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Autore: Francyzago77    29/11/2021    7 recensioni
Questa storia nasce come seguito de "La figlia di Georgie". Sono passati diversi anni, quelli che erano bambini sono ormai cresciuti e coltivano sogni, desideri, amori e sentimenti che s'intrecceranno con le vite dei loro genitori.
Dopo più di un anno che era nel cassetto ho deciso di pubblicare questo racconto...consiglio di leggere "Georgie il sequel" e "La figlia di Georgie" dato che questa ne è la prosecuzione.
La maggior parte dei personaggi presenti non mi appartengono, sono di proprietà di Mann Izawa. Questa storia è stata scritta senza fini di lucro.
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Abel Butman, Arthur Butman, Georgie Gerald, Maria Dangering, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Seconda parte

 
-Congratulazioni dottore! – esclamò Sophie con un enorme sorriso in volto.
-Oh, ma fatti abbracciare! – disse Eric stringendola forte a sé e sollevandola un poco da terra aggiunse – Mi sei mancata, tre anni che non ci vediamo mi son sembrati il doppio!
Le prese la mano e, facendole fare una piroetta attorno al suo braccio, affermò:
-Hai proprio l’aria di un’elegante e sofisticata signorina europea.
-E tu – lo schernì lei – di un noioso e saccente laureato in medicina!
Risero entrambi poi Sophie disse con orgoglio:
-Sei stato bravissimo, anche se non abbiamo capito molto mentre discutevi la tua tesi, siamo tutti fieri di te.
-Il linguaggio medico – spiegò il ragazzo – non è di facile comprensione.
-L’importante – asserì Sophie – è che ti abbiano capito tutti quei professori!
Risero di nuovo quindi si spostarono verso le scale per dirigersi all’uscita dell’ateneo.
Tutta la famiglia era già fuori, pronta per i festeggiamenti, sarebbero andati a pranzo insieme in un locale non molto lontano da lì.
Erano arrivati a Melbourne la mattina presto, dalla stazione si erano subito diretti all’università per assistere alla seduta di laurea.
Daisy li aveva attesi per poi condurli nell’aula magna dove Eric aveva discusso brillantemente la sua tesi. 
La gioia di Arthur e Maria era tangibile, si percepiva non soltanto dai loro occhi ma dal viso, dai gesti e da ogni parola che proferirono durante quella lunga giornata.
Anche Georgie e Abel erano felici per quell’importante traguardo raggiunto dal nipote e avevano assistito con commozione alla proclamazione del nuovo dottore.
Il primo bacio era stato per Maria, poi per Daisy e pian piano tutti gli altri, con un abbraccio in particolare pieno di gratitudine per il conte Gerald, il cui contributo era stato determinante per terminare gli studi.
Sophie era voluta rimanere per ultima, forse per trattenersi di più con Eric e parlarci da sola come non faceva da ormai tanto tempo.
-Quando siete tornati in Australia? – le domandò il giovane con curiosità – Non ci speravo più di vedervi qui alla mia laurea. Nelle ultime lettere scrivesti confermando la volontà di rimanere più a lungo in Italia, anche per via dei numerosi impegni di nonno Fritz e quindi credevo che non avreste fatto in tempo.
-Sarei venuta a nuoto! – esclamò la ragazza con stupore – Avevo promesso a tua madre che ci sarei stata alla tua laurea e lo volevo con tutto il cuore.
-Grazie Sophie – si commosse Eric – sai quanto ci tengo alla nostra famiglia e dividere la mia gioia con voi è fondamentale per me.
-Ed io volevo esserci perché ci tengo troppo a te – affermò lei soffermandosi sulla porta che conduceva verso un lungo corridoio.
Lo percorsero per poi arrivare a scendere altre scale.
-Decidemmo di fermarci un altro anno a Roma – continuò Sophie – sia per alcuni impegni sopraggiunti del nonno che per il mio desiderio di continuare a studiare in quella che reputo la città più bella del mondo. 
-Solo per la città – ammiccò Eric in tono ironico – o anche per quel pittore, Antonio, di cui mi scrivesti in diverse lettere?
Sophie arrossì di colpo dicendo:
-Con lui è finita, sapevo sarebbe finita ma è stato comunque meraviglioso.
-Senti, senti – ridacchiò il giovane prendendola in giro – a Parigi c’era Julien, attraente studente alla Sorbona, a Roma questo Antonio, artista scapestrato ma affascinante e tenebroso.
-Piantala! – sbuffò Sophie dandogli una botta sulla spalla – Non avrei mai dovuto scriverti  dei miei sentimenti.
-Tranquilla non l’ho detto a tuo padre – puntualizzò Eric ancora divertito – tanto ero sicuro che il nonno ti avrebbe sorvegliata con discrezione.
-Il nonno era anche via per brevi viaggi – rispose lei con soddisfazione – non poteva controllarmi in ogni circostanza. E ormai sono una donna, non ho bisogno di nessuno che badi a me!
-Una donna? – il tono di Eric era divertito – Forse hai ragione, ormai siamo adulti ma io veglierò sempre su di te, anche quando sarai una simpatica vecchietta! Hai la capacità di cacciarti spesso nei guai ed io mi sento in dovere di proteggerti.
-Agli ordini mio cavaliere! – esclamò con sarcasmo Sophie e poi aggiunse – Ma parliamo di te ora, dato che sei il festeggiato. Da quello che mi hanno detto a casa devi prendere una specializzazione?
-Eh già – sospirò il ragazzo – gli studi non sono finiti, ho un altro anno di tirocinio in ospedale ma è quello che mi piace e anzi, non vedo l’ora di iniziare. 
-Quando avrai terminato – chiese Sophie – potrai tornare in paese e occuparti dei pazienti del dottor Dewy? Ricordo ti sarebbe piaciuto rilevare il suo studio e lui ormai è anziano ed ha proprio bisogno di un sostituto!
-Questo era quello che dicevo anni fa – spiegò Eric con tono più serio – prima di conoscere la realtà dell’ospedale. Io vorrei diventare un medico chirurgo che lavora in sala operatoria, ho buone possibilità perché il mio relatore, il professor Custer, è il primario del reparto qui a Melbourne e mi sta già portando con lui a far esperienza come tirocinante.
-Allora – chiese Sophie perplessa – non tornerai a casa dopo la specializzazione?
-Non credo – rispose subito lui – Daisy sta già lavorando qui in ospedale come infermiera ed io spero di riuscire a realizzare il mio sogno. E poi c’è un’altra novità, sarai la prima a saperlo.
Sophie aveva l’aria confusa, Eric la spiazzò annunciando:
-Ho chiesto a Daisy di sposarmi, lei ha accettato e quindi sei invitata al nostro matrimonio.
-Ma è fantastico! – ora Sophie rideva con gli occhi – Quando? E dove? Qui a Melbourne?
Non potè far a meno di gettargli le braccia al collo mentre lui rispondeva:
-Il prima possibile, nella nostra chiesetta, al villaggio.
-Sì, è il posto ideale – affermava la ragazza approvando con lo sguardo – ma in famiglia non lo sanno? Nessuno mi ha detto nulla. 
-Ti ho appena confidato che sei la prima a saperlo – disse Eric dandole un piccolo buffetto sulla guancia – allora non mi ascolti!  
-E’ che sono così felice per voi – continuò Sophie – che non ci ho capito più niente!
-Dopo il pranzo – continuò il giovane – parlerò con papà e gli dirò le mie intenzioni. Io e Daisy abbiamo trovato un piccolo appartamento in affitto, è vicino all’ospedale, potremo stabilirci lì per ora. Come inizio va più che bene.
-Saranno tutti felici di questa notizia, ne sono certa! – fu l’ultima frase che pronunciò Sophie prima di raggiungere gli altri che li stavano ad attendere con impazienza.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
   
 
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