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Autore: lady ethereal    15/11/2021    2 recensioni
“Qual era la tua favola preferita da piccola?” Gli rivolse uno sguardo confuso, non capendo cosa c’entrasse questa domanda con il suo discorso, ma decise comunque di rispondergli “La bella Addormentata.” “Avrei detto Cenerentola.” “Credi che sia così scontata?”
Marinette era cresciuta vivendo la favola d’amore dei suoi genitori, era cresciuta con l’idea che, prima o poi, ognuno di noi avrebbe trovato per sé qualcuno che lo guardasse esattamente come si guardavano loro due.
E lei, l’avrebbe mai trovato il suo principe azzurro?
Oppure l’aveva già trovato?
Genere: Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Adrien Agreste/Chat Noir, Marinette Dupain-Cheng/Ladybug
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Un amore da favola


Era stata una giornata movimentata a Parigi, ma niente nuovo.
Papillon aveva akumizzato una ragazza a causa di un litigio con il proprio fidanzato, così Ladybug e ChatNoir erano corsi sul posto per risolvere la situazione.

Appena liberata l’akuma, Marinette riuscì a vedere il dolore impossessarsi degli occhi della ragazza che, in pochi secondi, iniziarono a strabordare di lacrime.                                            
“È 
davvero questo, l’amore?” si chiese.
Lei era cresciuta vivendo la favola d’amore dei suoi genitori, era cresciuta con l’idea che prima o poi ognuno di noi avrebbe trovato per sé qualcuno che lo guardasse esattamente come si guardavano loro due. I loro, di occhi, strabordavano d'amore. 
Rammentava tutte le favole che i suoi le leggevano da piccola per farla addormentare, tutte le principesse che trovavano il loro principe azzurro e che, insieme, avrebbero vissuto per sempre felici e contenti. E lei, così piccola e sognatrice, era diventata ormai ingorda di quei magici racconti d’amore e sperava che un giorno un principe sarebbe arrivato anche per lei.
Sorrise mestamente e se lo chiese di nuovo, come quando era bambina. 
Lo avrebbe mai trovato, lei, il suo principe azzurro?
Scosse la testa lanciandosi in aria e si lasciò trasportare dal vento, non aveva nessuna voglia di tornare a casama prima ancora che la sua mente potesse elaborare questo pensiero, il suo cuore aveva già deciso dove andare.
Si era ritrovata così, seduta sulla TouEiffel circondata dall’aria magica della sua città natale, a pensare a tutto ciò che l’essere Ladybug aveva comportato nella sua vita privata, quando era solo la semplice, dolce e impacciata Marinette.
Iniziò a pensare alla prima volta che aveva visto Adrien e a quella scarica che le aveva procurato quell’effimero contatto con la sua mano. Lo ricordava come fosse ieri e invece erano passati già quattro anni, ma l’effetto che lui aveva su di lei era sempre lo stesso.
Le gambe che tremano, il cuore che esplode.
Le scappò l’ennesimo sorriso malinconico della giornata lasciò che una lacrima le rigasse la guancia, non alzò gli occhi al cielo per ritrarlindietro. Le permise di scendere e concesse a sé stessa un attimo di debolezza. Da quando aveva ricevuto Tikki aveva sempre messo l’intera Parigi al primo posto e molte volte, a causa del suo enorme segretoaveva rischiato di crollare, ma sapeva benissimo che non le era concesso.
Posò gli occhi sulla Senna e scorse in lontananza la casa galleggiante di Luka e Juleka.
I suoi pensieri si soffermarono su di luisu quel ragazzo misterioso dagli occhi turchesi che era sempre stato così gentile e comprensivo nei suoi confronti, lui l’aveva capita e l’avrebbe aspettata. E per quanto lei lo desiderasse non poteva nascondere ciò che provava per il modello, aveva cercato di reprimere i suoi sentimenti, di soffocarli, di eliminarli, ma si era rivelato impossibile, ogni volta che incrociava i suoi occhi verdi le sembrava che il mondo potesse fermarsi in quell’istante. Bastava un suo sguardo a farla sentire estremamente piccola, era come se lui fosse in grado di toccarle l’anima. Le lacrime tornarono a scendere copiose e quella ormai acquisita consapevolezza la colpì nuovamente ed improvvisamente: finché lei e Chat Noir non avessero sconfitto Papillon lei non                                            avrebbe potuto avere un ragazzo, sarebbe stato troppo rischioso.
Ripensò così a tutti gli attacchi di Papillon, a tutte le volte in cui aveva creduto di non farcela, che fosse sul punto di mollare, esattamente proprio come durante il primo attacco akuma, quando non aveva purificato l’oscura farfalla che ne aveva approfittato per disseminare il panico a Parigi.
Fu come una carezza sul il suo cuore ferito, il pensiero che susseguì. Chat Noir.
L’unico che aveva avuto una fiducia incondizionata in lei dal primo istante in cui si erano incontrati, dal loro primo incrocio di sguardi. Lui era sempre stato lì per lei e non se ne era mai andato, nonostante tutto.
Le lacrime cessarono di rigare il suo viso e sorrise sinceramente volgendo lo sguardo avanti a sésoffermandosi sulla bellezza ineguagliabile della citta dell’amore avvolta dalle calde luci del tramonto.
"Cos'è che ti fa sorridere così, insettina?"

Sbuffò leggermente e le sue guance, stranamente, si tinsero di rosso. L’aveva colta alla sprovvista mentre un suo pensiero le aveva strappato un sorriso sincero, in grado di alleggerirle quel macigno che le schiacciava il cuore.
"Ti 
ho detto mille volte di non chiamarmi così.Attraverso pochi passi riuscì a raggiugerla e a sedersi accanto a lei. Era già pronto a risponderle con una delle sue battute, ma quando, girandosi verso di lei, il suo sguardo si fermò sui suoi occhi arrossati, le parole gli morirono in gola. Non poteva sopportare di vederla così.
“Cos’è successo my lady?” Non ottenne risposta.
“C’entra qualcosa il ragazzo di cui sei innamorata?” Esitò un po’ su quest’ultima frase, sapeva che un’eventuale risposta positiva gli avrebbe spezzato il cuore, ma non poteva fare altrimenti.
“No chat” gli disse girandosi a sua volta verso di lui “Stavo solo pensando a...” Si bloccò, a cosa stava pensando? Poteva davvero dirgli che stava pensando se anche lei, come tutte le protagoniste delle favole che tanto adorava da bambina, avrebbe trovato il suo principe azzurro? Poteva dirgli che si era fermata a pensare ai suoi problemi di cuore e che era stato proprio il suo arrivo a permetterle di scrollarsi di dosso quei pensieri soffocanti dandole la possibilità di tornare a respirare? “A niente d’importante.”
“Non mentire, non a me. Dimmi cos’è che può farti sorridere e avere gli occhi arrossati dal pianto allo stesso tempo.” La sincerità e la serietà del suo tono la colpì, lo guardò e sorrise di nuovo, al diavolo le insicurezze e la vergogna, certo che avrebbe potuto dirglielo, del resto lui era l’unico che aveva creduto in lei dal primo momento; sapeva di non dover provare soggezione o vergogna nel mostrarsi fragile davanti a lui. “È l’amore, Chaton.
“Però” Disse con il suo solito tono spavaldo Come siamo profonde oggi. E sentiamo, cosa pensa la super eroina di Parigi sull’amore?”
In realtà, penso che sia uno scherzo abbastanza crudele.” Gli rispose sospirando; non era di certo la risposta che il biondo si aspettava.
“Perché dici così?”
“Perché non dovrei? Non è forse la verità?” Si accorse in seguito di aver rivolto quella domanda alla persona più sbagliata del mondo, proprio a lui che si era fatto avanti così tante volte con lei, e lei non aveva fatto altro che liquidarlo con parole dolci e gentili, ma pure sempre dure per il suo cuore spezzato.
“Scusami Chat, io non volevo…” Si sentì tremendamente in colpa per non aver pensato al fatto che le sue parole avrebbero potuto ferirlo.
“Non fa niente my lady. Le sorrise e lei sentì quel grave peso sul suo petto svanire sempre di più. Cosa le stava succedendo?  “Hai ragione.” Aggiunse “A volte lo è, ma è anche l’unica cosa che ci fa sentire vivi.
“Hai ragione anche tu.
Le tornò in mente quella sorpresa che aveva preparato appositamente per lei quella notte e quel macigno tornò a gravarle sul petto.
Non avrebbe mai voluto scrollarsi di dosso i suoi problemi scaricandoli su di lui, ma in questo momento aveva solo bisogno di sfogarsi con qualcuno.
Sapeva che Chat Noir non l’avrebbe mai giudicata per le sue debolezze, lui l’aveva sempre fatta sentire al sicuro, le aveva dato la forza necessaria per credere in sé stessa e continuava a farlo ogni giorno.
“Sai” Disse riflettendo ad alta voce, lasciandosi andare “Da piccola ero convinta che l’amore fosse la magia più bella del mondo e non vedevo l’ora di trovarlo; anzi ero convinta che lo avrei trovato, ma non ne sono più così sicura. Ho capito che l’amore nella vita reale non è come quello che ci viene raccontato nelle favole.” Continuò dando libero sfogo ai suoi pensieri mentre il super eroe la guardava e l’ascoltava, rapito dalla sua voce.
“Quindi il problema sarebbero le favole, insettina?” 
Le disse ridendo sotto i baffi. Rise appena e il suo volto sembro illuminarsi non appena si guardarono “Il problema sta nel modo in cui ci ha cresciute la società, circondate da principesse che trovano il loro principe vivendo per sempre felici e contenti, ma questa non è la vita reale.” Disse abbassando gli occhi e iniziando a torturarsi le mani, facendo perdere quella scintilla luminosa che si era impadronita dei suoi occhiNella realtà chi ama soffre molto, forse anche più di chi non lo fa.
Chat Noir non aveva staccato gli occhi da lei neanche per un secondo “Qual era la tua favola preferita da piccola?
Gli rivolse uno sguardo confuso, non capendo cosa c’entrasse questa domanda con il suo discorso, ma decise comunque di rispondergli “La bella Addormentata.
“Avrei detto Cenerentola.
“C
redi che sia così scontata?”
Touché.” Sembrava non avesse altro da aggiungere finché gli si dipinse sul volto il suo solito sorriso sornione “Quindi stai cercando un principe valoroso, con tanto di spada e cavallo biancoche venga a salvarti?”
“Posso salvarmi benissimo da sola. Gli rispose in modo impertinente
“Lo so my lady, stavo scherzando.” Si fermò qualche secondo prima di incrociare i suoi occhi “Non conosco nessuno come te, sei incredibile. Fu lui a tirare fuori un sorriso malinconico, questa volta. E fu proprio in quel momento che lei capì: lui vedeva in lei qualcosa che lei stessa non riusciva a vedere. Capì che avrebbe davvero desiderato di potersi vedere con i suoi occhi. “Non conosco nessuno che sia più forte di te ed è per questo che so una cosa.” Le si corrugò la fronte, non capiva dove il suo Chaton volesse andare a parare e, il suo restare in silenzio fu per lui un implicito invito acontinuare con il suo discorso. “So che il tuo principe azzurro, il tuo vero amore, non deve salvarti perché tu non hai bisogno di questo. Tu non vuoi questo.” Continuò sorridendo mentre accorciava la distanza tra loro.
“Tu non vuoi un amore ordinario e noioso, non vuoi poter pianificare tutto, non in amore, almeno.” Si fermò a pochi centimetri dal suo viso e fissò i suoi occhi in quelli di lei.
Tu vuoi un amore che ti bruci e che ti sorprenda, che ti spaventi per quanto è potente e che, nonostante questo, ti faccia sentire al sicuro. Vuoi un principe che ti faccia sentire donna.
La sicurezza che aveva sempre avuto davanti a lui stava iniziando a vacillare, si sentì improvvisamente sopraffatta, respirava ansante alla ricerca di aria; il fiatera cortola sua pelle andava a fuoco e il cuore le martellava nel petto.
Così un pensiero strano, un’innata e ingenua consapevolezza, le sfiorò la mente… E se fosse lui il principe che aveva sempre aspettato?
Come poteva giustificare, altrimenti, il ritmo innaturale del suo cuore e quella strana morsa allo stomaco?
 

“E vissero per sempre felici e contenti. Fine.”“Un’altra mamma. Un’altra!” Sua madre le rivolse un sorriso amorevole “Purtroppo non posso tesoro, adesso è tardi e bisogna andare a dormire.”

“Ma mamma le principesse non dormono mai! Come farò a trovare un principe se andrò a dormire?” Tom sgranò gli occhi mentre Sabine scoppiò in una fragorosa risata, davanti alla reazione del marito. “Mamma, papà credete che anche io troverò il mio principe azzurro?” Chiese la piccola Marinette. “Ma certo che lo troverai piccola, anche se farlo non sarà molto semplice.”Le disse dolcemente la donna.

La piccola strabuzzò gli occhi inclinando la testa di lato “Perché no?” Domandò impaziente di ricevere una risposta.

“Perché ci saranno tanti ragazzi che proveranno ad essere il tuo principe, tu devi saper riconoscere quello giusto tesoro.” Fu il suo adorato papà a risponderle questa volta così Marinette si girò verso di lui.             

“E come farò allora?” Tom sorrise alla sua bambina e le fece una carezza sulla guancia per poi lasciarle un leggero bacio tra i capelli; non era pronto a immaginare che un domani la sua piccola avrebbe potuto ritrovarsi con il cuore spezzato.

“Ce la farai tesoro, sarà proprio quello che ti farà sentire al sicuro e che sarà sempre al tuo fianco.
 

Un rumore improvviso la riportò al presente: Chat Noir era in piedi accanto a lei e le tendeva la mano per aiutarla ad alzarsi. Lei accolse quel gesto rimanendo nel suo religioso silenzio. Tremò quando la sua mano sfiorò quella del ragazzo.
“Ma finché questo tuo principe non arriverà, potrai sempre contare su di me o magari darmi una chance, insettina. Non sai in quante pagherebbero per essere al tuo posto.”
Ormai, ne era sicura, non sapeva identificare l’esatto momento in cui l’aveva capito, solo quello in cui aveva cominciato a sentirlo. Si avvicinòpericolosamente a lui sfoderando sul viso un sorriso alla Chat Noir. “E chi ti dice che non l’abbia già trovato?”
 


Angolo Autrice
Ciao a tuttii!
Vi ringrazio di cuore per essere arrivati fino a qui. <3
Avevo trovato questo sito per caso qualche anno fa ed avevo deciso di inscrivermi per dare libero sfogo alle mie idee, ma poi l'insicurezza mi ha bloccata. 
Avevo smesso di usare EFP per un bel po' finché mi ci sono rimbattuta qualche mese fa ed ho deciso di riprovarci. 
Per cui eccomi qui con la mia primissima storia. 
Vi ringrazio ancora tantissimo per aver letto questa one shot e spero che vi sia piaciuta, se così fosse, fatemelo sapere con piccolo commento. 
xoxo 

   
 
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