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Autore: pampa98    08/11/2021    3 recensioni
[Storia partecipante al contest Platonic relationship indetto da LadyPalma sul forum Writing games]
Versione alternativa dell'addio tra Jaime e Brienne nella 8x04.
“Tu sei innamorata” aveva detto Tyrion, a quel suo stupido gioco. E Brienne aveva bevuto.
Jaime avrebbe preferito essere roso dalla gelosia nella convinzione che i suoi sentimenti fossero ancora rivolti verso Renly. Avrebbe voluto dimenticare gli occhi puntati su di lui, in cerca di un qualche segnale che avesse capito – e lui l’aveva capita, come lei aveva in parte capito lui.
“Non sarai più qui domani.”
Non aveva risposto, non con il metodo stabilito dal gioco almeno. Quelle parole lo avevano riscosso ed era grato a Brienne per averle pronunciate: gli aveva impedito di restare quel tanto che sarebbe bastato per impedirgli di scegliere, anche se solo per poche ore.
Genere: Introspettivo, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Brienne di Tarth, Jaime Lannister
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Una prigione di scelte



 

“Non sarai più qui domani.
Codardo. Il suo coraggio esisteva solo con una spada in mano.
“Non sarai più qui domani.”

Spergiuro. La sua parola era ambigua, soggetta a interpretazioni e mutamenti.
“Non sarai più qui domani.”

Stava fuggendo, come un ladro nella notte: non era forse ciò che era?
Aveva rubato ogni momento che gli era stato concesso, più di quanti avrebbe dovuto, meno di quanti avrebbe voluto. La sua strada era una sola, tracciata fin dalla nascita.
Non era stata una sua scelta – perché inseguirla ancora?
Non aveva scelto lui di amarla – perché sceglierla ora?
Jaime diede l’ultimo strattone alla sella per essere certo che fosse assicurata e poi si lasciò sfuggire un sospiro, posando la testa sul dorso del cavallo.
“Tu sei innamorata” aveva detto Tyrion, a quel suo stupido gioco. E Brienne aveva bevuto.
Jaime avrebbe preferito essere roso dalla gelosia nella convinzione che i suoi sentimenti fossero ancora rivolti verso Renly. Avrebbe voluto dimenticare gli occhi puntati su di lui, in cerca di un qualche segnale che avesse capito – e lui l’aveva capita, come lei aveva in parte capito lui.
“Non sarai più qui domani.”
Non aveva risposto, non con il metodo stabilito dal gioco almeno. Quelle parole lo avevano riscosso ed era grato a Brienne per averle pronunciate: gli aveva impedito di restare quel tanto che sarebbe bastato per impedirgli di scegliere, anche se solo per poche ore. Gli aveva dato la possibilità di proteggerla e di tornare dalla donna che amava – una delle –, ignaro di ciò che avrebbe potuto avere con lei.
«Avresti dovuto bere.»
Jaime sollevò la testa di scatto, incontrando la figura di Brienne illuminata dalle torce accese nel cortile altrimenti tetro.
«Da quando in qua ti piace farmi ubriacare, donzella?» disse, una risata strozzata nel tentativo di mostrare indifferenza. Brienne rimase in silenzio mentre il vento gelido del Nord soffiava tra di loro.
«Hai avvisato Sansa?» le chiese.
«No.»
«Ma lo farai?»
«La tua assenza verrà notata» disse. «Non prima di domani, però. Sono tutti troppo presi dalla festa per badare a te.»
Jaime annuì.
«Allora addio.»
Strinse la mano sulle redini del cavallo, ma non riuscì a darsi la spinta necessaria a salirvi in sella. Sentiva che avrebbe sbagliato, qualunque fosse stata la sua mossa successiva. Partire avrebbe significato spezzare il cuore più puro che avesse mai conosciuto – e anche il suo; restare avrebbe significato illudere la persona più innocente che avesse mai conosciuto – e anche sé stesso. Ripensò a ciò che si era sempre ripetuto per giustificare i suoi sentimenti per Cersei, anche quando la fanciulla che aveva amato era scomparsa da tempo: non possiamo scegliere chi amare. Era la verità e lui l’aveva subita sulla sua pelle per ben due volte. Ma c’era un’altra verità, applicabile solo a lui, che lo portava a odiarsi per la sua incapacità di combatterla: non posso non scegliere Cersei.
Sarebbe stato semplice, altrimenti. Sarebbe stato bello. Avrebbe potuto stringere Brienne tra le sue braccia, professarle il suo amore e la sua eterna devozione, e baciare le sue labbra per scoprire se davvero sapevano di mare.
Puoi farlo anche adesso, gli disse una voce nella mente. Baciala e dille che l’ami. Sei lo Sterminatore di Re, dopotutto.
«Ser Jaime.»
Non con lei, rispose a quella voce. Con lei sono solo Jaime.
E con lei, poteva solo fare la cosa giusta.
«Non cercare di fermarmi, Brienne» disse, trattenendosi a stento dal fare un passo indietro, ancora senza la forza necessaria per andarsene una volta per tutte.
Brienne si fermò a pochi passi da lui, i piedi nascosti nella neve che copriva il terreno. Jaime teneva lo sguardo basso, troppo incerto del suo cuore per potersi immergere negli occhi blu di lei; troppo spaventato di cosa avrebbe potuto scorgere al loro interno. Amore? Delusione?
«So di non… Di non poterti fermare» disse Brienne, con voce rotta. Jaime desiderò di essere morto sotto la lama di un Estraneo. In quel modo, avrebbe potuto guardare Brienne negli occhi ed esprimere i suoi sentimenti senza il peso della sua coscienza a opprimerlo. In quel modo, sarebbe potuto morire tra le braccia della donna che amava.
«Sono innamorata di te.»
Jaime strinse gli occhi, richiamando a sé tutto il suo autocontrollo per restare immobile.
«Brienne...»
«Volevo dirtelo. Almeno una volta, io… volevo essere abbastanza egoista da pronunciare queste parole.»
Finalmente, Jaime incontrò il suo sguardo. Anche nella penombra, riconobbe il luccichio delle lacrime negli occhi di Brienne; lacrime perché lo amava, lacrime perché lo stava perdendo.
«Dovrei essere io quello egoista tra di noi.» La risposta più vicina a un “ti amo” che poteva permettersi. «Ma per te voglio essere migliore, Brienne. Tu meriti di più di quello che potrei offrirti.»
«No, non credo. Se restassi...»
«Sarebbe solo fino alla prossima volta.»
Brienne sospirò. Si passò in fretta una manica sul volto e Jaime finse di ignorare le lacrime che gli stavano scavando solchi dentro al petto.
«Hai abbastanza provviste?» chiese, e dal tono Jaime capì che aveva messo da parte i panni della donna per rivestire quelli del cavaliere.
«Sì.»
«Le strade qui al Nord sono piene di neve e ghiaccio.»
«Lo so. Le ricordo da quando sono arrivato.»
Brienne annuì. E il silenzio calò di nuovo tra di loro.
Non c’era nient’altro che potessero dirsi senza provocarsi ulteriori ferite. Restava solo un’ultima parola, che avrebbe dovuto pronunciare lui – l’ultima di un ciclo che aveva riempito le loro vite per gli ultimi anni, una flebile speranza che dovevano sapere essere destinata a estinguersi, prima o poi.
Ma Brienne non era dello stesso avviso.
«Sopravviverai?»
Fissò nuovamente gli occhi nei suoi e Jaime non vi si sottrasse. Non lo so, sarebbe stata la risposta corretta; ma anche quella sbagliata. Vedeva solo due strade davanti a sé: morte o esilio. E in entrambe le direzioni, Brienne non era contemplata.
«No» rispose. Avrebbe meritato di camminare ancora su quella terra sapendo che lei condivideva la stessa aria, ma in un luogo in cui lui non l’avrebbe mai più potuta raggiungere; Brienne no. E allora che fosse la morte a decretare la fine delle loro sofferenze – e, forse, l’inizio di un’altra vita in cui Jaime sarebbe stato il prode cavaliere che avrebbe avuto il coraggio di scegliere la libertà.
Brienne abbassò il capo e annuì. Le sue spalle tremarono sotto il peso dell’addio e Jaime desiderò abbracciarla per confortare quel dolore che stavano condividendo. Non sarebbe stato in grado di farlo, non senza ferirla ulteriormente, ma nemmeno desiderava che l’ultima immagine che avesse di lei fosse di una persona distrutta a causa del suo amore.
Salì in sella al cavallo e si avvicinò a lei. Le mise la mano guantata sulla guancia e sollevò il suo volto verso di lui per posarle un bacio sulla fronte. Brienne si lasciò sfuggire un singhiozzo e gli mise una mano sulla sua, stringendola. Nonostante il gelo che era sceso su quel luogo, Jaime percepì il calore delle sue dita attraverso la stoffa.
«Addio, Ser Brienne» disse, imponendo alla sua voce di restare ferma mentre la sua vista iniziava ad appannarsi.
Brienne tirò su col naso, trasmettendo un’ultima briciola di calore alla sua mano prima di lasciarla di nuovo alla morsa del gelo.
«Addio, Ser Jaime.»
Jaime diede di sproni e cavalcò fuori dalle mura di Grande Inverno. La luce delle torce illuminò la sua strada per qualche metro, affievolendosi man mano che si allontanava dalla felicità a cui aveva scelto di rinunciare in nome di un’abitudine antica e di un amore sbagliato.


Remember all the things we wanted
Now all our memories, they're haunted
We were always meant to say goodbye

(Already Gone - Sleeping at Last)

   
 
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