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Autore: komova_va    28/11/2021    2 recensioni
[Mare Fuori ]
Le riflessioni, i dubbi e le paure di Filippo durante la notte passata con Nad nella 1x11, il penultimo episodio della prima stagione.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La prima volta in cui Filippo Ferrari scopre il concetto di libertà, Naditza è con lui. Per essere più precisi, Naditza è sdraiata accanto a lui e si stringe al suo braccio, la testa appoggiata sulla sua spalla, mentre lui osserva con curiosità quasi scientifica la stoffa della sua felpa blu alzarsi e abbassarsi ritmicamente sopra il suo petto, il suo stomaco. Sente il respiro di lei e vede l'alzarsi e l’abbassarsi della felpa e pensa a come una cosa insignificante e semplice come quella in quel momento gli possa sembrare la più meravigliosa del mondo, in assoluto. La sua felpa blu che si alza e si abbassa in accordo con il ritmo del suo respiro è bastata a suscitare in lui meraviglia ed è quello che prova mentre la guarda, e poi guardando il suo viso e sentendo la sua voce, accarezzando il suo braccio, tenendola stretta a sé. Nad sta soltanto respirando, ed è la cosa più semplice e naturale del mondo, eppure vederlo suscita in lui meraviglia. Non sa spiegarsi il perché, ma è quasi contento di poter rimanere così tutta la notte, quasi come se fosse stato il fenomeno più interessante del mondo da osservare e non volesse perdersi nemmeno un secondo. La guarda in silenzio e percepisce il calore del suo corpo e in quel momento sente che potrebbe rimanere lì con lei per sempre. Sente il desiderio di proteggerla e di stringerla e di sentire il suo profumo. Sente il desiderio di farla ridere, di dire o fare qualcosa che la spinga a baciarlo di nuovo, o almeno ad accarezzarlo. Sente il bisogno di starle vicino più forte di tutto, di ogni altra cosa.

“Qua dentro siamo più liberi che fuori”, gli ha detto lei prima. Filippo la guarda e pensa che in qualche strano modo ha ragione; ha scoperto cos’è la libertà soltanto lì dentro. Se fino a pochi mesi prima qualcuno glielo avesse detto, lui non ci avrebbe creduto, così come non avrebbe mai creduto di potersi innamorare di una persona così tanto diversa da lui. Eppure, è proprio perché lei non è come le altre, come tutte quelle che ha conosciuto prima, che lui la ama così tanto. Ama la sua vitalità, ama la sua allegria, ama la sua risata e i suoi sorrisi; ama la sua forza e il suo coraggio, ama il fatto che nonostante la vita la abbia messa di fronte a mille difficoltà lei ha sempre trovato la forza di rialzarsi. La ama perché è anche grazie a lei che in quei mesi di reclusione e solitudine lui è riuscito a scoprire un nuovo se stesso. La ama perché lei lo capisce meglio di quanto chiunque altro abbia mai fatto prima. La ama perché in così poco tempo lei è riuscita a distruggere quel blocco che Filippo aveva sempre sentito nei confronti delle sue emozioni, della sua interiorità, quella barriera che lo ha fatto sentire per diciassette anni come intorpidito nei confronti della vita e di ciò che gli sta intorno. Ha accettato di studiare musica perché glielo ha imposto sua madre, ha buoni voti a scuola perché è quello che la sua famiglia si aspetta da lui, frequentava solo le ragazze che la società gli imponeva come desiderabili e all’altezza di determinati standard. Mai una volta si era chiesto se lo desiderasse veramente, mai una volta aveva sentito la necessità di essere onesto, né con gli altri ma soprattutto con se stesso. Era stata Naditza ad insegnargli come si fa, a guardarsi dentro, e lui la ama anche per quello.

Quella sera è anche la prima sera in cui Filippo si domanda cosa succederà quando lascerà l’istituto. Perché è proprio perché ormai non riesce più a mentire a se stesso che non può ignorare la consapevolezza che, durante quei mesi di reclusione, impossibilitati ad uscire e quasi costretti a condividere ogni singolo giorno, gli sguardi, le carezze, le provocazioni, i pomeriggi passati a suonare il pianoforte insieme, è come se avessero vissuto in una bolla. Una bolla in cui sono riusciti a creare il loro equilibrio perfetto, per quanto paradossalmente anche precario. Ma cosa sarebbe successo una volta usciti da lì? La vera libertà è lì dentro con Nad, lontano da tutto e da tutti e libero di essere felice con lei come non lo è mai stato, o nella realtà che ha sempre conosciuto e vissuto come propria? Filippo non lo sa. Sa solo che in questo momento il pensiero di perderla lo fa sentire quasi soffocare, gli sembra quasi di non riuscire più ad immaginare la sua vita senza di lei. La paura di perdere tutto quello che hanno condiviso insieme, la paura di perdere quel se stesso più vero ed onesto che ha faticato così tanto per venire a galla ed emergere lo invade. Perché la realtà è quella: se lui perdesse Naditza, sarebbe quasi come perdere una parte di sé, la più intima e profonda. E allora si sente come sprofondare.

Sa che la lontananza non è tutto, sa che ci sono mezzi per tenersi in contatto, sa che non è detto che tutto debba finire così; però non è solo quello il problema. Il problema è tutto il resto, è la realtà là fuori. Sono le loro vite, i loro modi di essere così tanto differenti. Il contesto dell’istituto li ha portati ad avvicinarsi, a conoscersi, ad unirsi, ma cosa sarebbe successo al loro equilibrio se avesse dovuto traslarsi nella vita reale? Sarebbero riusciti a conciliare le loro differenze, le loro insicurezze, i loro due mondi così profondamente distanti? Il Filippo che ha scoperto è in grado di esistere al di fuori di quelle quattro mura o la realtà che lo circonda finirà per avere la meglio? Il pensiero di scoprirlo, l’ipotesi che tutto quello che sono riusciti a costruire in quei mesi di tanto fragile e unico e prezioso possa crollare così, come se non fosse mai esistito, come un castello di carte al primo soffio di vento, lo terrorizza a tal punto che decide di bloccarlo, di bloccare tutto. Non gli importa di Ciro, non gli importa di Milano, non gli importa del processo, c’è solo Naditza per lui in quella notte sul tetto, la loro prima (e probabilmente anche ultima per un bel po’ di tempo) sera insieme. Lei, e la loro bolla: gli interessa soltanto il loro presente.

In quel momento, in quei minuti che scorrono via fin troppo velocemente, la felpa blu di Nad che si alza e si abbassa insieme al suo respiro gli sembra la cosa più bella del mondo.

 
   
 
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