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Autore: RuWeasley    14/11/2021    0 recensioni
ripenso che ogni 'come stai?' tu mi abbia chiesto sia servito solo a riuscire a legittimarti in un posto poco confortevole, come le mie gambe, come il divano di casa, come il sedile della mia macchina.
dodici racconti autoconclusivi di epiloghi imbarazzati, romanticismo abbozzato, cuti sfiorate, sguardi sommessi - un manifesto sulle emozioni lievi, su come non ci sia niente da imparare.
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Raccolta | Avvertimenti: Tematiche delicate, Threesome | Contesto: Contesto generale/vago, Universitario
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mi fa male il polso

mi spieghi com'è possibile che hai ancora voglia di scopare con me

no perché non me lo spiego

sono una cazzo di bambola di pezza senza neanche abbastanza sbatti o coraggio per dirti che non voglio continuare questa cosa ed in qualche modo non ti sei stufata di questo pseudo-sesso pigro rigorosamente a casa mia.

sono periodicamente irritato da te senza nessuna ragione, mi dai fastidio solo perché spunti tutte le crocette ma cazzo non mi piaci per niente. tra noi due non funziona niente com'è possibile che tu abbia ancora voglia di vedermi

tanto non ci credo che speri in parole dolci, che speri in sussurri durante il sesso e dopo le sigarette. che speri nei classici su vinile al momento giusto e le dediche carine quando ti consiglio gli album.

a me sembra anche evidente ma tu non mi convinci, e mi disturba un poco

io non sono le tue aspettative, non sono le tue idee un po' tossiche e un po' dolcine sulle relazioni.
niente sesso hardcore niente massimalismo niente parole pensate.

nessuna presa male insieme, niente di niente.

qualche giorno prima, lei viene al locale, per guardare un film o ascoltare un album o cenare insieme - poco importante. lei ha una maglietta dei sonic youth, di goo, che è il mio album preferito

significa un tot di cose per me. sento che l'avremmo indossata rispettivamente in maniera totalmente diversa
come se fosse tutta un’altra cosa.
io però non ce l'ho, quella maglietta, lei si.

quando lei credo finisce non capisco cosa prova a fare. io sto fissando il muro blu dal riflesso delle luci.

io la abbraccio imbarazzato e provo a non incrociare il suo sguardo ed improvvisamente mi ricordo di com'era a quindici anni e quanto non fossi in grado di mantenere uno sguardo serio o vero.

non so onestamente cosa fare e ci sono dieci minuti sfocati ma perché sto senza occhiali e sono paralizzato e confuso e vorrei solo divincolarmi.

lei mi chiede che succede ed inevitabilmente rispondo niente
io mi chiedo com’è possibile che ogni domanda che mi faccia riesca sempre così sorda. sono sicuro che lei è realmente interessata alla mia risposta, ma non posso, non ci riesco.

nella mia testa non lo credi davvero, non ti interessa davvero. sono convinto che abbia a che fare con il tono o con la tua faccia ma sono ancora confuso e se ti sto allentando la presa non penserò anche a che cazzo ti passa per la testa - cazzo lasciami lasciami il braccio

fumiamo una sigaretta ed io mi trovo bene a tre metri di distanza da lei. mi sento quasi affabile.

ma ripenso che ogni come stai tu mi abbia chiesto sia servito solo a riuscire a legittimarti in un posto
poco confortevole, come le mie gambe, come il divano del locale, come il sedile della mia macchina.

per darle un passaggio a casa chiudo il locale in maniera estremamente meccanica, e passo due secondi netti, precisi, immobile, dopo aver dato una sola mandata.

entriamo in macchina, metto unknown pleasures. è dalla mattina che voglio ascoltarlo.
il viaggio è imbarazzante ma lei mi è riconoscente perché le sto alzando un passaggio. a me non pesa.

quando arriviamo io non metto le frecce, e lascio la prima. lei non coglie.
mi da un bacio sulla guancia ed io faccio una smorfia, a lei non va giù.

lei mi passa un braccio attorno al collo, non curante del cambio, del freno a mano, di tutte le cose che stanno - evidenti o meno - tra me e lei. mi bacia il collo. io non so cosa fare. le carezzo il braccio con le unghie, indeciso su come comportarmi. non riesco a capire quanto sia evidente la mia tensione e sono nervoso e sono profondamente innervosito dalla vaga eccitazione di non essere davvero d’accordo con lo scorrere degli eventi.
ci baciamo, mi accorgo degli joy division di sottofondo e spero dal profondo del mio cuore che questo limone lento da cui cerco di staccarmi mentre penso ai cani non sia in alcun modo connesso alla musica. mi farebbe stare troppo male. sarebbe quasi kitsch

l'ultima parola che dice è fottiti
io mi avvio e porto la macchina a tremila giri solo per partire e mi chiedo se faccia brutto.

quando arrivo ripenso a tutto questo. guardo la scheda spotify degli joy division, ascolto love will tear us apart e non riesco a capire chi più dei due viva in un mondo di fantasia.


\\ perdona e dimentica: cosa è partito nella mia testa quando ho iniziato a pentirmi del limone
 
   
 
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