva far prendere un infarto ai clienti con le sue orribili ferite!
Un improvviso schiamazzo proveniente da fuori la spaventò a morte, stessa reazione quella di Stephanie, ed entrambe corsero all'uscita del bar.

- J-Jack Atlas?!

Vianey non era riuscita a non urlare quando, uscendo, si era ritrovata quel tizio alto, biondo e bellissimo seduto ad uno dei tavolini esterni, in attesa di una cameriera.
L'ex campione della città andava a prendere il caffè da suo zio e non le era mai stato detto?!

- Tu... tu sei Jack Atlas, vero? I-in carne ed ossa?- Si stropicciò gli occhi, ancora stralunata.
- Ma certo, e chi sennò? Nessuno può imitarmi!-
Akane, sulla porta, non riuscì a trattenere un "e menomale" sottovoce.
- Oh, mi spiace, dovrei darle del lei...! Che... che cosa vuole ordinare?-
- Il solito.-
- Mi perdoni... quale sarebbe "il solito"?-
- Il tuo capo lo sa, digli che sono qui.-
- S-subito!-

La ragazzina corse dallo zio, prese l'ordinazione e la portò al cliente.

- Posso chiederle una cosa?- Tremava, con il cellulare stretto tra le mani.
- ... Dipende.- Mentre sorseggiava il caffè, Jack le rivolse una fugace occhiata.
- Mi chiedevo se... potessi farle una foto mentre sta bevendo il nostro Montagna Occhi Blu.-
- E perché mai, scusa? La mia immagine costa!-
- La prego...!-
- Assolutamente no.-
- E quanto dovrebbe costare la tua immagine, ora che Yusei ti ha spodestato a calci in culo? Un soldo bucato?- Intervenne la corvina, sbucandogli dietro.
- Tu sta zitta, torna a piangere per notti intere.-
- Cos'hai detto?!-
- Ora sei pure sorda?-
- Cafone!-

Mentre i due litigavano, Vianey ne approfittò per rubare uno scatto e postarlo in fretta sui social.
"Venite al Cafe La Geen, unico luogo in cui potrete sorseggiare il delizioso caffè Montagna Occhi Blu e vedere Jack Atlas litigare con le nostre splendide cameriere! Divertimento assicurato!"
La didascalia era tutto un programma.

Aki ci aveva pensato a lungo, ed alla fine si era decisa; voleva una connessione con Yusei complessa ed immediata come lui l'aveva avuta con Sherry. La bramava, la desiderava.
Voleva capire appieno cosa provava quel ragazzo che le aveva letteralmente salvato la vita solo un anno prima. Dove sarebbe finita, senza il suo aiuto?
Aveva sempre creduto di poterlo comprendere, anche grazie al marchio che li accomunava, ma a quanto pare non era del tutto così.
Ciò che le mancava per completare il profilo psicologico di Yusei Fudo era quella sensazione: essere una duellante turbo. Ma lei ne era davvero capace? I suoi poteri non avrebbero reso tutto più pericoloso?
Eppure lo desiderava così tanto... il solo sfiorare quel pensiero le faceva battere il cuore.
Aki Izayoi avrebbe imparato a duellare sulle moto e niente poteva impedirglielo, avesse dovuto metterci anche cent'anni.

Quando prese la decisione, decise di riferirla subito a Yusei -omettendo il vero motivo della sua scelta, ovviamente-. Lui dapprima ne rimase sorpreso, ma dopo aver realizzato che lei avrebbe preso presto la patente, si dimostrò al settimo cielo: non vedeva l'ora di poterla vedere sfrecciare su una moto tutta sua, e magari duellarci contro senza dover subire i suoi poteri distruttivi.
Spronata dalla reazione positiva sia sua che degli altri suoi amici, la rossa si mise subito sotto con lo studio; in primis, la teoria era molto importante e confidava nel riuscire a passare facilmente l'esame, ma... ce l'avrebbe fatta con la pratica? Questo si domandava.
"Una volta che avrai preso dimestichezza, sarà un gioco da ragazzi!", le aveva detto Crow. La faceva facile... aveva imparato a guidare in quella trappola mortale del Satellite, le strade perfettamente lisce di Nuova Domino erano una barzelletta per lui!

Prima di farle prendere in mano una duel runner ed andare completamente allo sbaraglio, Yusei aveva avuto un'idea, ovvero insegnarle ad allenare l'equilibrio sui pattini a rotelle, motivo per il quale quel giorno erano andati alla pista di pattinaggio che si trovava all'interno del luna park della città.
Nonostante avesse invitato solo lei, i gemelli avevano deciso di imbucarsi, i quali avevano costretto Bruno a partecipare che, a sua volta, si era trascinato dietro Akane.
Aki stava in piedi a fatica pur rimanendo immobile, mentre lui le volteggiava intorno, stupendola ogni secondo di più – di preciso, quando aveva imparato ad andare così bene sui pattini?!

- È tutta una questione di baricentro, – Le passò dietro, smuovendo l'aria attorno a lei. – devi mantenere il peso del corpo in avanti per non cadere.-
- La fai facile, io non ho mai messo dei pattini in vita mia...!- Gli rispose, stringendosi nelle spalle.
- Se vuoi posso tenerti la mano.- Lui si fermò a pochi passi, con la mano tesa in avanti.
La rossa avvampò.
- No... non ce n'è bisogno, posso farcela.-
- Fammi vedere allora, raggiungimi.- Disse il moro, indietreggiando di qualche metro.

La ragazza prese un profondo respiro e si preparò a raggiungere Yusei, che la stava aspettando con un sorriso rassicurante in viso.
Poteva, doveva riuscirci; dopotutto erano pochissimi metri, camminando li avrebbe fatti in massimo cinque secondi, con i pattini ai piedi sicuramente meno.
"Su, Aki, al massimo farai una figura di merda".
E con tale pensiero, si diede la spinta, spostando il baricentro in avanti come le era stato detto. ... si stava muovendo, ce l'aveva fatta!
A metà strada, però, perse l'equilibrio e finì per capitombolare. Si stava già immaginando spiaccicata sul pavimento di legno, ma Yusei si precipitò verso di lei e l'afferrò in tempo.

- Non sei troppo brava a pattinare, vero Aki?- Glielo disse con talmente tanta innocenza che lei rimase imbambolata a guardare quegli occhi di tanzanite per una quantità di tempo apparentemente infinito, dimentica di quella velata presa in giro.
- Diciamo che non è proprio il mio forte...-
- Allora riproviamo, ma stavolta ti sostengo io, okay?-

Più che una domanda, quella fu un'affermazione, perché subito dopo le prese una mano ed iniziò a condurla.
Non osò protestare; nonostante fosse chiaramente in imbarazzo, quando mai le sarebbe ricapitata una cosa del genere...? Assieme a lui, il pattinaggio era subito passato in secondo piano, e tutto rimaneva focalizzato su quella stretta delicata che le trasmetteva un insolito calore.
Accidenti, cos'aveva fatto alla temutissima Rosa Nera?

- Ve lo dico io: abbiamo fatto bene a lasciarli da soli.- Disse Akane, camminando con le mani in tasca.
- Non vedo perché la nostra presenza avrebbe dovuto disturbare l'allenamento... io volevo assistere.-
- Ma quale allenamento, quello era un appuntamento, Bruno!- Si aggiunse Rua, con le braccia dietro la testa.
- E proprio tu hai insistito per andare con loro...- Commentò la sorella, sospirando.
- ... Beh, avevo sentito parlare di luna park e non ho resistito... comunque, che facciamo?-

La corvina si guardò intorno. C'erano tantissime attrazioni in quel parco, era davvero enorme, ma lei non aveva idea di cosa fare... finché qualcosa non attirò la sua attenzione: delle urla.
Provenivano da una grande struttura metallica sulla quale sfrecciavano velocissimi dei vagoni pieni di persone.

- Co... cos'è quella giostra?- Domandò, con gli occhi che brillavano.
- Sono montagne russe. Non ne hai mai sentito parlare?- Disse Ruka.
- No, ma voglio andarci, sembra bellissimo!-
- Io passo, sembrano una trappola mortale.- Bruno alzò le mani, in segno di resa.
- Ah, ma dai! Grande e grosso come sei, hai paura...?- Lei gonfiò le guance.
- Se vuoi ci vengo io con te, Akane.-
- Davvero, Rua? Grazie mille! Guarda, Bruno, dovresti prendere esempio da lui.- Gli mostrò la linguaccia.

...

- Mi dispiace...!-
- Non è possibile, non sei abbastanza alto?-

Akane sospirò, sconsolata. Voleva proprio salirci là sopra, ma non se la sentiva proprio di andare da sola... avere compagnia le avrebbe fatto comodo, era un peccato che Rua non raggiungesse per un soffio l'altezza minima.

- Ci tieni così tanto a provare le montagne russe? – Una mano le si posò sulla spalla, e quando rialzò il capo vide Bruno che la guardava. Annuì piano. – Allora ti accompagno io.-
- ...Eh? Non avevi paura?-
- Non preoccuparti, posso sopportarlo per un minuto, ma quella tua faccia imbronciata proprio no.-
- Grazie, grazie, grazie, sei un angelo!-

Prima di mettersi in fila, i due si accordarono con i gemelli che si sarebbero ritrovati successivamente all'edificio ospitante i tappeti elastici.
Mentre aspettavano in fila, il ragazzo ripensò a quella conversazione avuta con Crow una settimana prima; gli aveva suggerito di essere meno mamma chioccia nei confronti di Akane, ma come poteva lasciarla con quell'espressione sconsolata per il resto della giornata? Non se lo sarebbe mai perdonato. Vederla così felice, che fremeva per salire sull'attrazione era impagabile e, doveva ammettere, anche divertente: sembrava un giocattolo a molla impazzito, aveva tutt'altro atteggiamento rispetto a quando l'aveva soccorsa la prima volta. Era più felice e spensierata, per non parlare di quella lingua lunga che sapeva usare le parole un po' troppo bene.
L'attesa durò circa un quarto d'ora, lasso di tempo in cui lei non si era mai fermata di saltellare in giro, neanche una volta. Arrivato il loro turno, insistette per mettersi a tutti i costi in prima fila, proposta alla quale il meccanico dovette acconsentire obbligatoriamente, con l'aiuto di una preghierina ed un segno della croce mentali.
Nemmeno lui era mai salito su una montagna russa -o almeno, non dopo la perdita di memoria-, ma aveva genuinamente paura di quella cosa, soprattutto per l'imminente giro della morte e quell'enorme discesa che li stava aspettando.
La sbarra di protezione si abbassò e, prima della partenza, diede un'occhiata a lei: aveva un sorrisone enorme stampato in viso.
Un semaforo accese le tre luci ed il vagone iniziò a muoversi lentamente... per nemmeno un secondo, perché subito dopo scattò in avanti ed accelerò in modo esponenziale. Vennero lanciati in una discesa ripidissima, poi in una salita estremamente alta, percorsero un paio di giri della morte ed addirittura un breve tratto completamente al buio.
La ragazza rise sguaiatamente per tutto il tempo, mentre lui aveva urlato a squarciagola, terrorizzato.
Quando la corsa finì ed uscirono, si guardarono negli occhi zitti ed immobili per quasi un minuto. Poi, la corvina si agitò in un istante.

- Wow, wow, wow! Fighissimo, assurdo, fantastico! Rifacciamolo, ora!-
- No, per favore, è stato tremendo!- Si lamentò lui, ancora sconvolto.
- Scherzavo...! – Finalmente si mostrò calma e tranquilla. – Grazie ancora per essere venuto con me, lo apprezzo molto.-

Entrambi si scambiarono un sorriso.

Yusei era davvero sbalordito: da quando gli altri se n'erano andati, Aki in poco meno di un'ora aveva fatto tantissimi progressi.
Se all'inizio era costretto a tenerle la mano solo per rimanere in piedi, ora riusciva addirittura a percorrere qualche metro da sola, senza cadere e ad una velocità abbastanza sostenuta. Infatti, in quel momento stavano pattinando fianco a fianco lungo il perimetro della pista.
Nel profondo era perfettamente convinto che ce l'avrebbe fatta: quella ragazza possedeva grande intelligenza ed era, in modo inaspettato, abbastanza spericolata da potersi impegnare e mettere da parte la paura, nonché enormemente determinata.
Aki era forte nonostante non se ne rendesse del tutto conto, ed i suoi poteri non c'entravano nulla.

- Sei stata davvero brava, sono fiero di te.-
- Dici sul serio, Yusei?- Entrambi si fermarono, e le guance di lei presero un colore simile a quello dei suoi capelli.
- Certo, non è da tutti migliorare così in fretta. Fidati di me, imparerai a guidare una duel runner in men che non si dica mettendoci la stessa buona volontà di oggi.-

Quelle parole, seppur semplici, le avevano fatto battere forte il cuore. Se Yusei credeva in lei, tutto sarebbe andato bene, lo sentiva.
Lui riusciva sempre a donarle una certa forza ed ogni preoccupazione spariva, come una botta di vita che l'aiutava a stare in piedi.
Dopo l'allenamento, decisero di ricongiungersi con gli altri, perciò andarono nell'edificio dove i gemelli li avevano avvertiti di essere.
Entrati, trovarono Akane e Ruka che saltavano e ridevano su uno dei tappeti elastici mentre si tenevano la mano, Rua faceva capriole su quello accanto e Bruno seduto su una sedia lì accanto, apparentemente sconvolto.

- Che ti succede?- Gli domandò Yusei.
- Akane è matta: mi ha costretto a salire sulle montagne russe ed ora è la che, come se niente fosse, saltella in mezzo a dei bambini come se avesse la loro età.-

Lì, il moro scoppiò a ridere. Non avrebbe mai pensato che il suo amico potesse aver paura delle montagne russe, né che Akane avesse un lato così bambinesco.
... A dire il vero, nessuno aveva ancora capito la sua età, ma si presumeva avesse passato almeno i quindici anni, però tutto rimaneva abbastanza ignoto.

Alla fine, anche Aki era voluta salire sul tappeto elastico ed i quattro avevano saltato per talmente tanto tempo che i due rimasti giù dovettero costringerli a farli scendere.
Akane si era divertita davvero tantissimo quel giorno; stare in compagnia degli amici in un luna park era proprio ciò che le ci voleva per staccarsi, almeno un po', da quei costanti dolore e brutti pensieri martellanti nella testa e nel corpo.
Era stato davvero difficile scendere da quel tappeto elastico e tornare alla sua vita normale. Sperava di tornarci un giorno.


Angolo autrice

HELL-O!

Saluto a tema halloween, anche se ormai è passato. In teoria questo capitolo doveva uscire quel giorno oppure prima, ma negli ultimi giorni sono stata impegnatissima a fare robe con il computer che mi hanno sfiancata al punto da farmi passare la voglia di scrivere la sera come faccio di solito. Mi sentivo un po' Yusei, Bruno e se ce li volete mettere anche Yusaku e Ryoken da Vrains. :')

A parte questo, mi sono fissata coi flipnote.
Avete presente quel giochino integrato nel DSi dove si disegna ed anima? Proprio quello.
La versione per 3DS è più figa e semplice da usare e voglio imparare bene per fare quelle animazioni fighissime che si vedono su youtube. Ho fatto una cagatina di prova a tema Akane, ve la lascio sotto.

Per quanto riguarda il capitolo: nuovo personaggio!
La volevo proprio una cameriera carina che non fosse Akane. Mi spiace Stephanie, ma sei cess— ahem. :)
Più che cessa è piatta come personaggio, non si sono neanche impegnati a darle un bell'aspetto. Okay che è solo relegata a simp di Jack, però le cose vanno fatte bene...
Spero vi piaccia Vianey con il tempo. :D
Bruno che ha paura delle montagne russe sembra stupido, lo so, ma statemi a sentire:

/an·ti·no·mì·a/
 
sostantivo femminile
Rapporto di contraddizione, reale o apparente, rilevato fra due proposizioni elaborate dal pensiero; nella logica contemporanea, enunciato tale che sia la sua affermazione, sia la sua negazione comportano necessariamente un risultato contraddittorio.
GENERIC.
Contrasto, opposizione; contraddizione.

Ho pensato sarebbe stato divertente accentuarla ancor di più. ;)

Detto ciò, io vi saluto lasciandovi con il mio stupidissimo flipnote.
Alla prossima!

Jigokuko

   
 
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