The things I do for love
Il
cavallo trotta silenziosamente mentre esce dal cancello, guidato dallo spirito
spezzato di un uomo rassegnato alla morte.
Il
dolore dipinto negli occhi e nelle lacrime di Brienne, insieme al suono del suo
pianto, riecheggiano ancora nella sua mente e il destino che lo attende gli
appare più ineluttabile che mai.
Ci aveva
provato.
Aveva
lasciato avvicinare Brienne a lui, l’aveva toccata, l’aveva guardata nel
profondo di quei grandi occhi blu che si ritrovava, l’aveva amata in un
modo che non avrebbe mai creduto possibile e che non aveva scelto in nessun
momento. A ripensarci, dubitava che avrebbe potuto fermarsi quando Brienne si
era mossa così vicina a lui, illuminata dalla luce del camino.
Si era
lasciato affascinare dal pensiero che una redenzione, con Brienne, fosse
possibile e che avrebbe potuto vivere una nuova esistenza, magari al suo
fianco. Si era immaginato una nuova vita con lei, fatta di combattimenti e
litigi durante il giorno e di sospiri e baci durante la notte.
Sarebbero
rimasti a Grande Inverno fin quando Brienne avrebbe voluto per poi, magari,
viaggiare attraverso Westeros per approdare, infine, nelle bianche coste di
Tarth.
Era
troppo da chiedere per un uomo come lui?
Ci aveva
davvero provato a convincersi, aveva davvero tentato di cancellare il costante
pensiero di Cersei, della creatura che portava in grembo, cercando di frenare
il perenne desiderio di correre da loro. Cosa, in fondo, lo attendeva nel
raggiungere la sua amata?
Solo la
morte.
Aveva
osato sperare che una felicità del genere potesse spettargli, ma quando aveva
sentito dell’imminente attacco ad Approdo del Re, aveva capito di non aver
mosso nemmeno un passo dai suoi fantasmi e che il suo destino lo attendeva
nella Rossa Fortezza.
Era
convinto che Brienne sarebbe apparsa, desiderosa di fargli cambiare idea e di
farlo restare. Si era persuaso ad essere fermo nel risponderle, per evitare di
farla soffrire ancor di più di quanto già l’avrebbe fatto, ma non era
minimamente preparato ai sentimenti che aveva visto negli occhi di Brienne.
Con
crudeltà, le aveva elencato i suoi atti più meschini e spietati, ma Brienne
aveva pianto e aveva continuato a guardarlo con un amore così assoluto, così
certa del fatto che lui fosse un uomo buono, nonostante tutto.
Non
meritava quella fiducia, tantomeno quell’amore, perché il suo destino esigeva
ad alta voce il suo cammino verso Cersei e verso la loro morte.
Immerso
in questi pensieri, non si accorge della presenza vicino al cancello esterno,
finché questa non si palesa.
«Le cose
che facciamo per amore.»
Il
sussurro lo colpisce come la punta di una freccia, mentre si gira sconvolto ed
osserva il profilo di Bran, sotto un albero, debolmente illuminato dalla luce
della luna e delle torce.
La
figura del giovane Stark è la prima visione che ha avuto quando è arrivato e,
in una singolare simmetria, è l’ultima che vede ora che se ne sta per andare.
«Lord
Stark?» Jaime usa un tono cortese, chiedendo spiegazioni.
«Tutti
pensano che io veda il futuro che avverrà.» inizia Bran, fissandolo con il suo solito
sguardo. «Ma, in realtà, il futuro cambia continuamente. Per questo è così
estenuante. Ci sono degli eventi che molto più probabilmente di altri si
verificheranno, ed alcuni che possono cambiare.»
Il
silenzio scende tra i due, mentre Jaime si domanda il senso di tutto quel
discorso.
«Sembra
davvero faticoso.»
«Il
destino di Cersei è segnato, lo so io e non hai bisogno del dono della
chiaroveggenza per saperlo anche tu.»
Jaime
non può controbattere nulla.
«Non hai
torto.»
«Sei
sicuro di questa strada che stai intraprendendo?»
«L’hai
detto all’inizio e tu dovresti sapere meglio di chiunque altro che per amore
farei di tutto.»
Bran
sospira: «Non è l’unica cosa che potresti fare, per amore.»
«Hai
appena detto che il destino di Cersei è deciso, pertanto dovresti sapere che
anche il mio lo è.»
«Non si
sceglie chi amare, ma si può scegliere da chi restare.»
Il tocco
quieto della neve che sta iniziando a cadere sembra che faccia quasi più rumore
del silenzio fra i due, mentre Jaime respira, accorgendosi di aver trattenuto
il respiro solo in quel momento.
Brienne
osserva la figura di Jaime svanire nel buio di Grande Inverno e le lacrime,
ormai senza controllo, non cessano di scorrere dai suoi occhi.
Rientra
nella sua stanza, debolmente illuminata dai resti delle braci nel camino, e un
intenso odore la avvolge, costringendola ad appoggiarsi allo stipite freddo
della porta e a scivolare giù per terra, sul pavimento di marmo gelido.
Lo
sapeva, lo aveva saputo fin dall’inizio, che quel momento sarebbe arrivato, ma
ogni giorno trascorso insieme ai sorrisi, ai sospiri, al corpo di Jaime avevano
reso quel momento tremendamente difficile da affrontare.
Non
aveva mai creduto che avrebbe potuto sostituire Cersei, ma quando Jaime, nel
buio della notte, al riparo sotto le loro coperte, le aveva stretto le mani e
aveva bisbigliato parole nel sonno senza significato, era stato davvero
impossibile non iniziare a sperare.
Quando
Jaime, mentre si allenavano sulla neve di Grande Inverno, le aveva chiesto cosa
avrebbero fatto dopo la guerra, quel plurale le aveva fatto tremare le gambe,
molto di più del fendente che aveva quasi preso in pieno per lo stupore.
Il tempo
trascorso insieme era stato meno di un mese, da quando era entrato nella sua
stanza e l’aveva baciata, eppure per Brienne era come se di mesi ne fossero
passati a centinaia.
Consapevole
che non sarebbe durato, aveva vissuto ogni attimo con un’intensità così
profonda da renderlo molto più lungo e consistente.
Sapeva che,
probabilmente, Jaime l’aveva vista al pari di un ripiego, ma il sentimento di
Brienne era tale che sarebbe stato sufficiente per entrambi e si sarebbe
davvero accontentata, se avesse potuto conservare il verde di quegli occhi che
la fissavano, la stretta della sua mano contro il suo ventre, il sapore delle
sue labbra premuto quasi con violenza sulla sua bocca.
Ma, come
sapeva fin dall’inizio, Jaime se ne era andato. Era sgattaiolato via dalla loro
stanza, come un ladro, e stava per abbandonarla senza neanche aver avuto il
coraggio di dirgli addio.
L’aveva
implorato, cercando di convincerlo a perdonarsi per i suoi errori e per provare
a fargli vedere la bontà che possedeva, ma tutto il suo animo era intrappolato
nell’amore per Cersei e nulla riusciva a scalfire la corazza di cattiveria che
lo attorniava.
Brienne,
come sempre nella sua vita, aveva ingoiato le sue lacrime e aveva ricominciato
a vivere nella solitudine che l’aveva sempre accompagnata.
Impossibile all’inizio, era diventato ancora più difficile quando arrivavano
notizie della guerra a Lady Sansa.
Il
giorno della fine della guerra, mentre Approdo del Re bruciava sotto il fuoco
di Drogon, Brienne era sicura che Jaime sarebbe morto e il fatto di non aver
potuto fare nulla per salvarlo, l’aveva fatta piangere più amaramente del fatto
di essere stata abbandonata.
Una
decina di giorni dopo l’ultimo scontro ad Approdo del Re, fervevano i
preparativi a Grande Inverno per iniziare il viaggio verso la capitale, dove si
sarebbe tenuta una grande riunione per decidere il destino di Jon Snow e dei
Sette Regni.
Brienne
non avrebbe voluto andarci, perché non voleva rivedere quei luoghi che le
avevano portato via Jaime, ma sapeva che avrebbe dovuto accompagnare Lady
Sansa.
Si
allenava senza sosta da giorni, finché la sera non crollava nel suo letto;
troppo stanca per pensare, troppo stanca per soffrire, nel tentativo di
non far capire a nessuno quanto fosse profondo il suo dolore.
Mancano
pochi giorni alla partenza quella mattina che Brienne si stava già allenando,
alle prime luci dell’alba, quando un rumore di zoccoli e cigolii attira la sua
attenzione verso il cancello del cortile. Troppo presto per essere un
visitatore, troppo tardi per essere un malintenzionato.
Con la
spada sguainata si nasconde dietro al grande portone in ferro battuto,
attendendo l’avvicinarsi del cavallo. Mentre il rumore si avvicina, esso si
affievolisce, segno del rallentamento dell’andatura, e Brienne trattiene il
respiro dall’impazienza.
Dal
punto in cui è nascosta vede prima la testa del cavallo, seguita da un
cavaliere incappucciato al suo fianco che avanza timoroso.
Con un
balzo, lo trascina a terra, puntandogli la lama sul collo e capovolgendolo per
poterlo affrontare.
Quando i
suoi occhi mettono a fuoco la figura, riconoscendo i suoi occhi verdi –
che lei potrebbe riconoscere tra mille – la spada le scivola via dalle mani e
lo stupore la scuote così tanto da impedirle qualsiasi movimento, rimanendo
così, appoggiata sopra di lui.
Nessuno
le aveva detto che fosse effettivamente morto, ma la notizia che fosse morta
Cersei era sicura; pertanto, Brienne non avrebbe mai potuto immaginare un
epilogo diverso da quello.
Eppure, contro ogni previsione, Jaime era lì, con
un’espressione che non gli aveva mai visto e degli occhi che imploravano
perdono.
«Sei
qui.»
«Lo
spirito d’osservazione non ti è mai mancato.»
Brienne,
nel sentire quella battuta così inopportuna e così da lui, scoppia a ridere
nella quiete di quel mattino, osservando il viso di Jaime rilassarsi ed aprirsi
in un lieve sorriso.
«Sono
qui.»
Jaime
osserva le fiamme che avvolgono Approdo del Re e l’orrore dipinto nel viso di Tyrion
che, in quel momento, comprende tutta la follia di Daenerys Targaryen.
Lo
sguardo rimane puntato verso la Fortezza Rossa dove sa che Cersei incontrerà la
sua morte, a causa del suo egoismo e della sua testardaggine. Aveva deciso che
avrebbe dovuto essere con lei anche nella morte, per non lasciarla da sola, ma se
c’era un insegnamento che i passi che aveva compiuto da quando aveva perso la
mano ed era stato prigioniero di Brienne gli avevano insegnato, esso si sarebbe
identificato proprio con la speranza di poter essere un uomo migliore.
Continuava
a tornargli in mente il viso di Brienne, il dolore che le aveva inflitto e il
rimorso che aveva provato nel negarsi una vita insieme a lei. Non sapeva se l’avrebbe
sopportato per una vita intera, ridotto com’era, ma qualsiasi lasso tempo in
cui Brienne avrebbe voluto averlo accanto a sé sarebbe stato sufficiente per
lui.
Le
parole di Bran lo avevano scosso nel profondo e la certezza che lo aveva condotto
a quella scelta si era sfaldata sempre di più lungo il viaggio verso Approdo
del Re. Arrivato a destinazione, aveva sentito che voleva ritornare da Brienne
e che non sarebbe stato un uomo migliore compiendo un sacrificio per rimanere
insieme a Cersei.
Il
fratello aveva sorriso della sua scelta, grato di non perdere anche lui in
quella giornata di fuoco e fiamme.
«Non mi
hai ancora risposto.» sussurra Jaime, nella luce fioca della loro stanza, illuminata
parzialmente dalle candele e dal fuoco nel camino.
«A cosa?»
Ritornare
a fare l’amore era stato per Brienne come un respiro dopo essere rimasti a
lungo sott’acqua.
«Cosa
faremo quando questa guerra e tutti i suoi effetti saranno terminati?»
Brienne,
nel sentire quelle parole, si commuove ma cerca di non darlo a vedere,
nascondendosi nell’incavo della spalla di Jaime. Non risponde, cercando di
frenare il respiro e respingere il magone che sente salire su.
«Non mi
dispiacerebbe rimanere al Sud, sai, questo tempo freddo e nevoso non mi si
addice.» continua Jaime, con ironia.
«Penso che
con il consiglio che si terrà ad Approdo del Re la situazione cambierà molto. A
quel punto decideremo cosa fare.» risponde Brienne.
Jaime
annuisce, stringendola a sé, felice per la prima volta dopo tanto tempo di pensare
al suo futuro con così tanta serenità.
«Mi
piacerebbe vedere Tarth.» le chiede, infine,
stringendola a sé.
Il
sorriso di Brienne, così insolito da vedere sul suo viso e così presente da
quando è ritornato, non è altro che la conferma della sua scelta e del destino
che ha deciso di voler seguire insieme a lei.
Fine.
Salve a tutti! Fic che nasce dalla lettura di
questo contest:
I Will Go Down With This Ship
Mi sono illuminata nel leggerne le modalità e,
subito, una storia What if? tra Jamie e Brienne ha iniziato a vorticare nella
mia testa, desiderosa di essere scritta fin dalla fine di GOT.
Avrei amato molto un finale del genere, ma
sapevo che non si sarebbe mai realizzato, anche se lo sviluppo che ha portato Jaime
alle sue scelte continuerò a considerarlo frettoloso e involutivo.
Detto ciò, non ho molto altro da aggiungere. Spero
tanto che la fic vi piaccia e che mi lasciate un commentino!
Baci,
EclipseOfHeart