Film > Star Wars
Segui la storia  |       
Autore: ciarlot    06/12/2021    0 recensioni
Non arrivare, domani. Perché so già che ti perderò.
Non arrivare, domani. Perché so già che ti perderò.
Ti perderò.
****
Snoke è morto.
Kylo Ren è solo e respinto.
Rey è andata via.
Questa storia è il mio personale "what if". Cosa succede dopo l'episodio VIII?
Genere: Introspettivo, Malinconico, Science-fiction | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ben Solo/Kylo Ren, Finn, Kylo Ren, Principessa Leia Organa, Rey, Rose Tico
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A



"But I know some day I'll make it out of here
Even if it takes all night or a hundred years
Need a place to hide, but I can't find one near
Wanna feel alive, outside I can fight my fear"

- Billie Eilish  "Lovely" -

 

 

Essere loro due soli.
Senza urlare né offendersi.
Senza lottare.
Senza ferirsi nel corpo o nell'anima.

Fu lei a rompere il silenzio, con un sussurro. "Quanto tempo abbiamo?"

Avrebbe potuto chiedergli di riportarla subito su Ajan Kloss ma no, non poteva, era troppo prezioso. Poteva perdersi per ore negli occhi di Ben. Sapevano cambiare così tante espressioni. Parlavano molto più della sua voce.

"Ho promesso che ti avrei riportato indietro prima dell'alba"

"E quanto manca?"

"Un paio d'ore"

Oh, non sarebbero bastati giorni interi per riempirsi gli occhi di lei. E non sarebbero state sufficienti le più lunghe delle notti per farla sua.

Ma non doveva illudersi, lei non era lì per lui. Si impose di non pensare a nulla, per non sprecare il dono raro della sua presenza.

Rey si alzò con fare incerto e si diresse al tavolo. "Ho sete. Posso?". Lui annuì senza toglierle gli occhi di dosso. La ragazza si versò un bicchiere d'acqua, poi un altro.

Lui andò a riempire una caraffa e gliela portò. "Scusa. Non sono un bravo padrone di casa".

Lei si asciugò la bocca con il dorso della mano e sorrise gentilmente mentre scuoteva la testa come per dire, non è nulla. Andò davanti a lui. "Vorrei farti mille domande, Ben. Ma non so da dove partire. Sono confusa. È tutto talmente fuori posto... Ma anche... normale..."

"Sì. Lo so."

Ognuno perso nello sguardo dell'altro. Ma anche ritrovato.

Tornò zoppicando verso il letto e si sedette sul bordo. La ragazza teneva le mani in grembo, toccandosi nervosamente le dita. Avrebbe voluto sapere tutto di lui, tutto dall'inizio, le cose belle e quelle terribili, i suoi ricordi di infanzia, i genitori, l'addestramento, cosa significasse essere un Cavaliere di Ren. Tutto. Ma gli avrebbe procurato una pena che non voleva infliggergli. Non poteva forzarlo a parlare. Perciò non gli avrebbe chiesto nulla. E non avrebbe guardato dentro di lui.

Aveva anche paura e voglia di cadere nel suo baratro. Se lui si fosse aperto, sarebbe stata la sua fine. Già così, quel poco che avevano avuto, ogni piccolo gesto di lui, ogni parola anche la più tagliente, il più impercettibile dei suoi movimenti, l'avevano ormai pervasa, erano un richiamo irresistibile.

Le sembrava che quel tempo perfetto che avevano per loro due, nel presente, sarebbe presto scivolato via e non lo voleva rovinare con l'angoscia del futuro o il peso del passato.

"Puoi alzare la tenda? vorrei guardare fuori" chiese al ragazzo.

Lui obbedì poi si sedette vicino a lei.

Prima di parlare fece un profondo respiro "Sai, quando ero su Jakku non c'era giorno in cui non salissi sulla mia duna all'imbrunire per guardare il cielo. Sarei rimasta lassù per ore, mi sentivo bene, dimenticavo le fatiche della giornata. Ma poi la notte arrivava presto ed era gelida e si doveva tornare dentro. Non mi è mai piaciuta la notte."

"Non so come tu abbia fatto a vivere in quel posto da sola. Eri una bambina. Come può una bambina sopportare quello che hai passato tu?"

"Covavo la speranza che i miei genitori, da un giorno all'altro, tornassero a prendermi" rispose lei semplicemente, e tu? Tu come hai fatto? Un'altra volta, gliel'avrebbe chiesto un'altra volta.

"E' un esercizio snervante Rey, aspettare. Tu hai aspettato tutti i giorni per anni. E' la tua forza. Deve essere stato quello."

"Non ne ho idea. Là non c'è molto tempo per pensare... L'unico scopo che hai è sopravvivere, trovare qualsiasi cosa che frutti almeno una porzione di acqua o di cibo, e sperare che non te la rubino... passi il tempo a fare quello, in modo disperato... Non hai scelta. Lavoravo sodo dalle prime ore dell'alba, senza chiedermi nulla. Ma nel fresco della sera, davanti alle stelle, potevo fantasticare su mondi lontani. Cercavo di immaginare come fossero"

"Rimpiangi mai... in qualche modo la tua vita di prima?"

"No!" disse Rey ad alta voce quasi scandalizzata da quella domanda poi aggiunse gentile "no... Ben, come potrei?"

"Scusami. Però immagino che sia tutto più complicato per te ora. Non hai chiesto tu di far parte di una guerra"

"Si è vero, hai ragione. Non l'ho chiesto io. Però là sarei morta scavando rifiuti fino alla fine dei miei giorni. Sarei rimasta una bambina per sempre... senza conoscere nulla." Senza conoscere te, avrebbe aggiunto se non fosse stato patetico.

"Lo so. Quando ti ho interrogato, ho cercato, come mille altre volte, senza chiedere. Ho visto le stesse cose, e cose diverse.. ho sentito la tua solitudine. Le tue notti insonni. La tua piccola vita ripetitiva. E i sogni... Non ci sarebbe stato niente per te là..." Cercò di dirlo nel modo più onesto possibile.

Lei lo guardava con gli occhi pieni di lacrime.

Lui era l'unico a sapere com'era Rey di Jakku. E forse lei era l'unica a sapere chi fosse lui.

Lui era tutto.

Proseguì "Dentro di te, Rey, non ho trovato paura. Non... non ho trovato miseria. Solo il desiderio di essere altrove"

"io ora sono altrove"

Lui la fissò incredulo "Come puoi desiderare di essere qui con me?"

"Oh, Ben... Se tu potessi vederti come ti vedo io adesso"

Possibile?
Aveva voglia di sentirsi dire di nuovo parole del genere. Voglia, bisogno...
Anche se tutto gli diceva di farsi avanti e prenderla, vedere con i suoi occhi, decise di aspettare e tendere ancora il tempo.

"Mi sembri così cambiata..." dovette dire a colei che lo aveva rifiutato poco tempo prima. Ma senza arroganza, senza astio.
Kylo Ren stava in qualche modo torturando dolcemente Rey, stava portando per mano la sua ospite a camminare sul cedevole bordo della propria coscienza. La verità era più in basso, dove si infrangevano le onde.

L'intimità che si era creata in quella situazione così assurda faceva schiudere confessioni disarmanti.

"Non credo di essere cambiata. Ho sempre saputo, solo.. Non avevo abbastanza coraggio o onestà per ammetterlo. Avevo paura. Volevo fare quello che era giusto..."

"Per chi?"

Nessuna risposta.

"Non lo so più..." ammise la ragazza guardandosi le mani. Poi scuotendosi aggiunse "Anche tu in realtà sembri diverso... siamo cambiati?"

"Forse. Io... Pensavo di non avere più l'occasione di vederti da solo. Di connetterci. Immaginavo che il nostro prossimo incontro sarebbe stato l'ultimo..."

E ora seduti sul letto di lui ad aspettare l'alba.

"Perché mi hai salvato Ben?"

"Mi hai chiamato. Di tutte le persone che potevano aiutarti, hai chiamato me. Anche se era solo un sogno. E io non ci ho pensato... sono venuto e basta"

"Grazie" fu l'unica cosa che riuscì a dire lei con un filo di voce.

Aspetta ancora.

Lui andò al tavolo per prendere una medicazione, poi tornò da lei. "Ti cambio la garza un'ultima volta. Nel tuo zaino ho messo due patch". La ragazza trattenne il respiro, ultima volta?

Poi si sedette di nuovo e con mano ferma ma leggera prese la caviglia di Rey, che ancora scottava. Tirò via la striscia bianca arrotolata alla sua gamba che nel frattempo si era macchiata di giallo. Sfiorò il morso con i polpastrelli per controllare la ferita e Rey capì.

Lei lo vedeva ora. La sua acqua. Il suo brivido.

"Eri tu? Eri tu, vero?"

Ora non potevano più aspettare.
La tirò deciso verso di sé facendola sedere sulle sue gambe.
Non sapevano cosa stavano facendo, nessuno dei due. Erano solo due ragazzi.

Lui le prese il volto tra le mani e la guardò come se fosse la prima e l'ultima volta. La poteva sentire quella fiammella bruciare di nuovo dentro di lui.
"Si ero io" le disse prima di perdersi nella bocca di lei.

Era un bacio di fame e di sete. Di presente. Non c'era altro.

Non era tenero questa volta, no.  Affondava le mani nella schiena, sotto la maglia, avvicinandola a sé. La divorava. Poteva sentire la ragazza entrare nel suo corpo, nelle ossa e nel sangue, fondersi con lui.

E lei rispondeva con lo stesso trasporto, stringendogli i capelli, facendogli quasi male. Baciava la bocca di lui come se non potesse vivere senza in una pulsante sensazione di estasi e completezza.

Avevano entrambi un bisogno primordiale di essere toccati, stretti, saggiati, di scoprire le forme dell'altro, di provare sensazioni di cui avere sempre bisogno, di riconoscersi e capire di essere uguali.

Sapere che il piacere stava nell'altro, ma anche in ciò che potevano essere e soprattutto dare. E lui vedeva se stesso darsi completamente alla ragazza e lei riceverlo con attesa e desiderio. Lui era questo. E lei lo bramava.

Ognuno voleva trattenere per sé qualcosa dell'altro e non lasciarlo più andare via. Il tocco soffice e umido delle labbra, il sapore della bocca, il calore intimo della lingua e le mani dappertutto a memorizzare i corpi. Corpi vergini e soli, che non erano mai stati di nessuno e che ora non avrebbero più potuto essere separati.

Il bacio diventò più dolce, fino a rallentare, fino a quando tornò ad essere un brivido di pelle, un fremito. Il tocco dell'acqua. La testa non girava più.

Si staccarono per respirare. Fronte contro fronte. Un formicolio alle labbra. Un rossore sulle guance. Un legame così stretto da far male.

Fu un soffio "Ho visto, Rey...con i tuoi occhi"

Lei lo baciò forte, imprimendo nuovamente un sigillo sul suo cuore. E lui l'abbracciò ancora più stretta a sé, impossibilitato a lasciarla andare.

Ora respiravano insieme, completamente appagati dal primo semplice bacio che si danno i ragazzi. Da quel gesto che li affaccia alla vita e che cambia tutto.

"È ora. Devo riportarti indietro."

"Già?"

"Ho dato le coordinate della base a BB8. Nel caso non fossi tornato in tempo. Te l'immagini il casino che combinerebbero qui lui e Chewie?"

Scoppiarono a ridere. Per la prima volta Rey vide il sorriso di Kylo Ren e si disse che era meraviglioso e che in futuro avrebbe dovuto trovare cose carine da dirgli per rivederlo.

"Ok. Andiamo" gli rispose con una carezza sulla guancia, sfiorando per la prima volta la cicatrice che gli aveva lasciato.

Si rivestirono e nel silenzio della base andarono al TIE del Leader Supremo. Senza dirsi niente, con la terribile sensazione di rovinare tutto con una parola sbagliata. Lui fece in tempo a darle un occhiata per assicurarsi che stesse bene, poi nel giro di pochi secondi arrivarono a destinazione.

Rey scese di corsa dal fighter e si affrettò ad andare nel capanno per tranquillizzare i compagni, ma Kylo Ren la afferrò per un braccio tirandola verso di sé.

"Io non salirò. Devo sparire subito"

"No, ti prego aspetta, Ben"

"Meglio di no. Abbiamo rischiato anche troppo, questa volta"

Gli occhi della ragazza si riempirono di lacrime che cercò di ricacciare indietro. Doveva essere grata per quello che era successo ma sentiva già la sua mancanza. Erano state due misere ore. Ne voleva di più. Se avessero avuto più tempo...

Il ragazzo la guardò con occhi sicuri e pieni di fiducia. "Non so ancora come, Rey ma... Troverò un modo. Intanto, cerchiamo di non ammazzarci."

Lei annuì quasi spaventata.

Non era abituato a parlare di sé. Non c'erano parole adatte a quello scopo. Solo immagini. Ma non poteva andare senza che lei sapesse.

La baciò sollevandola da terra in un abbraccio avvolgente e le aprì la sua mente. È come se ti avessi cercato da sempre percorrendo un filo lunghissimo. E poi ti ho trovato, Rey, nel modo più assurdo. Niente di prima ha importanza. Solo noi. Voglio questo. Noi. Percorrere insieme la stessa strada. Cadere e rialzarci. Restare svegli tutta la notte a parlare, ridere, litigare, fare pace, mangiare e parlare e poi ridere di nuovo. Distesi a pancia in su in mezzo a spighe dorate e sottili. Che fanno solletico, io lo so dove sono, ci andavo da bambino. Vorrei portarti lì. E poi andare sulla spiaggia a guardare le onde infrangersi e restare lì e farci bagnare. Volare lontano e veloci, tra le montagne. E ancora respirare insieme durante un allenamento, affondare negli stessi movimenti ed essere un solo guerriero. Guardare fuori dalla finestra mentre scoppia un temporale. Leggere due righe scritte a mano e sorridere pensando a te che le pronunci. Contare le lentiggini sul tuo naso. Insegnarti a nuotare. Correre insieme fino a farci scoppiare i polmoni, e io perdo. Uno due tre e poi buttarci da una scogliera. Leggere insieme un libro a voce alta. Fare l'alba. Come adesso. Sempre

Quelle lacrime pronte per sgorgare lo fecero, oh sì.

Perché era la sera delle rivelazioni e certe cose se non si piange sembrano meno vere.

"Anche io" disse Rey mentre si allontanava da Kylo Ren, sconvolta da quelle visioni intense e talmente reali da far male.

Non era mai stato così fiero e potente e bellissimo come all'inizio di quel nuovo giorno.

https://youtu.be/V1Pl8CzNzCw

   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Film > Star Wars / Vai alla pagina dell'autore: ciarlot