E’
lunedì
mattina, e sono nella casa di famiglia a terni. Il sole splende e si
riflette
sulle foglie del noce, i quali rami arrivano fino a bussare alla
finestra di
camera mia, che è sopra la cucina.
Sono appena le
nove quando, appena sveglia, guardo l’ora sullo schermo del
cellulare.
Apro del tutto
la finestra, lasciando che i raggi del sole entrino curiosi in camera,
20
luglio, ero maggiorenne da appena 3 giorni, ed ero di pessimo umore.
Acchiappo le
prime cose che vedo per vestirmi, maglietta nera e pantaloni lunghi
dello
stesso colore, per poi aprire la porta e osservare ancora stordita il
pianerottolo che mi appare davanti, la forma trapezoidale perfetta per
accogliere le soglie delle camere che vi si affacciano, con lo scalone
davanti
a me e la piccola scala a chiocciola color panna anni 50 che porta alla
camera
che al momento è occupata dall’ospite speciale di
mio fratello.
Dalla parte
opposta a camera mia c’e la stanza di mio fratello e accanto
quella della
nonna, che ovviamente si è già alzata e
sarà di sotto a fare una cosa
qualsiasi.
Stando attenta
a non fare rumore entro in camera di mio fratello, cosa che si rivela
inutile,
il letto sfatto è vuoto, anche se sulla sedia dello
scrittoio in fondo ci sono
i suoi vestiti, quelli che indossava ieri… che fine ha
fatto? Non credo stia
andando a giro nudo per casa, Dan lo ucciderebbe.
Dan è il
ragazzo di mio fratello Alan, si ragazzo con la
“O”, è un maschio, e anche un
notevole esemplare di maschio.
Ma Alan come al
solito si prende sempre il meglio: la band, il talento, la voce unica,
il
ragazzo, il fatto che è uno dei modelli più
richiesti sulla piazza…
Non lo
sopporto! Ha tutto ed è anche arrogante, prepotente,
violento e immancabilmente
stupido. Per capire che Dan lo amava ci ha messo più di tre
anni, mentre a me è
bastato conoscerlo.
Esco dalla
stanza di Alan dirigendomi
in mansarda,
pensando alla luculliana colazione che mi aspetta in cucina: la nonna
un tempo
era una bravissima confettrice (insomma, quelle che fanno le
marmellate, come
si chiamano? Ce l’hanno un nome?)
Il mio piede
sinistro conquista l’ultimo gradino, alzo lo sguardo verso il
letto e rimango
pietrificata, col piede destro a mezz’aria rischiando
seriamente di perdere
l’equilibrio e fare la scala all’indietro
rotolando: Dan e Alan sono
teneramente abbracciati l’uno all’altro e mio
fratello è rannicchiato al petto
dell’altro come un gattino impaurito, i capelli argentei gli
ricadono
dolcemente sulle spalle e sul cuscino; quella posa mi ricorda
improvvisamente
quando eravamo piccoli e dormivamo insieme tutti e tre, io lui e Kai,
perché
quest’ultimo aveva paura dei fulmini.
Kai è
nostro
fratello minore, è al secondo anno di liceo ed è
la copia sputata di Alan,
almeno fisicamente: alto, capelli color dell’argento, esile,
occhi
azzurro-viola e bellissimo. Il carattere del piccoletto, fortunatamente
è
stupendo: dolce e sensibile, riservato e molto insicuro.
Dall’anno
scorso sta con Sven, o Sten…un tizio tutto muscoli che Alan
detesta.
Sorridendo al
ricordo dell’incazzatura che si è preso mio
fratello nel sapere che Kai avrebbe
passato le vacanze col suo fidanzato,lasciandoci in balia della nonna
per ben 4
settimane, torno in camera mia e prendo l’mp3, lo accendo e
scendo a fare
colazione.
Nonna non
c’è,
la domestica balbetta qualcosa a proposito del fatto che è
fuori in giardino.
Mi chiede poi cosa se ho bisogno di qualche cosa, quando le rispondo
che mi
basta del latte freddo, si calma e continua quello che stava facendo,
anche se
noto una strana goffaggine in ogni suo movimento.
Che sarà
successo?
Glielo chiedo, stando attenta a non urtare la sua psiche già
abbastanza
confusa, ma lei mi guarda con aria sconvolta, i capelli originariamente
tenuti
in uno chignon sono ritti sulla testa e disordinati:
“Io…io volevo solo pulire,
non credevo…oh, un ragazzo così bello!”
Le frasi
sconnesse sarebbero senza senso per qualsiasi persona che non conosca
la nostra
famiglia, ma fortunatamente ho l’intelligenza necessaria per
comprendere “Li ha
visti”
Arrossisce, si
vede che non è abituata a certe cose, e poi è
risaputo che è una fan di mio
fratello, ha collezionato tutte le riviste in cui lui compare.
Un’improvvisa
ondata di fracasso la fa trasalire, mentre io mi volto verso la porta,
dalla
quale entrano prima Alan e poi Dan, tutti e due in pantaloni e petto
nudo.
Devo purtroppo
ammettere che è una vista notevole, chissà in
quanti pagherebbero per avere
questa vista…io ho la fortuna di averla gratis
“Hey, che si mangia in questa
bettola stamattina?” chiede col solito tono arrogante,
facendo trasalire la
domestica per l’ennesima volta mentre si affretta a preparare
qualcosa ai due,
che intanto si sono messi a sedere: Dan è a cavalcioni della
sedia, con un
braccio attorno allo schienale e uno appoggiato sul tavolo, mentre
guarda Alan
che ha i piedi elegantemente sul tavolo e la schiena abbandonata
all’indietro.
“ogni
tanto non
ti farebbe male salutare, Alan” dico distogliendo lo sguardo
da lui e fissando
la porta finestra alle mie spalle.
Lui mi fissa
mezzo secondo e poi cambia posizione, incrociando le braccia dietro la
nuca
“ok, come vuoi, ciao Pain, come va?” sogghigno
“Ah-ah, divertente” mi alzo
facendo slittare la sedia all’indietro con un rumore
infernale, metto la mia
tazza vuota nel lavello ed esco dalla cucina, facendo un cenno
impercettibile a
Dan, che mi segue quasi immediatamente in taverna, un piano
più sotto.
“Che
espressione sconvolta…che aveva la tipa?” Dan mi
guarda col tipico
atteggiamento strafottente, una mano sul fianco e l’altra
intenta ad accendere
la sigaretta che ha in bocca.
“Vi ha
visti, è
old style, quindi non capisce…ed è una fan di
Alan” gli spiego velocemente,
togliendogli la sigaretta di bocca e facendo un tiro.
Lo guardo
sogghignare: devo dire che ha un fascino tutto suo, che nemmeno mio
fratello
ha, emana sicurezza da tutti i pori, ispira senso di protezione,
dolcezza, ti
da la sensazione che accanto a lui non ti possa succedere
nulla…certo, a patto
di essere alto un metro e ottantacinque, avere i capelli argentei,
essere
maschio, violento e strafottente e chiamarti Alan…
“Capisco…quindi
devo scoraggiarla; ma non mi hai chiamato per questo, vero?”
sorrido “No” gli
porgo il mio mp3, facendogli ascoltare l’ultima canzone
dell’elenco.
Dan si
concentra sulle note,poi mette in posa e mi guarda
“L’hai scritta tu?”
“Si”
“Forte. Potresti farci concorrenza” mi riprendo
l’mp3, guardandolo dritto negli
occhi “Non mi interessa, te l’ho gia
detto… è per voi, usala”
Lui mi prende
un polso, poi mi bacia sulla guancia: “Allora grazie mille,
Pain” si gira verso
le scale e fa per andarsene “Davvero non vuoi cantare?
Saresti una star”
“Quella è la vostra strada, no, io
diventerò designer” scuote la testa,
sconfitto, poi risaliamo e troviamo Alan seccatissimo dal fatto che
fossimo
spariti insieme.
“Vi siete
divertiti coi vostri segreti?” lo fisso alzando un
sopracciglio, poi guardo sul
tavolo la luculliana colazione che si è fatto preparare:
caffè nero, bacon,
uova, toast e muesli, tutti accatastati davanti a lui. Come al solito
non si
risparmia, eh?
Dan gli si
avvicina sensualmente, mentre io agguanto un tovagliolo, in previsione
di ciò
che succederà “Siamo gelosi eh?” la sua
voce è un soffio intenso di sex appeal
all’orecchio del mio fratellone, che non può
resistergli, mentre io rischio di
collassare.
Con mia immensa
gioia le gote di Alan si tingono di porpora, mentre lui si agita sulla
sedia
“M-ma che dici?A-assolutamente no!” balbetta, segno
evidente che sta per
cedere.
Solo in quel
momento mi accorgo che la domestica è ancora qui e guarda i
due viola
dall’imbarazzo.
“Hmm…ne
sei
sicuro?Io non direi…” il tono è sempre
più sexy, tengo pronto il fazzoletto, in
caso di sanguinamenti nasali molesti.
Alan assume una
stupenda espressione arrabbiata e si alza in piedi per fronteggiare il
fidanzato, non si accorge che ha perso “Io non son o
geloso!Di Pain, poi!” Dan gli
afferra i polsi, bloccandoglieli al muro con una sola mano, mentre
scende a
baciargli il collo e appoggia l’altra mano al fianco del
compagno, che sta
sospirando pesantemente, si sta eccitando.
Lo so, il mio
naso sta per cominciare a far sgorgare fiumi di sangue e questa stanza
diventerà peggio della cantina dove Barbablù
teneva le sue mogli sgozzate.
Dan sta
continuando nella sua opera di seduzione, risalendo con le labbra fino
a
catturare quelle di Alan, e la sua mano sinistra accarezza lentamente
la pelle
candida di mio fratello, dal petto all’inguine, che sfiora
con l’indice.
Sui pantaloni
di Alan si nota chiaramente il rigonfiamento dell’erezione,
ormai l’ha capito
anche lui di aver perso la battaglia.
“A-ehm…sapete
che per certe cose esistono le camere da letto?” dico
sarcastica con la poca
voce che mi è rimasta; i due si staccano bruscamente, Dan
prende per mano il
fidanzato e prima di uscire di corsa dalla cucina mi guarda, sogghigna
e dice
“ottima idea!”
“per la
prossima ora meglio non andare in mansarda” mi appunto a voce
alta, parlando
più che altro per quella povera donna di pietra dietro di
me, ma ho come
l’impressione di stare parlando al vuoto.
Sospiro,
“Sarà
meglio che ci si abitui, quei due sono peggio dei conigli”
mentre lascio
lentamente la presa sul fazzoletto, tentando di regolarizzare il
respiro.
Ma chi voglio
prendere in giro? Io anche dopo sei mesi non mi ci sono ancora
abituata…
Ecco, questo aborto è venuto fuori in una mattina di luglio, la stessa identica data che è scritta nel testo, mentre stavo facendo nulla a casa di mia nonna, ed è stata finita in un pomeriggio.
Mi era venuta in mente l'immagine dei due che entravano in cucina, sconvolgendo la domestica..quindi ho scritto questo
mi raccomando, se vi piace...commentate!!
bye bye
mew_ali