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Autore: DarkSoul001    30/11/2021    3 recensioni
Destiel AU
Castiel ha sempre avuto una vita tranquilla e monotona, dedita allo studio e… bè, non molto altro. E così sarebbe continuata se suo fratello Gabriel non avesse deciso di organizzargli un’indesiderata festa a sorpresa, assumendo uno spogliarellista dai bellissimi occhi verdi, che l’avrebbe stravolta per sempre.
Genere: Angst, Comico, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Bobby, Castiel, Charlie Bradbury, Dean Winchester, Gabriel
Note: AU, Lime | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza | Contesto: Nessuna stagione
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“Sorpresa!”
La stanza si illuminò di colpo, mentre una ventina di persone sbucavano da dietro al divano o da sotto il tavolo, alcune uscivano dalla cucina. Ci furono due botti, e poi una pioggia di coriandoli partì dai due lati della stanza, qualcuno si era anche messo a suonare delle trombette. Dal soffitto pendeva un lungo striscione, con la scritta Buon compleanno. O meglio, quello era ciò che c’era originariamente scritto. Sulla parola Compleanno era stata fatta una grande X, e sotto ad essa era stata aggiunta la parola Laurea.
Castiel storse il naso, ma non poté evitare di sorridere di fronte a quello spettacolo. Ovviamente sapeva perfettamente chi fosse l’artefice. Il diretto interessato, infatti, si trovava nel mezzo della stanza, uno stupido cappellino di carta in testa, un sorriso smagliante sulle labbra.
“Ti avevo detto che non volevo nessuna festa” lo sgridò subito il moro. L’altro non sembrò minimamente offeso dalla sua reazione, né tantomeno sorpreso.
“Oh, andiamo Cassy! Il mio fratellino è diventato ufficialmente un medico, pensavi veramente che non avrei fatto niente per festeggiare?” il sorriso sulle sue labbra stava diventando sempre più malizioso, intanto gli altri invitati erano tornati a chiacchierare fra loro, qualcuno aveva anche riacceso la musica.
Gabe si avvicinò al fratello, prendendolo per le spalle e spingendolo fino al tavolo dove avevano sistemato gli alcolici. Nel tragitto diverse persone si congratularono con lui, lanciandogli sguardi veloci e sorrisi sfuggenti.
“Si può sapere chi sono tutte queste persone?” riuscì infine a chiedere Cas a bassa voce
“Come chi sono? I tuoi compagni di corso!” gli rispose Gabe, senza preoccuparsi minimamente del suo tono di voce. Il fratello corrugò la fronte, piegando leggermente la testa di lato, per poi dare una rapida occhiata alle persone nella stanza. Effettivamente guardando meglio riuscì a riconoscere qualcuno. Una folta chioma di capelli corvini, lunghi fino al fondoschiena, leggermente mossi, era la ragazza che si sedeva sempre di fronte a lui in aula. Stava parlando con un ragazzo minuto, gli occhi scuri, dello stesso colore dei capelli di lei, doveva essere quello che le si sedeva sempre in fianco, Castiel avrebbe dovuto vederlo da dietro per esserne sicuro. Poi riconobbe il profilo della ragazza che si sedeva a tre posti di distanza da lui, e dalla voce quello che gli si sedeva alle spalle.
“Oh…” disse semplicemente quando si rese finalmente conto di aver già visto tutte le persone nella stanza ma di non conoscere nemmeno un nome
“Oh? È tutto qui?” questa volta Gabe era visibilmente deluso. Forse anche troppo, il che fece sospettare all’altro che si trattasse solo di una recita “Mi sono messo tanto d’impegno per organizzare questa festa!”
“Lo vedo” fece ironico il moro, notando, oltre al tavolo degli alcolici, uno dedicato esclusivamente a dolci, nemmeno una ciotola di patatine, e quattro palloncini mezzi sgonfi abbandonati a terra.
“Lo so, lo so, non è una delle mie feste migliori, ma non ho avuto molto tempo, ok?”
Castiel gli lanciò un mezzo sorriso. Del resto era stato lui stesso a tenere per sé la data del suo ultimo esame fino all’ultimo momento, proprio per evitare una cosa del genere. Doveva aspettarsi che Gabe non avrebbe mai rinunciato ad un’occasione per ubriacarsi, circondato da belle ragazze, e da bei ragazzi.
“E adesso vedi di divertirti, hai ufficialmente finito di passare le notti sui libri!” finì lui entusiasta, mentre gli versava un liquido trasparente in un bicchiere, il ragazzo dubitava fortemente che fosse acqua “E quindi anche le tue scuse per non uscire con me” aggiunse poi, porgendogli il bicchiere e lanciandogli un veloce occhiolino, prima di sparire tra la folla, intonando malamente le note della canzone che faceva da sottofondo alla festa. Castiel sospirò, annusando ciò che aveva nel bicchiere e riuscendo a percepire solo un forte odore di alcool. Era questo quello che lo aspettava da adesso in poi? Lunghe giornate di lavoro e serate in compagnia di suo fratello a “cercare di trovargli qualcuno con cui spassarsela”?
Il ragazzo sentì un vuoto allo stomaco solo all’idea. Decise però di dargli corda (solo per quella sera) e si scolò quel bicchiere in un unico sorso. Se ne pentì immediatamente, tossendo con forza, qualsiasi cosa fosse doveva avere almeno 30 gradi.
La serata proseguì, la musica sempre più alta, la gente sempre più ubriaca, e la casa sempre più un disastro. Castiel ci provava veramente a lasciarsi andare, ma non faceva altro che pensare a tutto quello che avrebbe dovuto pulire il giorno seguente. Aveva una casa grande, a due piani, nella quale viveva da solo, nonostante Gabe dimenticasse spesso questo dettaglio, ma non aveva mai voluto una domestica o una donna delle pulizie. Si era sempre occupato lui di tutto, anche se i soldi non gli mancavano. Forse questa volta però si sarebbe dovuto arrendere a chiamare qualcuno. Sospirò nuovamente (non aveva fatto altro per quasi tutto il tempo) portandosi di nuovo il bicchiere alle labbra. Aveva mischiato quella bevanda trasparente con della limonata che aveva trovato in frigo, e il risultato era incredibilmente buono. Cominciava quasi a divertirsi, sentendo la testa diventargli sempre più leggera, quando, nella pausa fra una canzone e l’altra, l’insistente suono del campanello riuscì quasi a spaventarlo. Fece per alzarsi dal divano dove si era rifugiato, con più difficoltà di quanto si aspettasse, ma suo fratello lo precedette, fiondandosi alla porta, alzando il citofono e scusandosi con la persona dall’altra parte per non aver aperto prima. Aprì il cancello allo sconosciuto, dicendogli il piano dell’appartamento, prima di voltarsi verso Castiel. Il ragazzo sentì un brivido corrergli lungo tutta la schiena vedendo lo sguardo malizioso dell’altro.
“Visto che sono un fratello amorevole” annunciò a gran voce “E volevo farti sapere quanto sono fiero di te, ho pensato di farti un regalino
Queste parole non confortarono minimamente il diretto interessato, ancora incatenato a quegli occhi malefici
“Gabriel, cosa…?”
In quel momento bussarono alla porta e il biondo, con un gesto plateale, la spalancò, presentando il nuovo arrivato
“Ecco a voi Demon Lust!”
Tutti iniziarono a urlare, alcuni a ridere, mentre Castiel si pietrificò. Oltre la soglia c’era un ragazzo, sui 20 anni, indossava una camicia bianca sbottonata fino quasi a metà busto, che lasciava intravedere i pettorali muscolosi, gli occhi verdi erano circondati da un filo di matita nera, che li rendeva ancora più seducenti di quanto già non fossero, i capelli chiari, rasati ai lati, lasciati più lunghi sulla parte centrale, gli ricadevano sulla fronte, rendendo quello sguardo ancora più indecifrabile.
Per un secondo, Castiel si dimenticò come respirare. Era come se il mondo intorno a lui si muovesse a rallentatore, e lui fosse solo uno spettatore che non poteva far altro che osservarlo. Vide suo fratello indicarlo e sussurrare qualcosa al ragazzo mezzo nudo, l’altro annui, non distogliendo gli occhi da lui nemmeno per un secondo. Il moro deglutì a fatica, ancora incapace di trovare un modo per fermare lo scorrere degli eventi. Vide quello che, ormai ne era certo, era uno spogliarellista assunto da Gabriel (che si sarebbe occupato di uccidere più tardi) andare verso di lui, con una camminata lenta e sensuale. Anche se forse la lentezza era solo un’illusione creata dalla sua mente. Castiel indietreggiò automaticamente, andando però a sbattere contro il divano, e ritrovandocisi seduto sopra. Era la posizione peggiore nella quale potesse finire. Qualcuno alle sue spalle alzò la musica, mentre Demon cominciava a muoversi a ritmo, muovendo il bacino verso di lui, e sbottonando il restante della camicia. Castiel avrebbe voluto scomparire, non si era mai sentito tanto in imbarazzo come in quel momento, eppure, allo stesso tempo, gli era praticamente impossibile distogliere lo sguardo da quei due smeraldi ipnotici. L’altro sembrò notarlo, e sfruttò la cosa a suo vantaggio, assottigliando le palpebre, e guardandolo con superiorità dall’alto in basso. Ormai gli era a pochi centimetri di distanza, il suo corpo che continuava a seguire le note quasi assordanti prodotte dallo stereo. Castiel sobbalzò quando l’altro si piegò su di lui, un ginocchio sul cuscino del divano a fianco della sua gamba, le braccia che lo imprigionavano, appoggiate allo schienale. Erano tanto vicini che i loro nasi quasi si sfioravano, il moro notò solo in quel momento la spruzzata di lentiggini che gli ricoprivano il naso e non poté evitare di spostare lo sguardo su quelle labbra perfettamente disegnate. La sua mente ormai completamente assuefatta riuscì a chiedersi se per caso non indossasse anche il rossetto, prima di sentire il suo caldo respiro contro il proprio orecchio
“Andiamo in un posto più appartato?”
La sua voce era calda e rassicurante, leggermente roca. Castiel sentì un brivido corrergli lungo la schiena. A causa di quella situazione così surreale, e forse anche dell’alcool che gli annebbiava la mente, si fece trascinare da lui al paino di sopra, fra le urla di incitamento che quasi coprivano il suono della musica.
“Non ce di che, Cassy!” sentì suo fratello gridare, prima di ritrovarsi in camera sua.
Demon lo fece stendere sul letto, accarezzandolo delicatamente, per poi rimettersi in piedi e togliersi definitivamente quell’inutile camicia. Si stava già slacciando i pantaloni quando Castiel tornò improvvisamente in sé
“Fermo! Che stai facendo?!”
L’altro lo guardò leggermente confuso, ma con un sorriso ammaliante sulle labbra
“Perché, non si capisce? Serve che ti faccia un disegnino?” chiese ironico, mentre si abbassava quei jeans esageratamente stretti, e gli si metteva sopra, cominciando a baciargli il collo. Castiel lo spinse via con tutta la forza di cui era capace.
“No, io… fermati!” il cuore gli batteva all’impazzata, sentiva ancora il calore delle sue labbra sulla pelle “Pensavo fossi uno spogliarellista!” stava parlando a vanvera, la sua mente andava ancora a rallentatore. L’altro lo guardò confuso
“Lo sono, ma sono disponibile anche per altri… servizi” quella voce diventava sempre più seducente. Il moro riuscì finalmente a ragionare lucidamente, si mise seduto allontanandosi un po’ dall’altro.
“Non farò sesso con te!”
Demon fece una faccia profondamente offesa, portandosi una mano al petto “Così ferisci i miei sentimenti”
Castiel alzò gli occhi al cielo, riuscendo finalmente a rilassarsi un po’
“Cos’è, non ti piaccio?” in meno di due secondi quel viso risentito si fece nuovamente provocante, mettendo in mostra gli addominali scolpiti
“No… cioè sì… voglio dire…” le sue guance diventarono scarlatte, facendo spuntare un sorriso sul volto dell’altro. Forse il primo sorriso sincero che gli vedeva fare “È che non sono tipo da… queste cose” disse infine, titubante.
“Nessuno lo è, prima di provarle” lo punzecchiò di nuovo Demon, ma Castiel questa volta era più reattivo, e si allontanò da lui prima che potesse raggiungerlo
“Io non lo sono e basta” grazie a quella situazione il moro stava tornando sempre più lucido, gli effetti dell’alcool erano quasi spariti. L’altro sospirò, visibilmente deluso
“Sei proprio un angioletto, eh?” disse stendendosi sul letto, le mani dietro la nuca
“Non chiamarmi così”
“Comunque tuo fratello mi ha già pagato, e non ho intenzione di restituire i soldi”
Questa volta fu Castiel a sospirare “E io non voglio sorbirmi le sue prese in giro” anche lui si rilassò, appoggiandosi allo schienale del letto
“Allora cosa vuoi fare, angioletto?”
“Ti ho detto di non chiamarmi così”
Demon sorrise, un altro sorriso sincero
“Il mio nome è Castiel”
“Castiel?” gli fece eco l’altro, voltando leggermente la testa per poterlo guardare in faccia “Devi ammettere che sembra un po’ il nome di un angelo”
Cas gli lanciò uno dei cuscini per zittirlo, si sorprese della sua mira quando gli arrivò dritto in faccia. Il biondo si fece sfuggire una risata dalle labbra
“E tu come ti chiami?” si ritrovò a chiedere
“Non te lo dico” rispose lui, tornando a guardare il soffitto
“Perché no?”
“Perché ti interessa?”
“Dovremo passare qualche ora qui dentro insieme, dovrò pur chiamarti in qualche modo”
“Puoi chiamarmi Demon Lust”
Castiel storse il naso, continuando a fissarlo, l’altro però sembrava trovare quel soffitto particolarmente affascinante. Poi si girò di scatto, come se avesse realizzato le sue parole solo in quel momento
“Hai detto qualche ora? Duri così tanto angioletto?”
Castiel serrò la mascella infuriato, alzandosi dal letto “Sai che c’è? Mi hai già stancato, preferisco sopportare le prese in giro di Gabe che le tue”
“Aspetta!” in meno di due secondi la mano dell’altro gli stava già stringendo il polso, impedendogli di arrivare alla porta, il ragazzo sbatté le palpebre un paio di volte non avendolo nemmeno sentito avvicinarsi
“Ok, la smetto promesso”
I due rimasero incatenati l’uno agli occhi dell’altro per qualche secondo di troppo, prima che Castiel si liberasse da quella presa salda e forte. Quegli occhi verdi avevano come un potere ipnotico su di lui, ma allo stesso tempo riusciva a leggerci dentro con una facilità disarmante. In quel momento vi leggeva pura preoccupazione, ma decise di non indagare oltre, aveva come l’impressione che se lo avesse esposto così tanto si sarebbe chiuso a riccio, e non gli andava di passare tutto quel tempo seduti in un silenzio imbarazzante.
“D’accordo, ma basta con la storia dell’angioletto”
“Ok” Demon aveva ritrovato subito la sua spavalderia
“Mi dici come ti chiami?” riprovò il moro
“Nope” fece prontamente l’altro, stendendosi nuovamente sul letto, questa volta sul fianco, la testa sorretta da una mano.
“Hai intenzione di metterti qualcosa addosso?”
“No, sto bene così” quel sorrisetto sicuro di sé non lo lasciava un secondo, Castiel stava cominciando a odiarlo “Perché, ti mette a disagio?”
Sentì le guance che minacciavano di arrossarsi nuovamente, cercò con tutte le sue forze di impedirglielo
“… No”
Non era mai stato bravo a ribattere a tono, né tanto meno a trovare frasi ad effetto. Ovviamente questa risposta fece allargare ancora di più quell’odioso sorriso.
“Si può sapere per cos’è questa festa comunque? Ti sposi per caso?”
“Cosa? No!” la sua voce suonò più offesa di quanto non volesse, cercò di calmarsi, tornando anche lui a sedersi sul letto “Oggi ho dato il mio ultimo esame per diventare medico”
“Wow” Demon era sinceramente sorpreso “Congratulazioni! Avevi deciso di festeggiare perdendo la tua verginità?”
Castiel dovette trattenersi dal tirargli un pugno in faccia “Io non volevo nessuna festa, e tantomeno un gigolo”
L’altro scoppiò a ridere “Un gigolo? Cosa siamo, negli anni ‘50?”
A Castiel bastò assottigliare lo sguardo per farlo smettere, anche se quel maledetto sorriso non voleva andarsene
“Come preferisci essere chiamato allora?”
“Spogliarellista mi piaceva di più”
“Non è esattamente quello che stiamo facendo”
“Bè, sono senza vestiti se non sbaglio” lo schernì Demon “E poi tecnicamente ora stiamo solo parlando” quegli occhi verdi tornarono sottili e provocanti, Castiel distolse lo sguardo
“Quindi sei… cosa? Un uomo da compagnia?”
L’altro storse la bocca “Non suona molto bene”
“I termini migliori sono al femminile purtroppo” rispose prontamente Cas con fare ironico, l’altro sospirò
“È una vera ingiustizia” Demon si mise seduto, dando una veloce occhiata alla stanza, era elegante e sobria, solo un armadio, uno specchio e una piccola libreria “Non è che hai qualcosa da bere qui, vero?”
Cas incrociò le braccia sul petto “No, di solito non tengo alcool in casa”
L’altro sgranò gli occhi “E come fai?!”
“A fare cosa?”
“Non lo so, a vivere?” sembrava sinceramente preoccupato “Non sto dicendo di ubriacarti tutte le sere, ma almeno una birra. Vai all’università giusto?”
Cas fece per rispondere, ma poi ci ripensò. Avrebbe potuto difendersi, o dargli dell’alcolizzato, ma sapeva di essere lui quello fuori dalla norma. Probabilmente tutti i suoi invitati avevano almeno una birra a portata di mano in casa, e sicuramente quella non doveva essere la loro prima festa universitaria, cosa che invece era per lui
“Vado a prenderti qualcosa” si limitò a dire, alzandosi dal letto senza rivolgergli nemmeno uno sguardo
“Aspetta” l’altro si era piazzato al suo fianco in meno di un secondo, Castiel ancora non era riuscito a capire come riuscisse a farlo. Senza la minima esitazione cominciò a sbottonargli la camicia
“Che diavolo stai facendo?!”
“Se dobbiamo fargli pensare che sia successo qualcosa dobbiamo renderlo credibile” la sua voce era tornata bassa e roca, per un secondo Cas si chiese se non fosse una deformazione professionale
“Posso farlo da solo” si allontanò da lui, consapevole che le sue guance si erano nuovamente arrossate, e slacciò i bottoni fino a metà. Rimase a osservarsi per qualche secondo prima di togliersi la cintura e far uscire la camicia dai pantaloni
“Soddisfatto?”
“Non ancora” Demon si avvicinò a lui, prendendogli il volto fra le mani, il suo respiro così vicino da scaldargli le labbra. Cas rimase immobile, la mente in subbuglio, il corpo impietrito, per qualche secondo si dimenticò di respirare. Le mani dell’altro gli accarezzarono il volto, salendo fino ai capelli ed intrecciandosi ad essi per scompigliarli, tirandoli leggermente. Castiel dovette combattere con tutto sé stesso per evitare di chiudere gli occhi e abbandonarsi a quel contatto.
“Ecco fatto” Demon fece un passo indietro ammirando il lavoro completo. Fu come se il mondo intorno a loro avesse ricominciato a girare solo in quel momento. Cas sbattè le palpebre, deglutendo a fatica. Annuì appena, prima di voltarsi per uscire dalla porta. Non voleva parlare, aveva paura di che suono avrebbe avuto la sua voce, sentiva il cuore nel petto battere all’impazzata.
Solo quando si fu chiuso la porta alle spalle si concesse di fare un respiro profondo. Chiuse gli occhi e aspettò che le sue gambe smettessero di tremare.
Bè è bravo, non c’è che dire. Gabriel non deve aver badato a spese
Scosse velocemente la testa, cercando di dimenticare la sensazione di quelle mani forti e sicure fra i suoi capelli, e si decise a scendere.
Non appena fece capolino nel salotto si levarono grida di incitamento e applausi. Non aveva pensato al fatto che non solo suo fratello, ma tutti gli invitati alla festa avrebbero dedotto cosa era successo in quella stanza.
Cosa sarebbe dovuto succedere. Non è successo niente…
Ma non gli importava più di tanto, non ci aveva mai parlato con loro e non progettava di farlo in futuro, che pensassero quello che volevano.
“Cassy!” un Gabe palesemente ubriaco lo circondò con un braccio con tanta forza da rischiare di farli cadere entrambi “Hai fatto in fretta!”
“Non ho ancora finito!” si pentì immediatamente di aver detto quelle parole quando vide lo sguardo sorpreso e fiero sul suo volto
“E bravo il mio fratellino! Vedo che i miei soldi sono stati spesi bene!”
Un pizzico di senso di colpa si insinuò nella mente di Castiel, ma gli bastò una veloce occhiata allo stato in cui era la sua casa per farlo sparire
“Sono solo venuto a prendere qualcosa da bere”
“Certo, tutto quello che vuoi!”
“Non ti stavo chiedendo il permesso” suonò più scontroso di quanto volesse, però doveva ammettere che l’altro stava decisamente tirando troppo la corda. Odiava quella festa, odiava avere tutte quelle persone in casa sua, e odiava dover intrattenere un gigolò/spogliarellista per tutta la serata. Lo odiava. Sul serio.
Prese la prima bottiglia che trovò senza nemmeno controllare cosa fosse e corse nuovamente in camera. Non che desiderasse tornarci. Era solo… meno rumorosa. E almeno lì avrebbe dovuto sopportare una sola persona. Sì, era questo il motivo per cui si era messo a correre.
Entrò quasi col fiatone e si chiuse immediatamente la porta alle spalle
“Missione compita” sentenziò, dando la bottiglia all’altro, il quale si era messo a curiosare nella stanza. Non che ci fosse un granché su cui curiosare
“Hai fatto le scale di corsa?” chiese esaminando attentamente la bottiglia
“Di sotto è un incubo” si lasciò cadere sul letto, costringendosi a tenere lo sguardo fisso sul soffitto
“Oh sì, musica, belle ragazze, gente che si diverte, deve essere stato un vero inferno”
Cas gli lanciò un’occhiata di sbieco, cercando di non soffermarsi sul fatto che avesse fatto apprezzamenti sulle donne invece che sugli uomini
“Giusto, scusa, per te questa è una normale giornata di lavoro”
“No, normale direi proprio di no” fece l’altro sorridendo e sedendosi al suo fianco, aveva aperto la bottiglia e sorseggiato il liquido ambrato che apparentemente era di suo gradimento “Sai, non sono molte le persone che avendomi nel loro letto, quasi completamente nudo se ne stanno lì ad osservarmi senza fare niente”
Castiel sbuffò, mettendosi seduto a sua volta “Bè, per me sarebbe abbastanza strano farmi vedere completamente nudo da uno sconosciuto” commentò amaramente
“Immagino che veniamo da due mondi diversi” disse prendendo un altro sorso dalla bottiglia “Per me un inferno sarebbe stare sui libri tutto il giorno a memorizzare dati inutili”
“Salvare la vita alle persone sarebbe inutile?” la voce di Cas era sempre più ostile
“No, voglio dire… dai hai capito, non fare lo stronzo”
Castiel alzò gli occhi al cielo. Cominciava veramente ad odiarlo, e a chiedersi perché mai poco prima avesse corso per tornare da lui.
“Tieni” fece l’altro offrendogli la bottiglia, anche se sembrava più un ordine
“Ho già bevuto abbastanza per stasera” i suoi occhi vagavano dalla bottiglia al petto nudo dell’altro “E potresti metterti qualcosa addosso?!”
“Ok, ok” Demon alzò le mani in segno di resa, il tono infastidito “Dio, credo che tu sia la persona più noiosa che abbia mai incontrato” disse, quasi fra sé e sé mentre recuperava la camicia
“…Non sono noioso” la sua voce suonò come quella di un bambino offeso, che non sapeva come ribattere. Sul volto dell’altro si formò un sorriso divertito
“Ah no? Raccontami la tua giornata tipo” disse con fare di sfida, mentre infilava anche i pantaloni. Cas si mise a ridere quando vide quanta fatica ci volesse per indossare quei jeans esageratamente stretti
“Hey, la moda ha bisogno di sacrifici” commentò Demon notandolo “Allora?”
Castiel non voleva raccontargli la sua giornata. Avrebbe semplicemente confermato la sua teoria, non fosse per Gabe la sua vita sarebbe incredibilmente monotona
“Fino ad ora avevo l’università, non facevo molto oltre a studiare-”
“Visto?!” esclamò subito lui trionfante, rimettendosi seduto al suo fianco e riprendendo la bottiglia in mano
“Ma ora l’ho finita!” cercò di difendersi Cas “Ora potrò… uscire la sera e divertirmi” Demon lo guardò con un sopracciglio alzato. Non poteva biasimarlo, nemmeno lui credeva alle sue stesse parole
“Ok, va bene” sentenziò alla fine, prendendo la bottiglia dall’altro con uno scatto e buttando giù un sorso generoso. Fece per parlare di nuovo ma la sua gola cominciò a bruciargli, gli sembrava che stesse andando a fuoco. Cominciò a tossire incontrollabilmente, cercando di non vomitare per quel sapore amaro che gli si era fermato in bocca. Sentì l’altro mettersi a ridere, ma allo stesso tempo gli si avvicinò, prendendogli la bottiglia dalle mani e accarezzandogli delicatamente la schiena
“Con calma, respira” disse fra una risata e l’altra “Questa è roba forte”
Castiel aveva le lacrime agli occhi, ma cercò di ricomporsi asciugandosele velocemente
“Vuoi che vada a prenderti dell’acqua?”
No” la voce era incredibilmente roca “Sto bene
Si voltò verso l’altro scoprendo che stava ancora ridendo di lui
“Non è divertente” disse, mentre la sua voce riacquistava una parvenza di normalità
“Oh sì, molto” sentenziò Demon scoppiando in una grossa risata
Castiel si allontanò da lui, scoprendo che la sua mano non aveva mai lasciato la sua schiena
“Dai, non fare così” lo spogliarellista appoggiò la bottiglia per terra, mettendosi seduto a gambe incrociate e guardandolo con fare divertito, quasi dolce. Aveva completamente abbandonato quel fare da seduttore
“Non c’è niente di male nell’essere noiosi”
Da dove diavolo era uscito quel tono gentile e rassicurante?
“Guarda che casa enorme che hai, e quanti amici che ti aspettano al piano di sotto! Sei un medico, e scommetto che avrai molto successo” aveva distolto lo sguardo, il suo tono si era fatto triste, quasi nostalgico. Castiel rimase sbalordito da questo cambio di comportamento, ma anche incuriosito. Sembrava stesse per aggiungere qualcos’altro ma si fermò, recuperò la bottiglia che aveva lasciato a terra e bevve un lungo sorso. Non aveva il minimo segno di aver appena bevuto della lava incandescente, Cas si chiese distrattamente se fosse una qualità di nascita o se ci si dovesse solo abituare
“Quelli non sono miei amici” disse semplicemente “Ho passato cinque anni con loro e non so nemmeno come si chiamano” non si stava piangendo addosso, stava solo constatando i fatti “E questa casa l’ho comprata con i soldi di mio padre, il quale mi ha anche pagato l’università” un sorriso amaro sulle labbra “Non ho mai fatto niente da solo, e non so se sarò in grado di farlo”
Non aveva mai condiviso questi pensieri con nessuno, nemmeno con suo fratello. Soprattutto con suo fratello. Anche se era il minore l’altro lo aveva sempre visto come un modello da imitare, il ragazzo perfetto che riusciva sempre in tutto, ma era solo una menzogna, l’unica cosa che sapeva di essere un grado di fare era studiare.
Sentì la mano di Demon posarsi sulla sua spalla, alzò lo sguardo per incontrare quei due occhi verdi che quasi stentava a riconoscere. Nonostante fossero ancora circondati da quella matita nera sembravano incredibilmente dolci e gentili
“Non ti conosco molto, ma da quel poco che ho visto sono sicuro che sarai perfettamente in grado di cavartela da solo”
Cas sorrise appena, in effetti sentirselo dire aiutava, anche se quelle parole erano senza fondamento
“Perché sono riuscito a dire di no ai tuoi addominali e al tuo sguardo sexy?”
Le labbra dell’altro si alzarono “Quindi ammetti di trovarmi sexy?”
Cas arrossì leggermente “Ho detto sguardo sexy, non ti allargare troppo” gli diede una piccola spinta, e l’altro tolse la mano dalla sua spalla. Sentì un pizzicò di delusione nel perdere quel contatto.
I due continuarono a parlare per ore, Demon riuscì anche a finire la bottiglia di quello che aveva scoperto essere Whiskey, più beveva e più si apriva facilmente, cominciò a parlargli di suo fratello, Sam, anche lui stava studiando all’università per diventare avvocato.
“Per questo faccio questo lavoro, per pagargli gli studi”
Castiel rimase in silenzio, ora erano entrambi stesi su un fianco, guardandosi l’un l’altro, la musica al piano di sotto era cessata e dalla finestra stavano entrando le prime luci dell’alba
“Lui non lo sa ovviamente, pensa che lavori come barista, ma il college è troppo costoso” sospirò, perso nei suoi pensieri “Non sarebbe neanche tanto male se si limitasse allo strip…” un’altra pausa, i suoi occhi erano sempre più persi nel vuoto. Castiel lo stava ascoltando, ma le sue palpebre si facevano sempre più pesanti, cercava con tutte le sue forze di rimanere sveglio, non voleva pensasse che non gli importava
“Non sarei obbligato ad andare a letto con i miei clienti, ma pagano bene e… bè, il college è troppo costoso”
Cas poteva immaginare quali tipi di persone avesse incontrato facendo quel lavoro, sentì una stretta al cuore al solo pensiero
“Posso prestarti dei soldi” le parole erano biascicate, gli occhi ormai chiusi incapaci di resistere oltre.
“Ah sì?” sentì il sorriso sulle labbra dell’altro dalla sua voce.
“Dico sul serio…” non si era addormentato, ma non era nemmeno esattamente sveglio. Non era più sicuro se quello che accadeva appartenesse a un sogno o alla realtà.
Sentì l’altro ridere appena “Ne sono sicuro” commentò, accarezzandogli dolcemente i capelli. Castiel fece un verso compiaciuto, non era in grado di parlare in quel momento, sentiva che stava scivolando definitivamente nel sonno.
“Dean” riuscì a sentire prima di addormentarsi
“Il mio nome è Dean”
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Angolo Scrittrice
 
Sì lo so, forse è un po’ troppo tardi per una fanfiction Destiel, ma che posso dire? Ancora non mi sono ripresa dal finale di stagione :’) Quindi ecco a voi un piccolo esperimento, siate buoni, è la mia prima AU, spero vi piaccia.
Avvertenze: tanto fluff, ma anche tanto angst. 
   
 
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