Film > The Avengers
Segui la storia  |       
Autore: MissAdler    06/12/2021    4 recensioni
ATTENZIONE: Occorre aver visto i primi tre episodi della serie Loki.
TRAMA: E se Loki non si rassegnasse al suo destino? Se trovasse un modo per tornare indietro e riprendersi la sua vita? Se una volta messo di fronte al suo destino capisse finalmente chi è e cosa conta davvero?
Non so da dove mi sia venuto tutto ciò, e soprattutto come mi sia partita questa ship, ma tant'è. Buona lettura!
Genere: Angst, Erotico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Loki, Thor
Note: What if? | Avvertimenti: Incest
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Parte seconda



 
La mente di Thor lo rigurgitò fuori con violenza, un capogiro e un conato acido costrinsero Loki ad aggrapparsi alla roccia sotto di sé.
Si accorse di essere fradicio. Le maniche della camicia appiccicate alla pelle, gocce di pioggia e sale a pizzicargli gli occhi. Suo fratello se ne stava immobile sotto la pioggia, visibilmente turbato e non del tutto riemerso da quell’immersione negli abissi della memoria, ciocche bionde e gocciolanti erano sfuggite allo chignon, attaccandosi disordinatamente sul collo e sulle tempie. Loki poteva percepire distintamente il suo respiro pesante, la tensione nelle sue spalle curve e il lieve tremore delle mani. Anche lui stava tremando senza rendersene conto.
Sotto quelle nuvole nere, ascoltando il rombo dei tuoni, non si decidevano a parlare, o forse nessuno
dei due riusciva a trovare qualcosa di sensato da dire.
Loki sedeva rigido con le mani in grembo, provando inutilmente a metabolizzare ciò a cui aveva appena assistito nella mente di suo fratello. Si era preso i suoi ricordi e ogni certezza era crollata. Non riusciva ancora a crederci. Avevano combattuto gli stessi sensi di colpa, zittito le stesse pulsioni e gli stessi sentimenti per tutta la vita, credendoli irrimediabilmente sbagliati.
“Ora lo sai” lo sentì mormorare all'improvviso. E quella voce gli arrivò da lontano, ovattata, come se il rumore della pioggia battente volesse attutire ogni altro suono. “So che non sei lui, che nel tuo tempo mi consideravi un nemico, che una parte di te forse ancora mi odia” proseguì Thor incerto, “e se vuoi andartene...” lasciò la frase sospesa e quelle parole aleggiarono a lungo tra loro, echi impalpabili nel ticchettio della pioggia.
“Andarmene” ripeté lui meccanicamente, come se non avesse mai sentito quell'espressione prima di allora.
“Loki...”
“Tu pensi che io voglia andarmene?”
Si sentiva perso in una sorta di trance, millenni di rabbia e frustrazione gli scivolarono via dalle spalle come un mantello di seta.
Una parte di te ancora mi odia.
No, non era vero. Non più. Lo era stato prima. Prima della TVA, prima di aver visto la sua vita e la sua morte proiettati su un dannato maxischermo, prima di aver accolto dentro di sé un frammento di quel Loki che aveva tanto invidiato e che in fondo, finalmente ora lo capiva, era sempre stato lì, parte di lui, nascosto in angoli polverosi della sua anima che non aveva mai osato esplorare. Forse non l'aveva nemmeno mai odiato, quel fratello così schifosamente perfetto e ammirato da tutti. Almeno non fino in fondo. Forse detestava solo se stesso, quella sensazione di non avere un posto nell’universo, di essere mai nel giusto, mai abbastanza per nessuno, mai amato per ciò che era. E con una buona dose di irritazione comprese di essersi sbagliato anche su questo.
Quanto tempo sprecato! Avrebbe potuto averle colui che amava e invece, per secoli, si era preoccupato di mostrargli il suo lato peggiore, così come aveva fatto con tutti, arrivando a convincersi di essere solo quello, di non avere altro da offrire.
“Andarmene” ripeté spalancando gli occhi verso il mare, masticando quella manciata di sillabe come se il loro sapore amaro lo disgustasse.
Un lampo squarciò il cielo, seguito immediatamente da un tuono che rimbombò sulle loro teste. Avvertiva l'occhio di suo fratello su di sé, la sua incertezza, il panico che a poco a poco si impossessava di lui. E avrebbe voluto afferrargli i polsi, dargli dello stupido e scacciare ogni suo timore, far svanire con la magia tutto il dolore e la solitudine che gli aveva inferto, per lo più consapevolmente.
“Non lo farai?” provò a chiedere titubante il dio del tuono, interrompendo quel turbinio di pensieri. “Davvero non vuoi dileguarti stavolta?”
Loki si voltò di scatto, ciocche corvine a frustargli il viso, e quel no! pieno di sdegno quasi glielo sputò in faccia.
“No” ripeté con un filo di voce, abbassando lo sguardo sul giaccone sdrucito di Thor e passandosi le mani sulle cosce bagnate, deciso a ricomporsi. Raddrizzò le spalle e gli concesse un sorriso sghembo. “Vuoi già liberarti di me, fratello?”
Fu allora che la pioggia cessò.


Un timido raggio di sole si era posato sui capelli di Thor, facendoli risplendere come oro liquido. Una strana elettricità permeava l'aria e tutt’intorno non si udivano suoni, se non il lieve infrangersi delle onde sulla scogliera. Il vento freddo si era calmato, una brezza carica di salsedine li accarezzava come una madre indulgente.
Loki teneva le mani strette a pugno sulle ginocchia, incapace di compiere qualsiasi azione che non fosse guardare suo fratello, percorrere con gli occhi le linee del suo viso, riconoscerne la perfezione in ogni dettaglio, in ogni sfumatura, in ogni ciuffo di barba, perso in quella bellezza accecante che tanto gli aveva invidiato e che ora beveva avidamente con lo sguardo.
“Sono qui” fu tutto ciò che riuscì a dire, facendo eco a quel Loki scomparso, che ormai sentiva essere parte di sé.
Thor adesso gli sorrideva. Il suo unico occhio aveva di nuovo dentro il cielo, il mare e la prorompente luce divina che fino a pochi istanti prima sembrava irrimediabilmente affievolita.
In quel sorriso il tempo sembrò dilatarsi, e tanto da permettere e Loki di cogliere anche il più piccolo mutamento sul viso del fratello: gli angoli della bocca che si abbassavano facendolo tornare serio, la fronte che si aggrottava ombreggiandogli le palpebre, una goccia di pioggia che gli colava tra i capelli, sulla tempia, per poi scivolargli languida sullo zigomo. Trattenne il respiro quando Thor gli prese la testa tra le mani.
“Resta” gli aveva detto con quella voce calda, ruvida come il tocco dei suoi palmi. A Loki uscì una risatina sarcastica, ma non si ritrasse da quelle dita gentili.
“Non sei più adirato con me, fratello?” domandò ostentando aria di sfida, “volevo distruggere questo pianeta, rammenti?”
“È stato tanto tempo fa.” “Ho ucciso delle persone.”
“Non mi importa” esalò mentre una smorfia colpevole ma ostinata gli induriva i tratti del volto. “Ho provato a uccidere te.”
“Non mi importa.”
Come ipnotizzato, Loki osservò le sue labbra che si schiudevano, la punta della lingua che le inumidiva, il fiato tiepido che gli si condensava tra i denti al contatto con l’aria gelida dell’inverno. “Non mi importa” ripeté Thor per la terza volta, anche se Loki non aveva più formulato alcuna obiezione. E lo disse sottovoce, quasi fosse solo un sospiro, sostenendogli dolcemente la nuca, passandogli i pollici sulle guance, tirandolo impercettibilmente verso di sé.
Quel non mi importa valeva per ogni cosa, per qualunque tradimento suo fratello avrebbe potuto elencare, per ogni abominio commesso, per tutto il male, la guerra, le ferite che si erano inferti a vicenda.
A Thor non importava, lo voleva nonostante tutto, lo voleva in virtù di tutto. Loki non era mai riuscito a capirlo prima di allora e con arrendevolezza si abbandonò al calore delle sue mani, chiudendo gli occhi e lasciandosi guidare dal suo profumo.
Quando le loro labbra si toccarono fu come se l’universo intero si fermasse, congelato in un’esplosione di stelle.
Loki lo baciò senza respirare, con una sorta di timore reverenziale che non aveva mai provato prima. Assaporò la sua bocca con lentezza, beandosi del suo sapore, della morbidezza delle sue labbra, dell’irruenza con cui gli stringeva il collo. Gli piaceva da impazzire, tanto che fu proprio lui a infilargli la lingua tra i denti, incapace di resistere un altro secondo senza ingoiare il suo respiro. E quando sentì la lingua di suo fratello andare incontro alla sua un senso di calore lo investì come lava bollente, un fuoco liquido nelle vene, una morsa che gli stritolava le viscere risvegliando l’antica brama che troppe volte aveva ignorato o riversato altrove. Si aggrappò al suo giaccone fradicio e lo tirò a sé, premendo il petto contro il suo, il cuore che vibrava e galoppava sotto la stoffa. Ma quei maledetti vestiti erano troppo spessi perché Loki riuscisse a percepire la consistenza della sua carne o il calore della sua pelle. Se avesse potuto lo avrebbe spogliato in quel preciso momento, su quelle rocce dure e scivolose di pioggia, sotto quelle nuvole squarciate senza pietà da una lama di luce.
“Andiamo a casa” gli soffiò Thor sulle labbra con voce roca, e tanto bastò a dargli il colpo di grazia. Un brivido gli percorse la schiena fino alle natiche.
“Sì” esalò lui in rimando, inclinando le labbra in un sorriso lascivo. Ma, anziché staccarsi, i loro corpi si avvicinarono di più, le bocche di nuovo una sull’altra a scambiarsi il sapore dell’immortalità.
Loki avrebbe volentieri trascorso il tempo che gli restava da vivere baciando suo fratello, a farsi graffiare dalla sua barba, ignorando il resto del mondo e galleggiando con lui in una bolla tutta loro. E probabilmente Thor non avrebbe obiettato, perché nonostante le sue parole non diede alcun segno di volerlo lasciar andare. Lo tenne stretto ancora a lungo e quando infine interruppero quel contatto, allontanandosi controvoglia, continuarono a guardarsi in silenzio, immobili come statue millenarie senza alcuna necessità di respirare o sbattere le palpebre.
Thor sorrise, Loki notò distrattamente che le nuvole si erano ormai diradate e tutto aveva ripreso a muoversi. L'universo palpitava e una nuova linfa scorreva attraverso i rami di Yggdrasill. Potevano quasi sentire il fruscio delle sue foglie, là dove Midgard vi era appesa come un melograno maturo. “Avevi detto casa, giusto?” lo incalzò impaziente il dio dell’inganno.
Gli era stato concesso un assaggio e adesso si sentiva più famelico che mai. Ne voleva ancora, ne voleva di più. Voleva ogni cosa.
Ma non fece in tempo ad alzarsi in piedi che una luce accecante squarciò la realtà di fronte a loro, ruotando vorticosamente e dando origine a un portale temporale dal quale emerse una losca figura incappucciata.




 
§




Quando si ritrovò di fronte una figura incappucciata, Loki si paralizzò e un moto di terrore gli fece risalire in gola un rigurgito acido. Le guardie della TVA erano riuscite a trovarlo, pensò inorridito. Ma mentre passava mentalmente in rassegna decine di ipotesi su come uscire incolume da quella situazione, Thor gli si parò dinnanzi in tutta la sua magnificenza: una pioggia di fulmini a fargli da scudo, l’inconfondibile corazza nera e argentata che gli si disegnava addosso, coprendo ogni centimetro del suo corpo. Un’elettricità dirompente prese ad attraversarlo dalla testa ai piedi, carbonizzando i fili d’erba sotto di essi. Loki si perse per un istante a osservare i lunghi capelli dorati che sferzavano le spalle corazzate di Thor, sentendosi completamente soggiogato da quella potenza incontenibile, scatenata esclusivamente per proteggere lui.
“Fratello” esclamò, mentre un dubbio iniziava a farsi strada nella sua testa, ma il possente dio del tuono non gli diede ascolto, tese la mano destra e Mjolnir gli piombò nel pugno in meno di un secondo. “Se sei qui per lui sappi che non ti permetterò di fare un altro passo.” E la sua voce era un rombo di tuono che faceva vibrare persino l’aria attorno a loro. “Non lo toccherai.”
Il portale si richiuse e l’intruso si lasciò scappare una risatina divertita.
“Rinfodera le saette mister bicipiti, voglio solo scambiare due parole con tuo fratello.”
“È tutto a posto” lo rassicurò Loki, che ormai aveva confermato i suoi sospetti, e per rafforzare il concetto posò saldamente una mano sulla sua spalla. Non appena lo fece le sue dita furono percorse da una scossa elettrica, che le riportò per un istante al loro originale colore bluastro. Lo Jotunn sussultò a quell’improvviso pizzicore ma si sorprese di trovarlo anche stranamente piacevole.
Quando la figura misteriosa si abbassò il cappuccio rivelando la chioma biondo cenere, la tempesta di fulmini era cessata e il martello pendeva pesantemente lungo la coscia del suo proprietario. “Sylvie?” aveva domandato Thor incerto. “Fratello, è lei la variante di cui mi hai parlato?”
“E tu devi essere il grande re di Asgard” sentenziò lei strizzando un occhio in direzione di Loki.
Per tutta risposta questi superò a grandi falcate il suo difensore, che restò imparato a fissarli senza capire, si avvicinò a Sylvie prendendola per un braccio e la trascinò pochi passi più in là.
“Volevo solo sapere se andava tutto bene” farfugliò lei a bassa voce.
“Stava andando benissimo prima che tu piombassi qui” gesticolò Loki usando il labiale. “Ho interrotto qualcosa?”
“Sì!”
“Cielo, stavate facendo sesso.” “Cos- no!”
“Ma presto farete sesso?”
“Non lo so… può darsi!” bisbigliò esasperato. “Vuoi dirmi cosa ci fai qui? La TVA potrebbe rintracciarti e finiremmo entrambi disintegrati!”
“Puoi stare tranquillo, la TVA non è più un nostro problema” esclamò lei tornando a parlare normalmente.
“Cosa succede?” si intromise Thor avvicinandosi di qualche passo, senza allentare la presa su Mjolnir. “Succede” spiegò Sylvie mettendosi le mani sui fianchi, “che se lui vuole restare qui è libero di farlo
senza più preoccuparsi di quel manipolo di idioti.”
Lo sguardo di Thor rimbalzò da suo fratello a lei, per poi indugiare di nuovo su di lui. Era visibilmente confuso, ma più sollevato.
“E tu cosa farai?” chiese Loki infilandosi le mani in tasca.
“Quello che farai anche tu” cinguettò Sylvie arricciando il naso. “Un po’ di riposo, buon cibo, fornicazione, i soliti deliri di onnipotenza!” E prima che lui potesse zittirla malamente tornò seria e aggiunse: “il mio postino, ricordi? Forse l’ho fatto aspettare anche troppo.”
Si scambiarono un abbraccio impacciato, Thor le concesse un breve cenno del capo, poi quella variante di Loki, così simile a lui eppure così diversa, svanì come era arrivata, nel vortice luminoso che l’avrebbe riportata a casa una volta per sempre.






 
Continua...
   
 
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Film > The Avengers / Vai alla pagina dell'autore: MissAdler