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Autore: kirax94    20/11/2021    0 recensioni
Clare Smith, un affascinate agente del FBI, sta indagando su una potente famiglia mafiosa di Los Angeles, ma non tutto andrà come dovrebbe, perché si ritroverà a collaborare con un egocentrico affascinate proprietario di un nightclub, il Vanity, Tom Harrison. I due nonostante le continue divergenze di parere, e di stili di vita, si ritroveranno a confrontarsi con i loro segreti più nascosti.
Ma saranno davvero disposti a rimettersi in gioco e riaprire il loro cuore?
Genere: Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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<< Ok, va bene... No ho saputo non appena tornato. Ok... ma voglio spie e telecamere ovunque, non sono ammessi errori questa volta... >>
Sono nel mio appartamento, seduto su una delle poltrone del mio attico. Paul, non appena ha saputo dell'accaduto ddi qualche sera fa, si è messo subito in contatto con i suoi superiori.
Io non sono più sicuro, di aver fatto la scelta giusta. Mi ero ripromesso che nessuno avrebbe più sofferto per me. Nessuno avrebbe rischiato la vita per causa mia.
Bevo l'ultimo sorso del mio liquore preferito, e me ne verso un secondo bicchiere, prendendo la bottiglia dal tavolino vicino a me.

<< Detective Lewis Paul, molto piacere >>
Io mi alzai dalla mia sedia per stringergli la mano << Clarrison... >>
Lui sedette dietro la sua scrivania << Allora, Signor. Clarrison, mi hanno detto che ha una deposizione importante da farci >> concluse sorseggiando del caffè dalla sua tazza
Io non parlai, e aprendo la mia ventiquattr'ore usci alcuni documenti mostrandoglieli. Lui li lesse attentamente, e tra una pagina e l'altra, volgeva uno sguardo indagatori verso di me.
<< Come è entrato in possesso, di questa documentazione >> concluse dopo aver guardato ogni singolo foglio.
<< Ascolti, non è importante del come io ne sia entrato in possesso. Vi sto consegnato qualcosa su cui poter lavorare, ora posso andare? >> risposi molto evasivo
<< Non sono dichiarazioni di tutti i giorni quello che ci sta portando oggi, Signor Clarrison >>
<< Semplice dovere da cittadino difronte alle ingiustizie >>
<< Non tutti i cittadini si svegliano la mattina, vengono qui per portare prove su un clan mafioso così importante come i Parker >> si alza dalla sua sedia chiudendo la porta del suo ufficio.
<< Non trova? >>  conclude ritornando al suo posto
Io alzo le spalle come se trovassi del tutto normale
<< Signor Clarrison, mi dia solo un buon motivo per farmi pensare che lei non stia tentando di fregarmi >>
<< Perchè non mi da lei un motivo per cui dovrei fregare io a lei, Detective... >>

<< A forza di pensarla la consumerai amico! >> afferma Paul riportandomi alla realtà
<< Stavo pensando al nostro primo contro >> affermo sorridendo e bevendo un sorso del mio drink
<< E' stato uno degli incontri più romantici della mia vita >> continua a scherzare
<< Forse vorrai dire dei più utili della tua vita. Ti ricordo che senza di me non avreste ricavato nulla >> mi vanto 
<< Le dirai qualcosa? >>
<< No... non voglio metterla in pericolo. Tu invece come pensi di agire? >>
<< Ho dato ordini abbastanza precisi al comando, metteranno sotto controllo ogni singolo angolo del tuo locale. Ci saranno telecamere e microfoni ovunque. E tra il personale ci saranno delle guardie pronte ad intervenire in caso di emergenza... >>
<< E dopo che farai? >> mi alzo posando il bicchiere, ormai vuoto, sul tavolino per affacciarmi al bancone e osservare il panorama di LA
<< Stare ad aspettare una loro mossa. Di certo... >>
<< No, no... Che farai quando tutto sarà finito? >> chiedo voltandomi verso di lui e accendendomi una sigaretta.
Lui mi osserva. E subito dopo si avvicina a me, accendendosi anche lui una sigaretta e guardando anche lui il panorama della città.
<< Non lo so... >> risponde dopo interminabili secondi
<< Credo che mi prenderò delle ferie. Ti vengo dietro da troppi anni Tom. Voglio girare l'Europa. Dicono che sia fantastica >> conclude
Io annuisco e facendo un ultimo tiro rispondo << Bel progetto.Ti consiglio l'Europa meridionale... >>
<< E tu? >>
<< Io? >>
<< Si, tu che farai? >>
<< Non lo so... Penso che darò in gestione per un po il club e andrò in giro >>
<< E lei? >> 
<< Ancora non lo so >>
<< Vuoi lasciarla andare? >>
<< Beh... Lei è una persona fantastica, gentile, altruista. Ha un grande intuito.  Sai, penso che dovresti prenderla in considerazione di reclutarla nel vostro Team e molto astuta. Sarebbe un detective eccezionale. >>
<< Parli come se tu non la meritassi... >>
<< Merita di meglio di uno come me >>
<< Uno come te cosa? >>
<< Insomma amico... Tu sei quello che ogni donna vorrebbe al suo fianco. Hai potere, denaro, sei affascinate. Che cosa dovrebbe volere di più? >>
<< Tutto... Insomma, Pauol, lei non cerca nulla di tutto ciò. A lei non interessa il denaro, il potere. Lei non ha bisogno di un uomo come me al suo fianco. Lei ha bisogno di uno che la sappia far ridere, che le dica ogni giorno che è fantastica e che non deve temere niente e nessuno. Lei ha bisogno di uno che la faccia sentire speciale ogni singolo giorno. E soprattutto che la sappia proteggere, no che possa metterla in pericolo >>
<< Wow, amico... Direi che tu sei proprio cotto... >>
Io mi misi a ridere. Era inutile negare l'evidenza, tanto valeva accettarlo. Così annui con la testa << Già... >>
<< Però lascia che ti dica una cosa. Se lei è veramente intelligente per come dici, andrà oltre al semplice festaiolo Thomas Harrison. Ma vedrà quanto tu sia speciale >>
Avrei voluto rispondergli che forse l'aveva capito già, ma era meglio chiuderla li quella conversazione. 
<< Bene amico, adesso se non ti dispiace, credo che mi andrò a fare una bella doccia e subito dopo a coricare. Sono più di 24h che non tocco un letto. Tu stai uscendo? >>
<< Penso che per questa sera rimarrò a casa >>
<< Allora buonanotte >>
<< Notte >> rispondo, ritornando verso la mia poltrona per godermi qualche altro drink.
Sono in silenzio ad ascoltare il rumore lontano del caos della città. Non so quanto tempo sia trascorso dal lunga chiacchierata avuto con Paul, ma l'unica cosa che mi va è di rimanere qui, in silenzio. Vorrei che anche tutti i miei pensieri tacessero, ma non ci riesco.
Ad un tratto vedo il mio cellulare, poggiato sul tavolino, illuminarsi. Non appena lo prendo vedo che è l'ennesima chiamata di Clare. Non le ho più risposto dopo l'altra sera.
Faccio un sospiro, non so cosa fare. Ma alla fine decido di non rispondere anche questa volta.

Sono le 6 del mattino non riesco a dormire, sento dall'altra stanza Paul russare, per quanto dorma profondamente. Dalla vetrata della mia camera riesco a vedere che è ancora notte.
Decido di alzarmi e mi preparo per una bella corsa, visto che non riesco a dormire tanto vale tenersi in forma. Inizio a percorre le strade della città, ancora dormiente. Arrivo al parco e da li inizio a vedere, il pallido rosso di un sole che piano piano sta iniziando ad illuminare la città, ricordando a tutti che è arrivato un nuovo giorno. 
Improvvisamente, sento qualcuno scontrarsi contro di me, facendomi cadere. Non appena alzo lo sguardo da terra per capire chi mi avesse investito con tutta la sua forza vedo che è << Clare! >>
<< Finalmente >> dice cercando di rialzarsi anche lei dolorante per la botta presa
<< Si può sapere quanto corri? >> chiede sedendosi sulla panchina più vicina massaggiandosi il polso
<< E tu si può sapere perché mi stavi seguendo? >> chiedo sbigottito sedendomi vicino a lei massaggiandomi la spalla
<< Non ti stavo seguendo >> si giustifica, ma io la osservo facendogli capire perfettamente che non me la bevo.
<< Ok, ok... lo ammetto ti stavo seguendo. Ma sei sparito da una settimana, non hai risposto a nessuna delle mie chiamate o messaggi >>
<< Sono stato impegnato... >>
<< Così impegnato da non andare ne anche al tuo locale? >> mi chiede, guardandomi, questa volta lei, come una che non se la beve.
<< Che c'è? >>
<< Ascolta, non so che cosa ti sia preso, o tanto meno, se io ti abbia detto qualcosa di sbagliato o altro. Ma se è per l'altra sera mi dispiace, non era mia intenzione ferirti e ne complicare il nostro rapporto >>
Io non le dico nulla, anzi, cerco di non guardala e continuo a guardare un punto fisso davanti a me. Non voglio crollare, no ora.
<< Ma devi capire che per ora non è semplice soprattutto dopo... >>
<< Dopo? >> chiedo curioso tornando a guardarla.
<< Dopo quello che ho scoperto... su Peter >>
Io le faccio un sorriso sarcastico << Che c'è il caro Detective non è poi così santarellino per come pensano tutti? >>
<< In un certo senso >> 
<< Che ti ha fatto quello stronzo... io... >>
<< No Tom , sta tranquillo non mi ha fatto nulla, per un certo senso non ha fatto nulla a me... >>
<< Che vuoi dire? >> le chiedo non capendo dove vuole andare a parare.
<< Vieni con e me e te lo spiegherò >>

*****

Finalmente dopo una settimana sono riuscita a parlare con Tom. Non ho ancora capito perché sia sparito così, all'improvviso, al parco non mi ha saputo darmi una vera spiegazione. 
Lo porto a casa mia, non appena rientro vengo assalita letteralmente da mia nipote
<< Zia! Finalmente sei tornata! Dove sei stata così presto? >> 
<< Buongiorno! >> affermo abbracciandola
<< Sono andata a fare una corsa con un vecchio amico >> dico spostandomi e facendo spazio a Tom
<< Tom! Che bello ci sei anche tu! >> afferma correndo ad abbracciare anche lui.
<< Oh... ciao >> dice con molto imbarazzo e chiedendomi aiuto per liberarsi dalla stretta della piccola pesta.
<< Ana! >> sento la voce di mia sorella arrivare
<< Devi prepararti per... >> ma si blocca non appena vede Tom.
<< Oh... non sapevo che portassi compagnia sorellina... >> afferma volgendosi verso di me. La mia reazione è soltanto quella di alzare gli occhi al cielo.
<< Marge, lui è Tom... Tom lei è mia sorella >> affermo svogliatamente
<< Molto piacere... >> afferma l'uomo facendo il casca morto con mia sorella.
Cielo, non capisce propio niente quando vede una donna.
<< Si bene, adesso che ci siamo presentati, dovreste lasciarci liberi. Dobbiamo lavorare... >> dico, facendo intendere perfettamente a mia sorella che non è più gradita. 
<< Ok, ok... vado via... Tom ti va di venire a cena questa sera? Clare mi ha molto parlato di te. Potrebbe essere carino conoscerci meglio e poi domani partirò per una tournée teatrale, quindi non sarà più in città per un pò. Ci divertiremo... >> conclude. Io la guardo basita, era forse impazzita? Vidi Tom guardarmi, attendere una mia reazione, alla richiesta di mia sorella, ma l'unica reazione che al momento avevo era quella omicida. Si, avrei voluta ucciderla seduta stante.
<< Oh, beh... molto gentile da parte tua ma non credo che Tom... >> inizio a dire
<< Accetto, grazie >> mi volto verso di lui
<< Accetti? >> chiedo tra lo shock e il minaccioso
<< Si >> mi guarda con sfida
Io faccio un sorriso forzato, guardando mia sorella.
<< Oh, ma non avevi quell'impegno al locale? Con quel tuo amico... >> ci riprovo
<< Rimando >> afferma convinto.
<< Perfetto, allora siamo d'accordo >> afferma mia sorella prendendo la sua giacca e richiamando mia nipote.
<< Bene, allora questa sera alle 8. Ora scusa, ma se non vado via quella musona di mia sorella, mi ucciderà... >> afferma a bassa voce, soprattutto quando mi considera una musona. E subito dopo uscì.
Dio, è proprio un uragano. Ti fa proprio venire il mal di testa.
<< Non sapevo, che fossi diventata la mia segretaria >> afferma con arroganza avvicinandosi a me
<< Scusala, lei è così. Non sentirti in obbligo per questa sera, posso sempre inventare una scusa per te >> dico, allontanandomi da lui e versandomi un bicchiere di spremuta
<< Io penso che sia tu a non volermi questa sera... >> io in risposta risputo la spremuta affogandomi quasi
<< Ma no... che dici? >> negare, bisogna sempre negare. Anche davanti l'evidenza
Lui mi osservò continuando a sorridere.
<< Ci sarà anche il tuo uomo questa sera? >>
<< Il mio uomo? >>
Lui in risposta, continua a guardarmi, facendomi intendere benissimo di cosa stessi parlando
<< Beh lui non è il mio uomo, e poi le cose non sono propio così semplici... >>
<< Ti ascolto... >>
<< Beh, io... Io non penso che tra me e lui possa funzionare non dopo quello che è successo la scorsa settimana >>
<< Parli di quando ti ho riportata in centrale? >>
Io annuisco con la testa << Ci sono alcune cose di cui ti devo mettere al corrente >> spiego, andando a prendere il mio portatile con tutti i varii documenti.

Le ore successive le passai spiegando a Tom tutto quello che era successo quella sera, di tutti i varii sospetti, di tutte le prove e di quello che avevo scoperto. Lui mi ascolto attentamente, osservando e scrutando ogni singolo foglio che gli passassi o video che gli mostrarsi.
<< Quindi mi stai dicendo che il caro Detective è corrotto? >>
<< Io penso che sia la nostra talpa... >> affermo con timore, come se avessi paura a dare voce a questi pensieri.
<< E io in tutto questo che centro? >> chiede poggiando l'ultima cartellina sul tavolo.
<< Io penso che in realtà lui sia collegato al tuo socio >>
<< In che modo? >>
<< Entrambi hanno un legame con il nostro sospettato principale. Quel giorno in cui Madson ha cercato di parlare, lui aveva paura. Aveva paura di parlare. In primo tempo mi dissi che era normale, che magari aveva bisogno di garanzie. Ma una domanda mi rimaneva sempre. Come può un uomo entrare o rimanere in affari con qualcuno che non conosce, o per lo meno che non ricorda bene. Ma la risposta era semplice, perchè quell'uomo quel giorno l'aveva davanti a se. Madson conosceva bene chi lo contattasse, ma aveva paura a parlare >>
<< Pensi che Peter lo stesse minacciando? >>
<< Stando in archivio, ho cercato tutte le registrazioni di quell'interrogatorio, e guarda un po cosa ho scoperto >> affermo mostrano il video 
<< Ma questo video... >> 
<< Si è il video che è stato modificato. Ho trovato l'originale >> affermo con entusiasmo, e mostrando che in realtà quel giorno Peter si era messo d'accordo con la guardia per poter entrare lui e parlare con l'uomo. 
<< Ma se l'aveva rassicurato, perchè fare un gesto estremo da parte di Madson >>
<< Due giorni fa, sono andata a parlare con la sorella di Madson, e mi ha confessato che aveva ricevuto da parte di qualcuno delle minacce. >>
<< Quindi, quello che voleva fare Madson era soltanto un gesto di salvaguardare la sorella. Voleva prendere le redini del gioco... >>
<< Esatto... questo vuol dire che il nostro uomo ha tentato il suicidio perchè ha qualcosa che appartiene a loro >>
<< E tentando il suicidio, avrebbe protetto la sorella da eventuali minacce >> conclude per me. 
<< Questo spiegherebbe molte cose, ma rimane la domanda su come sia collegato a Jonny... >> chiede 
<< Ed è propio questo che voglio scoprire, ma da sola non posso farlo, ho bisogno del tuo aiuto >> 
<< Io non so... >>
<< Andiamo Tom, tu conoscevi Jonny meglio di chiunque altro... >> 
<< No... non posso... >> urla improvvisamente alzandosi dalla sedia per andare verso la finestra.
<< Perchè? >>
<< Perchè non posso Clare >> afferma alzando nuovamente la voce.
Io rimango in silenzio ad osservarlo. È successo ancora si sta chiudendo, ci risiamo.
<< Un giorno, mi chiedesti fiducia, mi chiedesti di crederti, di darti tempo... >>
Lui si volta verso di me e si avvicina poggiando le mani sulle mie spalle.
<< Clare, ascolta... io, non posso perchè non voglio metterti in pericolo. Non posso, anzi dovresti starmi lontano. Io sono... >>
<< Ma perchè? Ti prego parlami dimmi come posso aiutarti, e poi chi mi mette in pericolo... >>
<< Ascolta stanne fuori da questa cosa... Sei ancora in tempo >>
<< Cosa? No... io non posso restarne fuori, non voglio restarne fuori. Tu mi devi spiegare che cosa ti succede. Cosa ti spaventa chi ti spaventa... >>
Dai suoi occhi vedo il panico, la paura, il terrore.
<< Ascoltami, restane fuori. Io non posso permettere... >>
<< Cosa? Tom cosa? >>
Ad un tratto spalanca gli occhi e si ferma, come se prendesse coscienza di qualcosa.
<< Scusami, ma adesso devo andare >> subito dopo va via.

È sera, e finalmente, è arrivata anche al termine, questa fantomatica cena organizzata da mia sorella. Erano tutti presenti, ovviamente, dopo oggi Tom ci ha fatto sapere che per degli impegni improrogabili di lavoro, non sarebbe potuto venire. Ma, ovviamente, non ci cascai. 
Sono in cucina a rimettere ordine, e vedo mia sorella seduta sul divano, quanto finalmente sia nuovamente felice insieme a Eric, donando anche la gioia di dare un papà alla piccola Ana. A quanto pare alla fine della tournée hanno intenzione di sposarsi, e riunire la famiglia. Eric, non appena saputo della bambina, a detta di mia sorella, è esploso di felicità, e a quanto pare, il loro amore non è mai scemato. Insomma, anche per lei, pare che sia arrivato il cosiddetto lieto fine. Non posso fare altro che sorridere a guardare quel quadretto familiare. Ma qualcosa mi rende cupa, triste, pensierosa. Credo che sia dovuto alla discussione, avuta oggi con Tom, qualcosa non torna, sono sicura che mi stia nascondendo qualcosa, ma cosa? Sono sicura che c'è qualcosa sotto. Ogni volta che la situazione si fa più dura, lui scappa, come se temesse qualcosa. Ad un tratto, qualcosa mi torna in mente. Corro subito nella mia stanza e prendo la mia borsa da lavoro, iniziando ad uscire i tutti i documenti al suo interno, finché non trovo la cartellina con sopra il suo nome. Mi siedo sul letto e la osservo, facendo un grosso sospiro. So che avevo fatto una promessa che non sto rompendo. So che gli avevo promesso fiducia. Ma, mi sta nascondendo qualcosa, e so di per certo che questo qualcosa riguarda le indagini. Così, faccio l'ennesimo respiro e apro la cartellina. La prima cosa che vedo sono alcune foto di Tom. Sembra che in realtà sia schedato. Sposto le foto, e vedo un foglio di anagrafica 

" Ector Thomas Clarrison, nato a San Francisco 14 Giugno 1987 "

<< Ecco chi sei... figlio del famoso imprenditore Clarrison >>
Inizio a leggere ogni singola notizia sul suo conto. Dalle denunce per rissa, alle cauzioni pagate dal padre, per lo stato di ebrezza e per l'assunzione di stupefacenti. Inizio a leggere e prendere visione di ogni singola cosa. È stato processato, diverse volte, per le varie bravate notturne. Tutte cauzioni pagate dal padre, tranne una 2004, il giudice a stabilito che non erano concesse cauzioni e che avrebbe passato un totale di 24 mesi in un riformatorio.
Marzo 2011 si laurea con il massimo dei voti ad  Harvard University, per la facoltà di economia, il primo laureato del suo corso.
<< Un ragazzo prodigio >>
Continuo a leggere tra i varii fogli ogni singola informazione, e più leggo più mi reno conto di non sapere veramente chi in questi mesi avessi avuto al mio fianco. Perché mi ha nascosto tutto, perchè non si è fidato di me. Per un attimo, vorrei chiudere tutto per dirgliene quattro, ma penso che deve esserci qualcosa di più. Così mi prendo di coraggio e continuo a leggere. Prendo l'ultimo fascicolo di fogli e la prima cosa che leggo è un rapporto.
<< Ma questo è... >>
Inizio a leggere, ogni singola parola, ogni singola cosa, di quella relazione. Pagine e pagine di relazione, non riesco a credere ai mie occhi, e mi ritrovo a leggere e rileggere quello che avessi appena letto. Ad un tratto, sento i miei occhi riempirsi di lacrime, lanciando subito dopo il tutto con rabbia.
Non so perchè stia reagendo così, ma mi sento ferita, delusa. Io pensavo fossimo amici, pensavo si fidasse di me.
Ho deciso dobbiamo parlare. Raccolgo tutti i fogli e li risistemo tutti, mettendoli nuovamente dentro la carpetta.
Prendo la borsa, il giubbotto e scendo giù, pronta per uscire.
<< Ehi Clare, dove vai a quest'ora? >> mi ferma mia sorella vedendomi uscire visto l'ora tarda.
<< Ehm... devo andare in centrale lo zio ha bisogno di me... >> cerco di essere più convincente possibile.
<< Ma è mezza notte passata... non è un po tardi per andare in centrale? >> afferma avvicinandosi a me
<< Per ora abbiamo molto lavoro, scusami ma devo andare... >>
<< Clare è tutto ok? Hai pianto? >> osservandomi meglio e vedendo nel suo sguardo preoccupazione
<< No... stai tranquilla... è solo allergia. Ora se hai finito posso andare >> dico con arroganza e sicurezza.
Lei mi osservò poco convinta. 
<< Stai attenta... >> 
<< Si... >> rispondo velocemente, prendendo le chiavi della moto e uscendo da casa.
Il viaggio in moto è durato pochi minuti, credo di aver superato di gran lunga ogni singolo limite di velocità. Ma poco mi importava, avevo bisogno di conferme e di sapere. Volevo che mi dicesse la verità guardandomi in faccia. Arrivai al suo appartamento, in pochi minuti e provai a chiamarlo prima di salire, ma come previsto non mi rispose.
Entrai dentro l'edificio, e mi fermai alla hall del palazzo.
<< Scusi cercavo Mr Harrison >> dico alla giovane ragazza dietro il bancone.
<< Si, certo. Chi devo annunciare? >> chiede cortesemente con il solito sorriso finto 
<< Può dire una cara amica >>
Lei mi guardò con sospetto, indecisa se contraddire o meno, ma alla fine decise di alzare l'interfono per annunciarmi.
<< MR Harrison? Ok, va bene... riferisco >> subito dopo chiude la chiamata
<< Mi dispiace signorina, ma mi è stato riferito che al momento Mr Harrison non può ricevere nessuno. E che se lascia il suo recapito la farò richiamare il prima possibile... >>
Non so come mai, ma la mia reazione è quella di ridergli in faccia. La ragazza, inizia a guardarmi in modo strano. Probabilmente, mi starà prendendo per una pazza.
<< Ascolti, so benissimo che il signor Harrino è in casa, quindi lo richiami e gli dica che lo sto raggiungendo... anzi non gli dica proprio nulla >> dico superandola per dirigermi verso l'ascensore.
<< Signorina, si fermi... Altrimenti sarò costretta a chiamare la polizia >> mi urla venendomi dietro, mentre si apre la porta di un ascensore e prima che possa entrare, mi volto verso di lei e mostrandogli il tesserino le rispondo << Sono io la polizia >> subito dopo entro in ascensore digitando il codice per l'attico di Tom.
Questa volte rispetto, ad altre, sembra che l'ascensore ci impieghi un eternità ad arrivare, oppure sono io troppo impaziente. Non appena arriviamo le porte dell'ascensore si aprano, mostrando l'ingresso dell'appartamento.
Così mi avvio verso il salone e sento la voce di Tom parlare alla cornetta dell'interfono << Non si preoccupi, si è una mia amica. La ringrazio e una buona serata anche a lei >> subito dopo mette giù.
Io rimango ad osservarlo. Aveva un aspetto distrutto, i capelli, non erano ordinati come suo solito, ma più tosto scombinati, la barba trascurata, Anche il suo abbigliamento, era più trasandato del solito, indossava una vecchia maglia e un vecchio jeans. Non sembrava ne anche il solito Tom.
Nel mentre lui si volta a guardarmi, dal suo sguardo noto, molta stanchezza, gli occhi lucidi, probabilmente per il troppo alcool. Occhi che non emanavano la stessa luce di sempre. Erano spenti, rasseganti.
<< Si può sapere che cosa ti è preso? Che ci fai qui? >>
<< Buona sera anche a te Tom... o forse dovrei dire Ector Thomas Clarrison >> .

  
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