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Autore: My Pride    06/12/2021    1 recensioni
~ Raccolta Curtain Fic di one-shot incentrate sulla coppia Damian/Jon + Bat&Super family ♥
» 79. With all my life
Le note di Jingle Bells risuonavano a ripetizione negli altoparlanti del centro commerciale e diffondevano quell’aria natalizia che si respirava in ogni punto della città di Gotham, dai piccoli magazzini, negozi di alimentari e ristoranti ai vicoli che circondavano ogni quartiere.
[ Tu appartieni a quelle cose che meravigliano la vita – un sorriso in un campo di grano, un passaggio segreto, un fiore che ha il respiro di mille tramonti ~ Fabrizio Caramagna ]
Genere: Fluff, Hurt/Comfort, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Bat Family, Damian Wayne, Jonathan Samuel Kent
Note: Missing Moments, Raccolta, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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Not all heroes wear a mask Titolo: Not all heroes wear a mask
Autore: My Pride
Fandom: Super Sons
Tipologia: One-shot [ 1821
parole fiumidiparole ]
Personaggi: Damian Bruce Wayne,
Jonathan Samuel Kent, Thomas Alfred Wayne-Kent (OC)
Rating: Giallo
Genere: Generale, Slice of life
Avvertimenti: What if?, Slash, Hurt/Comfort
Solo i fiori sanno: 23. Loto: ammirazione


SUPER SONS © 2016Peter J. Tomasi/DC. All Rights Reserved
.

    Una serata. Damian avrebbe solo voluto godersi una serata con la sua famiglia alla stupida fiera della contea di Hamilton. Sarebbe stato chiedere tanto? Invece, come nei peggiori film di serie B e il peggior cliché che avrebbero mai potuto trovare, quel branco di idioti col passamontagna aveva ben pensato di assaltare la zona allestita a festa, spaventando gli avventori, i semplici turisti e i contadini che avevano partecipato ai concorsi per i prodotti più grandi, i fiori migliori o il bestiame più resistente.

    A voler essere onesto con se stesso, Damian non avrebbe voluto andarci. Ma Jon aveva insistito così tanto, dicendogli che gli ricordava i vecchi tempi in cui era solito visitare la fiera con i suoi genitori, che alla fine aveva ceduto con un lungo sospiro e gli aveva detto che forse avrebbero fatto un salto, enfatizzando soprattutto sul forse. Come volevasi dimostrare, però, Jon aveva capito solo quello che gli aveva fatto comodo capire; così, dopo avergli schioccato un bacio sulle labbra con un sorriso, era corso di sopra per recuperare il suo vecchio cappello della Hamilton School per ficcarlo in testa a Tommy, il quale aveva gradito non poco e aveva ricambiato il sorriso del padre.

    Sfavillanti come non mai, quella sera avevano letteralmente trascinato Damian al furgone e Jon non aveva fatto altro che assicurargli che si sarebbe divertito, per quanto gli avesse promesso che, se si fosse presentata un'emergenza, sarebbero corsi di filato a casa. Damian non era stato tanto convinto, però, poiché tutta la città sarebbe stata alla fiera e, a meno che non si fossero sentiti male proprio gli animali dei concorsi - e a quel punto avrebbe potuto almeno mettersi all'opera subito -, quella poteva considerarla come la sua serata libera.

    Coinvolto dall'allegria di Jon, e dalle risate divertite di Tommy mentre chiedeva cosa ci sarebbe stato alla fiera e se avrebbe potuto mangiare montagne di zucchero filato - no, lui aveva categoricamente affermato che avrebbero preso solo una nuvola per tutti, dato che non voleva un bambino di sette anni stracarico -, Damian aveva infine tratto un lungo sospiro e sorriso a sua volta. Una serata con la famiglia era ciò che preferiva, dopotutto.

    Era stato comunque bello essere lì, lo ammetteva. L'odore dolce dello zucchero filato si era confuso con quello fragrante, grasso e fritto dei corn dogs, delle arachidi tostate e dei panini al burro, oltre a quello del pop corn e della moltitudine di cibi locali che Damian aveva imparato - in parte - ad apprezzare con gli anni. Era rimasto anche piuttosto stupito nel vedere che la fiera offriva una grande ruota panoramica e delle montagne russe, nonché altre e svariate attrazioni con cui intrattenere i più grandi e i piccini: tiro al piattello, il poligono, il lancio degli anelli... e Tommy aveva voluto provare letteralmente di tutto.

    Lui stesso si era soffermato a guardare la sfilata dei cani e a gettare uno sguardo al concorso di arte locale - non se lo era aspettato, se proprio doveva essere sincero con se stesso -, il quale aveva dato spazio alla pittura, alla scultura e persino all'artigianato. Era stata una serata divertente e si era lasciato andare lui stesso, sfidando Jon al lancio degli anelli col tifo di Tommy nelle orecchie; avevano dato via ad una competizione esattamente come avrebbero fatto da ragazzini, urlandosi contro e bisticciando sotto lo sguardo e le risate divertite del figlio. Ma era stato a quel punto che tutto era stato rovinato da sette idioti che avevano ben pensato di rapinare una fottuta fiera.

    Lui e Jon erano stati abbastanza veloci da gettare letteralmente Tommy oltre il bancone del lancio degli anelli per tenerlo al sicuro, intimandogli di stare giù prima di gettarsi di lato per evitare i proiettili che quei pazzi avevano cominciato a sparare all'impazzata; si erano lanciati un'occhiata, col cuore che batteva a mille nel petto, poiché una delle pallottole aveva fischiato fin troppo vicino all'orecchio di Jon. Le grida di gioia e le risate erano state sostituite da urla spaventate e dallo scalpiccio di persone che correvano ovunque per cercare di scappare, anche se purtroppo alcune di loro erano state ferite dai proiettili vaganti.

    Damian aveva digrignato i denti e aveva imprecato, scroccando le nocche mentre si riparava in un angolo a quella nuova scarica di pallottole. Gli uomini ridevano e intimavano alla gente di consegnare loro soldi e gioielli o di infilarli in una borsa, nella pessima imitazione di una rapina in banca. E tuttora lo stavano facendo, con i sacchi pieni e le persone che piangevano terrorizzate.

    «Papà!»

    Thomas si sporse solo per un momento oltre il bordo del bancone, e Damian si affrettò a voltarsi verso di lui per fargli un cenno con una mano, un moto di panico al nuovo fischio che sentì colpire il legno dell'angolo dietro cui si trovava.

    «Non muoverti da lì e sta' giù, Tommy!» intimò, gettando un'occhiata a Jon; bastò quello sguardo a far capire le sue intenzioni, così Jon fece un rapido cenno col capo e sfruttò il carretto degli hot dog per evitare un nuovo proiettile, staccando il portellone per usarlo come scudo.

    Damian si acquattò il più possibile per strisciare verso il bancone del tiro a segno, sentendo i ciottoli del terreno sfregare contro il ginocchio nudo e insinuarsi nella pelle; ignorò la sensazione, allungando una mano oltre il bordo del bancone per staccare uno dei fucili ad aria compressa e annodare il tubo, così da poterlo usare contro quegli idioti. Però, prima ancora che potesse puntarlo verso uno di loro, il calciò di una pistola lo colpì alla testa, stordendolo per un secondo.

    «Cosa credi di fare, storpio?»

    «D!»

    La voce di Jon parve fischiargli nelle orecchie, ma scosse la testa rapidamente per cercare di tornare in sé; ebbe giusto il tempo di guardare per un momento nella sua direzione prima di vederlo colpire con un pugno in faccia uno degli uomini che si era avvicinato a lui, usando quel portellone d'acciaio per deviare il proiettile che gli venne sparato contro. Per quanto si fossero ritirati da più di otto anni, si tenevano abbastanza in allenamento da poter affrontare una situazione del genere... ma non aveva intenzione di rischiare la vita, né la sua né tanto meno quella di Jon e di Thomas e delle persone che aveva imparato ad apprezzare lì ad Hamilton.

    «Oltre che storpio sei anche sordo?» stava dicendo l'uomo, e fu solo in quel momento che Damian si rese conto che aveva parlato. «Metti tutti i tuoi soldi nella borsa. Subito!»

    Damian fece scorrere lo sguardo su di lui solo per un attimo, controllando da capo a piedi i suoi punti deboli. Se c'era una cosa che la Lega gli aveva insegnato, era il modo di studiare il corpo e i movimenti dell'avversario; così, alzando entrambe le mani in segno di resa nel lasciar andare il fucile, si alzò in piedi. «D'accordo... ma non farmi del male», accennò, usando la sua miglior recitazione per sembrare il più convincente possibile, e l'uomo ci credette.

    Agitò la borsa davanti a lui e Damian infilò la mano destra nella tasca dei pantaloncini per tirar fuori il portafogli ma, nello stesso istante in cui l'uomo aprì quella sacca, Damian non esitò a sferrargli un calcio nella bocca dello stomaco, sfruttando la potenza della sua protesi; lo vide spalancare gli occhi, non essendoselo aspettato, e si accasciò su se stesso senza fiato, allentando la presa sulla sua pistola e sulla borsa colma di soldi.

    Damian si gettò contro un altro uomo e lo atterrò con un pugno ben assestato al setto nasale, abbassandosi giusto un momento prima che un colpo di pistola lo colpisse alla testa, fischiando fra i suoi capelli; c'era mancato poco e sentiva l'adrenalina al massimo, troppo concentrato su quei suoi avversari per vedere che cosa stesse succedendo intorno a lui. Sperò solo che Jon se la stesse cavando quanto lui mentre le urla delle persone gli rimbombavano nelle orecchie, sentendo qualcuno colpirlo alla schiena con un tubo d'acciaio; urlò di dolore, voltandosi furioso nello stesso istante in cui quell'oggetto colpì pesantemente la sua protesi, piegandola ad un'angolazione impossibile. Damian sgranò gli occhi mentre cadeva all'indietro sul terreno, la protesi ormai inutilizzabile non gli permetteva di stare in piedi e, sollevando lo sguardo, vide l'uomo sovrastarlo con la sua mole e la pistola puntata alla fronte.

    «Le tue ultime parole?» sentenziò l'uomo col dito sul grilletto. E se per un momento Damian credette di essere spacciato, un sorriso sardonico si disegnò sulle sue labbra qualche momento dopo.

    «Attento alla testa», accennò, vedendo l'uomo sbattere le palpebre senza capire. Sul punto di sparare, venne ben presto colpito dietro alla nuca con il cartellone del concorso agricolo, crollando ai piedi di Damian con gli occhi fuori dalle orbite. La figura di Jon si stagliava davanti a lui, e ben presto apparve anche Tommy, che tremava e aveva grossi lacrimoni che gli bagnavano gli occhi e le guance. Non aveva smesso di tirare su col naso, e si gettò letteralmente fra le braccia di Damian, piangendo, mentre Jon si inginocchiava accanto a lui.

    «Dannazione, stai bene?!» chiese agitato, facendo scorrere lo sguardo su di lui come se fosse ancora in grado di valutare danni non visibili ad occhio nudo.

    Intrecciando le dita della mano destra fra i capelli di Thomas, e tenendolo stretto contro di sé, Damian annuì. «Sto bene... ci è andata di mezzo solo la mia protesi», accennò, baciando il capo del figlio mentre gli sussurrava qualche parola di rassicurazione in arabo; lo sentì stringersi maggiormente a lui e singhiozzare, biascicando chissà cosa col cuore che batteva forte nel petto. Fu a quel punto che si chinò anche Jon, avvolgendogli un braccio intorno alla schiena per abbracciare sia lui che il figlio.

    «Ci hai fatto spaventare», sussurrò, e Damian sentì benissimo l'incrinazione nella sua voce. Ma di certo non poteva biasimarlo. Lui stesso aveva avuto paura per loro, per se stesso. Per fortuna Hamilton avrebbe dovuto essere un posto tranquillo.

    Damian avrebbe voluto dire qualcosa, ma il suono di quegli applausi fu così inaspettato che per un momento si ritrovò stordito. Sgranando gli occhi, sollevò lo sguardo solo per vedere amici, vicini e conoscenti battere le mani verso di loro e ringraziarli per averli salvati, acclamandoli mentre quegli uomini venivano portati via.

    «I miei papà sono eroi».

    Tirando un'ultima volta su col naso, Tommy sorrise con la semplicità di un bambino di sette anni ma, nel gettarsi uno sguardo veloce, Damian e Jon quasi non seppero come comportarsi a tutte quelle attenzioni. Jon quasi arrossì mentre si massaggiava dietro al collo, invece Damian era sicuro di avere le vertigini. Ciononostante, sorrise.

    Per quanto non indossassero più i mantelli, c'era sempre un modo per aiutare chi ne aveva bisogno. E loro l'avevano dimostrato
.






_Note inconcludenti dell'autrice
Mi scuso se ho descritto male la fiera di paese, ma la mia conoscenza è basata su letture, racconti di alcuni vecchi amici, e quello che ho visto in film e fumetti.
Comunque. Ovviamente Jon e Damian restano sempre degli eroi addestrati, quindi i loro corpi agiscono prima ancora che possano pensare di farlo, perché si saranno anche ritirati per vivere una tranquilla (oh, beh, dipende) vita in campagna, ma allo stesso tempo continuano a tenersi in forma in altri modi per non adagiarsi sugli allori. Qui Tommy ha ormai sette anni, ma la raccolta non segue una vera e propria cronologia, quindi nelle altre storie (già scritte) è descritto anche come un neonato, un bambino, un adolescente... insomma, ci sono tante scene diverse con questo dolce bambino 
Commenti e critiche, ovviamente, son sempre accetti
A presto! ♥



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