Quella che avrebbe dovuto essere una soluzione temporanea si era trasformata a distanza di un mese nella norma. Elisio aveva proposto a Diantha, la sera del suo arrivo, che si sistemasse nella stanza degli ospiti per qualche giorno, giusto il tempo di ambientarsi in vista dell’imminente apertura del Festival dei Campioni. Augustine, che ormai passava a casa senza più nemmeno annunciarsi – bastava che suonasse il campanello ed Elisio era sempre pronto ad aprirgli la porta – si era offerto di accompagnarla a fare un giro in città. Quando Elisio li aveva riaccolti al loro ritorno, Diantha e Augustine tenevano in mano qualche mazzo di fiori, cesoie, vasi, e buste di terriccio.
   Dopo pranzo si erano fermati in giardino e avevano interrato i garofani bianchi. Elisio li guardava seduto all’ombra della veranda, intorpidito dalla calura del primo pomeriggio, accarezzando la criniera di Pyroar accucciato col muso sul suo grembo. Diantha era una ninfa in un giardino di primizie, e Augustine che suonava l'armonica era il faunetto che l’accompagnava. Li guardava silenzioso mentre giocavano a rincorrersi a piedi nudi nel prato fiorito, finché non andavano a nascondersi dietro un albero.
 

 
   Una sera, ubriachi di festeggiamenti, li aveva trovati distesi sul proprio letto a scambiarsi carezze: richiamato dalle loro risate si era sporto oltre la porta e aveva visto Augustine scostarle con una mano la gamba per acquattarsi sonnolento su di lei. Diantha sollevò il bicchiere di champagne facendone cadere qualche goccia e si rivolse a Elisio: «Non fare lo stoccafisso!». Dunque lo accolse a coricarsi accanto a loro, ed egli dovette concedere, sorridendo mentre sottolineava a voce «a malincuore», di trattenerli con sé tutta la notte.
   Diantha allungò una mano a sbottonargli parte del gilet e della camicia, rimproverandolo di essere sempre così costretto dentro quei vestiti. Sorrideva spensierata sotto l’effetto dell’alcol e Augustine raggomitolato contro di lei, gli occhi lucidi di sonno, le dava corda, almeno a letto potresti essere un po’ più discinto. Elisio li lasciava fare, si lasciava toccare, confortato dalla rassicurazione delle loro dita vaganti lungo un triangolo di pelle scoperta. Si addormentarono poco dopo con gli abiti ancora addosso.

 

Una pubblicazione assolutamente non prevista, però mi è capitato di leggere su Twitter che oggi è il 50esimo anniversario del terzo episodio della prima serie di Lupin III, Il terzo sole: uno dei miei preferiti e che quest’estate mentre facevo un rewatch generale in attesa dell’uscita di Part 6 mi aveva ispirato soprattutto il primo frammento. È uno pseudo seguito dell’arrivo di Elisio e Platan a Pasio dopo che li raggiunge anche Diantha, in mente ho qualcosa di più articolato che vorrebbe coinvolgere anche Malva, ma non so se ne scriverò mai più approfonditamente.
Spero vi sia piaciuto!
Un abbraccio ♥
Persej