Libri > Fairy Oak
Ricorda la storia  |      
Autore: s u n    14/11/2021    2 recensioni
Di quella volta in cui Pervinca e Grisam rischiarono di trovarsi in una situazione imbarazzante.
❁❁❁
[Grisam Burdock/Pervinca Periwinkle].
Genere: Fluff, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Grisam Burdock, Pervinca Periwinkle
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Quasi quasi
«Ti ammazzo, Burdock»

 
 




 

 
«È la volta buona che ti ammazzo, Burdock» sibilò Pervinca, appena Marta chiuse la porta dietro di sé.
«Ma così è più divertente» le rispose Grisam con voce rauca, mentre se ne stava comodo nel suo letto e la osservava fluttuare — conscio che non fossero le parole migliori da dire a Vì in quella situazione, «Non lo pensi pure tu?»
«Sta’ zitto!» il fatto stesso che fosse così arrabbiata, divertiva parecchio il ragazzo, «E menomale che stavi male!».
Eppure il pomeriggio era iniziato bene, anzi, molto bene...
 

Incominciò tutto quando, quella mattina alla Bottega delle Delicatezze, Marta informò Dalia che Grisam avesse preso una lieve influenza. Dopo aver fatto le solite commissioni quotidiane, Dalia era subito tornata a casa e aveva riferito la notizia a Vì.
Ovviamente, la ragazza voleva andare a trovare il proprio ragazzo — Dalia avrebbe preferito diversamente, ma Pervinca sapeva essere convincente al punto giusto e la mamma era, a sua volta, intenerita da qual giovane amore. E così, verso le cinque di quel pomeriggio ripose i suoi libri di Astrologia sugli scaffali — in modo disordinato ovviamente, per incamminarsi verso Piazza della Quercia.
Non si stupì che Grisam si fosse ammalato: erano i primi di novembre, le gemelle avevano appena compiuto diciassette anni, le giornate mostravano la loro stanchezza diventando sempre più corte, le foglie cadevano deboli e il freddo vivido stava arrivando prepotente. Inoltre, nelle sere precedenti avevano volato spesso insieme.
C’era già buio, per cui si alzò leggera ed elegante in volo fino ad arrivare alla Piazza — tra le viette di Fairy Oak non c’era anima viva, poi andò ancor più in alto in modo da trovarsi davanti alla finestra della camera di Grisam.
 

Toc toc — batté due volte l’indice sul vetro, c’era una luce accesa e vedeva il ragazzo nel letto intento a leggere un libro. Appena Grisam sentì il rumore, alzò la testa e con un sorriso andò ad aprire la finestra.
«Cosa posso fare per lei, Pervinca Periwinkle?» le domandò con finta galanteria e una voce rauca da chi ha male alla gola, mentre le porgeva una mano per aiutarla a superare la seduta sotto la finestra.
«Volevo solo accertami che stesse bene, Burdock» gli diede un bacio. Rimaneva un bel ragazzo anche in pigiama, malaticcio e appena uscito dal letto.
«Molto, molto gentile da parte tua» le sorrise e le tolse il cappotto, «Sto abbastanza bene. Ho solo un po’ di febbre e raffreddore».
«Febbre alta?»
«Non eccessivamente» con Grisam avrebbe potuto anche voler dire che aveva la febbre a trentanove.
«Preferisci che torni a casa?» chiese prontamente, infatti, Vì.
«Assolutamente no» scosse la testa, «Sono contento che tu sia passata, davvero. Vuoi un tè o qualcos’altro?»
«No, Gri, grazie comunque. Torna nel letto ora, però. Sono qui solo per farti compagnia».
Nella stanza c’era molto caldo — per via del camino davanti al letto, però preferiva che Grisam si riposasse e stesse sotto le coperte.
«Cosa fai? Non vieni?» le chiese lui, nel vederla ancora appoggiata alla seduta della finestra.
Scostò le coperte per farle spazio e impilò bene i cuscini a coppie, «Se mi passi l’influenza, sei morto» lo avvertì quando lo raggiunse nel letto matrimoniale, «Giusto perché tu lo sappia».
Grisam rise appena e la strinse a sé, accarezzandole i boccoli ramati.
 

Vì gli fece un resoconto di quello che stava studiando di Astronomia e lui l’ascoltò rapito; invece Grisam le raccontò della scenata di Scarlet al Municipio, il giorno prima.
«Davvero si è messa a piangere, Gri?» non riusciva a smettere di ridere, «Non le è proprio andata giù che tu sia il sindaco».
Risero parecchio a spese della giovane Pimpernel; poi, in un modo o nell’altro, da un bacio sulla fronte, ce ne furono sulle labbra, sulla mascella, sul collo, sulla clavicola, in mezzo al seno, fino alla voglia color pervinca.
«Non stavi male tu, Burdock?» sussurrò Vì, quando sentì le mani di Grisam correre sempre più in alto sul suo interno coscia.
«Non per questo, Periwinkle» ribatté velocemente lui sfilandole il maglioncino verde a collo alto.
Un primo gemito soffocato sfuggì dalle labbra di lei e a Grisam parve che la sua febbre fosse passata.
«C’è giù tua madre, l’ho sentita che parlava con qualcuno» bisbigliò lei mordendosi il labbro inferiore, mentre lui si concentrava avidamente sul suo collo.
«Smettila» sbuffò lui, «Sarà salita in casa solo un attimo».
 

La guardava attentamente muoversi sopra di lui, era un gioco nuovo di sguardi intenso e sleale — un circolo vizioso, ma anche virtuoso; era un’orchestra di gemiti, ansimi e del legno della testiera del letto che sbatteva cattiva contro la parete.
Quel momento era dietro l’angolo, Grisam le cinse la vita e poi il fondoschiena per aiutarla a muoversi più velocemente e Vì appoggiò le mani sulle spalle di lui: si rubarono a vicenda diversi gemiti e il piacere li toccò insieme, come due rette incidenti sullo stesso piano.
Vì buttò la testa all’indietro lasciandosi sfuggire un ultimo gemito e lo stesso fece Grisam mentre strinse ancor più le cosce di lei — notando con piacere il leggero tremolio delle stesse.
 

Vì si lasciò cadere su di lui: i loro cuori agitati si trovarono vicini, i respiri corti si susseguivano, le guance rosse di entrambi a contatto e Grisam le stampò un bacio sulla fronte.
«Sei malato solo quando ti fa comodo, Burdock» glielo sussurrò ad occhi chiusi e con la testa appoggiata nell’incavo del collo di Grisam.
«È l’unica cosa che ti viene in mente da dire?» ribatté divertito, «La gente normale, in queste situazioni, è più ro—».
La frase fu interrotta da passi frettolosi che salivano le scale, «Grisam, tesoro!» lo chiamò Marta — un colpo al cuore.
In un attimo, Vì — senza nulla addosso — si rese invisibile e distante un metro da terra — ed ecco, perché amava avere i poteri del Buio.
«Burdock, che ti avevo detto io?!» riuscì a sibilare prima che Marta aprisse la porta — usò un tono che non prometteva nulla di positivo.
«Ciao, tesoro» lo salutò dolcemente Marta dallo stipite della porta e con in mano una tazza fumante, «Ti senti meglio?».
Grisam annuì appena con le coperte tirate fino al mento — adocchiò tutti i vestiti a terra, pensò che incenerirli sarebbe stato evidente.
«Con chi stavi parlando prima?» Marta si guardò intorno distrattamente, «È passato qualcuno?».
«No, mamma, nessuno» le sussurrò lui, «Stavo dormendo».
Vì ritenne che avesse scelto la scusa peggiore, “Non ci posso credere” pensò.
«Sei sicuro di stare bene?» Marta inarcò un sopracciglio, «Ti ho sentito parlare» disse nuovamente e avvicinandosi ancor di più.
«Ti sbagli, ti sbagli. Sarà stato Jim, magari»
«Probabilmente sì, allora» non sembrava convinta, «Ti ho portato il tè, lo vuoi?» glielo stava porgendo, ma Grisam non era nella situazione migliore per potersi alzare.
«Sì, grazie. Appoggialo sul comodino» le rispose infatti, «Lo berrò dopo».
 

Marta fece come le venne chiesto; dopo gli accarezzò dolcemente il viso, gli consigliò di riposare e gli diede le spalle per lasciare la stanza — ma si fermò a guardare il maglioncino verde spiegazzato in fondo al letto.
Si girò verso Grisam e poi fece scorrere lo sguardo per tutta la camera — casualmente, si soffermò nel punto in cui c’era Pervinca, la quale stava maledicendo il ragazzo aspettandosi il peggio.
Grisam fece finta di non notare nulla.
Marta non disse nulla, inarcò solo un sopracciglio e lasciò la stanza con alcune perplessità.







 

 

  
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Fairy Oak / Vai alla pagina dell'autore: s u n