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Autore: SellyLuna    19/11/2021    2 recensioni
Tyrion stava morendo: aveva a malapena trent’anni, non si trovava nel suo comodo letto e non poteva dire di avere la pancia piena del suo amatissimo vino. Ne stava dimenticando il sapore; era passato troppo tempo dall’ultimo bicchiere che si era scolato, la notte prima della battaglia.
[Tyrion centric]
[obviously Sanrion♥]
[Questa storia è candidata agli Oscar della penna 2023 indetti dal forum Ferisce più la penna
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Sansa Stark, Tyrion Lannister
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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And found myself within her eyes

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Le divinità lassù, laggiù o dovunque stavano normalmente – gli antichi o Nuovi Dei, il Signore della Luce, il Dio Abissale o il Dio dalle molte facce; non faceva differenza, non era un uomo devoto alla preghiera – avevano un particolare senso dell’umorismo, che in ben altre circostanze avrebbe sicuramente apprezzato.

Tyrion stava morendo: aveva a malapena trent’anni, non si trovava nel suo comodo letto e non poteva dire di avere la pancia piena del suo amatissimo vino. Ne stava dimenticando il sapore; era passato troppo tempo dall’ultimo bicchiere che si era scolato, la notte prima della battaglia.

Una cosa l’avevano azzeccata secondo la sua ipotetica dipartita: era in compagnia di una donna, che non si stava prodigando a rendergli più piacevole la sua uscita di scena.

E, ironia della sorte, si trovava tra le braccia di sua moglie, quella moglie che non aveva voluto, che gli era stata imposta, che non aveva potuto conoscere, che non aveva potuto aiutare.

La sua sposa bambina che non vedeva da anni e che mai avrebbe pensato di incontrare di nuovo. Nemmeno nelle sue più nere previsioni, si sarebbe immaginato lì con lei, negli ultimi istanti della propria vita.

Almeno che faccia una cosa giusta: risparmiarle questo orrore.

Tuttavia i suoi occhi non poterono non riempirsi dell’immagine di lei, così bella, quasi eterea, viva, allo stesso modo come un assettato si sarebbe fiondato sulla prima fonte d’acqua cristallina.

Non provò vergogna, non si sentì in colpa; non ne aveva più le forze.

Sansa Stark era cresciuta: i suoi lineamenti infantili avevano lasciato posto a quelli sinuosi, regali, della donna meravigliosa che era diventata.

Il candore della sua pelle gli ricordava la neve che copriva le terre inospitali del Nord e, se avesse allungato la mano e l’avesse delicatamente sfiorata, era sicuro che sarebbe svanita – sciolta come neve al sole.

Sei come l’ennesimo scherzo della mia mente.

Se da una parte il suo portamento rigido, ma maestoso, che rientrava di diritto nel codice di una lady trasmetteva freddezza tanto quanto gli abitanti su cui governava, i suoi lunghi capelli rossi che le incorniciavano il viso di porcellana gli rimembravano un fuoco scoppiettante che brillava in una gelida notte senza stelle.

Vicino a lei non poteva sentire freddo.

Nei suoi occhi blu come il mare che lambiva le rocce di Castel Granito scorse la passione contenuta che l’animava, che la spingeva a resistere e lottare per quello in cui credeva e il desiderio di riprendersi ciò che le apparteneva; le donavano una luce particolare.

Non ho mai visto nulla di più bello.

Era meravigliosa. Era sbocciata, libera di mostrare al mondo il suo valore – che la sua stessa famiglia aveva soffocato, represso, che non aveva riconosciuto o non aveva voluto.

Ora non era più un piccolo uccellino indifeso, ma nelle foreste della sua amata terra si era trasformata in un fiero lupo.

Ned Stark ne sarebbe stato orgoglioso.

Perché era lo stesso sentimento che gli riempiva il petto in quell’istante; non sapeva nemmeno se era giusto che gioisse per le conquiste della giovane Stark. La voce di suo padre nella sua testa gli diceva che no, non c’era nulla di cui andare fieri; quei traguardi appartenevano al nemico non alla loro famiglia.

Tyrion zittì la voce molesta di Tywin Lannisterperché mi devi tormentare anche da morto? Non gli sembrava affatto giusto – non desiderava chiudere gli occhi su questo mondo accompagnato dalle parole odiose del genitore; gli preferiva il silenzio o le ultime possibili frasi che Sansa gli avrebbe rivolto.

In fondo, Tyrion aveva sempre considerato Sansa parte della propria famiglia, non si era interrogato oltre: se quella sensazione la provava come quella figura paterna che le era venuta a mancare troppo presto.

Aveva sempre avuto un’inclinazione a proteggerla dal male perpetrato dalla propria famiglia, fallendo miseramente, solo gli Dei sapevano quanto ci aveva provato.

La giovane Stark era solo una bambina, innocente e ignara dei giochi di potere. Suo malgrado, si era trovata in mezzo a qualcosa di più grande di lei; nessuno l’aveva preparata a tutto ciò che si era trovata a vivere. Aveva imparato sulla propria pelle a non fidarsi di nessuno, si era annullata per sopravvivere. E lui, che avrebbe voluto aiutarla, non aveva potuto raggiungerla. Era così abile a nascondersi dietro la cortesia, la sua arma, diversa ma altrettanto efficace come la spada di un cavaliere.

Sansa aveva combattuto la sua guerra con i mezzi che aveva e era riuscita a sopravvivere, ne era uscita vincitrice.

Si rese conto, Tyrion, che quel senso di protezione per la giovane figlia di Eddard Stark altro non era che un senso di colpa, come se volesse chiederle scusa per i peccati della propria famiglia e di quelli personali, desiderava che lo vedesse separato dal resto dei suoi familiari, anche se il cognome che portava pesava come un macigno, voleva che capisse che seppur a conoscenza a grandi linee del piano di Tywin, non lo aveva approvato; lui stesso si era trovato coinvolto, contro la sua volontà, senza avere possibilità di scelta. Ma forse era chiedere troppo; Sansa non avrebbe potuto intuire tutto ciò: Tyrion era un Lannister e in quanto tale, ai suoi occhi, era il nemico.

Per questo si meravigliò non poco, quando incontrò i suoi occhi e non vi lesse nessun sentimento di disprezzo, di rancore o odio. Ma trovò riconoscenza e tenerezza. Calore.

Anche il suo sorriso era calore.

Non ricordò di averla mai vista sorridere in sua presenza. Era un incanto.

 

 

 

 

 

 

Tyrion vede una foglia rossa cadere sulle loro mani unite, nell’aria promesse di una vita insieme.

Piccole impronte sulla neve davanti a loro.

Sente risuonare risate gioiose di bambini che si rincorrono.

Il suono inconfondibile di spade di legno che si scontrano.

Un raggio di sole che bacia il profilo elegante di Sansa.

Un mare rosso e setoso che lo accoglie tutte le mattine appena sveglio; il corpo di Sansa fra le sue braccia.

Una tavola imbandita. Chiacchiere allegre e storie divertenti.

Occhi ammirati dei figli, sorrisi amorevoli di Sansa, saluti riconoscenti della servitù.

Famiglia. Amore.

Non è solo.

 

 

 

 

 

 

Ora sì che posso morire.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Salve popolo di efp! :D

Torno con questa cosetta che avevo da un po’ ferma sul pc e in questi giorni ho concluso.

Non è stato facile scrivere degli ultimi momenti di Tyrion. Insomma, immaginare la morte dei propri personaggi preferiti non è mai piacevole.

Il titolo è una frase tratta dalla canzone “This I love” dei Guns n’ Roses. Perché in Chinese Democracy ci sono delle belle canzoni. u.u

E niente, mi sembrava un titolo adatto. Ecco tutto.

Fatemi sapere la vostra, se vi va! C:

Grazie.♥

Alla prossima! ;)

Selly 

 

 

 

 

 

   
 
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