Anime & Manga > Lupin III
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Autore: Hana S    05/11/2021    1 recensioni
Jigen nasconde da otto anni un segreto a Lupin e Goemon, ogni volta che un colpo viene messo a segno sparisce e torna sempre nella stessa città, dove nasconde e protegge il suo tesoro più prezioso. Ma per quanti sforzi fatti, il passato e le sue minacce possono sempre tornare.
Estratto dal primo capitolo:
Quei meravigliosi occhi smeraldo lo guardavano pieni di lacrime, si era portata le mani davanti alla bocca e tremava per l’emozione, lui si alzò e si avvicinò a lei che allungò una mano sfiorandogli il viso, Jigen afferrò delicatamente quella mano aggraziata e la tenne stretta contro la sua guancia. «Sei tornato …»
Genere: Azione, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Jigen Daisuke, Nuovo personaggio
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Cap. 12 - Amici che aiutano

Il gruppo arrivo al grande edificio della compagnia di Sakashi e dopo essere stati perquisiti furono accompagnati dal presidente. Jigen era furioso, perché avevano perquisito anche Kyoko? “Normale procedura” avevano detto, ma che qualcun altro mettesse le mani addosso a sua moglie non lo poteva sopportare e tenne stretta Kyoko vicino a sé per tutto il tempo. L’ufficio di Sakashi era affacciato sulla baia, la sua scrivania dava le spalle ad un’immensa vetrata e lui era seduto ad aspettare i suoi ospiti, quattro sedie erano state preparate davanti a lui distanziate si e no mezzo metro. Quando si sedettero Jigen avvicinò la sua sedia a quella di Kyoko ed appoggiò il braccio allo schienale della sedia di lei, aveva lasciato la sua Magnum all’ingresso e non poteva usarla per difenderla se le cose fossero andate storte, aveva lo sguardo cupo, ma Kyoko posò delicatamente la mano sulle sue gambe e sorrise «Andrà tutto bene» gli sussurrò.

Sakashi scrutò il gruppo e passarono alcuni secondi prima che dicesse qualcosa «Vi chiederete perché ho voluto che veniste tutti qui» Sakashi si alzò andando vicino ai suoi ospiti; Kyoko si era fatta un’idea diversa degli uomini senza scrupoli, li immaginava bassi e grassi e lo scrutò. Sakashi era alto e spallato, indossava pantaloni bianchi con camicia e scarpe nere, i capelli lunghi erano accuratamente pettinati all’indietro e un solo ciuffo ricadeva sul volto spigoloso, ma attraente allo stesso tempo.
«Volevo sinceramente ringraziarvi per quello che avete fatto per me, senza il vostro aiuto non sarei mai riuscito ad entrare nella villa Morimura, solo una cosa non mi è andata giù …» scrutò il gruppo e la sua espressione cambiò divenendo spietata  «… alcuni dei miei uomini sono rimasti feriti nella colluttazione con i poliziotti, della cui presenza …» indicò Jigen e poi Lupin «… voi non me ne avevate parlato!» la tensione salì tra i presenti «Mi era stato promesso che non ci sarebbero stati problemi!» Sakashi strinse i pugni facendo schioccare le nocche.

Jigen strinse Kyoko a sé, Goemon non sapeva che fare senza la sua Zantetsuken che aveva lasciato insieme alle altre armi all’ingresso e Lupin cercò di intermediare «Sakashi, lei è del mestiere sa che certe operazioni possono portare delle conseguenze …» pensava a come tirare tutti fuori dai guai, ma non gli veniva in mente nulla. Tutti loro potevano facilmente cavarsela, erano stati in tante situazioni pericolose, ma Kyoko no.

«Signorina Arumi, la prego non ora!» si udì la segretaria fuori dalla porta parlare con qualcuno.
«Mio padre dovrà ascoltarmi, gli ho semplicemente chiesto di venire a pranzo e non si è né presentato né giustificato … voglio proprio vedere cos’ha di tanto importante per dare buca alla sua stessa figlia!» un’altra donna si avvicinava a grandi passi all’ufficio e spalancò la porta, Sakashi si prese il volto fra le mani e scosse la testa. La giovane donna si guardò intorno distrattamente e salutò il padre con un bacio sulla guancia. Lui prese le mani della figlia tra le sue e la sua espressione cambiò, era sereno e felice «Arumi, tesoro mio, non è il momento»

«Si papà, lo so, hai cose da fare, gente da minacciare …» disse voltandosi e indicando il gruppo, ma si fermò non appena vide Kyoko ed anche quest’ultima parve sorpresa.
«Kyoko!» «Arumi!» pronunciarono insieme le due donne, Kyoko si alzò e corse ad abbracciare la vecchia amica, tra lo sgomento di tutti. Si misero a parlare della loro adolescenza, Arumi ripeteva quanto Kyoko fosse diventata bella «Non c’è da meravigliarsi, sei sempre stata uno schianto!» disse battendo le mani sulle spalle dell’amica. «Anche tu Arumi sei bella, come dicevo sempre: non devi abbatterti così!» e continuarono a conversare non curanti della situazione e dei presenti …

«Hai due bambini? Non mi dire!» …
«Allora hai aperto la catena di caffetterie di cui parlavi da ragazzina?» …
«Vivi nella città vicino? Proprio dove ho la caffetteria! Allora qualche volta dobbiamo vederci!» …

Furono interrotte da Sakashi che si portò vicino a loro «Signore, volete spiegarmi cosa succede e fare ordine nei miei pensieri» Kyoko domandò scusa, ma fu Arumi a dire al padre che lei era la sua migliore amica dai tempi delle medie, ma si erano perse di vista dopo l’università «Un momento!» Arumi si guardò intorno, gli uomini di suo padre erano armati fino ai denti «Kyoko perché sei qui …» si accese un campanello d’allarme dentro di lei e diventò rossa, attaccò il padre puntandoli il dito «No, no, no, no … No! Se torci un capello alla mia amica o ai suoi accompagnatori te la dovrai vedere con me! Kyoko è la persona più dolce e gentile che si possa incontrare!» e continuò a elogiare l’amica davanti al padre.

«Allora non ho scelta» prese una mano di Kyoko e la baciò, lei arrossì «Non posso fare nulla all’amica di mia figlia» guardò Kyoko da capo a piedi con un sorriso compiaciuto «Ho potuto intendere dal vostro colloquio con Arumi, che lei non ha un lavoro»
«Esatto, purtroppo sono disoccupata» disse Kyoko ritraendo la mano.
«Ho visto il suo curriculum facendo ricerche su di lei, gentile Kyoko. Che ne direbbe di venire a lavorare per me?» Kyoko sgranò gli occhi e spalancò la bocca non sapendo cosa dire, Jigen era visibilmente in disaccordo e Arumi si piazzò fra Sakashi e lei.
«Eh, no! Papà io so come ti comporti con le segretarie giovani e belle, le corteggi fino a che non cedono e Kyoko è una creatura pura e innocente, non ti permetterò di toccarla» parlando batté più volte il dito contro il petto del padre «Kyoko diventerà mia socia!» poi si voltò verso l’amica e si abbracciarono. Sakashi fece spallucce e considerò la questione chiusa, amava troppo la figlia per fare qualcosa che potesse turbarla e poi in fin dei conti nessuno dei suoi uomini era rimasto ucciso nell’operazione alla villa Morimura.

Sakashi accompagnò personalmente il gruppo all’uscita e mentre gli uomini riprendevano le armi, dedicò ogni attenzione a Kyoko; non c’erano dubbi, come diceva Arumi era veramente bella. Teneva le mani della donna fra le sue e le baciò, sfoderò il suo sorriso migliore e disse «Di qualunque cosa abbia bisogno, non faccia che chiedere, è libera di venire qui quando vuole e senza appuntamento» a togliere Kyoko dall’imbarazzo intervenne Jigen, parandosi fra lei e l’uomo, prendendola prese a braccetto «Mia moglie non ha bisogno dei suoi servigi, addio» e a passo spedito lasciò l’edificio, con Kyoko che faticava a stargli dietro «Jigen rallenta!»


Stavano tornando a piedi verso casa, quando Lupin vide il Lunapark vicino al porto, pensò che poteva portarci i bambini e lasciò il gruppo per andare a comprare i biglietti, ma senza informarli delle sue intenzioni.


«Il Lunapark?!» esclamarono entusiasti i bambini.
«Si, zio Lupin e Goemon vi porteranno stasera! Così mamma e papà possono riposarsi» Kyoko non era d’accordo, si fidava di Lupin, ma lasciare i bambini completamente da soli con lui? Per di più voleva portarli a dormire in albergo con loro, in una specie di mini vacanza.
«Non preoccuparti Kyoko, ci sarò anche io con loro» Goemon fece un inchino e la donna cedette. I bambini corsero a prepararsi e come dei fulmini andarono alla porta, la mamma gli diede un bacio ciascuno facendo promettere che avrebbero fatto i bravi e non avrebbero esagerato con i dolci. Lupin uscì per ultimo e fece l’occhiolino ai due.
Quando la porta si chiuse Kyoko espresse i suoi dubbi a Jigen che però non la ascoltava, si tolse giacca e cappello appoggiandoli ad una sedia della cucina, andò alla finestra per essere sicuro e vide la 500 gialla allontanarsi. Kyoko continuava a parlare e non si accorse del marito che le si avvicinava e si voltò «Jigen! Mi ascolti …» il marito la afferrò per la vita «Jigen?!» la adagiò sul divano e si stese sopra di lei, la baciò infilando subito la lingua nella sua bocca e una mano sotto la maglietta per accarezzarle il seno. Kyoko sentì caldo e diventò rossa, abbracciò Jigen stringendolo a sé, passo le sue mani fra i suoi capelli un brivido la percorse quando sentì la virilità di suo marito contro il suo corpo. «Jigen?» chiese mentre lo guardava dolcemente «Andiamo in camera?» Jigen la prese in braccio e la accontentò, per quanto lo riguardava, sarebbe andato bene anche il pavimento tanta era la voglia che aveva di farla sua.
...

Kyoko urlò di piacere, non una ma più volte sotto l’impetuosità di Jigen «Ti amo Kyoko …» gemette lui «Ti amo Jigen …» sussurrò lei.


Jigen appoggiato ai cuscini fumava la sua sigaretta rigorosamente accartocciata «C’è un posacenere nel cassetto del comodino …» disse piano Kyoko appoggiata a lui, che con stupore constatò che quanto diceva la moglie era vero «Alla fine hai ceduto e mi lasci fumare in casa?» Kyoko gli rubò la sigaretta e fece un tiro, espirò direttamente in faccia a Jigen che era basito «Da quando fumi? Hai sempre detto che è una brutta abitudine!» Kyoko ridiede la sigaretta al suo legittimo proprietario e si stese di nuovo accanto a lui «Ho un pacchetto di Pall Mall nella borsa, quando mi manchi e sento di non sopportare la tua lontananza, ne accendo una, il solo odore mi ricorda te» passò dolcemente la mano sul petto nudo di Jigen e la fece scivolare sotto le coperte, Jigen trasalì piacevolmente sentendo la mano della moglie accarezzarlo sotto la vita.
«Sei fantastica dolcezza …» le carezzò la schiena e giocherellò con i suoi capelli. Kyoko si mise a sedere e lo guardò, gli occhi le si riempirono di lacrime e gli si gettò al collo. Jigen non sapeva che dire, la abbracciò «Kyoko, cosa succede? Ti ho … ti ho fatto male?» la preoccupazione di Jigen era sempre la stessa.
«Per tutto il tempo che sono stata prigioniera, ho creduto di non poterti più rivedere … pensavo … pensavo di non poter avere più momenti così con te. Ti amo Jigen!» lo baciò teneramente e la passione si riaccese fra i due, quando lui la strinse a sé e Kyoko sentì ancora l’ardore del corpo di lui. La sigaretta fumante nel posacenere diffuse profumo di tabacco per tutta la stanza.

Note di Hana:
Rieccomi con il nuovo capitolo, dove tutto si aggiusta e i nostri protagonisti possono avere un momento tutto loro <3 

Alla prossima ... con il capitolo finale.
  
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