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Autore: Severa Crouch    30/11/2021    4 recensioni
Questa storia partecipa all’iniziativa “Regali d’inchiostro tra i tavoli del pub” indetta dal gruppo Facebook “L’angolo di Madama Rosmerta” ed è un regalo per Pampa e Frei Miyano che mi hanno dato l’occasione di scrivere qualcosa sulla mia OTP di Sei di Corvi.
I Corvi sono usciti ammaccati da una missione, Kaz in modo particolare ha rischiato di lasciarci le penne e Inej vuole sapere a tutti i costi come sta. Una flashfic lunga, o una breve oneshot natalizia.
Genere: Fluff, Hurt/Comfort, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Inej Ghafa, Kaz Brekker
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Buon Natale anche a Pampa e Frei Miyano che, come me, amano Kaz e Inej

 



Buon Natale, Manisporche

Kaz e Inej

 

 

L’ultima missione dei Corvi li ha visti uscire ammaccati. È stato complicato infilarsi e poi fuggire indenni dalla casa di un mercante che aveva tradito i patti con le sue controparti e non aveva diviso equamente i profitti.

Kaz, in particolare, aveva rischiato di lasciarci le penne. Appena arrivati al covo dei Corvi si era chiuso nelle sue stanze e da allora nessuno sapeva come stesse. 

Inej era furiosa al pensiero di Kaz che li aveva abbandonati così, senza nemmeno far sapere quali fossero le sue condizioni, lasciandoli in pensiero. Così, dopo due giorni di attesa in cui Jespers alzava le spalle e riferiva di non aver notizie di Kaz, Inej si era arrampicata sul tetto e avvicinata alla finestra di Manisporche.

Doveva essere sveglio, dalla stanza arrivava la luce tremula di una candela. Inej allungò il collo per guardare all’interno ma non vide nessuno. Per un attimo si domandò se quello non fosse l’ennesimo inganno del capo degli Scarti.

“Entra, Inej,” la voce sofferente di Kaz Brekker la invitò. Inej arrossì domandandosi come lui facesse, ogni dannata volta, a percepire la sua presenza. Tuttavia, non riuscì a non sorridere al pensiero che non li avesse ingannati e non fosse fuggito con la refurtiva. Fidarsi ciecamente di Kaz - o di chiunque altro abitasse lo Stave dell’Ovest era un’ingenuità - si disse Inej, benché, a differenza degli altri, Kaz avesse dato più volte prova di affidabilità. L’aveva salvata dal Serraglio, dopo tutto.

“Non ci siamo mai formalizzati,” continuò mentre lei entrava nella stanza dalle pareti di legno. 

Lo trovò steso sul letto con una mano sulla fronte e l’aria sofferente. Le fasciature che si era fatto si stavano allentando e dovevano essere cambiate. “Volevo vedere come stessi,” mormorò Inej, “è stato più complicato del previsto.”

Kaz spostò il braccio, fissò il suo sguardo su di lei. Inej non sapeva se voleva ucciderlo o sentirsi lusingata per il modo serio in cui Kaz la fissava. 

“Sei venuta a farmi una ramanzina, Inej?”

Scosse la testa. “No, devi cambiarti le fasciature,” preferì tagliare corto. 

Non aveva senso continuare a parlare di come sarebbero potute andare le cose. Erano vivi, e tanto bastava. Aiutò Kaz a sistemarsi sul letto e la sua mano, solitamente ferma, tremò leggermente nell’avvicinarsi al petto nudo di Kaz per sciogliere la fasciatura. 

Inej inspirò profondamente e si disse che stare vicino a Kaz era come camminare perpetuamente su un filo teso, con la consapevolezza che un passo falso avrebbe comportato la caduta. 

Un passo dopo l’altro, Inej, si disse. 

La mano smise di tremare, riuscì a tenere lo sguardo concentrato sul compito e ignorò lo sguardo di lui che sarebbe stato in grado di far bruciare le sue guance. 

Un passo dopo l’altro.

Inej allungò la mano sul tavolino accanto al letto dove erano stati disposti ordinatamente delle bende pulite e del disinfettante e procedette a medicare le ferite dal pus che continuava a fuoriuscire. 

“Non ti sei nemmeno pulito i tagli,” notò Inej.

Kaz non disse nulla, continuò a puntare i suoi occhi sulle sue mani che nascondevano l’agitazione muovendosi in continuazione. Inej ebbe la sensazione che Kaz si fosse accorto del suo tremore e, ciononostante, non avesse detto nulla. Resistette stoicamente alla pulizia delle ferite, al bendaggio ben stretto, che Inej gli praticò mentre continuava a guardarla.

Fu quando Inej posò le bende residue che notò lo stato in cui si trovavano i guanti di Kaz. I loro occhi si incrociarono di nuovo e nessuno dei due disse una parola.

 

***

 

Il mattino dopo, quando Kaz Brekker aprì gli occhi non si sorprese più di tanto nel constatare che sul comodino, al posto dei suoi guanti malandati ce ne fosse un altro paio, nuovo, con la stessa pelle morbida delle scarpette di Inej. 

Accanto, vi era un biglietto con la grafia di Inej e una frase:

 

“Buon Natale, Manisporche”

 

Nel chiuso della sua stanza, Kaz si lasciò andare a un sorriso. Le ferite non gli facevano più nemmeno poi così male.



 
Note:

Questa storia partecipa all’iniziativa “Regali d’inchiostro tra i tavoli del pub” indetta dal gruppo Facebook “L’angolo di Madama Rosmerta” ed è un regalo per Pampa e Frei Miyano che mi hanno dato l’occasione di scrivere qualcosa sulla mia OTP di Sei di Corvi.
Speravo di avere modo di tornare sul fandom di "Sei di corvi" e mi rendo conto che questo regalo arriva inaspettato dalle destinatarie, ma quando ho letto che desideravano leggere una storia sulla loro OTP che è anche la mia mi sono detta "scriviamola!" e quindi ecco una piccola storia (è un passo avanti rispetto alla drabble indovinello) in un fandom nuovo, con la precisazione che io non ho ancora letto "Il Regno Corrotto" e quindi sono ferma a "Sei di corvi" (spero di riuscirci nelle vacanze di Natale). 
La storia, però, vorrebbe essere ambientata prima dei fatti di "Sei di corvi" e questa è solo una missione antecedente che non è andata come previsto.
Spero che i personaggi siano loro e siano riconoscibili e di non essere andata OOC! Spero anche che questo pensiero piaccia a Pampa e Frei!
Buon Natale a entrambe!
Sev

   
 
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