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Autore: lady lina 77    11/11/2021    3 recensioni
L'omicidio di una donna e il salvataggio dei suoi due figli porteranno i Poldark dentro a un grande segreto da tenere celato a qualsiasi costo. Una storia che nasce nel freddo dei ghiacci di Oslo per poi approdare in Cornovaglia dove Ross, assieme a due misteriosi gemellini (già conosciuti in una mia vecchia fanfiction ma quì in ruoli diversi), lotterà per poter tenere fede a una promessa.
Genere: Azione, Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Demelza Carne, Nuovo personaggio, Ross Poldark
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Jeremy, mentre sellavano i cavalli per una passeggiata, aveva molto riflettuto su cosa dire a suo padre. Tante cose gli ronzavano in testa, tanti dubbi lo assalivano fin da troppo tempo e forse la spudoratezza di Odalyn che parlava di tutto senza vergogna lo aveva spinto a riflettere sul fatto che il mutismo porta spesso ad incomprensioni e che era meglio fugare ogni dubbio o sapere la verità piuttosto che permettere al suo rapporto con suo padre di logorarsi. Sebbene non approvasse il modo di fare così disinibito di Odalyn, attraverso di lei Jeremy aveva capito che chiedere, parlare e cercare chiarimenti sono un modo adulto di affrontare le questioni, l'importante era il modo in cui lo si faceva. Sapeva di non essere ancora grande ma in fondo non voleva nemmeno più essere un poppante come lo definiva la ragazzina norvegese e in fondo, anche se con suo padre non aveva il rapporto aperto che avevano le sue sorelle, Jeremy era anche consapevole che lui era un uomo irruento, a volte complicato ma che per lui e per gli altri suoi fratelli c'era sempre, quando necessario. Però era anche vero che loro due erano diversi e spesso Jeremy si era sentito estraneo ed incompreso da quel padre visto da tutti come un eroe ma col quale lui faticava ad aprirsi, a differenza di Clowance, Bella e pure Daisy. Da sempre, fin da quando era piccolo, Jeremy aveva desiderato solo che suo padre fosse fiero di lui e non voleva di certo contrariarlo, ma le emozioni suscitate in lui da Odalyn assieme alla vicenda dei gemelli tornata prepotentemente alla ribalta e che con la ragazzina e suo padre pareva intrecciarsi, lo avevano spinto a chiedergli un confronto. Da soli, lontano da casa, a cavallo. Come fra uomini...
Odalyn suscitava in lui sentimenti contrastanti e forse parlandone con suo padre avrebbe potuto capire di più lo strano mondo dei rapporti fra ragazzi e ragazze non più bambini e poi c'erano quei due gemellini arrivati dal nord... Con una storia misteriosa, amatissimi da sua madre e che per questo avrebbe protetto ma se doveva tenere un segreto a discapito di tutto, voleva sapere il perché. Non era certo che suo padre lo avrebbe ritenuto degno di condividere con lui i suoi segreti ma ora era abbastanza grande per domandare, per chiedere spiegazioni e forse, anche, per esprimere rimostranze o quanto meno un parere...
Ross, accigliato, lo affiancava a cavallo mentre placidamente si dirigevano verso i campi al di la del Tamigi. Non erano molte le occasioni in cui era uscito a cavallo con suo figlio ed era anche consapevole che Demelza era più brava di lui a rapportarsi col ragazzino ma quanto accaduto a Londra negli ultimi giorni, il pensiero fisso sui rischi che potevano scaturire dal nord e il coinvolgimento di Jeremy con la figlia di un suo probabile nemico lo rendevano curioso e impaziente di sentire ciò che aveva da dirgli. E la situazione gli metteva addosso anche una strana ansia perché non era facile avere a che fare con un adolescente e se avesse sbagliato parola o frase, Jeremy si sarebbe semplicemente chiuso a riccio e non avrebbe proferito parola. "Mi fa piacere che tu abbia voluto uscire per una cavalcata con me" - gli disse, a ridosso di un muro di cinta che portava all'aperta campagna. "Soprattutto perchè lo hai voluto fare a stomaco vuoto prima di colazione. Mi fa piacere che tu preferisca la mia compagnia a quella dei dolci preparati dalla mamma".
"Li mangerò dopo!".
"Spero pure io, sempre che ce ne lascino qualcuno".
Jeremy lo fissò incuriosito. "Non hai fatto già colazione? Non dovevi andare alla pasticceria con Daisy e Bella?".
Ross si oscurò, ripensando all'incontro di poche ore prima e ai sentimenti risvegliati in lui dalla vista di Valentine. Essere un buon padre per Jeremy, essere un buon padre in generale... Era come se la vista di quel ragazzino, il suo sguardo cupo e il suo muto rimprovero fossero la condanna vivente al fatto che mai avrebbe potuto esserlo o diventarlo del tutto. Si era macchiato di una grave colpa, Demelza aveva sofferto, il suo matrimonio ne era quasi uscito devastato, Elizabeth aveva pagato un prezzo altissimo e ora qualcosa dentro di lui gli suggeriva che quel buio che aveva avvolto tutti loro quella notte di maggio si era trasferito sopra Valentine. Si morse il labbro. "In realtà, poi siamo tornati a casa a stomaco vuoto. Con Daisy ma anche Bella in castigo. Ecco, loro stamattina staranno senza dolcetti". Le bimbe monelle, già. In tutto questo erano il minore dei mali.
Jeremy si incuriosì. "Perché?".
Ross sorrise, nonostante tutto, perché quelle due piccole pesti erano insolenti come lo era stato lui da piccolo e in fondo a lui piaceva questo lato del loro carattere. "Dovrebbero essere più diplomatiche...".
Anche Jeremy rise. "Sono troppo piccole per questo, non ci riesco nemmeno io...".
Ross sospirò e senza dire nomi, spiegò l'accaduto.
Al termine del racconto, Jeremy scoppiò a ridere a crepapelle. "Hanno fatto piangere una bambina grassa, fantastico!".
Ross lo guardò storto. "Jeremy, non mostrarti dalla loro parte o sarà finita!".
Il ragazzino annuì. "Sì, scusa, hai ragione!". Si rese conto che quell'intermezzo divertente aveva rasserenato gli animi di entrambi e grazie a Daisy, che lui non aveva mai accettato del tutto, e a Bella, sua fida compare, ora il ghiaccio sembrava rotto.
Anche Ross si accorse che era tempo di parlare seriamente. "Che cosa volevi dirmi?".
Jeremy deglutì. "Prima di iniziare, posso chiederti se posso dirti tutto?".
"Tutto. Vuoi parlarmi di Odalyn?". Ross tagliò corto, l'arte della diplomazia non aveva mai fatto per lui.
Jeremy arrossì. "Sì, di lei. Ma non solo...".
Ross gli si affiancò col cavallo. Avrebbe affrontato ogni domanda di Jeremy e visto che il suo istinto gli suggeriva che non sarebbe stata una conversazione facile, decise di partire dalla parte più semplice: la ragazzina norvegese. "Lei ti piace?".
"N... No! Cioè... E' strana, mi fa sentire strano! Si comporta più da grande delle ragazze della Cornovaglia, si comporta da donna e lo fa in modo sfacciato. Non ci sono abituato, non so che fare. Dice che sono un poppante e ha ragione".
Ross lo studiò in viso. "In merito a cosa, dice che sei un poppante?".
Jeremy arrossì ulteriormente. "A... Al fatto che non... voglio fare le cose che fate voi grandi".
"Quali cose?" - chiese Ross. Ma poi, notando l'imbarazzo del figlio e forse intuendo la natura privata della faccenda, prese il discorso con più tatto. Un pò perché non era pronto a quel genere di discorsi, un pò perché preso alla sprovvista, un pò perché imbarazzato, un pò perché Demelza avrebbe saputo gestire meglio di lui la cosa. Suo figlio aveva quindici anni e come lui un tempo, iniziava a sentire pulsioni e sentimenti verso l'altro sesso. Era normale, ma questo lo faceva sentire vecchio e diverso rispetto al ruolo da tenere con i suoi figli. Stava finendo il tempo di tenerli sulle ginocchia e iniziava il tempo di trattarsi da adulti. "Jeremy, inglesi e norvegesi hanno mentalità diverse. La gente del nord ha meno vincoli, ha un modo di vivere più libero e disinibito, la società norvegese è ancora molto legata all'ambiente e al clima selvaggio delle loro terre, nonché a consuetudini spartane che si tramandano da secoli. E' difficile avere a che fare con le ragazze alla tua età, ancor più difficile è quando sono così diverse. Ma se ti piace, allora devi imparare a conoserla e lei deve impegnarsi a conoscere te, se avete un interesse in comune. Funziona così, un pò si da, un pò si riceve".
"Tu e mamma fate così?".
Ross sorrise. "Io e mamma ci siamo plasmati a vicenda, eravamo molto diversi quando ci siamo sposati".
"E Odalyn? A te piace?".
Ross sospirò. "No. Ma in realtà credo che non mi piaccia perché la collego a suo padre e Jeremy, temo potrebbe rappresentare un pericolo per noi e per la nostra famiglia e non c'è bisogno che ti spieghi il perché. Ma questo non riguarda te e forse nemmeno lei, se fra voi esiste o esisterà un sincero rapporto di amicizia o altro, è giusto che ve lo viviate a dispetto di noi adulti. Sei grande abbastanza ormai per questo...".
Jeremy abbassò lo sguardo, stringendo le redini. Con quelle parole, inconsapevolmente, suo padre lo stava portando al nocciolo della questione e ora arrivava il difficile. "Papà, non so se lei mi piace ma non escludo che in futuro potrebbe succedere. Però esiste il fatto che dici che suo padre potrebbe essere un nemico e quindi lei potrebbe mentire a me. E io sarò costretto a mentire a lei. Che amicizia potrebbe nascere da questo? Se non devo essere sincero, voglio sapere il perché".
Ross bloccò il cavallo, preso alla sprovvista. Jeremy era come Demelza, con poche parole semplici sapeva arrivare dritto al punto mettendolo al palo e di fatto non poteva contestare nessuna parte dell'obiezione che suo figlio gli aveva mosso. "E' una storia che vorrei non raccontare e lo sai".
Lo sguardo del ragazzino si indurì. "Per proteggerci, lo so! Ma vorrei non essere protetto e sapere".
"Non è così semplice".
Jeremy si morse il labbro, preparandosi a pronunciare la frase più difficile della sua vita che forse avrebbe potuto incrinare in modo irreparabile il rapporto fra lui e suo padre. Ma anche a non parlare, a lungo, gli avrebbe fatto correre quel rischio. "Questo segreto sui gemelli... riguarda te e la mamma...?".
"Me e la mamma? Che vuoi dire?".
Jeremy prese un profondo respiro. Voleva parlare da uomo a uomo con suo padre e da quasi quattro anni si teneva dentro un tarlo che ogni tanto pareva corroderlo, distruggendo ogni sua certezza. "Cioè... Loro... I gemelli... Mamma si fa chiamare mamma ma in fondo non lo è davvero. Tu ti fai chiamare papà ma come mamma, non lo sei sul serio... O lo sei...di più?"
"Cosa?". Ross impallidì, bloccò il cavallo e quelle parole stentate di Jeremy ebbero su di lui un effetto dirompente. Girandoci largo, Jeremy gli stava chiedendo se avesse tradito sua madre e avesse fatto due figli con un'altra donna? Santo cielo, una cosa del genere avrebbe dovuto renderlo furioso, una mancanza di fiducia e rispetto così avrebbe mandato fuori di testa ogni padre ma Jeremy... Jeremy era sensibile, intelligente, attento. Non era un ragazzino che amava sfidarlo, adorava e proteggeva sua madre da tutto fin da piccolo e quelle parole nascondevano amore, non odio. Amore per Demelza, amore per il bene della loro famiglia e in fondo dubbi leciti di un cuore gentile a cui sono state celate tante verità. Perché non ci era arrivato prima, perché non aveva intuito le paure che si nascondevano in Jeremy dietro al suo comportamento scostante con i gemellini? In fondo era così semplice ma forse, proprio perché doloroso, non aveva voluto vedere. Faceva parte di lui, dei suo carattere fuggire dalle ombre ma questo non si era mai tradotto in nulla di buono, a conti fatti. Di nuovo, gli venne in mente Valentine ma se dall'ombra rappresentata da questo ragazzino doveva fuggire per forza, di certo non voleva farlo da suo figlio, dal suo erede, da colui nato dall'amore fra lui e Demelza.
Mise in chiaro i pensieri, prima di parlare, perché in fondo non era una situazione difficile da cui uscirne. Imbarazzante, forse, ma quanto meno non sarebbe stato costretto a mentire. Jeremy temeva un suo tradimento nei riguardi di Demelza e per quanto riguardava i gemelli, poteva rassicurarlo. Ma in generale, poteva affermare di essere sempre stato un bravo marito? No... I suoi figli stavano crescendo e negli anni avrebbero imparato a vedere non più la sola perfezione ma anche i difetti sia suoi che di Demelza. I bambini non lo sapevano ma entrambi avevano messo a rischio il loro matrimonio in fondo, ma di questo non avevano mai voluto parlare. Era qualcosa di privato, intimo, doloroso, ma soprattutto, solo loro... Demelza non avrebbe apprezzato una eccessiva sincerità coi figli su questo e lui quindi poteva essere sincero riguardo ai gemelli, ma non in generale. "Credi che...?" - balbettò.
Jeremy abbassò lo sguardo, ormai non poteva ovviamente più fermarsi. "In Norvegia, hai avuto un'altra donna?".
"No". Era la risposta più sincera che potesse dargli ed era la pura e semplice verità. "I gemellini hanno un padre e una madre che ora riposano in quelle terre e io ho solo raccolto la loro richiesta d'aiuto, portandoli via al sicuro. Ma su una cosa ti sbagli, Jeremy. Sono entrati nella nostra casa, sono figli nostri adesso, sono i miei bambini ora. Io e tua madre li amiamo e non per finta. Fanno parte della nostra famiglia e se una volta appartenevano alla terra di Norvegia, ora sono Poldark. Come me e come te".
Jeremy rilasciò il fiato, tenuto a lungo bloccato. Guardò suo padre e si accorse che era sincero, che lo guardava in viso e che pur teso, non pareva arrabbiato. Santo cielo, quanto aveva pregato negli anni che, a quella domanda che forse non avrebbe mai avuto il coraggio di porre, lui rispondesse così? "Non volevo offenderti".
"Lo so".
"Mi dispiace".
Ross gli poggiò la mano sulla spalla. "Amo tua madre e non le farei mai del male".
"Lo so".
"Ma...".
"Ma?".
Ross trasse un profondo respiro. "Ma sai, a volte i rapporti fra adulti sono complicati. Anche gli amori più grandi a volte vacillano, a volte rischiano di perdersi, a volte si feriscono. Sei grande abbastanza ora, da sapere che non esiste la perfezione. E' quando si ama anche l'imperfezione però, che l'amore diventa vero. E sai, forse al mondo esiste una donna da sogno come l'Eldorado ma io... voglio solo tua madre".
"E lei vuole solo te?".
Ross annuì. "Sì, ne sono certo". Negli anni, attraverso ferite e dolori, avevano imparato che in un mondo con poche certezze, loro lo erano l'uno dell'altra. "E sai, io non volevo tenere i gemelli all'inizio, fu tua madre ad insistere e io come sempre l'ho ascoltata. E' più saggia di me e come sempre, ha avuto ragione. Ti immagini una casa senza il baccano di quei due?".
Jeremy ridacchiò, in effetti erano rumorosi.
Ma Ross tornò serio. "E soprattutto, Jeremy, sappi che se mai avessi avuto un figlio con un'altra, non lo avrei portato nella nostra casa. Mai avrei potuto con intenzione causare dolore a tua madre". Era vero. Anche avesse avuto la certezza della paternità di Valentine, non lo avrebbe portato a Nampara... In un modo o nell'altro se ne sarebbe preso cura ma senza spezzare il cuore di sua moglie. Ma poi, tornò ai dubbi iniziali di suo figlio. "E' per questo che non hai mai accettati del tutto i gemelli? Temevi fossero frutto di un tradimento e che amandoli senza riserve, avresti fatto un torto alla mamma?".
Il ragazzino arrossì. "Sì, più o meno". Beh, era una conversazione imbarazzante ma in un certo senso era contento. Ora volere bene a quei due pestiferi biondini sarebbe stato più facile e sarebbe stato un bravo fratello maggiore. In fondo aveva voglia di affezionarsi a loro come Clowance e Bella...
Ross osservò suo figlio, così grande, sensibile e serio. E decise. Se c'era qualcuno con cui condividere il suo segreto... Perché non lui? Chi meglio di Jeremy? Non poteva essere il miglior confidente al mondo? Non poteva essere la sua spalla? Questo non li avrebbe aiutati a essere più uniti? Su questo, Demelza non avrebbe avuto nulla da ridire. E considerando anche la faccenda di Odalyn che calzava a pennello, avrebbe allo stesso tempo potuto far luce su molti dei dubbi di suo figlio anche riguardo alla ragazza. "Vuoi sapere la verità?" - gli chiese, guardandosi attorno per essere certo che nessuno li seguisse".
Jeremy si accigliò. "Su cosa?".
"Sui gemelli".
"M... Ma non l'hai mai detta a nessuno, papà. Neanche alla mamma...".
Ross annuì. "Beh, posso dirla a te, se vuoi avere un segreto con me. E' una storia grande, che parte da lontano, pericolosa da sapere. Ma se vorrai essere mio complice, la condividerò e sarai l'unico a saperla".
Jeremy tremò. "E la mamma?".
"Mamma, sono certo, è d'accordo".
"Davvero vuoi?".
"Sì, davvero. Non te lo avrei chiesto altrimenti...".
Jeremy si gonfiò d'orgoglio. Non era tanto per la curiosità ma si sentiva fiero che suo padre decidesse di condividere proprio con lui un segreto tanto grande, che lo ritenesse degno. Lui, prima di tutti, avrebbe potuto sapere. "Sì, se vuoi dirmelo, ti ascolterò" - disse con voce tremante.
Ross osservò suo figlio. Aveva quindici anni, come lui quando incontrò una ragazzina straniera che gli rapì il cuore. Lunghi capelli neri, occhi verdi espressivi e trasparenti, viso furbo, modi di fare sfacciati, che conosceva il mondo meglio di lui. Tutto così uguale a ciò che ora stava vivendo Jeremy. E se la straniera che faceva battere il cuore di suo figlio si chiamava Odalyn e veniva dalla Norvegia, quella che aveva fatto battere il cuore a lui tanti anni prima si chiamava Jasmine e veniva dalla Spagna...

"Hei straniero, la conosci la strada che porta a Truro?".
"Certo! E non sono straniero, la straniera sei tu!" - le aveva risposto, notando il suo accento spagnolo nonostante la perfetta padronanza della lingua.
Sul suo cavallo, lei sbuffò spazientita. "E allora su, fammi strada!".
Non aveva saputo dirle di no...

  
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