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Autore: eddiefrancesco    14/11/2021    0 recensioni
Incuriosita dall' inaspettata eredità che le ha lasciato la sua madrina, un'eccentrica signora conosciuta come la strega di Wychford, la contessa Octavia Petrie decide di andare a dare un' occhiata alla nuova proprietà.
Ma arrivata in quella splendida villa di campagna a causa di un equivoco viene scambiata per una istitutrice dal tenebroso Edward Barraclough, il nuovo affittuario e dalle sue nipotine.
Ma ancora non sa in che guaio è andata a cacciarsi!
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Storico
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Julia esitò e lanciò un'occhiata alle nipoti. «Lisette, dato che miss Petrie ci informa che ha l'emicrania e che non può, pare, assolvere ai suoi doveri, vorrei che tu accompagnassi Philippa di sopra e la mettessi a letto. È stanca dopo la giornata passata fuori casa, e desidererei parlare con tuo zio. Non occorre che tu scenda più.» Edward intervenne. «Solo se non te la senti, Lisette. Vorrei sapere com'è andata la tua lezione di ballo.» «Forse domani, Edward?» La voce di Lisette era sommessa. «Preferirei restare con Pip finché non si addormenta. La zia Julia ha ragione, è molto stanca.» Mentre le due ragazze lasciavano la sala da pranzo e salivano le scale, Pip sussurro': «Posso vedere miss Petrie, Lisette? Sapevo che se lo avessi chiesto alla zia Julia avrebbe detto di no, perciò non l'ho fatto. Ma vorrei dirle che mi sono comportata bene.» «Vado a vedere se se la sente» disse Lisette con un sorriso. «Sono stata orgogliosa di te oggi, Pip, e credo che farà bene a miss Petrie saperlo.» Miss Petrie non era a letto, come loro si aspettavano. La lampada sul comodino era accesa, ma lei era seduta su una poltrona accanto alla finestra e fissava nel buio. Si girò e sorrise quando vide Lisette far capolino dalla porta. «Entrate. Dov'è Pip?» disse. «Sono qui!» Lisette trattenne Pip con fermezza. «Ci rincresce che abbiate di nuovo male alla testa. Non vi sentite di parlare con noi, vero?» «Al contrario!» esclamò miss Petrie. «Accomodatevi.» «La zia Julia non pensa che stiate davvero male» annunciò Pip, guardando il pallore dell'istitutrice e i suoi occhi gonfi. «Ma a me sembrate molto indisposta, miss Petrie. Forse dovreste chiedere a Edward di chiamare il dottore.» «Non... non credo che sarà necessario, Pip. È... è solo un'emicrania. Ditemi com'è andata oggi.» «Sono stata molto brava. Sono stata bravissima tutto il giorno.» annunciò Pip. «Vostra zia è rimasta contenta di voi?» «Non l'ha detto. Ma penso di sì. Ci siamo annoiate dagli Allardyce, però.» «Povera Pip. Si è impegnata tanto. Sono stata davvero fiera della mia sorellina.» disse Lisette con un sorriso. «Ne sono lieta. Credo che vi siate meritata una coccola, Pip cara.» Pip non se lo fece dire due volte. Si arrampico' sulle ginocchia di Octavia e l'abbraccio'. Miss Petrie chiuse gli occhi e Lisette disse in fretta: «Credo che ci siamo fermate abbastanza, Pip. Hai raccontato a miss Petrie di oggi, e ora dobbiamo lasciarla riposare. Vieni.» Pip scese con riluttanza e si lasciò condurre per mano alla porta. Qui Lisette si fermò. «Posso portarvi qualcosa?» le chiese. «Grazie, no. Andrò a letto molto presto, e domani sarò in piena forma e pronta ad ascoltare tutto quello che avete da raccontarmi sulla vostra giornata. Buonanotte, mie care.» Pip era molto silenziosa quando lasciarono la stanza. Lisette tenne compagnia alla sorella mentre una delle cameriere la spogliava e la lavava. Quando Pip fu a letto, Lisette si avvicinò per augurarle la buonanotte. «Lisette. Miss Petrie stava piangendo.» mormorò Pip con voce turbata. «Non credo, Pip.» «Si, piangeva! Era troppo buio accanto alla finestra perché tu potessi accorgertene, ma aveva le guance bagnate.» Lisette esitò. Poi disse: «Immagino che sia a causa dell'emicrania. Ricordi come ti doleva la testa quando eri ammalata? Speriamo che si senta meglio domani. Buonanotte, Pip.» Lisette uscì in silenzio. Non aveva voluto preoccupare Pip, ma temeva che avrebbero perso miss Petrie prima del previsto. Nel frattempo, Julia stava per lanciare la sua offensiva. «Lavinia Allardyce dice che Daisy Ledbury è una moglie trascurata. Lo sapevi? Ledbury non sta quasi mai a casa, e di solito è in compagnia molto discutibile. Compagnia femminile.» «Be', si, avevo sentito qualcosa del genere» taglio' corto Edward. L'ultima cosa che desiderava udire erano dei pettegolezzi ripetuti da quella strega della Allardyce. Julia avrebbe colto l'occasione per moralizzare, e lui non credeva di poterlo sopportare. «C'è così poca moralità in Inghilterra» riprese la donna. «Anche tra persone da cui ci si aspetterebbe che dessero il buon esempio. Specialmente ai giovani.» «Davvero?» commento' Edward, nel suo tono più scoraggiante. Julia non ci fece caso. «Mi sono sempre aspettata che le istitutrici avessero un comportamento irreprensibile. Ma apparentemente non è così. Prendi miss Petrie, per esempio...» Edward si irrigidi'. Julia non poteva essere al corrente della scena nella torre. Era impossibile! Neanche i domestici erano stati in casa quel pomeriggio, e Julia con le ragazze si trovavano a Guildford. Allora, a cosa si riferiva? Disse con freddezza: «Se hai intenzione di dire cose spiacevoli riguardo a miss Petrie, Julia, allora puoi risparmiare il fiato. So che non la approvi, anche se Dio solo sa perché. Ma io sono sempre stato molto soddisfatto.» «Ne sono certa, Edward» disse Julia in tono significativo. «Ma sapevi che ha un amante?» «Un amante? Che sciocchezze sono?» «Non sono sciocchezze, mio caro. Ho fatto indagini molto accurate. L'amante di miss Petrie alloggiava alla locanda del villaggio. È partito proprio quando sono arrivata io. Esattamente due giorni fa.» Edward si alzò. «Attenta a quello che dice, Julia! Non permettero' che la tua lingua velenosa calunni una donna per cui nutro la massima stima.» «Si, e questa è un'altra storia, vero? Ovviamente ha preso anche te nelle sue reti.» Non fu facile, ma Edward vinse l'impulso di prendere la cognata per la gola e strozzarla. Gli eventi del pomeriggio lo avevano scosso fin nel profondo del suo essere. Ancora non aveva capito cosa gli fosse preso su nella torre, ma sentire Julia, una donna per cui aveva sempre provato disprezzo e antipatia, trascinare il nome di Octavia nel fango era più di quanto potesse tollerare. «Non voglio sentire altro. Ti lascio annegare nel tuo fiele, Julia.» terminò Edward. «Ho le prove!» La voce di Julia lo fermò sulla porta. Lui si girò e sibilo' lentamente: «Se è una delle tue fantasie, allora giuro che ti rovinero'. E anche tuo marito. Non sarà difficile. La vostra situazione finanziaria non è solida quanto vi piace credere.» Julia sogghigno'. «Che cosa spiacevole da dire! E quale ferocia nel tuo tono. Sarei preoccupata, se non fossi tanto sicura delle prove che ho in mano.» Scruto' il cognato con interesse. «Pare che tu sia anche più affezionato a miss Petrie di quanto pensassi. Ma, se è questo il caso, è meglio che tu sappia la verità su di lei. Quella donna sta facendo il doppio gioco, Edward. Il giorno del mio arrivo non era semplicemente uscita a passeggio. Era alla locanda, a godersi l'idillio con un certo Mr. Smith! Poteva anche trovare un pseudonimo migliore.» «Continua» la esorto' Edward cupo. «Sono certa di quel che dico. Li ho visti personalmente e lei non ha tentato di negarlo. Erano soli alla locanda, assorti in una conversazione molto intima. Ma c'è dell'altro. Quando ho fatto delle indagini ho scoperto che altri li avevano visti baciarsi e abbracciarsi! Lei lo ha persino aiutato a vestirsi.» Julia lo guardò trionfante. «Chiediglielo! Ti sfido a farlo. Chiedile chi è Mr. Smith. Vediamo cosa ti dice.» Edward la fissò, sbalordito. Poi scosse la testa ed esplose: «C'è una spiegazione. Dev'esserci una spiegazione! Non credo che Octavia... che Octavia farebbe una cosa simile.» Scosse la testa. «Devo uscire. Non riesco a pensare...» Marcio' fuori della stanza, attraverso' l'atrio e uscì nel parco. Julia lo seguì e lo guardò allontanarsi lungo il viale. Sorrise trionfante. Era dispiaciuta per Edward. Sinceramente dispiaciuta! Sempre così sicuro di sé, sempre così pronto a criticare gli altri. E ora, le carte erano girate in tavola. Doveva esserci rimasto davvero male. Ancora sorridendo, si voltò per rientrare, ma un'improvvisa folata di vento le sbatte' la porta in faccia. Lei la fissò incredula. Da dove diavolo era venuta quella corrente? Da dentro casa? Impossibile! Con un'esclamazione impaziente, afferrò il cordone del campanello e gli diede uno strattone rabbioso. Nessuna risposta. Dov'erano finiti tutti i servi? Al calduccio in cucina, senza dubbio, ignorando le esigenze di chi era migliore di loro! Faceva freddo, fuori. Suonò di nuovo il campanello, con più vigore, e il cordone le restò in mano. Con un grido di pura frustrazione, lo gettò via, e rabbrividendo nel vento che s'era alzato, cominciò a girare intorno alla casa verso i quartieri di servizio. Sarebbe morta assiderata se non li avesse trovati presto! Qualcuno avrebbe pagato per questo, se ne sarebbe assicurata personalmente! E per quanto riguardava quella casa si sarebbe proprio detto che stava cercando di sbarazzarsi di lei. Bene, se era così, lei aveva ricevuto il messaggio. Avrebbero lasciato quella vecchia bicocca al più presto e si sarebbero trovati un posto decente a Londra. Prima avrebbe sistemato quella Petrie e poi avrebbe cominciato a organizzare il trasferimento... Ma dov'era quella dannata porta di servizio? Edward cammino' nel parco per un po', rifiutando strenuamente di credere che Octavia avesse fatto il doppio gioco. La sua onestà, il suo orgoglio, la sua dolcezza, la sua ironia, tutte qualità che gliela rendevano cara, erano potenti argomentazioni contro le accuse di Julia. Non poteva essersi sbagliato fino a quel punto! Ma a mano a mano che la rabbia si calmava, la ragione cominciò a prendere il sopravvento. Julia non avrebbe fatto certe accuse senza ottimi fondamenti. Era meschina, ma non stupida. Doveva esserci stato un equivoco! Si sarebbe recato personalmente alla locanda per verificare la storia. Partì alla volta del villaggio, convinto che presto avrebbe avuto una spiegazione. E poi avrebbe fatto i conti con sua cognata come si meritava! Si stava facendo tardi, ma la locanda era ancora aperta e l'albergatore aveva la lingua sciolta. Si, aveva dato alloggio a un giovane di nome Smith, un vero gentiluomo. E attraente, per giunta. Lui avrebbe scommesso che fosse un soldato, ne aveva tutta l'aria. No, non poteva rispondere riguardo alle visite che aveva ricevuto, non personalmente. Ma Maggie, una delle cameriere, aveva visto una giovane signora lì con lui. Erano parsi in rapporti molto affettuosi. Gli pareva che avesse detto che era l'istitutrice della casa grande, ma poteva aver frainteso, naturalmente. Mr. Barraclough desiderava interrogare la ragazza personalmente? Edward ancora sperava in un equivoco. A quanto pareva Octavia aveva ammesso di aver incontrato questo Mr. Smith alla locanda, ma forse la cameriera aveva frainteso ciò che aveva visto? Quando il locandiere la chiamò, le pose la domanda. «Oh, no, sir!» esclamò Maggie, con un sorriso tutto fossette. «Erano molto affettuosi, si abbracciavano e baciavano. Non avevano passato insieme la notte, badate bene! Ma era chiaro che si conoscevano a fondo, se capite cosa intendo. Ed è vero che lui non era quel che si dice propriamente vestito quando è sceso. No, erano molto attaccati l'uno all'altro, di questo sono sicura. Era un piacere vederli insieme. Lui tanto bello e lei così graziosa.» Edward lasciò la locanda e tornò a Wychford in uno stato di stordimento.
   
 
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