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Autore: Elodar76    16/11/2021    8 recensioni
"Mi prendi per un braccio strattonandomi , poi chini la testa e lasci la presa.
Hai giurato di non toccarmi più e sei di parola."
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: André Grandier, Hans Axel von Fersen, Oscar François de Jarjayes, Quasi tutti
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Il fischio nelle orecchie è fortissimo. Sento i suoni ovattati che provengono dagli altri soldati che corrono e gridano in un vociare indistinto.

La testa mi esplode, tossisco il fumo nero che ho inalato.

Mi guardo intorno spaesato cercando di capire cosa sia successo.

Vetri infranti e fumo: è questo quello che mi si palesa dinanzi mentre mi riprendendo. Credo di essere svenuto ma non so per quanto.

Il tuo corpo è coperto dal mio in un riflesso incondizionato a farti da scudo per proteggerti.

La finestra è esplosa in frantumi: ci sono vetri e pezzi di legno dappertutto.

Ti guardo: sei svenuta nel mio abbraccio. Un rivolo di sangue ti esce dalla manica della camicia che è sporca

Oscar! Rispondimi Oscaaar!” grido disperato.

La porta dietro di me si spalanca di botto .

André! C'è stato un attentato! Hanno gettato una bomba  nel cortile: il popolo sta marciando verso Versailles!” Alain è visibilmente sconvolto e questo la dice lunga riguardo la gravità della situazione.

 

Alain.

Il soldato per eccellenza.

L' uomo, spavaldo e impavido, grande e grosso come un armadio, amico vero e detentore dei miei segreti di cuore, donnaiolo e senza scrupoli, è bianco in viso.

Mi sorregge e mi aiuta a portare Oscar, che è ancora priva di sensi, in infermeria che si trova nell'ala della caserma opposta allo scoppio.

Poi corre a cercare il medico che si sta già occupando degli altri soldati, feriti per fortuna non gravemente.

 

Rimaniamo soli .

Ti tolgo la giacca e la camicia è strappata e intrisa di sangue all'altezza della spalla destra.

Ti stai riprendendo: lo capisco dai piccoli lamenti di dolore.

Oscar...mi senti?”

Apri gli occhi e mi guardi con aria sofferente “Sei ferita. Cerca di resistere! Ora arriva il dottore. E’ scoppiata una bomba nel cortile.”

Provi ad alzarti, ma ti trattengo e, con una smorfia di dolore, perdi i sensi.

 

Credo di essere rimasta incosciente per un paio d' ore.

Il dottore mi ha tolto una grossa scheggia di legno dalla ferita.

Mi ha anche informata che questa ha lesionato un nervo e che non sa se riuscirò a muovere il braccio destro come prima.

 

Tu, André, sei sempre stato vicino a me tenendomi dolcemente la mano e allontanandoti solo quando il medico mi ha dovuto spogliare per medicarmi la ferita.

Hai riportato solo piccole escoriazioni sulle mani e sul viso, cercando di proteggermi col tuo corpo.

 

Sei instancabile nella tua devozione. Non posso pensare alla mia vita senza di te.”

Queste ultime parole mi escono dalla bocca senza saperlo: sarà stata colpa del laudano che mi hanno dato per lenire il forte dolore.

 

Tu, che credevo dormissi sulla sedia, le braccia incrociate sul letto vicino a me, alzi la testa di scatto.

Rimango con gli occhi chiusi fingendo di dormire.

 

“Oscar...amore mio!”

Ti sento sussurrare queste parole e mi scendono le lacrime: mi sento sciogliere  a causa delle forti emozioni che provo .

Io non riesco più a rimanere nella buia prigione dei miei sentimenti.

 

Apro lentamente gli occhi e ti guardo. Tu mi prendi una mano, mentre mi accarezzi il viso leggero come piuma.

Come ti senti? Hai dormito tanto sai? Senti dolore?”

Hai confuso le mie lacrime con quelle per il dolore della ferita. Effettivamente si tratta sempre di dolore, ma di ben altra natura.

È un dolore che mi sono autoinflitta per anni e che ho inflitto anche a te. Non voglio più esserne schiava.

 

André, ascoltami...una sera, tempo fa, Fersen mi è venuto a fare visita a palazzo e...” non mi fai finire la frase.

 

Vedo nel tuo occhio un fremito di dolore: “Oscar, perché mi parli di lui in questo momento? Non voglio saperne nulla!” la tua voce incrinata dalla rabbia.

Mi lasci la mano e ti alzi all’improvviso. Apri la porta.

Riposa Oscar! Sono qui fuori, se hai bisogno!” il tuo tono è di nuovo pacato e triste.

   
 
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