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Autore: Crepuscolina13    03/12/2021    1 recensioni
Raccolta di storie indipendenti tra di loro con i Merthur come unico filo conduttore. Le ambientazioni possono muoversi tra le varie stagioni arrivando anche al futuro moderno e alle AU.
Cap.1: Il rituale delle cicatrici
"Per loro due non ci sarebbe stato nessun lieto fine e per questo cercavano di godersi e rendere prezioso ogni singolo istante che passavano insieme."
Cap.2: La vita di un Re vale molto più di quella di un servo
Merlin continua a voler sacrificare la propria vita per il suo Re e ad Arthur questa cosa proprio non piace.
Genere: Angst, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Merlino, Principe Artù | Coppie: Merlino/Artù
Note: Missing Moments, Raccolta, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più stagioni, Contesto generale/vago
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Rating: Giallo
Genere: Romantico, malinconico
Note: Missing moments
Contesto: Seconda stagione NdA: nella storia non si fa nessun riferimento alla magia di Merlin, ognuno è libero di immaginare se Arthur sia ancora allo scuro oppure già lo sappia. Buona lettura <3
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Merlin amava tutto di Arthur, letteralmente tutto.

Amava i suoi pregi e i suoi difetti indistintamente, amava ogni singolo secondo che trascorreva con lui, sia che fossero i secondi di una ramanzina o quelli di quando restavano abbracciati nel letto dopo aver fatto l’amore.

Certo Merlin amava tutto di Arthur, però aveva i suoi momenti preferiti come quello che stavano avendo proprio in quel momento.

Era notte inoltrata, lo si capiva dalla luce lunare che filtrava dalla finestra che era stata lasciata leggermente aperta perché era quasi primavera e per un qualche mistero della natura Arthur era sempre bollente e quando Merlin gli restava abbracciato finiva sempre per riscaldarsi a sua volta.

La notte era l’unico momento in cui potevano essere finalmente liberi di essere sé stessi.

Durante il giorno dovevano continuare a fingere di essere il principe ereditario di Camelot e il suo servo devoto, niente paroline dolci, niente sguardi languidi, niente tocchi e soprattutto niente baci, ma la notte chiudevano la porta e tutto il resto rimaneva fuori e a quel punto potevano iniziare a svestirsi, letteralmente, di tutte le maschere che avevano indossato durante il giorno.

Ogni notte la prima cosa che Arthur faceva sempre era abbracciarlo, perché dio solo sa quanto gli era mancato il contatto fisico con l’uomo che amava più di qualsiasi altra persona avesse mai amato in tutta la sua breve vita. Mentre per Merlin, la prima cosa che faceva sempre era accarezzare i capelli biondo miele di Arthur perché dio solo sa quanto aveva dovuto trattenersi dall’evitare di farlo nei momenti più improbabili, come ad esempio durante le riunioni con il consiglio reale nelle quali Arthur assumeva sempre quell’aurea così regale e autoritaria che lo faceva innamorare di lui sempre di più.

La seconda cosa che facevano entrambi poi era baciarsi, automaticamente i loro visi si posizionavano nel giusto modo mentre le loro labbra si cercavano e finalmente dopo ore e ore di agognato desiderio si univano.

La terza cosa che facevano entrambi era spogliarsi e unirsi fino a diventare tutt’uno.

Poi dopo che i loro desideri carnali erano ben più che soddisfatti finalmente si ritrovavano a parlare. Si dicevano tutto quello che si erano dovuti trattenere dal dire durante il giorno.

Merlin diceva sempre frasi del tipo “Ti ho già detto mille volte che devi stare più attento durante gli allenamenti, non mi importa se è tutta una finzione perché le spade rimangono ugualmente ben affilate” al che Arthur rispondeva sempre con una risatina e un’alzata di occhi.

Poi veniva il turno di Arthur anche se per lo più erano sciocchezze dette solo per veder arrossire il bellissimo volto dell’uomo che amava.

“E tu dovresti smetterla di piegarti sempre a novanta gradi quando devi raccogliere qualcosa da terra, ti ho già insegnato che devi piegare le ginocchia così non mi verrà la tentazione di scoparti in quell’istante, ma tu continui a farlo” e allora Merlin arrossiva e gli dava dell’idiota.

“Guarda non ti rispondo neanche” ribatteva poi e così all’infinito.

Parlavano di tutto e di più, di ogni singola cosa che gli passasse per la mente.

Poi il sonno iniziava ad arrivare e le palpebre si facevano sempre più pesanti.

A quel punto sapevano entrambi che c’era un rituale molto importante da portare a termine. Ogni notte prima che si addormentasse, Merlin accarezzava con la punta di un dito ogni singola cicatrice da battaglia di Arthur e il principe ogni volta si sentiva rinato, come se ogni giorno che passava un pezzettino della sua pelle stesse guarendo anche se fisicamente le cicatrici rimanevano immutate.

Merlin amava accarezzare quelle cicatrici perché gli ricordavano che la vita dell’uomo che amava era in costante pericolo ma gli ricordavano anche che era molto bravo a ritornare sempre a casa da lui.

Arthur invece amava farsi accarezzare quelle cicatrici perché erano le uniche parti esteticamente brutte del suo corpo e in quel modo non solo sapeva che Merlin amava anche quelle ma gli piaceva il fatto che lui fosse l’unica persona al mondo autorizzato a compiere un simile gesto.

A volte Merlin andava oltre e prendeva a baciarle una per una.

“Arthur sei così bello” sussurrava nel mentre e Arthur sapeva già di essere bello, tutti glielo dicevano costantemente, ma per lui era vero solo quando glielo diceva Merlin. A quel punto chiudeva gli occhi e si lasciava andare come burro nelle mani del ragazzo e a volte se la stanchezza non era insormontabile facevano di nuovo l’amore.

Infine, finalmente si addormentavano, l’uno nelle braccia dell’altro finché il sole faceva capolino e allora iniziava di nuovo l’ennesima giornata di finzione.

Ma quello rimaneva l’unico momento che condivideva esclusivamente con Merlin.

Aveva fatto sesso con altre persone oltre a lui, ma nessuna di quelle aveva mai avuto il permesso di toccare e accarezzare in quel modo tutte le sue cicatrici.

Per il mondo sarebbero sempre stati sbagliati, il loro amore sarebbe sempre stato visto come orribile e corrotto, sapevano di non poter avere una vita normale e sapevano anche che prima o poi Arthur si sarebbe dovuto sposare con una donna.

Per loro due non ci sarebbe stato nessun lieto fine e per questo cercavano di godersi e rendere prezioso ogni singolo istante che passavano insieme.
 
Per cui, in tutti quei momenti in cui la vita avesse riservato loro solo sofferenza e tristezza sapevano che però nessuno gli avrebbe mai potuto portato via quello, il tocco amorevole di Merlin lungo le cicatrici rosee del principe di Camelot.
  
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